Piaget. Università degli studi Roma Foro Italico Anno Accademico 2011/12. Psicologia dello sviluppo e dell educazione
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- Nicoletta Romina Messina
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1 Università degli studi Roma Foro Italico Anno Accademico 2011/12 Psicologia dello sviluppo e dell educazione Docente : S. De Stasio simona.destasio@uniroma4.it Piaget Cenni biografici Jean Piaget era il figlio maggiore di Arthur Piaget, docente universitario e di Rebecca Jackson. All'età di 11 anni, mentre frequentava la scuola Latina, scrisse un breve trattato su un passero albino: questo scritto è considerato l'inizio di una brillante carriera scientifica che lo portò a pubblicare oltre sessanta libri e diverse centinaia di articoli. Nella tarda adolescenza sviluppò un forte interesse per i molluschi, tanto da collaborare part-time con il direttore del Museo di Scienze naturali di Neuchâtel. Ancora prima del termine degli studi i suoi scritti divennero molto noti nell'ambiente dei malacologi tanto che gli venne offerta la cura della sezione molluschi del museo di storia naturale di Ginevra. Dovette declinare l'invito in quanto ancora studente di scuola secondaria.dopo la scuola superiore studiò scienze naturali presso l'università di Neuchâtel dove ottenne anche il Dottorato. Durante questo periodo pubblicò due scritti filosofici, che lui stesso considerava "scritti giovanili" ma che furono importanti nell'orientamento della sua futura attività.
2 Dopo un semestre presso l'università di Zurigo, nel corso del quale sviluppò un forte interesse per la psicoanalisi, lasciò la Svizzera e si trasferì in Francia. Trascorse un anno lavorando presso l'école de la Rue de la Grangeaux-Belles un istituto per ragazzi creato da Binet. Qui Piaget, dopo un inizio non entusiastico, effettuò una serie di interviste finalizzate alla standardizzazione dei test di Binet, e rimase progressivamente affascinato dai processi di pensiero che parevano guidare le risposte; decise di rimanere, e nei due anni successivi compì i suoi primi studi sperimentali sull'età evolutiva. Nel 1921 divenne direttore dell'institut J. J. Rousseau di Ginevra, presso il quale iniziò le sue ricerche sugli schemi mentali dei bambini in età scolare. Nel 1923 sposò Valentine Châtenay; la coppia ebbe tre figli, Jacqueline, Lucienne e Laurent il cui sviluppo intellettuale e linguistico furono oggetto di studio da parte di Piaget. Successivamente e spesso contemporaneamente fu titolare di diverse cattedre: psicologia, sociologia e storia delle scienze a Neuchâtel dal 1925 al 1929; storia del pensiero scientifico a Ginevra dal 1929 al 1939; psicologia e sociologia a Losanna dal Dopo la seconda guerra mondiale divenne presidente della Commissione Svizzera dell'unesco. Diresse il Bureau International d'education (Ufficio Internazionale dell'educazione) dal 1929 al 1967, nel 1955 fondò e diresse fino alla sua morte il Centre International d'epistémologie Génétique (Centro internazionale di epistemologia genetica). Fondò la school of sciences presso l'università di Ginevra. Tra le sue numerose opere sono degne di nota cinque libri: Il linguaggio e il pensiero del fanciullo (1923), Giudizio e ragionamento nel bambino (1924), La rappresentazione del mondo nel fanciullo (1926), La causalità fisica nel bambino (1927), Il giudizio morale nel fanciullo (1932).
3 La teoria di Piaget Ipotesi innatista Le strutture cognitive hanno un origine esclusivamente interna Piaget respinge Piaget propone Ipotesi ambientalista Le strutture cognitive hanno un origine esclusivamente ambientale Teoria organismica L individuo non è un passivo recettore di influenze ambientali, né un veicolo di idee innate, ma un attivo costruttore delle proprie conoscenze 7 Jean Piaget La conoscenza, secondo Piaget: Non è preformata nel soggetto (innatismo) Non è fissata nel reale da cui ricavarla (empirismo) 8 AVVISO IMPORTANTE IL GIORNO 15 MARZO NON CI SARA LEZIONE DI PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO
4 Jean Piaget Intende costruire una teoria generale della conoscenza, intesa come teoria dell adattamento del pensiero alla realtà Intende analizzare come la nozione si forma nel soggetto 10 Jean Piaget ( ) Piaget dedica la sua attenzione allo sviluppo del bambino epistemico e logico Cioè Alla psicogenesi delle forme proprie della conoscenza umana; forme che definisce in termini di strutture logico-matematiche 11 Jean Piaget Piaget dedica la sua attenzione allo sviluppo del bambino epistemico e logico E quindi Alla psicogenesi delle forme proprie della conoscenza umana; forme che definisce in termini di strutture logico-matematiche 12
5 Jean Piaget La conoscenza, secondo Piaget: E una costruzione dovuta ai processi di astrazione che il soggetto compie sugli oggetti e sulle azioni Raggiunge il suo apice con l assunzione della stessa attività cognitiva ad oggetto di riflessione (astrazione riflettente) 13 Jean Piaget Approccio teorico di Piaget Interazionista Strutturalista Costruttivista Approccio metodologico di Piaget Metodo clinico Metodo critico Osservazione 14 Sviluppo cognitivo: graduale costruzione dell intelligenza dell individuo attraverso l interazione con l ambiente e il raggiungimento di fasi di equilibrio 15
6 Sviluppo cognitivo: E descritto da Piaget come: successione invariante di strutture di conoscenza ciascuna caratterizzata da un equilibrio interno e nel rapporto con l ambiente migliore rispetto a quello della struttura antecedente 16 Gli assunti base della teoria di Piaget Lo sviluppo è comprensibile all interno della storia evolutiva delle specie, di cui l organizzazione biologica e psicologica dell uomo costituisce l apice L organismo è attivo e si modifica attraverso gli scambi con l ambiente Lo sviluppo consiste nella trasformazione di strutture che non sono innate, ma si costruiscono grazie all attività dell individuo 17 L intelligenza secondo Piaget ASSIMILAZIONE Incorpora nei propri schemi i dati dell esperienza Conservazione ACCOMODAMENTO Modifica i propri schemi per adattarli ai nuovi dati Novità ADATTAMENTO DELL ORGANISMO ALL AMBIENTE AMBIENTE EQUILIBRIO 18
7 Sviluppo cognitivo: Avviene, secondo Piaget, attraverso: Costruzioni del soggetto nel corso della sua interazione con la realtà Nell interazione con l ambiente due sono le funzioni costanti invarianti (cioè proprie di ogni organismo vivente) che intervengono: Organizzazione (costruzione di strutture) Adattamento (assimilazione e accomodamento) 19 Sviluppo cognitivo: Organizzazione ed Adattamento sono funzioni indissociabili poiché, come scrive Piaget (1936): soltanto adattandosi alle cose il pensiero organizza se stesso e soltanto organizzando se stesso il pensiero struttura le cose 20 Sviluppo cognitivo: Il passaggio da una struttura cognitiva alla successiva è assicurato soprattutto dal processo di equilibrazione Cioè Dalla tendenza del soggetto a evitare l incoerenza e a stabilire forme di equilibrio nel rapporto con gli oggetti 21
8 Fasi, stadi o periodi di sviluppo: lo sviluppo si realizza attraverso stadi attraverso cui il soggetto si avvicina gradualmente ad un pensiero logico Gli stadi si presentano con le seguenti caratteristiche: 1. Strutture di insieme (riflessi schemi comportamentali schemi simbolici -schemi operazionali) 2. Universalità 3. Sequenzialità invariante 4. Integrazione gerarchica 5. Invarianti funzionali 22 Equilibrazione: Il fattore di equilibrazione è responsabile dello sviluppo del pensiero logico. E un fattore autonomo che agisce universalmente provocando un organizzazione intrinseca all individuo. Detta i principi organizzativi procurando al soggetto un adattamento all ambiente non riconducibile all influenza ambientale o innata. 23 Adattamento: E il risultato dell equilibrazione tra le funzioni di assimilazione e di accomodamento Assimilazione: è il processo che permette l acquisizione di nuovi dati di esperienza utilizzando schemi o strutture mentali già possedute Accomodamento: è il processo che permette l acquisizione di nuovi dati di esperienza attraverso la modificazione degli schemi mentali 24
9 Il processo di sviluppo secondo Piaget Continuità Funzioni invarianti: Adattamento Equilibrio PROCESSO DI SVILUPPO Discontinuità Stadi di sviluppo 25 Gli stadi di sviluppo secondo Piaget Ciascuno stadio prevede una particolare forma di organizzazione psicologica Il passaggio da uno stadio al successivo può essere graduale e l età può variare da un bambino all altro Ogni stadio è qualitativamente diverso dal precedente, presenta forma e regole proprie Le acquisizioni di uno stadio non si perdono con il passaggio allo stadio successivo, ma vengono integrate in strutture più evolute (integrazione gerarchica tra stadi) 26 Caratteristiche degli stadi Stadi di sviluppo Sono il risultato dei processi di organizzazione, adattamento ed equilibrazione. Gli individui percorrono 4 stadi di sviluppo, ciascuno dei quali è legato all età e consiste in modi diversi di pensare. Il concetto di stadio è definito da alcuni criteri: lo stadio individua cambiamenti qualitativi, ad ogni stadio gli schemi si trasformano, gli stadi si integrano gerarchicamente, nel disporsi in sequenza, gli stadi rispettano un ordine logico invariante, il passaggio da uno stadio all altro non è subitaneo, ma graduale. Inoltre, secondo Piaget, gli stadi sono universali.
10 Stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget Stadio Sensomotorio Preoperatorio Operatorio concreto Operatorio formale Età 0-2 anni 2-6 anni 6-11 anni Dagli 11 anni Descrizione A 2 anni comprende il mondo in base a ciò che può fare con gli oggetti e con le informazioni sensoriali Si rappresenta mentalmente gli oggetti e comincia a comprendere la loro classificazione in gruppi La capacità logica progredisce grazie allo sviluppo di nuove operazioni mentali (addizione, sottrazione, ecc.) È capace di organizzare le informazioni in modo sistematico e pensa in termini ipoteticodeduttivi Senso-motorio (0-18/24 mesi) Gli sviluppi cognitivi dei bambini in questa età sono così notevoli che Piaget divide lo stadio in 6 periodi In questi periodi avviene il graduale passaggio da un organismo riflesso ad uno riflessivo Senso-motorio (0-18/24 mesi) 3 aspetti sono rilevanti nello sviluppo senso-motorio: Capacità di problem solving Abilità imitativa Concetto di oggetto - permanenza 30
11 I 6 sottostadi dello stadio sensomotorio mese 1-4 mesi 4-8 mesi 8-12 mesi mesi mesi L esercizio dei riflessi Le reazioni circolari primarie e i primi adattamenti acquisiti Le reazioni circolari secondarie La coordinazione degli schemi secondari e la loro applicazione alle situazioni nuove Le reazioni circolari terziarie e la scoperta di mezzi nuovi mediante sperimentazione attiva L invenzione di mezzi nuovi mediante combinazione mentale 31 (0-1 mese): riflessi (1-3 mesi): reazioni circolari primarie (corpo no oggetto) 32 Riflessi innati. Il primo sottostadio sensomotorio, corrisponde al primo mese dopo la nascita. In questa fase, sensazioni ed azioni sono primariamente coordinate attraverso comportamenti riflessi, come il riflesso di suzione ed il rooting.
12 Prime abitudini e reazioni circolari primarie. Nel secondo sottostadio, che va da 1 a 4 mesi, l infante coordina le informazioni provenienti dagli organi di senso e due tipi di schemi: abitudini e reazioni circolari primarie. Abitudine: uno schema basato su un riflesso che diventa completamente indipendente dal suo stimolo elicitante. Reazione circolare: un meccanismo di fissazione dell esperienza attraverso la ripetizione. Reazioni circolari primarie si hanno azioni orientate verso il corpo e ripetute dopo aver provocato casualmente qualcosa di interessante. Abitudini e reazioni circolari sono stereotipate, e cioè il neonato le ripete ogni volta allo stesso modo. (3-8 mesi): reazioni circolari secondarie (azione sugli oggetti esterni non ricerca) (8-12 mesi): schemi di azioni intelligenti (problem solving mezzi fini ricerca oggetto: errore A-non B) 35 Reazioni circolari secondarie Nel terzo sottostadio sensomotorio, che si sviluppa tra i 4 e gli 8 mesi d età, l infante diventa più orientato verso degli oggetti e le azioni che vengono ripetute sono orientate verso l ambiente. Gli schemi del bambino non sono né intenzionali né orientati ad uno scopo. Coordinazione delle reazioni circolari secondarie In questo quarto sottostadio sensomotorio, che si sviluppa tra gli 8 e i 12 mesi, le azioni diventano più dirette all esterno. Gli infanti combinano e ricombinano prontamente schemi appresi precedentemente in modo coordinato.
13 (12-18 mesi): reazioni circolari terziarie (azioni complesse sugli oggetti prova ed errori ricerca oggetto nell ultimo posto non segue spostamenti invisibili) (18-24 mesi): pensiero simbolico (problem solving simbolico- sperimentazione interna permanenza dell oggetto - imitazione) 37 Reazioni circolari terziarie, novità e curiosità. Nel quinto sottostadio indicato da Piaget, che riguarda l età tra i 12 e i 18 mesi, i bambini sono affascinati dalle molte caratteristiche degli oggetti e dalle molte cose che possono fare con essi. Le reazioni circolari terziarie: schemi in cui il bambino intenzionalmente esplora nuove possibilità con gli oggetti, facendo cose sempre nuove con essi ed esplorandone i risultati. Ricapitolando caratteristiche ed esempi... 39
14 Inizio dello stadio preoperatorio (2 anni) Conquista della rappresentazione Imitazione differita Principali manifestazioni Gioco simbolico Si riferiscono a una realtà non percepita in quel momento e la evocano Linguaggio Pre-operatorio (2 6 anni) Il pensiero del bambino è egocentrico e precausale: Pensiero pre-concettuale (2-4 anni) Irreversibilità (no conservazione) Centrazione (pensiero egocentrico) Distinzione tra apparenza/realtà Pensiero intuitivo (4-7 anni) Parte-tutto (no classificazione) Realismo Animismo Artificialismo (Esercizio di riconoscimento) Operatorio (6 11 anni) Il pensiero è organizzato in operazioni mentali Operazioni mentali: forme interiorizzate di azioni precedentemente sperimentate sul mondo fisico 42
15 3. Operatorio (6 11 anni) Operazioni mentali: Sistema di azioni interiorizzate Rappresentazione mentale Equivalente di azione reversibile Trasforma uno stato A in uno stato B lasciando nel corso della trasformazione almeno una proprietà invariata e con possibilità di ritornare da B ad A annullando la trasformazione Azione reversibile: perché il soggetto riesce ad effettuare un operazione con almeno due azioni contemporanee ed una terza che le mette in relazione 43 Compito della conservazione del volume a b Si mostra al bambino un recipiente basso e largo (a) contenente del latte e gli si chiede di versare il latte da un boccale in un secondo recipiente di forma identica (b) finché c è la medesima quantità di latte del primo recipiente. Il bambino riconosce che la quantità di latte è identica nei due recipienti. a b c Si mostra al bambino un recipiente alto e stretto e gli si chiede di versare in esso il contenuto di uno dei due recipienti originari. Poi gli si chiede: C è tanto latte in (c) quanto ce n è in (a)? 44 Compito della conservazione della sostanza Si mostrano al bambino 2 palline identiche di plastilina e gli si chiede: Queste 2 palline sono uguali? Una delle due palline viene allungata in una salsiccia. Si chiede al bambino: In questa salsiccia c è ancora tanta plastilina quanta ce n era nella pallina? 45
16 Compito delle 3 montagne di Piaget a b Si chiede al bambino di scegliere, da una serie di fotografie del panorama, quella che corrisponde a una prospettiva diversa dalla propria. Fino a 8 anni i bambini non sono capaci di immaginare quale potrebbe essere la prospettiva di un altra persona EGOCENTRISMO INTELLETTUALE Operatorio concreto (6 11 anni) Operazioni mentali realizzabili su oggetti reali o immaginabili. Presentano le seguenti caratteristiche: - dominanza della logica (deduzione) sulla percezione (intuizione) - reversibilità - de-centrazione - conservazione - concretezza - seriazione (ordinare gli oggetti) - classificazione (insiemi e sotto-insiemi) - numerazione (classificazione e seriazione) - inferenza transitiva 47 Lo stadio operatorio concreto (6-11 anni) Le azioni mentali isolate si coordinano tra loro e diventano operazioni concrete Operazioni Reversibilità Ad ogni operazione corrisponde un operazione inversa Segna la genesi del pensiero logico in quanto permette la coordinazione dei diversi punti di vista tra loro 48
17 4. Formale (dagli 11 anni) Pensiero al massimo livello in cui il soggetto riesce a condurre ragionamenti corretti senza la necessità di partire da un dato di esperienza e di verificare il ragionamento attraverso un dato di esperienza Il bambino è in grado di sviluppare un ragionamento ipotetico-deduttivo, probabilistico Il bambino riesce a gestire concetti legati a: l infinito, il luogo geometrico, l algebra 49 Lo stadio operatorio formale (dagli 11 anni in poi) Il pensiero è di tipo ipotetico-deduttivo Consente di compiere operazioni logiche su premesse ipotetiche e di ricavarne le conseguenze appropriate Ipoteticodeduttivo Una volta individuati i potenziali fattori coinvolti in un fenomeno, li varia in modo sistematico per verificare quali causino quel fenomeno 50 Compito del pendolo di Piaget Si danno al bambino una serie di pesi e una cordicella appesa a un gancio e gli si dice che può variare la lunghezza della cordicella, cambiare il peso e variare la forza della spinta. Il compito consiste nello scoprire quale di questi fattori determina la durata di una oscillazione del pendolo. Nello stadio operatorio formale l adolescente verifica ogni fattore in maniera sistematica. Egli formula un ipotesi su quale sia il fattore determinante e la mette alla prova finché tutte le possibilità sono state indagate. 51
18 Critiche ai compiti piagetiani I compiti piagetiani sono troppo difficili per il bambino Riformulando la consegna e le domande Le capacità del bambino risultano più avanzate rispetto a quelle valutate da Piaget Presentando situazioni più realistiche Modificando gli aspetti criteriali del compito 52 Compito su il ragazzo e il poliziotto di Hughes A B Poliziotti Rispetto al compito delle 3 montagne di Piaget: Situazione realistica Stimola l immaginazione C D Bambino Il 90% dei bambini in età prescolare è capace di collocare correttamente il pupazzo ragazzo in modo che nessun poliziotto possa vederlo 53 Critiche alla teoria di Piaget Non vi è stabilità e sistematicità nelle risposte che uno stesso individuo fornisce in diversi compiti, che pur appartengono al medesimo stadio Piaget sottovaluta il ruolo dell esperienza sociale e dedica un attenzione esclusiva all esperienza fisica e logico-matematica nel bambino 54
19 Aspetti critici della teoria Piagetiana Problemi di ordine metodologico: Campionatura Validità del metodo e delle procedure Validità delle generalizzazioni dei risultati Problemi di ordine teorico: Eccessiva enfasi alla componente maturativa e all equilibrazione Poca rilevanza alle componenti: sociali e affettive 55 Aspetti critici della teoria Piagetiana La ricerca sperimentale dimostra che gli insuccessi e gli errori nelle prove piagetiane di ricerca dell oggetto non riflettono un incomprensione dei principi di permanenza e identità dell oggetto. Dimostrano, piuttosto, la difficoltà del bambino nell organizzare le azioni sulla base delle informazioni richiamate dalla memoria e delle azioni da coordinare gerarchicamente 56
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