PROVINCIA DI ROVIGO. Piano sperimentale per la riduzione dell impatto di predazione indotto dal Cormorano nel Delta del Po veneto
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1 PROVINCIA DI ROVIGO Servizio Risorse Faunistiche - Vigilanza Piano sperimentale per la riduzione dell impatto di predazione indotto dal Cormorano nel Delta del Po veneto Alessandro Costato Emiliano Verza Cormorani e fauna ittica: esperienze a confronto Borgo a Mozzano 23 ottobre 2004
2 Obiettivi del Piano Approfondire le conoscenze sulla distribuzione spaziale e temporale e sull utilizzo degli habitat da parte del Cormorano nel Delta del Po Verificare e quantificare il danno economico alle attività ittico-produttive Approntare un piano per mitigare il danno prodotto
3 Metodi di rilevamento Conteggio diurno da torrette, altane, punti sopraelevati, natanti Conteggio serale ai roost
4 Area di studio
5 Dormitori Cormorano
6 Svernamento (Censimenti W.I.) Censimenti di metà gennaio Media individui censiti in diurna: Media individui censiti ai roost serali: Censimenti di metà gennaio diurno notturno
7 Svernamento (Censimenti W.I.)
8 PREFERENZE AMBIENTALI E INFLUENZA DELLE SCELTE GESTIONALI Valli 42% Rami del Po 38% Litorali 11% Lagune 9%
9 PREFERENZE AMBIENTALI E INFLUENZA DELLE SCELTE GESTIONALI Cormorano - media presenze in gennaio anni totale Valli Litorali Lagune Rami del
10 PROGETTO ITTIOFAGI Ogni 15 giorni: Censimento diurno + conteggio serale ai roost
11 Fenologia agosto 2003 giugno 2004 diurna + roost Cormorano dati agosto giungo 2004 diurna dormitori /09/ /10/ /12/ /12/ /02/ /03/ /04/ /05/ /06/ /08/2003
12 Fenologia dati roost agosto - febbraio due anni a confronto Cormorano, dormitori set 25-set 9-10 ott 22-ott 11-nov 25nov -1dic 10-dic 23-dic gen 1-2 feb feb ago
13 Fenologia confronto dati diurna nelle Valli con dati ai roost Cormorano - Delta del Po Valli Cormorano - Delta del Po Valli Dormitori Dormitori
14 Altre specie Marangone dal ciuffo (massimo 25 individui) Marangone minore (massimo indivdui)
15 Marangone minore Marangone minore dormitori
16 CONTESTO AMBIENTALE VALLI: Specchi d'acqua salsa completamente delimitati da arginature, in comunicazione col mare aperto o con la laguna a mezzo di chiaviche, principalmente destinati all'attività ittica. Al giorno d'oggi, a causa dell'abbassamento del suolo, il livello d'acqua in valle è sempre inferiore a quello della laguna (anche in regime di bassa marea), quindi la comunicazione con la laguna avviene mediante appositi sifoni di raccolta e/o smaltimento di acqua salmastra.
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18 Le valli sono i relitti meglio conservati dell antico ambiente lagunare costituendone un sottosistema costituito da un mosaico di ambienti costituiti da specchi d acqua (dolce, salmastra, salata) e da terre semiemerse (barene) soggette alle maree
19 Uccelli Acquatici Svernanti nel solo Delta del Po, Rovigo (Altre zone: litorali, fiume Adige, bonifiche, vasche Zuccherificio) Gruppi di specie Valli Lagune Rami del Po Altre zone TOTALE Siti di maggior presenza Svassi percentuale 28% 51% 10% 11% 100% media individui Lag.di Caleri, Sacca di Scardovari, Lag.di Barbamarco Ardeidi Anatidi percentuale 72% 10% 11% 7% 100% media individui percentuale 74% 8% 10% 8% 100% media individui Valli: Ca' Pisani, Chiusa, Ca' Zuliani, Sacchetta Valli: Ca' Pisani, Ca' Zuliani, Ripiego percentuale 26% 52% 4% 18% 100% Limicoli media individui Sacca del Basson, Sacca Cavallari, Laguna di Caleri Laridi percentuale 57% 15% 9% 19% 100% Valli: Ca' Zuliani, Ca' Pisani, S. Carlo media individui Totali presenze di tutte le specie per tipologia ambientale percentuale presenze di tutte le specie per tipologia ambientale 60,70% 15,14% 8,73% 11,11%
20 Nel Delta del Po veneto esistono attualmente 16 valli che si estendono complessivamente per una superficie di ettari
21 CONTESTO PRODUTTIVO Il contesto produttivo della vallicoltura è caratterizzato da due momenti fondamentali: la montata del novellame (avannotti) e la migrazione del pesce adulto verso il mare. La montata del novellame avviene di norma a cavallo tra l inverno e la primavera, cioè quando il pesce, ancora allo stadio di novellame, si porta dal mare verso le acque interne poco profonde, dove il pabulum (cioè l alimento) si fa più abbondante per la naturale eutrofizzazione; tale fenomeno è noto da secoli ai pescatori vagantivi pèssenovellànti (soprattutto di Burano, Chioggia e Goro) che si attivano proprio in questo periodo per catturare e vendere nelle valli il loro pescato.
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23 L avannotto viene immesso negli specchi di valle (laghi) ove pascola in libera convivenza con i pesci più adulti e delle varie specie
24 Con il cadere della temperatura a fine stagione (autunno) tutta la popolazione ittica di valle viene richiamata ai bacini di raccolta e smistata inviandola in parte ai bacini di svernamento (peschiere) se non matura, o alla vendita STIMOLO RIPRODUTTIVO DIMINUITO STIMOLO ALIMENTARE REOTASSI CONVOGLIAMENTO PESCE COLAURO
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26 Il ciclo di allevamento varia da un minimo di 1-2 anni per l orata fino ad un massimo di 5-6 anni per Muggine Cefalo e Muggine Chelone. La migrazione del pesce adulto verso il mare avviene soprattutto nel tardo autunno, cioè nel periodo di fràima, termine vernacolo derivante dal latino infra hieme (sotto l inverno). In tutto ciò spicca il fondamentale ruolo del capovalle, figura esemplare per tradizione, esperienza e conoscenza uniche che riesce, manovrando sapientemente le acque di valle, a far montare le varie specie ittiche verso i lavorieri e i colauri.
27 Tabella delle principali specie allevate nelle valli del Delta del Po PESCI CROSTACEI NOME SCIENTIFICO Sparus auratus Dicentrarchus labrax Anguilla anguilla Mugil cephalus CEFALI: Liza aurata Liza saliens Liza ramada Chelon labrosus Atherina boyeri Penaeus japonicus NOME COMUNE ORATA BRANZINO ANGUILLA (Bisata) MUGGINE DORATO (Lotregan) MUGGINE CEFALO (Meciato - Volpina) MUGGINE CALAMITA (Causteo) MUGGINE CHELONE (Bosega) MUGGINE MUSINO (Verzelata) LATTERINO (Acquadela) MAZZANCOLLA
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29 CONTESTO NORMATIVO Legge 157/92 (art. 17) L.R. 50/1993 (art. 19) Controllo della fauna selvatica L.R. 7/2002 e 17/2004 Prelievo specie in deroga D,G.R. 3/8/2001, n DISPOSIZIONI PER IL CONTROLLO DELL AVIFAUNA ITTIOFAGA - Piani provinciali - Nessuna limitazione di periodo, Orario, luogo, capi da abbattere
30 Piano Provinciale Monitoraggio sistematico quindicinale (dormitori e siti di alimentazione) Esame periodico borre e contenuti stomacali esame biometrico esemplari abbattutti Dissuasione ai dormitori Difesa passiva dei siti più vulnerabili Dissuasione attiva nei siti di alimentazione Monitoraggio spostamenti a livello locale (marcaggio con pigmentazione) (non ancora attuato)
31 Varie esperienze (tuttora in corso sic!) hanno dimostrato che l abbattimento locale degli ittiofagi (anche esteso e massivo) non rappresentanza un efficace e duraturo mezzo di prevenzione e di riduzione dell impatto non risolve il problema dell attrattiva delle aree produttive (abbondanza di prede) che costituisce il motivo cardine della presenza dei predatori popolazioni ridotte artificialmente (mantenendo carryng capacity costante in termini di disponibilità e/o accessibilità di prede nelle aree di acquacoltura).. - risultati temporanei - minor influenza di qualsiasi fattore di controllo densitàdipendente
32 scarso interesse mondo venatorio ( compreso AFV ) capi abbattutti in Provincia di Rovigo A.V. 2002/2003: 13 A.V. 2003/2004 : 27
33 Piano Provinciale Indicazioni contenute nella relazione finale della COMMISSIONE MINISTERIALE UCCELLI ITTIOFAGI (1998). Monitoraggio sistematico quindicinale (dormitori e siti di alimentazione) Esame periodico borre e contenuti stomacali esame biometrico esemplari abbattutti Dissuasione ai dormitori Difesa passiva dei siti più vulnerabili Dissuasione attiva nei siti di alimentazione Monitoraggio spostamenti a livello locale (marcaggio con pigmentazione) (non ancora attuato)
34 Monitoraggio sistematico quindicinale (dormitori e siti di alimentazione)
35 Esame borre e contenuti stomacali ESAME CONTENUTI STOMACALI. COMPOSIZIONE % BIOMASSA PREDATA - (Volponi, 2002) SPECIE % COMPOSIZIONE CONT. STOM. % COMPOSIZIONE BORRE CEFALI 10,30% 93,60% SPECIE CEFALI LATTERINO BRANZINO ORATA GHIOZZI PESCE GATTO LATTERINO 76,20% 1,80% BRANZINO 6,70% 0,90% ORATA 6,50% 0,60% GHIOZZI 0,20% 0,20% PESCE GATTO 0,10% 0,10% CIPRINIDI --- 1,40% NON DETERMINATO --- 1,70% TOTALE 100% 100%
36 Esame borre e contenuti stomacali Composizione dieta (boli) SPECIE % COMPOSIZIONE CONT. STOM. % COMPOSIZIONE BORRE CEFALI LATTERINO NON DETERMINATO CIPRINIDI BRANZINO + ORATA + GHOZZI + PESCE GATTO CEFALI 10,30% 93,60% LATTERINO 76,20% 1,80% BRANZINO 6,70% 0,90% ORATA 6,50% 0,60% GHIOZZI 0,20% 0,20% PESCE GATTO 0,10% 0,10% CIPRINIDI --- 1,40% NON DETERMINATO --- 1,70% TOTALE 100% 100%
37 Dissuasione ai dormitori Dotazione: laser visore notturno
38 LIMITAZIONE DELLA PREDAZIONE NELLE VALLI (MEZZI PASSIVI, ABBATTIMENTI SELETTIVI) autorizzazioni dissuasione cormorani
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40 Tutte le aziende vallive hanno attuato varie forme di difesa passiva nelle peschiere, colauri, vegnue, ecc
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45 Dissuasione attive nelle AFV Vallive settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile
46 Localizzazione interventi ,23 59, ,46 14,2 13,99 24, peschiere di sverno laghi di valle colauri 0,321,17 vasche intensivo
47 Contenimento / conteggi nelle Valli, Abbattimenti Censimenti settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile
48 DISCUSSIONE E CONCLUSIONI I risultati numerici ottenuti, nell arco dell ultimo triennio risultano difficili da interpretare a causa di numerosi fattori ambientali, climatici e territoriali che investono l intera area dell alto Adriatico. Ciò non di meno, possono essere ipotizzabili le seguenti considerazioni:
49 Lo svolgimento delle attività del piano sembra in grado di limitare l incremento delle presenze, o quanto meno di posticipare i picchi di massima presenza solo in concomitanza con l inizio del periodo di freddo intenso, mentre nelle stagioni in assenza di intervento tale soglia viene raggiunta più precocemente già da metà novembre Monitoraggi Cormorano ai roost Dicembre Gennaio Marzo /89 89/90 90/91 91/92 92/93 93/94 94/95 95/96 96/97 97/98 98/99 99/00 00/01 01/02 02/03 03/04
50 Negli ultimi anni non si è verificato un aumento dei contingenti svernanti paragonabile a quanto invece avvenuto in altre e zone umide italiane e rispetto allo stesso trend nazionale anche a seguito del piano si osserva una certa dispersione dei contingenti nell intero comprensorio deltizio, con conseguente alleggerimento della pressione predatoria che risulta spalmata su una più ampia area, comprese zone marginali per quanto riguarda la produzione ittica
51 Risultati accessori Presa di coscienza da parte dei vallicoltori della necessità di operare attivamente a protezione degli allevamenti ittici, piuttosto che sostenere rigide posizioni di sterile contrapposizione. La Provincia ha dato un preciso segnale di interesse ed attenzione nei confronti del "problema cormorano" e delle legittime richieste di intervento da parte delle aziende produttive. Predisposizione di misure di difesa che in alcune valli è stata estesa e precisa. Diffusione, anche per imitazione, dell'uso appropriato di misure di protezione passiva via via a gran parte delle aziende del comprensorio.
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