AUDIZIONI SVOLTE DALLA COMMISSIONE CHELI CON I MAGGIORI RAPPRESENTANTI DEL SETTORE DELL INFORMAZIONE E DELL EDITORIA
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- Liliana Grilli
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1 AUDIZIONI SVOLTE DALLA COMMISSIONE CHELI CON I MAGGIORI RAPPRESENTANTI DEL SETTORE DELL INFORMAZIONE E DELL EDITORIA Le audizioni delle associazioni radiotelevisive. Le audizioni sono state introdotte da un saluto del Sottosegretario Levi e del Professor Cheli, che, ringraziando i singoli partecipanti hanno illustrato il significato delle stesse: giungere ad una riforma dell impianto dell editoria basata sulla conoscenza approfondita dei temi da affrontare. Si è poi rilevato che il questionario proposto si basava su una maggiore attenzione ai temi della stampa, rispetto agli altri segmenti, per i quali si ritiene prioritario l intervento. Le prime ad essere ascoltate sono state le associazioni delle emittenti radiofoniche e televisive (AERANTI-CORALLO, FRT, RNA). Dagli incontri è scaturito un generale apprezzamento per l attuale sistema di provvidenze, che, a fronte di un costo limitato, ha portato benefici elevati. E stato ribadito come l attenzione alla radiofonia locale e nazionale sia un elemento caratterizzante del pluralismo, come l informazione, per questo segmento, abbia rappresentato un tassello importante, anche grazie alle provvidenze. Sono stati richiesti adeguamenti di stanziamento, sostanzialmente immutato dal 1990, ed è stata auspicata una divisione dei capitoli di bilancio, tra contributi diretti ad organi di partito e rimborsi ad agenzie di stampa ed informazione. Le proposte avanzate nel questionario sono dirette, tra l altro, a cercare di creare dei meccanismi non contestabili sul fronte dei rapporti tra le emittenti e le agenzie di informazione: si è riscontrato che i problemi si sono concentrati sull assetto redazionale delle agenzie di informazione, soprattutto regionali. La proposta AERANTI si incentra su di un irrobustimento dei requisiti, a partire dalle agenzie regionali, prevedendo al posto della struttura redazionale adeguata, ora prevista dalla norma, il numero dei giornalisti da impiegare a tempo pieno in modo esplicito. 1
2 Tale disposizione contribuirebbe ad un contenimento della spesa e ad una maggior trasparenza della stessa. Per le riduzioni tariffarie si chiede che il rimborso avvenga in maniera più spedita, direttamente in bolletta. Il panorama dei soggetti interessati, tra radio e televisioni locali, riguarda circa 1200 soggetti radiofonici, il 30% dei quali sono emittenti comunitarie di radice cattolica, e 500 emittenti televisive; si rileva che il mercato, tra acquisizioni, accorpamenti e razionalizzazioni, tende ad un restringimento dei soggetti che, con il passaggio alla tecnologia digitale, saranno ulteriormente ridimensionati. I servizi che godono dei rimborsi, quali gli abbonamenti ad agenzie, le spese telefoniche ed elettriche e, da ultimo le spese per canali satellitari, contribuiscono in modo significativo allo sviluppo qualificato del settore, ormai dal Il settore è cresciuto anche per aver scelto la via del dialogo contrattuale con la FNSI: è stato stipulato un contratto apposito per giornalisti della radiotelevisione che riguarda circa 1200 lavoratori dell emittenza locale; a questi vanno aggiunti circa 300 giornalisti che godono del contratto FNSI-FIEG. La tematica delle provvidenze è quindi strettamente collegata anche all occupazione e all irrobustimento complessivo del sistema. L Amministrazione afferma, per quel che riguarda la differenziazione in capitoli nel bilancio autonomo della Presidenza, che questa non è più oggetto di disposizione di legge, ma può essere determinata in via amministrativa. L Amministrazione vorrebbe arrivare ad una razionalizzazione della spesa per le provvidenze, che assesti il sistema, dia certezza agli operatori, ma contenga la spesa complessiva anche con un meccanismo di tetti. In generale non è condivisibile l idea di un finanziamento che sia superiore alla metà del costo complessivo del settore editoriale nel suo complesso. Si deve puntare ad un riallineamento della spesa, giustificando un budget superiore all attuale, che è peraltro soggetto ad una consistente riduzione in base alla normativa in vigore che vede per il 2008 una disponibilità di non più di 300 milioni di euro. Ciò riguarda radio, televisioni, stampa, poste; si vorrebbero introdurre principi generali per i quali il sistema provvidenze non possa superare una certa soglia. 2
3 Il settore in esame ha peraltro rivelato una repentina capacità di crescita nella richiesta di contributi negli ultimi tre anni. Quanto alle agenzie di informazione si rileva un continuo ricorso ad agenzie in outsourcing societario, fenomeno che può far saltare l equilibrio di queste provvidenze e prassi di una organizzazione aziendale non limpida, con un aggiramento della normativa attraverso una segmentazione aziendale. Bisogna invece premiare le iniziative che non ricorrono a tale prassi. Quanto all intervento dello Stato nel settore, si ricorda che accanto al finanziamento della Presidenza, vi è un consistente sforzo del Ministero delle Comunicazioni quantificabile in circa 130 milioni di euro. ROSSIGNOLI, per AERANTI, ricorda che tali contributi riguardano per l 85 % le televisioni e il 15% la radiofonia, anche grazie alla recente legge finanziaria. Grazie a questi interventi è migliorata sensibilmente la qualità della programmazione. Si chiede se sia il caso di incrementare l innovazione tecnologica. PELUFFO, per l Amministrazione, considera che per il segmento in esame non si ponga tanto il problema di grosse innovazioni legislative, ma piuttosto quello di puntare ad assestare il sistema anche per via regolamentare, neutralizzando il già citato, fenomeno dello spin-off, dando requisiti più robusti per la definizione delle agenzie e valutando se non sia il caso di vagliare i vincoli di controllo e collegamento tra emittenti ed agenzie imponendo dei tetti di spesa rimborsabile in rapporto ai fatturati delle agenzie stesse. Il DIE guarda comunque con interesse al comparto nel suo insieme anche per l intervento che svolge nel settore delle comunicazioni nel quale intenderebbe impegnarsi, a patto che le emittenti, richiedano di compensi più realistici. Si chiede se le associazioni siano in grado di fornire dati sulla pubblicità che gestiscano le aziende. Il settore assorbe infatti il 15% della pubblicità istituzionale e si vorrebbe giungere in tempi brevi ad una convenzione in proposito. ROSSIGNOLI ricorda che per la pubblicità locale la vendita avviene direttamente, mentre per la pubblicità nazionale avviene tramite le concessionarie di pubblicità. Le principali concessionarie sono la RCS BROADCAST, con la sigla CNR, già SPER, e 3
4 RADIO E RETI concentrata sulle emittenti nazionali e regionali, 99 PUBBLICITÀ, legata al gruppo FINELCO, STUDIO 80 di Padova e alcuni concessionari locali. Le concessionarie intrattengono rapporti con le emittenti che siano rilevate da AUDIRADIO: attualmente circa 600 emittenti radiofoniche e 250 televisive. GARDINI, per la Commissione, chiede informazioni sulle emittenti comunitarie, fornitegli da ROSSIGNOLI, circa gli adempimenti ridotti di tali emittenti rispetto alle commerciali; le radio comunitarie hanno frequenze riservate, pur non essendo mai stato adottato il piano delle frequenze, e godono di specifici contributi da parte del Ministero delle Comunicazioni. NATUCCI per FRT ed RNA, riferisce che, più che rispondere al questionario, che affronta problematiche relative alla stampa, le Associazioni hanno provveduto ad inviare un proprio documento, apprezzato dall Amministrazione, per suggerire i cambiamenti che andrebbero adottati pur in presenza di un impianto condiviso. Ricorda che il Decreto Bersani e la Finanziaria hanno particolarmente leso le provvidenze al settore radiofonico, si vorrebbero quindi suggerire interventi per riequilibrare tale situazione, circoscrivendo le occasioni di attrito. Segue un breve resoconto sulla successione delle leggi in materia, a partire dal 1987, che hanno contribuito a rendere il settore un punto di forza nella diffusione dell editoria di informazione: nel settore esistono due emittenti nazionali all news, Radio 24 e Radio Radicale, che costituiscono un esempio unico in ambito europeo di emittenti d informazione edite da privati. L Itala pertanto si distingue tra le realtà più moderne grazie ad una legge che ha raggiunto ottimi risultati, tra cui anche l importante equiparazione tra le emittenti in grado di fornire maggior informazione e la stampa. Il sistema di provvidenze negli ultimi anni, in concomitanza con le liberalizzazioni nel settore elettrico e telefonico, ha mostrato parecchie difficoltà ad ottenere le agevolazioni dai gestori, in quanto il rimborso, piuttosto farraginoso, presta il fianco a forti ritardi da parte degli stessi. Anche l accesso alla pubblicità, malgrado la riserva di quella istituzionale, non ha reso giustizia a questo settore. Ciò nonostante ci sono notevoli realtà editoriali con 4
5 oltre 1500 giornalisti impiegati, e alcune grandi agenzie che producono canali di informazione specifici. Certamente si sono anche create situazioni di favore: la legge, volta al mercato, non si era mai preoccupata di fissare dei tetti per le agenzie, rivelando alcune distorsioni, tuttavia anche nelle emittenti più piccole l informazione è ormai affidata a professionisti. NATUCCI dichiara che anche le Associazioni auspicano un contenimento della spesa ed una moralizzazione. In tal senso del resto si è mossa la normativa sull emittenza: un tempo lo stesso soggetto deteneva le reti, i contenuti, la concessionaria di pubblicità e la gestione di diffusione; il sistema digitale consente di diversificare le varie attività (reti e contenuti). Quanto alla convergenza, dopo i primi entusiasmi ci si è resi conto che il possibile assorbimento da parte di grandi gruppi che obbediscono alla redditività d impresa può essere una grave minaccia al pluralismo dell informazione: anche emittenti importanti potrebbero perdere la propria vocazione informativa per fornire prodotti maggiormente fruibili dal grande pubblico. Vogliamo pertanto salvaguardare un sistema che riteniamo di grande equilibrio informativo. SELLI, direttore di FRT, dichiara che la propria Associazione auspica un maggior rigore, pronunciandosi favorevolmente verso un controllo più selettivo dei contributi pubblici, affinché vadano alle imprese ad alto contenuto informativo che investano in mezzi e personale in tale direzione. L ammissione a tale beneficio è la chiave per aggiudicarsi l ulteriore e più sostanzioso beneficio della legge 448 del 1998 sulla emittenza locale. Ciò ha portato da 220 a 450 delle emittenti che richiedono i contributi e ha spinto anche piccolissime realtà a rivolgersi all intervento pubblico. FRT vuole forme di controllo e requisiti d ingresso più elevati: si ritiene, ad esempio che vada rispettata da tutti la disposizione su un minimo numero di dipendenti per l informazione, almeno nel settore televisivo, e che siano incrementate le funzioni di controllo più efficaci. Tutto ciò porterebbe anche ad un contenimento della spesa, così come l amministrazione auspica. Si accenna poi all introduzione del contratto di telereporter, sul quale sono state superate le forti perplessità delle organizzazioni 5
6 sindacali dei giornalisti con la disposizione che prevede il versamento dei contributi previdenziali all Ente di maggior rappresentatività del settore (INPGI). PELUFFO trova estremamente utile il contributo prodotto, sostenendo che nello specifico settore le difficoltà incontrate dal punto di vista finanziario impongono interventi correttivi proprio nella direzione auspicata dal documento fornito dalle associazioni, e fa presente che il DIE per la propria attività in materia di pubblicità istituzionale richiede una mappatura del funzionamento delle concessionarie di pubblicità per avviare accordi quadro nel settore. Si ha bisogno di aumentare la pubblicità istituzionale in volumi consistenti, in presenza di un quadro economico più affidabile e aderente alla realtà del mercato. Si ha bisogno di maggior trasparenza per allargare la platea dei soggetti interessati. Quanto all editoria non si può non tener conto delle normative europee nell orientarsi verso un tetto che riguardi tutto il mondo dell editoria e sia volto ad una semplificazione complessiva con strumenti che garantiscano maggiori controlli e tenuta nel tempo, poiché si dovrebbe uscire da una dimensione emergenziale: la voce di bilancio relativa alla competenza dovrà salire, senza tuttavia raggiungere le cifre degli attuali consuntivi. L Amministrazione perseguirà ogni intervento volto a questo risultato. La situazione della tabella C del bilancio dello Stato per gli anni 2008 e 2009 non è rosea e solo fornendo garanzie di maggior rigore finanziario si potrà provvedere al fabbisogno. NATUCCI auspica che, qualsiasi intervento di riorganizzazione si adotti, questo garantisca la parità di dignità di mezzi tra stampa e radiotelevisioni, poiché la radio è stata spesso subalterna alla stampa da un lato, alla televisione dall altro, anche per il fatto che questo settore ha raggiunto livelli ragguardevoli. Aggiunge oltre che i contributi indiretti dovrebbero essere erogati con maggiore efficienza, magari direttamente agli editori. CHELI chiede di conoscere quale sia il punto sulla digitalizzazione. NATUCCI riferisce che si è giunti ad un punto molto delicato: la televisione ha imposto i propri tempi, e non c è stato spazio per la radiofonia. Ci sono apparati digitali radiofonici molto più efficienti, ma il problema resta nelle frequenze che 6
7 devono essere diverse dalle FM. Si vorrebbe giungere ad una nicchia di mercato che rispetti il settore radiofonico, che ha sistemi liberi, e non a pagamento come le televisioni. 7
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