Benvenuti! Ordine Ingegneri Roma 1 Viega Italia S.r.l.
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- Luciana Danieli
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1 Benvenuti! 1
2 Focus di giornata L IGIENICITA'DELL ACQUA DESTINATA AL CONSUMO UMANO 2
3 Legislazione Italiana Gli impianti di acqua destinata al consumo umano devono essere progettati secondo la legislazione Italiana?? 3
4 Legislazione Italiana In Italia esiste il Decreto Ministeriale n. 37 del 22 Gennaio 2008 La precedente legge 46/1990 escludeva gli impianti idrico sanitari dalla progettazione! 4
5 Legislazione Italiana 5
6 Legislazione Italiana Cosa implica la mancata progettazione? ma soprattutto si rischia di alterare l igienicità dell acqua! 6
7 Igienicità acqua sanitaria Cosa si intende per igienicità dell acqua sanitaria? Necessità di avere acqua pura da un punto di vista chimico (sostanze inquinanti p.e. pesticidi, solventi) Necessità di avere acqua pura da un punto di vista microbiologico (microrganismi biologici patogeni) Legionella 7
8 Igienicità acqua sanitaria Alcuni esempi delle conseguenze. 8
9 Igienicità acqua sanitaria 9
10 Igienicità acqua sanitaria 10
11 Igienicità acqua sanitaria 11
12 Proliferazione batterica Proliferazione batterica: cos è e come possiamo prevenirla Legionella: cos è Infezione delle vie respiratorie, spesso confondibile per polmonite Sintomi: febbre, mal di testa, tosse secca e difficoltà respiratorie Colpisce soprattutto malati immunodepressi, diabetici, pazienti con problemi respiratori, persone oltre i 50 anni L infezione si trasmette per inalazione di piccole gocce d acqua (1-5 μm) infettate dal batterio (principio dell aerosol). Non è possibile la trasmissione da persona a persona 12
13 Proliferazione batterica Proliferazione batterica: cos è e come possiamo prevenirla Legionella: cos è Curiosità storica: nel 1976, presso il Grand Hotel di Philadelphia, dopo un congresso, su 4000 partecipanti se ne ammalarono 220 e di questi ne morirono 34 a causa di una misteriosa polmonite. L origine fu un batterio che prese il nome di Legionella Pneumophila ; poiché le prime persone interessate erano soci della legione US-American, ne derivò il nome dal suono esotico malattia legionaria 13
14 Proliferazione batterica Legionella: dove vive E'un batterio normalmente presente nella flora acquatica Trova le condizioni più favorevoli alla sua proliferazione nei sistemi di convogliamento e stoccaggio di acqua costruiti dall uomo Zone a maggiore rischio: tubazioni di impianti idrosanitari, torri di raffreddamento, canali di condizionamento, idromassaggi, soffioni doccia e aeratori Batterio della Legionella al microscopio 14
15 Proliferazione batterica Legionella: dove vive + Livello di rischio proliferazione 15
16 Proliferazione batterica Legionella: dove vive Il batterio trova il proprio habitat ideale nel biofilm che si crea spontaneamente sulle superfici delle tubazioni, all interno delle stesse Ingrandimento del biofilm sulla superficie di una tubazione di acciaio inox BIOFILM: aggregazione complessa di microrganismi contraddistinta dalla secrezione di una matrice adesiva e protettiva, e spesso anche dall adesione ad una superficie (non necessariamente piana) 16
17 Proliferazione batterica Legionella: dove vive Tubazioni con portata acqua scarsa o assente ( rami morti ) Serbatoi di accumulo acqua (soprattutto con sedimenti di residui, conseguenza di poca manutenzione) Materiale quale la gomma (es. manichetta doccia) si è rivelato come idoneo allo sviluppo del batterio; analisi approfondite hanno inoltre dimostrato che l impiego di plastica e/o vetro permettono un tasso di crescita maggiore rispetto al rame (battericida naturale) 17
18 Proliferazione batterica Legionella: come vive La temperatura è il fattore fondamentale per la vita del batterio Con temperature < 20 C il batterio non prolifica Con temperature > 55 C il batterio muore in pochi minuti 18
19 Proliferazione batterica Altri batteri dannosi per l uomo Pseudomona Aeruginosa: resistente al Cloro, causa infezioni dermatologiche, infetta ferite aperte Staffilococchi ed Escherichia Coli: danno origine a dissenterie, vomito e infezioni intestinali Escherichia Coli Pseudomonas Aeruginosa 19
20 Proliferazione batterica Legionella: strumenti per la prevenzione Due strumenti utili a prevenire questo tipo di batterio (applicabili in Italia): Documento in fase di approvazione, provvisorio! Linee guida per la prevenzione della Legionellosi del (Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano) Technical Report (CEN) Europeo per la prevenzione della Legionellosi (in via di definizione) Altri documenti esistenti: Recepite tramite il provvedimento n. 29 del 13 Gennaio Linee Guida di prevenzione Legionella per le strutture turistiche (n. 51 del 13 Gennaio 2005) - Linee Guida per i laboratori con attività di diagnosi e controllo ambientale della Legionellosi 20
21 Proliferazione batterica Legionella: strumenti per la prevenzione Linee Guida del Provvedimenti preventivi Evitare tubazioni con tratti ciechi e senza circolazione di acqua Evitare la formazione di ristagni di acqua Provvedere alla pulizia periodica degli impianti Controllare la temperatura dell acqua in modo da evitare l intervallo critico (25-55 C) Provvedere ad un efficace programma di trattamento acque per prevenire la formazione di film biologico Progettare l impianto in modo da avere linee di acqua calda e fredda ben separate 21
22 Proliferazione batterica Legionella: strumenti per la prevenzione Linee Guida del Provvedimenti principali 1) Shock termico 2) Disinfezione termica costante 3) Disinfezione chimica 22
23 Proliferazione batterica Legionella: strumenti per la prevenzione Linee Guida del Provvedimenti principali Shock termico Acqua a 80 C per almeno 3 giorni, previa pulizia dei serbatoi Temperatura min. ai punti distali >= 60 C Fare scorrere l acqua per almeno 30 minuti ai rubinetti Controllo finale e ripetizione ciclo fino ad ottenere i valori indicati Disinfezione termica costante Mantenimento temperatura costante C Da prevedere in tutta la rete, ed a monte della miscelazione con acqua fredda Prevedere eventuale by-pass a monte del miscelatore (con possibilità di disinfezione durante le ore di utilizzo dell impianto) tratti terminali solo nelle ore notturne! Disinfezione chimica Continua Ipoclorito di Calcio o Ipoclorito di Sodio somministrato continuativamente Quantità residua post-ciclo: 1-3 mg/l Shock Singola immissione Cloro residuo libero tra mg/l Dopo 2 ore (con 20 mg/l) o 1 ora (con 50 mg/l), lavaggio fino a ripristino di residuo a mg/l Temperatura acqua < 30 C 23
24 Proliferazione batterica Legionella: strumenti per la prevenzione Linee Guida del Valutazioni In generale, le strategie riportate sulle Linee Guida sono utili, ma lasciano ampio spazio all interpretazione in fase progettuale: Nessuna diversificazione in funzione della dimensione dell impianto considerato e della tipologia (es. centralizzato rispetto ad autonomo) Nessun cenno legato alle reti di ricircolo Nessuna indicazione relativa all influenza di fonti esterne 24
25 Proliferazione batterica Legionella: strumenti per la prevenzione Technical Report (CEN) Generalità Documento in fase di redazione dalla Commissione CEN/TC 164 Intento: unificare le linee guida dei vari stati della Comunità Europea, fornendo utili raccomandazioni per la prevenzione della Legionella, senza però entrare in conflitto con eventuali leggi nazionali 25
26 Proliferazione batterica Legionella: strumenti per la prevenzione Technical Report (CEN) Parametri Parametri indicati come decisivi per lo sviluppo del batterio: Temperatura Posa Stagnazione Pulizia 26
27 Proliferazione batterica Legionella: strumenti per la prevenzione Technical Report (CEN) Parametri Temperatura Posa Stagnazione Pulizia Temperatura di proliferazione: C Distinzione: - acqua fredda: max. 25 C - acqua calda: min. 55 C Prevedere dispositivi che consentano i 70 C a scopo disinfezione Valutazione dell incidenza dei fattori esterni sulla temperatura Quando possibile, evitare sottotraccia, in corrispondenza di impianti radianti Distanza min. tra tubazioni acqua sanitaria e riscaldamento: 20 cm (per pareti in muratura) Evitare installazione in prossimità di radiatori Prevedere cavedio dedicato (con isolamento) Evitare linee morte Ogni zona della rete deve essere utilizzata o risciacquata forzatamente ogni settimana Rami ciechi ridotti (max. L = 2 x d i ) Derivazioni non utilizzate devono essere intercettate Sedimento = supporto allo sviluppo dei batteri Sedimenti da rimuovere almeno 1 volta all anno, specialmente nei luoghi a maggiore rischio (es. serbatoi) 27
28 Proliferazione batterica Strumenti per la prevenzione: conclusioni in definitiva, cosa possiamo dedurre da questi documenti? L argomento trattato è molto delicato ed al tempo stesso complesso E'indispensabile che una persona tecnicamente preparata segua ogni aspetto legato all igienicità dell acqua Una buona progettazione è il miglior strumento di prevenzione! 28
29 Riferimenti per il progettista Di quali strumenti dispone un progettista per affrontare il problema? Direttiva 98/83/CE (recepita dal D.L. 31 del 2 Febbraio 2001 e s.m.i.) concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano UNI 9182 (Impianti di alimentazione e distribuzione d acqua fredda e calda - Criteri di progettazione, collaudo e gestione) ed UNI EN 806 (Specifiche relative agli impianti all interno di edifici per il convogliamento di acque destinate al consumo umano) ed
30 Riferimenti per il progettista La base di partenza: Direttiva 98/83/CE Direttiva Europea che stabilisce cosa si intende per acque destinate al consumo umano : Vengono quindi considerati anche le reti di distribuzione domestiche e vengono esclusi gli impianti di lavorazione acque minerali e medicinali (in quanto esistono specifiche apposite) 30
31 Riferimenti per il progettista La base di partenza: Direttiva 98/83/CE La Direttiva sancisce che le acque, oltre a non contenere microrganismi e/o parassiti dannosi per l uomo, dovranno avere parametri in conformità all allegato I: Tali parametri devono essere rispettati fino all ultimo punto di erogazione nel caso di reti di distribuzione 31
32 Riferimenti per il progettista La base di partenza: Direttiva 98/83/CE Vengono inoltre definiti i responsabili per i controlli interni (gestore impianto) ed esterni (a carico A.S.L.), delegando a tali enti la frequenza ed i punti di campionamento 32
33 Riferimenti per il progettista Gli strumenti del progettista: le norme di progettazione UNI 9182 UNI EN 806 Ovviamente, per i progettisti italiani, occorrerà considerare in prima battuta la norma nazionale, ovvero la UNI 9182 Nota: è in fase di definizione il testo della nuova norma UNI
34 Riferimenti per il progettista Quali sono i parametri basilari per una progettazione igienicamente ineccepibile? 1. Temperatura di distribuzione 2. Linea di ricircolo 3. Scelta dei materiali 4. Volumi d acqua (portate in erogazione) 5. Velocità dell acqua 6. Pressioni di esercizio e perdite di carico 7. Condizioni di contorno posa 8. Tipologia di allacciamento apparecchi 34
35 Strumenti per la prevenzione: progettazione Come vengono trattati questi parametri nella norma di riferimento italiana? Temperatura di distribuzione Temperatura di distribuzione: 25 / 60 C (rif. UNI EN 806-2) 35
36 Strumenti per la prevenzione: progettazione Temperatura di distribuzione - Commenti Valori in linea con quanto indicato dalle Linee Guida Legionella Grossa discrepanza con D.P.R. 412 del 1993 (art. 5): I 48 C indicati risultano troppo a rischio per l aspetto igienico! 36
37 Strumenti per la prevenzione: progettazione Linea di ricircolo Quantità max. di acqua ammessa prima del raggiungimento della temperatura di progetto all utenza: 1.5 litri Rete di ricircolo da non prevedere nel caso di: Consumi d acqua continui Linea con sviluppo complessivo < 50 metri Quattro diversi metodi di dimensionamento della rete 37
38 Strumenti per la prevenzione: progettazione Linea di ricircolo - Commenti Nessun vincolo legato alla presenza o meno di serbatoi di accumulo elemento esposto a elevato rischio di contaminazione! Condizioni minime di applicabilità espresse in metri (?) e non riferite ad un unità di volume secondo la norma non è necessario prevedere il ricircolo in un impianto avente sviluppo di 49 m, sia nel caso di tubazioni da 15 mm che nel caso di tubazioni da 76 mm!! Mancanza della linea di ricircolo = = Condizioni di esercizio nel range a rischio (25-55 C) = = Proliferazione batterica! 38
39 Strumenti per la prevenzione: progettazione Linea di ricircolo - Commenti Non viene indicato alcun valore di temperatura di riferimento conseguenza della temperatura min. di erogazione acqua (60 C) 4 metodi di dimensionamento risultano dispersivi (e nessuno di questi si è dimostrato accurato) Nell allegato del dimensionamento viene data indicazione di un salto max. di 10 K 39
40 Strumenti per la prevenzione: progettazione Linea di ricircolo - Commenti Viene giustamente indicato il fatto di prevedere una regolazione della portata acqua per le colonne di ricircolo La mancata regolazione della portata (soprattutto negli impianti a più colonne) implica un non corretto bilanciamento della rete possibilità di avere alcuni tratti non in conformità alle temperature richieste 40
41 Strumenti per la prevenzione: progettazione Linea di ricircolo - Commenti Ma, all atto pratico, quali differenze si possono notare tra un impianto con ricircolo ed uno senza? 41
42 Strumenti per la prevenzione: progettazione Linea di ricircolo - Commenti Tempi di erogazione acqua calda: Utenza di riferimento: bidet ultimo piano, app.to D2 Portata erogata: 0.07 l/s Temperatura di erogazione richiesta: 50 C Senza ricircolo: Con ricircolo: Temperatura max. raggiungibile: 46.1 C Tempo di attesa per acqua alla temperatura richiesta: 12.9 sec. 42
43 Strumenti per la prevenzione: progettazione Linea di ricircolo - Conclusioni 1. Maggiori tempi di erogazione acqua calda Disagi per l utente finale 2. Minor tempo di raffreddamento della rete di acqua calda in caso di mancato utilizzo o fermo impianto Rischio di esercizio in un range di temperature a rischio per la proliferazione batterica Nota: a 55 C il Technical Report definisce i tempi max. di sopportazione (ovvero evitare scottature) per l'essere umano, in funzione dell'età e della temperatura dell'acqua: 43
44 Strumenti per la prevenzione: progettazione Materiali Materiali accettati: rif. UNI EN 806-2: Rame e leghe di rame (con esclusione a materiali soggetti a dezincificazione, es. alcuni tipi di ottone) Acciaio inossidabile Acciaio zincato ad immersione, se provvisto di rivestimento non metallico protettivo contro la corrosione Polietilene e polietilene reticolato (PE-X) Multistrato Altri materiali plastici (PVC, PB ecc ) 44
45 Strumenti per la prevenzione: progettazione Materiali Commenti generali In Italia è operativo il D.M. 174 del 6 Aprile 2004 ( Regolamento concernente i materiali e gli oggetti che possono essere utilizzati negli impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano ) La conformità a tale Decreto va attestata dal produttore del materiale L indicazione relativa all acciaio zincato è molto rischiosa in considerazione dell elevato rischio di corrosione trifasica e dezincificazione (a conferma di ciò, si veda la nota inerente le leghe di rame) 45
46 Strumenti per la prevenzione: progettazione Combinazione di materiali metallici differenti realizzabile solo nel rispetto della scala di nobiltà dei metalli (materiale meno nobile installato a monte di uno più nobile): 1. Acciaio inossidabile - 2. Rame e leghe di rame 3. Acciaio zincato In caso di abbinamento tra diversi materiali, prevedere un raccordo di disgiunzione (es. bronzo) per evitare fenomeni di corrosione per contatto 46
47 Strumenti per la prevenzione: progettazione Prestare particolare attenzione all interazione tra il materiale scelto e la sostanza pensata per eventuali cicli di disinfezione chimica (es. cloruri). Esempio: resistenza acciaio inossidabile con cloruri A 60 C, max. conc. = 150 ppm 47
48 Strumenti per la prevenzione: progettazione Nota legata agli acciai inossidabili: la caratteristica principale per la quale vengono preferiti agli altri materiali è la resistenza alla corrosione. Cosa incide maggiormente su tale aspetto, a parità di classificazione (es. AISI 316)? Tipologia di saldatura Fattore P.R.E. P.R.E. = %Cr + 3,3x%Mo Saldatura laser risulta più sottile = maggiore efficacia! 48
49 Viega Progettazione Strumenti per la prevenzione: progettazione Il P.R.E. è un indice adimensionale direttamente proporzionale alla resistenza alla corrosione dell acciaio Una differenza di 1 unità di P.R.E. corrisponde ad una resistenza alla corrosione puntiforme a 10 C in più! PRE = 24 = 16,5 Cr + 3,3 x 2,3%Mo (Viega) PRE = 23 = 16,5 Cr + 3,3 x 2,0 %Mo (altri produttori) 49
50 Strumenti per la prevenzione: progettazione Volume d acqua e portate in erogazione Valori normativi forniti dalle tabelle dei singoli apparecchi o dalle tabelle di UC (combinazione): 50
51 Strumenti per la prevenzione: progettazione Volume d acqua e portate in erogazione La portata complessiva dell impianto è data dalla sommatoria delle varie UC (tenendo quindi conto delle contemporaneità) e dalla successiva conversione in portata effettiva La conversione dai dati di UC alle portate reali è variabile a seconda della destinazione d uso dell impianto (es. residenziale / ospedali o uffici) 51
52 Strumenti per la prevenzione: progettazione Velocità del fluido Argomento citato solo nell allegato relativo al dimensionamento 52
53 Strumenti per la prevenzione: progettazione Velocità del fluido - Commenti Basandosi sull esperienza europea e sulla EN 806, velocità max. ammesse di 2 m/s Non viene valutata minimamente l incidenza della velocità sull aspetto igienico non generano problemi! Occorre trovare il giusto compromesso tra lavaggio della rete (favorito da una velocità elevata), eccessiva rumorosità e possibili fenomeni di corrosione per erosione 53
54 Strumenti per la prevenzione: progettazione Pressioni di esercizio e perdite di carico Valore di pressione max. statica: 5.5 bar Ogni singolo apparecchio viene identificato con una pressione min. di erogazione tale valore dovrebbe essere rispettato tenendo conto delle perdite di carico complessive dell impianto La pressione disponibile all acquedotto non è un parametro direttamente influente sul dimensionamento tale valore entra in gioco solo nella valutazione finale dell utenza più sfavorita Attualmente non viene indicato alcun metodo di calcolo consigliato delle perdite di carico (sia accidentali che distribuite) 54
55 Strumenti per la prevenzione: progettazione Pressioni di esercizio e perdite di carico Commenti La norma, allo stato attuale, non supporta il progettista nel calcolo delle perdite di carico Come possiamo sapere se la pressione di erogazione viene effettivamente rispettata?? Pressione di erogazione rispettata? Disagi all utente! Dimensionamento errato dei circolatori Sovradimensionamento delle linee Creazione di zone a rischio stagnazione = zone di proliferazione batterica!! 55
56 Strumenti per la prevenzione: progettazione Pressioni di esercizio e perdite di carico Commenti Allo stato attuale dei fatti, cosa regolamenta questo aspetto in Italia? purtroppo nulla! Recentemente è stato indetta un'inchiesta pubblica da parte dell'uni per valutare l'utilità di un metodo unificato di valutazione delle perdite di carico accidentali 56
57 Strumenti per la prevenzione: progettazione Pressioni di esercizio e perdite di carico - Commenti Viega rende pubblici (ad es. per il proprio sistema multistrato Raxofix) i cosiddetti valori Z, ovvero i coefficienti di accidentalità di tutti i propri raccordi Esempio di valori ζsperimentalmente rilevati, sec. specifiche DIN 57
58 Strumenti per la prevenzione: progettazione Esempio di valutazione perdite di carico accidentali Video demo Nota: prendendo ad esempio l'impiego del sistema multistrato Raxofix, il fatto di utilizzare i valori non reali si traduce in una differenza in difetto del 30% per il diametro 16 mm (dimensionamento scarso ) ed in eccesso del 20% per il diametro 25 mm (sovradimensionamento) 58
59 Strumenti per la prevenzione: progettazione Sistema Raxofix La tecnica di pressatura raxiale combina i vantaggi della tecnica di pressatura radiale (velocità ed ingombro ridotto) con quelli della tecnica assiale (passaggio totale). Raccordi di bronzo realizzati con processo produttivo di fusione; geometria costruttiva ideale, con superfici interne prive di asperità o secchi cambi di direzione, a garanzia di un flusso ottimale di tipo laminare. Perdite di carico ridottissime, grazie ad un passaggio quasi totale paragonabile al diametro interno del tubo. Naturalmente con SC-Contur Collegamento ottimizzato dal punto vista delle dilatazioni termiche, grazie agli identici coefficienti di dilatazione termica della tubazione e del componente di tenuta interno dei raccordi (PPSU). 59
60 Strumenti per la prevenzione: progettazione Sistema Raxofix Taglio Inserimento Nessuna calibratura! Pressatura 60
61 Strumenti per la prevenzione: progettazione Sistema Raxofix Curva a 90 dp = 54mbar dp = 434mbar Velocità (m/s) Viega Velocità (m/s) Standard Differenza di perdite di carico = mbar 61
62 Strumenti per la prevenzione: progettazione Sistema Raxofix Gomito con flangia 16 x ½ Standard Viega Differenza di perdite di carico = mbar 62
63 Strumenti per la prevenzione: progettazione Valutazione incidenza perdite di carico - Sistema Raxofix ma proviamo ora a tradurre in pratica questi concetti! Edificio su 4 livelli, tipo residenziale 8 appartamenti in totale Utenze per ogni appartamento: WC Bidet Doccia Lavabo Lavello Lavatrice 63
64 Strumenti per la prevenzione: progettazione Valutazione incidenza perdite di carico - Sistema Raxofix Specifiche tecniche: Pressione da acquedotto: 3.7 bar Collegamento utenze a T Sistema a pressare di acciaio inossidabile per la colonna montante e sistema multistrato per la distribuzione ai piani Dimensionamento sec. DIN 1988 Linea di ricircolo in colonna 64
65 Strumenti per la prevenzione: progettazione Valutazione incidenza perdite di carico - Sistema Raxofix Specifiche tecniche: Pressione da acquedotto: 4 bar Collegamento utenze a T Sistema a pressare di acciaio inossidabile per la colonna montante e sistema multistrato per la distribuzione ai piani Dimensionamento sec. DIN 1988 Linea di ricircolo in colonna 65
66 Strumenti per la prevenzione: progettazione Valutazione incidenza perdite di carico - Sistema Raxofix Obiettivo: Valutare l incidenza delle perdite di carico accidentali tra due impianti identici realizzati con sistemi multistrato di diversa natura (solo per la distribuzione ai piani). Parametri da valutare: Dimensionamento Volumi acqua Tempi di erogazione 66
67 Strumenti per la prevenzione: progettazione Valutazione incidenza perdite di carico - Sistema Raxofix Dimensionamento (Viega): Sistema inox (colonna): non valutato Sistema multistrato Raxofix (distribuzione ai piani): D. 16 mm: 168 m 67
68 Strumenti per la prevenzione: progettazione Valutazione incidenza perdite di carico - Sistema Raxofix Dimensionamento (concorrente): Sistema inox (colonna): non valutato Sistema multistrato concorrente (distribuzione ai piani): D. 16 mm: 125 m D. 20 mm: 41 m D. 25 mm: 2 m 68
69 Strumenti per la prevenzione: progettazione Valutazione incidenza perdite di carico - Sistema Raxofix Volumi (Viega): Volume tot.: 37 l Volume AF: 22 l Volume AC: 13 l Volume RC: 2 l Volumi (concorrente): Volume tot.: 37 l Volume AF: 21 l Volume AC: 14 l Volume RC: 2 l Valori simili, per via della colonna montante realizzata con il medesimo sistema 69
70 Strumenti per la prevenzione: progettazione Valutazione incidenza perdite di carico - Sistema Raxofix Tempi di erogazione (Viega): Utenza sfavorita: doccia n. 123 Tempi di erogazione: 5.7 sec. Tempi di erogazione (concorrente): Utenza sfavorita: doccia n. 123 Tempi di erogazione: 8.1 sec. 70
71 Strumenti per la prevenzione: progettazione Valutazione incidenza perdite di carico - Sistema Raxofix Nota: i diversi tempi di erogazione sono da imputare alle minime differenze di dimensionamento all interno del singolo bagno bastano queste minime differenze per generare 2.5 sec. di differenza in erogazione! 71
72 Strumenti per la prevenzione: progettazione Condizioni di contorno posa Posa tubazioni: Con distanza sufficiente a consentirne l accessibilità Con percorso atto a favorire lo svuotamento e lo sfiato Completo di compensatori di dilatazione (acqua calda) A sufficiente distanza da conduttori elettrici (es. quadri) Se possibile, da evitare in strutture murarie Coibentazione sec. UNI EN
73 Strumenti per la prevenzione: progettazione Condizioni di contorno posa Commenti Non viene valutata l incidenza sulla temperatura dell acqua da parte di fattori esterni (es. vicinanza a fonti di calore) Non viene data indicazione in merito alla disposizione di posa consigliata (es. linea acqua calda in cavedio separato) Aspetto legato alla coibentazione non trattato direttamente Le condizioni di contorno posa vengono sottovalutate, con ovvi rischi per l igienicità dell acqua! 73
74 Strumenti per la prevenzione: progettazione Tipologia di allacciamento apparecchi Argomenti quali la desolidarizzazione degli apparecchi (acustica), gli spazi di rispetto ed i sostegni di fissaggio vengono trattati, ma non vi è traccia di alcuna raccomandazione in merito al tipo di allacciamento Ma in che maniera incide il tipo di collegamento degli apparecchi con l igienicità dell acqua destinata al consumo umano? 74
75 Strumenti per la prevenzione: progettazione Tipologia di allacciamento apparecchi - Commenti Allacciamento a T : Impiego di diametri maggiori rispetto al classico 16 mm Maggior utilizzo di raccordi e ridotto consumo di tubazione Igienicamente valido: per linee di breve estensione nel caso di impianti con frequenza di impiego elevata (es. prima casa) 75
76 Strumenti per la prevenzione: progettazione Tipologia di allacciamento apparecchi - Commenti Allacciamento a collettore: Maggiore impiego di tubazione (metri) Impiego di diametri ridotti Minori perdite di carico a causa del minor utilizzo di raccordi Soluzione low-cost Igienicamente sconsigliato In caso di utenze scarsamente impiegate, si rischia di creare dei tratti morti (favorevoli alla proliferazione) 76
77 Strumenti per la prevenzione: progettazione Tipologia di allacciamento apparecchi - Commenti Allacciamento in serie: Ridotto impiego di tubazione (metri) Montaggio rapido Ricambio regolare di acqua Igienicamente perfetto prevedendo l utenza più sfruttata come ultima (es. WC); ogni tratto viene costantemente interessato dal passaggio del flusso (ricambio continuo = nessuna zona di stagnazione = nessuna proliferazione!) 77
78 Strumenti per la prevenzione: progettazione Tipologia di allacciamento apparecchi - Commenti Allacciamento ad anello: Maggior sviluppo della rete Impiego di diametri maggiori rispetto al collegamento a collettore Scambio ottimale di acqua Igienicamente perfetto (v. allacciamento in serie) Ridottissime perdite di carico 78
79 Strumenti per la prevenzione: progettazione Tipologia di allacciamento apparecchi - Commenti Confronto perdite di carico allacciamento serie / anello SERIE Acqua fredda (utenza sfavorita: bidet) Portata in erogazione AF: 0.07 l/s Pressione disponibile acquedotto: 2.5 bar Perdite di carico accidentali: 0.37 bar Perdite di carico distribuite: 0.45 bar Perdite di carico apparecchi : 0.45 bar Pressione disponibile: 1.23 bar Acqua calda (utenza sfavorita: bidet) Portata in erogazione AF: 0.07 l/s Pressione disponibile acquedotto: 2.5 bar Perdite di carico accidentali: 0.23 bar Perdite di carico distribuite: 0.46 bar Perdite di carico apparecchi : 0.95 bar Pressione disponibile: 1.06 bar TOTALE PERDITE: 1.27 bar TOTALE PERDITE: 1.64 bar 79
80 Strumenti per la prevenzione: progettazione Tipologia di allacciamento apparecchi - Commenti Confronto perdite di carico allacciamento serie / anello ANELLO Acqua fredda (utenza sfavorita: doccia) Portata in erogazione AF: 0.07 l/s Pressione disponibile da acquedotto: 2.5 bar Perdite di carico accidentali: 0.13 bar Perdite di carico distribuite: 0.09 bar Perdite di carico apparecchi : 0.45 bar Pressione disponibile: 1.76 bar Acqua calda (utenza sfavorita: doccia) Portata in erogazione AF: 0.07 l/s Pressione disponibile da acquedotto: 2.5 bar Perdite di carico accidentali: 0.16 bar Perdite di carico distribuite: 0.17 bar Perdite di carico apparecchi : 0.95 bar Pressione disponibile: 1.15 bar TOTALE PERDITE: 0.67 bar TOTALE PERDITE: 1.28 bar -47%! -22%! 80
81 Strumenti per la prevenzione: progettazione Valutazioni generali In conclusione possiamo dire che, se dovessimo basare la progettazione (da un punto di vista igienico) esclusivamente sulla norma tecnica a disposizione, correremmo parecchi rischi!! E'indispensabile l aiuto delle Linee Guida e/o del Technical Report CEN! 81
82 Strumenti per la prevenzione: progettazione Fortunatamente esiste una via di fuga per i progettisti, data dalla UNI EN 806 (norma Europea, sorella della ns. UNI 9182): 82
83 DIN 1988 Come affronta i vari parametri visti in precedenza? Temperatura di distribuzione: Temperatura min. acqua calda: 60 C Temperatura max. acqua fredda: 25 C Velocità max. ammesse: Tratti comuni: 2 m/s Tratti terminali all apparecchio: 5 m/s 5 m/s 2 m/s 83
84 DIN 1988 Linea di ricircolo Schede tecniche specifiche per l argomento (rif. W 551 e W 553) Da prevedere per impianti con un contenuto complessivo di acqua superiore a 400 litri (solo bollitore) e comunque nel caso di tratti di allacciamento colonna utenza avente contenuto superiore a 3 litri dt max. ammesso tra ingresso e uscita bollitore: 5 K Ammesso un funzionamento con dt inferiore per max. 8 ore al giorno (risparmio energetico) Surriscaldamento di acqua calda (temperatura > 60 C) almeno una volta al giorno 84
85 DIN 1988 Esempio di dimensionamento semplificato Specifiche: 15 appartamenti (uso residenziale) 2 bagni + 1 cucina per ogni appartamento Bagno: 1 WC + 1 bidet + 1 lavabo + 1 doccia Cucina: 1 lavello + 1 lavastoviglie Unica colonna montante (valutazione della sola acqua fredda) Bagno: = 0.44 l/s Cucina: = 0.22 l/s Totale app.to: (0.44 x 2) = 1.10 l/s Totale edificio: 1.10 x 15 = 16.5 l/s contemp l/s 85
86 DIN 1988 ma se effettuassimo lo stesso dimensionamento sec. UNI 9182? Bagno: 6.00 l/s Cucina: 3.50 l/s Totale app.to: (6.00 x 2) = l/s Totale edificio: x 15 = l/s contemp l/s Portata di progetto doppia! Considerando che le velocità sec. DIN 1988 sono decisamente superiori, si otterranno diametri notevolmente inferiori! 86
87 DIN 1988 Condizioni di contorno posa (rif. W DIN ) Trattamento superfici interne degli accumuli sec. W 291 e dimensionamento di questi in funzione dell effettiva necessità (evitare sovradimensionamenti) Mantenere la separazione tra linee acqua calda e fredda Evitare l alloggiamento delle tubazioni nei cavedi comuni (es. aerazione) Evitare che le linee di acqua calda possano raggiungere temperature inferiori ai 55 C (in qualsiasi punto) Utilizzo di rubinetti con dispositivo anti-scottatura Evitare tratti inutilizzati per lungo tempo (risciacquo forzato) 87
88 DIN 1988 Valutazioni generali La norma tedesca di presenta come decisamente più completa dal punto di vista dell igiene dell acqua Norma completa di 7 diverse sezioni, ognuna delle quali inerente a diversi argomenti legati all acqua sanitaria (es. protezione antiincendio) Di prossima uscita gli aggiornamenti di norma DIN 1988: una buona scelta per una buona progettazione! 88
89 Risparmio energetico Viega quale soluzione può proporre per conciliare il concetto di igienicità dell acqua destinata al consumo umano e il risparmio energetico? Smartloop Inliner: Sistema di ricircolo integrato Recupero energetico Risparmio economico evidente Installazione facile e rapida Ideale per ristrutturazioni e/o interventi ad elevata efficienza energetica 89
90 Risparmio energetico Smartloop Inliner - Caratteristiche generali Installabile in tutte le colonne montanti a sviluppo prevalentemente verticale Combinabile con qualsiasi sistema di giunzioni, grazie a semplici adattatori a pressare Dimensionamento realizzabile solamente tramite il software Viptool Engineering Video Smartloop 90
91 Risparmio energetico Smartloop Inliner Vantaggi Il posizionamento della linea di ricircolo interna alla colonna acqua calda garantisce: 1. Limitate dispersioni termiche 2. Cessione di energia dalla linea acqua calda al ricircolo = guadagno energetico! 3. Risparmio dei costi correlati all isolamento del ricircolo 4. Risparmio di spazio nel cavedio di passaggio 5. Tempi di posa ridotti rispetto ad una linea tradizionale 91
92 Risparmio energetico Smartloop Inliner Vantaggi energetici Quantifichiamo ora che il risparmio ottenibile utilizzando un sistema di ricircolo integrato: Edificio su 5 livelli, tipo residenziale 13 appartamenti in totale Dimensionamento sec. DIN 1988 Temperatura produzione ACS: 60 C Velocità max. ammessa: 0.5 m/s Dimensione minima: DN12 Lunghezze linee AC + RC: 72 m 92
93 Risparmio energetico Smartloop Inliner Vantaggi energetici Ricircolo tradizionale: Volume RC: 4.8 l Caratteristiche circolatore: 96 l/h 0.36 m Dispersione termica: 548 W 93
94 Risparmio energetico Smartloop Inliner Vantaggi energetici Ricircolo Smartloop: Volume RC: 3.6 l -25%! Caratteristiche circolatore: 90 l/h 0.40 m Dispersione termica: 336 W -38%! 94
95 Risparmio energetico Smartloop Inliner Vantaggi energetici Ricircolo Smartloop: Ipotizzando una temperatura ambiente di 10 C per il locale tecnico (tratto 1-2), di 15 C per il cavedio (tratto 3) ed un isolamento con materiale Rockwool λ= 0.04 W/mK, si avrà: Tratto 1-2 AC: 37 W Tratto 3 AC: 193 W Temperatura punto A: 55.3 C 1 Analisi applicata alla sola prima colonna di ricircolo A
96 Risparmio energetico Smartloop Inliner Vantaggi energetici Ricircolo Smartloop: Tratto 4 RC: -110 W Tratto 5-6 RC: 77.7 W Temperatura punto B: 57.7 C 4 Temperatura punto C: 56.7 C C 6 5 B 96
97 Viega Grazie per l'attenzione! Viega Italia S.r.l. 97
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