Anno V! - Yol. I Domenica 12 Ottobre 1879 N. 284

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1 GAZZETTA SETTIMANALE SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI Anno V! - Yol. I Domenica 12 Ottobre 1879 N. 284 M IN ACCI E E TIMORI Mentre in Italia si chiacchiera del più e del meno e l alchimia parlamentare, gli etlìmeri trionfi dei ministri in carica appariscono nelle colonne dei giornali politici come l argomento più meritevole di attrarre l attenzione degli uomini serii, certi punti neri si vanno designando sull orizzonte, che, se non ci inganniamo, sono gravidi di minaccie hen altrimenti gravi e momentnse che non la caduta d un gabinetto, o lo sfacelo d un partito politico. E qui si badi, che pel momento almeno non discorriamo delle quistioni interne, di quelle eterne, intricate quistioni che si riattaccano all ordinamento della nostra Amministrazione, alla riforma delle nostre finanze. Usi a sentirne discorrere da un pezzo, senza vederne un risultalo qualunque, pasciuti ad ogni occasione di vasti programmi, d ampollose promesse che oramai più non impegnano alcuno, e che nessuno prende sul serio, neanche per un istante, noi abbiamo perduta la speranza di vedere il paese, od almeno quella parte che la pretende a classe dirigente, mettersi decisamente allo studio ed allo scioglimento degli ardui problemi, ci siamo avvezzati a considerare l insieme di quelli come una tela di Penelope, un orizzonte senza luce e senza uscita, un pesante sasso che dovremo rotolare in su per anni ed anni, nuovi Sisifi dannati dall ira d un Nume. E così, che malgrado le rivolte della nostra ragione, abbiam finito coll accettare come normale lo stato d incertezza nelle tariffe doganali che da tanti anni pesa sul mondo dei traffici e delle industrie; che la decadenza della nostra marina, ed il progressivo peggioramento del nostro bilancio commerciale han finito per apparirci come conseguenza di evoluzioni che la nostra volontà è impotente a stornare; che l empirismo col quale si regola l ordinamento bancario, le contradizioni della nostra legislazione industriale, i gravami coi quali il fiscalismo strozza le più ardite e feconde iniziative ci sono apparsi una fatale, ma imprescindibile necessità. È così finalmente che quasi abbiam rinunciato a chiedere che si muti di strada, e cresciuti in quest atmosfera di errori e di colpevoli esitanze, abbiam finito col pensare che quest aria soltanto convenga ai nostri polmoni. Ma le minaccie, i punti neri, che come dicevamo da principio sembrano designarsi sull orizzonte non riguardano la vita interna del nostro paese, o per esser più esatti, non provengono da interne quistioni. L origine o le cause bisogna ricercarle molto al di là delle nostre frontiere, in quei mutamenti che le arti dei diplomatici e la fortuna delle armi hanno di recente introdotto nelle relazioni dei varii Stati di Europa. È noto quali siano questi mutamenti. La Francia indebolita e messa in disparte dopo che al limono dei suoi affari sta I opportunismo, o s altercano le fazioni parlamentari è l ultima, laddove sotto l Impero era la prima, era quasi arbitra della guerra, o della pace. La sua volontà, i suoi interessi non hanno più che un peso molto limitato nelle decisioni della diplomazia, e se essa conta fino ad un certo punto sull amicizia dell Inghilterra, sicuramente non si dissimula che il giorno in cui vorrà fare un passo per allargare la propria influenza a Tunisi od in Egitto s urterà nei raggiri d una politica molto più astuta e previdente della sua, d una politica che da mezzo secolo lavora costantemente ad uno scopo solo, l assoluto imperio sui mari. In quanto al resto d Europa, esso dipende evidentemente da tre uomini: Bismarck, Gortchakoff, e Andrassy. Quali sieno le idee e le tendenze di questi tre cancellieri è oramai facile lo indovinarlo giacché l opera è compiuta più che a mezzo, e il tempo aggiungendo al quadro sempre nuovi sprazzi di luce, ci inette in caso d intenderrie oramai tutto il concetto, di scorgerne tutte le linee, anche meno rilevate ed appariscenti...! Essi, non corrono già come Napoleone III dietro ad ideali politici, non hanno pel capo l ubbia di coordinare ad un principio, o ad un sistema gli atti più gravi dalla loro operosa vita politica, non si presentano alla storia come gli apostoli delle nazionalità o dei plebisciti, ma da diplomatici della vecchia scuola, hanno una sola mira, un solo obiettivo, l interesse del Monarca a cui servono: È questo interesse che ha stretto la lega dei tre Imperi, lega smentita sovente nelle colonne dei giornali ufficiosi, ma che ciò nondimeno esiste e che il trattato di Berlino ha piuttosto cementato che sciolto. In forza di questa lega la Russia ha potuto uscire con decoro dalla lunga e rovinosa sua lotta coll impero Ottomano; l Austria è riuscita a spingere i suoi battaglioni ai più remoti confini dell Erzegovina ed al sangiaccato di Novi-Bazar, accennando cosi al vasto mercato di Salonicco, ed alle foci della Orina e la Germania, testimone di tutte queste manovre, potrà quando che sia chiedere agli altri due Imperi il prezzo delle sue compiacenze, delle sue simpatie. Ora se non c inganniamo, il momento di chiedere questo prezzo è per essa arrivato. Da un pezzo il gran Cancelliere Tedesco va almanaccando intorno ad un vasto progetto economico, destinato a rimpolpare un po le finanze dei felicissimi sudditi di S. M. Guglielmo il Vittorioso. Per lui le teorie, e le lezioni dell esperienza non sono un impaccio, e l uomo che coll audacia e colla forza ha saputo spezzare la

2 642 L ECONOMISTA 12 ottobre 1879 Confederazione, rompere a Sadowa il migliore esercito di Francesco Giuseppe, e far accampare i suoi ulani intorno all arco della Stella in Parigi, non dubita di potere quando che sia e con pochi tratti di penna mutare d aspetto il mondo dei traffici e degli scambi. Nessuno ha ancora dimenticato la famosa lettera nella quale egli esponeva le proprie idee intorno a questa materia. La Germania è povera, esso scriveva, perchè la concorrenza dei manufatti stranieri uccide lo sue industrie, paralizza la sua produzione. Il libero scambio, sarà bello in teoria, ma al caso pratico mantiene costante l inferiorità economica dell Impero di fronte all'inghilterra, al Belgio, alla Francia. Chiudiamo dunque la Germania entro una cerchia di ferro, eleviamo le nostre tariffe doganali a tal limite che impaurisca e respinga la concorrenza forestiera ed i nostri industriali, padroni del campo, potranno allargare la cerchia del loro lavoro, aumentare la ricchezza nazionale, nutrire tanti affamati che oggi languono inattivi, mentre l oro tedesco emigra alle rive della Senna, o del Tamigi per pagarvi le trine, i gingilli, i tessuti dell industria francese ed inglese. A queste dichiarazioni che accennavano all idea di ricondurre il mondo tedesco al sistema di Colbert, cancellando le gloriose conquiste della scuo a di Manchester e dei valenti continuatori di Cobden, quanti sono liberi scambisti in Europa levaron la voce protestando, ma le loro proteste non smossero d un l'ilo il tenace Cancelliere dalle idee enunciate. La formula era uscita dalle labbra dell oracolo, il decreto del Nume dovea compiersi ad ogni patto. S ingannerebbe a partito però chi stimasse che l elevamento delle tariffe doganali, la sostituzione del sistema protettore a quello della libertà del commercio, fosse rimasto isolato, riassumesse tutta la politica economica del principe Cancelliere. Ben altro e più vasto concetto era nato in quella mente ambiziosa ed è questo concetto che la recente visita del principe di Bismark alla Corte Austro-Ungarica ha in parte divulgato all Europa, usa da gran tempo a tenere gli occhi aperti sovra ogni moto del gran diplomatico. La Germania, deve aver detto a se stesso il ministro dell Impero, da sola non può acquistare una grande'importanza economica. Posta nel centro dell Europa, se essa è un grande mercato di consumo non è abbastanza felicemente collocata per attrarre a sè le correnti degli scambi internazionali. La sua posizione geografica, il taglio dell Istmo di Suez, le relazioni sempre crescenti tra l Europa e le lontane regioni dell Indo-Cina, del Giappone, delle terre africane le creano la necessità di avere un porto sul Mediterraneo, d uno sbocco al di là dell Arcipelago Greco. Con questo essa può emanciparsi dai suoi vicini la Francia e l Italia, senza di questo sarà sempre tributaria di questi Stati per quanto concer ne almeno le materie prime di moltissime industrie. È dunque per avere questa porta sul mare che la Germania si è decisa ad aprire con Vienna le trattative delle quali in questi momenti si occupa tutta la stampa europea e domanda che un trattato commerci le unisca in una comunianza d interessi i due Imperi tedeschi; il principe di Bismark non ha avuto evidentemente altro scopo che quello di dare alla Germania un porto, di unire, commercialmente parlando, Berlino, a Trieste od a Salonicco. Ma quale sarà, l indole e sovrattutto quale sarà l estensione di questo trattato? Si limiterà esso a produrre qualche mutamento di tariffe nell interesse delle due parti contraenti, o mirerà a stabilire una intima e completa unione fra i due paesi? Alla prima delle due ipotesi noi troviamo delle serie obbiezioni. L articolo 11 del trattato di Francoforte che regola le relazioni commerciali tra la Germania e la Francia, il patto che vincola ancora l Impero ed il Regno Unito stabiliscono del pari la clausola che, nei suoi rapporti colla Germania, il commercio inglese e francese godrà del trattamento accordato alla Nazione più lavorila. Se dunque una revisione di tariffe accorderà qualche facilitazione alla produzione austriaca, questa identica facilitazione dovrà concedersi al corrispondente prodotto esportato da Londra o da Parigi verso la frontiera Alemanna, il che non può entrare nei calcoli del principe Cancelliere paladino del protezionismo, e deciso a chiuder fuori ogni industriale intenzionato di impegnare una concorrenza col produttore tedesco. È dunque probabilissimo che dal momento che un trattato ha da farsi, dal momento che per facilitarne la conclusione l illustre uomo di Stato tedesco ha lasciato i dolci ozii di Varzin per le rive del Danubio, questo trattato importerà qualche cosa di più che una semplice riforma delle tariffe, ma sarà la base ed il patto regolatore d una vera lega doganale, formata sul tipo dell antico Zollverein, che la costituzione dell Impero ha modificato, ma non distrutto. A questo del resto deve mirare senz altro Bismarck, giacche il giorno in cui fossero cadute le barriere doganali che dividono la Germania dall Austrìa-Ungheria, in altri termini quel giorno in cui la linea doganale della lega fosse trasportata a Trieste o poco lontano da Salonicco, quel giorno il commercio dell Oriente coll Europa centrale non prenderebbe altra strada che quella la quale attraversa il territorio dei due Imperi confederati, perchè le basse tariffe, le facilitazioni ferroviarie, le grandi intraprese sussidiate ve lo forzerebbero. Glie vale se la linea da Salonicco a Berlino è per avventura più lunga a chilometri che quella da Genova alla Sprea, se quindi le spese di trasporto sono in tesi astratta più gravi su quella che non sopra di questa linea? L Impero padrone delle grandi arterie ferroviarie, uso a concedere larghi soccorsi alle Compagnie di Navigazione ed alle - forti industrie, si arresterà forse davanti ad un sacrificio transitorio e che d altronde la maggiore prosperità del paese compenserebbe ad usura? E questo noi lo diciamo schietto e senza ambagi, costituisce per noi un punto nero, una seria minaccia pei nostri interessi. Più studiamo più prendiamo ad esame le ideo manifestate da Bismarck, gli atti della sua politica economica, le necessità create dalla presente situazione Europea, e più ci apparisce evidente che il Cancelliere vuol venirne ad un isolamento della patria tedesca, onde colpire a morte le industrie, i commerci, le navigazioni degli Stati Europei che nei loro scambi coi due Imperi trovano oggi alimento di vita, fonte di ricchezza e di produzione. Quel giorno in cui mediante, ta nuova tariffa generale e la lega coll Austria, l Impero ci avrà escluso dal suo territorio, ed avrà libertà di commercio in pari tempo nel mare del Nord, come nel Mediterraneo, quel giorno i nostri valici Alpini

3 12 ottobre 1879 L ECONOMISTA 613 saranno in gran parte resi inutili, e la corrente dei traffici di cui vagheggiavamo il monopolio prenderà un corso diverso e molto lontano da noi. A questo si deve pensare e presto onde vedere se un rimedio vi sia per salvarci da tanta rovina. Le Casse di Risparmio Postali Nelle scorse settimane sono apparsi successivamente nel Journal des Débats alcuni articoli assai importanti del signor De-Malarce, relativi al servizio delle Casse di Risparmio in diversi Stati di Europa. L argomento è svolto con notevole ampiezza, ed è meritevole di una qualche attenzione anche in grazia della sua attualità. Seguendo le idee svolte in questi articoli, parrebbe che dovunque fosse risultato evidente che per generalizzare questo servizio non possa aversi mezzo migliore che quello di valersi degli ufizi di posta; perchè se una cassa di Risparmio qualunque dovesse tenere un agente proprio anche nei più piccoli paesi si sottoporrebbe a spese troppo forti, e di troppo superiori ai benefizi che ne potesse mai ricavare. Gli ufizi di posta invece aperti giornalmente e per molte ore al pubblico, possono cumulare col is p e t tivo servizio anche questo, e facilitarne a tutti le operazioni relative. E questa circostanza pare assai importante in quanto che sembra che dovuuque, presso le varie Casse di Risparmio private, prevalga il sistema di tenere orari assai limitati e ristretti tanto per la quantità dei giorni quanto per quella delle ore. È per tali motivi che si presenta giustificata la necessità di valersi degli ufizi postali. Però la differenza è grande, se si esamina la parte che rappresenta lo Stato nel mettere quelli ulizi a disposizione del servizio dei risparmi. In alcuni paesi (l Inghilterra e l Italia) lo Stalo esercita questo servizio direttamente, e attribuisce a sè funzioni di indole tale che paiono a molti poco conformi agli ufizi che è chiamato ad esercitare come suoi proprii, e che non potrebbero in nessun modo essere esercitati da altri, e nei quali soltanto si dovrebbe circoscrivere la sua azione diretta. In altri paesi invece è in vigore un altro sistema. Lo Stato mette a disposizione delle Casse di Risparmio gli uffzi postali, affinchè questi servano come agenzie di quelle Casse medesime. Tale apparisce essere la legge francese del 3 agosto 1873 e la olandese fino ad ora, che è stata notevolmente modificata. Però non sembra che le Casse di Risparmio siano state molto sollecite di profittare di questo mezzo, stando ai resultati esposti negli articoli presi in esame. L autore dei medesimi, evidentemente fautore di questo servizio fatto direttamente dallo Stato, dà le ragioni di questo insuccesso col dire che avanti di andare alla Posta, per farvi un deposito per una Cassa di Risparmio, bisogna prima conoscerla e poi averne fiducia. Ma a ben giudicare quest insuccesso gioverebbe sapere quali e quanti imbarazzi e formalità amministrative (corredo necessario di ogni intervento governativo) possano avervi influito sostanzialmente. Poi, le Casse di Risparmio sono istituzioni di natura piuttosto locale, e per rendere più spedito il movimento sarebbe stato I forse più utile mettere ogni ulizio di Posta in rapporto con le sole Casse della respettiva provincia, ed allora non sarebbero state sconosciute. Infine per quanto valore possano avere quelle ragioni, non è certo col creare una concorrenza che si può facilitare alle Casse private il modo di rendersi più popolari. Un terzo sistema va ad esser messo in vigore in Olanda, ed è un sistema misto. Senza abbandonare quello sopraenunciato, cioè lasciando gli ufizi di Posta a disposizione delle Casse di Risparmio private, lo Stato ne crea una per conto proprio, servita dagli ufizi medesimi. È difficile per noi il prevedere quello che potrà risultare da questa combinazione: però stando ai fatti citati, parrebbe di dovere argomentare che il servizio fatto dalle Casse private non debba aumentare gran cosa per effetto di questa concorrenza, e piuttosto che le Casse esercitate direttamente dallo Stato siano destinate anche in Olanda ad un prospero avvenire. E questo fatto che le Casse governative prosperino a maraviglia si può anche spiegare con facilità : ma spiegare una cosa non vuol dire giustificarla. Si comprende il fatto, perchè la maggioranza delle persone che formano la clientela delle Casse di Risparmio non è fornita dalla classe più attiva che vive negli affari e degli affari; estranea di solito ad ooni movimento economico ricorre allo Stato perchè è per lei l ente più conosciuto di tutti: per lo stesso motivo per cui è più facile che un modesto cittadino o un agiato campagnolo possieda un Titolo del Debito Pubblico, anziché un altro Titolo di sicurtà incontestata e forse più vantaggioso a possedersi. Ma tuttociò non sta a provare che una cosa, ed è questa : che lo Stato ha mezzi facili di intralciare ò neutralizzare l attività dei cittadini, ma non si prova con la stessa facilità I utile, non tanto diretto quanto indiretto, che può recare al paese col suo intervento in tali affari. L Autore di questi articoli, coerente alle proprie convinzioni, rileva i vantaggi che le Casse dello Stato sono riuscite ad apportare in Inghilterra che ne fa 1 esperienza da tempo assai maggiore degli altri Stati; e dice che quelle private che non erano amministrate bene sono sparite, ma che ne sono sorte altre (però, deve notarsi, in minor numero), e che il capitale complessivo è aumentato (diminuendo per altro, si noti, il numero dei depositanti). l benefizi, a vero dire, non ci appariscono troppo grandi. L essere sparite quelle amministrate male ci pare dovuto piuttosto, anziché alla concorrenza benefica di quelle dello Stato, ai vizi del loro organamento; e l aumento del capitale potrebbe invece esser dovuto al grande accumulamento di danaro prodotto in quel paese dal grande sviluppo del commercio e dell in dustria in questi due ultimi decenni. Frattanto è notevole il fatto che il numero dei depositanti è diminuito nelle Casse private. L autore inoltre, quasi a giustificare che questo servizio fatto direttamente dallo Stato non è in contradizione con le massime più ortodosse di economia politica, nota con compiacenza che la Legge inglese fu propugnata da Gladstone capo di un Gabinetto liberale, fautore del Self-Government. Noti addueendosi altri ragionati motivi è lecito domandare se, al caso, una contradizione fra i principii e la pratica sia un privilegio esclusivo degli Economisti del continente. Miglior ragione piuttosto è quella che adduce rela-

4 644 L ECONOMISTA 12 ottobre 1879 tivamente all Italia ; perchè, dice, mentre si poteva fare assegnamento sulla iniziativa privata nelle provincie del Settentrione e del Centro si doveva fondatamente dubitare di quelle del Mezzogiorno. E loda i promotori della legge come uomini pratici, contingenti e se si vuole opportunisti. Sono giuste e pratiche le osservazioni e i giudizi portati sulle diverse leggi e regolamenti in proposito; e noi possiamo aggiungere che in Italia questo servizio è amministrato in modo da soddisfare nella maniera più larga non solo gli interessi, ma anche le comodità del pubblico. In questi tre articoli che abbiamo tentato di riassumere brevemente l autore non pone in evidenza che la sola parte vantaggiosa di questi servizi amministrati direttamente dallo Stato: ma lascia nel buio il lato opposto della questione. Ma a noi pare di dovere esaminare ancora: se è proprio necessario che lo Stato si ingerisca di questi servizi ; se è possibile che coll ingerirsene gliene derivi in certi dati casi un danno troppo grave; se, ammessa una qualche necessità dell intervento diretto dello Stato, non possa almeno separare questi interessi da quegli che gli sono propri assolutamente. Che lo Stato debba ingerirsi di tutti quei servizi che interessano tutti i cittadini, che sono necessari, e che nessun individuo o associazione d individui potrebbero esercitare in sua vece, è cosa ammessa da tutti. Ma questo non ci pare veramente il caso : lo stesso Autore non fa risultare dalla ingerenza dello Stato che una utilità relativamente maggiore. Se Io Stato dovesse farsi non solo il favoreggiatore, ma di più l amministratore di tutte le imprese utili, tante e tante reclamerebbero alla lor volta il suo intervento diretto. Per esempio o perchè non crea lo Stato una grande Banca popolare ramificata in ogni più piccolo centro? perchè non una Banca agricola della quale è tanto sentito il bisogno anche in ogni villaggio? perchè non le associazioni cooperative di consumo? Di intervento in inte vento si finirebbe a poco a poco col paralizzare ogni principio di attività nei cittadini, la quale sola è la vera sorgente della ricchezza, e questa poi alla sua volta perderebbe gran parte del suo valore materiale e morale. In merito del nostro argomento noi vediamo che non vi è penuria di Casse di Risparmio nè in Italia nè fuori ; non solo ogni centro principale, ma anche secondario ne è generalmente provvisto, e restano quasi solo i piccoli paesi per i quali avrebbe giovato il provvedere. Ma come non provvede lo Stalo all i estensione di tanti altri utili servizi ai piccoli paesi, potrebbe forse, lo diciamo solo in ipotesi, a- stenersi anche da questo; od almeno limitarsi a provvedere a questi piccoli paesi soltanto. Ma le Casse dello Stato lavorano anche nei grandi centri, o più attivamente, e in questi non vi sono necessarie, perchè vi esistono quelle private, e il lavoro di quelle è una concorrenza manifesta al lavoro di queste; l esempio dell Inghilterra ne è prova evidente. Che se in questi grandi centri sono preferite per le maggiori facilitazioni procurate al pubblico, bastava stimolare quelle private a conformarsi meglio alle crescenti necessità od esigenze del pubblico. Se per lo Stato non è solo un dovere, ma, anche un interesse di non creare inciampi al più esteso sviluppo delle attività privata, quando è sufficiente, l istituzione delle Casse di Risparmio dello Stato non corrisponde di certo a questo principio; epperò non ci pare punto comprovata la necessità che si occupi di questi servizi. In quanto poi al danno eventuale che ne può derivare allo Stato, ci pare propriamente manifesto. Cumulate una buona volta delle somme grossissime nelle sue casse, come può provvedere ai rimborsi in un momento di crise? L autore dice bastare che le Casse di Risparmio abbiano preveduto e statuito nei regolamenti di potere limitare i rimborsi, ancoraché in tempi normali si pratichi il sistema di effettuarli a vista. Ma il guadagno di tre o quattro mesi di tempo è troppo poco per superare delle crisi, in specie se dello Stato, che hanno motivi più politici che altro, e che non si vincono così per fretta. Di più mentre il danno dello Stato può essere immenso, quello dei cittadini diviene certamente generale. Limitati prima, e forse dopo sospesi anche per necessità i rimborsi, non si avrà un dissesto locale come può produrlo una Cassa privata, ma esteso a tutto lo Stato. Poi la Cassa privata, se solida, può attingere risorse dalle altre, ma non lo Stato che non può rivolgersi che al pubblico, che in quelle contingenze appunto è quello che ne diffida. Finora, atteso la novità della cosa, non abbiamo assistito a così triste prova; ma qualora avvenisse, potrebbe forse esser causa di un danno irreparabile. E! esperimento che si va a fare in Olanda porterebbe ad una stranissima situazione : creato per qualsiasi circostanza un panico qualunque, sarebbero ufizi dello Stato quelli che si adoprerebbero necessariamente a rendere più acuta la crise, col prestarsi in forza della legge a facilitare il passaggio dei capitali dalle Casse ove lo Stato versa i depositi che riceve, in quelle delle Società private. Che se si è creduto di impedire il forte agglomeramento dei capitali e i danni conseguenti con le restrizioni portate in qualche legge, queste non hanno nessun valore pratico : perchè non vi è modo alcuno di impedire ad una persona di rendersi proprietario di tanti libretti quanti occorrono per formare la somma voluta. E così aperta la via all accumulamento dei grossi capitali, resta aperta ancora a tutti i danni che ne possono derivare. Non esiste adunque che una sola vera difficoltà, ed è quella di provvedere ai piccoli paesi. Ma quando lo Stato ha messo gli uffici di Posta a disposizione delle Casse di risparmio della Provincia non ha fatto tutto ciò che può fare? Che se poi per motivi di opportunità si volesse, per l indolenza delle Casse private, provvedere a questi piccoli paesi occorrerebbe almeno che lo Stato favorisse I impianto di una istituzione speciale, ma con la minore sua ingerenza possibile. E potrebbe trovarsi di fronte a questa nelli stessi rapporti in cui si trova di fronte a certi Istituti di credito, e col diritto quindi di imporle certi determinati servizi locali. La nuova legge olandese entra alquanto in questo ordine di idee col disporre che vi sia un consiglio di amministrazione rinnuovabiie, sebbene la sua nomina come quella del capo di questo servizio sia deferita al Capo dello Stato; ma affida i depositi alla Banca dei Paesi Bassi prescrivendone la speciale occupazione : per la metà in obbligazioni dello Stato, o dei Municipi e di altri enti amministrativi e

5 12 ottobre 1879 L ECONOMISTA 645 per l altra metà in anticipazioni a tre mesi sopra valori accettati dalla Banca stessa : se ciò non è molto è pur sempre un passo notevole verso I autonomia di questa istituzione. Sotto questo rapporto la legge italiana, stabilisce soltanto la separazione del Capitale affidandolo alla Cassa Depositi e Prestiti. Ma di fronte al pubblico sta il fatto che è la Posta cbe fa questo servizio, e i Libretti sono emessi in nome di questa Amministrazione, nè al pubblico in generale risulta come e dove vadano ad essere amministrati questi Capi tali; e la Cassa Depositi e Prestiti infine è auch essa un amministrazione dello Stato, e il suo personale dirigente ne dipende direttamente. A nostro avviso per altro e personale e capitale dovrebbero restar fuori da ogni ingerenza dello Stato. La astensione assoluta è il miglior sistema di tutti : ma se è strettamente necessario in certi dati casi il suo intervento, sia soltanto indiretto, lasciando alla attività privata la responsabilità della gestione, e togliendo in modo assoluto ogni ombra di sospetto che il Capitale possa servire per esempio a limitare l emissione dei Buoni del Tesoro, o a qualsivoglia altro servizio di Tesoreria. I BILANCI DI PRIMA PREVISIONE PEL 1880 I B IL A N C I D E L L A S P E S A M IN IS T E R I D E L T E S O R O E D E L L E F IN A N Z E II ministro che ha usato una lodevole diligenza e criterii assai rigorosi nella previsione dell entrata, ha volido librare con giusta misura anche i capitoli dell uscita. Non ha quindi da una parte azzardato di restringere, per comodo della formazione del bilancio, le previsioni delle spese entro limiti i quali dovessero poi nel fatto essere superati, promettendo bensì di esigere la massima parsimonia -nell' ordinarle, e d altra parte si è trovato costretto, come egli stesso ci dice, di correggere alcune previsioni che, tenute negli anni scorsi alquanto al disotto dei veri bisogni del servizio, hanno richiesto poi, o prelevamenti dal fondo di riserva, o consumi di dotazioni, o procrastinamenti di spese di manutenzione che in buona linea amministrativa non si dovrebbero ammettere. Dello avere così prudentemente operato non saremo certo noi che vorremo lesinargli gli elogi. Da queste cagioni, aggiunte alle maggiori spese deliberate dal potere legislativo, deriva principalmente l aumento di L. 8,619,422. che troviamo nella cifra complessiva della spesa del 1880 in confronto con gli stanziamenti definitivamente approvati por l anno corrente. La spesa per l anno venturo, escluse le partite di giro, ma comprese le somme da erogarsi nelle nuove costruzioni ferroviarie, sono calcolate, come abbiamo visto, in L. 1,304,392,928, non tenendo conto dei progetti di maggiori o nuove spese cbe pendono dinanzi al Parlamento e di quelli che non sono stati ad esso presentati, ma che pure sono in predicazione. Di questa cifra una buona metà appartiene al Ministero del Tesoro, cioè lire 690,762,497, di cui lire 673,496,377 spettanti alla parte ordinaria e L. 17,266,119 a quella straordinaria. La spesa effettiva del Ministero del Tesoro in apparenza diminuisce di fronte ali anno scorso di L. 793,855, ma in sostanza essa invece ne è maggiore di L. 1,906,144, ciò che deve principalmente attribuirsi alla spesa rappresentata dalla restituzione dei depositi effettuati per adire agli incanti governativi, restituzione che si suppone di sole L. 3,400,000 in luogo che di L. 6,000,000, come era prevista l anno scorso ; ma questa diminuzione è puramente figurativa perchè ha identico riscontro nell entrata con una diminuzione corrispondente dei depositi effettuati, e noi non ci sappiamo capacitare adesso come non ci rendevamo conto I anno scorso del motivo per cui questo capitolo non figuri al suo posto, cioè fra le Partite di giro. Le variazioni più importanti che producono quella modificazione nella spesa complessiva del Ministero del Tesoro, sono le seguenti : Nella Spesa ordinaria si accrescono di L. 3,980,801 i pagamenti per la rendita consolidata 5 per cento ; al quale aumento contribuiscono principalmente i 3 milioni di rendita emessi per provvedere alle spese ferroviarie da compiersi prima dell attivazione della nuova legge, e le L. 2,951,810 di rendita iscritta per l indennità concessa al comune di Firenze. Queste somme figurano soltanto per la metà nel bilancio del 1879, cioè per la parte afferente al secondo semestre, mentre dovranno figurare per l intiero nel bilancio dell anno venturo. Di altre L. 3,500,000 si aumenteranno pure gli oneri dello Stato nel prossimo anno per far fronte al pagamento degli interessi e dell ammortamento dell anno 1880, del titolo ferroviario da emettersi neil anno medesimo, affine di procurare la somma di L. 60,000,000 che viene stanziata nel bilancio dei lavori pubblici per le spese di costruzione della nuova rete ferroviaria. Di L. 1,446,164 aumenta la garanzia che si presume di pagare alle società concessionarie di strade ferrate portandola da L. 44,743,000 a lire 46,189,000. a motivo principalmente delle L. 803,000, ohe si calcola di corrispondere in più alla Società delle Ferrovie Sarde per la maggiore estensione di linee, e delle L. 1,145,000 che saranno dovute alla linea Palermo-Trapani. In base al prodotto del I o semestre 1879 si calcola una diminuzione di L. 357,000 nella sovvenzione alle Meridionali e di L. 471,000 in quella alle Romane. Tra le maggiori spese vengono quindi L. 207,800 che si suppongono richieste dall applicazione del nuovo organico stabilito per le avvocature erariali in dipendenza della legge 14 agosto 1879 che estende il patrocinio legale delle avvocature anco all Amministrazione dei Fondo per il Culto e che ne istituisce una a Catanzaro. A fronte di questa maggiore spesa sta per altro il compenso di Lire 65,000 che il Fondo per il Culto corrisponderà per il servizio prestatogli ed il risparmio di lire 35 mila che il governo realizzerà per le spese legali degli affari che -si tratteranno a Catanzaro. Un aumento di L. 95,852 è richiesto dalla questura della Camera dei Deputati per provvedere alle spese di questa; un altra di L. 44,445 corrisponde ad un semestre dell indennità presunta dovuta al personale della direzione generale del debito pubblico che trasferisce la sua sede in Roma e finalmente un aumento di L. 71,000 rappresenta la maggior somma riconosciuta necessaria per riparare i guasti arrecati dalle dirotte pioggie della decorsa primavera ai Canali Cavour. La somma stanziata per l ammortamento dei debiti nella categoria seconda Movimento di capi

6 646 L ECONOMISTA 12 ottobre 1879 tali ammonta a L. 74,212,393 in luogo che a L. 73,904,781, con un aumento cioè di L. 24?,013 di fronte all anno corrente. Nella spesa straordinaria I aumento più rilevante è quello che porta da L. 7,333,000 a Lire 7,434,470 il sagrifioio occorrente per i pagamenti da farsi in oro, onde soddisfare gl' impegni che il Tesoro ha assunti verso l estero nei quali non sono compresi ben inteso i pagamenti per provviste di materiali eoe. che non riguardano la spesa del Ministero del Tesoro. La spesa del Tesoro al! estero è presunta a Lire 100,784,705, nella quale si calcola di erogare L. 104,040,000 ricavabili dalle dogane. Sulle rimanenti L. 36,744,703, aggiunte alle altre somme che il Tesoro deve pagare m oro all interno, l aggio è calcolato al saggio medio del Voglia il cielo che un tale calcolo possa risultare esatto ; ina se dovesse giudicarsi deli avvenire dalle circostanze presenti e dalla piega che sembrano prendere gli avvenimenti che hanno sull aggio un influenza predominante, non potrebbe apparire scevra di soverchio ottimismo questa previsione di un saggio medio dell IO 0[0 e non potrebbe disgraziatamente sembrare calcolo esagerato! aumentare di un quarto, se non più, la previsione della spesa eh esso dovrà accagionare. Di fronte agli aumenti di spesa che siamo v e nuti enumerando stanno le seguenti principali diminuzioni nella parte ordinaria del bilancio; L. 891,783 per minori interessi e premi sui debiti redimibili in relazione alla loro graduale ammoriizzazione, avvertendo che una parie di questa somma va ad aumentare il fondo d ammortamento. La diminuzione a questo capitolo avrebbe dovuto essere molto maggiore se nou avesse servilo ad attenuarla la somma di L. 1,043,700 che il governo calcola di spendere in più pel servizio degli interessi sulle obbligazioni dell Asse ecclesiastico, in conseguenza della ingente quantità di queste obbligazioni che venne alienata nel primo semestre dell anno corrente e che rimane tuttora in circolazione; si calcola a L. 32,378,900 il valore complessivo delle obbligazioni che rimarranno sul mercato nell' anno venturo. Un altra diminuzione di L. 1,405,999 si verilicherà per minori interessi e premi sulle obbligazioni delle società anonime per la vendita dei beni demaniali, della Regia dei tabacchi, della ferrovia Asciano-Grosseto. L. 2,935,210 si calcola di spendere in meno per gl' interessi sui buoni del Tesoro. Lire 101,600 minor spese di esercizio della Zecca di Roma che si realizzeranno specialmente se rimane fermo il divieto stabilito dalla convenzione monetaria del 5 novembre 1878 di coniare moneta d' argento. L. 105,000 per minori spese di Amministrazione e per minori sovrim poste provinciali e comunali sopra i beni dell asse ecclesiastico a cagione del decrescimento di questo patrimonio in conseguenza delle vendite effettuate. Nella parte della Spesa straordinaria si trova una diminuzione di : L. 1,248,892 nei debiti variabili dello Stato per diminuzione degli interessi dovuti a stabilimenti di credito sopra le loro anticipazioni statutarie ; per minori rate arretrate, dovute sopra rendite di debit0 pubblico di nuova creazione specialmente poi per un minor resto delle somme da pagarsi per indennità delle espropriazioni fatte per opere di fortilicazione dal governo austriaco: L. 235,989 nelle pensioni straordinarie; L. 400,000 che lo Stato ebbe a pagare I anno scorso in rimborso di un credito verso il comune di Erancolise, che è adesso completamente saldalo. Il bilancio della spesa del Ministero delle Finanze completa, per cosi dire, quello del Tesoro. Esso ascende, escluse le partite di giro, a L. 115,866,719 nella parte ordinaria ed a 954,400 nella straordinaria, presentando complessivamente in confronto alle previsioni per 1 anno corrente una diminuzione di L. 611,900, diminuzione che anco in questo caso è più che altro apparente e che si riduce di assai quando si tenga conto che fra le diminuzioni tigurauo un milione per vincite al lotto, le quali trovano riscontro nell eiitrata con un minore prodotto delle giuncate; è vero altresì che tigurauo fra gli aumenti della spesa L. 500,000 per rimborsi dovuti agli esattóri in pendenza delle operazioni relative all ìdeulilicazioue degli immobili già devoluti al demanio, somma, la quale trova perfetta corrispondenza tu un aumento dell entrata. Del rimanente i principali aumenti sono formati nella Spesa ordinaria da; L. 9 /5,0 0 0 nella corresponsione ai Comuni di un decimo del provento netto dell imposta sopra alcune categorie dei redditi di ricchezza mobile. Aumento che deriva nella massima parte dall essere stato il decimo dovuto ai comuni nel 1879, anticipato per una certa porzione nel 1878 e in parte anco dall aumento di questi redditi ; L. 100,000 per aumento negli aggi di esazione ai ricevitori del lotto; i resultati avendo dimostrata insufficiente la somma stanziata per l anno corrente; L. 112,000 per maggiori spese nella riscossione della tassa di labbricazione degli alcools, della birra, ecc., in seguito all applicazione dei nuovi metodi di riscossione, dai quali per altro, coinè abbiam visto, è calcolata una maggiore entrata; L. 200,000 per maggiori restituzioni di diritti sui prodotti esportati che contengono zucchero, in seguito all applicazione dell'ultima legge la quale aumentava il dazio sopra questa derrata e per l'aumento che le crescenti entrate doganali portano nella quota di rimborso dovuto alla Repubblica di S. Marino. Le maggiori diminuzioni presentate da questo bilancili nella Parte ordinaria, dopo quella che abbiamo già accennata relativa ai minori pagamenti per vincite al lotto, si riferiscono per L. 787,600 alla legge che abolisce la tassa di macinazione sul 2 palmento e che porta di conseguenza una diminuzione nelle spese occorrenti per l applicazione della tassa stessa. Nelle spese relative all amministrazione esterna del demanio e delle tasse sugli atfari, si trova una diminuzione di L. 39,y56 dovuta per la quasi totalità ai minori aggi di esazione ai contabili pei minori introiti che si presume conseguire dalle tasse sugli altari. Nella Parte straordinaria del bilancio, le sole variazioni che si trovano consistono in una diminuzione dì L. 706,183, dovuta a spese che cessano e che si riferivano a costruzione di fabbricati destinati al- 1 amministrazione esterna delle gabelle, un altra di L. 15,000 per cessazione di assegni di disponibilità

7 42 ottobre 1879 L ECONOMISTA 047..crii impiegati dell amministrazione finanziaria ed una maggiore spesa di L da impiegarsi nelle spese occorrenti alla Commissione d inchiesta sui tabacchi per aquisti di libri, stampa di memorie e traduzioni delle leggi e disposizioni estere concernenti questa materia. QUESTIONE ANNONARIA La crisi industriale, gli scarsi raccolti, le eruzioni, le inondazioni che portarono seco tante rovine e tanti disastri, dovevano naturalmente trarre le menti a pensare ai rimedi! più atti a scongiurare i mali presenti e quelli più gravi che a buon dritto si temono all avvicinarsi della stagione invernale. E come avviene sempre in simili circostanze accanto alle idee sane, se ne sono affacciate delle storte, e i pregiudizi e gli errori hanno fatto capolino. A vero dire, la via da tenersi pareva tracciata. Quando si tratta di casi eccezionali e straordinari, ciascuno ha ) obbligo morale di fare quel che può per rendere meno sensibile il danno. La carità, la filantropia debbono mettersi in moto ; lo Stato e i Comuni hanno a concorrere in quest opera con mezzi opportuni, consentanei alla loro natura, nei limiti delle loro forze. E tutto questo si mostra disposto a fare il nostro paese, anzi, per essere più esatti, in qualche parte questo ha cominciato a fare. Se non che una polemica assai viva si è sollevata in seguito a un singolare incidente. Alcuni sindaci della provincia di Treviso, provata pur troppo dalla sventura, vollero riunirsi per avvisare al riparo; ma sembra che alcuni di essi facessero proposte non del tutto approvabili ed esprimessero teorie non senza pericolo. Infatti, se ciò che i giornali ne hanno detto è vero, non solo si accennava da alcuni all idea di promuovere opere non richie ste dai bisogni attuali di quei Comuni, quanto a quella gravissima di fare una inquisizione sulla fortuna dei proprietari ailo scopo di sapere chi sarebbe stato al caso di fare anticipazioni ai contadini. Prima di tutto una simile ingerenza dei municipii negli affari privati varcherebbe evidentemente i limiti della legge. Ma quello che è peggio si è che in tal modo si verrebbe all altra conseguenza anco più dannosa di radicare nelle menti delle moltitudini il concetto, al quale s ispirava la ormai vecchia e speciosa dottrina del diritto al lavoro, distruggendo il sentimento della responsabilità personale, che è la base più sicura di ogni progresso. Ciò che invece bisognerebbe insegnare si è che quella dottrina, predicata con tanto calore da Louis filane or son più di treni anni, è falsa perchè parte da una premessa falsa, che cioè i ricchi abbiano spogliato i poveri di quei beni che la natura aveva concesso a tutti, e che per conseguenza i primi siano tenuti ad offrire un compenso ai secondi, dal momento che la proprietà è un male necessari. Ora la natura non aveva dato a tutti gratuitamente che erbe, radici e frutti salvatici, ed è per lo meno strano accusare la proprietà e il capitale di avere spogliato gli altri di beni che senza la proprietà e il capitale non sarebbero esistiti. Il lavoro, di qualunque genere sia, ha al pari della pr prietà e del capitale diritto alla protezione della legge, perchè la sua libertà non venga offesa, perchè non sia violata la santità dei contratti. Al di là di questo, la società non ha obbligo di sorta e perchè non è la società, (e in questo caso la società sono i ricchi) che ha messo al mondo i poveri, e responsabili di fronte ai figli sono tutto al più i genitori che li hanno messi al mondo. Se l autorità dovesse fornire il lavoro manuale a chi ne manca o per imprevidenza, o per cattiva condo'ta, o per digrazia, non vi sarebbe nessuna ragione perchè non avesse a procurare malati, clienti, o scritture ai medici, agli avvocati, agli artisti drammatici o ai cantanti che non ne trovano. Non bisogna confondere un dovere morale negli uni con un diritto negli altri. Tanto varrebbe elevare a delitto qualunque aziono intrinsecamente immorale. Si potrebbero senz altro riaccendere i roghi della Sacra Inquisizione. 1 nostri lettori non crederanno certo che noi vogliamo predicare la dottrina dell egoismo; da questo sospetto ci salveranno, confidiamo, le cose da noi dette in principio e l affettuosa cura colla quale siamo andati continuamente studiando le istituzioni che possono migliorare le condizioni morali e materiali delle plebi ed inalzarle a dignità di popolo. Ma al tempo stesso crediamo stretta giustizia dare a ciascuno il suo «suum cuique tribuere» e non ci pare che un individuo, per quanto possa essere inumano 0 brutale, debba per questo essere accusato di furto. D altra parte è nell interesse stesso delle classi operaie che la questione venga posta nei suoi veri termini, poiché in fin dei conti! errore non giova a nessuno. Ma basti su questo punto e passiamo ad altro. Ci è parso singolarissimo che il Sole nel numero del 2 ottobre in mezzo a tante buone cose e a tanti luoghi comuni intorno al còmpito dello Stato, alla utilità del risparmio, ecc. ecc., venga ad accagionare dei mali eccezionali, che travagliano il nostro paese, 1 trattati del 1865, i quali dovevano essere una cuccagna per gli economisti! Quest articolo somiglia come una goccia d acqua a quelli che l on. Rossi ci ha così spesso regalati nelle colonne di quel periodico. Decisamente, è una fissazione. Vero è che gli economisti (per lo più tutta gente per cui, trattati o no, la cuccagna non c è dì certo!...) hanno sempre creduto utile procedere per gradi all attuazione dei principii del libero scambio, e qui in Italia trovavano due esempi dì piccoli Stati, Toscana e Piemonte che li confermavano nella loro opinione. Non negarono mai che il trattato colla Francia avesse molti difetti e che il fine politico non prevalesse talvolta alle convenienze economiche. Ritennero quindi opportuno il tornarvi sopra. E noi lo ritenemmo del pari, e se il progetto del nuovo trattato che poi andò a monte, in mezzo a certi pregi ci parve avesse gravi mende tantoché non ci meravigliò la sua caduta, di cui si fece molto inop portunamente una questione di dignnità nazionale per ragioni che a noi non importa indagare, è un altro paio di maniche e non ha che vedere colla questione. Ma che mentre una grave crise travaglia tutto il mondo commerciale, ci sia da farsi caso che travagli l Italia, tanto meno potente di altri Stati, non è cosi da farne le maraviglie, e l attribuire i mali presenti al libero scambio ci apparisce una strana asserzione. Anco gli scarsi raccolti, le eruzioni e le inondazioni sarebbero per avventura effetti dei libero scambio?

8 648 L ECONOMISTA 12 ottobre 1879 Che rovinare la nazione, sia rovinare lo Slato niuno è che lo metta in dubbio; che il lanciarsi nel gran vortice delle costruzioni ferroviarie mentre abbiamo il corso forzoso e il disavanzo ricompare minaccioso nel bilancio, non sia cosa provvida, sarà ammesso facilmente da molti. Ma che la moderata protezione che il Sole domanda possa essere la panacea universale, sarà ritenuto certo da alcuni Industriali, ma non potrebbe essere ammesso da quello che Michele Chevalier chiamava argutamente il volgo oscuro dei consumatori. 0 perche non si protegge anco l agricoltura per rinnovare le carestie dei tempi passati con tutto il loro cupo corredo di malattie e di morti! Meglio inspirato, I on. Luzzatti in un discorso tenuto a Treviso, ha ben delineato ciò che spetta allo Stato, il quale può spingere alcune costruzioni già decretate e ciò che spetta ai Comuni, i quali invece di sciupare i danari dei contribuenti in lavori inutili, possono provvedere a quelli utili, come ad esempio a formarei consorzi d irrigazione. L oratore riconobbe che 1 usura è un tarlo roditore per l agricoltura, ma ritenne giustamente che le leggi dirette a impedirla sieuo inefficaci, checché ne pensi in contrario il Gran Cancelliere tedesco. Ciò che egli consiglia è la estensione del Credito agrario. Questo esiste già nella provincia Trevisana e solo si richiederebbe un perfezionamento d el/ agricoltura e qualche riforma nella legislazione civile per favorire quella estensione. Chi ponga mente alla natura dei lavori agricoli comprende che c è bisogno di prestiti a lunga scadenza, almeno di un anno. Quindi I' on. Luzzatti propone che si prosegua 1 o- pera già felicemente iniziata dalle banche popolari e che queste creino dei buoni agrari a scadenza (issa. Quelle banche nella provincia di Treviso sono otto, con un capitale già versato di mezzo milione e con 2 milioni e più di conti correnti di varia specie. Questo consiglio dell on. Luzzatti, come pure quello di favorire la formazione di società cooperative di consumo, è savio, quantunque, se ascoltato, non potrebbe produrre utili effetti che col- I andare del tempo. Per oggi Stato, Comuni, privati debbono concorrerò volenterosi a sollevare tante miserie; ma sarebbe la più grande delle sventure se per un lodevole sentimento di umanità, ci lasciassimo trascinare a confermare indirettamente nelle menti incolte principii sovversivi di ogni civile consorzio. LA COMMISSIONE D INCHIESTA sull esercizio delle Ferrovie iu Napoli Seduta del 23 settembre 1879 La Commissione d inchiesta sulle ferrovie italiane tenne in quel giorno la sua prima seduta a Napoli, nella sala del Consiglio comunale, presenti gli onorevoli senatore Brioschi presidente, il generale Cadorna, Verga e Bembo senatori, e i deputati La Porta, Genala e Monzani. Innanzi tutto la Commissione ha dichiarato che essa, ligia al suo mandato, e come ha fatto annunciare dai giornali, acco da la parola a chiunque, poiché non crede doversi limitare ad interrogare le sole persone competenti. Vennero in primo luogo chiamati a deporre parecchi degli agenti superiori dell amministrazione ferroviaria, fra i quali meritano speciale menzione, per le importanti informazioni date sulle rispettive attribuzioni, i signori: Antonio Bonetti ispettore del movimento; l ing. Vigilante; il sig. Serafino Tarantini sotto-commissario per le Ferrovie Romane; il cav. Carlo Spongia capo sezionò pel traffico e movimento; l ing. Lodovico Martinoli capo sezione del servizio del materiale e trazione. L organizzazione del servizio ferroviario per tutto ciò che riguarda l andamento generale tecnico ed amministrativo, è stato il tema esclusivo degli interrogati, e le deposizioni da essi fatte concordano tutte nell affermare che ogni cosa procede colla massima regolarità e nel modo migliore. Si è parlato in special modo sulla qualità e sullo stato del materiale mobile, sui lavori in corso o di esecuzione recente, sul movimento dei treni, trasporti di militari, ritardi e loro cause, ed in generale anche sul modo col quale vengono mantenuti dalle società gli impegni contratti col pubblico e col governo. Hanno risposto quasi tutti affermando che ogni cosa procede nel miglior modo possibile. Merita d esser notata la deposizione dell ingegnere Martinoli sulle costruzioni che vengono eseguite nello stabilimento di Pietrarsa. Egli ha dichiarato che prima difettavano in qualche parte, ma che adesso si nota un grandissimo' progresso e tutti i lavori che si fanno in quella officina, possono sostenere la concorrenza, sia per la qualità come pel costo, con qualunque altro reputato opificio italiano o straniero. Vengono quindi interrogati il cornili. Alessandro Betocchi, i! comm. Arduin direttore della Banca napoletana, il sig. Hirsch negoziante tedesco, il quale ha parlato delle tariffe che, a suo avviso, sono troppo alte e troppo complicate; e finalmente due ingegneri privati, uno dei quali ha suscitato una certa ilarità allorquando ha voluto sostenere che le provincie meridionali non han.:o bisogno di nuove ferrovie, perchè vi sarebbero inutili, mancando la superfìcie ed il terreno produttivo. Il comm. Betocchi parlando in nome della Camera di Commercio ha accennato alla necessità di congiungere con la ferrovia, il porto mercantile e la stazione, ed ha dimostrato come, per le condizioni speciali del porto, i bastimenti non possono approdare al lido. Ha parlato pure assai diffusamente delle tariffe, rilevandone la esorbitanza e gli inconvenienti che da queste derivano ai commerci. Il comm. Arduin, dietro domanda del presidente, ha detto che in Napoli esistono pochissimi azionisti delle ferrovie, e che l organizzazione amministrativa delle società non corrisponde allo scopo. Trova sbagliato il modo col quale sono composti i Consigli d amministrazione, e soggiunge che le attribuzioni e la responsabilità loro non sono ben delineate. Interrogato dal Comm. Brioschi se convenisse meglio affidare l esercizio delle ferrovie ad una società privata o rendere il servizio governativo ha risposto che una società privata contenterebbe certamente meglio il pubblico e risponderebbe meglio ai suoi obblighi. Ha per altro deplorato il modo come il sindacato dei bilanci, è ora organizzato Ha diritto di rivedere i complessi bilanci, delle ferrovie chi ha maggior numero di azioni. Non seni-

9 12 oltobre 1879 L ECONOMISTA 649 pre quindi sono riveduti e corretti, da persone competenti, perchè il denaro non è l equipollente della capacità. Nella seduta pomeridiana l ingegnere Angelo Carre'li dichiarò essere per l esercizio privato e non pei governativo; parlò del combustibile della lignite che in più profondi strati si dovrebbe trovar più buona; crede impossibile decifrare le tariffe, che è necessario semplitìeare, distruggendo il trattamento unico. Il sig. Emilio Hirseh tedesco e negoziante fece voti per l esercizio governativo, per 1' unitìcazione delle tariffe, per la riduzione di esse. L ingegnere Pasquale Sasso disse l esercizio g o vernativo più utile, ma preferibile il privato! Seduta del 24 settembre È stato interrogato per primo, ii comm. Marlorelli, consigliere di amministrazione delle ferrovie dell Alta Italia. La sua deposizione si è specialmente aggirata su molte questioni relative all esercizio delle ferrovie, ed ha esposte alcune sue vedute speciali sull im portante problema, e sul modo di risolverlo convenientemente. Ha quindi dichiarato che, in apposita memoria, rimetterà all on. Commissione le sue osservazioni su questa e su molte altre questioni riguardanti l organizzazione ferroviaria. L'on. Incagnoli, a nome del commercio napoletano, del quale ha esposte le condizioni miserevoli, ha insistito pel congiungimento del porto alla stazione; ha purlatato del liscalistno che è la rovina economica del paese, ed ha pure accennato alla difettosa organizzazione dei facchini di dogana. 11 prof. Alberto Errerà ha parlato lungamente, e con grande competenza, del servizio dei tramways nei sui rapporti con le ferrovie ordinarie. Ha esaminata la questione dal lato tecnico, giuridico ed ammininistrativo, ed ha deplorato che in Italia manchi una legge regolatrice di questa industria dei tramways. Ha passato in disamina il titolo V della legge 20 marzo 1856 e i modi coi quali venne interpretato dal Consiglio di Stato, e poscia come sia stata pure interpretata dal medesimo Consiglio l altra legge del 20 novembre Ha messo poi a confronto le varie leggi estere colle condizioni attuali italiane; ed ha conchiuso dimostrando la necessità che sia preso un provvedimento legislativo per togliere la condizione nella quale si trovono attualmente i concessionarii dei Tramways, obbligati continuamente a ricorrere al Consiglio di Stato; ed a titolo di lode per Napoli, ha dichiarato che, sebbene qui non si sieno incontrate le difficoltà della concessione Milano-Monza, eec., pure anche qui si riconobbe l urgenza di un provvedimento inspirato ai bisogni locali, ed ha tracciato egli stesso le norme che reputerebbe acconcie a regolare questa materia in attinenza col servizio delle ferrovie. È stato inteso poscia il sig. Silvio Buonoconto che ha detto riserbarsi sottoporre in iscritto alla Commissione taluni sui criteri, ma che intanto si permetteva richiamare l attenzione sul diverso trattamento dei coloniali, che, spediti da Genova, godono di una tariffa di favore, la quale, non essendo accordata per le spedizioni da Napoli, mette i nostri negozianti nella in.,possibilità di lottare con quelli di Genova. Ha aggiunto doversi accordare riduzioni I per ragione di peso sulle carte da tappezzeria e sui concimi senza condizione di provenienza. Ha chiesto per le merci in transito e destinate oltre mare l esenzione dei dritti di magazzinaggio almeno per giorni tre, come vieti praticato a Trieste dalla Sud- Babn e in altri punti importanti di transito. Il sig. Questo ha pure parlato a nome del commercio napoletano, facendo specialmente risaltare la gravezza delle tariffe ferroviarie vigenti. Prima di procedere alla terza ed ultima adunanza, la Commissione si è recata a visitare Pietrarsa ed i Granili. Seduta del 26 settembre Dopo un giorno di riposo la Commissione d inchiesta compiva nella terza seduta il suo lavoro. Primo ad essere interrogato è stato I ingegnere Boubé, rappresentante la Società d industrie nazionali e di costruzioni metalliche, diretta dal sig. Cottrau ed ha deposto sui rapporti fra le industrie e le ferrovie, deplorando non pochi inconvenienti che derivano alle prime, dal modo poco regolare col quale quest ultime funzionano. In seguito ha dimostrato la necessità di una riforma delle tariffe, ed ha fatto segno di vivacissime critiche l attuale sistema degli appalti. Il cav. Luigi Turco, rappresentante la ditta Pattison, ha rilevato 1 inconveniente di alcune voci, che vengono tassate oltre misura, ridettemi il materiale adoperato nella lavorazione dei prodotti industriali. Eguali lamenti sul servizio ferroviario vengon mossi da un negoziante di frutta. Il signor Carlo Cocciola capo stazione delle ferrovie romane, ha esposto alcune sue osservazioni sul servizio ferroviario in genere e sulle tariffe in particolor modo. Il sig. Giuseppe Fontana ex-impiegato delle Romane si è lamentato perchè dopo 15 anni di lavoro è ora costretto a vivere elemosinando. Il prof. Beriola ha parlato di alcune modificazioni da introdursi nel sistema dei biglietti di abbuo- namento, ed ha dichiarato che trasmetterà in inscritto alla Commissione le sue osservazioni in proposito. La Commissione quindi si è particolarmente o c cupata delle condizioni tecniche ed economiche dello stabilimento di Pietrarsa, ed a questo proposito ha voluto interrogare il comm. Ludovico Arduin, il cav. Giovanni Gallarati, ed i comm. Cigliano e Passerini. È notevole la deposizione di quest ultimo, il quale ha fatto una storia minutissima delle attuali condizioni dell importante stabilimento. Ila parlato del lavoro che vi si fa, ed ha soggiunto che, per ora, la sua esistenza è assicurata ; ma che è necessario preoccuparsi dell avvenire in quanto che non giova farsi illusioni, perchè la mancanza di capitali, di montatura e di specializzazione di lavoro, pongono i'offìeina di Pietrarsa nella condizione di non poter sostenere la concorrenza con l industria estera. Dopo tali interrogatori, l on. Presidente ha dichiarata chiusa l inchiesta in Napoli.

10 650 L ECONOMISTA 12 ottobre 1879 Le Scuole d 'a r t i e mestieri e d arte applicata a ll'in d u stria Il Ministro di agricoltura industria e commercio ha diretto ai Prefetti, Sotto-prefetti, alle Deputazioni Provinciali, alle Camere di Commercio, ai Municipi e ai Consigli Provinciali scolastici la seguente Circolare intesa a promuovere la fondazione di scuole d arte e mestieri e d arte applicata all'industria. Roma, addi 7 ottobre Fra le istituzioni affidate alle cure del Ministero d Agrieoltora, Industria e Commercio sono le scuole d arti e mestieri. Esse mirano a formare operai eletti, e abili capi-operai, sotto-direttori di fabbrica, capi.di piccoli opitici, e lavoratori per proprio conto, fornendo quegli insegnamenti di scienza, e di arte applicate all industria, cui non può in alcuna guisa sopperire la sola pratica dell officina. Alcune fra siffatte scuole hanno corsi diurni per gii adolescenti, sebbene v aggiungano talvolta lezioni serali per gii adulti. A questa specie di scuole d arti e mestieri i miei predecessori rivolsero cure solerti a partire dal 1869, e parecchie fra esse hanno fatto ottima prova; basti ricordare, per tacer d altre, quelle di Biella, di Savona, di Venezia, di Firenze, di Sesto Fiorentino. Ma le scuole d arti e mestieri a lezioni diurne possono attecchire e prosperare soltanto nelle grandi città, o in quelle città minori che accolgono ragguardevoli gremii di popolazione industriale; poiché ivi soltanto si può trovare un novero bastevole di famiglie operaie così agiate ed intelligenti da mandare i loro figliuoli, dopo la scuola elementare, a quella d arti e mestieri, anziché trarne immediato profitto inviandoli all officina, oppure v esistono, in numero sufficiente, industriali accorti e filantropi, disposti a consentire che gli operai più giovani tolgano, senza diminuzione di salario, alcune ore del giorno all officina, per consacrarle alla scuola. Dove queste condizioni non si verificano, la scuola d'arti e mestieri diurna se ne è già avuto qualche esempio intristisce e muore per scarsità di allievi. V ha però un altra specie di scuole d arti e mestieri più modeste, ma non meno feconde di utili effetti, che, pur mirando agli stessi fini delle altre onde ho tenuto parola, forniscono l istruzione agli adolescenti insieme e agli adulti, soltanto iu ore serali e nei giorni di domenica. Occorre appena avvertire come io intenda qui alludere a quelle scuole serali e domenicali dove si porgono insegnamenti di scienza e d arte con applicazioni industriali, e non a quelle volte soltanto a fornire o compiere l istruzione elementare agli adulti. Ora queste scuole d arti e mestieri serali e domenicali possono accrescersi e moltiplicarsi più assai di quelle che danno insegnamenti diurni. Anzitutto, anche nei maggiori centri di popolazione e d industrie, i giovani appartenenti a famiglie operaie ai quali, percorsa l elementare, sia dato ascriversi ad un'altra scuola diurna, sono ben pochi a paragone dei moltissimi operai, giovani e adulti, che possono agevolmente assistere ad uno o più corsi di lezioni serali e festive. Inoltre questa seconda specie di scuole d arti e mestieri (l esperienza 10 dimostra), pnò attecchire e dar buoni frutti anche nei minori centri di popolazione e là dove non esistono grandi industrie, giacché esse possono reclutare bastevole numero d allievi fra coloro che sono addetti alle industrie minori del fabbro-ferraio, del legnaiuolo, del muratore, del vasaio, o ad altre dello stesso genere che s esercitano anco nei piccoli centri di popolazione. 11 Belgio, per addurre uno splendido ed imitabile esmpio, novera sotto il nome di scuole industriali 32 istituzioni deli accennata specie, le quali nell anno furono frequentate da ben 8387 allievi, e una relazione presentata testé a quel Parlamento palesa gli splendidi risultati che se ne sono avuti. Presso di noi s hanno già esempi d istituzioni di questo genere, e alcune ricevono sussidio da questo Ministero; ma esse sono ancora troppo scarse, lo mi propongo pertanto di far ogni opera perchè se ne accresca il numero e intendo di richiamare oggi l'attenzione dei signori Prefetti e Sotto-Prefetti, delie Deputazioni Provinciali, delie Camere di Commercio, dei Municipi e dei Consigli Provinciali scolastici sui modi che vogiionsi tenere nella fondazione di simili istituti e sugli aiuti coi quali il Go verno è disposto ad agevolarla. E mestieri anzitutto richiedere per l ammissione la prova di saper leggere e scrivere, e di conossere le prime quattro operazioni dell aritmetica. Il programma neve comprendere, d ordinario, l aritmetica e la computisteria, gli elementi delia geometria, della fisica, delia meccanica e dell economia sociale, con applicazioni alle industrie locali, e il disegno geometrico, ornamentale e architettonico e la modellazione, pure con indirizzo applicato alle principali industrie esercitate dagli allievi. A questi corsi, altri potranno e dovranno aggiungersi, suggeriti dalle particolari condizioni industriali in mezzo alle quali sorga la scuola. Così in alcune di queste scuole si darà un insegnamento di metallurgia, in altre di filatura e tessitura, in altre s insegnerà l intaglio in legno o in pietra dufa, e in altre ancora si faranno corsi speciali di chimica applicata, di disegno di macchine, di governo e riscaldamento di caldaie a vapore, di costruzioni urbane e rurali, di nozioni sui materiali di costruzione, di tecnologia dell una o dell altra industria, e via dicendo. A codesti insegnamenti di scienza e d'arte applicate, potrà esserne associato temporaneamente qualche altro di cultura generale per sopperire alla insufficienza di quella già dagli allievi acquistata nella loro prima età. A porgere siffatti insegnamenti, il cui quadro può varjare in più guise e fu qui tracciato a fine precipuamente dimostrativo, occorrerà d ordinario un corso triennale ; le ore serali di lezione dovranno essere non meno di due e possibilmente tre, e quelle festive tre, ed, ove sia possibile, quattro, e le lezioni dovranno proseguirsi per nove mesi in ciascun anno. Questa durata e questo orario degli insegnamenti basteranno per fermo, ove gl insegnanti di scienze sappiano restringere le loro lezioni a quelle parti che hanno più diretta attinenza con le industrie in ciascun luogo esercitate. Per la istituzione e per l esercizio di siffatte scuole converrà profittare, fin dove sia possibile, del personale insegnante, come dei locali e del materiale scientifico e non scientifico d altre istituzioni scolastiche, delie Scuole tecniche, cioè, dell Istituto tecnico, del Liceo, e degli altri Istituti maggiori, là dove ne esistano. Ciò è reso possibile dalia diversità delle ore in cui codesti Istituti forniscono i loro insegnamenti da quelle in cui sarà aperta la scuola d arti e mestieri; ne e da credere che i rettori di quegli Istituti rifiutino la partecipazione loro ad un oprra si benefica e civile, nè che il Ministero dell Istruzione Pubblica nieghi a ciò il suo assenso ogni qualvolta gli sia domandato. Là dove vivono industrie importanti si potranno forse annoverare fra gl insegnanti, come accade sovente presso le scuole del Belgio, dei direttori d opifici; e si troverà tàlora, giova sperarlo, qualche fabbricante volonteroso, che si ascriva ad onore di farsi istitutore dei propri operai. Mercè gli accennati avvedimenti, i dispendi da incontrare per le nuove scuole non saranno troppo rilevanti. Ad ogni modo, mentre il Ministero, persuaso della utilità grande che esse possono dare, eccita i Municipi, le Provincie, le Camere di Commercio, i Prefetti e i Consigli Provinciali scolastici a dar opera concorde per accrescerne il numero, è risoluto d altra parte a concorrere in larga misura, sotto certe condizioni, còsi alle spese di fondazione, come a quelle di mantenimento dei nuovi Istituti. Secondo il pensiero di questo Ministero, i municipi preferibilmente dovrebbero prendere l iniziativa é, in ragione dell utilità più diretta che ne risentiranno le popolazioni dei luoghi in cui sorgeranno le scuole, ài

11 12 ottobre 1879 L ECONOMISTA 651 municipi dovrebbe incombere la parte principale della spesa, wuaiiuo il comriuuto comunale, unito a quello uegli altri enti contribuenti, (e possono essere ira questi anco opere pie, sodalizi ui mutuo soccorso, associazioni economiciie e niantropiclie, privati industriali, eco.) raggiunga i tre quinti nella totalità delle spese, sia di londazione, sia ui mantenimento, il Governo si soubarclierà all onere degli altri due quinti. 11 municipio uovrebbe nominre i componenti del Consiglio incaricato di reggere la scuola, ma tale nomina dovrebbe essere sottoposta alla sanzione dell'autorità scolastica provinciale, e al Governo, come agli altri enti interessati, dovrebbe essere sempre aperto 1 adito all'ispezione dona scuola. li Ministero e disposto ad aiutare la fondazione e l'ordinamento di simili istituzioni, non solo col suo concorso pecuniario ma in ogni altra piu acconcia guisa, come tornendo moduli di regolamenti e di programmi, distribuendo gratuitamente importanti pubblicazioni di carattere tecnico, porgendo indicazioni per 1 adozione di libri di testo, per la provvista del materiale scieutuico e per l acquisto di esemplari idonei all' insegnamento del disegno e della plastica, ed anche inviando all uopo sui luogo uno Ira gl ispettori dell'iudustria e dell insegnamento industriale, ive è da pretermettere che il Ministero suol tare alle scuole ua esso dipendenti o sussidiate, e tara più sempre in avvenire, distribuzioni gratuite di importanti pubblicazioni scientiche, artistiche e tecniche. Potrebbe accadere che m taluni luoghi non fosse reputata opportuna la istituzione di scuole serali e domenicali d'arti e mestieri, quali sono quelle ene son venuto divisando, sia perche la classe operaia sembrasse intellettualmente non preparata a seguitare con Hutto insegnamenti di carattere scientifico, sia perche la natura ui questi non paresse contenere bastevole allettamento per indurre gli operai ad aggiungere alle ore del lavoro quelle dello studio serale e domenicale, in simili casi e pur sempre possibile e altamente desiderabile la loudazione di una scuola di disegno e modellazione industriale. Assai minor preparazione si esige per fermo a seguire con profitto simili scuole, e i fatti provano d'altro canto che ben maggiore attrattiva trovano in esse gli operai, laonde piu agevolmente s'inducono a frequentarle, ni sono inestimabili i vantaggi che anche dalla moltiplicazione delle scuole d arte applicata possono attendersi, poiché, non soltanto nene industrie che han nome di artistiche, ma in moltissimi altri rami di produzione manitatturiera, sono ognora piu pregiati i prodotti che alla bontà intrinseca accoppiano la bellezza e l armonia delle torme e del colore, e in un gran numero di mestieri e d iustrie è assolutamente necessario clic gli operai siano forniti di una certa istruzione artistica, o ad ogni modo quelli che la possiedono sono preferiti e meglio rimunerati. (Queste scuole d'arte applicata all' industria possono considerarsi come una sezione delle scuole d arti e mestieri serali e domenicali onde ho più sopra trattato. Laonde s'intenderà ad esse applicabile quanto dissi sull ordinamento, sulle spese e sul concorso governativo, a proposito delle altre. Anche per queste scuole, alimene al difetto di lezioni scientifiche corrisponda almeno un piu largo insegnamento artistico, il corso dovrebbe essere triennale, e dovrebbero essere consacrate alle lezioni due ore almeno per sera nei giorni feriali e tre o quattro diurne nelle domeniche, per nove mesi di ogni anno. Aggiungerò poi che, oltre a concorrere nella misura di due quinti alle spese di primo impianto e di mantenimento delle nuove scuole d'arti e mestieri, o di arte applicata alle industrie, questo Ministero è pur disposto a contribuire, nella misura stessa, alle spese dei miglioramenti e ingrandimenti che si volessero recare a scuole analoghe già esistenti, e finora esclusivamente mantenute da corpi locali, o da Istituti pii o di Mutuo soccorso, solo riserbandosi di dare quei suggerimenti che gli parranno piu opportuni nell interesse delie scuole stesse, ni una con la facoltà di sottoporle a periodica ispezione. Ugni proposta per la istituzione di una nuova scuoia seraie e domenicale, sia d arti e mestieri, sia di arte applicata alle industrie, dovrà essere accompagnata dai seguenti elementi: 1 ivotizia degli altri istituti scolastici esistenti nel Comune ; 2 indicazione delle condizioni per l ammissione alia nuova scuola, delle materie che dovrebbero esservi insegnate, del numero degli anni di corso, delle ore di lezione serali e lestive ; ój «.agguagli sul numero degli artigiani che, avendo le condizioni prescritte per l ammissione, potrebbero frequentare la scuoia, e sui mestieri ed in dustrie cui sono addetti; 4U indicazione dei modo con cui sin tende provvedere alia fondazione delia scuota, particolarmente per ciò che ridette il locale, il materiale scolastico e il personale insegnante ; 5 «stimazione preventiva delia totalità delle spese, sia di londazioiio, sia di annuo mantenimento, tenendo conto che, nel primo anno in cut la scuola sara aperta, la spesa di mantenimento sarà minore di quella che occorrerà negli anni successivi, quando tutti ì corsi saranno attuati ; u indicazione degli enti che contribuirebbero a sostenere le spese anzidette, e della misura dei loro contributi. Le domande di concorso per miglioramenti ed ingrandimenti di scuole, che già esistano, dovranno essere accompagnate del pari da tutti gli elementi atti a mostrare come quei miglioramenti e ingrandimenti si metterebbero in atto, oltreché da compiute notizie sulle vicende passate e sulle condizioni presenti di quelle scuole. La presente circolare è inviata dal Ministero direttamente ai signori Prefetti e Sotto-Prefetti, alle Uiputazioni provinciali, alle Camere di Commercio, ai «elisigli provinciali scolastici, ed ai principali p\lunicipi. Prego poi ì signori Prefetti di mrla pervenire, inserendola nei bolle ttino della Prefettura, anche agli altri Municipi, e dì provvedere in pari tempo a dame la maggiore pubblicità, affinchè ne abbiano conoscenza eziandio gl industriali pivi intelligenti e filantropi, gli amministratori delle Società di mutuo soccorso, delie Gpere Pie, e delle Associazioni economiche, e quanti hanno a cuore il progresso delle nostre industrie, e le condizioni delie nostre classi Operaie. Confido che il nno appello non rimanga inascoltato, e un attendo dalle autorità e rappresentanze sovraindicate che mi comunichino sollecitamente i loro intendimenti, ed ove ne sia il caso, le loro deliberazioni. Il Ministro Jdrrata-Oorrige C a ir o l i Nell articolo pubblicato nel numero precedente del- VEconomista, sotto il titolo La Provincia nell ordinamento amministrativo, articolo che sappiamo aver destato l'attenzione di molti lettori e di alcuni giornali, I sono incorsi nell ultimo periodo alcuni errori tipogra- I fici. Sebbene ad onta di essi fosse facile di ristabilire il senso esatto della frase, tuttavia crediamo utile di riprodurla come correttamente avrebbe dovuto esser scritta, cioè nel modo seguente: «In tale stato di cose! chiunque è fautore delle saggie teorie del decentra- I j mento amministrativo non può non accordare grande importanza alle provincie, giacché solo con la costituzione forte ed autonoma di cotesti centri importanti, ; possono tali teorie ottenere in Italia una seria e larga applicazione.»

12 652 L ECONOM ISTA 12 ottobre 1879 RIVISTA DELLE BORSE N O TIZIE COMMERCIALI Firenze, 11 ottobre. Da alcuni giorni la tendenza dei mercati specialmente a Parigi si trova in un periodo d incertezza, il quale non permette agli operatori di farsi un criterio esatto della situazione. Per questo appunto abbiamo veduto nel corso della settimana quotadoni con variazioni inapprezzabili, ovvero oscillazioni così repen tine da rendere impossibile di trarne profitto. Qualunque possa essere stata la ragione sia die abbia avuto la sua origine nella situazione politica generale meno sodisfacente, ovvero nelle molte oiferte di titoli per realizzare una volta i larghi profitti ottenuti, il fatto sta che I durante lottava la posizione al rialzo, è stata molto scarsa, e che i ribassisti guadagnarono terreno su tutte le borse d Europa. E lo stesso è avvenuto in Italia quantunque vi fossero le più buone disposizioni, e anche forti interessi per l aumento. A Parigi la nostra rendita secondando il movimento delie rendite francesi da 81,15 ultimo prezzo della settimana decorsa, cadeva fino a 80,10 per risalire ieri a 80,25. A Londra da 80 1[2 declinava a 79 Ii2 e a Berlino da 80,40 a 79,25. Le Borse italiane trascorsero incerte, e con aflari limitati per tutti i valori. Sulla nostra Borsa la nostra rendita 5 O[0 che era rimasta a 91,25, si spingeva lunedì fino a 91,05; ripiegava martedì a 91,37, e dopo essere risalita mercoledì a 91,62, riprendeva la via del ribasso per cadere lino a 91,05. Il 3 0[0 rimase per tutta l ottava nominale a 54,30. I prestiti cattolici chiudono a Roma a 101,80 per il Rothscild; a 96,35 per il Blount, e a 9b,20 per i certificati del Tesoro La rendita turca fu trattata a Napoli. Le azioni della Banca Nazionale italiana non dettero luogo a operazioni d importanza, e restano nominali a 22,70 ; quelle della Banca toscana ebbero qualche ricerca a 695, e il credito mobiliare fu contrattato da 972 a 969. A Roma le azioni della Banca Romana restano a 13,30. Le azioni dei Tabacchi non si sostennero sugli ultimi prezzi dell ottava scorsa, e da 940 declinarono a 918 ; le relative obbligazioni ebbero qualche affare a 573,50, e la fondiaria rimane nominale a 820. In valori ferroviari furono contrattate sulla nostra Borsa le azioni meridionali da 410 a 412, e le sarde di nuova emissione a 271. A Milano ebbero affari le obbligazioni meridionali a 284; le sarde A a 292; le a 295,50; le nuove a 269,75 le Alta Italia a 296,75 e le azioni romane a 133. I Napoleoni si spinsero fino a 22,66, e il prestito fiorentino 1868 fu negoziato da 112 a 113. C ereali. Da qualche giorno i prezzi dei grani presentano minor fermezza della settimana decorsale in talune piazze anzi fu notata una certa tendenza a retrocedere. Ciò è facile a spiegarsi. Falliti i tentativi della speculazione per ottenere prezzi maggiori, l abbondanza della merce offerta e i continui arrivi di frumenti esteri, specialmente dall America, avendo tolto qualunque dubbio che i frumenti possano scarseggiare, i possessori desisterono dalle loro pretese, e quindi i prezzi cominciarono a indebolirsi. A queste cause di debolezze devesi aggiungere anche ì» stagione bellissima, la quale favorendo i lavori campestri, lascia sperare un raccolto promettente per l'anno venturo. I prez zi praticati durante l ottava furono i seguenti: A Livorno i grani teneri Barletta fecero L. 33 al quintale ; i nostrali da L. 30,50 a 32,50; i Polesine buoni da L. 30,50 a 32; ì Maremma da Lire a 32,50 ; i Ghirka Odessa da L. 28 a 3i ; il granturco nostrale da L. 26 a 26,50 e le fave da L. 21,50 a 23. A Firenze i grani gentili bianchi realizzarono da L. 19,50 a 20,50 al saccodi tre staja, e rossi da 18,25 a 19,50. A Bologna mercato attivissimo e sostenuto. I frumenti ottimi furono venduti fino a L. 35,25 al quintale ; i comuni da L. 34,50 a 35 ; i frumentoni nostrali L. 26, e gli esteri di buona provenienza L. 23,oO. A Ferrara i grani ferraresi si collocarono in torno a L. 34 al quintale, e i granturchi da Lire a 25,50. A Venezia si fecero i medesimi prezzi dell ottava scorsa. In Ancona si fecero i medesimi prezzi dell ottava scorsa. A Napoli mercato fermo In Borsa si contrattarono diverse migliaia di grani per ottobre a D. 3,52 al tomolo, e a Bari i grani bianchi da L. 33,50 a 34 e i rossi da 32,50 a 33,50. Sete. La settimana trascorsa non differisce gran cosa dalle precedenti. Tuttavia in taluni mer cati le transazioni riuscirono più abbondanti, e la vendita di alcuni lotti importanti unita ail assottigliamento dei depositi, farebbe supporre da parte delia fabbrica una non lontana ripresa nell a r ticolo. A Milano le greggie e gli organzini detterà luogo a diverse operazioni. Le greggie classiche 9i 10 lurono vendute a L. 72 al chilog., dette di 1 e 2 ordine da L. 70 a 67 ; le greggie e corpetti di 2 3 ordine da L. 52 a 50; gli organzini classici 22[24 a L. 84, detti 15[17 di lu ordine L. 84, detti 18(20 di 1 e 2 ordine da L. 80 a 76, le trame a due capi 20(22 di 1 ordine da L. 95 a 76, e le trame mazzami di 3 ordine da L. 37 a 39. A Torino gli affari sono così insignificanti da spingere i filatori a restringere la loro produzione per poter meglio reggere alle esagerate pretese dei fabbricanti, ed ai capricci della moda. A Como il movimento fu abbastanza sodisfaciente. Gli organzini 18(22 si venderono a L. 86 a condizione ; le trame sublimi a L. 75 e le greggie Valtellina 9(11 a L. 71. A Lione la situazione rimase quasi la stessa, quantunque si concludesse un maggior numero di affari della settimana precedente. Fra gli acquisti fatti abbiamo notato greggie di Toscana 9(11 a capi annodati a fr. 64, organzini idem 20(22 da fr. 67 a 68, e trame di Piemonte 18(20 a fr. 69. Cotoni. Durante l ottava vi furono spesso alternative di ribassi e di rialzi, a seconda che j

13 12 ottobre 1879 L ECONOMISTA 655 grandi centri industriali inglesi sono più o meno attivi, o che le entrate in America sono più o meno generose, oppure che le importazioni di cotone in Europa sono più o meno abbondanti. A Milano a motivo appunto di queste oscillazioni che vengono segnalate dai principali mercati europei gli affari furono affatto paralizzati e si limitarono a qualche urgente bisogno di fabblica. Gli America Middling si contrattarono da L. 94 a 90 i i-0 chilog., gli Oomra e i Dhollerah da L. 77 a 78, e i Tynuiwelly da L. 75 a 76. A Genova pure pochi affari, e prezzi deboli. A Trieste prezzi fermi stante la mancanza di merce disponibile. Lo Smirne fu venduto a fior. 71 al quini., e al Mondovl a 74. All Havre il Luigiana buono ordinario fu quotato a fr. 68 i 50 chilog. A Liverpool gli ultimi prezzi fatti furono di denari 6 15x10 per il Nuova Orleans, di 8 3[4 per l'egiziano, e di 5 1[4 per gli Oomrowuttee. A Nuova York il Middling Upland fu quotato a cent Le provvista visibile in Europa agli Stati Uniti e nelle Ind;e era alla fine della settimana scorsa di balle 937,000 contro 1,060,000 a la stessa epoca nell anno scorso, e contro 1,321,000 pel Caffè. A motivo del sostegno segnalato dal Brasile e da altri luoghi di produzione, la fermezza fu pure il carattere dominante della maggior parte dei mercati europei, ove anzi alcune qualità ottennero prezzi maggiori dell'ottava scorsa. A Livorno il Portoricco fu venduto da L. 320 a a 375 secondo merito, il Ceylan L il Moka via America L. 385, il S. Domingo da L. 240 a 285, il Brasile da L. 260 a 270, il Bahia L. 255 e il Maracaibo L. 305 il tutto al quintale daziato. A v v. G iulio F banco Direttore-proprietario. A Genova il S. Domingo fu contrattato a L. 192 al quint. al deposito, e il Portoricco in Darsena a L Nelle altre piazze si fecero i medesimi prezzi dell ottava scorsa. A Trieste i prezzi furono da fiorini 55 a 81 al quintale per il Rio, di 62 a 63 per il Bahia, di 83 per il Santos, e di 106 a 130 per il Ceylan piantagione. A Marsiglia buona domanda in tutte le qualità. A Londra mercato fermo e prezzi ben tenuti in tutte le provenienze. Notizie telegrafiche dal Brasile recano mercati animati e sostenuti. Zuccheri. In calma, ma senza variazione pei prezzi. A Genova i raffinati della Ligure Lombarda pronti furono contrattati da L. 144 a 145 i 100 chilogr. a! vagone completo. A Livorno i pesti austriaci di 1 qualità si venderono a L. 146, i Francia primi a L. 147, detti in pani a L. 156, gli Egitto in polvere a L. 134, i Meafia da L. 118 a 126 secondo marca, e i cristallini d Alessandria a L. 131 il tutto al quintale daziato. A Trieste i pesti austriaci fecero da fior a 33 A Parigi i bianchi N. 3 si quotarono a fr e i raffinati scelti a fr A Londra rialzo di 3 pencs per libbra inglese nei raffinati e negli zuccheri delle Indie e Occidentali. e in Amsterdam i Giava N. 12 si quotarono a fior. 28 al quint. E ugenio B ili.i gerente responsabile STRADE EEIREAiuTE ROMANE (Direzione Generale) PRODOTTI SETTIMANALI 3 * Settimana dell Anno 1879 Dal dì 30 Luglio al dì 5 Agosto 1879 (Dedotta l im posta G overnativa) VIAGGIATORI BAGAGLI M E R O A IN Z I E Y E T I U R E C avalli e Bestiam e INTROITI t- QJ MEDIA del prodotto chilometrico T o ta li I 2 E CASI su p p le m e n tari G rande Piccola G rande Piccola g s annuo V elocità V elocità V elocità V elocità P rodotto della settim a n a... 14, , , , , , ,681 18, Settim ana cor , , , , , , , ,657 15, fin più 54, , 12ó.7o 68, , , , D ifferenza l m eno»»»»»»»» B»»»»» B *» B B Ammontare dell Esercizio d al 1 gennaio al dì 5 agosto ,293, , ,511, ,680, , , ,730,48 16,267, Periodo corr , , ,372, ,933, , , , ,716, ,657 15,953 C6 A um ento....» > 10, , , , , , , < D im in u zio n e i»»»»» B B B B» B»» B»»» Da Linea I anra-a vellino della lunghezza di ehilom. 24, è stata aperta all esercizio il giorno 31 Marzo (U TbSIìy

14 654 L ECONOMISTA 12 ottobre 1879 STR AD E FE R E ATIE ROMAlsTE (Direzione Generale) PRODOTTI SETTIMANALI 32. Settimana dell Anno 1879 D al di 6 al dì 21 Agosto 1879 (D edotta l Im posta G overnativa) V E T T U R E M E R C A N Z I E B A G A G L I Cavalli e Bestiam e I N T R O I T I f i s S I E D I A V IA G G IA T O R I » l. T o tali 1-1 del prodotto e C A N I 3 u Chilom etrico G rande Piccola G rande Piccola supplem entari 3 a n n u o Velocità V elocità Velocità Velocità o «P rodottidella settimana ,998.00»4, , , , , ,681 14, S ettim ana cor , , , , , , , ,657 16, fin più. D ifferenza j (, * meno 20,873.23»» 6, , ,420.55»» >» , >» 1,357.81» > *»»» »»» a» A m m ontare d e ll E - sercizio d a llg e n. a l 12 agosto ,609, (53, ,555, , S 49, , ,875, ,671 16, Periodo corr ,007, , ,410, ,091, , , , , ,657 15, , , , , , D im inuzione , D >»»»»» 1»»» >» a > *» La L inea Laura-Avellino della lunghezza di chilom etri 24, è stata aperta a ll esercizio il giorno 31 Marzo corr. anno. (C. 3948'* AVVISO P er la Fornitura d O lio d O liva La Società delle Ferrovie Romane volendo procederà all accollo per la fornitura di Chilog. 8 0,0 0 0 di Olio di Oliva, di cui chilogrammi 30,000 per il Magazzino di NAPOLI, e chilog. 50,000 per il magazzino di FOLIGNO, apre una gara a schede segrete per coloro che credessero concorrere a tale fornitura da effettuarsi a norma del relativo Capitolato in data 25 Marzo u. s., il quale è visibile presso la Direzione Generale della Società in Piazza Vecchia di S. M. Novella, N. 7, primo piano, e nelle Stazioni di Firenze, Livorno, Siena, Foligno, Napoli, Roma, Terni, e Ancona. Le offerte potranno esser fatte per la quantità totale di ogni Magazzino o per Lotti di almeno 10,000 chilog. Esse offerte dovranno pervenire, con lettera d accompagnamento, alla Direzione Generale snddetta in Firenze, non più tardi delle ere 12 meridiane del dì 21 corrente. Sulla busta contenente l offerta dovrà esservi l indicazione: Offerta per Fornitura d Olio d Oliva. L apertura delle offerte sarà fatta dal Comitato di Sorveglianza della Società il quale si riserva di scegliere quella o quelle che gli sembreranno migliori ed anche di non accettarne veruna qualora non le giudichi convenienti. Non

15 12 ottobre 1879 L ECONOMISTA 65S sarà tenuto conto delle offerte includenti condizioni diverse da quelle stabilite nel relativo Capitolato. Ogni concorrente, nell atto della presentazione dell offerta, dovrà, fare nella Cassa Sociale un deposito di L. 15 di rendita del Consolidato Italiano per ogni 10,000 chilogrammi d olio pei quali intende concorrere. H Prezzo dell Olio dovrà essere scritto in tutte lettere e in cifre nella offerta, e questa dovrà pure indicare le Stazioni Sociali dalle quali si domanda di spedire l Olio a forma dell Art. 3 del Capitolato. Firenze, 4 Ottobre (C. 3924) LA DIREZIONE GENERALE STRADE F E R R A T E ROMANE A V V I S O P e r Fornitura di S evo Bianco La Società delle Ferrovie Romane volendo procedere all acquisto di Chilogrammi 5 0,0 0 0 Sevo Bianco, apre un concorso a schede segrete per coloro che credessero attendere a tale fornitura. Il Capitolato contenente le condizioni in base alle quali dovrà esser fatta questa provvista, è visibile presso la Direzione Generale della Società in Piazza Vecchia di S. Maria Novella N. 7, e nei Magazzini di Firenze, Livorno, Siena, Foligno, Roma e Napoli. Le offerte potranno esser fatte tanto per l intera quantità indicata di sopra, quanto parzialmente per quantità non inferiori però a 5000 Chilogrammi. Esse offerte dovranno pervenire ben suggellate alla Direzione Generale suddetta avanti le ore 12 meridiane del giorno 21 corrente e dovranno essere accompagnate dal campione di almeno Chilogrammi 5, marcato con una cifra che dovrà essere ripetuta nell offerta. Sulla busta dovrà esservi l indicazione: Offerta per la Fornitura di Sevo Bianco. Ogni concorrente, nell atto della presentazione dell offerta, dovrà fare nella Cassa della Società un deposito di Lire Venticinque per ogni mille Chilogrammi, in contanti o in Cartelle del Debito Pubblico al corso del giorno. Le suddette offerte saranno aperte dal Comitato di Sorveglianza della Società per prescegliere quella o quelle che gli sembreranno migliori. Firenze, lì 5 Ottobre LA DIREZIONE GENERALE

16 656 L ECONOMISTA 12 ottobre 1871) BIBLIOTECA DELLE SCIENZE LEGALI (COLLEZIONE PELLAS) OPERE PUBBLICATE A n n o t a z i o n i a l c o d i c e d i p r o c e d u r a C IV IL E d e ll a v v. E. F o is tra tte d alle relazio n i d el m in istro V acca 23 giugno 1865, e del m inistro P isan elli al Senato nella to rn ata 26 nov em b re 1863, dalle decisioni delle C orti suprem e, e dag li s c ritto ri di d iritto, corredate degli articoli relativ i del Codice civile, di commercio, d ell ord in a m en to g iu d izia rio e regolam ento g en e ra le, di a lcu n e a ltre leggi sp e c ia li, e degli artic o li corris p o n d e n ti d el Codice del T re volum i. K p u b b licato il 1 v o i...l. 10 O D IC E C IV IL E IT A L IA N O. E d izio n e con n e n te la correlazio n e degli artico li fra loro, Cte e con quelli degli a ltri Codici e delle Leggi vig en ti ; la co rrisp o n d en z a coi singoli a rtic o li dei Codici ab ro g a ti, con u n a tavola finale com parativa d i tu tti g li a rtic o li d ei v a r i Codici. C om pilazione d e ll A vv. P ro f. S a k e d o. U n volum e di pag in e l. 10 O M M E N T A R I A L CO DICE C IV IL E ed E le Cm enti dei medesimi dell avv. P aolo M a r c h i. Voi. d u e...l. 16 L au to re sta lavorando al 3 volum e. C o d i c e p e n a l e p e r L e s e r c i t o d e l R EG N O D IT A L IA (29 novembre 1869). E d i zione c o n te n e n te : L a conferenza degli artico li del Co'1; f *a loro, e fra q u elli degli a ltri Codici e I - ' ' ' ' ' - i l te sto delle leggi e degli artic,n dei >.i1 e penale comune che lo completano e a c u i il Codice p e n a le m ilita re s i riferisce. L a co rrisp o n d en z a deg li artico li del Codice con q u e lli d el Codice m ilita re del 1859 abrogato. con un copiosissim o indice analitico. Compila z io n e d e ll a v v.. prof. G. S a r e d o... L. 3 C o d i c e p e n a l e, E d iz. ta sc ab ile... L O RSO D I D IR IT T O C O S T IT U Z IO N A L E, dì CL u ig i P a l m a, p rof, di D iritto C ostituzionale n ella R egia U niversità di Roma. T re volumi. E p u b b lic a to il v o i. l o... l. 6» * te r z o voi. è in corso di stam pa. IR IT T O C A M B IA R IO IN T E R N A Z IO N A L E, Ddel Cav. P ie t r o E s p e r s o n, professore di D i ritto Internazionale e A m m inistrativo nell U niv e rs ità di P a v ia. U n v o lu m e...l E L L A R E C ID IV A N E I R E A T I, lavoro stato Dprem iato d al C onsiglio S u p e rio re di P u b b lic a Istruzione nel Concorso al posto di P erfezionam ento neg li S tu d i d i D iritto P e n ale p e r l an nol870, d e ll A vvocato prof. A n to n io V is m a r a, M embro d c il A ccadem ia fisio-m edico-statistica, ec. U n v o lu m e... L IU R IS P R U D E N Z A T E A T R A L E S tudj d e I- Gl A vv. P r o s p e r o A s c o l i. U n v d u rn e i n L. 4 L D IR IT T O M A R IT T IM O D E L L A G E R M A IN IA S E T T E N T R IO N A L E com parato col L ib ro I I del Codice di <om m ercio del R egno d Ita lia. Studj per 1 avv. G. B. R i d o l f i. Un volum e in-8 di pag. C xxx L. 5 c o n te n e n le : I, il Libro V. del Codice d i Commercio generale germ anico p e r la p rim a volta tradotto in italian o ; I I, le C ondizioni generali p e r le assicurazioni m a rittim e pubblicate d a lla C am era d i C om m ercio d i A m burgo; I I I, u n copioso indice a n a litic o delle m a terie co n te n u te n e l L ib ro V. d el Codice germ anico colla term inologia del d i ritto m a rittim o ila lia n o tedesco. S T R U Z IO N I D I D IR IT T O ROM ANO CO M PA IR A T O A L D IR IT T O C IV IL E P A T R IO, dell A vv. F i l i p p o S e r a f i n i, P ro fe sso re n e lla R. U n iv e rs ità di P is a. S econda edizione V oi L. 8 I S T IT U Z IO N I D I PR O C E D U R A C IV IL E. - P re c e d u ta d a ll E sposizione d e ll O rdinam ento g iu d izia rio ita lia n o, d ell A vv. G i u s e p p e S a r e d o, P rof, di Legge n ell U niversità di Roma. D ue v o lu m i d i 700 p a g... L. 20 A L E T T E R A D I CAM BIO p e r l avvocato LE r c o le V i d a r i, P ro f, d i D iritto Com m erciale n e lla R. U n iv e rsità di P av ia. U n volum e de p ag L. IO L E Z IO N I D I A M M IN IST R A Z IO N E COMU N A L E d e tta te dal ca v. L. T o r r ig ia n i, N otare regio e S eg re ta rio del Com une di B agno a Ripoli in P ro v in c ia di F ire n z e, p e r comodo d e isin d a c i, se g re ta ri ed im p ieg a ti com unali e più specialm ente degli a b ìlita n d i a ll ufficio di seg retario com unale su l pro g ram m a officiale p er 1 esam e s c ritto e orale contenuto n elle istru z io n i del regio m in iste ro degli in tern i del 12 m arzo E pubblicato il prim o volum e... L. 8 E in corso di stam pa il 2 volum e. E N S IE R I S U L P R O G E T T O D I CO D IC E P P E N A L E IT A L IA N O D E L 1874 del professore F r a n c. Ca r r a r a. S en ato re del R egno, ediz. riv e d u ta e am p lia ta d a ll a u to re, voi. unico L. 3 A GG IO D E L L A S T O R IA D E L D IR IT T O IN ST E R N A Z IO N A L E P R IV A T O di G iu s. S a r e d o Voi. u n ic o...l. 2 T r a t t a t o d i d i r i t t o i n t e r n a z i o n a l e MODERNO, cui form ano appendice le Istru zioni degli S ta ti U niti d A m erica a i U ro eserciti in tempo di g u e rra, tra d o tte p e r la p rim a volta d a ll A v v. G iu s e p p e S a n d o n à, prof, di d iritto In te rn a z io n a le n ella R. U n iv e rsità di S ien a. V olum i 2 di p a g in e L r a t t a t o d e l l e l e g g i, dei loro conflitti Tdi tem po e di luogo, d ella loro in te rp re ta z io n e e applicazio n e. C om m en tario teorico-pratico d el T itolo p re lim in a re d e l Codice C ivile e delle Leggi tran sito rie per l attuazione dei Codici v i g e n ti, per 1 A vvocato G iu s. S a r e d o P ro f, di Leggi n e lla R. U n iv e rs ità d i R om a. V oi. I di p a g in e L. 8 L A utore sta preparando il I I Volum e. Traduzioni R IN C IP J D E L D IR IT T O D I P R O P R IE T À R E A L E di J oshua W il l ia m s, di L in c o ln s In n a v v. di S. M., p rim a tra d u zio n e con n o te, (d a lla P e d izio n e inglese 1871) degli av v o cati G. F ranco e G. C a n e g a l l o. U n volum e in-8 di p ag L. 9 A TA LO G O P O L IG L O T O d e l l e P IA N T E C com pilato dalla Contes a di S. G io r g io nata H a r l e y d Ox f o r d. U n v ol in-8... L. 15 IR E N Z E IN T A SC A. G uida illu s tra tiv a e de c rittiv a d ella c ittà e dei suoi c o n to rn i. Un Fs e leg an te volum e in-16. con tavole litografiche 4. e d i z io n e...l r a m m a t i c a a r a b a v o l g a r e d ei prof. GG iu s. S a p e t o. U n voi. i n L. 8 L e z i o n i d i a r i t m e t i c a, a l g e b r a g e o m e t r i a e TRIGONOM ETRIA com pilata secondo i Program m i m inisteriali per le scuole spec ia li e p e r l am m issione a lla scuola su p erio re di G u e rra dal prof. A rm an d o G u a r n ie r i. U n voi. in-8. di 600 pag. con 11 tavole litografiche L. 10 OPERE VARIE PUBBLICATE N. B. L e d e tte lezioni si v endono anche separatam ente, cioè : L e z i o n i d i a r i t m e t i c a. u n volum e i n L. 2 L e z i o n i d i g e o m e t r i a. u n volum e in-8. con tavole...l. 5 L e 1 z voi. i o n in-8. i d i a con l g tav e b o r la a e,. t, r... i g o n o m L e. t 3 r i a. IC E R C H E IN TO R N O A L E O N A R D O DA V IN C I p er G u s t a v o U z i e l l i. U n volum e in-8 d i pag stam pato su c a rta a m ano in sole 200 c o p i e... L. 10 C R IT T I P E R L E G IO V IN E T T E della Con f ie O N T I N A F A N T O N I. L A M ICIZIA U n Stessa b el voi. in-16. leg. a lla b o d oniana... I,. 2 T O R IA d e l l a R IV O L U Z IO N E D I ROMA e SD E L L A R E S T A U R A Z IO N E D E L GOVERNO P O N T IF IC IO d al 1 giugno 1846 al 15 luglio 1849 del Comm. G i u s e p p e S p a d a. P re z z o dei 2 v o i...l. 13 I T E D I A R T IS T I C E L E B R I s c ritte ad am Ym a e stram e n to del popolo da O. B r u n i L uca della Robb J, F ra F ilip p o L ip p i ; A ndrea del Ca stagno ; P olidoro da C aravaggio e M aturino da F ire n ze, B. C ellini ; M. B u o n a rro ti ; Oio. B a tti L u lli ; S a lv. R osa ; Leonardo d a V inci, Niccolò G rosso detto il C aparra ; Gio. F laxm an ; R affaello Sanzio da Urbino; Giosia Wedgvooo'l, N iccolò P oussin ; Gio. B a tta Pergolese ; B ernardo P a tissi/, Gio. P a isiello ; Riccardo A rn w rig h t : N. A. Z in g a re lli ; Francescò d i Quesnoij; A ntonio C anova. U n volum e in L. 2 D r ig a rsi a ll A m m in is tr a z io n e d e ll Economista Firenze, Via, Cavour, IV. IO primo piano

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