Lettera ad un amico mai avuto.

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1 Lettera ad un amico mai avuto. Presentazione Mi chiamo Salvatore Zappalà, sono nato in Sicilia a Piedimonte Etneo, una sorridente cittadina alle pendici dell'etna. Sono cresciuto in un piccolo paese che si chiama S. Alfio. Ho studiato fino all'età di venti anni, ho dapprima frequentato due anni l'industriale E. Fer mi di Giarre conseguendo una qualifica come biennio, per poi cambiare indirizzo e diplomar mi al Sabini sempre di Giarre come analista chimico biologico, diploma che si è rivelato di scarsa utilità senza il completamento del corso di laurea. Nella vita ho quattro grandi passioni, la musica in pole position, le macchine,le donne e viaggiare. Ho lavorato circa sei anni al Marabò dei Giardini Naxos ed ho organizzato diversi eventi a Catania e provincia. Poi mi sono dedicato a un'altra grande passione, viaggiare. La prima volta che da solo ho traghettato è stato un momento storico, perchè sono cresciuto in una famiglia molto protettiva che pensava alla mia uscita di casa solo in occasione del matrimonio.. Non è stato così, appena finiti gli studi sono dovuto andare a fare il servizio militare a Roma. Non sono più tornato a vivere tra le mura domestiche. In Italia ho vissuto praticamente ovunque da Roma in su; ma dopo un po' ho sentito il bisogno di oltrepassare le Alpi e così sono andato a Londra, la mia prima esperienza all'estero. Da allora non mi sono mai più fermato Sono stato in Spagna, Germania, Polonia, Nella repubblica Ceca, in Romania in Estonia e naturalmente a Neymagen in Olanda dove mi sono stabilito Questi i posti dove proprio ho vissuto, ma ho visto molte altre città europee dove non ho vissuto ma ho visitato da turista. Amo conoscere e vedere culture diverse. Parlo e scrivo correntemente l'inglese, mi arrangio con lo spagnolo, l russo e il polacco. Nella vita oltre viaggiare ho altre aspirazioni, tra cui il sogno nel cassetto di poter aprire un locale da ballo, cosa quest'ultima che avevo realizzato ma che per motivi di forza maggiore sono stato costretto ad abbandonare. Amo la famiglia e l'unica donna che ho veramente amato è mia madre. Questa a grandi linee la mia esistenza fino ai trentacinque anni e il futuro rimane ancora un'incognita, sperando sempre nel bene e nel male che quest'ultimo mi riservi tante avventure e tanta esperienza perchè a mio parere niente è peggio della monotonia. Sono, per quello che dicono le persone un tipo divertente, mi piace molto scherzare, sono estroverso e con un carattere molto aperto. Come tutti ritengo di avere pregi e difetti, anche se i difetti nel mio caso superano di gran lunga i pregi. Il posto più bello in cui ho vissuto è stata l'olanda, non per la tolleranza alle droghe leggere bensì per la multietnicità che vive simbioticamente in totale sintonia nel r ispetto assoluto degli uni verso gli altri. Caro amico mio come ricorderai sono nato il 16 ottobre del1977, mia mamma mi ha sempre detto che sono nato di mattina, appena sorto il sole. Mia mamma si chiama Angela ed è veramente un angelo, non gli devo solamente la vita ma molto, molto di più, dopo qualche mese di gestazione si sono accorti che qualcosa non funzionava e hanno consigliato l'interruzione della gravidanza perchè era rischioso portarla a termine. Mia mamma non ha ascoltato i medici e con grande atto d'amore mi ha messo al mondo. La vita a quel punto per me era già cominciata in salita; sin da neonato ho dovuto iniziare a lottare. Sono nato prematuro, sotto peso e con problemi immunitari molto gravi. Ricordo molto bene la mia infanzia, forse perchè a questa è legato il periodo più brutto della mia vita. Fino a 6 anni non sono mai uscito dal Policlinico di Milano, quando sono uscito la strada è stata breve perchè da Milano mi hanno portato all'ospedale di Pavia.

2 Insomma i miei primi anni di vita sono stati brutti e forse devo a questi anni e a mia madre, dalla quale ho preso tanto il mio carattere testardo e combattivo. Ma i problemi della mia infanzia erano solo all'inizio. Da piccolo ero sempre solo, non avevo amici. Mi ricordo che tutti mi prendevano in giro perchè parlavo sempre in italiano e non dicevo una parla in dialetto. A scuola litigavo spesso con i miei compagni e mi isolavo e giocavo da solo. Ho cominciato ben presto a creare problemi e preoccupazioni alla mia famiglia e nonostante venissi sistematicamente punito le cose procedevano sempre peggio. Avevo un carattere difficile, ero molto litigioso e ce l'avevo con tutto e con tutti e soprattutto grazie alla tenacia di tutta la mia famiglia i problemi si sono un po' risolti anche se ci sono voluti anni di sacrifici, anche economici. Infatti mio padre era costretto ad occuparsi di tre lavori diversi, lavorava non solo dalla mattina alla sera ma spesso anche di notte, dor miva quattro ore al giorno. Lavorava di giorno alla forestale fino alle sedici, appena finito veniva a dor mire a casa, alle venti si svegliava, mangiava e alle ventidue iniziava il turno di notte alla cartiera. Finiva alle sei di mattina, si cambiava e tornava nuovamente alla forestale. In più il sabato e la domenica lavorava per conto suo come trattorista per terzi o per le nostre proprietà. Nei mesi da maggio a luglio non lo vedevamo proprio perchènon rientrava essendoci i mesi della smielatura. Mio padre è stato sempre un gran lavoratore, non ci ha mai fatto mancare nulla, e la cosa più assurda è che non l'ho mai visto pensare alle sue necessità, tutto era solo e solamente per la famiglia. Ha sempre cercato di insegnar mi l'onestà ed il duro lavoro, ma per quanto lo possa imitare ho presto capito che io non sono come lui. La mia famiglia è composta da mio padre,il capofamiglia in teoria, infatti le redini di tutto le tiene mia madre, e poi mia sorella anche se posso definirmi figlio unico, non perchè abbia qualcosa contro mia sorella, semplicementeperchè una sorella non l ho mai avuta, ho avuto due mamme. Mia sorella ha cinque anni più di me, molte volte se non fossi sicuro della mia genitrice dubiterei del fatto che siamo fratello e sorella. Siamo del tutto opposti, lei positiva ed io negativo. Mia sorella non ha mai dato la benchèminima preoccupazione alla nostra famiglia, solo soddisfazioni, sono orgogliosissimo di lei, la perfezione fatta persona. Non ha mai bevuto un goccio di alcool, mai fumato una sigaretta, felicemente sposata con due splendidi figli, fin da piccola Presidente dell'azione Cattolica, catechista, due diplomi ( linguistico e magistrale ) una laurea,, ora insegna alle scuole pubbliche. Sin da piccola è stata una seconda madre per me, quando mamma lavorava era lei a prendersi cura di me; anche se abbiamo litigato è la persona a cui tengo di più nella vita. La mia famiglia è così, possiamo litigare, avere bisticci ma siamo sempre uniti. So che ognuno della mia famiglia darebbe la vita per me e io per loro.. Dicevo che io e mia sorella siamo opposti, lei sempre soddisfazioni e io sempre problemi, crescendo crescevano anche i problemi. A quattordici anni ero un adolescente molto problematico, litigavo sempre con tutti, insegnanti compresi, ribelle allo stato puro; mia mamma era costretta a venire continuamente a scuola, ero un anticonformista e la gente pensava male di me., che ero cattivo, invece di mortificarmi queste cose a me piacevano. Mi ricordo che in quel periodo sostenevo che le dicerie sul mio conto indicavano solo la superficialità della gente che non si sofferma ad un'analisi più profonda. Da premettere che a quattordici anni avevo già un carattere forte, molto deter minato e testardo come un mulo, vestivo sempre di nero, leggevo e scrivevo molte poesie, mi piacevano Proust, Baudelaire e i poeti maledetti.

3 Fu in quel periodo che sono nati i miei veri problemi, fu in quel contesto che ho iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti. Anche se a dirla tutta per me fu una grande svolta. Ho iniziato a fumare maryuana verso i quindici anni, da notare che nel 92 farsi le canne era considerata una cosa da drogati anche se a me a sempre fatto un effetto strano. Prima di iniziare a fumare, come ho anticipato, ero molto chiuso e facevo fatica a stare con le altre persone. Quando ho cominciato a fumare sono cambiato, litigavo molto meno, ero più disponibile con le persone, in un certo senso la maryuana mi ha aiutato a superare ostacoli che prima erano impensabili per me. Mi faceva rilassare e mi tranquillizzava dandomi meno opportunità di creare problemi Ho iniziato a fumare e non ho più smesso fino a quando non è intervenuta mia madre e mi ha costretto a frequentare il Sert di Giarre. Prima la mia famiglia non sospettava nulla, non fumavo mai a casa ma mia mamma è peggio di un detectiv privato e anche se non aveva nessuna esperienza di stupefacenti conosceva me meglio di me stesso. Se ero "strano" se ne rendeva conto immediatamente. Da lì è partito un altro tasto dolente della mia vita. Sono stato sempre un precoce e già a quindici anni frequentavi persone molto più grandi di me e non certamente quelle che auspicavano i miei genitori; bastava solo che mi dicessero di non frequentare quel tale che trovavo subito la scusa per frequentarlo. Ero così ma posso dire che sebbene frequentassi le persone peggiori non mi sono mai fato trascinare in cose illecite e non perchè mi mancasse la possibilità o il coraggio, semplicemente perchè all'epoca non le condividevo. Anche se frequentavo le superiori d'estate lavoravo nelle proprietà di famiglia, raccoglievo nocciole e castagne o andavo a lavorare come manovale o imbianchino e questo unito ai soldi che ricevevo in casa da mia mamma e sopratutto dai miei nonni disponevo di somme maggiori di quelle che mi necessitavano. Anche se in quel periodo non commisi nessun illecito questo non vuol dire che non avessi problemi con le forze dell'ordine. Infatti il mio primo arresto l'ho avuto all'età di sedici anni. Non si tratta di un vero e proprio arresto, non sono finito in carcere ma, alle sono venuti i carabinieri a prendermi a casa; una persona di cinquanta anni circa, dopo aver tamponato un mio amico non solo non gli prestava soccorso ma cercava di aggredirlo. Per tutta risposta dopo aver conosciuto il tipo per rivalsa con altri tre amici più grandi di me gli abbiamo distrutto casa con lui dentro. A casa mia è successo il finimondo. In casa mia nessuno mai aveva avuto a che fare con le forze dell'ordine, mio padre è titolare di porto d'armi e dopo questo accadimento non mi ha rivolto più la parola per più di un anno anche se lavoravamo insieme I miei sedici anni sono stati parecchio turbolenti, ho voluto cambiare scuola ma a dire il vero non volevo più continuare a studiare. Mia mamma ovviamente non era d'accordo e mi ha obbligato a continuare. così mi sono iscritto al professionale per studiare come analista chimico biologico. Il primo giorno in classe scoprii che eravamo solo tre maschi su diciotto ragazze,, non perdevo un solo giorno di scuola, ci andavo anche con la febbre. Fu li che scoprii un'altra mia grande passione: il mondo femminile. All'epoca cominciai a lavorare al Giardini Naxos e muovevo i primi passi nell'organizzazione di feste private e di spiaggia con un buon guadagno. Al professionale sono stato per due anni capo d'istituto e avevo una certa fama come promotore e trascinatore, infatti ero sempre in prima linea nell'organizzazione di scioperi e occupazioni.lì ho avuto la mia prima storia "seria. Io credo che la propria compagna sia una persona deter minante nella vita. La mia prima fidanzata,con cui ho condiviso quattro anni fantastici della mia vita, era proprio una brava ragazza, siamo stati fidanzati

4 ufficialmente dai diciotto ai ventidue anni, soprattutto faceva di tutto per non farmi fare troppe pazzie anche se poi finivo per farle lo stesso. Oggi mi rendo conto che benchè io non mi sia mai fatto influenzare da nessuno lei aveva una carica positiva che mi trasmetteva e anche la capacità di fermarmi. L'ho lasciata dopo quattro anni per fidanzarmi con la sua migliore amica. Tutto partì dal fatto che venni a sapere che la sua migliora amica diceva che non voleva avere niente a che fare con me per il fatto che ero un cattivo elemento. Ho sempre adorato le sfide...e la storia racconta che siamo stati insieme per due anni. Pure lei di famiglia rispettabile, buon partito. Nel frattempo avevo finito gli studi, partivo militare, destinazione Roma. Quello è stato un momento importante della mia vita, era la prima volta che uscivo di casa e a parte poche sporadiche volte non ci sono più tornato. Dopo quasi un anno tornai in Sicilia per amore della mia fidanzata. quello è stato uno dei pochi errori che rimpiango nella mia vita. Difficilmente mi sono pentito delle cose che avevo deciso di fare. Mi ripetevo spesso di non pentirsi di alcunchè se al momento avevi provato felicità. Dopo aver visto e vissuto Roma per due anni sono stato felice di tornare in Sicilia, la mia famiglia, la mia fidanzata, la mia casa ad aspettar mi; ma tutto questo faceva parte di una scelta che avrebbe cambiato la mia vita. E non sicuramente in meglio. Quello è stato l'inizio della fine. Tornato da Roma l'unico lavora che sono riuscito a trovare è stato il manovale benchè fossi diplomato lavoravo come un mulo, di giorno in cantiere, la notte in discoteca e il sabato e la domenica nelle campagne. Lavoravo, lavoravo ma i soldi non bastavano mai.. Affitto di casa, bollette, benzina e in tutto questo la mia famiglia insisteva perchè rimanessi di più in casa,e più insistevano più mi allontanavo. Fu in questo clima che mi si presentò la cocaina. Tutto andava a rotoli e per la prima volta ebbi problemi economici. Certo avrei potuto chiedere a casa ma all'epoca ero troppo stupido e troppo orgoglioso per chiedere aiuto. Già avevo problemi ma la dipendenza dalla cocaina fu la ciliegina sulla torta. Ricordo benissimo il momento preciso del non ritorno, lavoravo solo per pagar mi la coca. Facevo il manovale, lavoravo di mala voglia, successe che un mese il titolare invece dei soldi mi consegnò un assegno posdatato, a quel punto presi la decisione più disgraziata della mia vita. Scelsi la via più facile da percorrere, incominciai a rubare sulle autovetture. Con i proventi reinvestivo in erba e fumo e rivendevo triplicando il guadagno, con il guadagno compravo autovetture di provenienza lecita in Germania e le rivendevo in Italia.A quel punto i soldi mi piovevano addosso e erano finiti i problemi. Avevo incominciato a viaggiare per tutta Italia solo con il pensiero di divertirmi e le mete erano legate al fatto di trovare una discoteca famosa o un famoso dj che si esibiva nel tal posto. Facevo una vita piena d'eccessi. D'un tratto tutti all'apparenza volevano essere miei amici e si facevano in quattro per me, entravo in un bar e non riuscivo mai a pagare un conto, tuttii cercavano di offrirmi da bere. Ma si sa, i tempi delle vacche grasse sono destinati a finire. Una sera periodo di Natale sono invitato a una serata di gioco di carte, strada facendo scorgo una Alfa Romeo identica alla mia, la mia era da poco stata incidentata e senza alcuna remora mi fermo, la apro e mentre sto cercando di portarla via i carabinieri in borghese mi arrestano in flagranza di reato. Neanche a farlo apposta il carabiniere che esegue l'arresto è un buon conoscente della mia famiglia. Vengo portato in caserma dove passo la notte per essere liberato il pomeriggio seguente. All'uscita c'era tutta la mia famiglia ma io decido di non andare a casa con loro e torno nella mia abitazione a

5 Riposto, anche per evitare i rimproveri di mio padre. Casualità vuole che un vigile urbano di Riposto presti servizio a S. Alfio dove risiedono i miei il quale parlando con i carabinieri di sul fermo della sera precedente li informi della mia condotta a Riposto. Esco di casa alle 23 per andare Giardini Naxos e subito fuori casa trovo uno spiegamento di forze dell'ordine che mi aspettavano. Nessuna accusa se non quelle undici auto rubate posteggiate nel mio garage. Sul quotidiano è uscito l'articolo a grandi caratteri " arrestato due volte in appena 24 ore " con la relativa fotografia, tanto per non farmi mancare niente. Questa volta in carcere ci sono finito davvero. All'inizio non sapevo cosa aspettarmi ma viste le mie frequentazioni con persone poco affidabili mi sono subito trovato in mezzo ad amici d'infanzia. Quasi non volevo uscire quando ho ottenuto gli arresti domiciliar i che avrei dovuto passare a casa dei miei genitori.. Pensavo che mio padre avesse una violentissima reazione, invece non mi disse una parola. Arrivato a casa e seduto in sala da pranzo arrivò la reazione di mio padre. Sono vivo solo grazie a mia madre che impedì che le cose andassero peggio. Rimasi due mesi ai domiciliari. Appena uscito i miei trovarono per me un'occupazione a Padova dove mi accompagnarono. La scelta di Padova era per tener mi lontano dagli amici. A Padova ci rimasi pochi giorni poi ritornai e tacqui con tutti che mi credevano a 1500 chilometri di distanza mentre in realtà era a sei chilometri dalla casa dei miei. Per un po' questa bugia non è venuta a galla ma un giorno mi vide il padre di mio cognato che lo disse a mia mamma Incredula ma possibilista insieme a mia sorella si misero a cercarmi a Giarre, in poco tempo mi videro sul motorino a un incrocio. Squillò il mio cellulare e dall'altra parte era mia mamma " Salvuccio come stai? che fai?dove sei?" " Mamma che piacere, sto scendendo verso il centro di Padova" "A sì? ma girati un momento" Quello che mi disse mia mamma lo evito per decenza ma credo che lo immaginiate.da quel momento fui costretto a tornare a casa dei miei genitore ed ero controllato a vista. Fu proprio in quel periodo che incontrai la persona che avrebbe cambiato per sempre la mia vita. Una volta ho sentito dire che ognuno di noi ha un'anima gemella. Sicuramente tra tutte le storie vissute è stata la più importante. Si chiamava Margherita e dopo due giorni già convivevamo, nonostante la disapprovazione della mia famiglia la mia testardaggine vinse e continuai a vivere questa storia.. Lei era proprio come me, pazza da legare. Era nata in Inghilterra, a Londra, e si era trasferita in Sicilia. Bellissima, spregiudicata, sempre pronta a qualsiasi follia, e cosa molto importante non mi metteva freni, anzi mi spronava assecondandomi su tutto. cosa che non tardò ad arrivare con il crak. Lei infatti aveva forte dipendenza da quest'ultimo e presto la cosa successe anche a me. La necessità aguzza l'ingegno, per mantenerci questa dipendenza, che fra tutte è la più costosa e la peggiore, era necessario pensare alla grande. L'Olanda, capitale europea della droga fu il nostro obiettivo. Oggi posso affermare che conosco l'olanda da cima a fondo, come territorio è poco più granade della Sicilia, ma economicamente è seconda solo all'inghilterra e alla Ger mania.

6 Hanno la migliore politica in Europa, la droga così detta leggera come ashish, maryuana, funghi allucinogeni sono del tutto legali. Per esempio entrando in coffee- shop ti portano subito il menù delle sostanze stupefacenti. La prima volta che ci sono entrato sembravo Alice nel paese delle meraviglie. Reperire droga in quel paese non era certo un problema, l'importante era stare attenti alle innumerevoli persone che cercano di fregarti. A questo proposito sono sempre stato bravo a individuare le persone giuste e a trovare quelle più adatte per "lavorare".cos ì senza nemmeno accorgermene diventai un trafficante internazionale di cocaina. Gli affari andavano bene, soldi e cocaina erano in abbondanza, anche se inevitabilmente il crak assorbiva tutte le risorse. Non faccio riferimento soltanto all aspetto economico ma anche a quello mentale. E proprio vero che si entra in un tunnel, anche se a me tutto sembrava più un grande labirinto, cercavo una via d uscita e non riuscivo mai a trovare quella giusta, era un vero e proprio circolo vizioso. A distanza di tempo ho capito come allora la via d uscita non esisteva proprio. Come ho già scritto in precedenza si sa i tempi così sono destinati a non durare, e i problemi seri, senza contare la dipendenza che ci stava distruggendo, arrivarono con l arresto della mia compagna. Anche se all epoca del suo arresto io vivevo per conto mio in Olanda, appena saputo del suo arresto presi il primo volo per Catania. Fu il periodo più brutto della mia vita. Vivevamo un periodo di litigi e nonostante questo ed il fatto che le sue accuse fossero pesanti, grazie all intervento di un bravo e costoso avvocato nel giro di qualche mese ottenne gli arresti domiciliari. Mi sentii come tradito perché ero all oscuro di tutto e, nonostante vivessimo insieme il per iodo dei suoi domiciliari la magia era finita. Io nella perdizione totale capii che la droga ci stava trascinando a fondo e per la prima volta mi sono reso conto che dovevamo smettere. Lei non era d accordo e cominciò un periodo d inferno, periodo che durò fino a quando lei uscì dai domiciliari. A tal proposito ad appena una settimana dalla sua scarcerazione comprai un biglietto di sola andata destinazione, Romania.. Volevo andare il più lontano possibile da lei e da tutto e per circa sei mesi smisi di fare uso di droga. Ancora oggi ci penso. Alla fine la droga ti fa perdere inevitabilmente tutto, anche gli affetti. Credo che se non ci fosse stata la droga di mezzo noi non ci saremmo mai lasciati, lei è stata ad oggi l unica persona che ha lasciato un segno nella mia vita, oltre alla mia famiglia naturalmente. Benchè l abbia lasciata io per me è stata una grande delusione, per la prima volta nella mia vita ho assaggiato la sconfitta, per la prima volta mi rendevo conto che esistevano cose nella vita che non potevo avere. Questa riflessione la feci quando mi resi conto che nonostante il mio desiderio di vivere sempre con lei fosse fortissimo le nostre visioni della vita si stavano allontanando. Io avevo preso coscienza che continuare su quei ritmi con gli stupefacenti ci avrebbe portato inevitabilmente alla fine. Lei no. Misi tra me e lei tanti chilometri di strada soffrendo enormemente nel non essere riuscito a condividere unità d intenti e assaporando per la prima volta il gusto della perdita. Non mi sono più legato ad una donna anche se in seguito ho avuto altre convivenze. Partito per la Romania, il termine appropriato sarebbe, scappato in Romania, per sei mesi non ho avuto più contatti con nessuno a parte mia mamma, che per tutta la vita in qualsiasi posto sia andato mi chiamava tutti i giorni. Dopo sei mesi decido di tornare in Sicilia. Più che deciso sono costretto, sto quasi per finire in bolletta.. Mi metto sull autobus e appena in Italia metto nel cellulare la vecchia scheda. In trenta secondi mi scrivono non so quanti messaggi e il telefono comincia a squillare. Rispondo ed è un mio amico

7 d infanzia che lavorava a Pistoia come militare di carriere al 128 paracadutisti; lo chiamerò per semplificare Giuseppe. Ora in tutta la mia storia questo è il primo nome che scrivo e mi voglio soffermare su questa persona perché grazie a lui ho capito che essere buoni verso certe persone non solo non serve a niente ma può addirittura distruggerti la vita. Come detto è un amico d infanzia, lo conosco perché frequentavo ed avevo una grande amicizia con suo zio. Anche Giuseppe aveva una grande passione per la musica e siccome ero organizzatore di eventi nella più famosa discoteca della Sicilia orientale, come tanti, mi telefonava il sabato per avere qualche pass omaggio e qualche consumazione. Nacque un bel rapporto di simpatia e cominciammo a frequentarci. Succede un giorno, mentre sono al bar che incontro lo zio di Giuseppe, persona quest ultima molto rispettata e ben voluta da tutti; stiamo amichevolmente litigando davanti alla cassa su chi doveva pagare le nostre consumazioni, quando entra suo nipote Giuseppe. Si avvicina a noi perché aveva un appuntamento con me, di punto in bianco appena si avvicina a noi lo zio lo colpisce con uno schiaffo davanti a tutti, rimango basito, non so cosa pensare e decido di prendere lo zio sotto braccio e accompagnarlo fuori dal bar. Appena fuori chiedo spiegazioni, lui mi chiarisce che aveva avvisato Giuseppe di non avvicinarsi mai a lui, perché era un poco di buono che da suo zio non aveva preso niente, in definitiva lo apostrofò come infame. Continuò dicendomi in tutta sincerità che avrei fatto meglio a lasciarlo perdere, Purtroppo per me non ho mai ascoltato i consigli ed ancora oggi ne pago le conseguenze. Ma ritorniamo a noi. Quel giorno appena rientrato nel territorio italiano proveniente dalla Romania mi chiama proprio questo Giuseppe. Mi chiede dove fossi e mi dice che mi cercava da tempo. Rispondo che sono in autobus nei pressi di Venezia in direzione Catania. Per farla breve mi convince a fermarmi a Firenze dicendomi che con un amico si sarebbe fatto trovare alla fermata e mi avrebbe offerto ospitalità. Detto fatto, li trovo ad aspettarmi e mi portano a Pistoia dove lui aveva una casa. Il suo amico, che chiamerò Marco, era il vero padrone di casa e conviveva con una ragazza polacca di nome Angelica, mentre Giuseppe viveva ancora in caserma. All inizio tutto funzionava, Giuseppe tramite amicizie mi trova pure un lavoro con il quale r iesco a pagare un affitto per una casa nel centro di Pistoia. Mi facevo le canne ma evitavo la cocaina. Giuseppe cominciò a farmi proposte strane che io rifiutavo sempre,e quando invitava gli amici a casa per farsi le serate di coca io uscivo con uno spinello in mano per evitare coinvolgimenti di ogni tipo..ma la cosa non durò molto. Ben presto ripresi dapprima a tirare cocaina e dopo di nuovo crak e come si sa la recidiva è sempre peggiore; i miei giorni da bravo ragazzo erano finiti. Nella mia vita molte persone che stimo e di cui ho grande considerazione mi hanno detto che sono un tipo capace,che ho delle potenzialità che in apparenza non dimostro; per gran parte della mia vita ci ho creduto. Oggi non ne sono tanto sicuro ma se così fosse, di sicuro le ho sprecate e non so cosa sia peggio. Il fatto è che dal primo tiro di crak a tornare alla mia vecchia vita il passo è stato breve. Ho cominciato a rifare Italia Olanda tre volte al mese e oggi mi rendo conto che era proprio quello che volevano. Giuseppe chiedeva sempre di venire con me in Olanda, ma io gli rispondevo sempre di no trucchi del mestiere. Fatto sta che ero nuovamente al punto di partenza; tossicodipendente incastrato in una specie di limbo.

8 Mi rendevo conto di essere finito di nuovo con l autodistruggermi era solo una questione di tempo. Cercavo una via d uscita che però non trovavo, così quando mi si presentò l opportunità di andare in Polonia con la convivente di Marco presi la palla al balzo. Così vidi per la prima volta Cracovia,e fu amore a prima vista. Giuseppe mi informò che sarebbe venuto a trascorrere il suo compleanno a Cracovia, in realtà voleva convincermi a tornare a Pistoia Organizzo una festa di compleanno per Giuseppe che viene con Angelica e in questa occasione conosco Ursula, le cose in un certo senso andavano meglio e dopo una settimana da quella serata convinco Ursula a venire in Italia con me. I suoi fratelli mi volevano uccidere perché lei non faceva uso di stupefacenti a parte gli spinelli. Tornato a Pistoia, con lei facevo un uso minore di crak. Cominciai sempre più spesso a litigare con Giuseppe, voleva che lo mandassi da solo in Olanda, in pratica voleva i miei contatti. Un giorno litigando pesantemente lo invitai a lasciare la casa. Dopo un mese era allo sbando, dormiva in macchina e si lavava in casa di Marco o di un suo collega. Un giorno incastrato da Marco che mi diceva che Giuseppe era rovinato decisi di riprenderlo in casa. Si presentò con un amico, Gigi, che mi pregò di prendere anche lui offrendosi di pagare la sua parte di affitto perché era stanco di vivere in caserma. All inizio risposi di no ma poi mi feci convincere a farlo vivere da noi, del resto avevo cambiato casa e questa aveva cinque vani, ognuno aveva la sua stanza e il suo bagno. Ovviamente il mio fu un grosso sbaglio, perché loro ci andavano giù pesante, in pratica tutti i giorni facevano uso di coca. La cosa stava diventando insostenibile, usavamo per noi più sostanza di quella che vendevamo e la cosa era alquanto per icolosa. Nel frattempo anche la mia convivente si era accorta della situazione e della mia totale dipendenza. Cos ì mi convinse a prendere casa a Cracovia e a trasferirmi in Polonia. All epoca la vidi una buona idea, stare lontano dall ambiente che si era creato a Pistoia era di sicuro un idea positiva. Grazie alla facilità che ho ad apprendere le lingue in pochi mesi riuscivo a farmi capire in polacco, la mia ragazza mi aiutò a trovare un lavoro in un albergo abbastanza rinomato di Cracovia. In pratica la mia mansione era quella dell accoglienza dei numerosi gruppi italiani che venivano per turismo religioso o per visitare i campi di concentramento di Auschw itz che distano solo poche chilometri dalla città. Avevo diminuito l assunzione di cocaina e mi accingevo ad aprire un disco- pub che era il mio sogno nel cassetto. La mia ex mi ha aiutato molto e io mi stavo sistemando quando un giorno venne ospite da me Giuseppe con Gigi, mi volevano convincere a tornare a Pistoia e a riprendere la vita che avevamo lasciato. Io non ne volevo sapere, da lì a poco avrei inaugurato il mio locale e non mi sarei più spostato da Cracovia. Allora mi chiesero un favore, erano in mezzo a una strada, avevano bisogno di polvere magica e loro non sapevano doveprenderla, avrebbero fatto tutto loro, viaggio e carico, a me il compito di procurarla soltanto. Accettai, non per i soldi ma perché quel viaggio mi avrebbe fruttato un po di sostanza per me. Doveva andare tutto liscio come l olio se quei due non fossero stati tossici fino all osso. Diedi a Giuseppe quello che aveva sempre voluto, il mio contatto olandese, del resto non mi interessava più, per me era l ultimo giro di giostra. Volevo mettere su famiglia e dedicar mi al mio nuovo lavoro. Ci fu solo un piccolo imprevisto: dopo un mese mi chiama il mio referente olandese chiedendomi dove fosse l amico che gli avevo mandato, il motivo era che si sarebbero dovuti vedere e lui si era fatto di nebbia. Capii subito la gravità della situazione. Uno dei miei migliori amici, uno con cui avevo condiviso tutto stava giocando con la mia vita. Lo chiamai subito, ma come era prevedibile non mi rispose, la cosa andava di male in peggio e la stessa sera presi l autobus per Firenze. Arrivato a Pistoia capii subito la situazione. Giuseppe era in ospedale, aveva litigato a botte con Gigi, la cocaina se l erano presa Gigi e Marco, sono andato

9 subito a cercarli e quando li trovai non avevano più niente né coca né soldi. Gigi si era pure comperato un auto nuova perché la sua gliela aveva distrutta Giuseppe in un incidente. Dopo varie peripezie sono riuscito a parlare con entrambi, mi diedero assicurazione che entro una settimana sarebbero rientrati con le spese e avrebbero saldato il debito di cui io ero garante. Tornai in Polonia ma dopo pochi giorni mi richiamò il mio contatto olandese e questa volta non fu tanto cortese. Gigi e Marco non si erano più fatti sentire e io mi trovavo in mezzo ad un enorme guaio. Non avevo tutti i soldi necessari a saldare il debito, racimolai quasi la metà dando fondo a tutti i miei risparmi. Avevo speso quasi tutto quello che avevo per la ristrutturazione e l affitto del locale. Ero alla frutta. Presi l autobus e tornai a Pistoia, attesi Gigi accanto alla sua auto nuova, fermo davanti al suo posto di lavoro, aspettai circa tre ore, fermo lì. Appena lui uscì e apr ì l auto salii dal lato passeggero; un seguito lui disse che l avevo violentemente percosso ma non era vero, semplicemente gli dissi o mi dai i soldi o i dai l auto e lui mi diede le chiavi con le sue mani. Presi l auto e andai a casa di Marco, se mi fossi potuto sdoppiare avrei preso anche la sua di auto. Mi feci promettere che avrebbe venduto l auto e mi avrebbe mandato i soldo così tornai a Cracovia. Gigi mi chiamava tutti i giorni e io non capivo come mai. In seguito venni a sapere che mi chiamava dalla stazione dei carabinieri con il vivavoce. Dopo circa una settimana mi chiama Marco e mi invita ad andare a casa sua a prendere i soldi che mi doveva. Per circa 24 ore, il tempo da Cracovia a Pistoia pensavo di essere riuscito a risolvere il problema senza sapere che i problemi stavano per cominciare e che la vita per come la conoscevo per finire. A volte penso che sarebbe stato più giusto se avessero avuto gli attributi per sparami un colpo in fronte, perché quello che mi hanno fatto è molto peggio. Non perché mi hanno rubato dodici anni della mia vita, su questo aspetto ero preparato, niente è gratis nella vita, si paga tutto prima o poi. Quello che più mi dispiace è che hanno raccontato tante bugie e che i miei genitori hanno dovuto ascoltare queste bugie. Il mio amico Giuseppe ha pensato bene di dare tutta la colpa a me e benchè fossimo accusati degli stessi reati lui si è fatto sei giorni di galera e io sono arrivato a sei anni e tre mesi. Suo zio mi aveva avvertito, ma io testardo come sono non gli ho dato retta. In pratica mi hanno condannato per le sue dichiarazioni in quanto la verità non la potevano dire. Sei più sei, dodici anni di carcere per aver fatto un favore. I primi tempi non riuscivo a dor mire, poi ho realizzato che benché abbia perso tutto e quando dico tutto intendo tutto, non solo le cose materiali ma anche gli affetti. La mia convivente polacca ha resistito un anno poi mi ha lasciato e se ne è andata a vivere a Londra. Mia sorella non è venuta mai a trovarmi, neppure quando ero a Catania. Del resto chi la può biasimare, suo marito ha perso il lavoro per causa mia perché insegnava in carcere cosa che non ha più potuto fare perché aveva un parente detenuto. Questo ha avuto ripercussioni anche nel suo lavoro principale di avvocato civilista e non ha più potuto candidarsi alle elezioni comunale. Mio padre da quando sono detenuto ha avuto un ictus e a mia madre è crollato il sistema nervoso. Nonostante tutto e per tutto il tempo della mia detenzione, che mi trovassi a Catania, Pistoia o Bolzano sono sempre venuti regolarmente a trovarmi e ad aiutar mi. Sono riuscito a distruggerli tutti. Prima davo la colpa di tutto questo alle persone che dopo avermi derubato non sapevano come liberasi di me, mi hanno denunciato solo per questo. Oggi capisco che se devo trovare qualcuno da incolpare per aver distrutto la vita delle persone che amavonon devo andare lontano. Basta che guardi lo specchio la mattina quando mi lavo il viso. Io sono la causa di tutto, l unico che ha tutta la colpa sono solo io. Oggi sono consapevole che non serve addossare tutte le colpe agli altri, se potessi tornerei indietro e farei delle scelte diverse per la mia vita, ma soprattutto cercherei di stare il più lontano possibile dalla droga. Per natura e carattere sono un ottimista e sono convinto che con l aiuto delle persone che mi vogliono bene potrò riuscire a ricominciare tutto da zero, anche se mi rendo conto che non sarà facile e avrò bisogno di tutto l aiuto possibile; io ce la metterò tutta perché non lo devo solo a me

10 stesso ma anche alle persone che nonostante tutto continuano a credere in me e mi vogliono bene. Questo, caro amico mai avuto, ti serva come traccia per capire a non cadere in quelle tentazioni che sono solo trappole e vane illusioni. Spero che il breve racconto della mia avventura di vita ti faccia pensare. Auguri amico mio. Salvatore Zappalà

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