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1 1 MESE IN 10 IMMAGINI Con 1 mese in 10 immagini SYZ Wealth Management presenta una panoramica mensile dell attività economica mondiale. Visto che un immagine può valere più di mille parole, selezioniamo 10 grafici che presentano i dati più significativi dell attualità economica e finanziaria del mese precedente, corredati da un breve commento esplicativo. Index 1. Crescita mondiale : nessun sostegno atteso dalle spese pubbliche Stati Uniti : netto scarto tra crescita di posti di lavoro e utili Eurozona : la ripresa ciclica è proseguita nel 3 trimestre Giappone : una crescita ancora modesta ma che fa ben sperare Economie emergenti : segnali di stabilizzazione dell attività manifatturiera Obbligazioni : drastico calo del debito ad alto rendimento...4 Pubblicazione curata dal team Ricerca e analisi Autori : Adrien Pichoud, Chief Economist Wanda Mottu, Senior Analyst Maurice Harari, Analyst SYZ Wealth Management Tel. +41 (0) info@syzgroup.com 7. Petrolio : minimi storici del 2008 a un passo Metalli preziosi : l oro crolla prima del vertice della Federal Reserve Materie prime : gli avanzi di partite correnti dei paesi del golfo tendono a scomparire Mercato azionario : sottoperformance del mercato britannico Crescita mondiale : nessun sostegno atteso dalle spese pubbliche La crescita mondiale oscilla, da quattro anni, intorno al 3% annuo, senza riuscire ad accelerare in modo decisivo ; le prospettive per l anno prossimo non sono molto più incoraggianti. Questo ritmo di crescita non è sufficiente per compensare la capacità di produzione in eccesso e l elevato livello di disoccupazione presenti in numerose economie, condizione necessaria per il ritorno di un circolo virtuoso utili-investimenti-posti di lavoro. Molteplici sono le cause di questa situazione ; tuttavia, in un tale contesto, colpisce in particolare un aspetto delle politiche economiche, ossia l impatto negativo, nella maggior parte delle grandi economie, delle politiche di bilancio sulla crescita. Questo freno all attività, quando invece ci sarebbe bisogno di un sostegno fiscale, è il risultato di decenni di debiti pubblici strutturali, che hanno portato l indebitamento degli Stati a livelli eccessivamente elevati per disporre, oggi, di margini di manovra reali. Pertanto, negli Stati Uniti e nel Regno Unito, la politica fiscale ha avuto, nel complesso, un impatto negativo sulla crescita dal Nell eurozona, dopo una rigida cura a base di austerità, le politiche di bilancio hanno prodotto, nel migliore dei casi, un impatto neutro, mentre in Giappone l allentamento monetario iniziato nel 2014 è stato compensato da una marcata stretta di bilancio. Persino nei paesi emergenti si cerca di contenere le spese pubbliche, compreso in Cina, dove il governo ha di recente espresso l intenzione di privilegiare i cali dei tassi piuttosto che i piani di rilancio. Ovunque regna una situazione di supremazia monetaria, dove la responsabilità di raggiungere gli obiettivi in termini di crescita e inflazione viene lasciata nelle mani delle banche centrali. Impatto della politica fiscale sulla crescita annuale del PIL CHI JPN IND 1.0 UK EMU US BRA Source: IMF 1

2 2. Stati Uniti : netto scarto tra crescita di posti di lavoro e utili Il 2015 sarà ricordato come un anno particolare per l economia americana. Per quanto la crescita del PIL sarà vicina a quella dell anno scorso (+2,1% secondo la Federal Reserve rispetto a +2,4% nel 2014), i fattori di tale crescita risulteranno ampiamente diversi. Stati Uniti : variazione annua di posti di lavoro e utili delle aziende non finanziarie Il crollo dei prezzi del petrolio e l apprezzamento del dollaro (rispettivamente -47% e +12%, espressi come valore medio annuo rispetto al 2014), hanno sensibilmente pesato, nel 2015, sul settore dell Energia e sulle aziende industriali esportatrici. Questo si è tradotto in un forte rallentamento dell attività industriale (ISM manifatturiero sceso in territorio negativo), nonché degli utili delle aziende. Nel 2015, gli utili delle aziende non finanziarie americane hanno registrato, per la prima volta dalla recessione del 2009, una flessione. Al contrario, i consumi delle famiglie hanno subito un accelerazione, sostenuti dal persistente calo della disoccupazione, da condizioni di finanziamento sempre molto favorevoli che hanno alimentato il credito al consumo, nonché dai minori prezzi dell energia. Il settore dei servizi ha conseguito pertanto una forte crescita ; fino ad allora, l ISM non manifatturiero mostrava un divario molto ampio rispetto al suo omonimo manifatturiero. A seguito di questo scarto, la correlazione tra crescita dei posti di lavoro e di quella degli utili è venuta meno (fenomeno meno insolito ma ugualmente spettacolare). I consumi e i servizi sono stati, forse nel 2015 più che mai, i motori dell economia americana. Una situazione che dovrebbe confermarsi anche nel Eurozona : la ripresa ciclica è proseguita nel 3 trimestre Dalla fine del 2014, l eurozona è finalmente tornata a crescere. La conclusione dell austerità di bilancio, il persistente allentamento monetario, il calo dell euro e il crollo dei prezzi dell energia hanno contribuito a creare un ambiente favorevole all attività. Variazione annua del PIL reale nelle 4 principali economie dell eurozona La pubblicazione dei PIL nazionali per il 3 trimestre del 2015 ha confermato questa dinamica : tutte le grandi economie hanno fatto registrare una crescita vicina o superiore al loro potenziale. La Spagna si è dimostrata ancora l economia più dinamica dell Unione monetaria, con un PIL in aumento dello 0,8%. La Germania e la Francia hanno conseguito un incremento dello 0,3%, mentre l Italia (+0,2%) conserva una dinamica leggermente positiva. Alla fine del 3 trimestre, il PIL dell eurozona è pertanto salito dell 1,6% su base annua. Per il 2016, sembra tuttavia improbabile un accelerazione dell attuale ritmo di crescita : l impatto del calo dell euro e dei prezzi del petrolio si attenuerà progressivamente, i tassi di disoccupazione restano elevati e il credito, per quanto sia in aumento, è ancora limitato dai vincoli normativi imposti alle banche. Una stabilizzazione della crescita intorno all attuale livello (superiore alla crescita potenziale dell eurozona) sembra al contrario un ipotesi realistica e permetterà di ridurre gradualmente il ritardo accumulato negli scorsi anni. A volte bisogna sapersi accontentare. 2

3 4. Giappone : una crescita ancora modesta ma che fa ben sperare Dal 2008, l economia giapponese oscilla tra espansione e contrazione. Nel periodo, il paese ha subito quattro recessioni (che si sono tradotte in un calo del PIL per 2 trimestri consecutivi), ma evidenzia, dalla primavera del 2009, un aumento medio del PIL su base annua pari all 1,5%. Il prodotto interno lordo è inoltre tornato ai massimi fatti registrare a inizio Giappone : variazione annua del PIL reale e indice Tankan rappresentativo dell attività delle aziende Nel 3 trimestre del 2015, grazie ai consumi delle famiglie, il PIL ha registrato un incremento dello 0,3% (rispetto a una stima iniziale pari a -0,2%). Su base annua, il paese nipponico evidenzia una crescita dell 1,6%. Per quanto le politiche economiche adottate dal governo Abe dal 2013 abbiano avuto un impatto contrastante sui diversi settori dell economia, al momento il bilancio è, nel complesso, positivo, anche se non ancora all altezza delle aspettative. La dinamica è particolarmente incoraggiante sul fronte delle aziende, come dimostrano il netto recupero degli utili e le molteplici indagini sull attività (soprattutto l indagine Tankan). La flessione dello yen (aumento dei prezzi dei prodotti importati) e la stretta della politica fiscale (incremento dell IVA) hanno pesato sul potere d acquisto delle famiglie. Tuttavia, è stato questo il prezzo da pagare per uscire dalla trappola deflazionistica e, in caso di successo, si assisterà a un aumento dei salari che consentirà alle famiglie di beneficiare del ritorno di uno scenario economico più favorevole. 5. Economie emergenti : segnali di stabilizzazione dell attività manifatturiera Nel complesso, l attività mondiale cresce a un ritmo moderato. Le economie emergenti non sono più, come nel recente passato, il principale motore della crescita, anche se determinati paesi evidenziano una tendenza positiva o registrano un espansione (Russia e India). Gli ultimi dati pubblicati a novembre mostrano dei timidi segnali di stabilizzazione, seppur a livelli inferiori rispetto al loro potenziale (eccetto per il Brasile che continua a essere in recessione). Le economie sviluppate danno in questo momento prova di maggiore dinamismo. PMI manifatturiero delle economie emergenti (Brasile, Russia, India e Cina) In linea generale, le recenti debolezze del settore manifatturiero sono attribuibili al crollo dei prezzi delle materie prime, alla scarsa crescita della regione emergente e al rallentamento del volume del commercio mondiale. Il settore dei servizi dimostra invece una maggiore tenuta, come nelle economie sviluppate, sostenuto da una solida domanda interna, in particolare in Cina. Una tale situazione è associata al processo di transizione dell economia cinese, dove l importanza relativa del settore manifatturiero diminuirà progressivamente in favore del settore terziario. 3

4 6. Obbligazioni : drastico calo del debito ad alto rendimento A novembre, l indice BofAML US High Yield ha fatto registrare una performance negativa del 2,3% chiudendo con il segno meno il quinto mese su sei. Anche la performance su base annua dell indice HY si colloca in territorio negativo al -2,1%. Performance da inizio anno del debito ad alto rendimento Negli Stati Uniti, le azioni (+0,3%), il debito corporate (-0,2%) e il debito pubblico (-0,4%) hanno offerto tutti performance superiori rispetto al debito ad alto rendimento. Da un punto di vista settoriale, tutti i settori hanno terminato il mese in territorio negativo ; l energia ha conseguito il calo più elevato (-4,0%), seguita da telecomunicazioni (-3,8%) e materiali industriali (-3,2%). I due fattori che nel mese hanno maggiormente contribuito a questa flessione sono stati la forte probabilità che la politica dei tassi d interesse zero negli Stati Uniti giunga al termine e il calo più marcato dei prezzi delle materie prime (-13,2% per il WTI e -6,7% per i metalli industriali nel mese). Inoltre, la situazione è stata ulteriormente peggiorata dai flussi in uscita da questa classe di attivi (-2,4 mia USD a novembre e -3,5 mia USD da inizio anno). Come succede spesso in questa classe di attivi, per usare una metafora, la fuga provocata dal panico ha causato tanti danni quanto l incendio : quando servono, le vie di uscita (ossia la liquidità) non sono mai abbastanza grandi. 7. Petrolio : minimi storici del 2008 a un passo Come anticipato nella nostra pubblicazione di settembre, il rimbalzo del prezzo del petrolio si sarebbe rivelato di breve durata. A novembre, le quotazioni del greggio sono nuovamente calate, con il WTI e il barile di Brent che hanno perso il 10%, portando la performance da inizio anno a -20%. Oil price : Brent vs. WTI Sul fronte dei fondamentali, la situazione non ha subito al momento sostanziali variazioni : l offerta resta infatti eccessiva. L OPEC ha, fino ad ora, rifiutato di adeguare i livelli di produzione, malgrado le insistenti richieste di alcuni paesi membri di aumentare i prezzi (Iran, Venezuela, Ecuador e Algeria). La politica dell Arabia Saudita, il maggiore produttore di petrolio dell organizzazione, è chiara : non ridurrà la produzione ed è pronta a sostenere un ulteriore calo dei prezzi per difendere le sue quote sul mercato petrolifero mondiale (soprattutto dal petrolio russo e americano). Per quanto concerne la domanda, il rallentamento economico dei mercati emergenti, e più nello specifico quello della Cina, continua a pesare sulle quotazioni, alla pari degli elevati livelli di riserve petrolifere ovunque nel mondo. Nell attuale contesto, è difficile prevedere l andamento delle quotazioni del petrolio nei prossimi mesi. Il timore che questa guerra dei prezzi prosegua anche nel 2016 è ancora ampiamente presente sui mercati. 4

5 8. Metalli preziosi : l oro crolla prima del vertice della Federal Reserve L oro non è stato risparmiato dal netto calo che ha interessato le materie prime e dalle aspettative di una normalizzazione della politica monetaria. A fine novembre, è sceso pertanto a USD 1066, il minimo storico dal Il crollo del metallo giallo si è accentuato da metà ottobre, sulla scia delle dichiarazioni della Federal Reserve, che lasciavano intendere un possibile aumento dei tassi a partire da dicembre. Gold vs Dollar Index Bene rifugio per antonomasia, l oro patisce l imminente rialzo dei tassi negli Stati Uniti e un contesto caratterizzato da un inflazione (molto) debole. Come tutte le materie prime, anche questo metallo tende a deprezzarsi quando il dollaro aumenta di valore e viceversa. Poiché, a inizio anno, il mercato ha cominciato a puntare su un imminente aumento dei tassi d interesse americani, il biglietto verde si è sensibilmente apprezzato nel corso dei dodici mesi, rispetto a gran parte delle altre valute (Dollar Index +11%), mentre l oro ha perso il 10% del suo valore nello stesso periodo. Attivo privilegiato in caso di crisi economica, perdita di fiducia nel sistema monetario, ma anche in presenza di timori di pressioni inflazionistiche, l oro ha perso il suo fascino agli occhi di alcuni investitori. Tuttavia, per quanto l attuale contesto non sia favorevole per il metallo giallo, è ancora presto per voltargli definitivamente le spalle. L ambiente economico è sicuramente migliorato dallo scoppio della crisi nel 2008, ma le incertezze che circondano la crescita cinese e il suo impatto sull economia globale potrebbero provocare una fuga verso i titoli rifugio come l oro. 9. Materie prime : gli avanzi di partite correnti dei paesi del golfo tendono a scomparire Dal 2011 a fine 2013, il prezzo dell energia è oscillato in una fascia relativamente ampia. Dall anno scorso, si è manifestata una tendenza ribassista che ha spinto i prezzi sotto gli USD 40. Arabia Saudita : bilancio/pil e saldo delle partite correnti/pil (%) rispetto al prezzo del petrolio In un contesto caratterizzato da un offerta eccessiva (livelli di scorte elevati, produzione stabile), la volontà dei paesi del Golfo di indebolire (se non escludere) i produttori di minori dimensioni e quelli che producono petrolio di scisto ha pesato sensibilmente sui prezzi. Questo squilibrio tra offerta e domanda dovrebbe accentuarsi con il probabile ritorno dell Iran sul mercato internazionale nel corso del prossimo anno. Anche quando i prezzi del petrolio oscillavano intorno a USD 100, questa soglia non era sufficiente per equilibrare il bilancio di un paese come l Arabia Saudita, che dipende essenzialmente dal settore petrolifero, nonostante costi di estrazione tra i più bassi al mondo. Il bilancio saudita ha iniziato a deteriorarsi nel 2012, passando da un avanzo (superiore al +10% del PIL) a un forte disavanzo (inferiore al -10% del PIL). Pertanto, l Arabia Saudita si è finanziata, per la prima volta dal 2007, sul mercato del debito, dal quale ha attinto l equivalente di 25 mia USD che sono serviti per ridurre in parte questo disavanzo... Poiché le performance pregresse non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri, questo nuovo percorso di bilancio è fonte di preoccupazioni. 5

6 10. Mercato azionario : sottoperformance del mercato britannico L indice azionario britannico ha offerto una performance negativa (-3,2%) da inizio anno, alla pari dei mercati azionari emergenti (-6,8%), sottoperformando le azioni mondiali (+2,5%) e quelle europee (+12,5%). Performance da inizio anno degli indici FTSE 100, MSCI EM e MSCI Monde Gran parte di questa sottoperformance è attribuibile al crollo dei prezzi delle materie prime. Difatti, con il 12,8% di società petrolifere e il 4,5% di società operative nel segmento dei materiali industriali, l indice inglese presenta una forte esposizione a questi titoli, al contrario dell indice europeo (rispettivamente 5,1% e 1,7%). Insieme, il peso di questi due settori sull indice FTSE 100 supera in larga misura quello delle banche. Inoltre, l esposizione delle aziende britanniche ai Mercati emergenti, in termini di capitalizzazione di borsa, è pari a circa il 40%. Infine, è venuto meno il sostegno dell effetto valutario alle società esportatrici inglesi, penalizzate dall apprezzamento della GBP rispetto all EUR (+10,6% da inizio anno). Di conseguenza, i titoli come Anglo American, BHP Billiton, Glencore o Rio Tinto hanno perso terreno a novembre : -25,2% (-66,0% da inizio anno), -23,4% (-38,5%), -14,0% (-67,5%), -6,4% (-26,4%). Inoltre, la sottoperformance di questo indice non è probabilmente giunta al termine. Gli investitori potrebbero continuare a penalizzare le azioni inglesi che offrono valorizzazioni elevate, in ragione di rischi sempre presenti : referendum su una possibile Brexit, misure monetarie sempre meno accomodanti e disavanzo delle partite correnti degno di un paese emergente. Il presente documento di marketing è stato redatto dal Gruppo SYZ (di seguito denominato «SYZ»). Esso non è destinato alla distribuzione o all utilizzo da parte di persone fisiche o giuridiche cittadini o residenti in uno Stato, un Paese o una giurisdizione le cui leggi applicabili ne vietino la distribuzione, la pubblicazione, l emissione o l utilizzo. Spetta unicamente agli utenti verificare che siano legalmente autorizzati a consultare le informazioni nel presente. Il presente materiale ha esclusivamente finalità informative e non deve essere interpretato come un offerta o un invito per l acquisto o la vendita di uno strumento finanziario, o come un documento contrattuale. Le informazioni fornite nel presente non sono intese costituire una consulenza legale, fiscale o contabile e potrebbero non essere adeguate per tutti gli investitori. Le valutazioni di mercato, le durate e i calcoli contenuti nel presente rappresentano unicamente stime e sono soggetti a variazione senza preavviso. Si ritiene che le informazioni fornite siano attendibili; tuttavia, il Gruppo SYZ non ne garantisce la completezza o l esattezza. I rendimenti passati non sono indicativi di risultati futuri. 6

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