The Green Economy Index in the EU 2015

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1 The Green Economy Index in the EU 2015 L Indice di Green Economy nei paesi dell Unione Europea: benvenuti nell Italia verde info@fondazioneimpresa.it -

2 The Green Economy Index in the EU L Indice di Green Economy nei paesi dell Unione Europea Allo scopo di monitorare lo stato della green economy in Europa, Fondazione Impresa - forte dell esperienza maturata con la realizzazione dell Indice di Green Economy per le regioni italiane - ha elaborato il Green Economy Index in the EU. Il Green Economy Index in the EU è frutto dell incrocio di 20 indicatori di performance (indicatori quantitativi) afferenti ai principali settori interessati dalla green economy: rifiuti, energia, emissioni, organizzazione e prodotti, trasporti, protezione ambientale, edifici e biologico. Gli indicatori sono stati selezionati sulla base dei principali aspetti che declinano la green economy, prendendo in considerazione quelli che forniscono informazioni accurate, attendibili e confrontabili rispetto ai 28 paesi appartenenti all Unione Europea. I dati alla base dello studio sono stati tratti da fonti ufficiali (Eurostat, European Environment Agency, Commissione Europea, ISO, Eco-innovation Observatory, FIBL & IFOAM) sulla base delle informazioni statistiche disponibili al 15 giugno 2015; lo studio è stato concluso in data 3 luglio Gli indicatori sono stati sottoposti ad una specifica procedura statistica di standardizzazione della variabile e di riproporzionamento allo scopo di rendere confrontabili parametri che presentano unità di misura diverse. La media aritmetica delle 20 variabili standardizzate e riproporzionate equivale al punteggio del Green Economy Index in the EU (per un approfondimento si faccia riferimento all appendice metodologica). Pillole: i principali risultati della green economy nell UE Austria, Svezia ed Italia sono ai primi 3 posti del Green Economy Index in the EU. 13 paesi dei 28 appartenenti all Unione Europea ottengono punteggi green superiori o in linea con la media (parte alta della classifica con livelli di green economy alto, medio-alto e medio, caratterizzati in Tabella 1 e in Figura 1 dalle sfumature di verde). Questi 13 paesi non appartengono ad una parte dell Europa particolarmente definita ma si concentrano tuttavia nella fascia di sud-ovest (Portogallo, Spagna e Italia in primis ma anche Austria, Slovenia e Repubblica Ceca che proseguono lungo questa dorsale) e in quella settentrionale (Regno Unito, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Finlandia e Lettonia; si aggiunge, anche, una specificità più isolata (la Romania). Si veda Figura 1.

3 La parte più centrale dell Europa con i big player Francia, Germania e il Belgio che fa da cuscinetto tra i due si contraddistingue, invece, per un livello di green economy inferiore ( medio-basso ) che prosegue - con sfumature uguali o più intense (livello basso ) - a Nord Est lungo la direttrice polacco-lituana (Estonia inclusa) e a Sud Est su quella slovaccoungherese toccando anche Croazia, Grecia e Cipro; più isolata si trova invece l Irlanda (livello basso ). Si veda Figura 1. I livelli più bassi di green economy riguardano, secondo i 20 indicatori quantitativi presi in esame, Malta, Lussemburgo e Bulgaria. Tabella 1 - Green Economy Index in the EU: la classifica green RANK PAESI PUNTEGGIO LIVELLO GREEN ECONOMY 1 Austria 65,8 ALTO 2 Svezia 63,5 ALTO 3 Italia 60,5 ALTO 4 Danimarca 57,0 MEDIO-ALTO 5 Romania 54,4 MEDIO-ALTO 6 Slovenia 54,3 MEDIO-ALTO 7 Spagna 53,8 MEDIO 8 Lettonia 53,2 MEDIO 9 Paesi Bassi 52,8 MEDIO UNIONE EUROPEA (28) 52,8 10 Finlandia 52,3 MEDIO 11 Repubblica Ceca 52,2 MEDIO 12 Regno Unito 52,1 MEDIO 13 Portogallo 51,9 MEDIO 14 Belgio 51,0 MEDIO-BASSO 15 Lituania 50,3 MEDIO-BASSO 16 Germania 49,8 MEDIO-BASSO 17 Francia 49,3 MEDIO-BASSO 18 Grecia 47,5 MEDIO-BASSO 19 Ungheria 47,2 MEDIO-BASSO 20 Slovacchia 46,9 MEDIO-BASSO 21 Irlanda 45,6 BASSO 22 Croazia 44,5 BASSO 23 Cipro 42,9 BASSO 24 Polonia 41,5 BASSO 25 Estonia 40,6 BASSO 26 Malta 39,8 MOLTO-BASSO 27 Lussemburgo 37,8 MOLTO-BASSO 28 Bulgaria 35,6 MOLTO-BASSO Elaborazione Fondazione Impresa su dati Eurostat, European Environment Agency, Commissione Europea, ISO, Eco-innovation Observatory, FIBL & IFOAM 2

4 Figura 1 - Green Economy Index in the EU: la mappa green LEGENDA: livello di green economy Elaborazione Fondazione Impresa su dati Eurostat, European Environment Agency, Commissione Europea, ISO, Eco-innovation Observatory, FIBL & IFOAM 3

5 Tabella 2. Gli indicatori considerati dal Green Economy Index in the EU Indicatori Unità di misura Fonte Anno 1 Rifiuti urbani generati Kg per abitante Eurostat Raccolta differenziata In % su totale rifiuti urbani Eurostat Rifiuti in discarica In % su rifiuti trattati (esclusi rifiuti minerari) Eurostat Energia elettrica rinnovabile In % su totale energia elettrica Eurostat Energia rinnovabile su consumi energetici Energy intensity (consumo lordo di energia su PIL) 7 Carbon intensity 8 PM10 emesso da imprese e famiglie 9 Emissioni medie di CO2 per nuove auto immatricolate In % su totale consumi finali di energia Gr. di petrolio equivalente ogni di PIL Gr. di emissioni GHG in CO2 equiv. ogni di Valore Aggiunto Gr. di particolato inferiore a 10 micron (µm) per abitante Gr. medi di CO2 per km 10 Siti con registrazione EMAS Numero ogni milione di abitanti 11 Organizzazioni certificate ISO Eurostat 2013 Eurostat 2013 European Environment Agency (EEA) e Eurostat 2012 Eurostat 2012 European environment agency (EEA) and Commission services Commissione Europea e Eurostat Numero ogni milione di abitanti ISO e Eurostat Export da eco-industrie In % su totale export Eco-innovation Observatory Incidenza trasporto passeggeri auto In % su totale trasporto passeggeri Eurostat Merci su ferrovia In % su totale trasporto merci Eurostat Emissioni di gas ad effetto serra da trasporti Gr. di emissioni GHG da trasporti (in CO2 equiv.) ogni abitanti European Environment Agency (EEA) e Eurostat Spesa per la protezione ambientale In % su Pil Eurostat Tasso di copertura della spesa per la protezione ambientale Consumo energetico famiglie (proxy efficientamento edifici) Built-up area (edifici e serre) In % su totale tasse ambientali Eurostat 2011 Kg di energia consumata (petrolio equivalente) da famiglie per abitante Eurostat 2013 % su area totale Eurostat Superficie coltivata biologicamente In % su totale superficie agricola FIBL & IFOAM 2013 LEGENDA: aree tematiche dei 20 indicatori 4

6 Il podio del Green Economy Index in the EU L Austria è il paese più green dell Unione Europea secondo la classifica stilata da Fondazione Impresa sulla base di 20 indicatori green. Con il punteggio di 65,8 l Austria domina il rank staccando la Svezia (2 posto con 63,5 punti) e l Italia che si posiziona sull ultimo gradino del podio green superando la soglia dei 60 punti. L Austria domina la classifica della green economy, in primis, grazie ad alcune leadership assolute: il paese alpino risulta al 1 posto con il 68,1% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (25,4% la media UE) così come risulta il migliore per numero di siti registrati EMAS (96,6 ogni milione di abitanti vs 17,1 del caso UE) e per superficie agricola coltivata biologicamente (il 19,46% del totale; il dato medio UE si ferma al 5,7%). In altri due indicatori l Austria va a podio (2 posto per raccolta differenziata con il 56,1% dei rifiuti urbani prodotti e 3 posto per quota di merci trasportate su ferrovia che contano per il 42,1% del totale. Il paese alpino può contare anche su 4 quarti posti (relativamente agli indicatori energia rinnovabile su consumi energetici, carbon intensity, export da ecoindustrie e incidenza trasporto passeggeri auto e 2 quinti posti (bassi gradi di rifiuti in discarica e di energy intensity, l indicatore che definisce il grado di efficienza energetica di un economia (consumo lordo di energia rapportato al PIL). Nonostante l Austria risulti leader UE della green economy, lo studio individua anche alcune criticità come l elevata generazione di rifiuti (23 posto con 578 kg pro-capite generati in un anno), il 25 posto per consumi energetici delle famiglie (779 kg di energia consumata in petrolio equivalente per abitante) e il 26 posto per emissioni di gas ad effetto serra nei trasporti (2.573 grammi di CO2 equivalenti ogni mille abitanti). Al 2 posto si posiziona la Svezia con 63,5 punti. Il paese scandinavo può contare su due leadership assolute: per peso dell energia rinnovabile su consumi energetici (il 52,1% vs il 15,0% della media UE) e per emissioni climalteranti (nella carbon intensity si registrano appena 154 grammi di CO2 equivalenti ogni di valore aggiunto mentre la media europea è più che doppia: 378). Tra le altre performance di prim ordine si aggiungono due secondi posti per energia elettrica rinnovabile (il 61,8% del totale) e per superficie coltivata biologicamente (pari al 16,34%) e un terzo posto per basso livello di urbanizzazione ( built-up area pari allo 0,4%, meno di un terzo rispetto alla media europea). Vi sono, inoltre, anche altri indicatori dove la performance svedese è ottimale a partire dai 2 quarti posti per incidenza di organizzazioni certificate con il sistema di gestione ambientale ISO (386,1 ogni milione di abitanti) e per merci su ferrovia (il 38,2% del totale merci trova spazio nei treni). Così come già indicato per l Austria, anche la Svezia presenta alcune criticità: si pensi che in 8 indicatori su 20 il paese scandinavo risulta nella parte bassa delle 5

7 classifiche (dal 15 posto al 28 ). I risultati più negativi riguardano l elevato consumo energetico delle famiglie (23 posto con 735 kg di energia consumata in petrolio equivalente per abitante), che viene ovviamente influenzato dalla situazione climatica sfavorevole, i dati sulla protezione ambientale (23 per tasso di copertura delle spese ambientali con tasse ambientali e 21 posto per incidenza di spese per la protezione ambientale su PIL) e il PM10 emesso da imprese e famiglie (20 posto con grammi di particolato inferiore a 10 micron per abitante). L Italia si posiziona sul terzo gradino del podio (3 con 60,5 punti). Benvenuti nell Italia verde sottotitola lo studio che vede il Bel paese inserirsi nella fascia alta dei territori green. Un risultato interessante che si contrappone ad altre classifiche che relegano, invece, l Italia nelle parti centrali o basse dei rank. L Italia non presenta nessuna leadership assoluta ma ottiene un piazzamento di rilievo grazie ad una costanza di rendimento eccellente: in 16 indicatori su 20 il Bel Paese si posiziona sempre nella parte alta delle classifiche (dal 14 posto in su); si pensi che l Austria e la Svezia, che occupano i primi due posti nel Green Economy Index in the UE, risultano nella parte alta delle classifiche entrambe per 12 volte. I migliori risultati dell Italia riguardano il 3 posto per numero di organizzazioni certificate ISO (413,2 ogni milione di abitanti), il 4 per efficienza energetica (l energy intensity, che è data dal rapporto tra i consumi energetici e il PIL, è pari a 117,2 grammi di petrolio equivalente ogni di PIL) e 3 sesti posti per spesa per la protezione ambientale (0,88% del PIL vs 0,68 dell UE), per superficie coltivata biologicamente (il 10,29% vs il 5,70 del caso UE) e per carbon intensity (317 grammi di CO2 equivalenti ogni di valore aggiunto vs i 378 della media UE); a quest ultimo dato sulle emissioni si aggiungono anche il 7 grado più basso di PM10 emesso da imprese e famiglie e l 8 grado più contenuto di emissioni medie di CO2 relative alle nuove auto immatricolate. Risultati incoraggianti anche in relazione al numero di registrazioni EMAS (7 posto con 31,6 siti registrati ogni milione di abitanti rispetto ad una media UE di 17,1) e nel campo dei rifiuti dove l Italia non sfigura (10 posto sia per raccolta differenziata sia per più contenuta destinazione a discarica). Anche nella produzione di energia da fonti rinnovabili l Italia rientra comunque nella top 10 (il 31,3% dell energia elettrica viene prodotta da fonti rinnovabili). I risultati negativi (4/20) sono pochi e se quello relativo al grado di urbanizzazione (23 posto in negativo per built-up area) è un dato strutturale esistono margini di miglioramento in relazione ai trasporti (15 posto per emissioni di gas ad effetto serra nei trasporti e 19 posto per incidenza del traffico merci su ferrovia) e alla produzione di rifiuti urbani (17 posto). 6

8 Il livello di green economy medio-alto Subito dopo i primi tre posti occupati da Austria, Svezia e Italia, segue un terzetto di paesi che presentano un livello di Green Economy definito medio-alto : Danimarca (4 posto con 57,0 punti) e più staccate Romania (5 posto con 54,4 punti) e Slovenia (6 posto con 54,3 punti). La Danimarca (4 posto) può contare su 3 secondi posti (energy intensity, carbon intensity ed export da eco-industrie) e 2 terzi posti (rifiuti in discarica e numero di siti con registrazione EMAS). Anche l andamento generale è interessante con il paese danese che per 12 volte su 20 si posiziona nella parte alta delle classifiche (dal 14 posto in su); si rimanda alle Tabelle 3 e 4 per gli altri risultati. La Romania (5 posto) rappresenta, dopo il caso Italia, un altra sorpresa. È vero che il paese rumeno presenta alcune performance ottimali semplicemente perché il contesto economico è ancora poco sviluppato (rispetto alle principali economie) e quindi genera meno pressioni ambientali; si fa qui riferimento, per esempio, al livello più basso di emissioni di gas ad effetto serra nei trasporti (1 posto con 750 grammi di GHG da trasporti ogni abitanti) e dal livello molto contenuto di PM10 emesso da famiglie e imprese (3 posto). Ma è altrettanto vero che la Romania eccelle anche per altri elementi come per le risorse destinate alla protezione ambientale (3 posto con lo 0,95% del Pil) - peraltro molto coperte dalla tassazione ambientale (2 posto con il 49,7%) - e per organizzazioni certificate ISO (2 posto con un valore doppio rispetto alla media UE). Il paese presenta altresì l incidenza più bassa di rifiuti prodotti per abitante e - così come Austria, Svezia e Danimarca - per 12 volte su 20 risulta nella parte alta delle classifiche (dal 14 posto in su). Anche se la Slovenia non eccelle per nessuno dei 20 indicatori presi in esame dal Green Economy Index in the EU, ottiene un buon posizionamento (6 posto). Il piazzamento favorevole è garantito da una costanza di rendimento elevata: in 15 indicatori su 20 il paese si posiziona sempre nella parte alta delle classifiche (dal 14 posto in su); 11 volte su 20 addirittura nella top 10. Questo risultato induce a ritenere come, nella green economy, vi siano numerosi aspetti da considerare per una valutazione complessiva del fenomeno. Ecco quindi che la performance finale slovena risulta, come nel caso dell Italia, interessante al di là delle mancate leadership (in alcune tematiche specifiche o singoli indicatori). Inoltre, la performance slovena potrebbe migliorare risolvendo le poche criticità rilevate dallo studio: trasporti dove il paese risulta 26 per incidenza del trasporto passeggeri su auto e penultimo (27 posto) per gas ad effetto serra da trasporti; emissioni con un grado di carbon intensity nettamente superiore al livello medio UE (605 grammi di CO2 equivalenti ogni di valore aggiunto contro i 378 della media) e il livello di polveri sottili emesse da famiglie e imprese che è altrettanto elevato (il PM10 è pari a grammi per abitante). 7

9 I principali paesi con livello medio Nella classifica del Green Economy Index In the EU sette paesi presentano un livello medio : Spagna (7 posto - 53,8 punti), Lettonia (8-53,2), Paesi Bassi (9-52,8), Finlandia (10-52,3), Repubblica Ceca (11-52,2), Regno Unito (12-52,1) e Portogallo (13-51,9). In questa sede si commentano i risultati di Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito; per gli altri paesi si rimanda alle Tabelle 3 e 4 che riportano i dati di tutti gli indicatori e il rank rispetto ai 28 paesi membri dell Unione Europea. La Spagna si posiziona 7 in classifica; i migliori risultati riguardano il secondo posto per minor grado di PM10 emesso da famiglie e imprese (1.259 grammi per abitante, quasi la metà della media UE che è di 2.395), il quarto posto per consumo energetico famiglie (321 kg di energia consumata per abitante vs i 584 della media UE) e un elevato grado di certificazioni ambientali (il paese iberico risulta 5 per organizzazioni certificate ISO e 6 per siti con registrazione EMAS). La performance spagnola è tuttavia sostenuta soprattutto da un mix di risultati positivi nella larga maggioranza degli indicatori presi in esame; 15 volte su 20 la Spagna rientra nella parte alta delle classifiche (dal 14 posto in su) e i risultati molto negativi si riducono a due questioni: la bassa quota di merci trasportate su ferrovia (23 posto) e la più bassa spesa per la protezione ambientale nell Unione Europea (appena lo 0,26% del Pil rispetto ad una media dello 0,68%). I Paesi Bassi (9 ) sono leader assoluto nelle emissioni medie di CO2 per nuove auto immatricolate (appena 109,1 grammi di CO2 per km rispetto ai 127,0 della media UE) e nella spesa per la protezione ambientale che si attesta all 1,44% del Pil (più del doppio della media UE) e che viene ampiamente coperta attraverso la tassazione ambientale (3 posto). Nel campo dei rifiuti si notano alcuni risultati molto positivi con il 2 posto per rifiuti destinati a discarica (appena il 2,9% di quelli generati contro una media UE del 28,2%) e il 4 posto nella raccolta differenziata (49,8%); rimane tuttavia elevata la produzione di rifiuti pro-capite (20 posto). Buone notizie anche per il quarto posto per basso livello di PM10 emesso da famiglie e imprese (1.551 grammi per abitante). A questi risultati di rilievo si contrappongono tuttavia una serie di criticità che trovano evidenza nella prevalenza di posizionamenti negativi (parte bassa delle classifiche): si pensi che in più della metà degli indicatori (12/20) i Paesi Bassi si collocano dal 15 posto in giù. Gli indicatori più critici riguardano l energia (24 posto per energia elettrica rinnovabile e 26 posto per energia rinnovabile su consumi energetici ), la concentrazione di edifici (25 posto per Built-up area con il 4,2% del totale), l agricoltura biologica (24 posto con appena il 2,56% di superficie coltivata biologicamente), l incidenza dell uso delle auto nel trasporto passeggeri (25 ) e le merci su ferrovia (22 ). 8

10 Il Regno Unito (12 posto) non presenta nessuna leadership assoluta ma tra i risultati migliori fa registrare un terzo posto per Energy intensity ovvero per efficienza energetica, misurata dal rapporto tra i consumi energetici e il PIL, (102,7 grammi di petrolio equivalente ogni di PIL contro una media UE di 141,6) e tre quinti posti: i primi 2 relativamente alla spesa per la protezione ambientale e la sua relativa copertura con le tasse ambientali e, da ultimo, ancora un 5 posto per minor livello di polveri sottili emesse (PM10). Questi risultati sono tuttavia controbilanciati, in negativo, da una performance generale che vede il Regno Unito metà delle volte relegato nella parte bassa delle classifiche (in 10 indicatori su 20 il paese risulta tra il 15 posto in giù). Gli indicatori più critici riguardano il 25 posto per energia rinnovabile su consumi energetici (appena il 5,1%) e il 24 posto per incidenza dell auto nel trasporto passeggeri. Nel livello medio-basso, Germania e Francia i principali Il livello definito medio-basso include sette paesi che spaziano tra il 14 e il 20 posto della classifica: Belgio (14 posto - 51,0 punti), Lituania (15-50,3), Germania (16-49,8), Francia (17-49,3), Grecia (18-47,5), Ungheria (19-47,2) e Slovacchia (20-46,9). Seguono due brevi analisi per la Germania e per la Francia; per i risultati degli altri paesi si rimanda alle Tabelle 3 e 4. La Germania, leader nella raccolta differenziata, si posiziona solamente al 16 posto nella classifica del Green Economy Index in the EU. Il risultato, che almeno inizialmente sorprende dal momento che la Germania si posiziona quasi sempre nei posti alti delle classifiche mondiali, viene determinato da una prevalenza di risultati negativi: in metà degli indicatori il Paese si posiziona nella parte bassa delle classifiche (dal 15 posto in giù), di cui in 8 casi su 20 addirittura dal 21 posto in giù. Le aree critiche sono molte: poche organizzazioni certificate ISO (24 posto) anche se parzialmente controbilanciate dall 8 posto di siti registrati EMAS, basso livello di spese per la protezione ambientale (22 posto con appena lo 0,33% del Pil; si fa presente che il dato per la Germania fa tuttavia riferimento all anno 2010, precedente rispetto a quello degli altri paesi perché non disponibile il 2011) e loro copertura con tasse ambientali (21 posto); seguono altri risultati negativi che riguardano gli elevati consumi energetici delle famiglie (22 posto), la Built-up area (22 posto), le emissioni medie di CO2 per le nuove auto immatricolate (22 posto), l elevata incidenza di utilizzo dell auto (23 posto) e la rilevante generazione di rifiuti pro-capite (25 posto) che viene tuttavia mitigata dalla leadership nella raccolta differenziata (64,5% vs 41,8% della media UE). Tra gli aspetti positivi, oltre al primo posto per raccolta differenziata, si segnalano il 3 posto per esportazioni di prodotti da eco-industrie, il 7 posto per minore frazione di rifiuti destinati a discarica, il 7 posto per merci trasportate su ferrovia e due 9

11 ottavi posti rispettivamente ai siti registrati EMAS e all energy intensity, indicatore che definisce l efficienza energetica di un economia. La Francia (17 posto), secondo la classifica del Green Economy Index in the UE, si posiziona nella parte medio-bassa della classifica. Il risultato è determinato, in primis, dall assenza di leadership (nessun primo posto che garantirebbe invece di alzare la media nel punteggio finale), in secondo luogo, da pochi indicatori che fanno registrare performance significative (appena un 3 posto per carbon intensity e un 5 posto in relazione alle emissioni medie di CO2 per nuove auto immatricolate) e, infine, da una maggioranza di posizionamenti nella parte bassa delle classifiche (in 12 indicatori su 20 la Francia risulta dal 15 posto in giù). Le maggiori criticità riguardano il basso livello di certificazione ambientale - sia in merito al numero di organizzazioni certificate ISO che di siti registrati EMAS (rispettivamente 22 e 24 posto) -, l ammontare dei rifiuti generati pro-capite (21 posto) e l incidenza dell utilizzo delle auto nel trasporto passeggeri (21 posto). I paesi dal livello green basso Irlanda (21 posto - 45,6 punti), Croazia (22-44,5), Cipro (23-42,9), Polonia (24-41,5) ed Estonia (25-40,6) sono i 5 paesi che presentano, secondo la classifica stilata da Fondazione Impresa, un livello di green economy basso. I singoli risultati di questi paesi possono essere visionati nelle Tabelle 3 e 4; in questa sede preme comunque sottolineare come, nonostante questi paesi si contraddistinguano per una perfomance green bassa, non è escluso che presentino alcune performance di rilievo nei singoli indicatori; ad esempio l Irlanda è leader per energy intensity (1 posto con appena 82,4 grammi di petrolio equivalente ogni di valore aggiunto), Cipro è seconda per numero di siti certificati EMAS (81,2 ogni milione di abitanti), la Polonia è terza per quantità di rifiuti urbani generati (297 kg per abitante rispetto ai 481 della media UE), l Estonia è invece seconda per merci su ferrovia e rifiuti generati ed è terza per superficie coltivata biologicamente. La Croazia non può contare su nessuna prestazione di rilievo, ma in 9 indicatori su 20 ottiene piazzamenti nella parte alta delle classifiche (dal 14 posto in su). La parte più bassa della classifica: il grado molto basso Malta (26 posto - 39,8 punti), Lussemburgo (27-37,8) e Bulgaria (ultimo posto - 35,6) sono i paesi con il grado di green economy più basso. Il risultato di Malta che presenta, tra l altro, due ottimi piazzamenti (1 per minor consumo energetico delle famiglie e 2 per spese per la protezione ambienta- 10

12 le) viene condizionato da una serie di performance negative: in primo luogo, si segnala il pessimo comportamento nel campo dei rifiuti con il 22 posto per generazione pro-capite (qui il dato è influenzato chiaramente dalla vocazione fortemente turistica del luogo), accompagnato dal penultimo tasso di riciclaggio nell UE (27 posto con appena il 10,4% di raccolta differenziata) e la quota più elevata di rifiuti destinati a discarica (il 93,2% del totale); in secondo luogo, si registrano ritardi nello sviluppo delle energie rinnovabili (Malta è ultima per energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e penultima per energia rinnovabile totale soppesata sui consumi) ed infine si pone l accento ancora su altri due ultimi posti, questa volta relativi all export da eco-industria (solo lo 0,03% del totale esportazioni) e alla superficie coltivata biologicamente che si ferma allo 0,36% del totale della superficie agricola. Il 27 posto del Lussemburgo è determinato da una netta prevalenza di risultati negativi. In 13 indicatori su 20 il paese risulta nelle parte bassa delle classifiche (dal 15 posto in giù) con tre ultimi posti (per energia rinnovabile su consumi energetici, per emissioni di gas ad effetto serra da trasporti e PM10 emesso) e tre penultimi posti (per rifiuti generati, energia elettrica rinnovabile e consumo energetico delle famiglie). Vi sono comunque almeno due segnali incoraggianti: uno proviene dai rifiuti con il minor tasso destinato a discarica (1 posto) e il 6 posto nella raccolta differenziata; l altro dalla quota più elevata di esportazioni da ecoindustrie (1 posto con l 1,23% sul totale esportazioni). La Bulgaria (28 posto) chiude la classifica di questo studio. In più della metà degli indicatori (11/20) risulta nelle parti basse dei rank (dal 15 posto in giù). In sei indicatori, inoltre, il posizionamento della Bulgaria è particolarmente negativo; si registrano infatti: due ultimi posti per energy intensity e carbon intensity che indicano il paese come il peggiore per efficienza energetica ed emissioni di gas serra; due penultimi posti per rifiuti in discarica ed export da eco-industrie ; due terzultimi posti per emissioni medie di CO2 per nuove auto immatricolate e per superficie coltivata biologicamente. Tra gli aspetti positivi nessuna leadership e, tra i risultati migliori, solamente due terzi posti registrati negli indicatori emissioni ad effetto serra da trasporti e consumo energetico delle famiglie. 11

13 Considerazioni finali e limiti allo studio La green economy comprende numerosi aspetti e tematiche che spaziano su molti settori ed aree. Il Green Economy Index in the EU cerca di cogliere alcuni di questi aspetti attraverso il confronto dei dati che descrivono il contesto green dei paesi; nello specifico sono stati considerati i seguenti campi: rifiuti, energia, emissioni, organizzazioni/prodotti, trasporti, protezione ambientale, edifici/biologico. L elenco non è ovviamente esaustivo così come gli indicatori che, per ciascuna di queste aree, sono stati esaminati in questo studio. Si è cercato comunque di includere un pool significativo di indicatori quantitativi che consentisse una buona comparabilità: rispetto ai 560 valori esaminati nello studio (20 indicatori per 28 paesi) solamente 8 di questi (poco più dell 1,4%) non erano disponibili (in questi casi per il calcolo dell indice è stata assegnata di default la media UE); nel caso di due indicatori invece è stato necessario, per un solo paese (dunque per soli due valori), utilizzare il dato dell anno precedente. Si fa presente che gli indicatori inseriti in questo studio fanno riferimento agli ultimi disponibili alla data del 15/06/2015 e che alcuni di questi potrebbero subire delle modifiche in quanto provvisori o soggetti a revisione. Per le ragioni indicate, questa classifica non deve essere considerata come esaustiva ma piuttosto come il tentativo di misurare alcuni aspetti della green economy secondo un metro il quanto più possibile comune. Dallo studio emergono comunque molti aspetti interessanti che puntualizzano come la green economy possa essere un patrimonio di tutti i paesi, dal momento che anche quelli che presentano una performance generale inferiore alla media registrano alcuni aspetti positivi. Quindi, al di là del risultato generale, anche le classifiche parziali (illustrate nelle Tabelle 3 e 4 dello studio) possono offrire alcuni spunti per migliorare ed incentivare alcuni aspetti che riguardano la promozione della green economy. 12

14 APPENDICE: Metodologia di realizzazione del GREEN ECONOMY INDEX IN THE EU Per la creazione del Green Economy Index in the EU, calcolato come sintesi di 20 indicatori quantitativi sul tema della green economy si è proceduto attraverso la seguente metodologia. 1. Standardizzazione degli indicatori - al fine di uniformare le variabili, sono stati calcolati i valori standardizzati per ciascun indicatore (z =[(x - media)/(scarto quadratico medio)]. Attraverso questa procedura statistica è possibile confrontare variabili identiche appartenenti a distribuzioni diverse, ma anche variabili diverse o variabili espresse in unità di misura differenti. Si è tenuto conto del segno degli indicatori: ad esempio, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rappresenta un fattore positivo ed è preso con il segno "+"; di converso, la % di rifiuti destinati a discarica rappresenta un fattore negativo e quindi è preso con il segno "-". 2. Riproporzionamento al fine di confrontare i valori assunti dagli indicatori standardizzati in una scala di eguale distribuzione, si è proceduto a calcolare la differenza tra i singoli valori standardizzati z e il valore minimo della loro distribuzione; il risultato è stato diviso per la differenza tra il valore massimo e il valore minimo di ciascuna distribuzione e successivamente moltiplicato per 100 per renderne più semplice la lettura. 3. Costruzione dell'indicatore di sintesi - l'indicatore di sintesi è costruito come media aritmetica semplice dei dati standardizzati e riproporzionati. 13

15 Tabella 3. I dati indicatore per indicatore Rank Green Economy Index in the EU (2015) AREA RIFIUTI ENERGIA Nr indicatore Indicatore Rifiuti urbani generati Raccolta differenziata Rifiuti in discarica Energia elettrica rinnovabile Energia rinnovabile su consumi energetici Energy intensity (consumo lordo di energia su PIL) 1 Austria ,1 8,0 68,1 32,6 123,9 2 Svezia ,5 8,5 61,8 52,1 143,9 3 Italia ,4 23,5 31,3 16,7 117,2 4 Danimarca ,3 5,6 43,1 27,2 86,6 5 Romania 272 2,6 49,0 37,5 23,9 334,7 6 Slovenia ,7 11,7 32,8 21,5 225,8 7 Spagna ,0 43,0 36,4 15,4 128,9 8 Lettonia ,9 39,8 48,8 37,1 310,6 9 Paesi Bassi ,8 2,9 10,1 4,5 149,5 10 Finlandia ,5 11,5 31,1 36,8 205,9 11 Repubblica Ceca ,2 30,3 12,8 12,4 353,8 12 Regno Unito ,5 36,0 13,9 5,1 102,7 13 Portogallo ,8 38,3 49,2 25,7 151,4 14 Belgio ,0 7,9 12,3 7,9 173,1 15 Lituania ,8 57,9 13,1 23,0 266,4 16 Germania ,5 9,7 25,6 12,4 130,6 17 Francia ,6 27,5 16,9 14,2 143,0 18 Grecia ,3 78,9 21,2 15,0 151,3 19 Ungheria ,4 60,3 6,6 9,8 256,6 20 Slovacchia ,8 52,6 20,8 9,8 337,2 21 Irlanda ,6 52,0 20,9 7,8 82,4 22 Croazia ,9 62,7 38,7 18,0 219,5 23 Cipro ,4 58,6 6,6 8,1 154,1 24 Polonia ,2 29,5 10,7 11,3 294,7 25 Estonia ,4 74,5 13,0 25,6 512,7 26 Malta ,4 93,2 1,6 3,8 143,6 27 Lussemburgo ,9 1,2 5,3 3,6 127,6 28 Bulgaria ,5 88,1 18,9 19,0 610,6 Unione Europea (28) ,8 28,2 25,4 15,0 141,6 Elaborazione Fondazione Impresa su fonti varie (segue)

16 Rank Green Economy Index in the EU (2015) AREA EMISSIONI ORGANIZZAZIONI E PRODOTTI Nr indicatore Indicatore Carbon intensity PM10 emesso da imprese e famiglie Emissioni medie di CO2 per nuove auto immatricolate Siti con registrazione EMAS Organizzazioni certificate ISO Export da eco-industrie 1 Austria ,6 96,6 126,5 0,75 2 Svezia ,3 12,8 386,1 0,53 3 Italia ,4 31,6 413,2 0,59 4 Danimarca ,7 80,3 144,9 0,99 5 Romania ,2 0,2 436,8 0,23 6 Slovenia ,6 5,8 227,3 0,57 7 Spagna ,4 33,3 343,5 0,30 8 Lettonia ,1 0,5 146,3 0,18 9 Paesi Bassi ,1 0,2 144,2 0,22 10 Finlandia ,8 4,6 262,0 0,66 11 Repubblica Ceca ,6 5,9 455,7 0,54 12 Regno Unito ,3 4,1 264,1 0,69 13 Portogallo ,2 10,5 126,4 0,32 14 Belgio ,0 33,6 103,3 0,30 15 Lituania ,9 7,7 218,4 0,30 16 Germania ,1 22,4 97,3 0,95 17 Francia ,4 0,4 124,7 0,61 18 Grecia ,9 72,5 93,3 0,14 19 Ungheria ,4 3,2 197,3 0,72 20 Slovacchia ,2 0,4 267,1 0,31 21 Irlanda ,6 0,9 152,0 0,37 22 Croazia ,1 n.d. 194,3 0,17 23 Cipro ,2 81,2 65,8 0,12 24 Polonia ,4 2,8 58,3 0,28 25 Estonia ,9 3,8 333,3 0,21 26 Malta ,4 2,4 83,1 0,03 27 Lussemburgo ,4 7,6 165,7 1,23 28 Bulgaria ,7 0,4 188,5 0,11 Unione Europea (28) ,0 17,1 218,2 0,44 Elaborazione Fondazione Impresa su fonti varie (segue) n.d.: dati non disponibili (ai fini del calcolo dell indice è stato imputato il dato medio UE). 15

17 Rank Green Economy Index in the EU (2015) AREA TRASPORTI PROTEZIONE AMBIENTALE EDIFICI E BIOLOGICO Nr. indicatore Indicatore Incidenza trasporto passeggeri auto Merci su ferrovia Emissioni di gas ad effetto serra da trasporti Spesa per la protezione ambientale Tasso di copertura della spesa per la protezione ambientale Consumo energetico famiglie (proxy efficientamento edifici) Built-up area (edifici e serre) Superficie coltivata biologicamente 1 Austria 77,4 42, ,42 16, ,1 19,46 2 Svezia 84,0 38, ,33 13, ,4 16,34 3 Italia 80,4 13, ,88 27, ,7 10,29 4 Danimarca 80,0 13, ,54 13, ,4 6,40 5 Romania 82,3 21, ,95 49, ,0 2,06 6 Slovenia 86,3 19, ,80 23, ,8 8,37 7 Spagna 80,7 4, ,26 16, ,3 6,47 8 Lettonia 77,3 60, ,68 27, ,3 11,04 9 Paesi Bassi 86,2 4, ,44 38, ,2 2,56 10 Finlandia 84,9 27, ,59 18, ,3 9,02 11 Repubblica Ceca 73,6 20, ,51 20, ,6 11,16 12 Regno Unito 86,0 13, ,93 35, ,3 3,30 13 Portogallo 89,1 5, ,48 20, ,4 8,10 14 Belgio 77,4 15, ,70 30, ,1 4,56 15 Lituania 91,4 33, ,94 55, ,6 5,74 16 Germania 85,7 23, ,33 (*) 15,1 (*) 728 2,6 6,35 17 Francia 85,2 15, ,58 29, ,7 3,86 18 Grecia 81,3 1, n.d. n.d ,1 4,63 19 Ungheria 67,5 20, ,39 14, ,7 3,32 20 Slovacchia 77,8 21, ,31 16, ,5 8,79 21 Irlanda 83,2 1, n.d. n.d ,2 1,28 22 Croazia 85,5 17, ,32 9,7 403 n.d 3,06 23 Cipro 81,5 n.d ,58 19, ,5 2,69 24 Polonia 79,6 17, ,53 20, ,5 4,28 25 Estonia 83,9 44, ,31 11, ,4 16,01 26 Malta 83,0 n.d ,20 38, ,0 0,36 27 Lussemburgo 82,9 2, ,53 21, ,7 3,40 28 Bulgaria 80,9 9, ,60 20, ,9 1,85 Unione Europea (28) 83,2 17, ,68 27, ,5 5,70 Elaborazione Fondazione Impresa su fonti varie n.d.: dati non disponibili (ai fini del calcolo dell indice è stato imputato il dato medio UE). Germania dato 2010 (no 2011). 16

18 Tabella 4. Il posizionamento dei paesi UE indicatore per indicatore Rank Green Economy Index in the EU (2015) AREA RIFIUTI ENERGIA Nr. indicatore Indicatore Rifiuti urbani generati Raccolta differenziata Rifiuti in discarica Energia elettrica rinnovabile Energia rinnovabile su consumi energetici Energy intensity (consumo lordo di energia su PIL) 1 Austria Svezia Italia Danimarca Romania Slovenia Spagna Lettonia Paesi Bassi Finlandia Repubblica Ceca Regno Unito Portogallo Belgio Lituania Germania Francia Grecia Ungheria Slovacchia Irlanda Croazia Cipro Polonia Estonia Malta Lussemburgo Bulgaria Elaborazione Fondazione Impresa su fonti varie (segue) 17

19 Rank Green Economy Index in the EU (2015) AREA EMISSIONI ORGANIZZAZIONI E PRODOTTI Nr. indicatore Indicatore Carbon intensity PM10 emesso da imprese e famiglie Emissioni medie di CO2 per nuove auto immatricolate Siti con registrazione EMAS Organizzazioni certificate ISO Export da eco-industrie 1 Austria Svezia Italia Danimarca Romania Slovenia Spagna Lettonia Paesi Bassi Finlandia Repubblica Ceca Regno Unito Portogallo Belgio Lituania Germania Francia Grecia Ungheria Slovacchia Irlanda Croazia n.d Cipro Polonia Estonia Malta Lussemburgo Bulgaria Elaborazione Fondazione Impresa su fonti varie (segue) 18

20 Rank Green Economy Index in the EU (2015) AREA TRASPORTI PROTEZIONE AMBIENTALE EDIFICI E BIOLOGICO Nr. indicatore Indicatore Incidenza trasporto passeggeri auto Merci su ferrovia Emissioni di gas ad effetto serra da trasporti Spesa per la protezione ambientale Tasso di copertura della spesa per la protezione ambientale Consumo energetico famiglie (proxy efficientamento edifici) Built-up area (edifici e serre) Superficie coltivata biologicamente 1 Austria Svezia Italia Danimarca Romania Slovenia Spagna Lettonia Paesi Bassi Finlandia Repubblica Ceca Regno Unito Portogallo Belgio Lituania Germania Francia Grecia n.d. n.d Ungheria Slovacchia Irlanda n.d. n.d Croazia n.d Cipro 13 n.d Polonia Estonia Malta 16 n.d Lussemburgo Bulgaria Elaborazione Fondazione Impresa su fonti varie 19

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