Società Italiana di Chirurgia della Mano. atti congresso

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2 Il Comitato scientifico e la segreteria organizzativa non sono responsabili di eventuali errori, refusi o inesattezze. Società Italiana di Chirurgia della Mano Indice 11 CONGRESSO NAZIONALE SIMi Viterbo 10 ottobre 2015 atti del congresso sabato 10 OTTOBRE 2015 Aula 2 10:00-10:30 Management infermieristico nel trauma sportivo Sabina Ferroni pag. 3 11:30-12:00 La qualità della vita nei pazienti con amputazione traumatica delle dita della mano Francesca Ciccioni, Stefania Stefani pag. 5 La sicurezza nel percorso clinico-organizzativo nel network di chirurgia della mano Francesca Ciccioni, Stefania Brachino pag. 6

3 3 11 cogresso nazionale simi - atti del congresso MANAGEMENT INFERMIERISTICO NEL TRAUMA SPORTIVO Sabina Ferroni INF. CHIRURGIA DELLA MANO MULTIMEDICA Sesto San Giovanni MI Introduzione Nello sport sia in allenamento che in gara, lo sportivo si espone al rischio di lesioni acute con cadute o colpi indiretti o patologie da sovraccarico. In particolare i traumi sportivi più diffusi dell arto superiore si presentano nello sci, nel calcio, nella pallavolo, nella pallacanestro, nel rugby, nel pugilato e nella lotta. La meta della popolazione del fitness, per lo meno una volta nell arco dell attività sportiva, è destinata ad imbattersi in quelli che gli americani definiscono OTS (OVER TRAINING SINDROME) ovvero la sindrome da superallenamento, che si manifesta attraverso un profondo stato di malessere psico-fisico. Per le lesioni a carico dello scheletro sono maggiormente a rischio ulna, radio, scafoide e falangi; per quelle capsulo-legamentose sono invece a rischio i legamenti metacarpo-falangee, una di queste è nota come il pollice dello sciatore. Skler s thumb o pollice dello sciatore lo sciatore cadendo in avanti per proteggersi con meccanismo riflesso apre la mano, il pollice si pianta nella neve e con il peso corporeo viene provocata una violenta abduzione del pollice la lesione può essere incompleta e la terapia consiste nell immobilizzazione con stecca gessata o in materiale termoplastico; con lesione completa si rende necessario l intervento chirurgico che consiste nella re-inserzione del legamento. I trattamenti sono differenziati a seconda della lesione: dalla più grave (fratture, lussazioni), che richiede l intervento chirurgico e la successiva riabilitazione, alle lesioni meno gravi (distorsioni) che richiedono solo confezionamento di tutore e riabilitazione. Materiali e metodi Il management infermieristico si svolge nella fase post operatoria con il controllo del dolore ed eventuale scomparsa dell edema e nella fase della riabilitazione dell arto con fissatori. Si spazia dall uso della terapia antalgica post operatoria appropriata, per poter ottenere la massima collaborazione del paziente nella mobilizzazione e riabilitazione precoce, all utilizzo di ghiaccio, comportamenti e posizioni adeguati, tutori, mobilizzazione attiva e passiva. Si individuano due momenti importanti: - Nursing nel post operatorio per il controllo del dolore e la scomparsa dell edema. Il dolore può accompagnare la lesione e interferire nella riabilitazione è tuttavia una risposta naturale di protezione e ne va tenuto conto durante e dopo l intervento. Ci sono pazienti con soglia del dolore troppo bassa e pazienti che non lo avvertono ed entrambe le situazioni sono dannose, occorre in questo caso utilizzare LA SCALA DI VAS per determinare con esattezza lo soglia giusta; con una numerazione crescente dal più piccolo al più grande; da rilevare sia prima che dopo la somministrazione della terapia antalgica. Anche l edema è un altro fattore che limita la mobilizzazione e spesso è anche causa di dolore severo. L edema è l aumento di liquido interstiziale ed intra-articolare conseguente al trauma, ma anche all intervento stesso che di per se rappresenta un grosso trauma per la mano, l edema è una vera colla fisiologica che favorisce la fibrosi e la retrazione del tessuto connettivo. L edema può essere trattato in vari modi: - posizioni declivi: il paziente va istruito a tenere l arto in posizione declive, sia a letto, appoggiato a dei cuscini, sia in posizione eretta, portando il braccio al collo e con la mano posizionata davanti alla spalla; - ghiaccio: applicato più volte al giorno favorisce il riassorbimento dell edema con un meccanismo di ginnastica vascolare (vasocostrizione e vasodilatazione); - massaggio: eseguito in senso dito prossimale; - bendaggio compressivo particolare bendaggio auto-adesivo, che va applicato in senso dito prossimale a spirale in modo da applicare una leggera compressione; - esercizi di mobilizzazione attiva: la contrazione attiva favorisce la pompa muscolare con il conseguente riassorbimento dell edema. Se l edema non è trattato adeguatamente si può arrivare ad avere la cosidetta mano negativa in atteggiamento sbagliato i tessuti andranno incontro a fibrosi progressiva fino all instaurarsi di rigidità. Il primo trattamento riabilitativo della mano traumatica si basa quindi sulla prevenzione della mano negativa, confezionando un ortesi statica che metta la mano in posizione di salvezza Il controllo del dolore e dell edema può essere effettuato con correnti antalgiche o diadinamiche cioè correnti

4 4 11 cogresso nazionale simi - atti del congresso unidirezionali a bassa frequenza (50 o 100 Hz) sempre positive tramite due elettrodi di varia grandezza, un elettrodo attivo posizionato in corrispondenza del dolore, l altro passivo nelle vicinanze. Sono state scoperte da Pierre Bernard Nursing per la riabilitazione dell arto Si può praticare una mobilizzazione passiva e una attiva. Mobilizzazione passiva Lo scopo della mobilizzazione passiva è mantenere o migliorare l ampiezza articolare o lo scivolamento dei tendini, permette di ricostruire i meccanismi mentali.. un articolazione immobilizzata a lungo tempo sembra aver conservato solo la sensibilità dolorosa, con la mobilizzazione passiva si ristabilisce il senso delle posizioni, si creare di nuovo l immagine restituendo scioltezza e mobilità all articolazione e ai tendini bloccati. Atti infermieristici durante la mobilitazione passiva: - si devono rispettare la soglia del dolore ogni volta che questo compare e se occorre interrompere l esercizio. - la mobilizzazione deve essere lenta e dolce e al di sotto della soglia del dolore. - è importante mettere il paziente a suo agio, ed è necessario creare un atmosfera di fiducia. Mobilizzazione attiva Al contrario della mobilizzazione passiva che richiede una forza esterna, la mobilizzazione attiva è il risultato di una attivazione volontaria automatica o riflessa del sistema motorio. La mobilità volontaria è caratterizzata da una decisione precedente al movimento, questa richiede una partecipazione completa da parte del paziente per la realizzazione dell esercizio sia che si tratti di un singolo muscolo o di un gruppo muscolare. Atti infermieristici durante la mobilitazione attiva: - massima fiducia, collaborazione con il paziente - attenersi alle prescrizioni terapeutiche per la terapia antalgica, in genere sono presenti veri e propri schemi antalgici ad orari fissi - far concentrare il paziente sui movimenti da eseguire. Nella riabilitazione rientra anche lo splinting o confezionamento del tutore. Atti infermieristici durante lo splinting: Non è prettamente infermieristico il confezionamento del tutore, ma l assistenza al paziente durante la sua applicazione è fondamentale perché spesso provoca dolore ad alta intensità; può capitare anche di dover assistere qualcuno con crisi lipotimica durante queste manovre. Sarebbe opportuno poter organizzare i tempi pratici con i terapisti che confezionano il tutore per riuscire a somministrare anche la terapia prima della sua applicazione. La riabilitazione della mano, sia essa parte di un trattamento conservativo o sia post chirurgico, si avvale spesso dell utilizzo di tutori confezionati in materiale termoplastico; il tutore deve essere considerato come uno strumento a disposizione dell arto da riabilitare, dev essere considerato come uno strumento adatto e adattabile per rispondere alle esigenze specifiche di ogni singolo momento riabilitativo. I materiali usati per il suo confezionamento sono diversi ma la caratteristica comune è quella di renderli malleabili. Risultati e conclusioni Per arrivare ad una corretta ripresa funzionale dell arto occorre un giusto trattamento riabilitativo post operatorio o post immobilizzatore, cercando di evitare ipotonie muscolari e vizi di posizione. Occorre tener presente la parte psicologica gli sportivi soprattutto quelli che praticano attività ad alti livelli, si fanno spesso domande sul dopo trauma, se questo potrà incidere sulla loro carriera, se potranno riprende il prima possibile a gareggiare..la parte delicata dell infermiere è cercare di tranquillizzarli, aiutarli, farli da tramite con il chirurgo, dare risposta alle ansie del paziente-sportivo, creare un rapporto di fiducia in cui il paziente può dare la massima disponibilità. Il management infermieristico è fondato sul principio di ridare mobilità, stabilità e funzionalità allo sportivo per farlo rientrare il prima possibile ad allenarsi e in gara.

5 5 11 cogresso nazionale simi - atti del congresso la qualità della vita nei pazienti con amputazione traumatica delle dita della mano Francesca Ciccioni, Stefania Stefani francescacccioni@gmail.com s_stefani70@virgilio.it Lo studio analizza i fattori che influenzano la percezione della qualità di vita nei pazienti che hanno subito un amputazione di uno o più dita della mano attraverso l uso di un questionario validato sullo stato di salute, il SF-36, illustra ed analizza i risultati ottenuti. Nello studio sono stati inclusi i pazienti ricoverati nel reparto di chirurgia della mano dell Ospedale di belcolle da gennaio 2006 a dicembre 2009.

6 6 11 cogresso nazionale simi - atti del congresso La sicurezza nel percorso clinico-organizzativo nel network di chirurgia della mano Francesca Ciccioni, Stefania Brachino francescacccioni@gmail.com stefaniabrachinovirgilio.it L indagine conoscitiva analizza il percorso clinico-assistenziale ed organizzativo nel network di chirurgia della mano. Come la gestione di un processo così complesso influenzi l outcome dei pazienti, i cui effetti si misurano in termini di gravità (espressa come misura della lesione) e di esiti (disabilità e/o mortalità). Come percorsi clinici-assistenziali multi -interprofessionali condivisi, monitorati sistematicamente, attraverso indicatori uniformi e -oggettivi possano, incidere sul risultato stesso dell assistenza, sulla sicurezza del paziente e sul contenimento della severità degli esiti. si evidenzia come l utilizzo di validi indicatori possa consentire un opera di benchmarching su scala nazionale.

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