periodo programmatico 2007/2013

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "periodo programmatico 2007/2013"

Transcript

1 Regione Lazio Quadro conoscitivo e base documentale del Piano Forestale Regionale (art. 7, l.r. 39/2002) periodo programmatico 2007/2013 A cura dell Area Conservazione delle Foreste Roma, 2008

2 1. INTRODUZIONE...3 Obiettivi...3 Piano del lavoro IL PATRIMONIO FORESTALE REGIONALE La superficie forestale regionale Le foreste regionali nel quadro nazionale Le tipologie forestali secondo l IFNC La ripartizione territoriale della foreste La distribuzione altimetrica La proprietà forestale Le foreste nelle aziende La boscosità Le tipologie forestali Caratteri generali Ripartizione per fasce fitoclimatiche Le tipologie floristiche e strutturali più diffuse Altri ecosistemi di interesse Le provvigioni e gli incrementi GLI ECOSISTEMI FORESTALI DI PARTICOLARE VALORE AMBIENTALE Le foreste demaniali regionali Le foreste all'interno delle aree protette La Rete ecologica europea Natura Le Direttive Habitat e Uccelli La Rete Natura 2000 negli ambienti forestali del Lazio Le problematiche della gestione forestale nei siti della Rete Natura Le foreste indennizzate ai sensi della L.R. 43/ INFRASTRUTTURE FORESTALI I vivai forestali Gli orientamenti della Legge sul vivaismo La viabilità forestale La classificazione Profili legislativi ed iniziative regionali per la viabilità Le problematiche Le infrastrutture Il sistema idrografico forestale L USO E LA GESTIONE DELLE RISORSE FORESTALI La gestione sostenibile forestale Gli aspetti ambientali Multifunzionalità degli ecosistemi boscati Tutela delle peculiarità locali del bosco...3 2

3 5.2.3 Standardizzazione dei moduli colturali Cure colturali intercalari Esercizio dell attività silvana Usi Civici Monitoraggio degli ecosistemi Gli aspetti economici Il livello d uso delle risorse forestali Gli aspetti sociali Filiera foresta-legno Filiera foresta-ambiente Filiera foresta-agricoltura La pianificazione aziendale forestale Introduzione Il ruolo degli enti locali nella pianificazione Il quadro legislativo di riferimento Il quadro della pianificazione aziendale Criticità dell attuale quadro normativo sulla pianificazione Le prospettive I PROCESSI DI DEGRADO ED AVVERSITÀ Gli incendi boschivi Cenni della problematica su scala nazionale La problematica nella regione Lazio Gli indirizzi per la prevenzione e la lotta Abbandono colturale Abusi nell uso delle aree boscate Il pascolo in bosco, nei prati e pascoli naturali Le discariche abusive Processi abiotici di degrado Avversità climatiche Deperimento di nuovo tipo Processi biotici di degrado ANALISI DELLE FILIERE, DEI SERVIZI FORESTALI E RISULTATI ECONOMICI La filiera foresta-legno La filiera dei prodotti non legnosi La filiera zootecnica Le attività turistico-ricreative ed i servizi del bosco I risultati economici Il valore economico totale del sistema forestale Ruolo economico del Lazio nel contesto nazionale Risultati economici della filiera forestale regionale L orientamento di mercato dei prodotti legnosi...3 3

4 8. LA SPESA PUBBLICA Introduzione Le iniziative comunitarie Il Reg. 2080/92 ed il Reg. 867/ Il Piano di Sviluppo Rurale Il Piano di Sviluppo Rurale Il Documento Unico di Programmazione (DOC.U.P.) Le iniziative Nazionali L Accordo di Programma Quadro Le iniziative regionali Programma integrato di interventi per lo sviluppo del litorale I fondi ordinari regionali Conclusioni L EVOLUZIONE DEL SISTEMA FORESTALE, LA PROGRAMMAZIONE, E LA PIANIFICAZIONE Il sistema forestale regionale dalla fine degli anni Il piano forestale nazionale La pianificazione forestale in Regione Il Piano Forestale Regionale Altri interventi di programmazione e pianificazione Alcune considerazioni di sintesi LE ISTITUZIONI E GLI STRUMENTI AMMINISTRATIVI DI GESTIONE Ruolo e compiti delle Istituzioni internazionali e nazionali Le competenze in ambito regionale Regimi e strumenti amministrativi di gestione Regimi amministrativi Gli strumenti BIBLIOGRAFIA...3 4

5 Autori Il volume è frutto della collaborazioni di vari Autori. Ciascuno ha contribuito sia attraverso la redazione di specifici contributi, sia mediante la partecipazione ai lavori di di gruppo con forte spirito critico e costruttivo. Nel dettaglio il Dott. Arcà G. ha curato la parte relativa alle problematiche delle foreste nelle aree protette, il Dott. Catena C. ed il Dott. Cecconi C. hanno redatto la parte relativa al rapporto tra foreste e la Rete Natura 2000, mentre il Dott. Tonelli V. ha analizzato il rapporto tra foreste e suolo. Il Dott. Tomei ed il Dott. Allegretti S. hanno illustrato il ruolo dei boschi e degli alberi monumentali, mentre il Sig. Paletti A. ed il Dott. Fiore G. hanno curato la parte relativa al vivaismo forestale ed i pascoli. Il Dott Zani A., il Dott. Gaglioppa P. e Arch. Cardarello V., hanno redatto la parte sulla pianificazione forestale. Il Geom. Torrigiani T., Geom. Cenciarelli A., Geom. Storace F. ed il Dott. Vitelloni hanno curato la parte relativa alle foreste demaniali. La dott.ssa Savelli S. ha curato la stesura del paragrafo relativo al patrimonio ed ha fornito significativi contributi alla stesura di numerosi altri capitoli. Infine un sentito ringraziamento va alla Sig. Titone F., Sig. Montoneri S. Geom. Mandato B., Sig. Ionni C., per il supporto all attività. Il coordinamento operativo spetta all Arch. Cardarello V. e quello scientifico al Dott. Carbone F., che all unisono esprimono un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato a questa avventura. 5

6 1. INTRODUZIONE L Inventario Forestale Nazionale e dei serbatoi di Carbonio (IFNC, 2005) indica per la regione Lazio un patrimonio di oltre ettari di boschi e foreste, a fronte di una superficie territoriale di oltre 1,7 milioni di ettari. Si tratta di una superficie rilevante, prossima a quella media nazionale, composta da ecosistemi che caratterizzano vari ambienti, in funzione dell altitudine, orografia, clima e tessuto socio-economico. Si va dai boschi tipici degli ambienti litoranei a quelli di quota; da complessi estesi ed articolati, ai piccoli nuclei marginali e piante isolate in aree agricole; dai boschi soggetti ad utilizzazione continua a quelli abbandonati; dai boschi monumentali, consociazioni relitte e formazioni secondari, a quelli fortemente antropizzati ed in corso di evoluzione verso strutture ecologicamente meno rilevanti, ed altro ancora. Gran parte di essi si distinguono per il rilevante valore naturalistico, che li ha portati ad essere inclusi all interno dell ampio sistema delle aree protette di rilevanza europea, nazionale e regionale. Le problematiche ambientali attualmente all attenzione di tutti, quali ad esempio l'approvvigionamento idrico, la fissazione del carbonio, i mutamenti climatici, ecc., sottolineano la funzione di servizio di questo patrimonio al sistema economico e sociale. All indubbio ruolo naturalistico-ambientale si associa anche quello produttivo, per le numerose filiere. Da quella tradizionale del legno, a quella dei prodotti non legnosi del bosco, a quella dei servizi. La duplice valenza del bosco, di essere sede di produzione di beni ed al contempo erogatore di beni e servizi di rilevante interesse pubblico, alimenta una delle forti contraddizioni tipiche del tempo moderno e dei paesi ad elevato livello di benessere, quali quelli dell occidente industrializzato. L esigenza di una gestione armonizzata tra obiettivi produttivi e quelli di interesse pubblico, è emersa già da tempo sia in ambito nazionale (cfr. legge. 3267/23), che in quello internazionale (esempio Conferenza di Rio, 1992 e seguenti), nonché affrontata anche in ambito regionale (l.r. 39/2002). Anche l Europa, dapprima come CEE e successivamente come UE, seppur istituzionalmente priva di una competenza specifica, Autore Francesco Carbone 6

7 ha affermato la propria posizione in materia. L indirizzo è quello della gestione dei boschi coerente con i principi della gestione forestale sostenibile definiti nel percorso pan-europeo di Lisbona, Stoccolma ed Helsinki. Ciò si esprime in una gestione razionale dei boschi, ecocompatibile, multifunzionale e in armonia con le indicazioni emergenti dal mercato. In questa ottica la via maestra che viene intrapresa per il patrimonio forestale regionale è quella dello sviluppo sostenibile, coerentemente con i valori, le funzioni e le peculiarità ambientali, nonché la cultura e le tradizioni locali. Intorno a questo patrimonio ruota un complesso sistema forestale in cui l Amministrazione Regionale assume un ruolo chiave dovendo definire le linee programmatiche del settore. La costruzione del Piano Forestale Regionale non può che basarsi anzitutto su un dettagliato quadro conoscitivo del sistema forestale regionale. Questo è l obiettivo del presente volume, che intende fornire agli operatori del settore, ma anche all intera collettività regionale, una visione d insieme di questo complesso settore. Il volume ha i caratteri di una ricerca articolata e multidisciplinare sul sistema forestale regionale. La sua redazione ha consentito, già al gruppo di lavoro, di saggiare le carenze con cui quotidianamente devono operare gli amministratori, i gestori e gli operatori del settore. L assenza e la difficoltà di reperimento di informazioni in tempo reale, di referenti certi, la presenza di informazioni provenienti da fonti diverse e talvolta contraddizione tra loro, di dati che definiscono il medesimo oggetto con valori talvolta fortemente diversi 1, sono elementi che hanno condizionato l attività di ricerca, ma ancor di più condizionano tuttora l intero settore. Al loro fianco, purtroppo, oltre alla mancanza di cognizioni su tematiche specifiche, vedi ad esempio quelle economiche e sociali, vi sono altre di cui si hanno delle informazioni frammentate e puntuali, mancando di un quadro coordinato ed esteso sull intero territorio regionale. Malgrado ciò, il gruppo di lavoro non si è fermato alla sola raccolta delle statistiche disponibili, ma è andato oltre, analizzando le diverse componenti che interagiscono nel sistema forestale, enucleando le problematiche, le attese, le sinergie, le contraddizioni, soffermandosi infine sulle sue prospettive di sviluppo. A tal fine è stato particolarmente significativo il contributo dall Osservatorio di Economia Agraria per il Lazio e 1 Già la quantificazione della consistenza del patrimonio forestale regionale, come potrà vedersi nel paragrafo dedicato, presenta vari valori tra loro diversi a seconda della fonte. E nessuna di esse esprime quella che è la superficie forestale secondo la definizione di bosco propria della Regione Lazio 7

8 L Abruzzo INEA, 2001, inerente l Analisi preliminare e base documentale sul Sistema Forestale della Regione Lazio (Venzi et al., 2001). Il sistema forestale regionale presenta punti di debolezza e punti di forza, nonché minacce ed opportunità. Tra i punti di forza ed opportunità si citano l elevato valore naturale dell ecosistema, la limitata distanza presente tra centri urbani e aree boscate, Per quel che attiene, invece, i punti di debolezza e minacce, si menzionano la frammentazione della proprietà, l antropizzazione dei boschi, il ricorso a moduli colturali semplificati, la gestione estemporanea con scarso legame spazio-temporale delle iniziative, la scarsa integrazione tra l ecosistema forestale ed il sistema socioeconomico, le scarse conoscenze sugli ecosistemi boscati. La loro individuazione intende creare i presupposti affinché i punti di forza e le opportunità possano essere coinvolte all interno di politiche di valorizzazione, mentre, i punti di debolezza e di minaccia siano oggetto di diverse politiche di salvaguardia e tutela. Con questo volume si è, dunque, cercato di ricostruire e raccordare le informazioni esistenti. Il quadro che ne scaturisce è ovviamente quello medio della Regione Lazio, ma forse è più preciso definire quello più frequente, approfondendo situazioni puntuali, ma in generale, non soffermandosi su casi specifici. Obiettivi Già in sede di predisposizione della Convenzione è stato fatto un dettagliato esame di quelli che sarebbero dovute essere le indicazioni da fornire con lo studio. Gli obiettivi specificati erano: a) composizione, strutturazione e problematiche connesse; b) quadro socioeconomico del sistema forestale; c) situazione della pianificazione forestale nella proprietà pubblica e privata; d) stato delle formazioni boschive generatisi dall abbandono dei coltivi o dalla mancata gestione dei boschi; e) individuazione delle diverse sub-filiere connesse con il sistema forestale per macro-aree di maggiore interesse forestale; 8

9 f) ruolo delle funzioni ambientali e connessioni esistenti tra l attività forestale e le altre attività con particolare riferimento al sistema dei Parchi e delle Aree Protette; g) tipologie di interventi di politica forestale per la valorizzazione del sistema forestale con particolare riferimento al sistema dei Parchi e delle Aree Protette ed alle Foreste Regionali Demaniali; h) indicazioni delle politiche in atto ai diversi livelli istituzionali; i) quadro normativo regionale di riferimento nel settore forestale; j) individuazione delle linee di sviluppo e valorizzazione del settore; k) presentazione priorità di intervento in materia di politica forestale regionale e stima delle risorse necessarie; l) criteri e pesi nella ripartizione delle risorse; m) criteri e metodi per il monitoraggio delle iniziative. Al di là di questi obiettivi puntuali, sono stati individuali degli altri a carattere trasversale, che hanno orientato il gruppo di lavoro nella ricerca: conoscere e fornire un quadro globale del settore forestale regionale; fornire degli elementi per consentire una migliore integrazione del sistema forestale nell ambito dell economia regionale; fornire elementi per la valorizzazione dei boschi per migliorare il benessere delle collettività locali ed urbane; coordinare le conoscenze esistenti attraverso una lettura d insieme. Piano del lavoro Con la consapevolezza di analizzare un bene ad uso multiplo, su cui deve promuoversi uno sviluppo ecosostenibile, viene descritto il sistema forestale laziale, limitatamente ai primi segmenti della filiera, quali quello della gestione, produzione, utilizzazione e 1 trasformazione, mentre vengono tralasciati i successivi segmenti poiché questi afferiscano al settore industriale, in cui il legname regionale rappresenta una frazione esigua della materia prima lavorata, al pari di quanto rilevato su scala nazionale. 9

10 Il lavoro si basa soprattutto sui dati riportati dalle due fonti statistiche ufficiali per il settore forestale, le Statistiche Forestali dell'istat (annate varie) e l'inventario Forestale Nazionale e dei Serbatoi di Carbonio redatto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nel 2005, nonché quello precedente del 1985, integrati da informazioni riportate dai censimenti dell'agricoltura e di quello di Imprese Istituzioni ed Unità Locali, entrambi oggi in corso di aggiornamento, nonché da altre informazioni statistiche acquisite da banche dati del Corpo Forestale dello Stato, Infocamere, Federlegno-Arredo, ecc., dalla letteratura scientifica e dalle Amministrazioni competenti in materia. Dopo aver fornito il quadro delle dimensioni territoriali, della struttura, della distribuzione, della proprietà, della composizione delle tipologie e strutture forestali, si entra nel particolare di alcuni ecosistemi quali i rimboschimenti, le piantagioni, i boschi di ripa, gli alberi ed i boschi monumentali, si presentano le problematiche dei patrimoni del demanio regionale e dei boschi all interno delle aree protette e dei siti forestali rientranti nel rete europea Natura 2000, concludendo con quelli che sono le provvigioni e gli incrementi del patrimonio forestale regionale. L'analisi delle infrastrutture forestali quali i vivai, la viabilità ed il sistema idrografico, procedono il capitolo relativo alle modalità di gestione dei complessi forestali, richiamandosi ai principi della gestione sostenibile. Segue l analisi dei processi di degrado con particolare riferimento agli incendi, ma senza dimenticare l abbandono colturale, gli abusi delle aree boscate ed i processi di origine biotica ed abiotica. Si è, dunque, entrati nel dettaglio delle filiere, quella del legno, dei prodotti non legnosi e delle attività ricreative, specificando le loro produzioni ed i risultati economici conseguiti. Il successivo capitolo ha riguardato la spesa pubblica forestale, quindi si è passati all analisi della programmazione, pianificazione ed evoluzione del sistema forestale negli ultimi 10 anni. A seguire si è soffermati sul quadro legislativo nazionale e regionale, nonché sulle istituzioni e gli strumenti amministrativi di gestione. 10

11 2. IL PATRIMONIO FORESTALE REGIONALE Il quadro statistico del sistema forestale regionale riflette fortemente le carenze del sistema statistico forestale. Al quesito elementare a quanto ammonta la superficie forestale regionale?, la risposta non è univoca e soprattutto cercare di fornire il dettaglio su scala minore implica accrescere l incertezza dell informazione. I dati citati in questo e nei successivi capitoli derivano da varie fonti bibliografiche, ciascuna rappresentativa di quadri forestali relativi ad epoche diverse, i cui dati sono soprattutto il risultato di metodologie di rilievo diverse. La fonte più aggiornata circa la superficie forestale su scala nazionale e regionale è quella dell Inventario Forestale Nazionale e serbatoi di Carbonio (IFNC, 2005). Ad essi si affiancano informazioni di dettaglio provenienti da altre fonti, pertanto, a rigore non potrebbe procedersi alla loro aggregazione e confronto. Il dettaglio provinciale è quello più carente. Gli unici dati ufficiali sono quelli ISTAT della fine degli anni novanta, riferiti ad una definizione di bosco diversa da quella adottata dall IFNC (2005) ed anche dalla legislazione regionale (art. 4 della l.r. 39/2002). I dati congiunturali sono anch essi fonte ISTAT e risalgono ai primi anni 2000 acquisiti ancora con la vecchia rete di rilevamento a cui probabilmente sfuggono le utilizzazioni su piccole superfici. I dati provvigionali ed incrementali rilevati nel corso dell IFNC (2005) sono in fase di elaborazione pertanto, il relativo quadro deriva da quelli riportati dall IFN Questo porta a delle incongruenze e limiti che incidono fortemente sulla comprensione del quadro statistico evidenziando la necessità che la Regione proceda al più presto ad una quantificazione del proprio patrimonio forestale, coerente con la definizione di bosco di cui alla l.r. 39/2002, costruendo altresì un adeguato sistema di rilevamento statistico. Autori Francesco Carbone e Serena Savelli 11

12 2.1 La superficie forestale regionale La Regione Lazio ha una superficie territoriale di ha (ISTAT, 2005), di cui ettari, ovvero il 35,21%, è ricoperto da boschi e foreste, secondo i dati dell IFNC (2005). Varie sono le tipologie forestali individuate come illustra il graf Graf Ripartizione della superficie forestale nella Regione Lazio secondo FRA 2000 (Fonte: IFNC, 2005) Boschi alti (ha ) Bosco (ha ) Impianti arbor legno (ha 1.704) Superficie forestale totale (ha ) Aree prive di soprassuolo (ha 7.282) Boschi bassi (ha 5.527) Altre terre boscate (ha ) Boschi radi (ha 5.681) Boscaglie (ha 737) Arbusteti (ha ) La dinamica della superficie forestale nel corso dell ultimo ventennio può effettuarsi solamente in termini orientativi avvalendosi dei vari dati presenti in letteratura, ciascuno dei quali deriva da standard definitori diversi (tab. 2.1). Tab. 2.1 Superficie boscata nel Lazio nel corso dell ultimo ventennio Fonte IFNC ISTAT TBFRA ISTAT Corine IFN ISTAT Anno Superficie boscata (ha)

13 Dal un lato è evidente che dal 1985 ad oggi vi è stato una crescita della superficie forestale regionale, il cui trend orientativo è evidenziato nel graf L ordine esatto dell aumento della superficie intervenuta non può essere fornito per via dei diversi criteri di identificazione delle superfici boscate, nessuna delle quali riflette comunque la definizione di bosco secondo i criteri sanciti dalla legge regionale (box. 1). Graf. 2.2 Trend orientativo dell ampliamento della superficie forestale regionale nell ultimo ventennio y = 6784,7x - 1E+07 R 2 = 0, Superficie Forestale Regionale (ha) Anni Superficie Lineare (Superficie) Questo ampliamento sta avvenendo soprattutto nelle aree interne di montagna, dove la riduzione della popolazione, la contrazione dell attività agricola e dell economia in generale, hanno allentato la pressione sulle risorse boscate e sulle aree contermini, che nel frattempo sono state oggetto di un processo naturale di rimboschimento. 2 Con riferimento alla funzione di regressione stimata nel graf. 2.2, è possibile determinare la superficie forestale orientativa nei vari anni, utile soprattutto per trarre delle eventuali considerazioni comparative. 13

14 2.1.1 Le foreste regionali nel quadro nazionale La superficie forestale nazionale al 2005 è stata stimata in oltre circa 10,5 milioni di ettari (graf. 2.2). Rispetto ai dati indicati nell IFN (1985), quelli INFC (2005) evidenziano un trend espansivo della superficie forestale nazionale con un tasso di boscosità del 34,7%. La tab. 2.2 evidenzia l evoluzione temporale di questo patrimonio, da leggersi con tutte le attenzioni legate ai differenti criteri identificativi del bosco. Graf Ripartizione della superficie forestale nazionale secondo FRA 2000 (Fonte: IFNC, 2005) Boschi alti (ha ) Bosco (ha ) Impianti arbor legno (ha ) Superficie forestale totale (ha ) Aree prive di soprassuolo (ha ) Boschi bassi (ha ) Altre terre boscate (ha ) Boschi radi (ha ) Boscaglie (ha ) Arbusteti (ha ) Tab. 2.2 Superficie nazionale boscata nel corso dell ultimo ventennio Fonte IFNC ISTAT TBFRA ISTAT Corine IFN ISTAT Anno Superficie boscata (ha) La superficie forestale regionale costituisce per il 5,78 % quella nazionale, aumentando rispetto alla situazione fotografata dal precedente IFN (1986) (5,37 %). 14

15 Nella comparazione con le altre Regioni, il Lazio costituisce una delle realtà che più si avvicina al quadro medio, con una superficie territoriale e forestale poco superiore ai valori medi nazionali (graf. 2.3). Graf. 2.3 Indici della superficie territoriale e forestale delle Regioni (valore medio regioni=100) (Fonte: ISTAT 2003, IFNC 2005) 250 TS SD 200 PM Indice Sup. Forestale LG UM FVG BS MC AB TAA CP CL LZ VE ER LB SL VA ML PG Indice Sup. Territoriale Leggenda Regione Sigla Regione Sigla Regione Sigla Regione Sigla Regione Sigla Piemonte PM Veneto VE Toscana TS Abruzzo AB Basilicata BS Valle d Aosta VA Friuli V.G. FVG Umbria UM Molise ML Calabria CL Lombardia LB Liguria LG Marche MC Campania CP Sicilia SL Trentino A.A. TAA Emilia R. ER Lazio LZ Puglia PG Sardegna SD L ampliamento della superficie boscata rilevato in ambito regionale e nazionale, è altresì una evoluzione del tessuto socio-economico comune dei paesi sviluppati, che si contrappone, senza tuttavia compensarlo, al quadro mondiale secondo cui è in atto una contrazione delle foreste (FAO, 2001). La suddetta crescita si sta realizzando sia attraverso un processo naturale, che vede il bosco colonizzare ex coltivi ed ex pascoli localizzati nelle aree più difficili e marginali. A ciò si deve aggiungere l aumento della superficie a piantagioni, finalizzato alla formazione di ecosistemi arborei di origine artificiale che dalla metà degli anni 90 ha coinvolto terreni sia di proprietà pubblica che privata, con il sostegno finanziario dell Unione Europea. E necessario sottolineare che al fianco a questo fenomeno territoriale, la mutazione dei criteri identificativi del bosco al fine di includere anche formazioni più rade e di origine 15

16 artificiale, riflette una diffusa esigenza sociale in risposta ai mutamenti climatici in corso. Box 1 Confronto degli standard di definizione del bosco IFNC (2005) 3 : classifica come boschi il territorio con copertura arborea maggiore del 10% su un estensione maggiore di 0.5 ha. Gli alberi devono poter raggiungere un altezza minima di 5 m a maturità in situ. Può trattarsi di formazioni chiuse od aperte. Soprassuoli forestali giovani, anche se derivati da piantagione, od aree temporaneamente scoperte per cause naturali o per l intervento dell uomo, ma suscettibili di ricopertura a breve termine secondo i requisiti sopra indicati, sono inclusi nella definizione di bosco. Sono inoltre inclusi: vivai forestali ed arborei da seme (che costituiscono parte integrante del bosco); strade forestali, fratte tagliate, fasce tagliafuoco ed altre piccole aperture del bosco; boschi inclusi in parchi nazionali, riserve naturali ed altre aree protette; barriere frangivento e fasce boscate di larghezza superiore a 20 metri, purché maggiori di 0,5 ha. Sono incluse anche le piantagioni finalizzate a scopi forestali comprese quelle di alberi da gomma e le sugherete (FRA2000). Sulla base di ciò, il territorio interessato dalle cenosi forestali è stato suddiviso secondo uno schema gerarchico a quattro livelli. Il primo è costituito dalle due macrocategorie inventariali Bosco e Altre terre boscate. Al secondo livello, il Bosco è suddiviso nelle tre categorie inventariali denominate Boschi alti, Impianti di arboricoltura da legno e Aree temporaneamente prive di soprassuolo, mentre le Altre terre boscate sono suddivise nelle categorie inventariali denominate Boschi bassi, Boschi radi, Boscaglie e Arbusteti. Nell ambito della macrocategoria delle Altre terre boscate è stata convenzionalmente aggiunta una quinta classe, denominata Aree boscate inaccessibili o non classificate: questa classe comprende tutti quei punti di campionamento, assegnati in prima fase alle aree boscate, che non sono stati classificati in seconda fase perché non potevano essere raggiunti né descritti da lontano, o benché raggiungibili od osservabili - non presentavano informazioni attendibili a causa di limitazioni tecniche o procedurali. ISTAT (2002) classifica come boschi quelle aree estese oltre mezzo ettaro e coperte da boschi chiusi o densi dove la copertura delle chiome degli alberi risulti superiore al 50 %; L INF (1985) classifica come boschi quelli con estensione minima dell'area di m 2, copertura minima 20% e larghezza minima 20 m. D.lgvo 227/2001 Sono assimilati a bosco: a) i fondi gravati dall'obbligo di rimboschimento per le finalita' di difesa idrogeologica del territorio, qualita' dell'aria, salvaguardia del patrimonio idrico, conservazione della biodiversita', protezione del bpaesaggio e dell'ambiente in generale; b) le aree forestali temporaneamente prive di copertura arborea e arbustiva a causa di utilizzazioni forestali, avversita' biotiche o abiotiche, eventi accidentali, incendi; c) le radure e tutte le altre superfici d'estensione inferiore a 2000 metri quadrati che interrompono la continuita' del bosco. Sono altresi' assimilati a bosco i fondi gravati dall'obbligo di rimboschimento per le finalita' di difesa idrogeologica del territorio, qualita' dell'aria, salvaguardia del patrimonio idrico, conservazione della 3 Tale definizione è in accordo con quella adottata dalla FAO per il Forest Resources Assessment 2000 (UN-ECE/FAO, 1997; FAO, 2000) e per l analoga e più recente indagine FRA2005 (FAO, 2005) 16

17 biodiversita', protezione del paesaggio e dell'ambiente in generale, nonche' le radure e tutte le altre superfici d'estensione inferiore a 2000 metri quadri che interrompono la continuita' del bosco. L.R. 39/2002, art. 4 a) costituiscono bosco qualsiasi area coperta da vegetazione forestale avente estensione non inferiore a 5 mila metri quadrati e di larghezza, mediamente maggiori di venti metri, e copertura non inferiore al 20 % in qualsiasi stadio di sviluppo; b) le aree riparali ricoperte di vegetazione di qualsiasi estensione; c) le aree ricoperte di vegetazione arbustiva, denominati arbusteti; d) i castagneti da frutto e le sugherete aventi le dimensioni di cui alla lettera a); e) le aree già boscate nelle quali l assenza del soprassuolo arboreo, o una sua copertura inferiore al 20 %, abbiano carattere temporaneo e siano ascrivibili ad interventi selvicolturali o di utilizzazione, oppure a danni per eventi naturali, accidentali, o per incendio; f) i vivai forestali interni ai boschi. 2.2 Le tipologie forestali secondo l IFNC Dei ha di superficie forestale regionale, ha sono classificati come Bosco (tab. 2.3) che comprendono i cosiddetti Boschi alti, Impianti di arboricoltura da legno e Aree temporaneamente prive di soprassuolo. I restanti ha rientrano fra le Altre terre boscate in particolare Boschi bassi, radi, Boscaglie e Arbusteti (IFNC, 2005). Tab Estensione della macrocategoria Bosco, ripartita per grado di mescolanza (Fonte: IFNC, 2005) BOSCO Boschi alti Puro di conifere[ha] Puro di latifoglie[ha] Misto conifere e latifoglie[ha] Superf. non class[ha] Impianti di arboricoltura

18 Tab Estensione della macrocategoria Altre terre boscate, ripartita per grado di mescolanza (Fonte: IFNC, 2005) Puro di conifere[ha] Puro di latifoglie[ha] Misto conifere e latifoglie[ha] Superf. non classificata[ha] Boschi bassi ALTRE TERRE BOSCATE Boschi radi Boscaglie 737 Arbusteti Il dettaglio per tipi colturali, distinti per forma di governo e trattamento denota che i boschi laziali sono per il 62%, governati a ceduo di cui il 48,2% a ceduo matricinato, seguono i cedui semplici (8,53%) e i cedui composti (5,89%). Le fustaie sono distribuite su una superficie più ristretta (18 %) e quelle più diffuse sono le disetanee che sempre secondo la definizione data dall IFNC sono soprassuoli da seme caratterizzati dalla presenza di tutti gli stadi di sviluppo (i nuclei coetanei non devo eccedere i m 2 ). Il restante 20 % della superficie appartenente alla macrocategoria Bosco è rappresentato dai tipi colturali speciali (castagneti da frutto, noceti, sugherete), da superfici non definite e da quelle non classificate. Andando ad analizzare i tipi colturali, all interno della macrocategoria Bosco, si evince che il 60 % dei cedui si trova in uno stadio di sviluppo adulto cioè prossima al turno. Parlando di fustaie il 28 % di esse sono in uno stadio giovane o adulto mentre ca. il 14 % sono mature e stra mature. L andamento regionale sia dal punto di vista del tipo di governo che dello stadio di sviluppo è in linea con quanto registrato a livello nazionale. Tab. 2.5 Estensione della macrocategoria Bosco ripartita per tipi colturali (Fonte: IFNC, 2005) BOSCO Ceduo Fustaie Tipi Superficie boscata Semplici matricine composto Totale transitorie coetanee disetanee irregolari articolate Totale colturali speciali Non definita Non classificata Totale bosco ,63% 76,96% 9,41% 100,00% 12,87% 32,55% 42,46% 12,11% 100,00% 62,63% 18,00% 17,90% 0,75% 5,15% 13,58% 100,00% 18

19 2.3 La ripartizione territoriale della foreste Includendo anche il patrimonio forestale abruzzese, il patrimonio forestale regionale si presenta raccolto senza soluzione di discontinuità lungo la fascia appenninica e preappenninica. Soffermando l attenzione al solo territorio regionale, gli oltre ettari di boschi hanno una distribuzione che potrebbe definirsi centrifuga rispetto alla città di Roma, con una concentrazione nella zona della dorsale appenninica occidentale, ed uno sviluppo frastagliato e discontinuo che, abbracciando la quasi totalità della provincia reatina, prosegue investendo il settore sud-orientale di quella romana e quindi la zona orientale del frusinate, al di là della Valle del Sacco. Al fianco di questo blocco, è possibile riconoscerne altri di minore estensione. Vi è quello nella zona a nord di Roma, avente una distribuzione a macchia di leopardo, i cui complessi maggiormente estesi sono quelli dei Colli Sabatini (Bracciano Roma), dei Monti Cimini (Viterbo) ed il complesso del Monte Rufeno (Acquapendente, Viterbo). A Sud di Roma, invece, l area boscata si sviluppa lungo la dorsale che partendo dai Colli Albani (Roma), si estende in direzione degli Ausoni (Frosinone). E possibile riconoscere il blocco dei Colli Albani, compatto e ben raccolto nella zona vulcanica intorno al lago di Castelgandolfo, dei Monti Lepini e quello più frammentato e delocalizzato degli Ausoni ed Aurunci. Vi sono infine, piccole superfici boscate lungo la fascia costiera, già sottoposte a programmi di tutela, come le Foreste del Circeo, la pineta litoranea romana (Castelporziano e Castelfusano) e, infine, una striscia parallela alla linea di costa nella zona della maremma laziale. Il patrimonio che investe le dorsali si va a localizzare nella fascia intermedia-alta dei rilievi, il cui limite inferiore è stato definito dall attività antropica che nei decenni passati ha relegato i boschi nelle zone più difficili ed accidentate, meno vocate all attività agricola, oppure ad insediamenti urbanistici, mentre in quota il limite è dovuto alle caratteristiche fisiche del terreno, che presenta uno spessore utile (franco di esplorazione) ridotto, spesso nullo nelle zone con roccia affiorante. Il dettaglio su scala provinciale, elaborato sulla base dei dati ISTAT (2000), mette in evidenza che la provincia più boscata del Lazio è Rieti con un contributo del 26,34 % ed in valore assoluto di oltre ettari. Segue quella di Roma con una estensione lievemente minore, 23,85%. Le altre province presentano sensibili differenze rispetto 19

20 alle precedenti, Frosinone con il 20,50%, Viterbo 16,72% ed infine Latina con il 12,59% di superficie boscata (tab. 2.6). La tabella 2.6 riporta altresì una ipotesi delle superfici forestali provinciali sulla base del dato regionale dell IFNC. L aumento è rilevante, poco inferiore al 60% della superficie ultima ufficiale. Tab. 2.6 Ripartizione della superficie forestale fra le province laziali ISTAT, 2000 IFNC, 2005 Provincia Superficie % Superficie Frosinone , ,10 Latina , ,65 Rieti , ,26 Roma , ,37 Viterbo , ,62 Lazio ,00 Fonte: ISTAT, 2000 A livello aziendale (ISTAT, 2000), le fustaie sono ubicate per il 28% nel frusinate, per il 27% nel reatino ed in entrambe le provincie sono costituite sia da conifere che latifoglie, mentre in quella romana, che possiede il 19%, prevalgono i boschi di caducifoglie (tab. 2.7). A Latina, in cui vi è il 18% del patrimonio regionale, è concentrata la maggior parte dei boschi misti di conifere-latifoglie della Regione, mentre a Viterbo è localizzata la frazione minore di fustaie regionali, pari al 9%. Infine, la Macchia Mediterranea costituisce il 5% del patrimonio forestale regionale, ed é ubicata prevalentemente nelle province di Latina con l'88%, di Roma con l'11% e di Viterbo con l 1%. Tab Superficie forestale provinciale per tipo di governo Regione Lazio (dati in ttari) (anno di riferimento 1997) Province Fustaie Cedui Macchia Tot Regione Resinose LatifoglieMiste TOT SempliciComposti TOT med.nea boschi Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Lazio % 4,9% 19,2% 1,5% 25,6% 62,3% 7,3% 69,60% 4,8% 100,0% Fonte: ISTAT,

21 Graf. 2.3 Ripartizione della superficie forestale per tipi inventariali e province (anno di riferimento 1997) 90% 87.56% 60% Percentuale 30% 20.83% 28.08% 26.49% 19.35% 26.35% 17.77% 27.60% 19.27% 8.78% 1.19% 11.24% 5.47% 0% Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Province Fonte: ISTAT, 2000 FUSTAIE CEDUI MACCHIA MED.NEA I cedui, che ammontano al 70% ca. del patrimonio forestale totale, sia in riferimento all intera Regione Lazio che più nel dettaglio alle aree boscate interne alle aziende, sono in prevalenza semplici e matricinati e la loro distribuzione territoriale vede la provincia di Rieti possedere il 28% del totale, quella di Roma il 26%, Viterbo il 21%, Frosinone il 19% mentre Latina detiene poco più del 5% La distribuzione altimetrica L IFNC (2005) fornisce la distribuzione altimetrica della superficie forestale regionale distinta in due macrocategorie, Bosco e Altre terre boscate. All interno di queste ripartisce le superfici per classi di altitudine (graf ). A tale proposito risulta che il 42 % della superficie forestale si trova fra 0 e 500 m s.l.m., il 38 % fra i 501 e i 1000 m s.l.m., il 17 % rientra nella classe compresa fra i 1001 e i 1500 m s.l.m., mentre ca. il 4 % è compresa nella classe m s.l.m.. La superficie forestale nazionale totale, distribuita per classi di altitudine risulta in linea con i risultati forniti dall IFN (1985) (graf. 2.6) La ripartizione per fasce altimetriche riportata dall ISTAT (2003), vedeva in montagna ha, in collina ha, infine, in pianura ha (tab. 2.8). Si è dunque in presenza di una pressoché equa distribuzione tra montagna (45%) e collina (47%), discostandosi nettamente da quanto rilevato su scala nazionale in cui 21

22 prevalgono i boschi montani per il 60%. Nei ha del patrimonio forestale regionale localizzati in montagna, sono presenti tutte le diverse tipologie inventariali (tab. 2.8), quali le fustaie, per il 34,6%, i cedui semplici per il 65,37%, ed anche una esigua superficie di macchia mediterranea. Anche i boschi di collina hanno la medesima varietà di composizione, tuttavia, le fustaie hanno una estensione inferiore alla metà di quella in montagna, pari al 14,46%, mentre maggiore è la superficie occupata dai cedui, pari al 78,35%, e dalla macchia mediterranea, con il 7,19% del territorio forestale. I boschi in pianura sono costituiti da fustaie per il 38%; poco superiore è l'estensione dei cedui, (44,32%), infine, la macchia mediterranea è presente con il 17,58%. La provincia laziale con la più elevata concentrazione di foreste in montagna, oltre il 50% di quella regionale, è Rieti mentre la frazione rimanente è ubicata in collina. Frosinone ha il 60% del proprio patrimonio localizzato in montagna ed il 40% dei boschi in pianura. Più articolata è la distribuzione nella provincia di Roma, dove il 38% dei boschi, sono in montagna, il 45% in collina ed il 17% in pianura. Latina, è la provincia che ospita una minima frazione di boschi in montagna, ha, Gran parte del patrimonio è infatti ospitato in collina, ha mentre, in pianura sono ubicati ha. Viterbo, unica provincia laziale priva di boschi in territorio montano. Il patrimonio localizzato prevalentemente in collina con oltre il 33% di quello regionale, mentre i restanti erano in pianura (graf. 2.7). Graf. 2.4 Distribuzione altimetrica della superficie forestale totale regionale (Fonte: IFNC, 2005) superficie [ha] classi di altitudine 22

23 Graf. 2.5 Distribuzione altimetrica della superficie forestale per macrocategorie (Fonte: IFNC, 2005) superficie [ha] classi di altitudine bosco altre terre boscate Graf. 2.6 Distribuzione altimetrica della superficie forestale totale nella Regione Lazio (Fonte: IFNC, 2005) ,58% ,70% ,45% ,27% 23

24 Tab Superficie forestale regionale per tipo di bosco e zona altimetrica (dati in ettari) (anno di riferimento 2000) Fonte: ISTAT, 2003 Graf. 2.7 Distribuzione altimetrica dei boschi per province (anno di riferimento 1997) Superficie (ha) Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Province Fonte: ISTAT, 2000 Montagna Collina Pianura 24

25 2.3.2 La proprietà forestale A livello nazionale, sulla base dei dati forniti dall IFNC (2005), il 63,5% della superficie forestale (Bosco e Altre terre boscate) risulta di proprietà privata, il 32,4% è di proprietà pubblica, mentre quasi il 4% della superficie non è stata classificata. Tabella Bosco ripartito per carattere di proprietà (dati in ettari) (IFNC, 2005) Proprietà privata Proprietà pubblica Superficie non classificata Totale Bosco Lazio Italia Analizzando la ripartizione della superficie forestale a livello regionale, i risultati sono ben diversi da quelli nazionali. Infatti sia l intera superficie forestale regionale (graf. 2.8) che la macrocategoria Bosco (tab. 2.10), il 51 % della superficie è di proprietà privata, ripartita a sua volta fra proprietà individuale, di società, d imprese, d industrie e di altri enti privati. Se la categoria bosco è ripartita fra tutte le sottoclassi di proprietà, gli impianti di arboricoltura da legno sono invece di proprietà dei Comuni o altri Enti pubblici, mentre nel privato la proprietà individuale è quella esclusiva. Per quanto riguarda le Aree temporaneamente prive di soprassuolo, queste hanno un estensione complessiva di ha di cui ha di proprietà priva ed i restanti ha di proprietà pubblica. Graf. 2.8 Ripartizione per proprietà della superficie forestale della Regione Lazio (Fonte: IFNC, 2005) Proprietà privata 51% Proprietà pubblica 49% 25

26 Tab Estensione della macrocategoria Bosco ripartita per carattere della proprietà (dati in ettari) (Fonte: IFNC, 2005) Proprietà pubblica Proprietà privata TOTALE Propr. Totale Propr. di Prop. Prop. Totale Altri Stato Comuni Pubb. proprietà Propr. società, Altri priv proprietà Enti Regioni Province non pubblica Individuale imprese, enti non privata pubblici definita industrie privati definita ha % Boschi ha ,47% bassi % 55,70% 12,52% 25,00% 100,00% 85,73% 14,31% 100,00% Boschi ha ,79% radi % 49,28% 40,56% 10,15% 100,00% 47,24% 18,03% 100,00% Boscaglie ha ,53% % 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% Arbusteti ha ,63% % 63,93% 14,91% 1,98% 100,00% 78,85% 13,46% 3,85% 3,85% 100,00% TOTALE ha ,00% % 13,79% 61,79% 18,39% 6,03% 100,00% 77,23% 13,62% 3,05% 6,11% 100,00% Tab Estensione della macrocategoria Altre terre boscate ripartita per carattere della proprietà (dati in ettari) (Fonte: IFNC, 2005) Proprietà pubblica Proprietà privata TOTALE Boschi alti Impianti di arboricoltura da legno TOTALE Stato Regioni Comuni Province Altri Enti pubblici Propr pubb. non definita Totale Prop individuale Propr di società, imprese, industrie Propr Altri enti privati Prop. priv non Totale ha % definita ha ,47% % 9,10% 78,09% 11,41% 1,41% 100% 40,63% 20,72% 11,26% 27,39% 100% ha ,53% % 50% 50% 100% 100% 100% ha % % 9,07% 78,01% 11,51% 1,40% 100% 7,70% 20,39% 11,08% 26,95% 100% Analizzando adesso la macrocategoria Altre terre boscate, queste risultano equidistribuite, fra la proprietà pubblica (50 %) e quella privata (50 %) (tab. 2.11). nel dettaglio il quadro è riportato in tabella A livello provinciale il dettaglio è fornito dai dati ISTAT (2000). La maggior parte dei patrimoni di Rieti, Frosinone e Latina sono di proprietà delle Amministrazioni Comunali, (ISTA, 2000). Nelle province di Viterbo e Roma la proprietà pche prevale è quella dei privati (graf. 2.9). Per quanto riguarda la distribuzione della proprietà forestale dei privati, su scala regionale il loro patrimonio, è in termini percentuali equidistribuito tra la provincia di Viterbo (25%), quella di Rieti (25%) e quella di Roma (27%). Solamente del 15% e dell 8% è quella a Frosinone e Latina (graf. 2.9). Nella provincia di Viterbo la proprietà privata equivale ha ca. il 60 % ( ha), mentre a Roma, se pur con una percentuale minore (44%) la superficie posseduta è in 26

27 termini assoluti superiore ( ha). I privati del reatino possiedono ha (38%) mentre nelle province di Latina e Frosinone detengono, rispettivamente, ha e ha. Interessanti sono anche i dati relativi alle forme di governo che caratterizzano le proprietà. Gli Enti Pubblici possiedono sia cedui ( ha) che boschi di alto fusto ( ha) e circa il 81% di Macchia Mediterranea ( ha). Ai privati invece appartengono l 80% dei cedui ( ha) (ISTAT, 2000) mentre le fustaie ammontano soltanto al 14% costituite per oltre il 40% da castagneti. Graf. 2.9 Ripartizione della superficie forestale provinciale per tipologie di proprietà (anno di riferimento 2000) Superficie (ha) Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Province Fonte: ISTAT, 2003 Stato e regioni Comuni A ltri E nti Privati Le foreste nelle aziende Il Censimento Generale dell Agricoltura consente di ricostruire il quadro della distribuzione dei boschi all interno delle aziende attive. Il V Censimento Generale dell Agricoltura fotografa la situazione al 2000 (ISTAT, 2001). Dell intera superficie forestale regionale solo ,60 ha sono ubicati all interno di aziende forestali attive, ovvero che hanno effettuato interventi selvicolturali nel corso degli ultimi cinque anni per i cedui e 10 anni per le fustaie. Data la superficie forestale orientativa al 2000 stimata in ha ,23 (vedi nota 2) è possibile avanzare alcune considerazioni. Dell intero patrimonio forestale regionale al 27

28 2000, solamente il 46% è interno ad aziende forestali attive. Ciò significa che su circa il 54% del patrimonio forestale da diversi anni non è oggetto di utilizzazione, includendo al suo interno anche i boschi abbandonati. Nel dettaglio, il Censimento Generale dell Agricoltura quantifica aziende forestali attive che si ripartiscono i ,60 ettari di boschi (tab. 2.13), per una estensione media di ha 5,57. A questi debbono aggiungersi le 705 aziende che si ripartiscono ha 787 di pioppeti. Il graf evidenzia la distribuzione della superficie forestale per classe di ampiezza dell azienda. I dati sono evidenti, 813 aziende (ovvero il 1,73%) si ripartiscono ben ha ,44 (ovvero il 78,49%) della superficie, con una dimensione media di ha 252,40. Viceversa, aziende, pari al 98,27% del totale si ripartiscono ha ossia il 22,51% della superficie, con una dimensione media di ha 1,22. I dati confermano il quadro che era emerso con il IV Censimento Generale dell Agricoltura (INEA, 2001). Anzi, esso è leggermente peggiorato, essendo aumentata la superficie media delle aziende, mentre sono diminuite sia il numero (-11%) che la superficie interna alle aziende (-18,71%), (tab. 2.15). Conclusione, anche in questo caso, da utilizzarsi a titolo orientativo per via dei diversi metodologia di rilevazione esistenti tra i due censimenti. La tab riporta i dati della superficie forestale interna alle aziende ripartite per provincia. Graf Distribuzione delle foreste per classi di superficie delle aziende (anno di riferimento 2000) Numero aziende Superficie forestale (ha) > oltre 100 Classi di ampiezza delle aziende (ha) - Fonte: ISTAT, 2003 Aziende (n.) Superficie (ha) 28

29 Si tratta di aziende prevalentemente di tipo particellare di piccola e piccolissima estensione, con soprassuoli coetanei governati a ceduo e periodicamente sottoposti a taglio di fine turno. In questa situazione poche sono le proprietà che si sono aggregate per una gestione associata tra privati e/o misti pubblico-privati, denotando l esistenza di un forte senso della proprietà. Tale assetto della proprietà mal si adatta ad una razionale gestione forestale che abbia anche delle prospettive economiche. Tab Ripartizione della superficie aziendale tra le province laziali (anno di riferimento 1997) Superficie agricole utilizzata [ha] Colture Altra Province Prati Superficie Coltivazioni boschive superficie Seminativi permanenti Totale totale [ha] legnose [ha] [ha] e pascoli Viterbo , , , , , , ,60 Rieti , , , , , , ,52 Roma , , , , , , ,13 Latina , , , , , , ,44 Frosinone , , , , , , ,63 TOTALE , , , , , , ,32 Fonte: ISTAT V Censimento generale dell Agricoltura,

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008 a cura di Francesco Linguiti Luglio 2011 Premessa* In questa nota vengono analizzati i dati sulla struttura

Dettagli

R e g i o n e L a z i

R e g i o n e L a z i o R e g i o n e L a z i Titolo del Progetto o del programma: Siamo sicuri che si può lavorare sicuri Identificativo della linea o delle linee di intervento generale/i: Prevenzione degli eventi infortunistici

Dettagli

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato Premessa Corso-concorso ordinario L età dei vincitori La presenza femminile Corso-concorso riservato L età dei vincitori La presenza femminile Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Dettagli

I principali risultati

I principali risultati FINANZA LOCALE: ENTRATE E SPESE DEI BILANCI CONSUNTIVI (COMUNI, PROVINCE E REGIONI). ANNO 2012 1 I principali risultati 1 Comuni Nel prospetto 1 sono riportati i principali risultati finanziari di competenza

Dettagli

Pensionati e pensioni nelle regioni italiane

Pensionati e pensioni nelle regioni italiane Pensionati e pensioni nelle regioni italiane Adam Asmundo POLITICHE PUBBLICHE Attraverso confronti interregionali si presenta una analisi sulle diverse tipologie di trattamenti pensionistici e sul possibile

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia IL SISTEMA PRODUTTIVO LOMBARDO NEL 2006 SECONDO IL REGISTRO STATISTICO ASIA (giugno 2009) Secondo il registro statistico delle imprese attive e delle loro unità locali (ASIA Imprese e Unità locali) sono

Dettagli

LA FILIERA BOSCO LEGNO ENERGIA IN LOMBARDIA Direzione Generale Sistemi Verdi e Paesaggio Roberto Carovigno Struttura Foreste. Milano 19 ottobre 2011

LA FILIERA BOSCO LEGNO ENERGIA IN LOMBARDIA Direzione Generale Sistemi Verdi e Paesaggio Roberto Carovigno Struttura Foreste. Milano 19 ottobre 2011 LA FILIERA BOSCO LEGNO ENERGIA IN LOMBARDIA Direzione Generale Sistemi Verdi e Paesaggio Roberto Carovigno Struttura Foreste Milano 19 ottobre 2011 I BOSCHI IN LOMBARDIA SUPERFICIE FORESTALE Il 26% della

Dettagli

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO A cura dell Ufficio Studi Confcommercio LE DINAMICHE ECONOMICHE DEL VENETO Negli ultimi anni l economia del Veneto è risultata tra le più

Dettagli

LA PUBBLICITA IN SICILIA

LA PUBBLICITA IN SICILIA LA PUBBLICITA IN SICILIA Quadro produttivo, articolazione della spesa e strategie di sviluppo Paolo Cortese Responsabile Osservatori Economici Istituto G. Tagliacarne Settembr e 2014 Gli obiettivi del

Dettagli

Curricolo di geografia Biennio scuola secondaria di primo grado Contenuti Obiettivi di apprendimento Attività messe in atto

Curricolo di geografia Biennio scuola secondaria di primo grado Contenuti Obiettivi di apprendimento Attività messe in atto Curricolo di geografia Biennio scuola secondaria di primo grado Contenuti Obiettivi di apprendimento Attività messe in atto Gli elementi dello spazio geografico: Ambiente naturale Ambiente antropizzato

Dettagli

COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it

COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it COMUNICATO STAMPA presente sul sito: www.unrae.it unione nazionale r a p p r e s e n t a n t i autoveicoli esteri Analisi UNRAE delle immatricolazioni 2008 AUMENTA DI OLTRE 3 PUNTI LA QUOTA DI CITY CAR

Dettagli

Tavola rotonda Centri benessere tra sviluppo turistico e nuova regolamentazione. Rimini Wellness, 14 Maggio 2010

Tavola rotonda Centri benessere tra sviluppo turistico e nuova regolamentazione. Rimini Wellness, 14 Maggio 2010 AICEB (Associazione Italiana Centri Benessere) IL MERCATO DEL BENESSERE: IMPRESE E SERVIZI OFFERTI* Tavola rotonda Centri benessere tra sviluppo turistico e nuova regolamentazione Rimini Wellness, 14 Maggio

Dettagli

STATISTICHE AGRONOMICHE DI SUPERFICIE, RESA E PRODUZIONE

STATISTICHE AGRONOMICHE DI SUPERFICIE, RESA E PRODUZIONE Dipartimento delle politiche competitive del mondo rurale e della qualità Direzione generale della competitività per lo sviluppo rurale STATISTICHE AGRONOMICHE DI SUPERFICIE, RESA E PRODUZIONE Bollettino

Dettagli

Indice. p. 1. Introduzione. p. 2. Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2. Il costo del gas con la tariffa di Maggior Tutela dell AEEG p.

Indice. p. 1. Introduzione. p. 2. Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2. Il costo del gas con la tariffa di Maggior Tutela dell AEEG p. Gas: le Regioni Italiane con il maggior numero di consumi e quelle con il risparmio più alto ottenibile Indice: Indice. p. 1 Introduzione. p. 2 Il consumo medio annuo pro capite di gas. p. 2 Il costo del

Dettagli

Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto

Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto L indagine internazionale ALL raccoglie elementi importanti che riguardano la

Dettagli

Telefono fisso e cellulare: comportamenti emergenti

Telefono fisso e cellulare: comportamenti emergenti 4 agosto 2003 Telefono e cellulare: comportamenti emergenti La crescente diffusione del telefono cellulare nella vita quotidiana della popolazione ha determinato cambiamenti profondi sia nel numero sia

Dettagli

Il sistema di contabilità di CO2: il calcolo delle emissioni e degli assorbimenti

Il sistema di contabilità di CO2: il calcolo delle emissioni e degli assorbimenti Giovedì 6 maggio 2010 - Istituto d Istruzione Superiore Montessori - Da Vinci Il sistema di contabilità di CO2: il calcolo delle emissioni e degli assorbimenti CISA scarl Dott. Agr. Odaldi Marco 1 CISA

Dettagli

stabile o una serie di appartamenti dove l immigrato può permanere per un periodo già fissato dalla struttura stessa. Sono ancora tantissimi gli

stabile o una serie di appartamenti dove l immigrato può permanere per un periodo già fissato dalla struttura stessa. Sono ancora tantissimi gli P R E M E S S A Con la presente rilevazione, la Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica si propone di fornire un censimento completo delle strutture di accoglienza per stranieri, residenziali

Dettagli

Non profit e capitale sociale: un'analisi alla luce dei dati censuari

Non profit e capitale sociale: un'analisi alla luce dei dati censuari Primo Convegno Nazionale Qualita della vita: territorio e popolazioni Non profit e capitale sociale: un'analisi alla luce dei dati censuari Sabrina Stoppiello, Stafania Della Queva, Manuela Nicosia Censimento

Dettagli

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie CREDITO AL CONSUMO: GLI EFFETTI DELLA CRISI Da uno studio della Banca d Italia 1, che valuta gli effetti della crisi sul mercato del credito al consumo in Italia, emerge una situazione attuale diversa

Dettagli

N.9. EDI.CO.LA.NEWS Edilizia e Costruzioni nel Lazio. Dati&Mercato

N.9. EDI.CO.LA.NEWS Edilizia e Costruzioni nel Lazio. Dati&Mercato EDI.CO.LA.NEWS Dati&Mercato N.9 EDILIZIA RESIDENZIALE: IL RINNOVO SI FERMA E PROSEGUE IL CALO DELLE NUOVE COSTRUZIONI Il valore di un mercato è determinato dalla consistenza degli investimenti che vi affluiscono.

Dettagli

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione

Dettagli

QUADRO DI SINTESI POTENZIALITA E CRITICITA

QUADRO DI SINTESI POTENZIALITA E CRITICITA QUADRO DI SINTESI POTENZIALITA E CRITICITA CONTRATTO DI PAESAGGIO FINALIZZATO ALLA DEFINIZIONE DI UNA STRATEGIA DI SVILUPPO TERRITORIALE E DI RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA DEI TERRITORI MONTANI DI COMUNANZA

Dettagli

La Rete Ecologica del Veneto

La Rete Ecologica del Veneto La Rete Ecologica del Veneto Convegno Le reti ecologiche nella pianificazione territoriale: il contributo del progetto Life+TEN c/o aula grande - Fondazione Bruno Kessler (FBK) via S. Croce, 77 Trento

Dettagli

Osservatorio sui SGSL nel settore di Igiene Ambientale

Osservatorio sui SGSL nel settore di Igiene Ambientale Osservatorio sui SGSL nel settore di Igiene Ambientale Presentazione del Rapporto di Ricerca Dott.ssa Valentina Albano, Ph.D. valentina.albano@uniroma3.it Bologna, 22 Ottobre 2014 Osservatorio sperimentale

Dettagli

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni.

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni. La situazione occupazionale dei giovani in provincia di Piacenza Premessa Una categoria di soggetti particolarmente debole nel mercato del lavoro è rappresentata, di norma, dai lavoratori di età più giovane

Dettagli

La produzione di uva e di vino Anno 2005

La produzione di uva e di vino Anno 2005 La produzione di uva e di vino Anno 2005 31 Gennaio 2006 L Istat diffonde i principali risultati 1 della produzione di uva e di vino in Italia, con riferimento all anno 2005. Essi derivano da stime effettuate

Dettagli

Dossier Statistico Immigrazione 2007 XVII Rapporto Caritas - Migrantes

Dossier Statistico Immigrazione 2007 XVII Rapporto Caritas - Migrantes Migranti nel mondo, in Sardegna,nel Medio Campidano ASSESSORATO AL LAVORO - IMMIGRAZIONE ED EMIGRAZIONE Osservatorio provinciale sui flussi migratori Presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2007

Dettagli

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale Realizzato dall EURES Ricerche Economiche e Sociali in collaborazione con il Consiglio Regionale dell Economia

Dettagli

GLI ENTI D EROGAZIONE IN ITALIA

GLI ENTI D EROGAZIONE IN ITALIA GLI ENTI D EROGAZIONE IN ITALIA Sono 4.388 gli enti di diritto privato che hanno indicato come attività prevalente o esclusiva l erogazione di sussidi a individui, piuttosto che quella di contributi a

Dettagli

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 Secondo i dati forniti dall Eurostat, il valore della produzione dell industria agricola nell Unione Europea a 27 Stati Membri nel 2008 ammontava a circa 377 miliardi

Dettagli

IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA

IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA Ottobre 2009 Sono passati dieci anni dall avvio del progetto regionale Fattorie Didattiche che ha creato nel periodo un apertura di dialogo

Dettagli

Workshop fa.re.na.it 7 marzo 2014. RN 2000: stato dell arte in Regione Veneto e PAF come strumento di programmazione delle politiche naturalistiche

Workshop fa.re.na.it 7 marzo 2014. RN 2000: stato dell arte in Regione Veneto e PAF come strumento di programmazione delle politiche naturalistiche Workshop fa.re.na.it 7 marzo 2014 RN 2000: stato dell arte in Regione Veneto e PAF come strumento di programmazione delle politiche naturalistiche 1 Sezione Parchi Biodiversità Programmazione Silvopastorale..

Dettagli

Bio i d o i d v i er e s r i s t i à à in i n r e r t e e.

Bio i d o i d v i er e s r i s t i à à in i n r e r t e e. Biodiversità in rete. Studio di fattibilità della Rete Ecologica locale tra Adda e Lambro passando per il Monte Barro. Con il contributo di Il progetto nel suo contesto. Il presente progetto è stato presentato

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA MATERNA ELEMENTARE E MEDIA DI BISUSCHIO CURRICULUM VERTICALE DI GEOGRAFIA

ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA MATERNA ELEMENTARE E MEDIA DI BISUSCHIO CURRICULUM VERTICALE DI GEOGRAFIA ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA MATERNA ELEMENTARE E MEDIA DI BISUSCHIO Anno scolastico 2010/2011 CURRICULUM VERTICALE DI GEOGRAFIA SCUOLA DELL INFANZIA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Collocare nello spazio

Dettagli

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale. L.R. 4/09/1997, n. 36. Pubblicata nel B.U. Liguria 17 settembre 1997, n. 16, L.R. 30/12/1998, n. 38. Pubblicata nel B.U. Liguria 20 gennaio 1999, n. 1. L.R. 4/08/2006, n. 20. Pubblicata nel B.U. Liguria

Dettagli

Calano le imprese italiane, aumentano le straniere. Sentono meno la crisi e creano 85 miliardi di di valore aggiunto

Calano le imprese italiane, aumentano le straniere. Sentono meno la crisi e creano 85 miliardi di di valore aggiunto Calano le imprese italiane, aumentano le straniere. Sentono meno la crisi e creano 85 miliardi di di valore aggiunto Imprese straniere in aumento. Su 6.061.960 imprese operanti in Italia nel 2013, 497.080

Dettagli

PATTO DI STABILITA INTERNO: L OPZIONE REGIONALIZZAZIONE

PATTO DI STABILITA INTERNO: L OPZIONE REGIONALIZZAZIONE Direzione Affari Economici e Centro Studi PATTO DI STABILITA INTERNO: L OPZIONE REGIONALIZZAZIONE La regionalizzazione, principale strumento a disposizione delle Regioni per liberare i pagamenti bloccati

Dettagli

Azioni della Regione Piemonte per lo sviluppo della filiera legno energia Franco LICINI dottore forestale, dirigente del Settore Foreste

Azioni della Regione Piemonte per lo sviluppo della filiera legno energia Franco LICINI dottore forestale, dirigente del Settore Foreste Azioni della Regione Piemonte per lo sviluppo della filiera legno energia Franco LICINI dottore forestale, dirigente del Settore Foreste Torino, 05.04.2013 1 Territorio: 2.539.923 ha (2^ Regione dopo la

Dettagli

La nuova Politica Agricola Comune (PAC)

La nuova Politica Agricola Comune (PAC) Argomenti trattati La nuova Politica Agricola Comune (PAC) Il percorso per giungere alla nuova PAC I principali elementi della discussione in atto Lo Sviluppo Rurale nella nuova PAC Spunti di riflessione

Dettagli

La Direttiva 2000/60/CE nei siti internet istituzionali delle regioni italiane

La Direttiva 2000/60/CE nei siti internet istituzionali delle regioni italiane La Direttiva 2000/60/CE nei siti internet istituzionali delle regioni italiane a cura di Andrea Cori 3 settembre 2014 La Direttiva 2000/60/CE nei siti internet istituzionali delle regioni italiane Introduzione

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dello Sviluppo Economico Ministero dello Sviluppo Economico Direzione Generale per la politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese ex DIV.VIII PMI e artigianato IL CONTRATTO DI RETE ANALISI QUANTITATIVA

Dettagli

L Italia delle fonti rinnovabili

L Italia delle fonti rinnovabili L Italia delle fonti rinnovabili Le fonti rinnovabili in Italia Il GSE, Gestore dei Servizi Energetici, pubblica periodicamente dati e statistiche sulle fonti rinnovabili utilizzate in Italia. L uscita

Dettagli

Le biblioteche degli enti territoriali. (anno 2012)

Le biblioteche degli enti territoriali. (anno 2012) Le biblioteche degli enti territoriali (anno 2012) Roma, 11 luglio 2013 L indagine Promossa dal Centro per il Libro e la Lettura e dall Associazione Italiana Biblioteche, in collaborazione con ANCI e ISTAT,

Dettagli

SCHEDA PROGETTO: Il Sistema Informativo Forestale della Regione Siciliana SIF-RS

SCHEDA PROGETTO: Il Sistema Informativo Forestale della Regione Siciliana SIF-RS SCHEDA PROGETTO: Il Sistema Informativo Forestale della Regione Siciliana SIF-RS Finalità del SIF-RS Il Sistema Informativo Forestale della Regione Siciliana è un progetto finanziato dal POR-Sicilia 2000-2006,

Dettagli

Ministero della Salute

Ministero della Salute Ministero della Salute DIPARTIMENTO DELLA QUALITÀ DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA, DEI LIVELLI DI ASSISTENZA E DEI PRINCIPI ETICI DI SISTEMA UFFICIO III Rapporto nazionale sull utilizzo

Dettagli

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore Roberto Felici, Giorgio Gobbi, Raffaella Pico Servizio Studi di Struttura

Dettagli

LA NUOVA LEGGE REGIONALE SUL CONSUMO DI SUOLO LR 31/14: CONTENUTI OPERATIVI, RAPPORTI CON I PGT E PTCP E OPPORTUNITA /CRITICITÀ

LA NUOVA LEGGE REGIONALE SUL CONSUMO DI SUOLO LR 31/14: CONTENUTI OPERATIVI, RAPPORTI CON I PGT E PTCP E OPPORTUNITA /CRITICITÀ LA NUOVA LEGGE REGIONALE SUL CONSUMO DI SUOLO LR 31/14: CONTENUTI OPERATIVI, RAPPORTI CON I PGT E PTCP E OPPORTUNITA /CRITICITÀ LA NUOVA LEGGE VISTA DAL BASSO, L OPINIONE DEI COMUNI. A cura dell Arch.

Dettagli

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione PROVINCIA DI POTENZA Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio Home PIANO D AZIONE ENEPOLIS Indice ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione L attività E comprende tre azioni specifiche;

Dettagli

LA TUTELA DEI BOSCHI Aspetti forestali e paesistici

LA TUTELA DEI BOSCHI Aspetti forestali e paesistici Corso di formazione per guardie ecologiche volontarie Parco del Rio Vallone aprile 2011 LA TUTELA DEI BOSCHI Aspetti forestali e paesistici Il bosco: unità ecologica e definizione della norma Il bosco:

Dettagli

Il valore dell export del comparto elettro-meccanico nelle regioni del Nord Italia Working paper

Il valore dell export del comparto elettro-meccanico nelle regioni del Nord Italia Working paper Il valore dell export del comparto elettro-meccanico nelle regioni del Nord Italia Working paper 2013 1 Dati rilevanti 1 Questo settore vale il 34% dell intero export italiano; Il Nord genera l 8 del valore

Dettagli

ATTIVITA DI DOCUMENTAZIONE L.285/97

ATTIVITA DI DOCUMENTAZIONE L.285/97 ATTIVITA DI DOCUMENTAZIONE L.285/97 1) Banca dati dei progetti annualità 2012 2) Analisi dei piani di zona delle città riservatarie e dei piani regionali socio-sanitari 2012 STATO d IMPLEMENTAZIONE della

Dettagli

Progetto promosso e finanziato dalla. Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise

Progetto promosso e finanziato dalla. Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise Osservatorio Regionale sui Trasporti, la logistica e le infrastrutture in Molise Progetto promosso e finanziato dalla Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise Rapporto finale Gennaio 2008

Dettagli

Il 69% del deficit sanitario è prodotto da Campania, Lazio e Sicilia

Il 69% del deficit sanitario è prodotto da Campania, Lazio e Sicilia Il 69% del deficit sanitario è prodotto da Campania, Lazio e Sicilia L aziendalizzazione della sanità in Italia è il titolo del Rapporto Oasi 2011, analisi annuale sul Sistema sanitario nazionale a cura

Dettagli

L attività dei confidi

L attività dei confidi L attività dei confidi Un analisi sui dati della Centrale dei rischi Valerio Vacca Banca d Italia febbraio 214 1 Di cosa parleremo Il contributo dei confidi ail accesso al credito delle pmi La struttura

Dettagli

5 La popolazione disabile

5 La popolazione disabile 5 La popolazione disabile Problematiche inerenti alle fonti dei dati sulla disabilità L Osservatorio per le politiche sociali dell Amministrazione Provinciale ha intrapreso un complesso lavoro di censimento

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 REGOLAMENTO CENTRO ON LINE STORIA E CULTURA DELL INDUSTRIA: IL NORD OVEST DAL 1850 ARTICOLO 1 Obiettivi e finalità

Dettagli

LA POVERTÀ IN ITALIA

LA POVERTÀ IN ITALIA 15 luglio 2011 Anno 2010 LA POVERTÀ IN ITALIA La povertà risulta sostanzialmente stabile rispetto al 2009: l 11,0% delle famiglie è relativamente povero e il 4,6% lo è in termini assoluti. La soglia di

Dettagli

Bioeccellenze dei Parchi Italiani. LE FILIERE BIOLOGICHE VIRTUOSE NEI PARCHI ITALIANI dalla definizione all implementazione

Bioeccellenze dei Parchi Italiani. LE FILIERE BIOLOGICHE VIRTUOSE NEI PARCHI ITALIANI dalla definizione all implementazione Bioeccellenze dei Parchi Italiani LE FILIERE BIOLOGICHE VIRTUOSE NEI PARCHI ITALIANI dalla definizione all implementazione Il Progetto Le Filiere Biologiche Virtuose dei Parchi Italiani /1 Le aree protette

Dettagli

Tavola 1 Istituti per ripartizione geografica Anno 2005. Nord Est. Tipologia Istituto. 1 1 Accademia Nazionale di Danza

Tavola 1 Istituti per ripartizione geografica Anno 2005. Nord Est. Tipologia Istituto. 1 1 Accademia Nazionale di Danza Numero 1 Si riporta di seguito una sintesi dei dati sul sistema dell Alta Formazione Artistica e Musicale in riferimento all anno accademico 2005/2006. Essa è il risultato dell ultima delle rilevazioni

Dettagli

14/09/2010. Condino, 11 settembre 2010. Maura Gasperi -

14/09/2010. Condino, 11 settembre 2010. Maura Gasperi - Progetto pilota - ricerca per la valorizzazione del legno in Valle del Chiese Condino, 11 settembre 2010 Maura Gasperi - 1 Obiettivi ricerca Dare avvio alla sperimentazione in Valle del Chiese del Piano

Dettagli

L ATLANTE DEI GIOVANI AGRICOLTORI

L ATLANTE DEI GIOVANI AGRICOLTORI L ATLANTE DEI GIOVANI AGRICOLTORI ll database degli indicatori territoriali della Rete Rurale Nazionale come strumento per lo sviluppo, il monitoraggio e la valutazione PIANO STRATEGICO DELLO SVILUPPO

Dettagli

Sezione Industria del Turismo e del Tempo Libero

Sezione Industria del Turismo e del Tempo Libero Sezione Industria del Turismo e del Tempo Libero Programma di Attività 2011-2015 2015 ROBERTO N. RAJATA 12 maggio 2011 Introduzione Il turismo nella Regione Lazio è profondamente mutato nel corso degli

Dettagli

SINTESI DELLO STUDIO SUI COSTI DELLA POLITICA: RESPONSABILITA PERSONALI E DI SISTEMA

SINTESI DELLO STUDIO SUI COSTI DELLA POLITICA: RESPONSABILITA PERSONALI E DI SISTEMA SINTESI DELLO STUDIO SUI COSTI DELLA POLITICA: RESPONSABILITA PERSONALI E DI SISTEMA IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANI ISTITUZIONALI CENTRALI E TERRITORIALI DELLA REPUBBLICA COSTA 6,4 MILIARDI DI EURO (209

Dettagli

COME STA LA SCUOLA ITALIANA? ECCO I DATI DEL RAPPORTO INVALSI 2014

COME STA LA SCUOLA ITALIANA? ECCO I DATI DEL RAPPORTO INVALSI 2014 Pagina 1 di 5 COME STA LA SCUOLA ITALIANA? ECCO I DATI DEL RAPPORTO INVALSI 2014 No Comments E stato presentato questa mattina al Ministero dell Istruzione il rapporto INVALSI 2014. Complessivamente sono

Dettagli

Note e commenti. n 35 Dicembre 2015 Ufficio Studi AGCI - Area Studi Confcooperative - Centro Studi Legacoop

Note e commenti. n 35 Dicembre 2015 Ufficio Studi AGCI - Area Studi Confcooperative - Centro Studi Legacoop Note e commenti n 35 Dicembre 2015 Ufficio Studi AGCI - Area Studi Confcooperative - Centro Studi Legacoop 1 L analisi sullo stock fa riferimento al totale delle imprese (coopera ve e non) a ve al 31 Dicembre

Dettagli

CURRICOLO DI GEOGRAFIA

CURRICOLO DI GEOGRAFIA ISTITUTO COMPRENSIVO PASSIRANO-PADERNO CURRICOLO DI GEOGRAFIA SCUOLA PRIMARIA Revisione Curricolo di Istituto a.s. 2014-2015 Curricolo suddiviso in obiettivi didattici, nuclei tematici e anni scolastici

Dettagli

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno L investimento immobiliare delle Casse e degli di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno Pubblicato su Il Settimanale di Quotidiano Immobiliare del 27/04/2013 n. 19 Introduzione Dopo

Dettagli

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE CONCETTO: L ORGANIZZAZIONE SI PONE COME OBIETTIVO LO STUDIO DELLE COMPOSIZIONI PIU CONVENIENTI DELLE FORZE PERSONALI, MATERIALI E IMMATERIALI OPERANTI NEL SISTEMA AZIENDALE.

Dettagli

CURRICOLO DI GEOGRAFIA della scuola primaria

CURRICOLO DI GEOGRAFIA della scuola primaria CURRICOLO DI GEOGRAFIA della scuola primaria CURRICOLO DI GEOGRAFIA al termine della classe prima della scuola primaria...2 CURRICOLO DI GEOGRAFIA al termine della classe seconda della scuola primaria...3

Dettagli

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso

Dettagli

COMUNICAZIONE AI SENSI DELLA DELIBERAZIONE DELL AUTORITA PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DEL 29 LUGLIO 2005 N. 166/05. Termoli, 26.04.

COMUNICAZIONE AI SENSI DELLA DELIBERAZIONE DELL AUTORITA PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DEL 29 LUGLIO 2005 N. 166/05. Termoli, 26.04. Società controllata dal Cons.Svil.Ind.le VALLE del BIFERNO Zona Ind.le, snc 86039 TERMOLI (CB) Tel. +39 0875 755040 Fax +39 0875 755974 http://www.netenergyservice.it - info@netenergyservice.it COMUNICAZIONE

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

OGGETTO: parere in merito al regime autorizzativo di impianti fotovoltaici collocati su serre

OGGETTO: parere in merito al regime autorizzativo di impianti fotovoltaici collocati su serre DIREZIONE GENERALE PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE E NEGOZIATA, INTESE. RELAZIONI EUROPEE E RELAZIONI SERVIZIO AFFARI GENERALI, GIURIDICI E PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA INTERNAZIONALI IL RESPONSABILE GIOVANNI

Dettagli

McDONALD S E L ITALIA

McDONALD S E L ITALIA McDONALD S E L ITALIA Da una ricerca di SDA Bocconi sull impatto occupazionale di McDonald s Italia 2012-2015 1.24 McDONALD S E L ITALIA: IL NOSTRO PRESENTE Questo rapporto, frutto di una ricerca condotta

Dettagli

Contratti di fiume strategie e prospettive. Massimo Bastiani Coordinatore Tavolo Nazionale Contratti di Fiume

Contratti di fiume strategie e prospettive. Massimo Bastiani Coordinatore Tavolo Nazionale Contratti di Fiume Contratti di fiume strategie e prospettive Massimo Bastiani Coordinatore Tavolo Nazionale Contratti di Fiume Contratti di Fiume come Patti per i beni collettivi Agricoltura e prodotti tipici Fruizione

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA Protocollo d Intesa per l attuazione del Contratto del Lago di Bolsena PREMESSO CHE la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento

Dettagli

Note per la lettura dei report

Note per la lettura dei report Note per la lettura dei report Report strutturali 0. IMPRESE REGISTRATE PER STATO DI ATTIVITÀ. ANNO 2012 E TASSO DI CRESCITA 2012 Contiene la distribuzione dell insieme delle imprese registrate, ovvero

Dettagli

LA POVERTÀ IN ITALIA. Anno 2012. 17 luglio 2013

LA POVERTÀ IN ITALIA. Anno 2012. 17 luglio 2013 17 luglio 2013 Anno 2012 LA POVERTÀ IN ITALIA Nel 2012, il 12,7% delle famiglie è relativamente povero (per un totale di 3 milioni 232 mila) e il 6,8% lo è in termini assoluti (1 milione 725 mila). Le

Dettagli

Rifiuti: a quando l Authority?

Rifiuti: a quando l Authority? Rifiuti: a quando l Authority? Un settore alla ricerca di una via industriale Milano, Il Laboratorio sui Servizi Pubblici Locali di REF Ricerche avvia un filone di dibattito sull ambiente e sul ciclo dei

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

queste domande e l importanza delle loro risposte, per quanto concerne questo lavoro.

queste domande e l importanza delle loro risposte, per quanto concerne questo lavoro. ABSTRACT La presenti tesi affronterà i problemi legati ai diritti umani, focalizzandosi specificatamente sul trattamento e lo sviluppo di questi diritti in Cina e nelle sue due Regioni Amministrative Speciali,

Dettagli

ALLEGATO A Dgr n. 268 del 15/03/2011 pag. 1/3

ALLEGATO A Dgr n. 268 del 15/03/2011 pag. 1/3 giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATO A Dgr n. 268 del 15/03/2011 pag. 1/3 1. MODIFICHE ED INTEGRAZIONI ALLE NORME DI PIANIFICAZIONE FORESTALE DI CUI ALL DGR 158 del 21 gennaio 1997. Le Direttive e

Dettagli

Gestione del rischio

Gestione del rischio FORUM INTERNAZIONALE DELL AGRICOLTURA E DELL ALIMENTAZIONE POLITICHE EUROPEE SVILUPPO TERRITORIALE MERCATI Gestione del rischio Roberto D Auria Workshop su La nuova Pac - Un analisi dell accordo del 26

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

Notizie Sull'Azienda

Notizie Sull'Azienda Notizie Sull'Azienda Forma di conduzione Distribuzione percentuale della Forma di Conduzione (regione Abruzzo) % delle aziende con Conduzione diretta del coltivatore con solo manodopera familiare % delle

Dettagli

Relazione illustrativa. al piano di rimodulazione estiva degli Uffici Postali ANNO 2014

Relazione illustrativa. al piano di rimodulazione estiva degli Uffici Postali ANNO 2014 Relazione illustrativa al piano di rimodulazione estiva degli Uffici Postali ANNO 2014 Roma, 30 aprile 2014 1 RELAZIONE ILLUSTRATIVA AL PIANO DI RIMODULAZIONE ESTIVA DEGLI UFFICI POSTALI ANNO 2014 Il piano

Dettagli

Il mercato del credito

Il mercato del credito Il mercato del credito 1 Gli sportelli bancari In riferimento alla distribuzione del numero di istituti bancari per sede amministrativa e del numero di sportelli per localizzazione geografica, i dati statistici

Dettagli

4 I LAUREATI E IL LAVORO

4 I LAUREATI E IL LAVORO 4I LAUREATI E IL LAVORO 4 I LAUREATI E IL LAVORO La laurea riduce la probabilità di rimanere disoccupati dopo i 30 anni L istruzione si rivela sempre un buon investimento a tutela della disoccupazione.

Dettagli

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO 1. Premessa La legge n. 2 del 28 gennaio 2009 ha vietato la commissione di massimo scoperto (CMS)

Dettagli

Convegno. Aree industriali e politiche di piano. Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione sostenibile. Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00

Convegno. Aree industriali e politiche di piano. Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione sostenibile. Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00 Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00 Università Roma Tre, Dipartimento di Architettura Via della Madonna dei Monti, 40 Convegno Aree industriali e politiche di Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione

Dettagli

DISTRIBUZIONE PERCENTUALE PER TIPOLOGIA DI ATTIVITÀ/INFRASTRUTTURE DELLE SORGENTI CONTROLLATE NEL LAZIO

DISTRIBUZIONE PERCENTUALE PER TIPOLOGIA DI ATTIVITÀ/INFRASTRUTTURE DELLE SORGENTI CONTROLLATE NEL LAZIO DISTRIBUZIONE PERCENTUALE PER TIPOLOGIA DI ATTIVITÀ/INFRASTRUTTURE DELLE SORGENTI CONTROLLATE NEL LAZIO Anno 2014 Inquadramento del tema Il rumore è fra le principali cause del peggioramento della qualità

Dettagli

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO GEOGRAFIA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Paesaggio Capire che cos è la geografia e di che cosa si occupa. Saper distinguere tra geografia fisica e umana. Capire il mondo in cui viviamo attraverso le

Dettagli

Benchmarking della società dell informazione in Emilia-Romagna

Benchmarking della società dell informazione in Emilia-Romagna Benchmarking della società dell informazione in Emilia-Romagna Diffusione e modalità di utilizzo dello Sportello Unico per le Attività Produttive online (SUAP) Settembre 2015 Il presente documento è stato

Dettagli

GEOGRAFIA. Disciplina di insegnamento: TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

GEOGRAFIA. Disciplina di insegnamento: TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Disciplina di insegnamento: GEOGRAFIA COMPETENZE (dal profilo dello studente) TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE

Dettagli

L OFFERTA DI ABITAZIONI IN AFFITTO INDAGINE SULLE OFFERTE LOCATIVE NELLE AREE METROPOLITANE CANONI MEDI E INCIDENZE SUI REDDITI DELLE FAMIGLIE

L OFFERTA DI ABITAZIONI IN AFFITTO INDAGINE SULLE OFFERTE LOCATIVE NELLE AREE METROPOLITANE CANONI MEDI E INCIDENZE SUI REDDITI DELLE FAMIGLIE L OFFERTA DI ABITAZIONI IN AFFITTO INDAGINE SULLE OFFERTE LOCATIVE NELLE AREE METROPOLITANE CANONI MEDI E INCIDENZE SUI REDDITI DELLE FAMIGLIE SUNIA Ufficio Studi L'indagine effettuata fa parte di un monitoraggio

Dettagli