Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi aziendali

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi aziendali"

Transcript

1 Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi aziendali Working Paper Protiviti Giugno 2014

2 Il presente Working Paper è proprietà di Protiviti Srl. I suoi contenuti non possono essere riprodotti, in tutto o in parte, o citati per la distribuzione senza il preventivo consenso scritto di Protiviti Srl. Seconda edizione di stampa: Luglio Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi

3 Indice Premessa 1 1 La centralità del Board in tema di gestione dei rischi secondo il Codice di Autodisciplina 5 2 Un quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio aziendale 9 3 Un quadro di riferimento per l esame dei rischi a cura del Board Rischi connessi alla gestione ordinaria del business Rischi connessi ai piani e alle iniziative strategiche sottoposte all esame e approvazione del Board Rischi catastrofici e Black Swan 23 4 Il ruolo del Risk Officer e dell Internal Audit a supporto del sistema di gestione dei rischi Il ruolo del Risk Officer Il ruolo dell Internal Audit 27 5 Alcune domande chiave per il Board 29

4

5 Premessa Non esiste rendimento senza rischio: qualsiasi azienda, nel perseguimento dei propri obiettivi, assume rischi. Ne consegue che il rischio, inteso come qualsiasi evento incerto in grado di influenzare il raggiungimento degli obiettivi aziendali, è un elemento imprescindibile del fare impresa e il suo presidio rappresenta parte integrante e fondamentale delle responsabilità manageriali di gestione del business. É, questa, una presa di consapevolezza che ha ispirato anche il Codice di Autodisciplina per le Società Quotate nelle sue più recenti raccomandazioni in materia di gestione dei rischi (edizione dicembre 2011). Si rafforza, così, la convinzione che l assunzione consapevole dei rischi e la loro compatibilità con gli obiettivi perseguiti e i risultati attesi siano condizione necessaria ai fini della sostenibilità e continuità dell impresa nel medio-lungo periodo. In altri termini, il sistema di gestione dei rischi raccomandato dal Codice di Autodisciplina deve consentire alle società di: comprendere i principali rischi e opportunità cui il business è esposto; stabilire il livello di rischio ritenuto accettabile e assumere conseguentemente decisioni di business coerenti con il profilo di rischio-rendimento atteso; adottare regole, procedure, presidi e strumenti di trattamento adeguati a mantenere il profilo di rischio entro i livelli di accettabilità definiti. Nell ambito di tale sistema, il Consiglio di Amministrazione (di seguito anche Board ), previo lavoro istruttorio del Comitato Controllo e Rischi e con il supporto dell Amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, assume un ruolo centrale sia nella definizione del profilo di rischio accettabile, sia nella valutazione e nel monitoraggio dell adeguatezza dei sistemi posti in essere per la gestione dei rischi. Le raccomandazioni del Codice di Autodisciplina rimangono, tuttavia, di alto livello e non forniscono indicazioni pratiche su come tali responsabilità dovrebbero in concreto essere espletate, lasciando così discrezionalità alle aziende nell individuare il modello e l approccio più consoni alle proprie caratteristiche. Alcune domande sono tuttavia, a nostro avviso, d obbligo. Qual è il ruolo che il Board dovrebbe svolgere in sede di determinazione della propensione ai rischi aziendali e di esame del profilo di rischio assunto? Quali sono i rischi che il Board dovrebbe esaminare e gli strumenti di analisi che potrebbero essere messi a sua disposizione? Con quale frequenza il Board dovrebbe svolgere le proprie analisi e valutazioni? Quali soggetti potrebbero assistere il Board nell espletamento delle responsabilità assegnate? É proprio da queste domande che è nata l idea di sviluppare il presente contributo, con l intento di fornire agli organi amministrativi e di controllo delle società quotate e, più in Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi 1

6 generale, di qualsiasi realtà imprenditoriale che desideri allineare i propri sistemi alle best practice di governance, un quadro di riferimento pratico per un espletamento maggiormente consapevole delle responsabilità in materia di gestione dei rischi. Per un miglior inquadramento della presente pubblicazione, precisiamo che il lavoro non ha inteso affrontare tutti gli aspetti attinenti il Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi di cui all Art. 7 del Codice di Autodisciplina, bensì i passaggi più strettamente connessi alla Gestione del rischio, focalizzando l attenzione sui possibili contributi che il Board potrebbe fornire in quest ambito. Al riguardo, il quadro di riferimento proposto, che trae spunto sia da soluzioni avanzate di risk management osservate sul campo, sia da contributi forniti a livello internazionale da autorevoli organizzazioni 1, tocca vari ambiti di interesse per il Board, fra i quali: il ruolo che l organo amministrativo può svolgere nella determinazione della propensione al rischio aziendale (c.d. Risk Appetite); il ruolo e i contributi che può fornire in sede di esame e valutazione di: rischi e opportunità 2 connessi all ordinaria gestione del business, il cui presidio rientra nelle responsabilità di gestione e controllo degli organi delegati e rispetto ai quali il Board dovrebbe svolgere un ruolo di supervisione; rischi e opportunità connessi ai piani e alle iniziative strategiche sottoposti all esame e approvazione del Board, per i quali quest ultimo dovrebbe svolgere un ruolo attivo di challenge al fine di meglio valutare la robustezza dei piani e la compatibilità dei rischi sottostanti con gli obiettivi strategici in esso riflessi; rischi catastrofici e Black Swan, per i quali il Board dovrebbe valutare il grado di resilienza aziendale e la capacità di risposta del Management in caso di accadimento degli stessi. La pubblicazione affronta altresì i temi relativi al diverso ruolo, alle responsabilità e ai compiti che possono essere attribuiti al Risk Officer (o figura analoga) e all Internal Audit con riguardo ai sistemi di gestione dei rischi, a supporto dell Amministratore incaricato e del Board. Consapevoli che non esiste una risposta univoca ai temi oggetto di approfondimento e che gli approcci e le soluzioni adottabili non possono prescindere dalle peculiarità organizzative, 1 A framework of Board Oversight of Enterprise Risks, The Canadian Institute of Chartered Accountants (2012). ICGN Corporate Risk Oversight Guidelines, International Corporate Governance Network (2010). Effective Enterprise Risk Oversight. The role of the Board of Directors, COSO (2009). 2 Nel proseguo del documento, la parola rischi viene utilizzata nella sua accezione più ampia, ovvero di evento incerto che può produrre effetti negativi o positivi sugli obiettivi e sulle performance aziendali (in quest ultimo caso, opportunità). 2 Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi

7 culturali e di business di un azienda (oltre che dagli eventuali vincoli normativi di settore 3 ), spetta ai Vertici aziendali valutare quali prassi adottare e stabilire con quale livello di profondità e gradualità procedere nella loro attuazione. In conclusione, considerato che la disciplina del governo e della gestione dei rischi è ancora in una fase evolutiva e di sperimentazione pratica nelle aziende, con interpretazioni e percorsi spesso diversi fra loro, ci auguriamo che la presente pubblicazione rappresenti un utile contributo per riflessioni e azioni concrete sull argomento e auspichiamo che la stessa possa essere in futuro arricchita sulla base delle ulteriori esperienze maturate nel contesto italiano e internazionale. Buona lettura. Emma Marcandalli Managing Director 3 Il riferimento è, in particolare, ai soggetti vigilati, per i quali si applicano, in materia di controllo interno e gestione dei rischi, le disposizioni stabilite dalle Autorità di Vigilanza. Queste ultime richiedono, ad esempio, l istituzione di apposite strutture o ruoli aziendali deputati alla gestione dei rischi, quali il Chief Risk Officer, la funzione di Compliance, un Risk Committee, formato da Manager e incaricato di coadiuvare gli organi sociali nel processo di analisi dei rischi. Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi 3

8

9 Sez. 1 La centralità del Board in tema di gestione dei rischi secondo il Codice di Autodisciplina L ultima edizione del Codice di Autodisciplina ha rafforzato i concetti connessi alla gestione dei rischi, disciplinando le responsabilità in capo al Consiglio di Amministrazione negli Articoli 1 e 7 di seguito richiamati. Rif. Codice Art. 1, criterio applicativo 1.C.1, lettere a) e b) Raccomandazione Esamina e approva i piani strategici, industriali e finanziari dell emittente e del gruppo di cui esso sia a capo, monitorandone periodicamente l attuazione. Definisce la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici dell emittente. Le responsabilità articolate nell ambito del citato Articolo 1, Criterio Applicativo 1.C.1 sono focalizzate sui piani strategici, industriali e finanziari dell emittente e del gruppo ad esso facente capo e sui rischi che potrebbero compromettere il raggiungimento degli obiettivi strategici. L espletamento di tali responsabilità non può, pertanto, prescindere dall identificazione e misurazione ( natura e livello ) dei principali rischi connessi ai piani sottoposti all esame e approvazione del Consiglio e dalla valutazione della loro accettabilità ( compatibilità ) rispetto agli obiettivi strategici perseguiti (c.d. Risk Appetite). Se ne deduce che l analisi dei principali fattori di rischio debba essere integrata nei processi di definizione degli obiettivi e delle strategie aziendali ed essere svolta dal Consiglio di Amministrazione contestualmente all esame e approvazione dei piani e delle iniziative strategiche, al fine di contribuire all assunzione di decisioni consapevoli e favorire l adozione dei necessari presidi, rafforzando così la capacità aziendale di realizzare gli obiettivi prefissati. Al Consiglio di Amministrazione sono altresì assegnate le seguenti ulteriori responsabilità: Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi 5

10 Rif. Codice Art. 7, criterio applicativo 7.C.1, lettere a) e b) Raccomandazione Definisce le linee di indirizzo del sistema ( ) affinché i principali rischi afferenti all emittente e alle sue controllate risultino correttamente identificati, nonché adeguatamente misurati, gestiti e monitorati, determinando inoltre il grado di compatibilità di tali rischi con una gestione dell impresa coerente con gli obiettivi strategici individuati. Valuta l'adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi rispetto alle caratteristiche dell'impresa e al profilo di rischio assunto, nonché la sua efficacia. L Articolo 7, facendo più genericamente riferimento ai principali rischi afferenti all emittente e alle sue controllate, estende il perimetro d esame a tutte le tipologie di rischio cui l azienda è esposta, includendo, oltre ai rischi di natura strategica in grado di compromettere la realizzazione dei piani e delle iniziative di sviluppo del business, anche quelli di natura operativa che potrebbero, ad esempio, mettere in discussione la continuità e l efficienza operativa, l integrità e correttezza dei comportamenti, la reputazione aziendale, la completezza e trasparenza delle informazioni. La gestione dei rischi dovrebbe, inoltre, essere estesa anche a quelli meno probabili, ma potenzialmente catastrofici, in grado, in caso di accadimento, di compromettere seriamente la sostenibilità aziendale. Rispetto ai principali rischi cui l azienda è esposta, al Board è richiesto di (i) definire le linee di indirizzo per la loro identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio e (ii) valutare l adeguatezza e l efficacia complessiva dei sistemi di gestione e controllo implementati, tenuto conto delle caratteristiche dell impresa e del profilo di rischio cui l impresa è esposta. Da un punto di vista di governance, infine, per l espletamento delle responsabilità in materia di gestione dei rischi, il Codice raccomanda che il Consiglio di Amministrazione si avvalga di: Rif. Codice Raccomandazione Art. 7, principio 7.P.3 Uno o più amministratori incaricati dell istituzione e del mantenimento di un efficace sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Un Comitato Controllo e Rischi, con il compito di supportare, con un adeguata attività istruttoria, le valutazioni e le decisioni del Consiglio relative al sistema di ( ) gestione dei rischi. Gli altri ruoli e funzioni aziendali con specifici compiti in tema di ( ) gestione dei rischi, articolati in relazione a dimensioni, complessità e profilo di rischio dell impresa. Il responsabile della funzione di internal audit, incaricato di verificare che il sistema sia funzionante e adeguato. 6 Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi

11 Le responsabilità in capo al Board presuppongono un lavoro preparatorio del Comitato Controllo e Rischi e possono essere espletate attraverso il supporto operativo dell Amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, che rappresenta l interlocutore principale del Consiglio nel dare corso alle attività di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei rischi. È consigliabile che l Amministratore incaricato coincida con l Amministratore delegato, al quale compete la responsabilità complessiva della gestione aziendale, ivi inclusi gli aspetti di governo e controllo dei rischi ad essa connessi. A sua volta, per l elaborazione delle informazioni al Board, l Amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi può coinvolgere il Management aziendale (c.d. controllo di primo livello ) e può avvalersi, in relazione alla complessità organizzativa e del profilo di rischio assunto, di strutture di supporto totalmente dedicate (e.g. Risk Officer) o già esistenti, cui possono aggiungersi compiti di coordinamento e sintesi del processo di analisi, monitoraggio e reporting dei rischi (c.d. controllo di secondo livello ). L Internal Audit rappresenta, invece, la funzione aziendale deputata a verificare in via indipendente che il sistema di gestione dei rischi sia, nel suo complesso, adeguato e funzionante (c.d. controllo di terzo livello ). Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi 7

12 8 Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi

13 Sez. 2 Un quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio aziendale Cos è il Risk Appetite Il Codice di Autodisciplina richiede che il Board definisca il grado di compatibilità della natura e del livello di rischio assunto con una gestione dell impresa coerente con gli obiettivi strategici dell emittente ovvero, in altre parole, che stabilisca la propensione al rischio aziendale (c.d. Risk Appetite). Il Risk Appetite rappresenta, dunque, la decisione top-down circa il grado di rischio che l emittente è disposto ad assumere nel perseguire i propri obiettivi strategici: tale propensione potrebbe essere espressa sia come livello di variabilità degli obiettivi perseguiti, sia come vincoli e/o divieti volti ad indirizzare i comportamenti e le scelte del Management, con la finalità di allineare il profilo di rischio assunto (c.d. Risk Profile) alle priorità aziendali e alle aspettative degli Stakeholder. Definire il Risk Appetite non significa adempiere ad un mero esercizio di compliance; al contrario, significa dotarsi di uno strumento strategico di governo aziendale, legato ai processi di definizione e monitoraggio degli obiettivi e dei piani aziendali. La definizione della propensione al rischio, essendo per sua natura strategica, non può che essere una responsabilità degli amministratori dell impresa. Da un punto di vista pratico, la propensione al rischio può essere espressa attraverso la definizione di livelli (o vincoli) riferiti ad indicatori quali-quantitativi rilevanti per l azienda, quali (a titolo esemplificativo): parametri finanziari: EBIT o EBITDA, Free Cash Flow, Earning per Share, Debt Rating, Net Debt/Equity Ratio, ecc.; parametri strategici: concentrazione del portafoglio prodotti/mercati/clienti, prodotti ammessi e non, investimenti ammessi e non, requisiti di sustainability e responsabilità d impresa, ecc.; parametri operativi: soddisfazione dei clienti/dipendenti/terze parti strategiche, continuità dei servizi offerti, saturazione degli impianti, dipendenza da terze parti, ecc.; parametri di compliance: requisiti di salute, sicurezza e ambiente, pratiche commerciali ammesse e non, ecc.; Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi 9

14 in relazione ai quali il Board potrebbe discutere e definire 4 : il livello massimo di rischio assumibile (Risk Capacity), ovvero che l emittente è in grado di assumere senza incorrere in situazioni di crisi, fallimento o mancato rispetto di vincoli imposti dagli azionisti o dalle Autorità di Vigilanza (laddove esistenti); il livello di rischio obiettivo (Risk Target), ovvero che l emittente intende assumere per il raggiungimento dei propri obiettivi strategici, tenuto conto delle dimensioni e della complessità organizzativa e del modello di business adottati; la soglia di rischio tollerata (Risk Tolerance), intesa quale deviazione massima consentita dal livello di rischio obiettivo, che dovrebbe poi guidare la definizione di limiti di rischio più puntuali e delle correlate procedure di escalation in caso di superamento. Al fine di incrementare l efficacia del Risk Appetite e della compatibilità con il profilo di rischio assunto, i livelli di Risk Capacity, Tolerance e Target dovrebbero essere definiti sulle stesse metriche/indicatori chiave per l azienda, che solitamente coincidono con le metriche di valutazione degli eventi di rischio. Ruolo e contributo del Board Il Risk Appetite dovrebbe essere discusso e definito dal Board a livello complessivo d azienda, per poi essere declinato, a cura del Management, a livelli di maggior dettaglio (e.g., di unità organizzativa, di business unit, di area geografica, ecc.), coerentemente con gli obiettivi perseguiti e il modello organizzativo e di business adottato dall azienda. In particolare, come approfondito nella successiva Sezione 3, il Board potrebbe discutere e definire il Risk Appetite aziendale in sede di: esame e approvazione dei piani strategici, finanziari e industriali dell emittente, al fine di: fornire gli indirizzi sui livelli di rischio ritenuti accettabili, da aggiornare in sede di monitoraggio dei piani medesimi in ipotesi di cambiamenti significativi del contesto esterno e/o interno; verificare la coerenza degli obiettivi e delle strategie delineate nei piani con i livelli di rischio ritenuti accettabili; approvazione di specifiche linee di indirizzo ovvero politiche di gestione dei rischi significativi per l emittente, al fine di assicurare: l esistenza, ove necessario, di limiti o vincoli all assunzione dei rischi; l esistenza di processi di gestione e controllo strutturati; 4 Le definizioni dei vari livelli di Risk Appetite riportate nel presente documento si ispirano a quelle fornite da Banca d Italia nella Circolare Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche, aggiornata il 2 luglio Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi

15 l adeguatezza delle deleghe al Management; l adeguatezza delle funzioni/risorse dedicate. Il Board dovrebbe altresì verificare periodicamente, con il supporto del Management e delle funzioni a ciò preposte: la coerenza fra il profilo di rischio effettivamente assunto in un dato istante temporale e le soglie di accettabilità definite a livello top-down e nell ambito delle politiche di rischio approvate; la coerenza delle politiche di remunerazione del Management rispetto alla propensione al rischio definita dal Board; l integrazione degli indirizzi/limiti fissati nei criteri di valutazione del Management per la determinazione della componente variabile; l esistenza e l efficacia di un processo di comunicazione degli indirizzi e dei limiti di rischio a tutti i livelli organizzativi. Ruolo e contributo degli altri attori del sistema Spetta, invece, all Amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, anche con il supporto del Risk Officer (o figure analoghe, come meglio esplicitato alla successiva Sezione 4) e/o di Comitati Esecutivi o altri Comitati all uopo istituiti (e.g., Comitato di Risk Management), il compito di: fornire al Board le informazioni sulla natura e sul livello di rischio cui l emittente e le sue controllate sono esposti nel perseguimento degli obiettivi e nell esercizio del business (e.g., in sede di presentazione dei piani aziendali ovvero in altro momento con riguardo ai rischi tipici e ricorrenti per il business, come meglio descritto alla successiva Sezione 3); stabilire i limiti operativi all assunzione delle varie tipologie di rischio in coerenza con il Risk Appetite definito dal Board; assicurare la coerenza fra il livello di rischio accettato, la pianificazione aziendale, le politiche di governo dei rischi e il processo di gestione dei rischi, tenendo in considerazione l evoluzione delle condizioni interne ed esterne in cui opera l azienda e la sua complessità organizzativa e di business; implementare processi per il monitoraggio del rispetto degli indirizzi e dei limiti fissati. Approfondimenti ed esemplificazioni Si riportano di seguito alcuni approfondimenti e considerazioni pratiche sui livelli di rischio che potrebbero essere discussi e determinati in sede consiliare e, successivamente, declinati dal Management. Il quadro di riferimento nel seguito rappresentato si ispira alle disposizioni di Banca d Italia in materia di Sistema dei Controlli Interni (Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006, aggiornata Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi 11

16 il 2 luglio 2013), applicabili agli istituti bancari. La sua estensione a settori non bancari non esclude, pertanto, possibili adattamenti o semplificazioni di taluni concetti. Impatto a Conto Economico Risk Tolerance Soglia di rischio tollerato Cash Flow Patrimonio Netto Risk Capacity Massimo livello di rischio sopportabile coerentemente con gli obiettivi perseguiti e i vincoli normativi Reputazione Risk Target Area di rischio obiettivo Risk Capacity È il livello massimo di rischio che un azienda è in grado di assumere nell esercizio del proprio business senza incorrere in situazioni di crisi, fallimento o mancato rispetto di vincoli imposti dagli azionisti o dalle Autorità di Vigilanza. In linea generale, tanto più elevata è la capacità aziendale di auto-finanziarsi, ricapitalizzarsi o ricorrere a fonti di finanziamento esterno, tanto maggiore sarà la sua capacità di assumere rischi (e.g., sopportare eventi catastrofici, perdere commesse o clienti strategici, perdere quote di mercato, ecc.). Tale soglia può essere espressa in termini quantitativi o qualitativi a livello complessivo d azienda. Ad esempio: livello massimo di indebitamento che un organizzazione è in grado di sopportare; livello minimo di redditività che un organizzazione è in grado di sostenere nel breve, medio e lungo; livello massimo di downgrade del rating del titolo/merito di credito sopportabile; livello minimo di adeguatezza del capitale regolamentare imposto dalle Autorità di Vigilanza; 12 Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi

17 situazioni di non conformità o altri eventi di natura endogena che, in caso di accadimento, possono compromettere la continuità aziendale e/o la sostenibilità dell organizzazione nel medio-lungo termine. La soglia di Risk Capacity è dinamica, in quanto può essere influenzata da diversi fattori, quali la situazione economica globale, la situazione dei mercati finanziari, gli outlook di settore o societari, cambiamenti nel modello di business, ecc. Risk Tolerance Riflette il livello massimo di rischio che un azienda è disposta a tollerare - ovvero non intende superare - nel perseguimento dei propri obiettivi (e.g., limiti minimi di risultati positivi ovvero massimi di risultati negativi). Tale soglia dovrebbe essere discussa e delineata: in sede di pianificazione strategica e operativa, con l obiettivo di indirizzare le strategie di medio-lungo termine dell emittente (e.g., individuazione di iniziative di investimento in linea con livelli di rischio tollerato); in sede di definizione delle modalità di governo e controllo dei principali rischi cui il business è esposto (e.g., approvazione di specifiche politiche di gestione del rischio/compliance con esplicitazione dei limiti operativi entro cui il Management deve operare ovvero dei divieti comportamentali o di assunzione di rischio). Può essere declinata a vari livelli di operatività (e.g., di gruppo, di tipologia di rischio, di business unit/prodotto, di area geografica/paese, ecc.) in relazione alle finalità (di indirizzo strategico versus controllo operativo delle operazioni aziendali) e alla complessità aziendale. In caso di declinazione su più livelli, è necessario assicurare coerenza fra gli stessi. Può essere espressa attraverso più parametri quantitativi o qualitativi, in relazione agli obiettivi perseguiti. Ad esempio: livello minimo di marginalità operativa che si è disposti a tollerare o di cash flow necessario per sostenere gli impegni di investimento dichiarati; livello massimo di capitale da investire in nuove iniziative; livello minimo di quota di mercato tollerato; tipologia di clienti, prodotti, mercati ammessi; livello massimo di concentrazione/dipendenza da clienti, prodotti, mercati, ecc.; aree geografiche nelle quali o con le quali non si intende operare (e.g., Paesi inclusi nelle Black List internazionali). La Risk Tolerance dovrebbe essere definita tenendo in considerazione: il contesto di riferimento; Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi 13

18 la maturità, stabilità, potenzialità di crescita del settore di business in cui l azienda opera; il posizionamento dell azienda nell Industry di riferimento; le aspettative degli Stakeholder; il livello di maturità dei processi e degli strumenti di risk management adottati. Risk Target Riflette il livello ottimale di rischio cui un azienda vuole tendere nel perseguimento degli obiettivi e rendimenti desiderati, in un ottica, quindi, di ottimale bilanciamento rischio-rendimento. Si tratta normalmente di una soglia inferiore (e quindi più prudente) rispetto alla Risk Tolerance, in quanto riflette il margine di sicurezza che l azienda intende tenersi rispetto ai livelli massimi di rischio tollerati. Per la sua definizione, occorre tener presente sia i fattori già delineati per la Risk Tolerance, sia i rendimenti attesi, al fine di individuare il miglior bilanciamento rispetto ai rischi da assumere. I livelli di rischio obiettivo indirizzano le azioni tattiche del Management (e.g., di breve-medio periodo), al fine di realizzare le strategie e raggiungere gli obiettivi di lungo periodo. Risk Profile Rappresenta la natura e il livello di rischio assunto dall organizzazione in un dato momento al netto dell effetto delle contromisure in essere. Dovrebbe essere misurato in modo coerente con i limiti sopra delineati (ovvero rispetto alle metriche e ai parametri quali-quantitativi articolati per i limiti tollerati e i livelli target) ed essere rilevato: in sede di esame, approvazione e monitoraggio dei piani strategici, finanziari o industriali (focus sui rischi di contesto e di natura strategica), così come in sede di pianificazione operativa; secondo le diverse frequenze stabilite per il monitoraggio dei rischi operativi di natura ricorrente, tipici del settore di business in cui l azienda opera (e.g., rischi commerciali, finanziari, industriali, di mercato, di compliance). Qualora il profilo di rischio assunto dovesse superare i limiti definiti, il Management dovrebbe valutare la revisione dei piani strategici in essere ovvero l attivazione di piani di recovery o di mitigazione, al fine di riportare l esposizione entro le soglie di accettabilità definite. 14 Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi

19 Sez. 3 Un quadro di riferimento per l esame dei rischi a cura del Board La determinazione della propensione al rischio aziendale in precedenza delineata richiede che il Board comprenda, valuti e monitori i rischi cui l azienda è esposta nel perseguimento dei propri obiettivi. Al riguardo, per un espletamento maggiormente consapevole di tali compiti, si propone di seguito un quadro di riferimento che prevede l esame da parte del Board dei seguenti ambiti: rischi e opportunità connessi alla gestione ordinaria/caratteristica del business; rischi e opportunità connessi ai piani e alle iniziative strategiche sottoposti all esame e approvazione del Consiglio (i.e. piani strategici, industriali e finanziari, investimenti rilevanti, operazioni straordinarie); rischi catastrofici/di discontinuità che potrebbero creare situazioni di stress o crisi per l azienda. Per ciascuno degli ambiti sopra delineati, i paragrafi che seguono forniscono alcuni spunti di riflessione con riguardo a: ruolo e contributo che il Board può fornire; tipologia di rischi da prendere in considerazione; frequenza/periodicità di valutazione a cura del Board; strumenti di analisi che il Board potrebbe avere a sua disposizione. Per gli aspetti metodologici e pratici più strettamente connessi alla valutazione di sintesi - da esprimere almeno annualmente a cura del Board - circa l adeguatezza del sistema di controllo interno e gestione dei rischi rispetto alle caratteristiche dell impresa e al profilo di rischio assunto, si rinvia ad altre specifiche e autorevoli pubblicazioni 5. 5 Si rinvia al documento Amministratori e componenti del Comitato controllo e rischi: come valutare la governance in tema di rischi e di controlli (febbraio 2013) curato da Carolyn Dittmeier e pubblicato da NedCommunity. Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi 15

20 3.1 Rischi connessi alla gestione ordinaria del business Ruolo e contributo del Board Le aziende sono esposte, nell esercizio ordinario del proprio business, a varie tipologie di rischio tipiche del settore di appartenenza o connaturate al modello organizzativo e operativo prescelto. Tali rischi hanno natura ricorrente e, quando rilevanti, richiedono una gestione nel continuo, sistematica e strutturata: il loro presidio rientra tipicamente nelle responsabilità ordinarie del Management aziendale. Rispetto a tali rischi, il Board dovrebbe svolgere principalmente un ruolo di supervisione attraverso: la comprensione del profilo di rischio cui le attività di business sono esposte e il monitoraggio della sua evoluzione nel tempo; la valutazione della compatibilità del profilo di rischio assunto con gli obiettivi definiti e le caratteristiche dell impresa; l esame e la valutazione di adeguatezza dei sistemi posti in essere per la gestione dei rischi significativi (e.g., regole, limiti, politiche e procedure, presidi organizzativi, strumenti di trattamento); la formulazione di richieste di interventi correttivi o migliorativi in presenza di profili di rischio ritenuti non accettabili o non in linea con la propensione al rischio definita e gli obiettivi da raggiungere. Tale esame dovrebbe tener conto, fra l altro, del grado d integrazione delle attività di identificazione, valutazione e gestione dei rischi nei processi di business critici per l assunzione di decisioni aziendali (e.g., acquisizione di nuovi clienti, lancio di nuovi prodotti, selezione e valutazione dei fornitori strategici), nonché nei processi di gestione della compliance a normative interne o esterne. In aggiunta a ciò, il Board potrebbe essere chiamato ad esaminare e approvare le politiche di gestione con riguardo ai rischi rilevanti per il business, contribuendo così a definire le regole di governo e controllo degli stessi, ivi incluse le soglie di accettabilità e i connessi processi di escalation in caso di superamento delle stesse. Tipologia di rischi da analizzare La mappatura dei rischi significativi connessi alla gestione ordinaria del business potrebbe essere guidata dalla preliminare comprensione (i) dei fattori critici di successo per il business e (ii) della struttura organizzativa e dei processi aziendali adottata dall azienda. Tali rischi potrebbero includere, a titolo esemplificativo: Rischi caratteristici del settore di business e dei mercati in cui l azienda opera (e.g., trend della domanda, azioni dei concorrenti, modifiche del contesto normativo di riferimento, instabilità dei Paesi di provenienza dei fattori 16 Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel governo dei rischi

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 E stato introdotto nell ordinamento di vigilanza italiano il concetto di risk appetite framework (RAF). E contenuto nella

Dettagli

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 3 Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 1. Premessa Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi di Fiat S.p.A. (la Società ) costituisce elemento

Dettagli

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO Data: Ottobre, 2013 UniCredit Group - Public MISSION E AMBITO DI COMPETENZA L Internal Audit è una funzione indipendente nominata dagli Organi di Governo della Società ed è parte

Dettagli

MANDATO INTERNAL AUDIT

MANDATO INTERNAL AUDIT INTERNAL AUDIT MANDATO INTERNAL AUDIT Il presente Mandato Internal Audit di Società, previo parere favorevole del Comitato Controllo e Rischi in data 30 ottobre 2012 e sentito il Collegio Sindacale e l

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

Modello dei controlli di secondo e terzo livello

Modello dei controlli di secondo e terzo livello Modello dei controlli di secondo e terzo livello Vers def 24/4/2012_CLEN INDICE PREMESSA... 2 STRUTTURA DEL DOCUMENTO... 3 DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CONTROLLO... 3 RUOLI E RESPONSABILITA DELLE FUNZIONI

Dettagli

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti

Dettagli

Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management. Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide

Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management. Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide 9 Aprile 2015 Agenda 1. Premessa: Il ruolo della Corporate Governance

Dettagli

Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business

Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business Gianluca Meloni, Davide Brembati In collaborazione con 1 1 Le premesse del Progetto di ricerca Nella presente congiuntura

Dettagli

Università di Macerata Facoltà di Economia

Università di Macerata Facoltà di Economia Materiale didattico per il corso di Internal Auditing Anno accademico 2010-2011 Università di Macerata Facoltà di Economia Obiettivo della lezione ERM - Enterprise Risk Manangement Per eventuali comunicazioni:

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

Tavola 1 Requisito informativo generale

Tavola 1 Requisito informativo generale Tavola 1 Requisito informativo generale (a) Il Consiglio di Amministrazione di Finlabo SIM. (di seguito anche la SIM o la Società ), ha definito le politiche di gestione dei rischi all interno delle quali

Dettagli

Il Risk Management Integrato in eni

Il Risk Management Integrato in eni Il Risk Integrato in eni Maria Clotilde Tondini Vice President Risk Integrato 5 Marzo 015, Milano Indice - Il Modello eni - 1 Il Modello eni Le fasi di sviluppo L avvio e l attuazione del Modello di Risk

Dettagli

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA Caratteristiche generali 0 I R M 1 Leadership e coerenza degli obiettivi 2. Orientamento ai risultati I manager elaborano e formulano una chiara mission. Es.: I manager

Dettagli

RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA

RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA ALLEGATO RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA Premessa. Le risposte alle domande

Dettagli

WORLD DUTY FREE S.P.A.

WORLD DUTY FREE S.P.A. WORLD DUTY FREE S.P.A. REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI E CORPORATE GOVERNANCE È istituito presso World Duty Free S.p.A. ( WDF ) un Comitato per il controllo interno, la gestione

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

REGOLAMENTO DEL COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO

REGOLAMENTO DEL COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO REGOLAMENTO DEL COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO Articolo 1 Premessa Il presente Regolamento disciplina la costituzione, il funzionamento ed i compiti del comitato per il Controllo Interno (il Comitato

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

1- Corso di IT Strategy

1- Corso di IT Strategy Descrizione dei Corsi del Master Universitario di 1 livello in IT Governance & Compliance INPDAP Certificated III Edizione A. A. 2011/12 1- Corso di IT Strategy Gli analisti di settore riportano spesso

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI DI SNAM. Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 12

REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI DI SNAM. Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 12 REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI DI SNAM Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 12 dicembre 2013, disciplina la composizione e la nomina, le modalità di

Dettagli

MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI

MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI Approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 3 marzo 202 OBIETTIVI Ai fini del corretto assolvimento delle funzioni

Dettagli

MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT. (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015)

MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT. (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015) MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015) 1 INDICE DEI CONTENUTI 1. INTRODUZIONE E FINALITA DEL DOCUMENTO 2. MISSIONE 3. AMBITO 4. PROFESSIONALITA

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale

Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale Prof. Valter Cantino Università degli Studi di Torino 1 IL RIFERIMENTO ALLA GESTIONE DEL RISCHIO NELLE

Dettagli

PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Regolamento. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi

PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Regolamento. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI Regolamento Regolamento del Comitato Controllo e Rischi Data approvazione: 16/01/2007 Ultima modifica: 08/11/2012 Regolamento del Comitato Controllo e Rischi

Dettagli

Associazione Italiana Corporate & Investment Banking. Presentazione Ricerca. Il risk management nelle imprese italiane

Associazione Italiana Corporate & Investment Banking. Presentazione Ricerca. Il risk management nelle imprese italiane Associazione Italiana Corporate & Investment Banking 02.36531506 www.aicib.it aicib@unicatt.it Presentazione Ricerca Il risk management nelle imprese italiane AICIB Associazione Italiana Corporate & Investment

Dettagli

Osservatorio Solvency II Operational Transformation

Osservatorio Solvency II Operational Transformation Divisione Ricerche Claudio Dematté Osservatorio Solvency II Operational Transformation Comply or Explain La Road Map verso Solvency II in Italia Maria Alejandra Guglielmetti 30.01.2014 Comply or Explain?

Dettagli

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING Il Comitato di Basilea viene istituito nel 1974 dai Governatori delle Banche Centrali dei 10 paesi più industrializzati. Il Comitato non legifera, formula

Dettagli

Funzionigramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori

Funzionigramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori gramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori Luglio 2010 INDICE ORGANIGRAMMA...3 FUNZIONIGRAMMA...5 DIRETTORE REGIONALE...6 COORDINAMENTO MARKETING E STRATEGIE TERRITORIALI...6

Dettagli

Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali

Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali La gestione dei rischi operativi e degli altri rischi Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali Mario Seghelini 26 giugno 2012 - Milano

Dettagli

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Le norme cosiddette organizzative definiscono le caratteristiche ed i requisiti che sono stati definiti come necessari e qualificanti per le organizzazioni al

Dettagli

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A. INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing

Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing Nel seguito sono presentati i servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito 1 ISA 610 USING THE WORK OF INTERNAL AUDITORS Questo principio tratta

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

Esternalizzazione della Funzione Compliance

Esternalizzazione della Funzione Compliance Esternalizzazione della Funzione Compliance Supporto professionale agli intermediari oggetto della normativa di Banca d Italia in materia di rischio di non conformità Maggio 2012 Labet S.r.l. Confidenziale

Dettagli

Il processo di definizione e gestione del Risk Appetite nelle assicurazioni italiane. Renzo G. Avesani, Presidente CROFI

Il processo di definizione e gestione del Risk Appetite nelle assicurazioni italiane. Renzo G. Avesani, Presidente CROFI Il processo di definizione e gestione del Risk Appetite nelle assicurazioni italiane Renzo G. Avesani, Presidente CROFI Milano, 10 07 2013 1. Che cosa è il Risk Appetite? 2. Il processo di Risk Appetite

Dettagli

Il ruolo del Dottore Commercialista nell attività di rating advisory ed il visto di conformità sul merito creditizio

Il ruolo del Dottore Commercialista nell attività di rating advisory ed il visto di conformità sul merito creditizio S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO Rating Advisory e reporting finanziario del rischio d impresa Il ruolo del Dottore Commercialista nell attività di rating advisory ed il visto di conformità

Dettagli

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1 UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA Fase 1: Analisi iniziale L analisi iniziale prevede uno studio dello stato attuale della gestione interna dell Ente. Metodo: si prevede l individuazione dei referenti

Dettagli

*(67,21(,03$77,25*$1,==$7,9,(

*(67,21(,03$77,25*$1,==$7,9,( 3,1,),=,21((21752//2, *(67,21(,0377,25*1,==7,9,( 68//(5,6256(801( 7HVWLPRQLDQ]DGHO*UXSSR%DQFD/RPEDUGD *=DQRQL 0LODQRJLXJQR Struttura del Gruppo Banca Lombarda 6WUXWWXUDGHO*UXSSR%DQFD/RPEDUGDH3LHPRQWHVH

Dettagli

1 La politica aziendale

1 La politica aziendale 1 La Direzione Aziendale dell Impresa Pizzarotti & C. S.p.A. al livello più elevato promuove la cultura della Qualità, poiché crede che la qualità delle realizzazioni dell Impresa sia raggiungibile solo

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO

Dettagli

Introduzione. Introduzione. 1. I contenuti del Codice di Autodisciplina promosso da Borsa Italiana 2. Le modifiche approvate nel marzo 2010

Introduzione. Introduzione. 1. I contenuti del Codice di Autodisciplina promosso da Borsa Italiana 2. Le modifiche approvate nel marzo 2010 Oggetto: Sintetica descrizione del contenuto del Codice di Autodisciplina, promosso da Borsa Italiana S.p.A., approvato dal Comitato per la corporate governance nel marzo 2006 e successivamente modificato

Dettagli

Il Modello 231 e l integrazione con gli altri sistemi di gestione aziendali

Il Modello 231 e l integrazione con gli altri sistemi di gestione aziendali RESPONSABILITA D IMPRESA D.lgs. 231/01 L EVOLUZIONE DEI MODELLI ORGANIZZATIVI E DI GESTIONE 27 maggio 2014 ore 14.00 Il Modello 231 e l integrazione con gli altri sistemi di gestione aziendali Ing. Gennaro

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI ( BY INTERNAL AUDITING FACTORIT SPA ) SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI L azienda Factorit ha da qualche anno costituito una funzione di presidio del monitoraggio dei rischi aziendali strettamente connessi

Dettagli

INFORMATIVA SULL APPLICAZIONE DELLE POLITICHE DI REMUNERAZIONE A FAVORE DEGLI ORGANI SOCIALI E DEL PERSONALE NELL ESERCIZIO 2015

INFORMATIVA SULL APPLICAZIONE DELLE POLITICHE DI REMUNERAZIONE A FAVORE DEGLI ORGANI SOCIALI E DEL PERSONALE NELL ESERCIZIO 2015 INFORMATIVA SULL APPLICAZIONE DELLE POLITICHE DI REMUNERAZIONE A FAVORE DEGLI ORGANI SOCIALI E DEL PERSONALE NELL ESERCIZIO 2015 Marzo 2016 1. PREMESSA Il Consiglio di Amministrazione è tenuto a rendere

Dettagli

ESSERE O APPARIRE. Le assicurazioni nell immaginario giovanile

ESSERE O APPARIRE. Le assicurazioni nell immaginario giovanile ESSERE O APPARIRE Le assicurazioni nell immaginario giovanile Agenda_ INTRODUZIONE AL SETTORE ASSICURATIVO La Compagnia di Assicurazioni Il ciclo produttivo Chi gestisce tutto questo Le opportunità di

Dettagli

Approvazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.

Approvazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Approvazione CDA del 25 giugno 2009 Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Regolamento U n i p o l G r u p p o F i n a n z i a r i o S. p. A. Sede

Dettagli

REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA

REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA PREMESSA SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI ORGANI E FUNZIONI DI VALUTAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI IN AGOS AUDITING: OBIETTIVI, MODELLO

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE.

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. 1 Nel panorama legislativo italiano la Salute e la Sicurezza sul Lavoro sono regolamentate da un gran numero di

Dettagli

ISVAP Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo. Via del Quirinale, 21 00187 Roma. Roma, 15 giugno 2012

ISVAP Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo. Via del Quirinale, 21 00187 Roma. Roma, 15 giugno 2012 ISVAP Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo Via del Quirinale, 21 00187 Roma Roma, 15 giugno 2012 Commenti dell associazione Chief Risk Officer Forum Italia (CROFI)

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

BCC BARLASSINA. Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da

BCC BARLASSINA. Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da BCC BARLASSINA (ai sensi delle Linee-Guida interassociative ABI-Assosim-Federcasse per l applicazione delle misure di attuazione della Direttiva

Dettagli

DCO 106/2013/R/GAS Mercato del gas naturale Riforma delle condizioni economiche nel servizio di tutela Revisione della componente QVD

DCO 106/2013/R/GAS Mercato del gas naturale Riforma delle condizioni economiche nel servizio di tutela Revisione della componente QVD DCO 106/2013/R/GAS Mercato del gas naturale Riforma delle condizioni economiche nel servizio di tutela Revisione della componente QVD Commenti e proposte Anigas Milano, 5 aprile 2013 1 PREMESSA Anigas

Dettagli

ESTRATTO DELLA POLITICA PER LA GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSE GENERALI Investments Europe S.p.A. SGR

ESTRATTO DELLA POLITICA PER LA GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSE GENERALI Investments Europe S.p.A. SGR ESTRATTO DELLA POLITICA PER LA GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSE GENERALI Investments Europe S.p.A. SGR Politica per la gestione dei conflitti d interesse di GENERALI INVESTMENTS EUROPE

Dettagli

Assessorato allo Sviluppo Economico Direzione Cultura Turismo e Sport Servizio Promozione Economica e Turistica

Assessorato allo Sviluppo Economico Direzione Cultura Turismo e Sport Servizio Promozione Economica e Turistica Assessorato allo Sviluppo Economico Direzione Cultura Turismo e Sport Servizio Promozione Economica e Turistica ALLEGATO D.1 BANDO PUBBLICO APERTO RIVOLTO AD IMPRESE OPERANTI NEI SETTORI DELLE TECNOLOGIE

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

Il modello ERM come strumento trasversale per la gestione dei rischi e le sue implicazioni operative e gestionali. Roma, 6 giugno 2013 1

Il modello ERM come strumento trasversale per la gestione dei rischi e le sue implicazioni operative e gestionali. Roma, 6 giugno 2013 1 Il modello ERM come strumento trasversale per la gestione dei rischi e le sue implicazioni operative e gestionali Roma, 6 giugno 2013 1 Fondata nel 1972 142 soci 50 associati Fatturato complessivo dei

Dettagli

POLITICA INTEGRATA QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA

POLITICA INTEGRATA QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA COMPLETIAMO IL TUO PROCESSO POLITICA INTEGRATA QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA Rifra Masterbatches S.p.A. Via T. Tasso, 8 25080 Molinetto di Mazzano (BS) Tel. +39 030 212171 Fax +39 030 2629757 R.I. 01006560179

Dettagli

Approfondimento. Controllo Interno

Approfondimento. Controllo Interno Consegnato OO.SS. 20 maggio 2013 Approfondimento Controllo Interno Maggio 2013 Assetto Organizzativo Controllo Interno CONTROLLO INTERNO ASSICURAZIONE QUALITA DI AUDIT E SISTEMI ETICA DEL GOVERNO AZIENDALE

Dettagli

Direzione Centrale Audit e Sicurezza IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE

Direzione Centrale Audit e Sicurezza IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE Maggio 2006 1 La costituzione dell Audit Interno La rivisitazione del modello per i controlli di regolarità amministrativa e contabile è stata

Dettagli

GESTIONE DELLA QUALITÀ DELLE FORNITURE DI BENI E SERVIZI

GESTIONE DELLA QUALITÀ DELLE FORNITURE DI BENI E SERVIZI Pagina 1 di 10 GESTIONE DELLA QUALITÀ DELLE DISTRIBUZIONE Fornitori di beni e servizi Documento pubblicato su www.comune.torino.it/progettoqualita/procedure.shtml APPLICAZIONE SPERIMENTALE Stato del documento

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

La strategia finanziaria adottata in relazione al profilo di rischio/rendimento. Il sistema di controllo e valutazione della gestione finanziaria

La strategia finanziaria adottata in relazione al profilo di rischio/rendimento. Il sistema di controllo e valutazione della gestione finanziaria Controllo della gestione finanziaria e disposizioni COVIP sul processo di attuazione della politica di investimento Giampaolo Crenca Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari Roma, 19 giugno 2012

Dettagli

Modelli ex d.lgs. 231/01 e Modelli di prevenzione della corruzione ex L. 190/2012. Massimo Malena & Associati 20 maggio 2015

Modelli ex d.lgs. 231/01 e Modelli di prevenzione della corruzione ex L. 190/2012. Massimo Malena & Associati 20 maggio 2015 Modelli ex d.lgs. 21/01 e Modelli di prevenzione della corruzione ex L. 190/2012 Massimo Malena & Associati 20 maggio 2015 L impatto immediato e diretto della L. 190/2012 sul d.lgs. 21/01 La Legge 190

Dettagli

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi Project Management Modulo: Introduzione prof. ing. Guido Guizzi Definizione di Project Management Processo unico consistente in un insieme di attività coordinate con scadenze iniziali e finali, intraprese

Dettagli

Credex LA PIATTAFORMA PER LA GESTIONE DELLA CATENA ESTESA DEL VALORE DEL RECUPERO CREDITI. ABI Consumer Credit 2003. Roma, 27 marzo 2003

Credex LA PIATTAFORMA PER LA GESTIONE DELLA CATENA ESTESA DEL VALORE DEL RECUPERO CREDITI. ABI Consumer Credit 2003. Roma, 27 marzo 2003 LA PIATTAFORMA PER LA GESTIONE DELLA CATENA ESTESA DEL VALORE DEL RECUPERO CREDITI ABI Consumer Credit 2003 Roma, 27 marzo 2003 Questo documento è servito da supporto ad una presentazione orale ed i relativi

Dettagli

Regolamento del Comitato Controllo e Rischi di Eni S.p.A.

Regolamento del Comitato Controllo e Rischi di Eni S.p.A. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi di Eni S.p.A. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi di Eni S.p.A. 1 Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 1 giugno

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Report a cura del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni Dirigenziali Settembre 2014 1 Premessa Il Report Il sistema di misurazione

Dettagli

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE Pag. 1 di 5 RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE INDICE 1. Scopo... 2 2. Principi guida... 2 3. Politica per la qualità e l Ambiente... 2 4. Pianificazione... 2 5. Responsabilità, autorità e comunicazione...

Dettagli

Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di

Dettagli

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione. ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno

Dettagli

LIFE09ENVIT000188-EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER

LIFE09ENVIT000188-EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER -EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER Linee Guida Modello di gestione ambientale ECO-CLUSTER: sistema gestione ambientale Comune di Collagna Responsabile dell azione Istituto

Dettagli

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 Percorsi di ampliamento dei campi di applicazione gestiti in modo

Dettagli

Codice di Corporate Governance

Codice di Corporate Governance Approvato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 1 del 3 maggio 200 Indice 1 Introduzione 2 Organizzazione della Società 2.1 Assemblea dei Soci 2.2 Consiglio di Amministrazione 2.3 Presidente

Dettagli

Città di Minerbio Provincia di Bologna. CICLO DELLA PERFORMANCE Indirizzi per il triennio 2011-2013

Città di Minerbio Provincia di Bologna. CICLO DELLA PERFORMANCE Indirizzi per il triennio 2011-2013 Città di Minerbio Provincia di Bologna CICLO DELLA PERFORMANCE Indirizzi per il triennio 2011-2013 Approvato con deliberazione di Giunta Comunale n. 78 del 27/07/2011 Premessa Le amministrazioni pubbliche

Dettagli

FNM SpA Linee di Indirizzo del Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi

FNM SpA Linee di Indirizzo del Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi FNM SpA Linee di Indirizzo del Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi Approvate dal Consiglio di Amministrazione in data 17 aprile 2014 Linee di Indirizzo del SCIGR 1. Premessa Il Sistema di

Dettagli

BILANCIARSI - Formazione e Consulenza per la legalità e la sostenibilità delle Organizzazioni

BILANCIARSI - Formazione e Consulenza per la legalità e la sostenibilità delle Organizzazioni INTRODUZIONE BilanciaRSI è una società di formazione e consulenza specializzata nei temi della Legalità, della Sostenibilità, della Responsabilità d Impresa e degli Asset Intangibili. Da più di 10 anni

Dettagli

BUSINESS RISK CONSULTING RISK. DISPUTES. STRATEGY.

BUSINESS RISK CONSULTING RISK. DISPUTES. STRATEGY. BUSINESS RISK CONSULTING RISK. DISPUTES. STRATEGY. BUSINESS RISK CONSULTING PROCESS OPTIMIZATION Mappatura as is dei processi, definizione dello stato to be, gap analysis, definizione ed implementazione

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit Rev. 00 del 11.11.08 1. DISTRIBUZIONE A tutti i membri dell organizzazione ING. TOMMASO 2. SCOPO Gestione degli audit interni ambientali e di salute e sicurezza sul lavoro 3. APPLICABILITÀ La presente

Dettagli

REALIZZARE UN BUSINESS PLAN

REALIZZARE UN BUSINESS PLAN Idee e metodologie per la direzione d impresa Ottobre 2003 Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. REALIZZARE UN

Dettagli

BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza

BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza Rev. 03 del 27 maggio 2008 La BASILE PETROLI S.p.A., nell ambito delle proprie attività di stoccaggio e commercializzazione di

Dettagli

L asset più importante, l investimento più remunerativo? La governance, è tempo di investire nel «governance budget»

L asset più importante, l investimento più remunerativo? La governance, è tempo di investire nel «governance budget» Authorized and regulated by the Financial Services Authority L asset più importante, l investimento più remunerativo? La governance, è tempo di investire nel «governance budget» Il processo di investimento

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea,

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea, 17.11.2012 IT Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 320/3 REGOLAMENTO (UE) N. 1077/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per la supervisione da parte delle

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

Appendice 2 Piano di business preliminare

Appendice 2 Piano di business preliminare Appendice 2 Piano di business preliminare Sistema di valutazione di business idea e/o start-up innovative Piano di business preliminare DOCUMENTO DA RIEMPIRE A CURA DEL PROPONENTE Indice 1 Analisi tecnica

Dettagli

AUDIT. 2. Processo di valutazione

AUDIT. 2. Processo di valutazione AUDIT 2. Processo di valutazione FASE ATTIVITA DESCRIZIONE Inizio dell'audit Inizio dell attività Costituzione del gruppo di valutazione sulla base delle competenze generali e specifiche e dei differenti

Dettagli

Lezione 3: Introduzione all analisi e valutazione delle azioni. Analisi degli Investimenti 2014/15 Lorenzo Salieri

Lezione 3: Introduzione all analisi e valutazione delle azioni. Analisi degli Investimenti 2014/15 Lorenzo Salieri Lezione 3: Introduzione all analisi e valutazione delle azioni Analisi degli Investimenti 2014/15 Lorenzo Salieri Valutazione degli investimenti in azioni Intuitivamente si crea valore quando un azienda

Dettagli

Politica per la Sicurezza

Politica per la Sicurezza Codice CODIN-ISO27001-POL-01-B Tipo Politica Progetto Certificazione ISO 27001 Cliente CODIN S.p.A. Autore Direttore Tecnico Data 14 ottobre 2014 Revisione Resp. SGSI Approvazione Direttore Generale Stato

Dettagli

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso SORVEGLIANZA E CERTIFICAZIONI UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso Pagina 1 di 10 INTRODUZIONE La Norma UNI EN ISO 9001:2008 fa parte delle norme Internazionali

Dettagli