Fonologia. Fonemi, allofoni e strani casi dell italiano

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1 Fonologia Fonemi, allofoni e strani casi dell italiano

2 Dalla fonetica alla fonologia

3 Dalla fonetica alla fonologia Quando si sono spiegati tutti i movimenti dell apparato vocale necessari a produrre le singole impressioni acustiche non si è chiarito in niente il problema della lingua. Questa è un sistema fondato sull opposizione psichica di tali impressioni acustiche, esattamente come un arazzo è un opera d arte prodotta dall opposizione visiva tra colori diversi: ora ciò che importa per l analisi è il gioco delle opposizioni, non come si sono ottenuti i colori F. de Saussure

4 Dalla fonetica alla fonologia La fonetica sperimentale è in realtà una scienza naturale e non si occupa di veri processi linguistici ma esamina quei fenomeni fisici che li rendono possibili J.N. Baudouin de Courtenay

5 Dalla fonetica alla fonologia La fonetica studia la sostanza del piano dell espressione La fonologia studia la forma del piano dell espressione L.Hjelmslev

6 Dalla fonetica alla fonologia Tutte le scienze operano su concetti e rappresentazioni. Il mondo ci fornisce dati per il pensiero solo se questi sono trasformati in rappresentazioni e diventano parte dell attività psicologica dell uomo. J. N. Baudouin de Courtenay

7 Dalla fonetica alla fonologia La mente opera su rappresentazioni mentali di suoni basate sui suoni fisici, non su suoni fisici. La fonologia si occupa della mente, non della bocca, e infatti abbiamo un livello di analisi fonologico anche nelle lingue dei segni.

8 Dalla fonetica alla fonologia Quanto è stretto il rapporto tra la fonologia e la fonetica? Varie scuole: Strettissimo: la fonologia si basa sulla fonetica La fonologia emerge dall uso della lingua Non molto stretto: alcune proprietà cognitive sono autonome rispetto al mondo extralinguistico

9 Le unità minime della fonologia

10 Le unità minime della fonologia Il singolo suono del parlato articolato non è affatto, in quanto tale, un elemento linguistico E. Sapir

11 Perché no?

12 Le unità minime della fonologia tremenda variabilità dei suoni del parlato. E. Sapir Una stringa di parlato è quello che i matematici chiamano un continuum Gli enunciati variano all infinito Leonard Bloomfield

13 Le unità minime della fonologia Continuum Variabilità

14 Continuum tra vocali e consonanti Il luogo di articolazione delle consonanti è contenuto nelle formanti vocaliche Foneticamente vocali e consonanti non sono elementi discreti.

15 Continuum tra vocali e consonanti La separazione tra vocali e consonanti e la percezione discreta sono operazioni mentali

16 Variabilità fonetica Uno stesso suono in realtà varia almeno in base alle caratteristiche del parlante (sesso, età, emozioni) ai suoni contigui (coarticolazione) alla classe sociale/provenienza geografica del parlante

17 Variabilità fonetica Questi suoni oggettivamente diversi dal punto di vista spettrale sono tutte [ ] per un parlante di inglese. Vengono ricondotti a un unico suono mentale / /

18 Variabilità fonetica [ ] degli italiani regionali pugliese, emiliano, abruzzese costiero, [ ] degli italiani regionali piemontese, ligure [a] delle varietà più simili allo standard sono suoni foneticamente diversi che hanno lo stesso valore all interno del diasistema. Vengono ricondotti allo stesso suono mentale

19 Percezione categoriale L orecchio umano durante il processo di acquisizione impara a categorizzare i suoni linguistici a non percepire le infinitesimali variazioni fonetiche tra i suoni a dividere il continuum sonoro in unità discrete

20 Percezione categoriale Interpretazione di un cambiamento di qualche variabile lungo un continuum non come graduale ma come istanza di una categoria discreta (es. sordo/sonoro a/e r/l, b/d etc. etc.) Parlanti nativi della stessa lingua suddividono il segnale in categorie simili nonostante l enorme variazione all interno delle categorie Il successo della comunicazione orale indica che i parlanti hanno una conoscenza condivisa su come categorizzare il segnale continuo in suoni linguistici.

21 Percezione categoriale Questo aspetto della nostra attività cognitiva è il fondamento della nostra abilità linguistica.

22 Percezione categoriale esperimento 10 sequenze di suoni diversificati tra loro in maniera gradiente. Il nostro orecchio ne percepisce un gruppo come /l/, un gruppo come /r/. Non percepisce 10 suoni diversi!!!!

23 Variabilità fonetica La capacità di discretizzazione del continuum sonoro, di ricondurre un infinità di suoni fisicamente diversi a rappresentazioni mentali finite di suoni sembra banale ma ha dell incredibile Non siamo riusciti a costruire delle macchine con capacità di discriminazione dei suoni linguistici paragonabili a quelle umane.

24 Variabilità fonetica Le macchine che riconoscono molte voci possono riconoscere una serie molto ristretta di parole (biglietteria automatica, servizi clienti telefonici, navigatori).

25 Variabilità fonetica Le macchine che riconoscono un lessico paragonabile a quello di base di una qualsiasi lingua riconoscono una sola voce

26 Variabilità fonetica Macchine basate sul riconoscimento di parole vs Macchine basate sul riconoscimento di fonemi

27 Variabilità fonetica Per far riconoscere il parlato da una macchina bisogna articolare i suoni in maniera accurata, chiara. Il parlato dev essere iperarticolato. Il parlato naturale, ipoarticolato, quello che gli umani usano in genere non è riconoscibile dai programmi di riconoscimento vocale

28 L operazione di discriminazione delle vocali nell apprendimento e nella comunicazione in generale è un operazione non banale La ridondanza delle lingue fornisce indizi utili ma per alcuni versi la percezione categoriale rimane misteriosa

29 Le unità minime della fonologia Fonemi: rappresentazioni mentali, entità cognitive, target acustici, suoni astratti, discreti: /a/ vs Foni: entità fisiche, oggetti concreti, suoni continui segmentati convenzionalmente: [a]

30 Fonemi Fonema: i fonemi non sono suoni ma caratteristiche di suoni che i parlanti si sono abituati a riprodurre e a riconoscere nel flusso del parlato. Leonard Bloomfield

31 Fonemi Si riscontra frequentemente nelle lingue che una serie di suoni diversi devono essere considerati come se fossero lo stesso suono dal punto di vista ortografico grammaticale e semantico Daniel Jones It. [ ] > <n> anfora, banca, rana [non] (italiano standard) [no ] (italiano settentrionale) It. [ ] i[ ]fondato i[ ]credibile i[n]derogabile < /in/

32 Fonemi Sapir in La réalité psychologique des phonèmes ha dimostrato che i parlanti hanno intuizioni sulle entità fonologiche della lingua. Dalle trascrizioni del parlato fatte da parlanti di lingue amerindiane come Sarcee e Paiute è chiara l identificazione di questi elementi astratti.

33 Fonemi Identificazione dei fonemi in base a: Distintività (contrastività) (scuola di Praga-Trubeckoj) Distribuzione (scuola di Londra-Jones)

34 Distintività coppie minime (se dei suoni distinguono significati sono da ricondurre a due fonemi diversi) [k]ane [p]ane [l]ane [r]ane [v]ane

35 Coppie minime in ASL

36 Distribuzione Se due suoni occorrono negli stessi contesti sintagmatici sono da ricondurre a due fonemi diversi a[l]i a[p]i salvo distribuzione libera

37 Distribuzione Se due suoni occorrono in distribuzione complementare sono allofoni dello stesso fonema It. [ ] i[ ]fondato i[ ]credibile i[n]derogabile < /in/ MA esiste anche la distribuzione libera p[a]ne (italiano standard) p[ ]ne (altre varietà come la emiliana) [r]ana [R]ana (r moscia)

38 Fonemi e allofoni Allofoni: manifestazioni fisiche della stessa entità

39 Fonemi e allofoni

40 Fonemi e allofoni strani casi dell italiano

41 Il caso di [s] e [z] /s/ /z/ in italiano standard in posizione intervocalica: chie[s]e edifici di culto chie[z]e p. remoto verbo chiedere coppia minima >distintività Occorrono nello stesso contesto sintagmatico > 2 fonemi diversi (scarso rendimento funzionale-poche coppie minime)

42 Il caso di [s] e [z] ma: in posizione preconsonantica la distribuzione è complementare (condizionata dalla sonorità della C che segue) [s]pento [z]battere Distribuzione complementare > allofoni dello stesso fonema

43 Il caso di [s] e [z] in posizione iniziale e finale di parola solo [s] può occorrere: [s]ale, [s]erio, [s]anto etc. etc. *[z]olo po[s], ga[s], mai[s], bo[s]s, li[s], na[s] * mai[z] Distribuzione complementare > 1 fonema

44 Il caso di [s] e [z] In posizione postconsonantica solo [s] può occorrere: bor[s]a, pol[s]o, an[s]ia. Distribuzione complementare > 1 fonema

45 Il caso di [s] e [z] [s] e [z] nello standard possono apparire nello stesso contesto sintagmatico dove creano opposizione di significato (coppie minime) solo in posizione intervocalica. Per il resto si comportano come allofoni dello stesso fonema.

46 Il caso di [s] e [z] Gli italiani regionali hanno risolto questa asimmetria: [s] e [z] negli italiani regionali sono allofoni dello stesso fonema /s/. la distribuzione preconsonantica, iniziale e finale di parola è quella vista per lo standard: [s] prima di C sorda [z] prima di C sonora [s] in posizione iniziale e finale di parola

47 Distribuzione in posizione intervocalica: nell italiano settentrionale /s/ è sempre sonora: na[z]o nell italiano meridionale /s/ è sempre sorda: na[s]o No coppie minime in posizione intervocalica

48 Il caso di [ts] e [dz] rattsa (etnia) Distintivi (coppia minima) raddza (pesce) Occorrono nello stesso contesto sintagmatico > 2 fonemi diversi (scarso rendimento funzionale-poche coppie minime)

49 In posizione iniziale di parola e postconsonantica possono apparire entrambe: [ts]io [dz]ero Ren[ts]o vs. pran[dz]o mar[ts]o vs. or[dz]o Fonemi diversi

50 Il caso di [ts] e [dz] In posizione finale postvocalica appare solo [ts] blitz [blits:] quiz [kwits:] jazz [d ts:] Ma postnasale: chin[ts] vs sbrin[dz]

51 Il caso di [ts] e [dz] distribuzione diversa negli italiani regionali [ts] non compare mai in posizione iniziale nelle varietà settentrionali e in alcune meridionali Le varietà meridionali tendono a sostituire [ts] dello standard con [dz] in posizione postconsonantica mentre quelle settentrionali nella stessa posizione sostituiscono [dz] dello standard con [ts] ma non si giunge a una complementarietà di distribuzione. Distribuzione libera

52 Il quadro è complicato dalla lunghezza: [ts] è intrinsecamente lunga nello standard [ts:]io, a[tts:]ione ra[tts]a [dz] può essere anche breve ga[dz]a, pla[dz]a na[dz]i tutto indica fonemi diversi

53 Il caso di [ts] e [dz] In parole dove il valore di sonorità non è registrato nel lessico: variazione libera in posizione intervocalica: sonora breve sorda lunga na[dz]ifascista vs. na[tts]ifascista schi[dz]ofrenico vs. schi[ttso]frenico

54 Bibliografia Baudouin de Courtenay J [1972], Versuch einer Theorie phonetischer Alternationen. Ein Kapitel aus der Psychophonetic, trad. inglese in E.Stankiewicz (a cura di), A Baudouin de Courtenay Anthology, Indiana University Press 1972, pp Bloomfield L [1974], Il linguaggio, Il Saggiatore, Milano.

55 Bibliografia Hjelmslev, L. Omkring sprogteoriens grundlaeggelse, 1943; Copenhagen: Akademisk forlag, 1976, Trad. italiana I fondamenti della teoria del linguaggio, introduzione di Giulio C. Lepschy, Torino: Einaudi, 1968 Kenstowicz, M Phonology in Generative grammar. Oxford:Blackwell Klima, E. S. e U. Bellugi The Signs of Language. Cambridge: Harward University Press Mioni, A. M. Fonetica e Fonologia. In A. Sobrero (a cura di) Introduzione all italiano contemporaneo. Vol 1, le strutture. Bari: Laterza

56 Bibliografia Sapir, E Language: an Introduction to the Study of Speech, trad. Il linguaggio. Introduzione alla linguistica, a cura di Paolo Valesio, Torino: Einaudi, 1969 Sapir. E. 1933, La réalité psychologique des phonèmes, in Journal de Psychologie normal et pathologique 30: , traduzione italiana La realtà psicologica dei fonemi, in AA.VV. Il linguaggio, Dedalo libri, Bari, 1976: Schmid, S Fonetica e fonologia dell italiano. Torino: Paravia Trubeckoj N [1971], Fondamenti di fonologia (a cura di G. Mazzuoli Porru), Einaudi, Torino.

57 Spettrogrammi presi da wto.html#intro

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