RASSEGNA STAMPA Calzature di San Mauro: un eccellenza a rischio?
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- Rita Riccardi
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1 RASSEGNA STAMPA Calzature di San Mauro: un eccellenza a rischio? Un indagine CNA fotografa un distretto simbolo del nostro territorio. 1 luglio 2014 A cura dell Ufficio Comunicazione di CNA Forlì-Cesena
2 COMUNICATO STAMPA Calzature di San Mauro: un eccellenza a rischio? Un indagine CNA fotografa un distretto simbolo del nostro territorio. Tra export, investimenti, prezzi bloccati e concorrenza sleale. Savignano sul Rubicone, 24 giugno 2014 Il settore calzaturiero italiano è uno dei più rappresentativi del Made in Italy, è infatti il secondo al mondo per esportazioni, perché nella crisi mondiale di questi anni solo i prodotti di alta e altissima gamma hanno tenuto le posizioni di mercato. Dopo aver attraversato una profonda crisi nel 2009/2010, i produttori italiani sono stati progressivamente in grado di reagire ed il 2013 si è chiuso con piccoli segnali di ripresa. I distretti sono la dimensione tipica di questo settore: in 17 province italiane sono concentrati l 80% delle aziende, una dimensione che garantisce flessibilità produttiva, efficienza, innovazione di prodotto. Per analizzare la realtà del distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli, l Ufficio studi di CNA Forlì-Cesena ha realizzato un indagine, che è stata presentata martedì 24 giugno a Savignano sul Rubicone, in una conferenza stampa a cui hanno partecipato Franco Napolitano, direttore generale di CNA Forlì-Cesena; Roberta Alessandri e Danila Padovani, rispettivamente presidente e responsabile di CNA Federmoda Forlì-Cesena. L indagine ha coinvolto un campione significativo di aziende (30 interviste), pari al 42% del totale di quelle aderenti all Associazione. Le imprese intervistate rappresentano l azienda tipo del distretto sanmaurese. In totale le aziende del distretto sono 170 con un numero di addetti pari a unità (dati registro Imprese CCIAA). La media di addetti per azienda è 16,4%, si tratta perciò di aziende artigiane e pmi. I fatturati si attestano tra i e il milione di euro, e si tratta di imprese che operano, in maggioranza, come subfornitori di primo o secondo livello. La crisi ha evidenziato la fragilità delle aziende più piccole, la maggioranza di quelle che realizzano prodotto finito e la quasi totalità di quelle che producono componenti, anelli deboli della filiera ma allo stesso tempo detentori di competenze artigianali fondamentali al mantenimento della qualità che connota le produzioni italiane. Ne esce un quadro che, pur con diverse aree di criticità, evidenzia anche elementi rivelatori di processi che vanno verso il consolidamento della struttura distrettuale. Servono, però, politiche che incentivino la crescita dimensionale, forme di collaborazione tra le aziende attraverso accordi di filiera e contratti di rete. Sebbene siano fondamentali per realizzare un prodotto che viene venduto in prevalenza all estero, quale la calzatura da donna di altissima gamma, queste imprese esportano direttamente solo nell 11% dei casi. Il 61%, infatti, produce prevalentemente per i grandi marchi del distretto. Inoltre, circa il 39% delle imprese vende tra il 31 ed il 100% della propria produzione sul mercato nazionale, indirizzandosi in particolar modo nelle regioni Marche, Veneto e Toscana, ossia dove sono presenti gli altri principali distretti pellettieri italiani. Tutti elementi che dimostrano l alta specializzazione delle lavorazioni e il contenuto tecnologico all avanguardia che le nostre imprese sono in grado di esprimere. Quali sono, nel 2014, le prospettive per il distretto? Il dato che emerge evidenzia una stagnazione della produzione: quasi il 40% delle imprese prevede per l anno in corso un andamento stazionario, rispetto a un 2013 che non ha certamente brillato in termini di crescita. La maggior parte delle ditte riesce, comunque, a mantenere il proprio mercato e si trova in una situazione conservativa dell esistente. CNA Associazione Provinciale di Forlì-Cesena Direzione Via Pelacano 29, Forlì T F cna@cnafc.it C.F
3 Dalle interviste qualitative svolte presso la sede aziendale, emerge la crescente difficoltà nel fare programmi di medio periodo, le commesse hanno durata sempre più breve, a volte perfino giornaliera. Nella maggior parte dei casi non esistono contratti di fornitura che garantiscano importi e quantità minime: è molto difficile fare previsioni sul 2014: il lavoro è stagionale, e c è sempre meno programmazione e poi: non si riescono a fare previsioni precise né sul fatturato né sull utilizzo degli ammortizzatori sociali. So qual è la mia prospettiva fino a settembre, poi non le so dire cosa sarà di noi. A queste condizioni, diventa impossibile determinare il portafoglio ordini. E tanto meno programmare degli investimenti. Ben il 78% delle imprese intervistate, infatti, dichiara di non aver effettuato nessun tipo di investimento nel 2013 per incertezza rispetto alle condizioni di mercato, e solo 1 impresa su 5 ha sostenuto piccoli investimenti in impianti e macchinari: si fanno pochi investimenti perché c è poca disponibilità delle banche in questo momento dobbiamo lottare per mantenere l esistente. Dati molto significativi emergono anche sulla politica dei prezzi: il 50% degli imprenditori ha mantenuto negli ultimi anni prezzi stazionari, e il 17% li ha addirittura diminuiti fino ad un - 5%. Prezzi bloccati o in calo e produzione stazionaria: una situazione che determina perdita di redditività per le aziende. Col costo del lavoro e i costi generali in costante crescita, la diminuzione del prezzo delle lavorazioni, imposta da una concorrenza schiacciante, deprime forzatamente i bilanci aziendali: non riusciamo più a fare politiche di prezzo perché le tariffe ci vengono imposte dai nostri committenti, così come i tempi di produzione. Impressionante il confronto con gli ultimi anni: i ricavi sono sempre meno, anche perché i prezzi sono invariati da 3-4 anni. Pur di mantenere i propri committenti, le imprese sono disposte ad applicare prezzi fuori mercato. Ma non è finita qui. Il 56% degli imprenditori denuncia fenomeni di concorrenza sleale: imprese a titolarità straniera, che non rispettano le regole, in particolare per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro: molto lavoro viene realizzato all estero (per esempio in Romania). Alle aziende locali rimangono i modelli, per i quali vengono richieste solo poche paia di scarpe e spesso devono rifare ciò che torna sbagliato dall estero. La concorrenza non viene fatta solo dalle aziende cinesi, ma anche da aziende di altre zone. Una piaga che riguarda le lavorazioni a elevato utilizzo di manodopera e basso impiego di macchinari, quali orlatura, sformatura, coloratura e fasciatura tacchi. Alle imprese storicamente insediate nel distretto vengono demandate le lavorazioni più complesse, oltre a quelle che necessitano di macchinari tecnologicamente avanzati. Come si è già visto in altri contesti: alle aziende italiane rimane la fascia di lavoro più complicata ed elaborata, il resto viene dato ai cinesi. Ma, così facendo, si rischia di perdere quello che è il valore complessivo del distretto, che unisce e mette in rete saperi artigiani e innovazione, in un mix del tutto unico e irripetibile. Che dà vita a creazioni possibili solo qui: la nostra forza è la grande qualità, associata alla possibilità di eseguire le lavorazioni più difficili, anche per piccole quantità. È fondamentale mantenere un habitat così creativo e prezioso. Per farlo è necessario affermare il valore della legalità e di una competizione sana e leale tra imprese. Solo così si potrà promuovere un armonico sviluppo economico e sociale, migliorando le condizioni di vita dei cittadini. Proprio in questa direzione il Comune di Savignano, su sollecitazione di CNA, ha sottoscritto un accordo con l Agenzia regionale delle Entrate per raccogliere segnalazioni di attività economiche illegali, e utilizzare le somme recuperate a favore delle imprese locali che operano nella legalità. Ora CNA si fa promotrice affinché tale protocollo sia recepito anche dalla nuova Amministrazione comunale di San Mauro Pascoli, a cui CNA chiederà un incontro per ribadire le proprie proposte ed esortarla a svolgere un ruolo proattivo per preservare, sostenere e sviluppare il distretto calzaturiero del Rubicone.
4 Del Comune SAVIGNANO SUL RUBICONE Calzature di San Mauro, indagine di CNA: si rischia la stagnazione della prod... Pagina 1
5 Del Comune SAVIGNANO SUL RUBICONE Calzature di San Mauro, indagine di CNA: si rischia la stagnazione della prod... Pagina 2
6 Del Comune SAVIGNANO SUL RUBICONE Calzature di San Mauro, indagine di CNA: si rischia la stagnazione della prod... Pagina 3
7 Del Comune SAN MAURO PASCOLI Distretto calzaturiero di San Mauro. Un'eccellenza a rischio? Pagina 1
8 Del Comune SAN MAURO PASCOLI Distretto calzaturiero di San Mauro. Un'eccellenza a rischio? Pagina 2
9 Del Comune SAN MAURO PASCOLI Distretto calzaturiero di San Mauro. Un'eccellenza a rischio? Pagina 3
10 Del Comune SAVIGNANO SUL RUBICONE Il calzaturiero. "Comparto a rischio sopravvivenza" Pagina 1
11 Del FEDERMODA Comune SAVIGNANO SUL RUBICONE "La concorrenza sleale ci affossa". L'ombra della crisi sul distretto calzatu... Pagina 1
12 Del FEDERMODA Comune SAVIGNANO SUL RUBICONE "La concorrenza sleale ci affossa". L'ombra della crisi sul distretto calzatu... Pagina 2
13 Del FEDERMODA Comune CESENA Il distretto calzaturiero di Romagna si ribella ai cinesi Pagina 1
14 Del Comune SAVIGNANO SUL RUBICONE Allarme calzaturiero, il settore è bloccato Pagina 1
15 Del Comune CESENA Impresa e territorio. Calzature di San Mauro, eccellenza a rischio? Pagina 1
16 Del Comune SAN MAURO PASCOLI Distretto calzaturiero. Incognite russe e vento di cassa integrazione Pagina 1
17 calzatura 20-21_Layout 1 26/06/14 17:01 Pagina 1 20 CALZATURA EMERGENZA TERZISTI A San Mauro Pascoli campanello d allarme: prezzi in discesa e concorrenza sleale mettono a rischio il futuro della subfornitura. Accordo con l Agenzia delle Entrate per la segnalazione di attività illegali Filippo Fabbri SAN MAURO PASCOLI (FC) - Il distretto della scarpa di San Mauro Pascoli viaggia a due velocità. I cinque grandi player (Vicini, Pollini, Baldinini, Casadei e Sergio Rossi) crescono a doppia cifra, anche se la crisi russa inizia a pesare; il mondo della subfornitura invece, composto da aziende di piccole e medie QUATTRO AZIENDE SU CINQUE HANNO SMESSO DI INVESTIRE dimensioni (in media 16 dipendenti) e legato al calzaturiero nazionale, ha il fiato corto. Lunga è la lista delle sofferenze in atto, messa nero su bianco da una recente indagine Cna Federmoda di Forlì-Cesena: mancanza di contratti di subfornitura e quindi contrattazione giornaliera, prezzi stazionari, concorrenza sleale da parte di aziende straniere presenti nel territorio. «Il risultato è sotto gli occhi di tutti: impossibilità di fare investimenti, che si traduce in un sostanziale vivere alla giornata», riassume Roberta Alessandri, presidente dell associazione e titolare del marchio Smart Lavorazione tacchi in un azienda artigiana del distretto del Rubicone 24/2014
18 calzatura 20-21_Layout 1 26/06/14 17:01 Pagina 2 21 Leather, una trentina di dipendenti, lavorazione di semilavorati per contoterzisti ma anche produzione di pelletteria con marchio proprio. «Da tempo denunciamo questo stato di cose. Oggi però la situazione è ai livelli di guardia anche a causa della crisi di alcuni mercati, Russia in primis». È scattato il campanello d allarme per una committenza specializzata e fatta di alta manualità. Queste aziende, nel distretto di San Mauro, esportano solo nell 11% dei casi, producendo soprattutto per i cinque big locali (61%). Quasi una ditta su due vende tra il 31 ed il 100% della propria produzione sul mercato nazionale, destinata in particolar modo ai calzaturifici di Marche, Veneto e Toscana. «L indagine evidenzia una sostanziale stagnazione della produzione: quasi il 40% delle imprese ha dichiarato di prevedere per l anno in corso un andamento stazionario rispetto a un 2013 che non ha certamente brillato in termini di crescita. La maggior parte delle ditte riesce comunque a mantenere il proprio mercato e si trova in una situazione conservativa dell esistente», prosegue Alessandri. Il nodo riguarda la politica dei prezzi: il 50% degli artigiani negli ultimi anni li ha mantenuti stazionari, il 17% li ha addirittura diminuiti fino al 5%. «Listini bloccati o in calo e produzione invariata costituiscono un mix che determina perdita di redditività per le aziende. Se a questo aggiungiamo il costo del lavoro e quelli generali in costante crescita, oltre alla diminuzione del prezzo delle lavorazioni imposta da una concorrenza schiacciante, il risultato non può che essere deprimente per i bilanci aziendali». C è un altro aspetto evidenziato da Roberta Alessandri: «Pur di mantenere i propri committenti, le imprese di subfornitura sono disposte ad applicare prezzi fuori mercato. Il 56% degli imprenditori denuncia fenomeni di concorrenza sleale: imprese a titolarità straniera, che non rispettano le regole, in particolare per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. Molto viene ormai realizzato all estero, per esempio in Romania, e alle aziende locali non rimangono che i modelli. Vengono richieste poche paia di scarpe, che spesso devono rifare di ritorno dall estero, in quanto difettate. La concorrenza non viene fatta solo dai cinesi, ma anche da aziende di altre zone». Le lavorazioni interessate a questo fenomeno sono quelle a maggior utilizzo di manodopera e basso impiego di macchinari: orlatura, sformatura, coloratura e fasciatura tacchi. In questo contesto, per i contoterzisti è difficile programmare il futuro. Il 78% dichiara di non aver effettuato nessun tipo di investimento nel 2013 per l incertezza rispetto alle condizioni di mercato; solo un impresa su cinque ha sostenuto piccoli investimenti in impianti e macchinari. Va meglio per quanto riguarda la solvibilità del cliente: i tempi biblici della pubblica amministrazione e i rischi legati all incertezza degli incassi al retail non riguardano la subfornitura romagnola. Ciononostante, la crisi della subfornitura non può essere sottovalutata. «Di questo passo, perderemo il valore complessivo del distretto, che mette in rete saperi artigiani e innovazione, in una Roberta Alessandri (Smart Leather) mescolanza unica e irripetibile, e che dà vita a creazioni possibili solo in questo territorio: la nostra forza è la qualità, associata alla possibilità di eseguire lavorazioni più difficili anche per piccole quantità. È fondamentale mantenere un habitat così creativo e prezioso. Per farlo è necessario affermare il valore della legalità e di una competizione sana e leale tra imprese» afferma l imprenditrice. In questa direzione va un recente accordo sottoscritto dal Comune di Savignano con l Agenzia regionale delle Entrate per raccogliere segnalazioni di attività economiche illegali e utilizzare le somme recuperate a favore delle imprese locali che operano nella legalità. «Lo estenderemo anche a San Mauro Pascoli, in modo così da coinvolgere l intero distretto». EMERGENCY SUBCONTRACTORS The shoe district of San Mauro Pascoli traveling at two speeds. Double-digit growth for the five major players (Vicini, Pollini, Baldinini, Sergio Rossi and Casadei), although the Russian crisis starts to worry. Instead, the world of subcontracting has big problems. Long is the list of sufferings in place: lack of subcontracts, prices stationary, unfair competition by foreign companies in the area. Agreement with the Internal Revenue Service for the reporting of illegal activities. 24/2014
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