Suor MARIA DI GESÙ SANTOCANALE fondatrice delle Suore Cappuccine dell'immacolata di Lourdes MEMORIE EPISTOLARIO COLLOQUI SPIRITUALI

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1 Suor MARIA DI GESÙ SANTOCANALE fondatrice delle Suore Cappuccine dell'immacolata di Lourdes TUTTI GLI SCRITTI MEMORIE EPISTOLARIO COLLOQUI SPIRITUALI a cura di Letizia Maria FAUCI Palermo 2008 [maggio] Prima revisione per sito web [01 maggio 2013] a cura di p. G. Berbenni

2 . [pag. 003] PREFAZIONE Il desiderio di possedere tra le mani tutti gli Scritti inediti della nostra Venerabile Madre Fondatrice, Suor Maria di Gesù Santocanale, viene senza nostro merito provvidenzialmente appagato. "Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo" (Qoelet 3,1) E questo momento è giunto anche per portare a compimento un lavoro che richiedeva tempo, competenza ed una grande fatica. In vista del Processo Apostolico di Beatificazione e Canonizzazione, apertosi il 1 Luglio 1964, furono dattiloscritte Le Memorie e Le Lettere di cui si era fino ad allora in possesso. Da queste fonti e dalla Positio Super Virtutibus hanno attinto gli autori che hanno pubblicato agiografie e saggi sulla Venerabile Fondatrice. Il Signore, che realizza tutto ciò che vuole, ha orientato la mente e il cuore della dottoressa Letizia Maria Fauci, che doveva cimentarsi in una tesi dottorale in Sacra Teologia, verso un argomento, da noi del tutto inatteso e insperato: SUOR MARIA DI GESÚ SANTOCANALE ( ) Lettura teologico - spirituale degli Scritti Ovviamente siamo state felici di poter mettere a disposizione della ricercatrice il prezioso tesoro degli scritti autografi della Venerabile, custoditi presso l'archivio storico della congregazione Suore Cappuccine dell'immacolata di Lourdes in Palermo. Di certo la Fondatrice avrà scritto molto di più. Quel che ci rimane è quanto si è riuscito a recuperare a partire dal 1953, anno in cui venne eletta Superiora generale Madre Maria Pia Aricò, che pose tra le priorità del suo servizio l'apertura del Processo Apostolico e appunto la raccolta degli Scritti, dei cimeli e delle testimonianze di quanti avevano direttamente conosciuto la Madre. Con pazienza certosina, aiutandosi con una lente d'ingrandimento, lavorando intensamente per oltre due anni, la dottoressa Fauci ha curato fedelmente la trascrizione di tutti gli scritti autografi, non solo quelli più rilevanti, ma anche quelli apparentemente trascurabili come biglietti, buste, appunti in pezzetti di carta ed anche la ricca corrispondenza che la Madre, da laica, aveva intessuta con le sorelle Sbacchi, amiche acquisite a diciannove anni, quando si recò per la prima volta per la villeggiatura a Cinisi. Tali lettere, completamente sconosciute anche a noi, sono state consegnate alle Suore Cappuccine solo da una decina d'anni, dai pronipoti delle signorine Sbacchi che le hanno rinvenute fra i ricordi di famiglia. [pag. 004] La dottoressa Fauci ha presentato il voluminoso tomo della trascrizione di tutti gli Scritti della Madre Santocanale, come "Appendice" alla sua interessante tesi dottorale, difesa brillantemente il 21 dicembre 2005 a Palermo, presso la Facoltà Teologica di Sicilia. Pagina 1

3 A nome di tutta la Congregazione voglio quindi esprimere alla studiosa Letizia Maria Fauci l'immensa gratitudine per il preziosissimo lavoro, svolto disinteressatamente, con scrupolosa fedeltà e con i criteri della scientificità. Lavoro fruttuoso questo che permetterà a noi sue Figlie, come pure ad ogni lettore, di accostarsi direttamente alla Venerabile Madre, senza mediazione alcuna, come ad una genuina sorgente d'acqua limpida. Leggere questi Scritti sarà quindi come entrare nell'intimità dell'anima e alzare il velo del mistero per comprendere cosa significhi essere "afferrati da Dio" (cf. Fil 3, 12) ed immettersi nelle vie impervie di un arduo itinerario spirituale; cosa voglia dire essere posseduti dallo Spirito Santo per vivere la vita come realizzazione di quella vocazione universale alla santità, la cui risposta trasforma la passione per Dio in passione per l'umanità. SUOR MARIA AUSILIA MANISCALCO Superiora generale Palermo, 11 maggio 2008, Solennità di Pentecoste Pagina 2

4 PRESENTAZIONE della redazione elettronica (a cura di p. Gianfranco Berbenni) La nostra trascrizione critica, letterale sino all'attenzione ai micro segni, prevede l'integrazione, tra parentesi quadre semplici*, del testo abbreviato, stampato da LMF (2008). Le note sono siglate con l'apporto dei due redattori: LMF e PGF. I passaggi pagina sono sempre segnalati con cura, rispettando anche il sezionamento delle singole parole, ricostituendone la forma integrale tra parentesi quadre. Tale scelta è necessaria per la ricerca testuale elettronica. In previsione, nelle ulteriori redazioni web, saranno approntati miglioramenti d'uso e di interpretazione: - completamento dei termini resi con abbreviature; - realizzazione di titoli di paragrafo (ad oggi sino a pagina 20, della redazione web). - le parole evidenziate in neretto sono nostra opzione facilitativa (GFB); - note ulteriori (GFB); - inserimento dei calendari annuali;... Pagina 3

5 . Sigle e Abbreviazioni Il simbolo rinvia a interventi e segnalazioni particolari, a cura di : Nell'uso dei secoli passati il segnale (:) equivale al nostro punto fermo (.). Quando viene da noi sostituito segnaliamo tale intervento con il simbolo. [..] Le parentesi quadre segnalano nostri interventi. Quando sono usate da LMF poniamo il segnale/simbolo. Simbolo dell'andare a capo, in titoli o in testi manoscritti a lato... [pag. 005] (p. 12) aa mm gg Paginazione colorata in blu: edizione LFM, Tutti gli scritti (Palermo 2008). Intervento fondamentale per le citazioni esatte dell'edizione a stampa. Paginazione colorata in rosso: passaggi pagina/foglio nei manoscritti originali. La strutturazione delle date, per motivi di ottimizzazione su web, è impostata con la successione di Anno [numeri] Mese [lettere] Giorno [numeri] (GFB). Es gen. 15. LMF Letizia Maria Fauci, curatrice del testo Tutti gli scritti (Palermo 2008). PGF padre Gianfranco Berbenni. Pagina 4

6 . Indice Tra parentesi quadre la numerazione del file web [diversa ad ogni revisione. Attenzione ad anno-mese-giorno!] GFB Prefazione, di madre M.A. Maniscalco, p [1-2] Presentazione dell'edizione elettronica, di p. G. Berbenni, [3] Sigle e abbreviazioni [4] Indice [5] Introduzione, di L.M. Fauci, p. 5 [5-] Memorie, [1890 set. 05], p [7-] "Storia della mia Istituzione" [1914 giu. 16], p [42-] "La mia Mente ed il mio Cuore"[. Tre Colloqui], [1896 giu-nov], p [61-] Primo Colloquio, "Oggi mi si presenta propizia" (1896 giu. 24), p Secondo Colloquio, "Gesù dell'anima mia tu sai" (1896 giu. 29), p Terzo Colloquio, "Mio dolce Gesù!... sono trascorsi" (1896 nov. 21), p Epistolario Carolina Santocanale, p [66-] [Lettere con indicazione di luogo e di tempo], p [+ 1, la lettera 21b] documenti/letterebiglietti. Lettera 21[a], "Era scorsa una mezz'ora circa" (1884 nov. 21), p * Con aggiunta di una Lettera [21b] non computata nella sequenza numerica, "Padre, Iddio poco a poco" (1884 dic. 31). Lettera 22, "Proprio adesso ho terminato" (1885 gen. 20), Lettere senza data, p documenti/lettere-biglietti.. Epistolario da religiosa, p [121], 67 documenti/lettere-biglietti. Lettera 16, "Spero nella misericordia di Dio" (1895 gen.), p Lettera 18, "Non ho risposto per posta" (1921 mar. 06), p Lettera 32, "Stamane ricevetti lo scatolo" (1921 apr. 25), p Lettera 34, " Possibile che non vi siano pervenute" (1921 mag. 30), p Lettera 37, "Appena letta la tua, eccomi" (1921 lug. 08), p Lettera 61, "Chi sa quanti pensieri nella tua mente" (1918 giu. 29), p Lettera 62, "Rispondo alla tua lettera del 12" (1921 ott. 16) Epistolario Santocanale-Curia arcivescovile, p [167]. 37 documenti/lettere. [Testamento olografo], "Sana di mente e di corpo", p Lettera 37, "Mi sento spinta a rivolgermi", p Pagina 5

7 Frammenti vari, p [187] [Preghiera], p "Oh! amabilissimo Gesù Sacramentato", p Biglietti autografi, p. 215 [190] Scheda cronologica, p [192] [Verso la glorificazione], p Indice [generale], p. 223 [195] Pagina 6

8 [pag. 005] INTRODUZIONE Il presente volume raccoglie la trascrizione critica di tutti i manoscritti della Santocanale, tutti inediti. Essi sono: la seconda parte della sua autobiografia (Storia della mia Istituzione), i cosiddetti "Colloqui eucaristici" (La mia Mente ed il mio Cuore), il voluminoso carteggio epistolare (da laica e, poi, da religiosa) ed, infine, frammenti vari. Della prima parte dell'autobiografia di suor Maria di Gesù Santocanale (Memorie) non possediamo il manoscritto, bensì una copia autenticata: anche di questa è stata fatta la trascrizione critica. Lo scopo del lavoro è quello di offrire alla fruizione del lettore tutti gli scritti della Santocanale, riprodotti nella maniera più fedele possibile. Questi, così, può conoscere madre Maria di Gesù, fondatrice delle Suore cappuccine dell'immacolata di Lourdes, direttamente dai suoi scritti. Anche lei, come tante altre figure spirituali eminenti, è una tessera di quel grande e, purtroppo, poco conosciuto mosaico, costituito dal panorama spirituale della Sicilia tra secondo Ottocento e primo Novecento. L'aver contribuito alla conoscenza di questa piccola tessera è, già, compenso per la fatica sostenuta. Letizia Maria Fauci [pag. 006 bianca] Pagina 7

9 . [pag. 007] Memorie [1890 set. 05] [Dediche.] A Te sacro Cuore di Gesù umilmente consacro quanto scriverò in queste pagine. Lo farò con la sola intenzione di glorificare la tua infinita misericordia, perché così mi è stato imposto in ispirito di penitenza ed obbedienza. Spirito Santo mio, tu sarai quello che detterai alla mia penna parole eloquenti tanto da far conoscere la tua grandezza e la mia poca corrispondenza. Vergine S[antissi]ma, s[an] Giuseppe, s. Francesco e s. Carlo, anco a voi dirigo preghiera, perché mi ottenghiate tanta assistenza quanto me ne abbisogna per parlare degnamente della misericordia e bontà del Signore inverso la povera anima mia. Padre mio, anco a V[ostra] S[ignoria] chieggo la paterna benedizione prima di cominciare e che io intendo ricevere in ginocchio e così ricca di tanto bene dò principio al mio umile scritto. [Predilezione divina e santo Battesimo] Fin dal primo istante della mia vita Iddio volle manifestare la sua predilezione inverso l'anima mia. Difatti se è segno di predilezione la divozione alla Vergine S[antiS[si]ma ed il consacrarsi a lei, posso io sperare che sia di questo numero di anime fortunate, perché appena nata il 2 Ottobre 1852[,] giorno di sabato, dedicato agli Angeli Custodi, ricevetti il Battesimo il giorno dopo 3 ottobre sacro a Maria S[santissi]ma del Rosario. 1 Così cominciò a godere l'anima mia della grazia di Dio in un giorno tanto bello dedicato a Maria, ed ancora al gran Patriarca S[san] Francesco di Assisi, poiché quando fui lavata al sacro Fonte erano già i Vespri della sua festa. Chi l'avrebbe allora creduto, Padre mio, quanto Iddio preparava per me e come il Serafico S. Francesco mi amò e sceglieva sin d'allora per figlia sua! [Infanzia fortunata*] Fortunata mia infanzia, la passai nella pace del Signore. I miei genitori ed i miei nonni mi custodivano con santa gelosia e ricordo che non mi permettevano manco di parlare con le Pagina 8 1 Nella Parrocchia di sant'antonio. Cf. sotto in riferimento alla prima comunione (GFB).

10 persone di servizio, e ne avevano tutta la ragione per come poi io stessa me ne ebbi a convincere. Fin da quella età io cominciai a sentire simpatia per le monache, senza praticare nei monasteri, né monache, e spesso ricordo che invece di giocare con delle bambole io mi divertiva a farla da monaca, ed aveva tanto da fare in parlatorio!!! Care rimembranze! degli anni miei innocenti. [Età scolare] Giunta all'età di andare a scuola cominciai a frequentare un Istituto dove la religione e la morale stavano a modello nelle persone che la facevano da maestri. Padre mio, il Signore ha voluto sempre circondarmi di persone virtuose e se ne avrei approfittato a quest'ora dovrei essere una gran santa. Ripeto, che conservo care impressioni e sante dei miei cari maestri. Dico maestri, perché sebbene l'istituto fosse diretto da due sorelle vergini e pie coadiuvate da due nipoti vergini anche esse, pure vi erano dei maestri che venivano a delle ore destinate per lo studio delle lettere, musica e francese. [pag. 008] [Religione e vita cristiana] Ancora a quell'epoca si dava alla religione quella importanza tanto necessaria per seminare nei piccoli cuoriccini dei fanciullette la virtù e la pietà. Mi ricordo che nella Quaresima, nella stessa scuola in un bel camerone che vi era, si preparava un altare col Crocefisso e l'immagine di Maria addolorata, se non mi sbaglio facevano così e poi ci si dava un corso di esercizi. Le prediche erano così ben fatte per noi piccine che ne ricordo ancora degli aneddoti. Mi facevano tanto bene che ne sento ancora un gusto di Paradiso. Nel maggio poi si dedicava l'intero mese a Maria. Ciascuna di noi faceva una polizza in segreto, per quanto questo segreto si manteneva fra noi che spesso ci confidavamo tutto, e l'ultimo del mese si leggevano tutte. Care Maestre! Iddio compenserà loro il bene che fecero all'anima mia. Io ne ebbi sempre riconoscenza e la mostrai loro finché vissero. Volli sempre visitarle ed ora che sono in Paradiso, per come spero nella misericordia di Dio, non cesso di benedire la loro memoria. [Prima confessione e prima comunione] Mi confessai la prima volta nella chiesa così detta del molo, che oggi sventuratamente non è che un magazzino. Mi confessai lì perché il Direttore spirituale dell'istituto forse era di quella chiesa. Uomo santo! Fu poi Parroco della Parrocchia di S[anta] Croce. Si chiamava P[adre] Colombo ed era in verità una colomba. Però non mi fece né in quella chiesa, né con Pagina 9

11 quel confessore la prima comunione. La Mamma volle prepararmi essa a quel caro giorno. Mi condusse alla mia cara Parrocchia di S[ant'] Antonio dove aveva ricevuto il S[anto] Battesimo. Mi fece confessare con il suo confessore, il Parroco di quella chiesa allora il P[adre] Li Calsi. Un vecchiarello tanto buono, che volle darmi in memoria della mia prima comunione un piccolo bambino in cera che tutt'ora conservo a cara ricordanza. La mamma mi lesse l'apparecchio prima della comunione e poi il ringraziamento. Quello che ricordo si è che provai tanto da piangere quasi tutto il tempo. Mi sembra come se fosse ora stesso, noi eravamo inginocchioni in quella parte della chiesa ove adesso vi è la cappella dell'immacolata allora vi era il quadro del mio s[an] Carlo. Non ricordo il giorno preciso della mia prima comunione perché non lo scrissi, aveva nove anni, ma fu nella quaresima del 1861 di certo perché conservo il bollettino del precetto, che mi fu dato in quel giorno. [Continua la Scuola nella casa paterna] Come ero felice Padre mio! Meno qualche scappatella da fanciulla non ricordo che l'anima si fosse macchiata di altra colpa notevole. Ma quell'epoca felice non durò lungo tempo. Poiché mesi dopo la mia prima comunione i miei parenti non vollero più che io frequentassi la scuola e presa licenza con le lagrime agli occhi delle mie care maestre, mi ritirai in casa ove continuai i miei studi con diversi maestri che Papà ed il Nonno si ebbero cura di scegliermi. [Prima impressione*] Le persone di servizio in generale per lo spesso sono causa della rovina di giovani inesperte. Quantunque mi si custodiva gelosamente per come dissi sopra, pure una volta una di esse si ebbe l'agio di farmi provare per la prima volta una [pag. 009] impressione che mi fece tanto male da suscitare in me uno ammasso di guai da doverne contrastare per parecchi anni. Iddio come custodì me fra tante tentazioni così voglia perdonare quella povera donna che forse non per malizia, ma per stravaganza diè il primo squarcio alla candida veste di mia innocenza. Voglio dire la cosa perché non si potesse giudicare di peggio. Essa non mi parlò che di un matrimonio da potersi fare tra me ed un mio cugino che io amai sempre ed amo come un fratello. Non già che io posi speranza in questo e volontà, ma non poteva amare più con quella spensieratezza quel ragazzo, che ancora tali eravamo, Iddio pose un sugello di grazia sulle mie labbra io non parlai mai con lui di questo, né lui disse mai verbo a me di cosa alcuna mentre mi amava pure come sorella. I nostri discorsi erano più meditazioni che parole inutili. Ci esortavamo a vicenda per conservarci senza peccato. L'idea dell'inferno ci faceva tremare. Povero fratello mio! oramai è caduto nella via dell'indifferentismo. Peste comune che avvelena ogni cuore in quest'epoca sventurata. Padre mio, io l'amo ancora. 2 2 Riduciamo ai tre puntini la serie di punti sino a cinque, nel testo originale. Quando siano superiori a questo numero li riproduciamo ad litteram, nel caso in cui vi sussista un motivo psicologico nell'autrice redattore. (GFB) Pagina 10

12 Ogni sera nel vedere una immaginetta che lui mi donò dove dietro scrisse: Prega per me! e che io tengo nel mio libro di S[an] Giuseppe, io prego sempre per lui ogni sera. Ho fiducia che tanti anni di preghiera non dovranno riuscire infruttuosi per lui. Non è vero Padre mio? Non mi aiuterà in questa preghiera? Oh! se potessi suscitare un'altra volta in quel cuore quelle care impressioni che ci producevano le nostre innocenti conversazioni! Iddio supplirà a quanto manca in me. Ritorno al mio dire e ripeto che se non riuscì nulla di male fra me e lui, pure io non l'avvicino più come per lo innanzi. [Vanità] L'anima mia non era più in quella tranquillità di prima. Non già per mio cugino, ma cominciava in una cattiva inclinazione. Cominciava ad essere vana mi piaceva tanto a vestirmi ed ad adornarmi di quei nastri e merletti che impacciano il corpo e snervano l'anima. Il demonio profittò di queste mie disposizioni. Mi trovai una volta a compiacermi di certe capre che appartenevano ad un giovane di questo paese, 3 ma sebbene io era divenuta un pochino maliziosa non carezzava però quegli animaletti per un secondo fine. Invece quel desso cominciò a suscitare in me or con parole or con degli sguardi un sentimento che molto mi disse al cuore. Ne fui così impressionata che cominciai a consentire. Per disgrazia la vicinanza era frequente e Dio sa fino al punto sarei arrivata se sua Divina Maestà non prendeva cura della povera anima mia. Padre mio, io abbandonava il mio Dio e lui si prendeva cura di me e mi amava sempre. Sia benedetto in eterno. La Nonna, di santa memoria, si accorse di questo brutto scherzo e non sapendo se io ci avessi compreso, credendomi forse ancora ingenua, prese un mezzo termine prudente ed efficace ad un tempo. Mi disse: Sai? non mi piace la compagnia di quel tale voglio che la eviti. La Nonna parlò e fu la voce stessa di Dio che colpì il mio cuore. Fu obbedita e scansai un male tanto grande quanto Dio solo sa. [pag. 010] Ma non cambiai vita. In questo tempo morì il Parroco Li Calsi 4 e fu allora che l'anima mia cominciò ad essere vigilata dal santo Padre mio, nuovo Parroco di S. Antonio. Io mi confessava narrava tutte queste mie lotte a quell'anima santa le mie confessioni erano buone, ma non per i miei propositi, Padre mio, non ricordo di aver fatta una confessione sagrilega e di questo ne ringrazio la Bontà di Dio, che da me sola chi sa come sarei ita di male in peggio. [Altra simpatia] Iddio mi assistiva mio malgrado. Continuava nelle mie vanità, perciò nella stessa debolezza di spirito e pronta a cadere. Mi incontrai con altra persona. Il demonio suscitò nel mio cuore una simpatia dannosa per quella persona prima che io l'avessi conosciuta. Curioso! 3 Riferimento a.. (GFB) Pagina 11 4 Data e luogo (GFB)

13 pure fu così! Senta! Ero in città sapevo che vicino a noi doveva venire ad abitare una famiglia. Seppi che vi erano due giovani! Sentì che una cattiva impressione, che a me allora sembrava buona, mi attirava al più giovane. Io non l'aveva ancora visto e sentiva tanto. Quando sventuratamente lo conobbi ebbi la debolezza di farglielo capire. La misericordia di Dio volle salvarmi.. mi voleva tutta sua! Quel giovane finse di non capire, ne posso dire che consentì, però un certo male io lo feci in lui per lo meno ne era impressionato. Fu quello il punto più terribile di mia vita. Devo al contegno di quel giovane, opera della mano di Dio, la mia felicità. Se lui consentiva io era mal disposta. Che sarebbe di me se Dio m'avesse abbandonata! La Mamma si accorse di tutto, nulla mi disse, ma mi negò il bacio che io seralmente le dava prima di andare a letto. Padre mio, fu come un fuoco che si accese nel mio cuore io la pregai tanto e tanto la scongiurai e non andai a letto se prima non mi ebbi il bacio di pace. Queste furono le due sole volte che io consentì a questo genere di tentazioni. Ne ebbi poi per tanti anni ancora, ma quelli mi servirono per espiare questi primi; mentre vi trovai tanta ripugnanza che per me era un vero martirio e volentieri desiderava di divenir vecchia per scansare tanto male. [Sedicenne, continua gli studi] Ma quando cominciai a temere di me stessa ed a lottare per conservarmi vergine allora Dio cominciò l'opera sua. Per queste lotte terribili che solo può comprenderli chi si ebbe la sventura di provarle, io continuava i miei studii ero pervenuta all'età di sedici anni e mi faceva scuola allora il P[adre] Di Giovanni or Monsignore. Però tanto bene mi durò poco mentre lui si diè alla predicazione e si licenziò lasciandomi in sua vece per maestro il Sac[erdo]te Giuseppe Orlando gesuita. Io piansi per il suo allontanamento, mentre ci voleva un gran bene. Il nuovo maestro mi portò un libro di s[an] Giuseppe il quale accrebbe in me la divozione a questo Patriarca e poi mi invitò di andare alla Cattedrale ove giornalmente il P[adre] Di Giovanni faceva le sue prediche quaresimali. [Prediche quaresimali 1869] Ecco dove Dio mi aspettava! Pregai la mamma di accompagnarmi. Ci andammo. La grazia ci colpì entrambe e non lasciammo passare giorno senza ritornarci. Ecco il primo effetto della parola di Dio. L'attrazione. Predicava sul Vangelo del giorno proprio. Quando parlò della Samaritana ne restai scossa. Quello [pag. 011] della Cananea scolpì nell'anima mia una fede... una fiducia che non cessò mai più anzi fu come la base della mia nuova vita. Senza sapere come mi trovai con altri sentimenti. Non ebbi più cura di me né dei miei abiti.. lasciai ogni vanità senza quasi farci attenzione. Voleva spogliarmi di tante gramaglie. Non pensava che alle prediche tanto a me benefiche. Pagina 12

14 [Il sacramento della Cresima] Iddio mi prese d'assalto[;] non ne poteva più il mio caro Sposo a vedermi vagare di pazzie in pazzie. Cominciai a sentire il bisogno della confessione. Ricordai che non aveva ricevuto il Sacramento della Cresima. Mi preparai per riceverla, ne volli comprendere tutta l'importanza. Lessi quanto di questo Sacramento parla Gaume nel suo CATECHISMO, e così disposta il 25 aprile del 1869, quarta domenica dopo Pasqua giorno di san Marco Evangelista, unitamente a quel mio cugino ed alla sorella Concettina, dopo esserci confessati, comunicati alla Cattedrale, digiuni, secondo i consigliati, ci presentammo a Monsignor Arcivescovo Naselli 5 di felice ricordanza. La Nonna Stagno mi fé da madrina. Quel momento per me fu uno squarcio di Paradiso. Padre mio, io ricevetti lo Spirito Santo per come la bontà di questo Santo Spirito volle comunicarsi e d'allora in qua Egli non cessa di operare in me dei prodigi. Quel momento solenne fu come un secondo Battesimo. Egli prese possesso dell'anima mia, e vedo che sin d'allora non peccai più con deliberata volontà. Salvo mi abbia ad ingannare e se è così prego la sua carità Padre mio a volermi far conoscere il vero dello stato dell'anima mia. [Contrasti e resistenze] Allora contava sedici anni. Cominciò per me una vita di sacrifizio. Le lotte del mio spirito continuavano senza che più io le volessi, soffriva delle orribili tentazioni, era priva di andar fuori di casa, vi erano due giovani che mi perseguitavano. L'uno non seppi mai chi fosse che finalmente stanco per non avere mai da me corrispondenza pensò a lasciarmi tranquilla, io non lo vidi più. L'altro che conobbi fin da quando andava a scuola, perché veniva per accompagnarci una sua sorella, questi non si stancò mai, né posso dire di avergli mai dato speranza col consentire anche con uno sguardo. No! ma egli mi amava davvero e mi voleva a qualunque costo. Per ora non vado avanti su questo ne parlerò a suo tempo. Fra tanti contrasti e tentazioni mi prese a protettori S. Luigi e S. Stanislao. Mi raccomandava loro caldamente. [Un foglietto molto utile] Scrissi in un pezzetto di carta queste parole dettate dal mio cuore in un momento di grande impressione: Carolina bada sai! La tua felicità sta rinchiusa nella tua verginità! Non ti lasciare lusingare da nessuno[;] guai guai odio vendetta risse discordie tradimenti sventure, causate dall'irreligione, e niente altro che questo trovasi nel mondo. Non ti lasciare lusingare! Combatti fiduciosa nel Cuore di Gesù e non temere di essere vinta. Coraggio! Fortezza e Via! In nome di Maria! 5 Mons. Giovanni Battista Naselli arcivescovo di Palermo, nato a Napoli il 25 giugno 1786, eletto vescovo di Noto il 20 giugno 1850, eletto come arcivescovo di Palermo il 26 maggio 1853, prese possesso dell'arcidiocesi il 27 luglio, a 67 anni di età. Morì il 3 maggio 1870 a 83 anni. (GFB) Pagina 13

15 A questo punto mi sembra che V[ostra] S[ignoria] alla lettura di queste espressioni ne rida di cuore. Ne rida pure Padre mio, io l'ho voluto copiare tale quale trovo scritto nella [pag. 012] carta che ancora conservo a cara memoria, per farle rilevare da quale impulso furono dettati quelle parole ed in quale momento. Conservai quella scritta nel cassone del mio tavolino da scrivere che apriva spessissimo nel corso del giorno e quando ne sentiva il bisogno andava a rileggere. Mi facevano tanto bene quelle parole! La parola verginità mi faceva gustare una si cara impressione che mi fortificava lo spirito e sentiva la forza di affrontare tutto l'inferno per conservare quel giglio che il Signore nella sua Bontà mi avea conservato illibato. [Diario spirituale di una zia] Cammino felice fra tanti contrasti! Come è stato sempre generoso con me il mio Gesù. A quell'epoca era Lui solo che mi sosteneva, mi era concesso così raramente di andarmi a confessare. Credo una volta al mese. Padre mio, pensi cosa vuol dire aspettare un mese lottando fra tante tentazioni. Però il Signore era meco e mi procurava delle consolazioni spirituali. Trovai per caso un libro che era di una zia mia di santa vita che all'epoca delle mie scappatelle mi disse tante belle parole da restarmi impresse. Quella zia era già morta ed io conservavo quel libro per ricordo[;] non l'aveva mai letto. Quando la grazia mi invitò ad aprirlo trovai che era il diario spirituale. Cominciai a leggerlo ed a ricavarne profitto, sebbene vi erano delle cose che mi sembravano impossibili a praticarsi. Il P[adre] Di Giovanni mi regalò altri libri. Quando Ei veniva a visitarci per me era una festa e meglio quando eravamo soli con Mamà allora si parlava di Dio. Quel santo sacerdote come io era piccina nella via spirituale e mi istruiva in tante belle cose. Una volta, mi sembra di udirlo ancora, mi disse: Vuoi farti monaca? Dalla risposta che gli diedi si persuaderà Padre mio come io era una bambina: Come farò poi per udire le sue prediche, disse a lui[,] quando sarò rinchiusa in un monastero? No, non posso lasciare le sue prediche. Giusto allora si fece una risata di cuore e nulla più mi disse. In quel tempo faceva l'altro quaresimale all'olivella 6 ed io andava ogni giorno ed allora cominciai a confessarmi più spesso. La Mamma mia tanto buona malgrado che avesse il carico di numerosa famiglia pure colpita anch'essa della grazia secondàvami e seguiva il mio esempio. Vi erano dei giorni che mi contentavo stare digiuna fino all'ora di pranzo per riuscire a comunicarmi. Volli fare il digiuno per l'intiera quaresima, e lo continuai per le Pagina 14 6 Chiesa...

16 quaresime susseguenti; ma non so quanto questo sia stato buono perché quando il dovere me lo impose io mi trovai troppo debole e non ci sono più riuscita a farlo come si deve. [Lo scapolare della Madonna del Carmine, 1870] In agosto 1870 e proprio il giorno 14 ricevetti il sacro Scapolare di Maria SS. del Carmine 7 che non ho lasciato mai di portare come è di dovere e con una gioia che mi dà pace. Sebbene le parole del P[adre] Di Giovanni nello richiedermi se volevo farmi monaca sembra non avessero prodotto in me nessuna impressione pure... fecero germogliare quel seme che fin dalla infanzia, per me come sopra dissi, Iddio aveva posto nell'anima mia, e che quantunque io l'avessi curato si poco. La grazia di Dio quasi a prepotenza conservò e non permise che fosse soffocato dalle mie imperfezioni e cattive inclina- [pag. 013] -zioni [inclinazioni]. Adunque cominciai a sentire quella simpatia per lo stato religioso e più per le Sorelle di Carità. Se non mi tratteneva di dare una forte scossa al cuore della Mamma mia, io mi sarei decisa di arruollarmi sotto lo stendardo di S[an] Vincenzo dei Paoli. [Ricerca tra vari istituti e ordini] Cominciai a vagare fra le varie religioni dei diversi ordini. Ho ricordato sempre con gioia che fui battezzata per la Madonna del Rosario e così érami decisa a farmi domenicana. Da ciò cominciai a sentire una gran divozione a S[an] Domenico, che tutt'ora conservo. Quel santo sacerdote del Padre mio il Parroco, mi secondava in questa mia inclinazione e ne godeva meco. [Malattia e morte del nonno, in Cinisi, 1871] Ero in questo stato di felicità pergiunta all'età di diciannove anni quando Iddio volle provare il mio povero cuore, fino allora esentato dal dolore di perdere qualche persona cara. Si ammalò il Nonno mio il 30 novembre Era, come V[ostra] S[ignoria] ben sa in Cinisi, ed alla triste notizia tutta la famiglia si recò in questa per assistere l'ammalato. Per comprendere quanto grande fosse il mio dolore si dovrebbe conoscere quanto io stimava quel Nonno, V[ostra] S[ignoria] ne sa abbastanza. Lo trovai in uno stato grave e disperato di guarigione. Fu un colpo terribile per me. Soffriva per vederlo morire e soffriva per lo stato dell'anima sua. [Il sacerdote novello in Cinisi] Temeva, lo confesso un'altra volta a V[ostra] S[ignoria], che quivi non si trovasse un sacerdote adatto per il Nonno. Il mio cuore palpitava per la sua eterna salute. Qualche anno Pagina 15 7 Si veda il secondo biglietto autogrago (p. 215), il giorno 14 Agosto 1870 aveva 17anni e 10 mesi (GFB)

17 prima di questo successo la Nonna trovandomi io in Cinisi volle farmi conoscere un sacerdote novello. Mi ebbi la sorte di conoscere un'angelo, potrei ancora rappresentarlo in pittura, tale impressione io ne ebbi, ma allora io apprezzava il candore la santità che traspariva, ma non conosceva la sua virtù di giovane sacerdote. Questo fu come una visione e non lo vidi più. Dio buono! chi poteva dirmi allora che quell'angiolo era preparato a Direttore dell'anima mia, e che quella visione di Paradiso, qualche anno dopo nei momenti di mio gran dolore doveva ricomparire per essere il mio conforto! Dio mio! che non mi concedeste in compensa di quelle prove dolorose, che dono non mi faceste al ora! Padre dell'anima mia! qui mi manca ogni espressione che sia degna della Bontà di Dio per poterlo ringraziare. Fortunato momento! Il mio cuore restò scosso quando vicino al letto del moribondo mio Nonno io udì la sua voce che cominciava a parlarmi di Dio, di perfezione... di vocazione. Dalle mie risposte mi disse meravigliato: Io non credeva di trovare simili sentimenti in una giovane cittadina, ci aveva altre idee. Ed io alla mia volta: Non credeva di trovare un tal sacerdote in un paese. Le dissi come voleva farmi sorella di Carità e per le ragioni dette di sopra mi ero decisa di divenir figlia di S[an] Domenico. Non voglio alterare il vero, forse allora non ero ancora decisa sulla scelta dell'ordine, ma è certo che parlammo di vocazione religiosa. Di sera in sera ci conoscevamo dippiù, e V[ostra] S[ignoria] fin d'allora cominciò ad essere il Padre dell'anima mia. Come Maria S[antissi]ma appié della croce divenne Madre no- [pag. 014] -stra [nostra], così vicino al letto del dolore V[ostra] S[ignoria] mi fu dato a conforto dell'anima mia e Padre e... lasci che io lo ripeti... Padre mio! Il Nonno peggiorava, si parlò di confessione. Io so quanto ebbe a soffrire V[ostra] S[ignoria] ma non soffriva solo e ardisco dire io soffrì peggio e Dio solo lo sa. [Il santo Natale 1871] Quando ogni cosa fu appianata il giorno del Santo Natale dopo avere comunicato il Nonno per Viatico con tanta carità simile a quella di S[an] Francesco di Sales si recò in collegio 8 ove io e la Mamma l'aspettavamo in chiesa per confessarci. Che giorno di Paradiso! Quanto all'occhio dell'uomo indifferente sembra che succeda per caso, non è così per le disposizioni di Dio che tutto permette a tempo ed a luogo. La mia prima confessione con V[ostra] S[ignoria] in collegio e nel giorno di Natale! Io aveva tanto pregato il bambino Gesù perché non comparisse sull'altare sulle forme di Bambino in quell'anno, se prima non nascesse con la sua grazia nel cuore del Nonno e così mi fu concesso. Lo stesso giorno di Natale Egli nacque in quel cuore, ma non fu pago. Il Signore è di una generosità che solo può comprenderlo chi lo prova. Volle nascere anche nel mio cuore con una nuova grazia. Ciò che adesso è noto a Pagina 16 8 Collegio di Cinisi... (GFB)

18 tutti[,] allora era Lui solo che negli arcani della sua Provvidenza predisponeva. Mi faceva figlia di un Padre che doveva a suo tempo essere il Direttore di quanto si doveva avverare in questo santo luogo. Mi faceva diriggere la prima volta in questa chiesa da chi doveva un giorno vestirmi del santo abito di S[an] Francesco, ed allora fu noto a tutti, come Egli per diritto sin da quel momento mi diveniva Padre dell'anima mia. Nessuno però poteva mai immaginare quanto questo Padre aveva faticato per me nel corso di sedici anni. Ritorno per non deviare dalla mia confessione. Più ci penso più ne resto io stessa sorpresa. Dio mio! allora io apprezzava un bene che io credeva senza pari, ma chi poteva immaginare che quello non era altro che un principio di grazia. Era il Natale della mia nuova vita. Dio sia benedetto! Il Nonno peggiorava sempre più. Io ero uniformata a vederlo morire, ma ne provava uno schianto al cuore. Procurava di padroneggiarmi, ma V[ostra] S[ignoria] conosceva il mio dolore ed una volta mosso a compassione del mio represso soffrire esclamò: Pianga! pianga ne ha tanto bisogno. Mi sembra di udire ancora il suono di quella voce di carità che mi scese come un balsamo al cuore e così Iddio per mezzo di V[ostra] S[ignoria] si prendeva cura di confortarmi. [Morte del nonno e ritorno a Palermo] Il 13 gennaio 1872 il Nonno passò all'altra vita. V[ostra] S[ignoria] venne anche in mio aiuto. Ricordo come mi ridonò la corona che le aveva dato per metterla nel letto del moribondo. Ritornò la dimane della catastrofe e mi procurò altri conforti e preziose parole di rassegnazione. Ma fui costretta a ritornare in città ed ivi restai sola. Il mio dolore divenne più grande e senza nessuno che mi dicesse parole di sorta. I miei parenti costernati nel vedermi così desolata e che spesso ci aveva delle convulsioni facevano il possibile per sollevarmi, ma quei mezzi che essi adoperavano non facevano che accrescermi il soffrire. Mi obbligavano a delle passeggiate ed a simili divagamenti che non facevano altro profitto se non di farmi [pag. 015] soffrire dei martirii. Io aveva bisogno di cose spirituali e trovava solo conforto nella religione. [Cinisi e confessione generale] Dopo un mese di questa vita il Signore volle sollevarmi Lui stesso. La Nonna ritornò qui in Cinisi ed io ci venni ancora per non lasciarla sola, e ci aveva ancora le mie idee, V[ostra] S[ignoria] al nostro arrivo caritatevolmente venne a vederci. In una di queste visite fortunate le comunicai il pensiero che aveva di volere fare una confessione generale. V[ostra] S[ignoria] accolse questo proggetto con una compiacenza che traspariva dal suo volto. Ricordo ancora la stanza ed il luogo ove eravamo seduti. Fissammo il giorno per detta confessione. Essa fu fatta alla chiesa del Sacramento, mentre la Madrice a quell'epoca era in fabrica. C'impiegammo due giorni. Fu il vero rimedio all'anima mia ed al mio cuore che Pagina 17

19 alla fine trovandosi di aver versato tutto ciò che conteneva in un altro cuore tanto santo quanto il suo si trovò pago e ritornato a nuova vita. [Orazione e consolazioni spirituali] Si fu allora che V[ostra] S[ignoria] mi parlò di orazione e mi istruì sul modo di farla. Il Signore benediceva quanto V[ostra] S[ignoria] operava in me e cominciò ad allettarmi con delle celesti consolazioni. Il Sacro Cuore di Gesù mi rapiva con dolci emozioni e slanci di amore. [Visione del Sacro Cuore di Gesù] Un giorno di questi mi intesi come invitata a qualche cosa di sublime, mi ritirai in uno stanzino ove nessuno poteva disturbarmi e tutta compresa di santa emozione per una attrazione che forse in principio non capiva caddi in ginocchio come vinta da una forza Onnipotente. Credo che tenessi gli occhi chiusi mentre nulla vidi cogli occhi del corpo di quanto sto per dire. Annientata per dir così nella mia persona mi trovai spiritualizzata innanzi al Sacro Cuore di Gesù. Mi si rappresentò come un bel giovane, ma tanto bello quanto lo vedo ancora. Il suo Cuore era aperto, come lo si rappresenta nelle sacre immagini. Da quel costato aperto mi mostrava due gigli i quali erano circondati da altri gigli più piccoli ed anco di quelli semi aperti. Che vista di Paradiso! Allora il mio Gesù si degnò di darmi una spiegazione di quanto mi faceva vedere. Che voce!.. Questi due gigli che primeggiano, mi disse, simboleggiano il Padre tuo spirituale e te, quelli che vedi accanto a questi saranno le figlie che avrete un giorno, frutto di questa unione spirituale che avete formato nel mio Cuore. Padre mio, forse non sono le precise parole* ossia le stesse frasi usate, ma il senso è quello. Restai come imparadisàta di questa visione. Chi pensava allora come doveva avverarsi per filo e per segno quanto mi veniva comunicato. Narrai a V[ostra] S[ignoria] tutto quello che mi era successo V[ostra] S[ignoria] ne restò impressionato. Ricca di grazie, fortificata dalla sua direzione ne ritornai in città forse verso la fine di Settembre non ricordo tanto da presumere. [Palermo, nuova prova] A questo punto cominciano nuove lotte e nuove prove per la povera anima mia. Quel giovane di cui parlai che mi conobbe negli ultimi tempi che io andai a scuola, malgrado non si avesse avuto mai da me speranza alcuna pure non si stancava di studiare mezzi per riuscire allo scopo. Un giorno si presentò a me una donna[pag. 016] di casa dalla quale non mi avrei mai aspettato quanto essa fecemi proponeva e mi offriva, uscì di tasca una lettera e mi disse che a me la mandava quel giovane. Prima che essa avesse avuto il tempo di spiegarsi io aveva già compreso e non solo non volli la lettera, ma non volli né toccarla né guardarla. Io non Pagina 18

20 posso dire se vi era soprascritta tanto sfugii di fissarla. Temeva di contaminare i miei occhi. Obbligai la donna a rimettere la lettera in tasca ed a restituirla. Il Signore mi aiutò ed anco a tacere. Nessuno di famiglia conosce questo, e così quella donna restò nella buona opinione di tutti fino a che morì in casa nostra stessa e fu compianta da me la sua perdita. Iddio se l'abbia in gloria e dia pace all'anima sua. Padre mio, è una grazia di Dio speciale quella di provare compassione per le persone che mi tentarono a male. Io invece di provare disgusto alla loro memoria vorrei se mi fosse possibile pregare Iddio che nascondesse anco nel giorno del Giudizio quei loro mancamenti e così continuare a godere del gusto che prova il cuore quando nel segreto della carità conserva nel silenzio quelle cattive impressioni ricevute. Ma comprendo che tanto non è possibile e mi contento di pregare il Signore a perdonare. Vedendo che a nulla riusciva con questi mezzi illeciti, quel giovane si presentò al mio carissimo zio Lo Cicero, suo tutore per la morte del padre, e gli parlò chiaro. Lo zio che l'amava come un figlio e ne conosceva i meriti e l'agiatezza[,] accolse con piacere la proposta. Si propose di accoglierci in casa e così avere in me ed in lui due figli. Ne parlò a Mamà questa a Papà e così fra loro procuravano di mettersi in accordo e poi parlarne a me. Io compresi dai loro concilii di che si trattasse e diceva fra me: Fanno il conto senza l'oste, fabricano senza fondamenta. Intanto pregava e tremava, temeva di me stessa. Quel signore quasi certo della riuscita per l'accoglienza avuta si credeva di avere riportato vittoria. Mi seguiva ovunque, ne ero stanca a più non posso. Tanto peggio che il mio cuore era sempre addolorato per la perdita del Nonno, e mi facevano essi impressione tale di urto quei discorsi e le aspirazioni di lui che vi erano dei momenti che mi sarei messa a gridare da forsennata. [Lettere del padre spirituale] Fra tante lotte V[ostra] S[ignoria] mi scriveva di quando in quando quelle preziose lettere! Mio Dio voi siete testimone di quanto bene esse mi fecero e del come adesso ne piango al solo pensarci. Furono per me la parola di Dio viva. In una di esse mi diceva: Iddio è con lei e lo sarà fino alla fine della sua vita. In un'altra: Iddio la possiede e tutto l'inferno riunito insieme non riuscirà a strappargliela. Ah! Padre mio! come furono per me quelle scritte tanto benefiche quanto quelle degli apostoli ai primi cristiani. Eppure i primi cristiani le conservavano religiosamente e scrupolosamente e le tramandarono fino a noi. Iddio non volle da essi un olocausto. Preziose parole, tanto necessarie per conservarmi virtuosa vergine tutta di Dio. [pag. 017] Queste lettere mi comunicarono la forza dello Spirito Santo, io credetti alle sue parole come se Dio stesso me l'avesse detto da faccia a faccia. [Tentativo di convincimento da parte di mamma] Pagina 19

21 Mi preparai all'assalto! Difatti un bel giorno di quelli, la Mamma mia mi accennò a quel discorso. Io lavoravo in ricamo una Croce e proprio in quel momento era arrivata se non mi sbaglio al lato destro di essa, era un velo di tabernacolo di S. Antonio. Indignata di essere messa a parte di questi discorsi risposi con poche e decise parole: Dissi che non avrei mai consentito né con quegli né con altri. La Mamma riferì a Papà la mia risposta il quale fu d'avviso di lasciarmi in pace. Non si ebbe però pace Chi non si aspettava tanta perseveranza di resistenza. Non si dié per vinto mi tormentava con la sua presenza appena metteva piedi fuori di casa. Indi si ammalò. [Prova psicologico-spirituale] La tentazione suscitò persona che mi disse come doveva avere rimorso di far morire un giovane di crepacuore. Non morrà risposi io con risolutezza e voi vedrete che fra non molto guarito troverà moglie. Siccome compresi sempre che costui mi voleva davvero del bene con retta intenzione io pregai gli concedesse una sposa che potesse essere degna di lui e che fosse presto. La mia preghiera fu esaudita e dopo non molto tempo seppi che si era sposato. Quello fu per me un giorno di festa e di ringraziamento. Viva la misericordia di Dio che volle togliermi di tanto impiccio. [Liberazione definitiva] Pregava tanto il Signore a volermi liberare di quelle brutte tentazioni ed un giorno che ero a passeggio in carrozza le andava dicendo Dio mio! Gesù mio prendetevi il cuore io non lo voglio più. Padre mio! ero al giardino inglese in mezzo ad una passeggiata e si operavano in me delle meraviglie. Dopo quella mia preghiera il Signore si fece vedere come la prima volta e prendendo il mio cuore dal mio petto lo nascose nel suo e d'allora in poi io non ebbi a contrastare più con quelle brutte impressioni e se adesso il mio cuore mi dà da fare è sempre mosso da un santo sentire che riguarda Dio o a tutto quello che a Dio mi lega. Sia sempre benedetto il Sacro Cuore di Gesù. [Pia unione delle Figlie di Maria] Scrivendo adesso osservo che il Signore ha alternato in me or la prova or il compenso. Difatti dopo queste tempeste ecco che mi fu concesso di andare più spesso alla mia prediletta chiesa di S[ant'] Antonio. Fu allora che venne regalato a detta Parrocchia il Simulacro di Maria Immacolata. Il mio reverendo Padre pensò subito di stabilire una congregazione di Figlie di Maria. A questo annunzio alle parole: Figlie di Maria! io provai una gioia di Paradiso. Desiderai ardentemente di aggregarmi a questa Pia Unione. Pagina 20

22 Ma il Padre mio, il Parroco, mi obbligò a farla da Direttrice. Abbracciai questo ufficio che mi fu imposto, entrai in questa Pia Unione con l'intenzione che mi servirebbe di noviziato alla mia vocazione religiosa, ma i miei pensieri erano rivolti a s[anta] Caterina. [Direttrice e nomina del padre spirituale ad arciprete di Cinisi, 1873] Disposizione di Dio! appena io fui Direttrice V[ostra] S[ignoria] fu nominato Arciprete. Ricordo con tanto piacere quando venne a trovarmi in Parrocchia per [pag. 018] darmi questa notizia. Ne fui consolata per Cinisi ne fui commossa per vedere come si era degnato di venire presenzialmente a darmi quella lieta novella. Era allora l'anno Il giorno 21 giugno sacro a S[an] Luigi fu il primo sabato che ci riunimmo a pié di Maria Immacolata. La nostra consacrazione poi fu al 20 Novembre dello stesso anno. Che giorno non fu mai quello! Fu invitato il Rev.mo Arcivescovo Celesia 9 e lui si degnò farmi delle domande secondo il manuale ed io a rispondere in nome di tutte. Eravamo 119 tutte con le candele accese ed in ginocchio innanzi la nostra Mamma Maria ed il venerando Pastore. Era sublime a vedersi! In quei momenti tanto cari io feci una preghiera in c[u]or [cuor] mio alla Vergine Maria S[antissi]ma. La pregai che a nessuna di quelle mie figlie fosse negato il Paradiso. Ove spero di giungere anch'io con l'aiuto di questa Madre Santa ed ivi potere unitamente godere pace ed inebriarsi nella fonte del divino Amore. S'immagini come era contento il nostro Direttore il Parroco! [Otto anni lontana dalla 'terra promessa'] Delle discordie sorte in famiglia fra la Nonna e Papà mi allontanarono per otto anni dalla mia terra promessa. Non già che io aveva ricevuto allora l'ispirazione di venire in questo Collegio, ma essere lontano da chi solo conosceva il mio cuore era dura cosa. Padre mio, adesso che il Parroco è in Cielo comprenderà quanto io sto per dire. Intendo non mai scemare la pregevole sua santità, ma devo dire il vero e quello che allora provava. Non so perché, forse fu sempre volontà di Dio. Io non seppi mai parlare di spirito al mio carissimo Padre il Parroco. Ci ebbe sempre in mente che non doveva comprendermi. Io mi lasciava diriggere [dirigere] la coscienza e l'andamento mio in generale. Non ricordo però di avergli detto del come io me la passava nell'orazione, né delle parole che riceveva del mio Gesù né delle promesse visioni come quelle che ho già scritte. Se era tentazione io non lo so certo[;] è che non ne aveva il coraggio. Negli otto anni che fui lontana da V[ostra] S[ignoria] desiderava ardentemente un sacerdote che potessi consultare sull'affare del mio spirito. Un giorno sacro al Cuore di Gesù assistendo alla messa cantata in Parrocchia mi colpì la compostezza e la santità che scorsi nel volto di un sacerdote. Credetti che egli era il desso che 9 Mons. Michelangelo Pietro Celesia, benedettino, nato a Palermo il 13 gennaio 1814, nominato abate di Montecassimo il 25 marzo 1850, eletto come vescovo di Patti il 13 marzo 1860, nominato arcivescovo di Palermo il 27 ottobre 1871, elevato alla dignità cardinalizia con il titolo di presbitero di Santa Prisca il 10 novembre 1884, morì il 14 aprile (GFB) Pagina 21

23 doveva comprendermi. L'avvicinai con questa intenzione. Allora credetti di non essermi sbagliata, ma restai delusa col tempo e mi avvidi pur troppo che stancai inutilmente la pazienza di quel sacerdote. Il Parroco di santa memoria non comprendeva lo scopo del mio avvicinamento con quel sacerdote; ma santo e buono qual era mi accoglieva sempre come un Padre quantunque ignorando il bisogno dell'anima mia poteva rimproverarmi o chiedermi perché non mi bastasse la sua direzione. Di questo ne serbo eterna riconoscenza. E adesso che in Cielo conosce come io soffriva a quell'epoca mi compatirà meglio del come mi compativa allora, intendo sarò giustificata innanzi a lui, che [pag. 019] del resto il suo compatimento in questa vita fu tutta virtù e prudenza non conoscendo il mio bisogno. Eppure, Padre mio, nel compatirmi che fece[,] forse dubitava di miei [mie] sofferenze spirituali[,] perché fin d'allora si fece più affettuoso[,] mi si mostrava tutto Padre, tanto che io mi decisi a nascondere i segreti dell'anima mia nella volontà di Dio e godermi in pace una tale paterna bontà del Padre mio il Parroco. [Un solo padre spirituale] Padre, Qui c'è da meditare. Mi sbaglio quando io dico che Iddio ha voluto che V[ostra] S[ignoria] solo mi comprendesse al mondo? Mi sbaglio nel credere fermamente che Iddio è geloso di me e che vuole che solo a V[ostra] S[ignoria] io manifesti tutta l'anima mia? Mi sbaglio quando appena... e per ubbidienza obbligata a manifestare i soli miei peccati ad altro confessore per averne il bene dell'assoluzione l'anima mia n'è restata desolata? No... non mi sbaglio! V[ostra] S[ignoria] solo è quello a cui Iddio ha affidato la direzione dell'anima mia ed è tanto vero quanto Iddio stesso l'ha manifestato nella volontà del nostro Arcivescovo. Mio Dio! se sempre mi avete beneficato, or con una grazia or con un'altra, che cosa non operate in me con una grazia così continua qual'è quella di avermi concesso un tesoro senza prezzo nel Padre dell'anima mia! Padre mio! quanto le costa una simile direzione! quanto lo ho fatto contrastare! Ma spero che a suo tempo si avrà la consolazione di vedermi santa. [Vita fervorosa tra le Figlie di Maria] Ritorno alla narrazione delle grazie che mi faceva il Signore anche in uno stato di privazione. La mia congregazione [delle Figlie di Maria] formava la consolazione dell'anima mia, la vedeva progredire aumentare di numero. Ci riunivamo con tanto piacere, eravamo tutte sorelle a pié di una Madre tanto Santa. Otto giorni di aspettare era tanto lungo, arrivava il sabato tanto desiato e corravamo con tanta gioia. Il Parroco se ne compiaceva forse fu una delle più care impressioni che provò nella sua vita la nostra Pia Unione. Fu tutta opera sua. Oh consolazione poi quando le giovane le più virtuose i fiori i più belli i gigli i più candidi del nostro giardino io le vidi decidersi a farsi religiose. Ne provava uno schianto al cuore per vedermele allontanare, ma contenta di vederle felici e quantunque io desiderava ardentemente di farmi religiosa pure la loro sorte non mi destava invidia ne mi attristava non potendo Pagina 22

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