Avv.Simone Pillon Presidente Forum associazioni familiari Umbria
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1 FORUM delle ASSOCIAZIONI FAMILIARI DELL UMBRIA Via Col di Tenda, PERUGIA FORUM delle ASSOCIAZIONI FAMIGLIE NAZIONALE LungoTevere dei Vallati, ROMA Tel Fax Avv.Simone Pillon Presidente Forum associazioni familiari Umbria PREFAZIONE Noi del Forum delle associazioni familiari dell Umbria con questo libro verde vogliamo offrire alle forze politiche, economiche e sociali della regione il nostro apporto con il dichiarato obbiettivo di giungere ad una piena e completa valorizzazione della famiglia così come prevista dalla nostra Costituzione, convinti che essa costituisca il perno insostituibile di ogni società serena, ordinata, prospera, coesa e solidale. Chi siamo Il Forum delle Associazioni familiari nasce a Roma nel 1992 e riunisce oltre 50 associazioni che si occupano di famiglia e si riconoscono nella dottrina sociale della Chiesa cattolica.
2 Quasi contemporaneamente nascono i Forum regionali, tra cui quello dell Umbria, che oggi riunisce oltre 25 associazioni. Ass. Genitori scuole cattoliche Consultorio La Dimora Ass. Famiglie numerose Ass. Leone XIII Ordine Francescano Secolare Rinnovamento nello Spirito Santo Centro Italiano femminile Azione Cattolica Sindacato delle famiglie Movimento ecclesiale impegno culturale Cammino Neocatecumenale Comunione e liberazione Ass. Famiglie Nuove Casa della Tenerezza ACLI Movimento per la vita Circolo Giorgio La Pira Coldiretti FIREU Comunità Magnificat Ass. Aquila fam. Affido ACRADU MOICA Associazione Genitori Pro Familia Casa Maria e Elisabetta Cosa abbiamo fatto Il nostro impegno negli ultimi anni ha portato ad alcuni risultati. Aprendo un focus sul solo periodo dal 2005 ad oggi possiamo ricordare: - la vittoria del referendum sulla legge 40/2004 che mirava tra l altro a consentire anche in Italia la fecondazione eterologa impedendo ai figli di conoscere i loro genitori naturali oppure l uso di embrioni umani per esperimenti. Anche il nostro Forum regionale diede in quell occasione il suo consistente contributo culturale intervenendo in numerosissimi dibattiti in cooperazione con Scienza e Vita. - il grande Family Day del 15 maggio 2007 a Roma in Piazza San Giovanni in difesa della famiglia fondata sul matrimonio. Dall Umbria partirono con il Forum oltre 7000 persone (fu necessario organizzare 5 treni speciali e numerosissimi pullman da tutta la regione). Anche in quell occasione fu prezioso per il nostro Paese riaffermare la strategica attualità dell art. 29 della Costituzione repubblicana. - Il Family Day regionale del 15 giugno 2008 a Perugia, con oltre 6000 persone in piazza a far festa per mostrare alla nostra regione quanto son belle le famiglie - la proposta popolare di legge regionale sulla famiglia, del , appoggiata da quasi firme e poi confluita con non trascurabili modifiche nella legge regionale 13/ La prima conferenza regionale sulla famiglia del settembre 2010, con la partecipazione del sottosegretario alla famiglia e, per la prima volta della vicepresidente regionale con delega alle politiche familiari - I manifesti politici pubblicati dal Forum in occasione delle elezioni politiche del 2006, del 2008 e di quelle regionali del 2010 e amministrative del 2011 che hanno raccolto moltissime adesioni tra i candidati e gli eletti - Le convenzioni stipulate con 4 comuni della regione Umbria Passignano, Montefalco, Baschi e Massa Martana, per promuovere politche familiari a livello locale. Si tratta di progetti pilota, per larga parte ancora da attuare e che tuttavia hanno consentito alle istituzioni di poter incontrare l associazionismo familiare sul terreno del fare insieme. L esperienza fino ad oggi più fruttuosa è stata quella con Montefalco e la Scuola per genitori promossa dall AGESC. - Il progetto culturale Tobia che ha portato nel giugno 2011 nella centralissima piazza 4 novembre di Perugia un Tir carico di libri, divenuto durante la settimana anche sede di conferenze, incontri e dibattiti sul tema della famiglia
3 Qualche volta al nostro impegno non sono apparentemente corrisposti risultati sul piano politico, ma siamo convinti che la nostra testimonianza abbia comunque seminato nelle coscienze un germe che prima o poi darà il suo frutto. Pensiamo ad esempio: - alla campagna per la dispensazione della pillola abortiva RU486 in ricovero ordinario - al dibattito sull istituzione del registro delle coppie di fatto nel comune di Perugia al dibattito sull istituzione del registro dei testamenti biologici presso il comune di Perugia, - al dibattito sul regolamento attuativo della legge 13/2010 che avevamo chiesto proponesse interventi strutturali e non a pioggia e soprattutto che non prevedesse l inesistente categoria delle famiglie unipersonali, Il quadro nazionale L impegno non dissimile al nostro da parte degli altri diciannove Forum regionali ha portato in questi anni ad accumulare un patrimonio di know how che specialmente nei territori ove è stato possibile costruire buone collaborazioni tra le istituzioni e i Forum locali ha dato abbondanti frutti di best practice aiutando a ideare e a consolidare politiche familiari all avanguardia nel mondo. Stiamo pensando all esempio di Parma, vera e propria città a misura di famiglia dove da anni ogni politica comunale è accuratamente pesata nel suo impatto con la famiglia, oppure a Roma, Alessandria, al Trentino, ma anche a realtà più piccole quali Castelnuovo del Garda. Sempre più spesso i dirigenti locali dei Forum vengono cooptati dalle amministrazioni locali quali tecnici con l esplicito incarico di contribuire allo start up di autentiche politiche per la famiglia; così è successo a Roma, dove il presidente del Forum regionale del Lazio Luigi De Palo è stato scelto quale assessore alla famiglia, oppure a Lecce dove la presidente del Forum salentino è stata nominata vicesindaco della città con delega alla famiglia. Nel Trentino la provincia autonoma ha assegnato al Forum il compito di gestire lo sportello provinciale della famiglia, con importanti implicazioni in termini di politiche familiari, sociali e più in generale di welfare. Stiamo assistendo ad una piccola ma significativa rivoluzione dal basso, in cui sempre più spesso i comuni e le regioni, emanazioni dello Stato più vicine ai cittadini, si rendono conto di ciò che lo Stato centrale sembra fatichi a comprendere, e cioè che il sostegno e la promozione della famiglia non sono una spesa ma un redditizio investimento, capace di generare nel tempo una solida rete sociale e di valorizzare quel capitale umano di cui il nostro Paese ha disperatamente bisogno per uscire dalla crisi antropologica e valoriale prima che economica in cui versa. La questione antropologica Nella nostra regione esperienze come quelle ora descritte hanno stentato a decollare. Uno dei problemi che sono emersi in questi anni è stato certamente quello del prevalere di alcune posizioni ideologiche rispetto alla concreta utilità sociale di quanto proposto dal Forum. Alcuni esponenti politici hanno stentato ad accogliere le proposte del Forum, erroneamente lette come tradizionaliste o conservatrici. Secondo alcuni di questi non varrebbe neppur la pena di investire sulla famiglia, visto che si tratta di un modello sociale ormai destinato ad essere sostituito da relazioni più leggere. In effetti nelle società occidentali più avanzate, a fronte dell aumento di separazioni e divorzi, stanno sempre più prendendo piede modelli pseudo-familiari di convivenze poco impegnative, segnati tra l altro da una bassissima fertilità e da una durata assai limitata nel tempo. Per citarne alcuni possiamo ricordare i matrimoni a termine proposti in alcuni paesi del Nord Europa, oppure le convivenze more uxorio, le coppie DINK (Dual income no kids) formate da due persone che scelgono di convivere, di condividere i due stipendi e di non avere figli. Oppure al limite le coppie LAT (live apart togheter) in cui ciascuno dei due, dopo l incontro, torna a dormire a casa sua in una sorta di attempato fidanzamento sessuato. Molti, e molto più autorevoli, hanno proposto riflessioni assai interessanti sulle cause di questa difficoltà che gli uomini e le donne del nostro tempo manifestano nel campo delle relazioni familiari. La solitudine della coppia, l esacerbata conflittualità tra i due sessi, la paura della sofferenza e del fallimento, una certa immaturità affettiva, stili di vita e modelli sempre più individualizzanti, modelli edonistici e, forse non ultime, le difficoltà economiche, stanno via via generando un disimpegno e un diminuito investimento in beni relazionali primari, quali appunto sono le relazioni endofamiliari. Si potrebbe discutere a lungo sulle cause di tale fenomeno; molto meno tuttavia si può discutere in ordine agli effetti provocati da tale frammentazione della società e dalla penuria generalizzata di beni relazionali : i primi a far le spese del crollo della famiglia sono come sempre i più deboli: minori, anziani,
4 disabili, donne pagano spesso un prezzo inaccettabile e proprio in quelle società sedicenti avanzate dove si pensava di aver risolto ogni problema con la socialdemocrazia. I key children (ragazzini buttati fuori di casa la mattina e lasciati sulla strada fino a sera), i ninos de rua, le tossicodipendenze, il disagio giovanile, il pauroso tasso di abortività tra le minorenni, il consumo spropositato di droghe, l alcoolismo, l abbandono scolastico, gli anziani soli, gli homeless, la povertà, i pesanti tassi di suicidio e la stessa crisi economica sono solo alcuni degli effetti di una società in cui ciascuno è abituato fin da piccolo a pensare solo a sé stesso. Se dunque un albero si giudica dai frutti, la diluizione della famiglia è da annoverare tra le malerbe. Del resto nessuno augura a due innamorati di lasciarsi, ma al contrario di stare insieme per sempre, né a una madre di abortire, né a una coppia di non avere figli. Talvolta questo succede, ma noi ci sentiamo di aggiungere purtroppo succede. Viene allora da chiedersi se l avanzare di forme liquide di convivenza sia un bene o un potenziale pericolo per il nostro tessuto sociale, e ancora, se sia un fenomeno ineluttabile ovvero una contingenza da superare. Noi siamo persuasi che la famiglia naturale sia ancor oggi il migliore dei modelli relazionali e che vada pertanto sostenuto e favorito, perché ciò che è bene per la famiglia è bene per la società. Questo, sia ben chiaro, senza formulare alcun giudizio su chi liberamente sceglie una strada diversa. E tuttavia un fatto innegabile che non tutte le scelte, sia pur legittime, hanno uguale valore. Si pensi a chi decida di farsi una vacanza e lo si paragoni a chi, con la stessa somma, decida di fare del bene ai poveri. Pur nella assoluta legittimità di entrambe le scelte, l una è espressione di auto-appagamento, l altra di solidarietà. Sarebbe assurdo che la mano pubblica si comportasse nello stesso modo: infatti com è giusto la solidarietà è sostenuta pubblicamente ad esempio con esenzioni fiscali. Lo stesso ragionamento può essere applicato all ambito familiare: non è la stessa cosa impegnarsi coraggiosamente a tempo indeterminato ovvero mantenere il precariato nell affetto familiare; non è la stessa cosa vivere tenendo tutto per sé ovvero condividendo i propri guadagni, il proprio tempo, la propria vita con il coniuge, i figli, i genitori anziani La situazione in Umbria Anche in Umbria seguendo il trend europeo - si assiste ad una diffusa denatalità e a un aumento del tasso di separazioni e divorzi oltre che ad un incremento delle convivenze more uxorio. Qualche dato per comprendere La natalità naturale porterebbe a un saldo passivo pari al -2,2% ogni anno, compensato dalla migrazione che peraltro si è dimezzata negli ultimi tre anni. Anno Popolazione Media Natalità Mortalità Crescita Naturale Migratorio Totale Crescita Totale ,1 11,0-1,9 15,0 13, ,3 11,5-2,2 13,2 11, ,8 11,0-2,2 9,5 7, ,8 11,0-2,2 8,5 6,3 L età media è avanzatissima (oltre 44 anni) e un quarto della popolazione è ormai sopra i 65 anni Anno % 0-14 % % 65+ Abitanti Indice Vecchiaia Età Media ,6% 64,1% 23,4% ,9% 44, ,6% 64,1% 23,2% ,6% 44, ,7% 64,1% 23,2% ,7% 44, ,8% 64,0% 23,1% ,5% 44,6
5 ,9% 64,0% 23,1% ,8% 44,7 Il numero famiglie (2010) era pari a Tale dato empirico è da considerarsi relativo alle c.d. famiglie anagrafiche che comprendono anche persone single. In ogni caso si nota che il numero dei componenti del nucleo familiare è in media di poco superiore a due. Anno Residenti Variazione Famiglie Componenti per Famiglia %Maschi ,3% ,46 48,3% ,1% ,43 48,2% ,7% ,41 48,2% ,6% ,39 48,1% Si nota un incremento dei divorzi, anche se la regione mantiene un altissima percentuale di persone coniugate (il 51% degli umbri sono coniugati), superiore a quella di tutte le altre regioni d Italia ad eccezione dell Abruzzo. Anno Celibi/N ubili Coniugati/e Divorziati/e Vedovi/e Totale %Coniugati /e %Divorziati/e ,8% 1,5% ,4% 1,6% ,0% 1,7% ,5% 1,8% ,0% 1,9% Non sono stati rintracciati dati specifici riguardo le unioni di fatto ma il dato spurio ISTAT per il centro Italia (ricomprendente Roma che sposta notevolmente le medie) si attesta non più di 13 persone su 100, dato che ricomprende tuttavia anche le convivenze pre-matrimoniali poi confluite nel matrimonio. (ISTAT come cambiano le forme familiari Tav. 1). Se dunque si esaminano questi stessi dati con una serena oggettività non si può non notare che a fronte del rumoroso incremento delle patologie endofamiliari e delle forme di convivenza pseudofamiliari permane una larghissima maggioranza silenziosa, costituita dalle famiglie stabili, fondate su legami di coniugio, parentela o affinità (legame intercorrente tra un coniuge e i parenti dell altro, es. nuora e suocera) e naturalmente aperte alla accoglienza. In altre parole LA FAMIGLIA FONDATA SUL MATRIMONIO TIENE e fornisce un insostituibile apporto al bene comune. Sono proprio questi mariti e queste mogli, questi padri e queste madri, questi nonni e queste nonne, questi figli e queste figlie - sempre più spesso lasciati soli dalla mano pubblica a mantenere vivo e coeso il tessuto sociale della nostra regione. La vera crisi, il vero baratro che ci si apre davanti è semmai quello della denatalità, del demographic winter che attanaglia sempre più anche la nostra regione, tra le ultime in Italia per natalità e tra le prime per abortività. Eppure il divario tra figli desiderati e figli generati è sempre consistente, segno che le famiglie vorrebbero accogliere più figli ma non riescono a farlo, vuoi per ragioni economiche, vuoi per ragioni sociali.
6 La stessa Agenzia regionale di ricerca dell Umbria (AUR) in un lavoro del 2011 titolato Umbria di genere riconosce che dalle statistiche umbre emerge un impianto più tradizionale del nucleo familiare e delle sue cadenze, segno di legami che tengono di più, ma che se lasciati senza supporto rischiano di generare carichi di difficoltà, di stress e anche di violenza. Ecco perché incoraggiare e sostenere le coppie che decidono di impegnarsi pubblicamente alla reciproca fedeltà nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, supportare la generosità di chi si apre alla vita e all accoglienza di figli, anziani, disabili non è una spesa ma il migliore degli investimenti che la nostra regione possa fare. Obbiettivi Per centrare questo obbiettivo però è necessaria una nuova alleanza per la famiglia che coinvolga regione, comuni,, corpi sociali, associazioni e famiglie per raccogliere anche nella nostra regione - quei frutti di solidarietà e di coesione sociale che già stanno germogliando in altre realtà locali. Non possiamo più aspettare: in Umbria la crisi economica, la fortissima denatalità e il progressivo invecchiamento della popolazione sono ormai a livelli catastrofici ed è urgente un capovolgimento di prospettiva. Chiediamo e offriamo di collaborare e di cooperare con lealtà, senza ideologie e strumentalizzazioni politiche e partitiche, ponendo al centro il bene comune della nostra regione. La strada è stata in buona misura già tracciata con la legge regionale sulla famiglia n. 13/2010, rimasta tuttavia in lòarga parte lettera morta. Si pensi alle coraggiose statuizioni in ordine alla libertà di scelta educativa delle famiglie mediante i buoni scuola (art. 10), oppure agli artt. 3 e 9 sul sostegno alle giovani coppie che intendano contrarre matrimonio, oppure ancora agli artt. 11, 13 e 14 sull armonizzazione lavoro-famiglia, e sul sostegno alla genitorialità, tutte norme approvate, entrate in vigore ma lasciate ingiustificatamente prive di finanziamenti. E dunque necessario riprendere la legge 13/2010 e rifinanziarla in maniera strutturale concertando tutti gli interventi che abbiano ricadute sulla famiglia con l associazionismo familiare. E inoltre auspicabile aggiungere le parti che pur presenti nella originaria proposta di legge popolare sono state stralciate in aula: prima tra tutte quella riguardante un concreto e fattivo sostegno alla VITA NASCENTE, quella relativa al FISCO A MISURA DI FAMIGLIA (c.d. fattore famiglia ),e quella relativa alla V.I.F. (obbligo di una preventiva valutazione di impatto familiare di ogni provvedimento regionale provinciale e comunale), quella relativa al sostegno alle coppie in crisi coniugale mediante percorsi di consulenza e di mediazione. Per garantire la necessaria osmosi tra la società civile e le istituzioni è inoltre prezioso prevedere l istituzione di una consulta regionale e di consulte comunali che riuniscano l associazionismo familiare. Siamo come sempre - aperti a dialogare con chiunque e ad offrire il nostro fattivo contributo, primo tra tutti costituito da questo Libro Verde: non vuole certo essere un libro dei sogni ma un book aperto ricco di proposte, di idee e di buone pratiche che contribuiscano si spera non ad alimentare inutili polemiche ma a far fiorire il bene comune in un clima di rinnovata fiducia e collaborazione. Per ogni ambito lasciamo ora spazio ai tecnici e alle proposte delle singole associazioni in base alle specifiche mission. Buona lettura.
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