Comitato di Indirizzo e Coordinamento (COICO) del Distretto calzaturiero fermanomaceratese

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1 Sezione anagrafica Denominazione Distretto delle calzature di Fermo Sede del Distretto Il distretto delle calzature di Fermo, noto anche come distretto fermano-maceratese, si colloca tra le province di Ascoli Piceno e Macerata, nelle Marche, e rappresenta la più grande concentrazione di imprese calzaturiere nel territorio italiano. Nel distretto prevalgono tre poli produttivi diversamente specializzati per prodotto: l area che circonda il comune di Montegranaro, dove vengono realizzate prevalentemente calzature da uomo; la zona di Monte Urano, specializzata nella produzione di calzature per bambino/ragazzo; il comprensorio di Civitanova Marche e Porto Sant Elpidio, dove è particolarmente accentuata la produzione di scarpe da donna. Circa i due terzi delle aziende distrettuali sono localizzate nei cinque comuni di Montegranaro, Monte Urano, Porto S. Elpidio, S. Elpidio a Mare e Civitanova Marche. Va comunque osservato che la produzione calzaturiera è ormai diffusa quasi nell intero territorio delle due province di Ascoli Piceno e Macerata, senza contare la presenza oramai significativa di calzaturifici nati nei territori limitrofi, specialmente nel Teramano. Specializzazione produttiva Il prodotto di specializzazione del distretto è la calzatura, per tutte le categorie di consumatori (donna, uomo, bambino). Le imprese distrettuali sono specializzate nella produzione di tutte le componenti della scarpa: oltre ai calzaturifici, infatti, vi si trova la maggiore concentrazione italiana di imprese che producono tacchi, e vi sono produttori specializzati nella realizzazione di suole, solette, forme, etichette ed elementi ornamentali (guarnizioni, decorazioni, ricami); sono presenti anche diverse imprese che commercializzano pellami. La produzione nella Provincia di Fermo è orientata per circa l 85% alla fascia medio-alta ed alta del mercato delle scarpe. Solo recentemente si sono iniziate produzioni di calzature in fibre sintetiche con tomaia in gomma. Per quanto riguarda i settori di supporto, sono presenti nel distretto aziende di piccole dimensioni dedite alla fabbricazione di macchine per l industria delle pelli, cuoio e calzature. Al riguardo, le Marche, assieme al Veneto e alla Lombardia, rappresentano una delle aree più importanti per il settore meccano-calzaturiero italiano, specie per il comparto delle scarpe in pelle. Vigevano è la principale area di localizzazione delle imprese meccano calzaturiere italiane, con il 70% del totale nazionale. Ambiti merceologici del Distretto delle calzature di Fermo Codici Ateco Preparazione e concia del cuoio Fabbricazione di calzature Fabbricazione di prodotti ausiliari per le industrie tessili e del cuoio Fabbricazione e installazione di macchine e apparecchi per l'industria delle pelli, del cuoio e delle calzature (compresi accessori, manutenzione e riparazione) Ente di riferimento Comitato di Indirizzo e Coordinamento (COICO) del Distretto calzaturiero fermanomaceratese C/o circondario di Fermo - V.le Trento, Fermo Riconoscimento regionale e Normativa di riferimento Con una serie di delibere successive (delibera del Consiglio Regionale n. 255 del 7 marzo 1995; Delibera Consiliare n. 219 del 30 luglio 1998; delibera del Consiglio Regionale n. 259 del

2 29 luglio 1999) la Regione Marche individua 7 aree a valenza distrettuale comprendente 53 comuni della Provincia di Ascoli Piceno e 3 aree a valenza distrettuale della Provincia di Macerata facenti parte del distretto calzaturiero fermano-maceratese. Con delibera di Giunta del 29/02/2000 n. 46 la Provincia di Ascoli Piceno, nell'ambito dei 53 comuni a valenza distrettuale, delimita, per quanto di propria competenza, il territorio distrettuale a 33 comuni. La Provincia di Macerata con delibera del 11/03/2000 n. 46 delimita, per quanto di propria competenza, il territorio distrettuale a 15 Comuni; in provincia di Ascoli Piceno: Altidona, Belmonte Piceno, Campofilone, Comunanza, Falerone, Fermo, Force, Francavilla d Ete, Grottazzolina, Lapedona, Magliano di Tenna, Massa Fermana, Monsampietro Morico, Montappone, Montefiore dell Aso, Monte Giberto, Montegiorgio, Montegranaro, Monte San Pietrangeli, Monte Urano, Monte Vidon Corrado, Montottone, Offida, Pedaso, Petritoli, Ponzano di Fermo, Porto San Giorgio, Porto Sant Elpidio, Rapagnano, Ripatransone, Servigliano, Sant Elpidio a Mare, Torre San Patrizio. In provincia di Macerata: Belforte del Chienti, Caldarola, Camporotondo di Fiastra, Cessapalombo, Serrapetrona, Tolentino, San Severino Marche, Civitanova Marche, Montecosaro, Potenza Picena, Monte San Giusto, Morrovalle, Corridonia, Mogliano, Petriolo (). Delibere della Giunta Regionale: Delibera Giunta Regionale del 20 dicembre del 1999, n.??? (Coico) Delibera Giunta Regionale del 29 febbraio 2000, n.46 Delibera Giunta Regionale del 12 novembre 2002, n.1933 VP/ARI Delibere del Consiglio Regionale: delibera del Consiglio Regionale n. 255 del 7 marzo 1995; Delibera Consiliare n. 219 del 30 luglio 1998; Delibera del Consiglio Regionale n. 259 del 29 luglio 1999 Il Distretto aderisce alla Federazione Distretti Italiani Dati quantitativi N. Imprese (2009) Var.% Imprese (2009/2007) +23,79 N. Imprese fino a 49 addetti (2008) (98,09%) Var.% Imprese fino a 49 addetti (2008/2007) -3,25 N. Addetti (2008) Var.% Addetti (2008/2007) -3,79 Export 2009 (Ml Euro) Var.% Export 2009/ ,78 Dati qualitativi Breve presentazione e descrizione del Distretto La nascita del distretto, che si è sviluppato pienamente a partire dal secondo dopoguerra, affonda le sue radici nella tradizione calzaturiera della zona, vecchia di alcuni secoli, grazie alla presenza di molti maestri calzolai: le prime attività riguardavano la produzione di pantofole e il commercio ambulante. Sul finire del XIX secolo alcune innovazioni tecnologiche, come l introduzione delle macchine a pedale per cucire le tomaie, favoriscono l utilizzo di manodopera femminile e l incremento della produzione calzaturiera. Lo sviluppo vero e proprio del distretto, però, avviene grazie alla crescita della domanda nazionale e internazionale di calzature che si registra a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, che permette alle botteghe artigiane di ampliare la loro attività, ricorrendo nel contempo ad un ampio bacino di

3 manodopera flessibile e a basso costo, rappresentata dalle famiglie mezzadrili. La capacità di offrire prodotti con contenuto qualitativo e stilistico apprezzabile, ma soprattutto a costi contenuti, permette il successo delle imprese marchigiane nel corso degli anni Settanta. La difficoltà a gestire produzioni complesse, caratterizzate da frammentarietà, eterogeneità e stagionalità a seguito dell incidenza del fattore moda, porta allo sviluppo di una miriade di piccole e medie imprese specializzate nelle diverse fasi del ciclo produttivo della scarpa. E in questa fase, infatti, che i calzaturifici esternalizzano un numero crescente di operazioni a terzisti e subfornitori di parti e componenti della scarpa altamente specializzati, e che nascono imprese fornitrici di componenti ed accessori. Nel corso degli anni Ottanta cambia il quadro del settore: costi crescenti, concorrenza dei paesi emergenti, discontinuità della domanda, con riduzione del mercato interno, spingono le imprese marchigiane, specie quelle che nel frattempo hanno raggiunto dimensioni maggiori, a ristrutturazioni organizzative che comprendono un maggior presidio dei mercati di sbocco e investimenti in tecnologie produttive per il controllo del ciclo produttivo e della qualità dei prodotti; contemporaneamente emerge la tendenza a internalizzare fasi produttive precedentemente esternalizzate. Inoltre il problema delle piccole dimensioni aziendali viene affrontato con la costituzione di gruppi di imprese, orientati alla commercializzazione e al marketing, con una maggiore capacità finanziaria che permette l ingresso in nuovi mercati. Il trend continua nel corso degli anni Novanta su due versanti: da una parte con l intensificazione della concorrenza internazionale, che ha messo in difficoltà soprattutto calzaturifici e subfornitori di piccole dimensioni e imprese orientate alla fascia bassa di mercato; dall altra con l emergere di imprese leader in grado di governare reti produttive extra-distrettuali, con crescenti processi di delocalizzazione nell Est Europa, brand riconosciuti e maggiore presidio dei mercati di sbocco. Forti del bagaglio di conoscenze accumulato, alcune imprese, oltre alle strategie di differenziazione, hanno intrapreso anche la strada della diversificazione produttiva, inserendosi nei settori dell abbigliamento e degli accessori moda (si vede per esempio il caso Tod s ed altri). Un certo numero di imprese ha effettuato innovazioni di processo attraverso investimenti in macchinari innovativi al fine di aumentare i volumi produttivi ed innalzare la qualità delle produzioni. Si sono susseguite significative innovazioni di prodotto, spesso di tipo incrementale, realizzate da imprese che svolgono attività di ricerca (anche se molte volte non formalizzata) e investono nella progettazione, attente alle esigenze dei propri clienti e agli sviluppi della tecnologia nel settore. Patto per lo sviluppo del Distretto: Piano di sviluppo per il distretto Strategie di Sviluppo del Distretto Il modello di sviluppo del distretto si è caratterizzato negli anni per un imprenditorialità creativa e dinamica, ma spesso improvvisata, brillante nel cogliere le opportunità prima e meglio degli altri, ma debole nel riuscire a capitalizzarle. Nel distretto vi sono poche imprese innovative e forti sui mercati di sbocco, specialmente esteri. Questi punti critici del distretto, dovuti anche a problemi di scala delle imprese e di coordinamento distrettuale, si traducono nelle sfide da affrontare. Innanzitutto, diventa strategica l adozione di un atteggiamento proattivo verso l innovazione: ricerca per accrescere i contenuti scientifici e tecnologici nella produzione, ricerca di nuovi materiali, implementazione di sistemi di automazione e utilizzo delle tecnologie di rete per virtualizzare i contesti di relazione business to business e raggiungere direttamente il consumatore finale, ma anche miglioramento del rapporto con il mercato attraverso adeguate politiche di marchio e distributive.

4 Questo quadro dovrà anche essere preso in considerazione dalle istituzioni, per superare lo spontaneismo e attribuire maggiore sistematicità all azione sia individuale che di gruppo. Le prime risposte sono venute dalla SCAM e dal Consorzio di Industrializzazione del Fermano, ma il distretto necessita di indirizzo, guida, governo efficace, proprio perché si caratterizza dalla presenza di una imprenditorialità che rimane caratterizzato principalmente da ditte di dimensioni ridotte. I servizi tecnologici molto spesso sono già presenti nel mercato; compito delle istituzioni può quindi essere quello di mettere in contatto gli operatori meno dinamici del distretto con i fornitori di tecnologie, qualificarli e stimolarli nell implementazione di tali innovazioni. Il Programma di Sviluppo del Co.I.Co. ha individuato nei Centri di Servizio l istituzione preposta al trasferimento tecnologico, con in particolare il compito di capire i meccanismi operativi del tessuto produttivo locale, favorire il confronto e lo scambio con le conoscenze di altri settori e sistemi d impresa, sensibilizzare alle dinamiche evolutive dell ambiente esterno e promuovere un avvicinamento tra impresa e Università e centri di ricerca. Oltre all innovazione e al trasferimento tecnologico, anche l internazionalizzazione del distretto sembra essere indispensabile alla sopravvivenza e alla crescita delle imprese distrettuali. Questa potrebbe comportare una riconfigurazione della catena del valore distrettuale, con il mantenimento all interno del distretto delle fasi a maggior valore aggiunto, ovvero delle funzioni a monte e a valle del ciclo (progettazione, design, ricerca sui materiali e sviluppo dei prodotti, logistica, controllo qualità, marketing, distribuzione) e la progressiva riduzione delle operazioni più direttamente manifatturiere. Organismi di rappresentanza e di governance distrettuale Nel distretto dal 2001 si è insediato il Comitato di indirizzo e di coordinamento (Coico, previsto dalla delibera della Giunta Regionale del 20 dicembre del 1999) che riunisce 30 rappresentati di soggetti istituzionali e privati e che ha redatto un piano di sviluppo per il distretto. Il Comitato di Distretto svolge funzioni di programmazione, indirizzo e controllo delle politiche distrettuali. Secondo le normative della Regione, possono essere finanziati attività di servizi per le imprese; promozione commerciale; consorzi per la R&S ed il trasferimento di tecnologie; risanamento di siti industriali; formazione professionale; tutela ambientale. Tra i progetti avviati si segnalano quelli riguardanti l integrazione della manodopera extracomunitaria nel territorio, gli aspetti ambientali relativi agli insediamenti produttivi distrettuali, il rafforzamento dei marchi e, recentemente, quello della "Identità card", una tessera elettronica per salvaguardare i produttori marchigiani e i loro clienti dalle contraffazioni e dalle frodi. Ad ogni modo, a detta di alcuni esperti, l attività del comitato sembra non incidere ancora a sufficienza sulle sorti del distretto. Presenza di centri servizio a supporto delle attività e delle strategie distrettuali Istituzioni Sono presenti nel territorio distrettuale i principali organismi di rappresentanza del tessuto produttivo, dalle associazioni industriali (Confindustria Fermo e Confindustria Macerata) alle Camere di Commercio di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, fino all associazione provinciale di Ascoli Piceno e di Macerata della CNA (Confederazione Nazionale dell Artigianato e della Piccola e Media Impresa) e della CGIA (Associazione Artigiani e Piccole Imprese).

5 Le associazioni sono particolarmente attente al supporto all internazionalizzazione delle imprese distrettuali, oltre che con servizi di segnalazione, rappresentanza, attività informative su fiere e mostre all estero, mediante la promozione di consorzi. Dal punto di vista formativo, si segnala l Istituto Professionale di Stato per l Industria e l Artigianato (IPSIA) Ricci di Fermo, sede distaccata di Montegranaro e l IPSIA Corridoni di Civitanova, che prevedono un indirizzo per tecnici di innovazione di processo e di prodotto nel settore calzaturiero, e l IPSIA Rosa di Tolentino, con un indirizzo in Pelletteria e Moda; a livello universitario, nell ambito del corso di Laurea di Ingegneria Logistica e della Produzione dell Università Politecnica delle Marche, con sede a Fermo, vi è un indirizzo per ingegneri del calzaturiero, con particolare attenzione allo studio dell automazione nei processi produttivi calzaturieri. Nell ambito dei Centri servizio sono attive diverse strutture. La SCAM Srl (Società per la calzatura marchigiana) è un consorzio, formato dalle principali associazioni di categoria marchigiane e dalla Finanziaria Regionale Marche, che offre servizi al settore calzaturiero. Esso opera nel settore della formazione e, grazie al Laboratorio di Prove, svolge ricerca applicata. Attualmente il laboratorio effettua analisi chimiche e meccaniche, gestendo il trattamento dei dati e la loro trasmissione (attraverso Internet le imprese possono ordinare ogni tipo di prova e accedere ai loro risultati in qualsiasi momento); rilascia inoltre numerose certificazioni di prodotto inerenti al settore della calzatura e fornisce consulenze sulle normative di riferimento per la calzatura nei diversi paesi esteri. Il consorzio partecipa, assieme a 125 aziende del distretto e ad IBM, ad un progetto finanziato dalla Legge 388/00 sul quick response, con l obiettivo principale di realizzare uno strumento operativo per l attività delle aziende del settore calzaturiero che permetta di aumentare i flussi informativi e di ridurre i costi di struttura all interno della filiera. La SCAM progetta e realizza attività formative in ambito calzaturiero a tutti i livelli. L ISELQUI (Istituto Elettronico per la Qualità Industriale) di Ancona nasce come consorzio (fondato dalla Finanziaria Regionale Marche e da alcune delle maggiori imprese marchigiane). Esso svolge attività di ricerca applicata e di trasferimento di nuove tecnologie elettroniche per i processi produttivi dei sistemi di piccola impresa. Nel passato ha realizzato, in collaborazione con l ANCI (Associazione Nazionale Calzaturieri Italiani), un pacchetto CAD-CAM per la progettazione delle scarpe. Oggi è una Spa, ISELQUI Technology, che si propone ad un mercato più ampio, offrendo un ampio spettro di competenze che vanno dalla progettazione di hardware allo sviluppo di firmware e software in ambienti eterogenei, dal supporto alle imprese nelle loro applicazioni tecnologiche fino alla produzione di apparati elettronici specifici per ciascun cliente. La Piceno Promozione, azienda speciale della Camera di Commercio di Ascoli Piceno, supporta la competitività del sistema economico imprenditoriale della provincia di Ascoli Piceno sul mercato globale. In particolare si occupa di: promuovere le produzioni locali mediante l'organizzazione in Italia e all'estero di esposizioni, fiere, missioni commerciali e manifestazioni volte a: favorire lo sviluppo delle relazioni d'affari e degli scambi; fornire servizi reali alle piccole e medie imprese in materia di internazionalizzazione, innovazione tecnologica e marketing; promuovere studi, pubblicazioni, corsi, seminari, congressi e incontri per diffondere la cultura d'impresa e la conoscenza del territorio. Il parco scientifico e tecnologico Tecnomarche di Ascoli Piceno offre servizi ai principali settori industriali dell'economia regionale (filiera agroalimentare, del mobile, della calzatura, del tessile-abbigliamento, della meccanica) nell area dell'information & Communication Technology, dell innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico, del marketing territoriale, al fine di attrarre nuovi investimenti dall'esterno. I servizi resi alle imprese sono: attività formativa e

6 informativa; assistenza per l'accesso ai finanziamenti alla ricerca; assistenza nella preparazione dei progetti; gestione delle iniziative mediante funzione di coordinamento; gestione delle interfacce con le istituzioni pubbliche. Nell ambito dei Consorzi, si segnalano: - il consorzio EXPOOL di Fermo, costituito nel 1976 dalla Camera di Commercio di Ascoli Piceno e dall'associazione degli Industriali di Ascoli Piceno, oggi supportato anche dall'attività di Confindustria Fermo che svolge attività di promozione delle esportazioni di calzature da uomo, donna e bambino, prodotte dalle sue aziende associate (principalmente di carattere artigianale). Recentemente il consorzio ha aperto due showroom ed una boutique in Cina; - il consorzio Poliexport, nato nel 1978 come emanazione della Confindustria di Macerata con il fine di supportare le Pmi consorziate in tutte le attività relative all ingresso nei mercati esteri, assiste le singole imprese dalla ricerca di mercato, alla consulenza nei processi di riorganizzazione internazionale, ai finanziamenti, fino alla costituzione di società miste all estero. Attualmente il Consorzio raccoglie 51 Aziende appartenenti a settori diversi: calzature, accessori e componenti della calzatura, agroalimentare, mobili e componenti, edilizia, idrosanitario; - il Consorzio di Industrializzazione del Fermano e del Piceno ha lo scopo di promuovere lo sviluppo delle iniziative produttive industriali, artigianali, commerciali, nonché dei servizi terziari avanzati, nei Comuni consorziati. Progetti: eseguiti - in fase di realizzazione - proposti Progetti Eseguiti Attività incentrata sulle Banche che dovrebbero supportare il piano di sviluppo futuro delle aziende, diventando sempre più partner e cercando di essere le prime a credere alla ripresa delle aziende La considerazione di partenza è che le imprese vanno sostenute oggi per poter affrontare le problematiche conseguenti l allargamento della forbice tra pagamenti e riscossioni che sono rese complicate anche dal nostro sistema giuridico. Convegno su genesi, presente e futuro dei distretti industriali italiani, con notevole partecipazione di qualificati relatori, e presenza numerosa di autorità istituzionali, bancarie e del mondo imprenditoriale,organizzato da Confindustria Fermo e svoltosi a Montegiorgio il Attività intense per favorire l'aggregazione delle piccole imprese per meglio fronteggiare le complesse sfide del futuro. Attività promozionali e Attività pubbliche del Distretto Numerose e diverse attività vengono realizzate da parte dei diversi attori del Distretto, ai quali occorre riferirsi per l'elenco completo

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