Il Servizio Nazionale di protezione civile. Massimo La Pietra

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1 Il Servizio Nazionale di protezione civile Massimo La Pietra

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3 La Protezione Civile è la gestione di un SISTEMA COMPLESSO La Protezione Civile non è un solo corpo gerarchizzato, ma un insieme coordinato di tanti gruppi ed enti specializzati che al proprio interno hanno specifici linguaggi, determinate procedure e spiccato senso di appartenenza.

4 Essere al servizio della comunità: l organizzazione dei soccorsi Non è sempre stato così: l attuale sistema di protezione civile è il frutto di un percorso storico legato sia a esperienze concrete sul territorio nazionale sia all evolversi del contesto internazionale. Fino a quando il ruolo dello Stato nel garantire la sicurezza è stato inteso come difesa del territorio e assistenza alla popolazione, il ruolo della protezione civile è stato quello di organizzare i soccorsi in caso di calamità naturali. R.D.L 09.12/1926: Disposizioni per i servizi di pronto soccorso in caso di disastri tellurici o di altra natura

5 PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ Le responsabilità pubbliche devono essere attribuite all autorità territorialmente più vicina ai cittadini interessati e lo Stato deve intervenire solo dove e quando le Regioni e gli Enti locali (nel caso di sussidiarietà verticale)oppure le famiglie e le associazioni (nel caso di sussidiarietà orizzontale) non riescono assolutamente a provvedere.

6 Il termine sussidiarietà deriva dal latino subsidium, che indica le truppe di riserva; La terminologia militare romana distingue, infatti, le coorti che combattono sul fronte (nella prima acies) dalle coorti di riserva che sono pronte ad intervenire, in caso di bisogno, dietro il fronte (le subsidiariae cohortes).

7 I periodi di evoluzione della Protezione civile Il percorso evolutivo della protezione civile dello Stato italiano, è caratterizzato da periodi di inerzia e accelerazioni improvvise, specialmente in concomitanza con gli eventi che più hanno impressionato i cittadini, è riconducibile a cinque periodi

8 I periodi di evoluzione della Protezione civile Dal 1861 al 1945: il periodo dei soccorsi come risposta ai drammi nazionali; Dal 1946 al 1970: il periodo del confronto sulla necessità di una nuova funzione di protezione pubblica; dal 1970 al 1992: il periodo della costruzione degli assetti governativi; dal 1992 al 2001: il periodo della cooperazione istituzionale e della diffusione delle competenze; dal 2001 ad oggi: il periodo dell efficacia operativa e comunicativa.

9 I maggiori eventi e l evoluzione della normativa di Protezione Civile L n Ordine di Servizio del PCM L ANNI DPR n ANN0 D. Lgs. n ANNI D.Lgs. n 300 L n ANNO 1991/1992 ETNA 1987 VALTELLINA L Cost. n 3 L n ANNI 1994 PIEMONTE L n VERSILIA 1 ANNO 2002 S.GIULIANO 3 ANNI 1998 SARNO 1997 UMBRIA-MARCHE L n ANNI 1980 IRPINIA 1976 FRIULI 1968BELICE 44 ANNI 1966 FIRENZE L n RDL n ANNI 1923 GLENO 1963 VAJONT 1951 POLESINE 1930 VULTURE 1920 GARFAGNANA 1908 STRETTO DI MESSINA 1915 AVEZZANO 1919 MUGELLO 1870 ROMA 1883 ISCHIA 1905 NICASTRO 1907 FERRUZZANO

10 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della protezione civile La legge quadro in materia di protezione civile (L. 225/92) 1992Legge n Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile Il Presidente del Consiglio dei Ministri promuove e coordina le attività delle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, delle regioni, delle province, dei comuni, degli enti pubblici nazionali e territoriali e di ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale, avvalendosi del Dipartimento della protezione civile

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12 Il Servizio Nazionale ha il fine di tutelare l integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l ambiente dai danni derivanti da calamità. Le specifiche attività attribuite al Servizio Nazionale della Protezione Civile sono: Previsione Prevenzione Soccorso e gestione dell emergenza Superamento dell emergenza

13 Previsione Attività dirette alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla individuazione dei rischi e alla delimitazione del territorio interessato dal rischio

14 Interventi strutturali Prevenzione Attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti all evento Informazione Attività addestrativa Pianificazione di emergenza Formazione

15 Soccorso e gestione dell emergenza Tutti gli interventi diretti ad assicurare alle popolazioni colpite ogni forma di prima assistenza

16 Superamento dell emergenza Tutte le attività volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita

17 Le strutture operative del Servizio nazionale L art. 11 della legge n. 225 individua come strutture operative del Servizio nazionale: il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco quale componente fondamentale della protezione civile, le Forze Armate, le Forze di Polizia, il Corpo Forestale dello Stato, la comunità scientifica, la Croce Rossa Italiana, le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, le Organizzazioni di volontariato, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico - Cnsas-Cai. 17

18 Legge n. 225 del Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile Art. 2 EVENTI ED AMBITI DI COMPETENZA 18

19 DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL Centro Funzionale Centrale DPC 21 Centri Funzionali Regionali 13 formalmente attivi e operativi La gestione del sistema di allerta nazionale è assicurata dal Dipartimento della protezione civile, dalle Regioni e dalle Province autonome attraverso la rete dei Centri Funzionali, nonché dalle strutture regionali ed dai centri di competenza chiamati a concorrere funzionalmente ed operativamente. Compiti Far confluire, concentrare ed integrare tra loro: i dati qualitativi e quantitativi rilevati dalle reti meteoidro-pluviometriche, dalla rete radarmeteorologica nazionale; i dati territoriali idrologici, geologici, geomorfologici e quelli derivanti dai sistemi di monitoraggio delle frane; le modellazioni meteorologiche, idrologiche, idrogeologiche ed idrauliche. La finalità è fornire un servizio continuativo di supporto alle decisioni delle autorità competenti per le allerte e per la gestione dell emergenza

20 Centri competenza Centro Funzionale Centrale - Rischio Vulcanicoattività di acquisizione, condivisione, sintesi ed elaborazione dati, simulazione degli effetti, valutazione degli esposti (reali o potenziali), valutazione di criticità, supporto alle decisioni, diffusione bollettini di vigilanza Livelli di criticità Assente Ordinaria Moderata Elevata COLLI ALBANI CAMPI FLEGREI ISCHIA FERDINANDEA PANTELLERIA VESUVIO STROMBOLI PANAREA LIPARI VULCANO ETNA

21 La nuova classificazione sismica del territorio nazionale Classificazione precedente (Decreti fino al 1984) Categoria sismica N comuni % di territorio % di popolazione 1 a 368 5% 3% 2 a % 32% 3 a 99 1% 5% Totale classificati % 40% Totale non classificati % 60% Classificazione 2003 Ordinanza 3274 Zona sismica N comuni % di territorio % di popolazione % 5% % 34% % 29% % 32%

22 Rete dei Centri Funzionali Sale Operative e strutture territoriali I.N.G.V. EARLY WARNING E COMUNICAZIONI IN TEMPO REALE SISTEMA SALA SITUAZIONE ITALIA ATTIVAZIONE PROCEDURE DI EMERGENZA

23 Interno Corpo Nazionale VV.F. Polizia di Stato Politiche Agricole e Forestali Ambiente Tutela del Territorio e del mare Lavoro, Salute e Politiche Sociali Prefetture Corpo Forestale dello Stato ISPRA Regioni/ASL Economia e Finanze Guardia di Finanza Difesa Esercito Sviluppo Economico Marina Aeronautica PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Dipartimento della Protezione Civile Infrastrutture e Trasporti Beni e Attività Culturali Carabinieri TERNA/Società di distribuzione Guardia Costiera ANAS Istruzione, Università e Ricerca Società Autostrade Gruppo Ferrovie dello Stato Centri di Competenza Affari Esteri Giustizia Regioni Province Comuni POLIZIA LOCALE

24 Il Sindaco è autorità comunale di protezione civile (L. 225/92 e D.L.vo 112/98) In caso di emergenza: ASSUME la direzione e il coordinamento dei mezzi di soccorso e di assistenza delle popolazioni colpite a tutti gli interventi necessari PROVVEDE INFORMA la Regione, la Provincia e la Prefettura CHIEDE l intervento di altre Forze e Strutture quando l evento non può essere fronteggiato con i mezzi a disposizione del Comune

25 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della protezione civile D.Lgs. n Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59 Capo VIII - Protezione civile STATO: indirizzo, promozione, coordinamento REGIONE: attuazione di interventi urgenti in caso di crisi determinata dal verificarsi o dall imminenza di eventi di tipo b, avvalendosi anche del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco all'attuazione degli interventi necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi calamitosi organizzazione ed utilizzo del volontariato indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali e comunali di emergenza PROVINCIA: previsione e prevenzione in ambito provinciale pianificazione di emergenza provinciale vigilanza sulla predisposizione da parte delle strutture provinciali di P.C. di servizi urgenti da attivare in caso di emergenza COMUNE: attività di previsione e prevenzione dei rischi provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza sulla base degli indirizzi regionali attivazione dei primi soccorsi utilizzo del volontariato di protezione civile comunale

26 L n. 265 Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali, nonché modifiche alla legge 8 giugno 1990, n.142 Trasferisce al Sindaco le competenze, attribuite dall art.36 del DPR n.66/1981 al Prefetto, per quel che concerne l informazione alla popolazione circa situazioni di pericolo per calamità naturali.

27 Legge Costituzionale n. 3 - Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione LA PROTEZIONE CIVILE È MATERIA DI LEGISLAZIONE CONCORRENTE La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Provincie, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato, che esercitano le loro funzioni secondo i principi di leale collaborazione e sussidiarietà (Art 114, Cost.). La Protezione Civile è considerata materia di legislazione concorrente e, quindi, di competenza regionale, nell ambito dei principi fondamentali dettati da leggi-quadro o leggi-cornice; Per la prima volta la Costituzione italiana si occupa espressamente della materia Protezione Civile ; Resta fermo il potere di ordinanza attribuito al Presidente del Consiglio dei Ministri, mentre scompare dall ordinamento la figura del Commissario di Governo, che nel passato aveva avuto un ruolo anche con riferimento alla protezione civile.

28 COMPETENZE REGIONALI DI PROTEZIONE CIVILE Presidente di Regione 8 Valle d Aosta, Provincia Autonoma Bolzano, Provincia Autonoma Trento, Toscana, Umbria, Lazio, Sicilia, Calabria Assessorato Ambiente 4 Sardegna,Piemonte,Liguria,Abruzzo Assessorato Difesa del suolo 1 Emilia Romagna Assessorato Urbanistica, Beni ambientali, culturali, Istruzione, Protezione Civile 1 Molise Assessorato Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità 2 Basilicata, Friuli Assessorato Protezione Civile, Polizia Locale e Sicurezza 1 Lombardia Assessorato Identità Veneta, Protezione Civile e Caccia 1 - Veneto Assessorato Lavori Pubblici, Protezione Civile 1 - Campania Assessorato Protezione civile,turismo, sport, polizia locale 1 - Marche Assessorato Opere Pubbliche, Protezione Civile, Lavori Pubblici, Difesa del suolo 1 - Puglia

29 Ruolo e compiti dei diversi attori

30 IL SERVIZIO NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE (legge n. 225 del 1992) CHI NE FA PARTE Amministrazioni centrali dello Stato Regioni, Province Autonome Province, Comuni,Comunità montane Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Forze armate, Forze di polizia, Corpo forestale dello Stato, Comunità scientifica, Croce Rossa Italiana, Strutture del Servizio sanitario nazionale, Organizzazioni di volontariato, Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico INOLTRE Concorrono alle attività di protezione civile i cittadini, gli enti pubblici, gli ordini e i collegi professionali e ogni altra istituzione pubblica e privata presente sul territorio.

31 Le componenti del Servizio nazionale (art. 6) 1. All'attuazione delle attività di protezione civile provvedono, secondo i rispettivi ordinamenti e le rispettive competenze, le amministrazioni dello Stato, le regioni, le province, i comuni e le comunità montane, e vi concorrono gli enti pubblici, gli istituti ed i gruppi di ricerca scientifica con finalità di protezione civile, nonché ogni altra istituzione ed organizzazione anche privata. A tal fine le strutture nazionali e locali di protezione civile possono stipulare convenzioni con soggetti pubblici e privati. 2. Concorrono, altresì, all'attività di protezione civile i cittadini ed i gruppi associati di volontariato civile, nonché gli ordini ed i collegi professionali. 31

32 Le strutture operative (art. 11) Le strutture operative nazionali svolgono, a richiesta del Dipartimento della protezione civile o da chi ha il compito di coordinare l emergenza, le attività previste dalla presente legge nonché compiti di supporto e consulenza per tutte le amministrazioni componenti il Servizio nazionale della protezione civile.

33 Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze la gestione del flusso delle informazioni tra i diversi soggetti coinvolti la definizione di procedure operative al fine di ottimizzare la capacità di allertamento, di attivazione e di intervento del Servizio nazionale della protezione civile il modello organizzativo per la gestione delle emergenze con indicazione degli interventi prioritari da disporre a livello nazionale per supportare ed integrare la risposta locale

34 IL MODELLO ORGANIZZATIVO PER LA GESTIONE DELL EMERGENZA Centro operativo comunale Aree di attesa e di ricovero La prima risposta all emergenza della popolazione deve essere garantita dalla struttura locale Assistenza sanitaria ai feriti Pasti e alloggi Controllo viabilità Presidio del territorio Informazione In funzione dell intensità e dell estensione del fenomeno, nonché della capacità di risposta del sistema locale, si attivano sul territorio i diversi centri operativi e di coordinamento Valutazione delle esigenze sul territorio Impiego razionale delle risorse già disponibili Definizione delle risorse necessarie per integrare quelle disponibili Sala operativa integrata A livello provinciale, secondo il modello adottato da ciascuna Regione, si attiva il Centro Coordinamento Soccorsi nel quale sono rappresentati Regione, Prefettura-UTG e Provincia Aree di ammassamento soccorritori Centri operativi intercomunali Qualora il modello adottato dalla Regione non indichi chiaramente a quale Autorità è attribuita la funzione di responsabilità del C.C.S. e non fossero vigenti in tal senso opportuni protocolli d intesa tra Prefettura e Provincia, tale funzione si intende assegnata al Prefetto della provincia in qualità di rappresentante dello Stato sul territorio, in ragione del dovere di assicurare la salvaguardia della vita e dei beni delle persone

35 IL MODELLO ORGANIZZATIVO PER LA GESTIONE DELL EMERGENZA Colonna mobile regionale e organizzazioni di volontariato Interventi di emergenza sanitaria Radiocomunicazioni La Regione, attraverso la propria Sala operativa, mantiene il raccordo con il livello locale e nazionale e richiede eventualmente il concorso delle risorse nazionali Tecnici per verifiche agibilità, rilievo del danno, valutazione rischio residuo ed indotto EVENTO C Legge 225/1992 D.L. 245/2002 (L. 286/2002) Situazione emergenziale che richiede l impiego di mezzi e poteri straordinari Situazione emergenziale eccezionale con grave rischio di compromissione dell integrità della vita Convocazione Commissione per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi Organo di consulenza tecnicoscientifica Convocazione Comitato Operativo Dichiarazione Direzione dello Stato unitaria di e emergenza coordinamento nazionale delle attività di emergenza Istituzione DICOMAC Direzione unitaria e Il Capo del coordinamento Dipartimento della delle protezione attività civile provvede sul al coordinamento territorio degli interventi e di tutte le iniziative per fronteggiare le situazioni emergenziali in atto

36 Gli Organi Collegiali Sono organi deputati alla relazione istituzionale tra il Dipartimento, le Componenti e le Strutture Operative per condividere le attività di coordinamento e indirizzo del Sistema Nazionale di Protezione Civile, quale attività complessa, sussidiaria e concorrente. COMITATO PARITETICO STATO REGIONI ENTI LOCALI COMITATO OPERATIVO DELLA PROTEZIONE CIVILE COMMISSIONE NAZIONALE PER LA PREVISIONE E PREVENZIONE DEI GRANDI RISCHI CONSULTA NAZIONALE DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE

37 La dichiarazione di Stato di emergenza (art. 5) La dichiarazione di stato di emergenza è uno strumento fondamentale per l attivazione della risposta del Sistema nazionale ad una calamità di origine naturale o antropica di rilievo nazionale. In particolare, lo stato di emergenza viene deliberato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri o del suo delegato, anche se la richiesta può giungere anche dal Presidente della Regione interessata, di cui comunque va acquisita l intesa. Sulla base del nuovo testo normativo, lo stato di emergenza può essere dichiarato anche nell imminenza e non solo al verificarsi di calamità che per intensità ed estensione devono essere fronteggiate con immediatezza di intervento con mezzi e poteri straordinari. La sua durata non può, di regola, superare i 90 giorni e può essere prorogata, generalmente per un massimo di 60 giorni, con ulteriore deliberazione del Consiglio dei Ministri. In relazione all emergenza, viene individuata anche l amministrazione pubblica competente in via ordinaria che coordina gli interventi conseguenti l evento allo scadere dello stato di emergenza.

38 Corpo Nazionale VVF Forze Armate Forze di Polizia Corpo Forestale dello Stato Comando generale delle Capitanerie di porto Guardia costiera CRI prime attivazioni in caso di emergenza nazionale Organizzazioni Nazionali Volontariato CNSAS Regioni e Province Autonome Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali ENAC ENAV GSE Terna ANAS / Autostrade per l Italia / AISCAT Gruppo Ferrovie dello Stato Società di telefonia fissa e mobile - Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3G RAI Gruppo Poste Italiane ENI ENEL azioni immediate azioni entro 12 ore azioni entro 24 ore PRINCIPALI ATTIVITÀ IN COMITATO OPERATIVO Attività di soccorso e di verifica degli effetti Attivazione ulteriori risorse Assistenza popolazione Attivazione mezzi, risorse e personale Verifica impatto dell evento Stima risorse presenti sul territorio Istituzione centri operativi Verifica agibilità, ricognizione danni, individuazioni aree di emergenza, predisposizione strutture di assistenza Invio team specialistici Ricovero della popolazione Informazioni sicurezza strutture Messa in sicurezza Avvio ripristino servizi primari

39 Comitato Operativo della protezione civile Compagnie Telefoniche ENEL Forze Armate Capo del Dipartimento della Protezione Civile Corpo Nazionale Vigili del Fuoco RID CNMCA ENI Ministero della Salute ISPRA Corpo Forestale dello Stato ASSICURA LA DIREZIONE UNITARIA ED IL COORDINAMENTO DELLE ATTIVITÀ IN EMERGENZA Forze di Polizia Corpo Nazionale del Soccorso Alpino CNR Croce Rossa Italiana ENAC INGV Ente Poste Organizzazioni di volontariato Conferenza unificata Stato/Regioni/Città ed autonomie locali RFI Trenitalia ANAS Autostrade

40 PRINCIPALI ATTIVITÀ DEL COMITATO OPERATIVO Esigenze emerse dal quadro conoscitivo del territorio e dell evento avvenuto Disponibilità delle risorse sul territorio e di quelle provenienti dalle altre Regioni ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE AL TERRITORIO

41 procedure operative per la comunicazione dell evento e il flusso delle informazioni 3 - Risorse disponibili (caratteristiche, quantità, dislocazione e tempistica) SALE OPERATIVE NAZIONALI 5 - Contatti costanti fino alla conclusione della situazione in atto 1 - Comunicazione della notizia verificata CFC SALA SITUAZIONE ITALIA - SISTEMA SALE OPERATIVE REGIONALI E PROVINCIALI 2 - Interventi già effettuati o previsti (tipologia, località, tempistica e risorse impiegate) SALE OPERATIVE NAZIONALI DEI SERVIZI 6 - Report delle attività svolte 4 - Necessità di concorso o supporto nell intervento Prefetture - UTG

42 Il coordinamento delle attività nei centri operativi Il centro di coordinamento nazionale attivato sul territorio dal DPC è, nelle diverse emergenze, la Direzione di Comando e Controllo (Di.Coma.C.). Anch essa, tramite l organizzazione per funzioni di supporto, permette la suddivisione dei compiti e, nel contempo, la presenza e la partecipazione delle diverse competenze necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di gestione emergenziale

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