PARIS AU REVOIR INCIPIT

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1 PARIS AU REVOIR INCIPIT Anche quel giorno era trascorso, un giorno come tanti altri in una delle capitali più belle d Europa. Era primavera, una lieve brezza avvolgeva il nero cielo di quella città così romantica, dominato da una luna luminosa. Lulù era tornata da qualche giorno dalle migrazioni invernali ed era felice di quel ritorno. Sorvolò la Senna, vide i caffè illuminati e pieni di gente, i fitti tetti e le microscopiche viuzze. Parigi era proprio una città meravigliosa! pensò. Stanca per il troppo volare decise di andare a riposare in uno dei posti che amava di più. Sorvolò Champ mp-de de-mars e arrivò dritta sotto la l torre Eiffel. Aveva il fiato grosso. Mentre era intenta ad aggiustarsi le penne, sentì un rumore alle sue spalle, sembrava un pianto. Si guardò intorno ma niente, non vide nessuno. Ma quel pianto continuava ed era sempre più forte. Poi all improvviso iso si sentì bagnata, alzò gli occhi per vedere da dove fosse arrivata tutta quell acqua. (C.Trevisiol)

2 Non stava piovendo. Si guardò intorno di nuovo e si accorse che quelle erano lacrime e a piangere sì, era proprio la torre. Lulù pensò Una torre che piange?! Sto sognando forse? Lo sapevo che non avrei dovuto mangiare quel pesciaccio avariato! Purtroppo disse la torre Non stai sognando, è tutto vero sono proprio io. Lulù chiese alla torre il motivo del suo dolore. La torre rispose che era stanca di starsene lì ferma non rispettata dalla gente che andava a visitarla. Non ne poteva più del solito paesaggio, voleva andarsene, girare il mondo, ma era incatenata al terreno con solidi chiodi. A Lulù si accese la lampadina, disse alla torre di calmarsi, ci avrebbe pensato lei a risolvere il suo problema. La torre smise di singhiozzare e rimase in attesa. Lulù spiccò il volo per cercare altri amici uccelli disposti ad aiutarla. Passarono ore, la torre iniziò a preoccuparsi. Vide il cielo. Lulù stava scendendo in picchiata insieme ai suoi amici che la seguivano, erano tantissimi, mille, forse più. Con i loro becchi a forma di cacciavite tolsero i solidi chiodi.

3 La torre li ringraziò dicendo Grazie ora posso muovermi e girare finalmente il mondo." E Lulù rispose E dove vorresti andare? Vorrei visitare i posti più famosi della terra esclamò felice la torre. Lulù rispose che avrebbero potuto iniziare dall estero, nei suoi viaggi annuali aveva conosciuto una statua veramente simpatica a Manhattan che sarebbe stata felice di presentarle. La torre entusiasta accettò,la statua di cui parlava Lulù era la sua cara cuginetta che aveva conosciuto solo per foto. Ma il problema principale ora era: come trasportare un intera Torre dalla Francia in America, senza problemi? Gli uccelli di sicuro non potevano farlo, un aereo nemmeno, ma forse, pensò Lulù dei roller sì e per sorvolare il mare sarebbero bastati dei forti sci d acqua. Dovevano sbrigarsi era ormai quasi l alba. Entrarono in un negozio per taglie forti presero delle scarpe e tre paia di sci. Poi sugli Champs- Élysées smontarono le ruote di un carretto che vendeva creapes. Quando fu tutto pronto iniziarono il viaggio. Attraversarono mari e monti, fiumi e colline, sorvolarono oceani fino a quando videro le luci di una grande città e compresero che si trattava della Grande mela. Che emozione pensò la torre, sono a New York! Intanto a Parigi quella mattina tutti si erano accorti della grave scomparsa. Giornali, radio, televisioni non parlavano d altro, erano stati distribuiti addirittura volantini con foto e indicazione di una favolosa ricompensa per chiunque l avesse ritrovata. Le Figarò titolava: Torre re Eiffel scomparsa durante la notte. Un uomo afferma che un mostro di quattro tonnellate è passato davanti a casa sua mentre si faceva la doccia.

4 Volle subito andare a trovare la sua cuginetta, la statua della Libertà. Insieme a Lulù si diresse verso il porto e tirò fuori gli scii d acqua, e li indossò. Cercò di andare più veloce possibile, per evitare di essere avvistata da qualcuno. Arrivata vicino all isola cercò di attirare l attenzione della statua, urlando : Libertè, Libertè!. La statua rivolse lo sguardo verso di lei: Hello, sweet cousin, how are you?. La statua le chiese che ci facesse a New York e la Torre rispose mettendola al corrente del suo desiderio di scappare di casa e di girare il mondo. La statua della Libertà, sorpresa, chiese a sua cugina, che cosa le fosse saltato in mente.

5 Lei non avrebbe mai lasciato la sua meravigliosa, grande Mela. Quello era il suo posto e Parigi era il posto della Torre. Questa si giustificò dicendo che lì nessuno le voleva bene, era maltrattata ogni giorno. Non ne poteva più di quei Sali e scendi di gente che le facevano il solletico. La statua della Libertà, con un sorriso, accese la sua grande fiaccola e apparve una luce abbagliante che, piano piano, si trasformò in immagine. Vide la panoramica della città di Parigi, ma non si trattava della solita Parigi, felice e spensierata; era una città triste e addolorata per una grande perdita. La Torre Eiffel si chiese: Ma perché piangono? Chi è scomparso?. A quel punto la statua alzò l audio e la Torre sentì la voce dei parigini gridare: Dove sei Torre Eiffel? Perché ci hai abbandonato?. La Torre comprese che le volevano bene, che tutti piangevano per lei, e fu invasa da una grande nostalgia.

6 Vedi che le cose non sono come sembrano? disse la statua. Se manchi tu, manca un pezzo importante della storia di quella città. La Torre salutò e ringraziò sua cugina e, rivolgendosi a Lulù che, fino a quel momento era rimasta in silenzio, le disse: E ora di ritornare a casa!. Lulù annuì e iniziarono il viaggio di ritorno. Arrivarono a Parigi in piena notte, tutti dormivano, le luci erano spente e il silenzio dominava sulla città. Si sentiva solo un miagolio triste di un gatto venire da lontano. La Torre si rimise al suo posto, mentre gli uccelli riavvitavano i giganteschi chiodi che la tenevano saldamente ancorata al terreno. La mattina dopo, Parigi si svegliò, un clochard che dormiva su una panchina lì vicina, al risveglio, vide una sagoma gigantesca controluce. Ci mise poco a capire che si trattava della Torre scomparsa.

7 La guardò attentamente, lui aveva sempre percepito la sua tristezza, era entrato in contatto con la sua anima. Dopotutto sapeva bene cosa significa sentirsi soli. Non ti preoccupare, ti aiuterò io a farti capire. Iniziò a gridare per la felicità, e ben presto si radunò un enorme folla. Fu una grande festa. I parigini compresero la lezione e, da quel giorno, g rispettarono la loro amica di più e le permisero addirittura di girare Parigi, di tanto in tanto, portando a spasso chiunque volesse conoscere la splendida città da lei tanto amata.