Renzo e l Adda. Alessandro Manzoni

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1 1 SEZIONE III - IL ROMNZO la storia i personaggi il tempo lo spazio il narratore e la focalizzazione le tecniche espressive la lingua e lo stile lessandro Manzoni Renzo e l dda L OPER Dopo un introduzione in cui il narratore finge di trascrivere la sua storia da un anonimo manoscritto del Seicento, la narrazione si articola in grossi blocchi narrativi caratterizzati da parallelismi e corrispondenze. Prima parte (capp. I-X) Don bbondio, curato di un paesino nei dintorni di Lecco, è minacciato dai bravi di un signorotto locale, don Rodrigo, perché non celebri il matrimonio tra due contadini e filatori di seta, Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. Il frate cappuccino fra Cri stoforo cerca invano di far recedere don Rodrigo dalle sue mire sulla ragazza; i due giovani organizzano allora, con l aiuto della madre di Lucia, gnese, un matrimonio a sorpresa: fallisce sia questo, sia il rapimento di Lucia da parte dei bravi di don Rodrigo. llora i due fidanzati con la madre fuggono a Monza: Lucia e gnese sono accolte in un convento sotto la protezione di Gertrude, una monaca di nobili origini, mentre Renzo è indirizzato a un convento di francescani a Milano. conclusione è narrata la storia di Gertrude e della sua monacazione forzata. Seconda parte (capp. XI-XIX) Renzo a Milano è coinvolto nei tumulti di San Martino per il prezzo del pane; arrestato, riesce a fuggire e a riparare presso il cugino Bortolo a Bergamo, nel territorio della Repubblica di Venezia. Don Rodrigo non desiste dai suoi piani: allontanato fra Cristoforo mediante un trasferimento a Rimini sollecitato grazie a parentele influenti, progetta il rapimento di Lucia dal convento di Monza chiedendo l aiuto di un potente signore della zona, chiamato l Innominato. La storia di questo personaggio costituisce la cerniera con la parte successiva. Terza parte (capp. XX-XXXII) Lucia viene rapita con la complicità di Gertrude e portata nel castello dell Innominato, dove fa voto di castità, ma le parole della fanciulla turbano il rapitore e lo inducono al pentimento; incontratosi col cardinale Federigo Borromeo, egli si converte e libera la sua vittima, che trova ospitalità prima in casa del sarto del villaggio, poi presso una coppia milanese, don Ferrante e donna Prassede. Renzo intanto, per sottrarsi alla giustizia, si è trasferito sotto falso nome in un altro paese del bergamasco. gnese, don bbondio e la sua serva Perpetua, rifugiatisi nel castello dell Innominato per evitare le violenze dei lanzichenecchi (soldati mercenari tedeschi) al ritorno trovano le loro case saccheggiate. Conclude la terza parte una digressione sulla peste. Quarta parte (capp. XXXIII-XXXVIII) L ultima parte vede riuniti nel lazzaretto a Milano Renzo, guarito dalla peste, in cerca di Lucia lì convalescente, don Rodrigo morente e fra Cristoforo anch egli malato, che scioglie Lucia dal voto. Muoiono, oltre a don Rodrigo, fra Cristoforo, don Ferrante e donna Prassede; è celebrato da don bbondio il matrimonio tra i due giovani, che si trasferiscono nel bergamasco e conducono da allora una vita tranquilla. IL BRNO Il testo che presentiamo è tratto dalla seconda parte del romanzo. Dopo i tumulti di Milano, Renzo si ferma in un osteria a Gorgonzola; qui apprende di essere ricercato come sovversivo e decide quindi di lasciare il paese e attraversare l dda, che costituiva il confine tra il Milanese e la Repubblica veneta, per raggiungere in un paese presso Bergamo il cugino Bortolo. L inizio del capitolo XVII narra appunto il cammino del protagonista verso l dda, le sue riflessioni e gli alterni sentimenti che l agitano. genere romanzo storico tratto da I Promessi Sposi anno luogo Italia

2 B CPITOLO UNO il romanzo storico asta spesso una voglia, per non lasciar ben avere 1 un uomo; pensate poi due alla volta, l una in guerra coll altra. Il povero Renzo n aveva, da molte ore, due tali in corpo, come sapete: la voglia di correre, e quella di star nascosto: e le sciagurate parole del mercante 2 gli avevano accresciuta oltremodo l una e l altra a un colpo. 3 Dunque la sua avventura aveva fatto chiasso; dunque lo volevano a qualunque patto; 4 chi sa quanti birri 5 erano in campo per dargli la caccia! quali ordini erano stati spediti di frugar ne paesi, nell osterie, per le strade! Pensava bensì che finalmente 6 i birri che lo conoscevano, eran due soli, e che il nome non lo portava scritto in fronte; ma gli tornavano in mente certe storie che aveva sentite raccontare, di fuggitivi colti e scoperti per istrane combinazioni, riconosciuti all andare, 7 all aria sospettosa, 8 ad altri segnali impensati: tutto gli faceva ombra. 9 Quantunque, nel momento che usciva di Gorgonzola, 10 scoccassero le ventiquattro, 11 e le tenebre che venivano innanzi, diminuissero sempre più que pericoli, ciò non ostante prese contro voglia la strada maestra, e si propose d entrar nella prima viottola che gli paresse condur dalla parte dove gli premeva di riuscire. 12 Sul principio, incontrava qualche viandante; ma, pieno la fantasia di quelle brutte apprensioni, 13 non ebbe cuore d abbordarne nessuno, per informarsi della strada. Ha detto sei miglia, colui, 14 pensava: se andando fuor di strada, dovessero anche diventar otto o dieci, le gambe che hanno fatto l altre, faranno anche queste. Verso Milano non vo di certo; dunque vo verso l dda. 15 Cammina, cammina, o presto o tardi ci arriverò. L dda ha buona voce; 16 e, quando le sarò vicino, non ho più bisogno di chi me l insegni. Se qualche barca c è, da poter passare, passo subito, altrimenti mi fermerò fino alla mattina, in un campo, sur una pianta, come le passere: meglio sur una pianta, che in prigione. Ben presto vide aprirsi una straducola a mancina; 17 e v entrò. quell ora, se si fosse abbattuto 18 in qualcheduno, non avrebbe più fatte tante cerimonie per farsi insegnar la strada; ma non sentiva anima vivente. ndava dunque dove la strada lo conduceva; e pensava. Io fare il diavolo! Io ammazzare tutti i signori! Un fascio di lettere, io! I miei compagni che mi stavano a far la guardia! 19 Pagherei qualche cosa a trovarmi a viso a viso con quel mercante, di là dall dda (ah quando l avrò passata quest dda benedetta!), e fermarlo, e domandargli con comodo dov abbia pescate tutte quelle belle notizie. Sappiate ora, mio caro signore, che la 2 on line 1. ben avere: star bene. 2. le sciagurate... mercante: nell osteria dove si era fermato, un mercante proveniente da Milano aveva raccontato di un capo della rivolta milanese ricercato dalla polizia: si trattava di Renzo! 3. a un colpo: improvvisamente. 4. a qualunque patto: a qualunque costo. 5. birri: sbirri, poliziotti. 6. finalmente: in fin dei conti. 7. all andare: dal modo di camminare. 8. sospettosa: che destava sospetti. 9. gli faceva ombra: gli suscitava angoscia. 10. Gorgonzola: centro a nord-est di Milano. 11. le ventiquattro: poiché le ore si contavano da un tramonto all altro, le ventiquattro sono circa le sei del pomeriggio. 12. gli premeva di riuscire: aveva premura di arrivare. 13. pieno la fantasia... apprensioni: con la fantasia piena di paura e sospetto. 14. colui: la persona a cui aveva chiesto informazioni. 15. dda: l affluente di sinistra del Po che esce dal lago di Como per il ramo di Lecco. 16. ha buona voce: lo si riconosce da lontano per lo scorrere della corrente. 17. mancina: sinistra. 18. si fosse abbattuto in: avesse incontrato. 19. Io fare... guardia!: Renzo, sdegnato, ripercorre mentalmente le false notizie diffuse sul suo conto e riferite dal mercante nell osteria appena lasciata.

3 3 SEZIONE III - IL ROMNZO 20. aiutar Ferrer: Renzo durante i tumulti si era adoprato per agevolare il passaggio della carrozza del cancelliere ntonio Ferrer. 21. mi vollero... scherzo: la folla aveva preso Renzo per una spia, o per il vicario di provvisione travestito, minacciandolo. 22. vicario di provvisione: magistrato incaricato del vettovagliamento della città che la folla milanese voleva linciare. 23. cabala: intrigo, macchinazione. In questo caso è la trama della rivolta. 24. Una lettera sola: è quella scritta da padre Cristoforo diretta al confratello Bonaventura del convento di Milano, per raccomandargli Renzo. 25. un religioso: fra Cristoforo. 26. insegnar... si sia: può insegnarvi la dottrina cristiana in qualunque occasione. 27. un altro religioso: padre Bonaventura. 28. affatto: del tutto. 29. noioso: molesto. 30. brezzolina sorda: venticello leggero e quasi impercettibile. 31. far poco servizio: giovare poco. 32. in quattro salti: rapidamente. 33. al tasto: a tentoni, alla cieca. 34. s abbatteva a: gli capitava di. 35. trasparente: che traspariva, s intravvedeva. 36. impannata: battente di una finestra in cui al posto dei vetri vi sia panno o carta. 37. fessolino: spiraglio della porta. 38. non ci si sarebbe risolto: non lo avrebbe fatto. 39. serbava quel partito... necessità: riservava quella decisione come soluzione estrema cosa è andata così e così, e che il diavolo ch io ho fatto, è stato d aiutar Ferrer, 20 come se fosse stato un mio fratello; sappiate che que birboni che, a sentir voi, erano i miei amici, perché, in un certo momento, io dissi una parola da buon cristiano, mi vollero fare un brutto scherzo; 21 sappiate che, intanto che voi stavate a guardar la vostra bottega, io mi faceva schiacciar le costole, per salvare il vostro signor vicario di provvisione, 22 che non l ho mai né visto né conosciuto. spetta che mi mova un altra volta, per aiutar signori... È vero che bisogna farlo per l anima: son prossimo anche loro. E quel gran fascio di lettere, dove c era tutta la cabala, 23 e che adesso è in mano della giustizia, come voi sapete di certo; scommettiamo che ve lo fo comparir qui, senza l aiuto del diavolo? vreste curiosità di vederlo quel fascio? Eccolo qui... Una lettera sola? Sì signore, una lettera sola; e questa lettera, se lo volete sapere, l ha scritta un religioso 25 che vi può insegnar la dottrina, quando si sia; 26 un religioso che, senza farvi torto, val più un pelo della sua barba che tutta la vostra; e è scritta, questa lettera, come vedete, a un altro religioso, 27 un uomo anche lui... Vedete ora quali sono i furfanti miei amici. E imparate a parlare un altra volta; principalmente quando si tratta del prossimo. Ma dopo qualche tempo, questi pensieri ed altri simili cessarono affatto: 28 le circostanze presenti occupavan tutte le facoltà del povero pellegrino. La paura d essere inseguito o scoperto, che aveva tanto amareggiato il viaggio in pieno giorno, non gli dava ormai più fastidio; ma quante cose rendevan questo molto più noioso. 29 Le tenebre, la solitudine, la stanchezza cresciuta, e ormai dolorosa: tirava una brezzolina sorda, 30 uguale, sottile, che doveva far poco servizio 31 a chi si trovava ancora indosso quegli stessi vestiti che s era messi per andare a nozze in quattro salti 32 e tornare subito trionfante a casa sua, e, ciò che rendeva ogni cosa più grave, quell andare alla ventura e, per dir così, al tasto, 33 cercando un luogo di riposo e di sicurezza. Quando s abbatteva a 34 passare per qualche paese, andava adagio adagio, guardando però se ci fosse ancora qualche uscio aperto; ma non vide mai altro segno di gente desta, che qualche lumicino trasparente 35 da qualche impannata. 36 Nella strada fuor dell abitato, si soffermava ogni tanto; stava in orecchi, per veder se sentiva quella benedetta voce dell dda; ma invano. ltre voci non sentiva, che un mugolio di cani, che veniva da qualche cascina isolata, vagando per l aria, lamentevole insieme e minaccioso. l suo avvicinarsi a qualcheduna di quelle, il mugolio si cambiava in un abbaiar frettoloso e rabbioso: nel passar davanti alla porta, sentiva, vedeva quasi, il bestione, col muso al fessolino 37 della porta, raddoppiar gli urli: cosa che gli faceva andar via la tentazione di picchiare, e di chieder ricovero. E forse, anche senza i cani, non ci si sarebbe risolto. 38 Chi è là? pensava: cosa volete a quest ora? Come siete venuto qui? Fatevi conoscere. Non c è osterie da alloggiare? Ecco, andandomi bene, quel che mi diranno, se picchio: quand anche non ci dorma qualche pauroso che, a buon conto, si metta a gridare: aiuto! al ladro! Bisogna aver subito qualcosa di chiaro da rispondere: e cosa ho da rispondere io? Chi sente un rumore la notte, non gli viene in testa altro che ladri, malviventi, trappole: non si pensa mai che un galantuomo possa trovarsi in istrada di notte, se non è un cavaliere in carrozza. llora serbava quel partito 39 all estrema necessità, e tirava innanzi, con la speranza di sco-

4 CPITOLO UNO il romanzo storico 4 on line lessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 da Giulia, figlia del marchese Cesare Beccaria ( ), autore del celebre libro Dei delitti e delle pene (1764) e dal conte Pietro Manzoni, molto più anziano della moglie; si pensò subito che il padre naturale fosse l intellettuale illuminista Giovanni Verri e nel 1792 i genitori si separarono legalmente. Dopo aver studiato in collegi religiosi, il giovane si accostò agli ideali della Rivoluzione francese e fece le sue prime prove letterarie: i poemetti Il trionfo della libertà (1801) e dda (1803) e quattro Sermoni ( ). Nel 1805 raggiunse a Parigi la madre che viveva lì con l intellettuale milanese Carlo Imbonati, il quale nel frattempo morì; Manzoni compose per lui il Carme in morte di Carlo Imbonati (1805) ed ebbe contatti con il gruppo di intellettuali repubblicani chiamati ideologi. Sposò nel 1808 la ginevrina Enrichetta Blondel, di confessione calvinista, mentre continuava a comporre opere di stampo neoclassico (Urania del 1809, Parteneide del 1810). Nel 1810 a Parigi avvenne la cosiddetta conversione, cioè il ritorno alla religione tradizionale. Parallelamente si verificò, a livello letterario, il suo avvicinamento ai temi del Romanticismo. Lasciata Parigi, Manzoni ricominciò a comporre nel solco della ritrovata fede e della poesia patriottica: i primi quattro Inni sacri (1815), prile 1814, Il proclama di Rimini; si accingeva anche alla stesura della prima tragedia, Il conte di Carmagnola, pubblicata poi nel 1820; dal ripensamento del suo intero sistema di idee nacquero le Osservazioni sulla morale cattolica (1817) e, in un nuovo soggiorno a Parigi, la Lettre à Monsieur Chauvet sur l unité de temps et de lieu dans la tragédie (1820); tornato a Milano, scrisse nel 1821 le maggiori poesie civili (Marzo 1821, Cinque maggio) e iniziò la prima stesura del romanzo, Fermo e Lucia; nel 1822 pubblicò la seconda tragedia delchi, il Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia e l inno La Pentecoste; impegnato dal 1824 al 1827 nella prima revisione del romanzo, negli anni successivi non compose testi letterari ad eccezione dei frammenti di due inni sacri, Il Natale del 1833 e Ognissanti; mentre si dedicava a opere di riflessione linguistica e storico-filosofica (il saggio incompiuto Della lingua italiana, Sentir messa, La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859), fu colpito da svariati lutti familiari (la morte di Enrichetta, della madre, di alcuni figli) e nel 1837 si risposò con la vedova Teresa Borri. Tra il 1840 e il 1842 pubblicò l edizione definitiva dei Promessi Sposi, nel 1850 scrisse opere di riflessione letteraria; fu nominato nel 1860 senatore del Regno d Italia e trascorse gli ultimi anni in una vita appartata di studi e circondato di pubblica stima, fino alla morte avvenuta a Milano nel prire almeno l dda, se non passarla, in quella notte; e di non dover andarne alla cerca, di giorno chiaro. Cammina, cammina: arrivò dove la campagna coltivata moriva in una sodaglia 40 sparsa di felci e di scope. 41 Gli parve, se non indizio, almeno un certo qual argomento 42 di fiume vicino, e s inoltrò per quella, seguendo un sentiero che l attraversava. Fatti pochi passi, si fermò ad ascoltare; ma ancora invano. La noia 43 del viaggio veniva accresciuta dalla salvatichezza 44 del luogo, da quel non veder più né un gelso, né una vite, né altri segni di coltura 45 umana, che prima pareva quasi che gli facessero una mezza compagnia. Ciò non ostante andò avanti; e siccome nella sua mente cominciavano a suscitarsi 46 certe immagini, certe apparizioni, lasciatevi in serbo dalle novelle sentite raccontar da bambino, così, per discacciarle, o per acquietarle, recitava, camminando, dell orazioni per i morti. poco a poco si trovò tra macchie 47 più alte, di pruni, di quercioli, di marruche. 48 Seguitando a andare avanti, e allungando il passo, con più impazienza che voglia, cominciò a veder tra le macchie qualche albero sparso; e andando ancora, sempre per lo stesso sentiero, s accorse di entrare in un bosco. Provava un certo ribrezzo 49 a inoltrarvisi; ma lo vinse e contro voglia andò avanti; ma più s inoltrava, più il ribrezzo cresceva, più ogni cosa gli dava fastidio. Gli alberi che vedeva in lontananza, gli rappresentavan 50 figure strane, deformi, mostruose; l annoiava 51 l ombra delle cime leggermente agitate, che tremo- 40. sodaglia: terreno incolto. 41. scope: saggine, cioè piante che si usano per fabbricare le scope. 42. argomento: prova. 43. noia: fastidio. 44. selvatichezza: mancanza di presenza dell uomo. 45. coltura: coltivazione. 46. suscitarsi: risvegliarsi. 47. macchie: cespugli. 48. pruni... marruche: arbusti spinosi e piccole querce. 49. ribrezzo: paura, orrore. 50. gli rappresentavan: gli ricordavano. 51. l annoiava: gli procurava disagio.

5 5 SEZIONE III - IL ROMNZO 52. odioso: fastidioso. 53. durassero fatica: facessero fatica. 54. raggrinzarle: farle rabbrividire. 55. uggia: inquietudine. 56. lo soverchiasse: lo vincesse. 57. Era... affatto: stava per lasciarsi andare del tutto. 58. richiamò... spiriti: fece appello al suo abituale coraggio. 59. gli tornò il polso: gli tornarono le forze. 60. la fiducia de pensieri: l ottimismo. 61. internarsi: addentrarsi. 62. riva profonda: alto argine. 63. diramando: privando dei rami. 64. prunaio: sterpaglia. 65. Se fosse... di meno: se fosse stato un fiume meno largo e pericoloso. 66. scendeva: sarebbe sceso. 67. guado: attraversamento. 68. che poteva ancora indugiare: che avrebbe dovuto attendere. 69. il rigore del sereno: freddo dell aria notturna. 70. costrutte: costruite. 71. mota: fango. 72. la raccolta: il raccolto. 73. guardarla: vigilarla. 74. La disegnò... albergo: la scelse subito come propria dimora. 75. rabbattuto: semplicemente accostato lava sul sentiero illuminato qua e là dalla luna; lo stesso scrosciare delle foglie secche che calpestava o moveva camminando, aveva per il suo orecchio un non so che d odioso. 52 Le gambe provavano come una smania, un impulso di corsa, e nello stesso tempo pareva che durassero fatica 53 a regger la persona. Sentiva la brezza notturna batter più rigida e maligna sulla fronte e sulle gote; se la sentiva scorrer tra i panni e le carni, e raggrinzarle, 54 e penetrar più acuta nelle ossa rotte dalla stanchezza, e spegnervi quell ultimo rimasuglio di vigore. un certo punto, quell uggia, 55 quell orrore indefinito con cui l animo combatteva da qualche tempo, parve che a un tratto lo soverchiasse. 56 Era per perdersi affatto; 57 ma atterrito, più che d ogni altra cosa, del suo terrore, richiamò al cuore gli antichi spiriti, 58 e gli comandò che reggesse. Così rinfrancato un momento, si fermò su due piedi a deliberare; e risolveva d uscir subito di lì per la strada già fatta, d andar diritto all ultimo paese per cui era passato, di tornar tra gli uomini, e di cercare un ricovero, anche all osteria. E stando così fermo, sospeso il fruscio de piedi nel fogliame, tutto tacendo d intorno a lui, cominciò a sentire un rumore, un mormorio, un mormorio d acqua corrente. Sta in orecchi; n è certo; esclama: «è l dda!» Fu il ritrovamento d un amico, d un fratello, d un salvatore. La stanchezza quasi scomparve, gli tornò il polso, 59 sentì il sangue scorrer libero e tepido per tutte le vene, sentì crescer la fiducia de pensieri, 60 e svanire in gran parte quell incertezza e gravità delle cose; e non esitò a internarsi 61 sempre più nel bosco, dietro all amico rumore. rrivò in pochi momenti all estremità del piano, sull orlo d una riva profonda; 62 e guardando in giù tra le macchie che tutta la rivestivano, vide l acqua luccicare e correre. lzando poi lo sguardo, vide il vasto piano dell altra riva sparso di paesi, e al di là i colli, e sur uno di quelli una gran macchia biancastra, che gli parve dover essere una città, Bergamo sicuramente. Scese un po sul pendio, e, separando e diramando, 63 con le mani e con le braccia, il prunaio, 64 guardò giù, se qualche barchetta si movesse nel fiume, ascoltò se sentisse batter de remi; ma non vide né senti nulla. Se fosse stato qualcosa di meno 65 dell dda, Renzo scendeva 66 subito, per tentarne il guado; 67 ma sapeva bene che l dda non era fiume da trattarsi così in confidenza. Perciò si mise a consultar tra sé, molto a sangue freddo, sul partito da prendere. rrampicarsi sur una pianta, e star lì a aspettar l aurora, per forse sei ore che poteva ancora indugiare, 68 con quella brezza, con quella brina, vestito così, c era più che non bisognasse per intirizzir davvero. Passeggiare innanzi e indietro, tutto quel tempo, oltre che sarebbe stato poco efficace aiuto contro il rigore del sereno, 69 era un richieder troppo da quelle povere gambe, che già avevano fatto più del loro dovere. Gli venne in mente d aver veduto, in uno de campi più vicini alla sodaglia, una di quelle capanne coperte di paglia, costrutte 70 di tronchi e di rami, intonacati poi con la mota, 71 dove i contadini del milanese usan, l estate, depositar la raccolta, 72 e ripararsi la notte a guardarla: 73 nell altre stagioni, rimangono abbandonate. La disegnò subito per suo albergo; 74 si rimise sul sentiero, ripassò il bosco, le macchie, la sodaglia; e andò verso la capanna. Un usciaccio intarlato e sconnesso, era rabbattuto, 75 senza chiave né catenaccio; Renzo l aprì, entrò; vide sospeso per aria, e sostenuto da ritorte di rami,

6 CPITOLO UNO il romanzo storico 6 on line un graticcio, a foggia d hamac, 76 ma non si curò di salirvi. Vide in terra un po di paglia; e pensò che, anche lì, una dormitina sarebbe ben saporita. Prima però di sdraiarsi su quel letto che la Provvidenza gli aveva preparato, vi s inginocchiò, a ringraziarla di quel benefizio, e di tutta l assistenza che aveva avuta da essa, in quella terribile giornata. Disse poi le sue solite divozioni; 77 e per di più, chiese perdono a Domeneddio di non averle dette la sera avanti; anzi, per dir le sue parole, d essere andato a dormire come un cane e peggio. E per questo, soggiunse poi tra sé; appoggiando le mani sulla paglia, e d inginocchioni mettendosi a giacere: per questo, m è toccata, la mattina, quella bella svegliata. 78 Raccolse poi tutta la paglia che rimaneva all intorno, e se l accomodò addosso, facendosene, alla meglio, una specie di coperta, per temperare 79 il freddo, che anche là dentro si faceva sentir molto bene; e vi si rannicchiò sotto, con l intenzione di dormire un bel sonno, parendogli d averlo comprato anche più caro del dovere. 80 Ma appena ebbe chiusi gli occhi, cominciò nella sua memoria o nella sua fantasia (il luogo preciso non ve lo saprei dire), cominciò, dico, un andare e venire di gente, così affollato, così incessante, che addio sonno. Il mercante, 81 il notaio, 82 i birri, 83 lo spadaio, 84 l oste, 85 Ferrer, il vicario, la brigata dell osteria, 86 tutta quella turba delle strade, 87 poi don bbondio, poi don Rodrigo: tutta gente con cui Renzo aveva che dire. 88 Tre sole immagini gli si presentavano non accompagnate da alcuna memoria amara, nette 89 d ogni sospetto, amabili in tutto; e due principalmente, molto differenti al certo, 90 ma strettamente legate nel cuore del giovine: una treccia nera e una barba bianca. 91 Ma anche la consolazione che provava nel fermare sopra di esse il pensiero, era tutt altro che pretta 92 e tranquilla. Pensando al buon frate, sentiva più vivamente la vergogna delle proprie scappate, della turpe intemperanza, 93 del bel caso che aveva fatto de paterni consigli di lui; 94 e contemplando l immagine di Lucia! non ci proveremo a dire ciò che sentisse: il lettore conosce le circostanze; se lo figuri. E quella povera gnese, come l avrebbe potuta dimenticare? Quell gnese, che l aveva scelto, che l aveva già considerato come una cosa sola con la sua unica figlia, e prima di ricever da lui il titolo di madre, n aveva preso il linguaggio e il cuore, e dimostrata co fatti la premura. 95 Ma era un dolore di più, e non il meno pungente, quel pensiero, che, in grazia 96 appunto di così amorevoli intenzioni, di tanto bene che voleva a lui, la povera donna si trovava ora snidata, 97 quasi raminga, 98 incerta dell avvenire, e raccoglieva guai e travagli da quelle cose appunto da cui aveva sperato il riposo e la giocondità 99 degli ultimi suoi anni. Che notte, povero Renzo! Quella che doveva esser la quinta delle sue nozze! Che stanza! Che letto matrimoniale! E dopo qual giornata! E per arrivare a qual domani, a qual serie di giorni! Quel che Dio vuole, rispondeva ai pensieri che gli davan più noia: 100 quel che Dio vuole. Lui sa quel che fa: c è anche per noi. Vada tutto in isconto de miei peccati. 101 Lucia è tanto buona! non vorrà poi farla patire un pezzo, 102 un pezzo, un pezzo! 103 da I Promessi Sposi, SEI, Torino sostenuto... a foggia d hamac: sorretto da rami ricurvi a forma di amaca (hamac in francese) 77. divozioni: preghiere. 78. quella bella svegliata: si era trovato al risveglio gli sbirri in camera. 79. temperare: mitigare. 80. del dovere: del dovuto. 81. Il mercante: quello dell osteria di Gorgonzola. 82. il notaio: un funzionario che svolgeva mansioni analoghe a un commissario di polizia. 83. i birri: quelli che erano venuti a svegliarlo la mattina per arrestarlo. 84. lo spadaio: una spia della polizia che aveva cercato di farsi rivelare l identità di Renzo spacciandosi per spadaio. 85. l oste: che voleva a tutti i costi registrare il suo nome. 86. la brigata dell osteria: gli avventori dell osteria che si erano fatti gioco di Renzo ubriaco. 87. turba delle strade: la folla incontrata per le strade di Milano. 88. aveva che dire: provava del risentimento. 89. nette: prive. 90. al certo: certamente. 91. una treccia... bianca: indicano rispettivamente Lucia e fra Cristoforo. 92. pretta: schietta. 93. turpe intemperanza: vergognosa mancanza di controllo. 94. del bel caso... di lui: della considerazione in cui aveva tenuto i suoi consigli. 95. e dimostrata co fatti la premura: e aveva dimostrato l affetto con i fatti. 96. in grazia: a causa. 97. snidata: allontanata dal nido, dalla sua casa. 98. raminga: vagabonda. 99. travagli: pene giocondità: serenità noia: sofferenza Vada... peccati: serva tutto a scontare i miei peccati un pezzo: a lungo.

7 7 SEZIONE III - IL ROMNZO STRUMENTI DI LETTUR Il personaggio I personaggi che troviamo nell opera di Manzoni, storici o d invenzione, possono schematicamente rientrare all interno di due ambiti: nel mondo del potere o nel mondo di quelli che subiscono la storia. In entrambi i casi appaiono fortemente ancorati al loro tempo e al contesto ambientale in cui sono inseriti: non sono mai astratti, sono individui concreti, rappresentati con le caratteristiche proprie della loro condizione sociale e approfonditi dal punto di vista psicologico. d un primo sguardo possono essere facilmente riconducibili a ruoli chiaramente definibili come l eroe, l antagonista, l aiutante, l oppositore, ma una maggiore attenzione rivela quanto questa classificazione risulti insufficiente a rendere conto della loro complessità. Renzo, l eroe, appartiene alla schiera dei personaggi che subiscono la storia. Per gran parte della vicenda appare destinato a essere una vittima, ma nel corso del romanzo si rivela capace di decidere, diventando protagonista delle proprie scelte. Egli è un personaggio estremamente dinamico che, grazie al superamento delle avversità che gli si presentano, porta a termine il proprio percorso di formazione: da giovane inesperto ad adulto consapevole e in grado a sua volta di svolgere una funzione educativa attraverso la costruzione di una famiglia propria. Nel brano letto Renzo, ricercato dalla giustizia milanese, fugge verso l dda alla ricerca della libertà nel territorio della Repubblica veneta. Questo episodio dà a Manzoni l opportunità per un approfondimento psicologico del suo personaggio: egli è rappresentato in preda a sentimenti contrastanti, teso e nello stesso tempo profondamente lucido, in uno sforzo estremo che costituisce la sua sola possibilità di sopravvivenza. Lo spazio I luoghi in cui si svolge la vicenda sono in buona parte i territori intorno a Lecco, Milano, Monza, l dda. Essi vengono descritti con la precisione di chi li ama e li conosce di persona, che attribuisce loro un carattere concreto e riconoscibile. Talvolta assumono connotazioni simboliche: la strada è un occasione di esperienza, il paese è un luogo protettivo contrapposto alla città luogo del rischio. Nel brano Renzo lascia la città, si allontana gradatamente dai luoghi abitati e si addentra nel bosco per raggiungere l dda, quel corso d acqua che simbolicamente costituisce il passaggio dall esperienza negativa del mondo nella sua realtà storica all esperienza della libertà. Pertanto l attraversamento dell dda riveste un importanza chiave nell evoluzione della vicenda del protagonista. Infine l intero percorso che Renzo si trova ad affrontare, ritmato dal «Cammina, cammina» dei righi 22 e 85 si configura quasi come una prova che egli, come il protagonista di una fiaba, deve compiere per raggiungere la meta desiderata. Il narratore e la focalizzazione La voce narrante dell intero romanzo è costituita da un narratore che interviene con anticipazioni, commenti, valutazioni e interpretazioni dei fatti. Talvolta però egli adotta il punto di vista, parziale e limitato, di uno dei personaggi per cui la percezione della realtà, degli eventi e dei luoghi che compaiono sulla scena risulta filtrata da quella prospettiva particolare, proprio come accade nel brano letto. Le tecniche espressive Per riportare i pensieri e lo stato d animo del protagonista e al tempo stesso coinvolgere il lettore ponendolo nella stessa prospettiva di chi appare sulla scena, Manzoni fa qui uso frequente del discorso diretto, che gli consente di ridurre al minimo la distanza tra il lettore e la storia. Si trovano nel brano due tipi di discorso diretto: legato oppure libero che acquista la forma del soliloquio. Troviamo l uso di questa tecnica in Manzoni quando vuol far emergere dall interno del personaggio stesso le caratteristiche emotive, psicologiche, morali che gli sono proprie, evitando così la descrizione in terza persona.

8 Laboratorio CPITOLO UNO LBORTORIO Comprensione Comprensione globale 7 il romanzo storico difficoltà 1 Quali sono le due voglie che prova Renzo da molte ore? 2 Perché non chiede informazioni ai viandanti? 3 In che cosa consiste il «fascio di lettere» che gli avrebbero trovato addosso? 4 Quali sentimenti si sostituiscono dopo un po alla paura di essere scoperto? 5 Quando sta per cedere allo sconforto, che cosa gli fa riprendere energia e speranza? 6 Quali persone tornano alla sua mente quando tenta di addormentarsi? difficoltà L opera di Manzoni si iscrive all interno di una visione religiosa del mondo in cui emerge la fede in Dio e nel suo disegno provvidenziale (la Provvidenza del rigo 154), all interno del quale anche la sofferenza dell uomo giusto acquista senso. Sottolinea i passaggi in cui Renzo esprime la sua visione religiosa. 8 on line nalisi Lo spazio 8 9 difficoltà Lo stretto rapporto tra io e paesaggio è un elemento tipicamente romantico. Indica in quali punti l ambiente appare a Renzo sgradevole o, addirittura, ostile. In quali, invece, esso si colora di aspetti amichevoli e confortanti? Il fiume dda appare talvolta umanizzato. In quali punti del brano? In che cosa consiste questa umanizzazione? Il narratore e la focalizzazione 10 Vedi a p. 66 Vedi a p. 88 Ti sembra che il narratore intervenga con considerazioni generali, commenti, giudizi? Sì No Se sì, fai degli esempi. Come definisci questo tipo di narratore? Interno Esterno Il narratore mostra di conoscere molto bene lo stato d animo del suo personaggio. Trova degli esempi opportuni nel brano letto.

9 9 SEZIONE III - IL ROMNZO Laboratorio Si alternano in questo brano il punto di vista del narratore e quello del suo personaggio. Verificalo nel primo capoverso, indicando di volta in volta il punto di vista. Righi 1-5 «Basta [...] colpo» 5-12 «Dunque [...] ombra» «Quantunque [...] strada» «Ha detto [...] prigione» Le tecniche espressive 11 Vedi a p. 110 Punto di vista Nei Promessi Sposi la distanza tra lettore ed eventi narrati è variabile, come conferma questo brano. Indica nei casi seguenti quale tecnica narrativa è adoperata, scegliendo tra: discorso indiretto libero, discorso indiretto legato, soliloquio. Definisci per ogni caso la distanza. Righi Tecniche narrative Distanza 5-8 «Dunque [...] strade!» 8-9 «Pensava [...] fronte» «Ha detto [...] prigione» «Io fare [...] prossimo» 12 Come definiresti la narrazione del brano? Diegetica Mimetica Produzione 13 Riassumi Vedi a p. 166 difficoltà in un testo di 50 parole le riflessioni di Renzo. 14 Riscrivi dal rigo 31 al rigo 52 sostituendo al soliloquio il discorso indiretto legato Vedi a p. 112 e 117. Che tipo di effetto hai ottenuto?

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