Guida della Riserva Naturale. lago di montepulciano

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1 Guida della Riserva Naturale lago di montepulciano

2 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 3 L Azienda A.S.T.R.A. (Azienda Speciale Tutela Riserve e Ambiente) è stata istituita dalla Provincia di Siena nel 006 allo scopo di esercitare attraverso di essa le funzioni relative alla gestione delle Riserve Naturali, aree particolarmente fragili destinate alla conservazione della biodiversità. Tra le attività svolte dall Azienda, la promozione, la divulgazione scientifica e l educazione ambientale hanno un ruolo di primo piano poiché è ormai chiaro che la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini sono fattori fondamentali per il successo delle politiche ambientali di un Paese. Partendo da questo presupposto, l Azienda sta realizzando una serie di pubblicazioni divulgative sulle singole Riserve e su particolari aspetti della loro biodiversità, allo scopo di far comprendere l importanza e l unicità di queste realtà e incoraggiare alla visita. In questo contesto è stata realizzata la Guida della Riserva Naturale Lago di Montepulciano, una zona umida di acqua dolce di importanza fondamentale per la Toscana e per tutto il centro Italia, per la conservazione delle specie vegetali e animali legate a questi particolari ecosistemi, ormai estremamente ridotti e compromessi. Mario Mensini Presidente Azienda Speciale A.S.T.R.A

3 4 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 5 Pubblicazione a cura di A.S.T.R.A. Azienda Speciale Tutela Riserve e Ambiente Indice Coordinamento e testi Species, Siena ( Illustrazioni Rita Petti Cartografia A.S.T.R.A. Progetto grafico Bellucci Design, Siena ( Stampa Alsaba Grafiche per Protagon Editori Toscani Materiale fotografico Barbara Anselmi 0; 6; 7; (6); 6(); 36(); 38(3); 39(3); 44(). Gianni Chiancianesi 9(7); 3(3,4); 37(7); 39(5). Silvia Francucci 4; 0 (); 4; 45; 47(); 48; 49; 50. Isabelle Minder 38(); 39(4); 44(). Flavio Monti 33(6). Bernardo Pellizzi 0-(,3,4,5,7,8,9); 6(); 3-33(,,5,7,8); 36-37(,3,4,5,8); 38(); 39(); 4; 43; 47(). Carlo Sassetti 9(5,6); 39(). Ringraziamenti: Leonardo Favilli, Mario Morellini, Francesco Pezzo, Sandro Piazzini, Carlo Sassetti, Federica Tagliavia (LIPU) Per informazioni A.S.T.R.A. Azienda Speciale Tutela Riserve e Ambiente Piazza Duomo Siena Tel astra@provincia.siena.it Biodiversità e aree protette... 6 Il Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena... 7 Riserve Naturali e Rete Natura La Riserva: caratteristiche generali... 0 Come si raggiunge... Storia della bonifica... 4 Gli ambienti della Riserva... 6 Lo specchio d acqua...0 Il canneto...6 Il bosco igrofilo... 3 Le aree agricole e incolte...36 Calendario della natura...38 Le sagome degli uccelli I molluschi acquatici del lago... 4 Le specie aliene...4 Strutture e attività...44 Il Regolamento Le migrazioni Il territorio circostante Eventi del territorio... 5 Elenco delle specie citate...5 Didascalie delle tavole illustrate...55 Provincia di Siena - Ufficio Riserve Naturali Via delle Sperandie Siena Tel Fax riservenaturali@provincia.siena.it Realizzato con il contributo della Regione Toscana

4 6 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 7 Biodiversità e aree protette Il termine biodiversità indica la varietà delle forme di vita che popolano la Terra, dai microscopici batteri agli animali e alle piante più grandi. Questa varietà può essere misurata a tre scale diverse: a livello di specie, ma anche di individui e di ecosistemi. All interno di ogni singola specie, infatti, ogni individuo differisce leggermente dagli altri. Questa diversità rappresenta una sorta di assicurazione per la sopravvivenza, perché, quando le condizioni ambientali variano leggermente, almeno una parte degli individui può riuscire ad adattarsi alla nuova situazione. All interno di una qualsiasi area geografica anche gli habitat sono numerosi e ben differenziati, al pari delle specie che li abitano: anche questa varietà è fondamentale per il mantenimento della vita. La diversità biologica è un elemento fondamentale per il funzionamento dell ecosistema Terra perché assicura tutta una serie di servizi indispensabili per gli esseri viventi, compreso l uomo: fornisce cibo, acqua e materie prime di vario tipo, contribuisce al mantenimento degli equilibri climatici, alla prevenzione del rischio idrogeologico, alla produzione di ossigeno, al riciclo dei rifiuti e dei nutrienti e agisce da barriera contro la diffusione di malattie. Per quanto riguarda la sopravvivenza dell uomo, il mantenimento della biodiversità è fondamentale non soltanto dal punto di vista alimentare, ma anche dal punto di vista medico: molti principi attivi utilizzati in medicina provengono infatti dagli esseri viventi, in particolare vegetali. Infine, non va sottovalutato il valore della biodiversità dal punto di vista estetico, culturale, turistico e ricreativo: la sua tutela consente di soddisfare il crescente bisogno di spazi naturali e alimenta attività come il turismo ecocompatibile, l escursionismo e la didattica ambientale. Poiché in natura ogni essere vivente è strettamente legato a tutte le altre componenti viventi e non viventi dell ecosistema in cui vive, la perdita di un qualsiasi tassello di questo mosaico può comportare una serie di squilibri, cioè una riduzione di funzionalità dell ecosistema, che può manifestarsi anche sul medio o lungo termine. Al danno ecologico può associarsi un danno economico e/o culturale: per esempio, soltanto una minima parte delle specie vegetali potenzialmente utili in campo medico o alimentare viene attualmente utilizzata, e il rischio è che alcune specie possano estinguersi prima ancora di essere state studiate o sfruttate. Uno dei principali strumenti per mantenere un elevata biodiversità è quello di destinare aree di particolare pregio naturalistico e grande ricchezza specifica all istituzione di riserve, parchi o oasi, in modo da garantirne la conservazione a lungo termine, valorizzando al contempo la loro fruizione e tutte le attività sostenibili correlate. Il Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena Le Riserve Naturali sono territori che per la presenza di specie di flora e fauna o di particolari ecosistemi naturalisticamente rilevanti, devono essere gestiti per garantire la conservazione dell ambiente nella sua integrità (Legge Regionale 49/995). La Provincia di Siena ha istituito, dal 996, quattordici Riserve Naturali che occupano complessivamente oltre ettari di elevato valore ambientale, naturalistico, storico e culturale, in cui i diversi ambienti tutelati ospitano specie animali e vegetali rare e di grande interesse scientifico e conservazionistico. Le 4 Riserve Naturali costituiscono un Sistema di aree protette il cui scopo è quello di garantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione dell ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico-culturale e di quello naturalistico. Le quattordici Riserve riflettono l incredibile diversità degli ambienti del territorio provinciale, proteggendone gli aspetti più significativi: si passa da ecosistemi forestali montani (Riserva Naturale Pigelleto) ad ecosistemi lacustri (Riserva Naturale Lago di Montepulciano), da boschi e macchie di leccio (Riserva Naturale Basso Merse) a boschi di faggio (Riserva Naturale Pietraporciana), da ambienti fluviali (Riserve Naturali del Farma-Merse) ad ambienti agricoli fortemente modificati dall uomo (Riserva Naturale Lucciola Bella e Riserva Naturale Bosco di S. Agnese). Questa eterogeneità si riflette in una grande diversità di specie: tra queste si contano oltre 50 emergenze faunistiche, 70 emergenze floristiche e 0 emergenze vegetazionali di interesse conservazionistico a livello comunitario, nazionale e regionale. La gestione del Sistema è finalizzata alla conservazione delle specie e degli ecosistemi, alla promozione ed incentivazione delle attività produttive e di tempo libero compatibili, allo svolgimento delle attività scientifiche e di ricerca e alla promozione delle attività d informazione e di educazione ambientale.

5 8 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 9 Riserve Naturali e rete natura 000 Rete Natura 000 Riserve Naturali Alto Merse Basso Merse 3 Bosco di S. Agnese 4 Castelvecchio 5 Cornate e Fosini 6 Crete dell Orcia 7 Farma 8 Il Bogatto 9 La Pietra 0 Lago di Montepulciano Lucciola Bella Pietraporciana 3 Pigelleto 4 Ripa D orcia SIC Alta Val di Merse Basso Merse 3 Castelvecchio 4 Cono vulcanico del Monte Amiata 5 Cornate e Fosini Foreste del Siele e Pigelleto 6 di Piancastagnaio 7 Montagnola Senese 8 Monte Cetona 9 Monti del Chianti 0 Ripa d Orcia Val di Farma SIC e ZPS Crete dell Orcia e del Formone Crete di Camposodo e Crete di Leonina 3 Lago di Chiusi 4 Lago di Montepulciano 5 Lucciolabella 6 Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano La Rete Natura 000 è uno degli strumenti adottati dai Paesi dell Unione Europea per rispondere agli impegni presi con la Convenzione sulla Diversità Biologica firmata a Rio de Janeiro nel 99 e affrontare così la riduzione della biodiversità a livello europeo. La rete si compone di Zone di Protezione Speciale (ZPS) e di Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Le ZPS sono individuate dalla Direttiva Uccelli (Direttiva 79/409/CEE) allo scopo di proteggere gli uccelli selvatici conservando gli habitat in cui vivono, si riproducono o si nutrono durante la migrazione. I SIC sono invece individuati dalla Direttiva Habitat (Direttiva 9/43/CEE), per la conservazione di specie e habitat particolarmente importanti e rappresentativi per il mantenimento e il recupero della biodiversità che caratterizza il territorio europeo. La Rete, insieme ad altre tipologie di aree protette già istituite all interno dei Paesi dell Unione Europea, è un efficace mezzo di collegamento tra habitat nato allo scopo di favorire la diffusione e la dispersione delle specie e di conseguenza la loro sopravvivenza. In Italia sono stati istituiti ad oggi 84 SIC, per la tutela di 3 habitat, 87 specie di flora e 99 specie di fauna (delle quali mammiferi, 9 rettili, 4 anfibi, 5 pesci, 30 invertebrati), e 59 ZPS per la protezione di circa 380 specie di uccelli. Nella provincia di Siena sono stati individuati 7 SIC, di cui 6 classificati anche come ZPS, che insieme alle Riserve Naturali costituiscono quasi il 6% del territorio provinciale. Il lago di Montepulciano è classificato come SIC e come ZPS per il grande valore che riveste per la conservazione a livello europeo di particolari habitat e specie animali e vegetali. In particolare sono di interesse comunitario 3 specie di anfibi e ben specie di uccelli (tra le oltre 00 censite) e un importante habitat legato alla vegetazione palustre. La conservazione di questa particolare tipologia di ambienti risulta quindi prioritaria anche perché le zone umide di acqua dolce, ecosistemi di importanza fondamentale per la sopravvivenza di numerosissime specie animali e vegetali, sono rimaste ben poche in tutta Europa e stanno subendo tuttora un progressivo degrado. Il valore di questi ambienti travalica i confini nazionali e anche quelli europei, poiché le zone umide residue, come il lago di Montepulciano, sono oggi insostituibili punti di sosta lungo le rotte migratorie tra Europa ed Africa.

6 0 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena Oltre alle numerose emergenze faunistiche, tra le quali si annoverano anche molti invertebrati (molluschi come Unio mancus e Viviparus contectus, insetti come Carabus clathratus e crostacei come il granchio di fiume), la Riserva ospita specie vegetali di grande interesse conservazionistico: ai margini del canneto, nelle piccole praterie igrofile e nella vegetazione sommersa e galleggiante sono state censite oltre 40 specie di rara bellezza e ormai inconsuete, poiché gran parte delle aree umide che esistevano in Europa sono oggi scomparse o comunque degradate. Veduta aerea del canneto e lago di Montepulciano. Il raro coleottero Carabus clathratus, tipico delle zone umide 3 Il tarabuso, un airone difficile da osservare a causa della sua capacità di mimetizzarsi nel canneto La Riserva: caratteristiche generali La Riserva Naturale è situata nel Comune di Montepulciano e copre una superficie di 470 ettari. Comprende l intero lago (che a est confina con la Regione Umbria), parte del Canale Maestro della Chiana ed alcuni terreni agricoli adiacenti. Oltre allo specchio d acqua, l elemento che maggiormente caratterizza questa Riserva è il canneto a cannuccia palustre, chiamato dai botanici anche fragmiteto dal nome scientifico della specie predominante: interrotto solo da piccoli chiari, si estende per circa 300 ettari, e dà rifugio a numerosissime specie di uccelli acquatici. La buona conservazione di questa zona umida di acqua dolce e la sua ricchezza in specie, soprattutto per quanto riguarda gli uccelli, sono le ragioni principali che hanno portato all istituzione della Riserva Naturale, allo scopo di mantenere per quanto possibile l ecosistema lacustre nella sua integrità. Gli stessi motivi sono alla base della classificazione del lago di Montepulciano come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e come Zona di Protezione Speciale (ZPS). 3

7 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 3 FIRENZE SIENA PERUGIA Violetta d acqua con Libellula depressa Bettolle Torrita di Siena A Acquaviva PIENZA Montepulciano Chianciano Terme CHIUSI Come si raggiunge Da Sud: percorrere l autostrada A (Milano-Napoli), con uscita Chiusi-Chianciano Terme. Prendere la strada statale n. 36 per Siena. In Località Tre Berte, girare a destra seguendo le indicazioni per la Riserva Naturale. Da Nord: percorrere l autostrada A (Milano-Napoli), con uscita Bettolle-Valdichiana. Prendere la strada statale n. 37 per Torrita di Siena e, appena superato Acquaviva, raggiungere Tre Berte e girare a sinistra, seguendo le indicazioni per la Riserva Naturale.

8 4 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 5 3 Storia della bonifica Il lago di Montepulciano e il vicino lago di Chiusi, collegati dal Canale del Passo alla Querce, sono ciò che resta della palude che fino all epoca medicea ha occupato gran parte della Val di Chiana e che ha subito, nel corso degli ultimi secoli, continue opere di bonifica. Il processo di bonifica della valle è stato di lunga durata. Alcuni accorgimenti erano già stati presi durante l età comunale ma i primi consistenti tentativi di recupero delle cosiddette terre malsane risalgono al periodo mediceo. Infatti, il grande frazionamento del territorio, in mano alle varie comunità, non aveva permesso un intervento sistematico e omogeneo di bonifica. A fine 500, con Ferdinando I, per favorire lo scorrimento delle acque dal lago di Montepulciano verso l Arno, si intervenne sul Canale Maestro della Chiana, che attraversava la valle arrivando fino ad Arezzo, rendendolo più profondo e si procedette ad eliminare la tendenza all impaludamento dei terreni ricorrendo ai metodi della colmata e dell essiccazione. Il primo sistema presupponeva la creazione di bacini dove far convo- gliare le acque di torrenti e canali per il deposito dei detriti in sospensione: con l innalzamento del livello dei terreni si eliminava il ristagno idrico ottenendo terreni fertili per la coltivazione. L essiccazione aveva tempi più brevi e prevedeva il prosciugamento grazie ad un opera di drenaggio dei terreni e canalizzazione delle acque verso il Canale Maestro. Nonostante le risorse economiche impiegate ed il ricorso ad esperti ingegneri ed architetti (Torricelli, Ricasoli, Gaci), sarà solo con i Lorena, tra 700 e 800, che la bonifica della Val di Chiana verrà definitivamente avviata in maniera massiccia e mirata. Pietro Leopoldo nel 788 nominò per avviare e gestire i lavori un Sovrintendente generale: Vittorio Fossombroni. Fossombroni prevedeva di bonificare tutta la vallata: rialzando i terreni nella zona di Chiusi grazie alle colmate, avrebbe dato pendenza uniforme alla valle in direzione dell Arno. Questo progetto, detto la gran colmata, rispetto ai precedenti, avrebbe stravolto le caratteristiche ambientali del territorio. Per poterlo mettere in opera si avvalse di Alessandro Manetti, esperto in idraulica, che gli successe nella gestione delle opere di bonifica della valle. Manetti preferì non ricorrere in maniera eccessiva alle colmate, anche perché nel frattempo le condizioni della zona erano variate rispetto a quelle osservate dal Fossombroni. Per far defluire le acque verso l Arno si procedette ad un abbassamento del livello della Chiusa dei Monaci, si ampliò il Canale Maestro, si reindirizzarono alcuni torrenti e si risistemarono altri canali. Interventi di questo tipo continuarono anche dopo la formazione del Regno d Italia. Nel 98 si prevedeva di prosciugare anche i restanti chiari di Chiusi e Montepulciano: fortunatamente il progetto non fu mai attuato. Le vasche di laminazione Grazie alle fonti di archivio è stato possibile calcolare che nell ultimo secolo il lago di Montepulciano ha più che dimezzato la superficie ed ha diminuito la profondità con una media di circa cm all anno. Accanto ai fenomeni naturali, come l accumulo della vegetazione morta e dei sedimenti degli immissari, l interramento è stato accelerato dalle pratiche agricole degli ultimi decenni, che con le lavorazioni meccaniche hanno provocato l arrivo nello specchio d acqua di notevoli quantità di depositi terrosi dilavati dai campi. In particolare i sedimenti dei torrenti Parce e Salcheto, che raccolgono le acque delle colline a ovest della Riserva, hanno portato al progressivo interramento del lago, con un avanzata del canneto a discapito delle acque libere. Per rallentare questo processo e conservare la zona umida, il Provveditorato delle Opere Pubbliche della Toscana in collaborazione con la Provincia di Siena, l Università di Siena e la LIPU, è intervenuto creando delle vasche di laminazione: dal 999 al 00 ne sono state realizzate cinque. Hanno profondità massima di,5 m e si estendono per circa 40 ettari. In esse si riversano le acque dei torrenti Parce, Salcheto e Val di Seste depositandovi una buona parte del loro carico in sedimenti, che così non arrivano nel lago. Le vasche sono state eseguite seguendo i dettami dell ingegneria naturalistica, con l intento di creare ulteriori zone umide. La pendenza dolce, il diverso profilo planimetrico e la presenza di isole al loro interno hanno permesso anche lo sviluppo di una diversificata vegetazione e la presenza di molte specie d uccelli. Chiusa sul Canale Maestro Canale Maestro 3 Carta con l estensione del lago nel 83 come risulta dal Catasto Leopoldino

9 6 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 7 Le aree agricole e incolte Il bosco igrofilo Gli ambienti della Riserva Lo specchio d acqua Veduta del lago dalla torre di osservazione Il mignattino piombato è una delle specie migratrici che nidificano nel canneto di Montepulciano e si alimenta degli insetti catturati in volo sulle acque del lago Il lago ospita ambienti umidi che sono fondamentali per alcune specie di uccelli acquatici, che arrivano per la maggior in parte autunno e inverno, trovando in questa Riserva, situata lungo la via migratoria verso i paesi africani, un luogo idoneo sia per la sosta che per lo svernamento. Per alcune di queste e per altre specie di uccelli, la Riserva offre in primavera anche ambienti adatti per la nidificazione. L osservazione della ricca avifauna è possibile seguendo i percorsi costruiti all interno della Riserva: questi permettono infatti di attraversare il bosco igrofilo e osservare lo specchio d acqua e una parte del canneto. Il canneto

10 8 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 9 Lo specchio d acqua Didascalie delle tavole a pagina 55-56

11 0 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena Lo specchio d acqua La superficie del lago si estende per circa 70 ettari, raggiungendo una profondità massima di,7 metri. Le sue acque sono definite eutrofiche, cioè ad elevata produttività. Questa è dovuta all abbondanza di sostanze nutritive liberate dalla decomposizione della materia vegetale e apportate dalle acque provenienti dalle zone agricole circostanti, combinata con le alte temperature raggiunte a causa della modesta profondità e dell elevata insolazione. La vegetazione acquatica è costituita da comunità di piante in parte ancorate al fondo, e in parte galleggianti. In primavera lo sviluppo della ninfea con i suoi fiori bianchi segnala le profondità minori di metri. In questo ambiente si fa spazio il raro limnantemio, dai fiori gialli e con foglie simili a quelle di una piccola ninfea. Nelle acque più calme emerge dalla superficie la lunga infiorescenza di un altra rarità: l erba-vescica, una piccola pianta carnivora flottante. Immersi nel fango lacustre vivono due grandi molluschi Bivalvi, Anodonta anatina e Unio mancus, mentre tra le fronde sommerse vivono vari molluschi Gasteropodi: Viviparus contectus e Planorbarius corneus. Queste acque poco profonde, durante la primavera, 3 ospitano alcune specie di anatre con un numero limitato di individui, come il germano reale e la marzaiola, che si alimentano nelle acque con profondità non superiore ai 50 cm, immergendovi solo la testa. In inverno la situazione cambia totalmente: sia il numero di specie che di individui aumenta vertiginosamente, oscillando tra 500 e 3000 animali a stagione. Le specie più diffuse in questo periodo sono l alzavola, la canapiglia, il mestolone ed il fischione, ma è possibile anche vedere la rara moretta tabaccata, considerata a rischio di estinzione e nidificante in Italia con appena 5-50 coppie. Questa specie visita regolarmente le acque del lago durante l inverno, mentre in primavera vi nidifica saltuariamente. Nel lago è presente una ricca comunità di pesci (circa venti specie di cui oltre la metà introdotte dall uomo), distribuita anch essa in relazione alla profondità delle acque. Il luccio e il persico trota si mimetizzano tra i piccioli delle ninfee, in attesa del passaggio di una preda, per poter sferrare un rapido attacco. La specie più piccola presente nel lago è la gambusia, introdotta in Italia nel 9 durante la lotta alla malaria, per la sua predilezione per le larve di zanzara. Le acque più profonde ospitano la tinca, il carassio, la carpa, l anguilla e il pesce gatto (quest ultimo ad oggi costituisce la specie più abbondante). La zona più profonda del lago è anche il luogo di alimentazione di alcuni uccelli: il tuffetto, lo svasso maggiore, le folaghe e le anatre tuffatrici provenienti dal Nord Europa, come il moriglione e la moretta, in grado di nuotare ad alcuni metri di profondità. 9 La tipica imbarcazione utilizzata per spostarsi tra i chiari del lago Mestolone 3 Marzaiola 4 Una coppia di svasso maggiore 5 Moretta tabaccata 6 Ninfea 7 Moriglione 8 Folaga 9 Fischione

12 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 3 Sotto lo specchio d acqua Ninfea Erba vescica 3 Millefoglio d acqua 4 Luccio 5 Gambusia (femmina a sinistra, maschio a destra) 6 Persico trota 7 Carpa 8 Uova di tinca 9 Tinca 0 Carassio Spinarelllo (maschio a sinistra, femmina a destra) Ranocchina maggiore 3 Pesce gatto

13 4 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 5 Il canneto Didascalie delle tavole a pagina 55-56

14 6 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 7 Il canneto Il canneto è l habitat che più caratterizza il lago di Montepulciano. La specie che lo costituisce è la cannuccia di palude, una pianta che si rinnova annualmente provocando il caratteristico cambiamento di colore dell intera area della Riserva, che passa dal verde acceso dei mesi primaverili ed estivi al color paglia dei mesi autunnali e invernali. Si tratta di un habitat di transizione tra l acqua e la terra e per sua natura effimero, ossia destinato progressivamente a chiudersi. In passato nel canneto del lago di Montepulciano sono stati aperti dei chiari, ossia aree con acque libere poco profonde che avevano lo scopo di attrarre le anatre a fini venatori. I chiari erano collegati tra loro da canali che permettevano l accesso agli stretti barchini a fondo piatto che venivano adoperati dai cacciatori per spostarsi nel lago. Le superfici a canneto rivestono una importanza fondamentale per la conservazione di quelle specie di uccelli che hanno bisogno di grandi estensioni di habitat, come il falco di palude, che vi caccia le sue prede, e l airone rosso, presente con una piccola colonia riproduttiva. 3 Veduta aerea del canneto in primavera Gallinella d acqua 3 Cannareccione in canto

15 8 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 9 4 Topolino delle risaie 5 Tarabusino 6 Libellule della specie Lestes dryas in accoppiamento 7 Canneto d inverno 6 4 Tra le numerose specie che popolano il canneto alcune sono strettamente legate ad esso e specializzate per vivere al suo interno. Tra queste spiccano due aironi: il tarabuso, presente prevalentemente in inverno, e il tarabusino durante i mesi primaverili ed estivi. Questi due uccelli hanno sviluppato un comportamento antipredatorio in strettissima relazione a questo habitat. Quando si sentono in pericolo invece di fuggire rimangono immobili con il lungo collo disteso e il becco puntato verso l alto, talvolta oscillando lievemente così da rendersi invisibili tra le canne mosse dal vento. Altri uccelli, come la cannaiola e il cannareccione, prendono il loro nome dalle canne alle quali sono 5 sempre strettamente associati. Il canneto ha una doppia funzione per gli uccelli, essendo un sito di nidificazione in primavera e un area di rifugio per lo svernamento e la sosta lungo i tragitti migratori nelle altre stagioni. È utilizzato anche da specie non strettamente legate agli ambienti umidi come passeri, storni e rondini, che dopo la riproduzione vi si radunano alla sera in grandi e rumorosi dormitori. Oltre agli uccelli il canneto ospita una ricchissima fauna di invertebrati e alcuni mammiferi rari in Toscana come il topolino delle risaie. 7

16 30 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 3 Il bosco igrofilo Didascalie delle tavole a pagina 55-56

17 3 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 33 Il bosco igrofilo offrono al picchio verde una valida fonte di insetti, nonché un legno sufficientemente tenero da potervi scavare facilmente il nido con il becco. I rami più alti vengono utilizzati in primavera dalle coppie di colombaccio che, grazie al materiale vegetale raccolto nelle vicinanze, vi costruiscono il nido. In questo periodo, dopo il tramonto, è possibile udire il canto del gufo comune. In autunno e inverno, all imbrunire, i pioppeti del confine orientale della Riserva ospitano i dormitori dei cormorani, presenti con oltre 700 individui, reduci dalla pesca nelle acque dei laghi e delle zone limitrofe. I popolamenti di salici, anch essi presenti nel bosco igrofilo, sono il luogo ideale per osservare l incredibile opera ingegneristica di un piccolo passeriforme, il pendolino, che costruisce il nido sulle fronde ricadenti della pianta, inaccessibili ai predatori Le zone allagate esterne al canneto sono caratterizzate da forti dislivelli stagionali. In queste aree si sviluppa il bosco igrofilo che, se in inverno può essere sommerso per alcuni decimetri, in primavera-estate mostra le basi dei tronchi a seguito del ritiro delle acque. La densa copertura arbustiva che contraddistingue la porzione più bassa del bosco è costituita da cespugli di sanguinello (dalla tipica colorazione rosso accesa dei rami durante il periodo autunno-invernale), rovo comune e bluastro e, in misura minore, biancospino. Tali associazioni arbustive in primavera offrono riparo ad alcune specie di uccelli, in particolare a piccoli passeriformi 3 nidificanti, quali lo scricciolo, la capinera e l usignolo. In questa stagione si assiste alla fioritura del giaggiolo acquatico, con i suoi caratteristici fiori gialli, che occupa 4 le porzioni libere dalla vegetazione arbustiva. La copertura arborea è formata soprattutto da salici e da pioppi canadesi ibridi, con sporadici individui di pioppo nero e acero campestre. I tronchi 9 Porzione di bosco igrofilo visitabile attraverso il percorso che inizia dal Centro Visite Sanguinello 3 Scricciolo 4 Capinera 5 Bosco igrofilo in inverno 6 Gufo comune 7 Colombaccio 8 Giglio d acqua 9 Pendolino

18 34 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 35 Le aree agricole e incolte Didascalie delle tavole a pagina 55-56

19 36 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena Le aree agricole e incolte Le coltivazioni erbacee occupano circa il 0% della superficie della Riserva e sono prevalentemente rappresentate da colture cerealicole. Durante il periodo invernale, con l aumento delle precipitazioni, queste aree sono parzialmente invase dalle acque: si viene così a creare un ambiente idoneo alla sosta di uccelli limicoli come il beccaccino, il combattente e i piro-piro (culbianco e boschereccio). Nello stesso periodo, compaiono regolarmente anche numerosi stormi di vociferanti pavoncelle. Persino strutture artificiali, come i cavi dell alta tensione, diventano nella Riserva il posatoio preferito dagli storni, che si ritrovano al tramonto prima di raggiungere i vicini dormitori oppure, a fine inverno, vi si radunano per ripartire alla volta dei quartieri di nidificazione, lasciando il posto a rondini, topini e balestrucci provenienti dall Africa. In primavera, nelle praterie umide limitrofe al lago, si possono osservare le fioriture di alcune rarità vegetali come il giaggiolo acquatico e il giunco fiorito. In questa stagione si possono udire i canti in volo del beccamoschino e dell allodola (quest ultima, caratteristicamente, vocalizza in volo dopo aver assunto una posizione di stallo). Anche la cutrettola è un ospite abituale durante le migrazioni: si tratta di un passeriforme con numerose sottospecie, alcune delle quali, provenienti dall Europa centro-settentrionale, sostano presso la Riserva 4 3 per alimentarsi e raccogliere le energie necessarie a riprendere la lunga migrazione alla volta dell Africa centro-meridionale, percorrendo anche oltre Km. Gli aironi guardabuoi, nidificanti presso il vicino lago di Chiusi, sono assidui frequentatori delle limitrofe zone agricole: gli esemplari di questa specie si possono facilmente osservare durante il periodo estivo mentre seguono le macchine agricole durante le lavorazioni del terreno, in cerca di insetti ed altri invertebrati del suolo portati in superficie. Altri Ardeidi presenti in queste aree sono l airone cenerino, la garzetta e l airone bianco maggiore, che, a differenza dei guardabuoi, prediligono i canali che delimitano i campi. Sugli argini dei canali spesso stazionano le nutrie, che scavano gallerie lungo i pendii creando non pochi problemi alla stabilità del terreno. Altri mammiferi come l istrice, la volpe e la faina sono assidui frequentatori Le rotte migratorie della cutrettola delle aree agricole. Il biacco, un lungo serpente del tutto innocuo per l uomo, può essere visto mentre si sposta tra le zone incolte e quelle coltivate in cerca di piccoli roditori e uova di uccelli che nidificano a terra, 7 come l allodola e il fagiano. 8 Le zone agricole adiacenti al lago Pavoncelle 3 Beccaccini 4 Piro piro culbianco 5 Airone guardabuoi 6 Le rotte migratorie della cutrettola 7 Saltimpalo 8 Sambuco 9 Istrice 9

20 38 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 39 Calendario della natura Gennaio Il canneto è secco e color paglia. Nel lago si osservano folti stormi di anatre e folaghe arrivati dal Nord Europa. I cormorani si radunano alla sera nei dormitori sui pioppi per trascorrere la notte. Costellazione*: Orione Febbraio Gruppi di uccelli acquatici svernanti abbandonano il lago migrando verso nord. Numerosi fringillidi in viaggio verso l Europa settentrionale si fermano a rifocillarsi nei campi e nelle aree aperte intorno al lago. Nei prati e negli arbusteti alcune fioriture precoci annunciano che l inverno sta per finire. Costellazione*: Unicorno Marzo Il lago diventa un area di sosta e riposo per i migratori che attraversano l Italia da sud verso nord. Sbocciano le foglie dei pioppi. Si osservano le marzaiole in sosta nel lago e le rane verdi iniziano a gracidare. Volano le prime farfalle vanesse. Dopo il tramonto si sente il canto del gufo comune. Costellazione*: Cancro Aprile Le raganelle e i rospi smeraldini intonano i loro cori. Arrivano dall Africa i primi uccelli migratori che nidificheranno nella Riserva. Il canneto è diventato verde acceso. I mignattini volano sul lago a caccia di insetti. Vola la rara farfalla Zerynthia polyxena intorno alle piante di aristolochia. Nelle pozze di acqua nei campi sostano i limicoli: i combattenti e i piro piro boscherecci sono i più numerosi. Si possono osservare le parate nuziali degli svassi maggiori. Fiorisce il biancospino. Si sente il canto sgraziato del cannareccione. Costellazione*: Leone Maggio Gli aironi rossi costruiscono i loro grandi nidi nel canneto. Il tarabusino emette il suo richiamo insistente simile all abbaiare di un piccolo cane. Sbocciano i fiori gialli del giaggiolo d acqua e dell erba vescica e quelli bianchi del ranuncolo. Gli afidi pullulano sulle canne. Con un po di fortuna si può vedere il raro carabo clatrato che si nasconde di giorno sotto le foglie umide dei pioppi. Costellazione*: Vergine Giugno Gli svassi maggiori e i tuffetti nuotano portando i loro piccoli sul dorso. Il livello dell acqua comincia a scendere. Trifogli e ombrellifere fioriscono nei prati. Si osservano i fiori rosa del giunco fiorito. Le grandi libellule Anax imperator si accoppiano. Costellazione*: Boote Luglio Si osservano le libellule azzurre con occhi rossi del genere Erythromma. Fiorisce il raro limnantemio. Alla sera, le rondini e gli storni si raggruppano per dormire nel canneto. Costellazione*: Serpente Agosto Il lago comincia a tornare silenzioso e i migratori ripartono verso sud. I girini diventano rane dopo la metamorfosi. Tra le piante acquatiche le brasche mostrano ancora i loro fiori rosa chiaro. Costellazione*: Lira Settembre I pettazzurri si fermano nel canneto durante la migrazione. Sulle piante di biancospino si notano i frutti. Costellazione*: Capricorno Ottobre Le foglie del sanguinello si tingono di rosso. L acqua del lago, dopo aver raggiunto i livelli minimi di fine estate, ricomincia a salire con le prime piogge autunnali. Costellazione*: Acquario Novembre I migliarini rompono le canne con il becco alla ricerca delle larve al loro interno. Il canneto è ormai già secco e color paglia. Gli uccelli acquatici cominciano ad arrivare dalle regioni settentrionali. Costellazione*: Pesci Dicembre Mestoloni, alzavole, canapiglie e germani si raggruppano nei chiari. Moriglioni, folaghe e svassi nuotano nelle acque aperte. I falchi di palude volano bassi sopra il canneto. Costellazione*: Toro * La costellazione indicata è quella principale visibile dal Centro Visite guardando a sud alle ore.00

21 40 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 4 Le sagome degli uccelli Rondine Rondone 3 Falco di palude 4 Mignattino 5 Airone cenerino 6 Beccaccino 7 Alzavola 8 Cormorano 9 Germano reale 0 Folaga Gallinella d acqua I molluschi acquatici del lago La Riserva ospita una ricca fauna a molluschi, sia acquatici che terrestri, appartenenti ai gruppi dei Bivalvi e dei Gasteropodi. Per l identificazione dei Bivalvi si deve osservare il numero e la forma dei denti che compongono la cerniera, cioè la zona tramite la quale si articolano le due valve, nonché le dimensioni e il profilo di queste. Nei Gasteropodi, oltre alle dimensioni e alla forma generale, si osservano il numero di giri, la loro convessità, la forma dell apertura, l ornamentazione e il colore del guscio. Nei fondali fangosi del lago vivono almeno tre specie di Bivalvi, tra cui la grande Anodonta anatina [], esclusivamente lacustre, che può superare i 5 cm di lunghezza e presenta una colorazione esterna che va 3 dal verde chiaro al marrone. Unio mancus [], diffuso anche in acque correnti, non raggiunge i 0 cm di lunghezza e presenta valve più spesse e robuste di 4 Anodonta, piuttosto allungate, di colore dal marrone chiaro al nero. Delle circa 0 specie di Gasteropodi 5 Biologia I molluschi hanno modi di procurarsi il cibo molto particolari e caratteristici. Mentre i Bivalvi sono filtratori e si nutrono di particolato in sospensione, i Gasteropodi acquatici sono erbivori: raschiano le patine algali dalla superficie degli oggetti sommersi mediante una sorta di lingua dentellata chiamata radula, o si nutrono di macrofite e macroalghe. d acqua dolce rinvenute nella Riserva, la più grande è Lymnaea stagnalis [3], di forma allungata e altezza massima di 7 cm. Questa specie ormai poco diffusa presenta un apertura piuttosto ampia e una colorazione bianca o giallastra. Molto più comune è Viviparus contectus [4], di forma globosa e dimensioni inferiori (altezza massima 4,5 cm). La sua conchiglia presenta un opercolo corneo, giri molto arrotondati e una colorazione verdemarrone, talvolta con bande spirali più scure. Planorbarius corneus [5], infine, ha una forma a spirale piana e può arrivare a 3,5 cm di diametro. La colorazione è variabile, dal verde al giallo fino al marrone scuro.

22 4 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 43 Le specie aliene Una grande minaccia per la biodiversità è costituita dal fenomeno delle bioinvasioni. Questi eventi altro non sono che la diffusione di specie esotiche in ambienti diversi e generalmente molto lontani da quelli di origine. Le specie introdotte, non originarie del luogo, vengono dette aliene o alloctone. Qualora riescano a stabilirsi, riprodursi e diffondersi, sono pericolose per le specie originarie (autoctone) perché generalmente competono con queste per le risorse (risorse alimentari, siti di nidificazione ecc.). Talvolta le specie indigene arrivano perfino ad estinguersi a causa della competizione o attraverso la trasmissione di nuove malattie. L uomo risulta il principale responsabile dell introduzione di specie alloctone: la maggior parte delle specie aliene presenti nei nostri territori è stata introdotta a scopo commerciale, ornamentale, alieutico o venatorio. La distruzione e l inquinamento degli habitat naturali e la rimozione dei predatori, rendono le comunità biotiche presenti più suscettibili alle invasioni, facilitando la diffusione degli invasori. Gli alieni nel lago Delle 9 specie di pesci presenti nel lago, la maggior parte è di origine alloctona ed è stata introdotta per fini commerciali o per la pesca sportiva. Questo ha contribuito alla forte diminuzione delle specie autoctone del lago, come lo spinarello, che ad oggi sono state quasi completamente sostituite dal pesce gatto, dal carassio (pesce rosso) e da altre specie alloctone ormai acclimatate e naturalizzate. Le specie ittiche introdotte, oltre ad aver danneggiato indirettamente le popolazioni indigene tramite la competizione per le risorse, contribuiscono anche direttamente alla riduzione di molte altre specie, come gli anfibi, predandole attivamente. Tra i mammiferi, l esempio più evidente di specie alloctona è la nutria, che introdotta dall America Meridionale in Italia per la produzione di pellicce è riuscita a colonizzare gran parte della Penisola. Questo prolifico e adattabile roditore può provocare ingenti danni all ambiente in cui vive, scavando tane lungo gli argini dei corsi d acqua, e costituendo un elemento di notevole disturbo per la vegetazione autoctona della quale si nutre. In Italia nel secolo scorso fu importato per la prima volta in Toscana a scopo alimentare l ormai famoso gambero rosso della Louisiana; sfuggito ai controlli degli allevamenti si è diffuso colonizzando ad oggi praticamente tutte le aree palustri della regione. È una specie molto prolifera e vorace, deleteria per il delicato equilibrio degli ambienti acquatici in quanto mangia uova di 3 pesci, anfibi e insetti acquatici e finiti questi, attacca le specie vegetali acquatiche, provocando seri danni alla biodiversità. Inoltre è portatore sano di alcune malattie, tra cui la peste del gambero, che sterminano le nostre popolazioni, sempre più rare, di gambero di fiume. Oltre agli alieni più noti, una potenziale minaccia è rappresentata dalla Dreissena polymorpha, un mollusco bivalve originario del Mar Caspio e del Mar Nero, chiamato comunemente cozza zebra per l effetto cromatico delle valve, che attualmente si trova nel vicino Lago Trasimeno e si sta diffondendo nell alto bacino del fiume Arno. Da segnalare la presenza della vorace tartaruga dalle orecchie rosse. Introdotta in Europa dall America del Nord come animale da compagnia, è attualmente diffusa negli habitat tipici della testuggine palustre con la quale compete direttamente. 4 Nutria Pesce gatto 3 Gambero rosso della Louisiana 4 Tartaruga dalle orecchie rosse

23 44 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 45 Strutture e attività La torre di osservazione della Riserva Il sentiero che attraversa i chiari e il bosco igrofilo 3 Battello per le visite guidate del lago Il Centro Visite della Riserva, collocato nell edificio conosciuto come La Casetta e situato in prossimità del lago e dei sentieri, è gestito dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), tramite una convenzione con la Provincia di Siena e il Comune di Montepulciano, proprietario della struttura. Il Centro è attrezzato con materiale didattico ed informativo riguardante la fauna, la flora e la storia del territorio. Al suo interno sono presenti una biblioteca ed una sala convegni, oltre ad una foresteria con 30 posti letto e una cucina attrezzata. La struttura è disponibile per il pernottamento e il soggiorno di gruppi di escursionisti. Davanti al Centro Visite si trova il molo da dove partono le visite guidate con un battello elettrico alimentato a pannelli fotovoltaici, che permette al visitatore di avvistare tutte quelle specie di uccelli difficilmente osservabili da terra, oltre ovviamente a godere dello splendido panorama delle colline senesi viste dal centro del lago. In prossimità del molo inizia il sentiero (percorribile solo con visita guidata) che, attraversando una parte del canneto ed una splendida pioppeta semisommersa, conduce ad una torretta di avvistamento alta metri. Sulla cima della struttura è posizionata una telecamera che trasmette in tempo reale le immagini del lago al Centro Visite, dove attraverso una postazione multimediale i gruppi di visitatori e le scolaresche possono divertirsi ad orientarla e ad ingrandire le immagini. Accanto al Centro passa il Sentiero della Bonifica, un lungo itinerario ciclopedonale che dalla Chiusa dei Monaci, alle porte di Arezzo, arriva fino a Chiusi Scalo, costeggiando il Canale Maestro della Chiana, le diverse opere idrauliche della bonifica e i laghi di Chiusi e Montepulciano, per un percorso totale di circa 65 km (vedi box a pag. 50). Le visite in battello e le visite guidate alla torretta si possono effettuare prenotando in anticipo presso il Centro Visite, mentre l itinerario ciclopedonale è liberamente percorribile. Durante tutto l anno il Centro Visite organizza attività all interno (didattica ambientale, corsi fotografici, corsi di botanica, corsi di birdwatching) e attività all aperto (gite scolastiche, campi solari e campi estivi, campi fotografici, birdwatching). 3 La LIPU La LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) è un associazione O.N.L.U.S. impegnata nella conservazione e protezione della natura, nella tutela degli ecosistemi e delle specie animali con particolare attenzione per l avifauna. Attiva dal 965, gestisce oasi, riserve, centri di recupero e realizza attività di ricerca, di educazione ambientale e di sensibilizzazione in tutta Italia. L impegno della LIPU per questa area così importante per molte specie ornitiche ha favorito nel 989 l istituzione del divieto di caccia. Nel 996, con l istituzione della Riserva Naturale ad opera della Provincia di Siena, i confini dell area protetta sono stati ampliati e resi definitivi. Oggi il ruolo della LIPU nella Riserva Naturale Lago di Montepulciano è quello di gestire le attività del Centro Visite e promuovere la conoscenza della Riserva verso il pubblico e le scuole. Contatti Per informazioni e prenotazioni: Tel oasi.montepulciano@lipu.it Il Centro Visite è chiuso al pubblico il lunedì e il martedì. Negli altri giorni effettua questo orario:

24 46 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 47 Il Regolamento Le regole della Riserva Le quattordici Riserve Naturali della Provincia di Siena occupano poco più del % del territorio provinciale ma costituiscono un patrimonio unico che deve essere tutelato per permettere alle risorse di rinnovarsi nel tempo e per essere trasmesso intatto alle generazioni future. Per questo all interno della Riserva si devono osservare alcune semplici regole. È POSSIBILE... percorrere i sentieri della Riserva con visita guidata pescare, ma solo nei punti espressamente consentiti e con apposito tesserino andare in barca, ma solo per i residenti nei Comuni di Montepulciano e Castiglione del Lago, esclusivamente con barca elettrica o a remi e nella zona appositamente tabellata. raccogliere funghi, tartufi, muschi, fragole, lamponi, mirtilli, bacche di ginepro e more secondo quanto prescritto dalla normativa in materia e nei limiti quantitativi diminuiti della metà NON È POSSIBILE... catturare, uccidere e disturbare specie animali prelevare specie vegetali abbandonare rifiuti lavare materiale di qualunque genere nei corpi idrici (sorgenti, torrenti, fiumi, laghi, stagni) e negli impianti aperti al pubblico (fontanili e vasche di abbeverata) campeggiare, anche temporaneamente, con tende, camper e/o altri mezzi al di fuori delle aree appositamente indicate e attrezzate accendere fuochi all aperto al di fuori delle aree appositamente indicate e attrezzate usare all aperto apparecchi radio, televisivi e simili. Per maggiori informazioni consulta il Regolamento delle Riserve Naturali su e il Calendario per la pesca dilettantistica della Provincia di Siena su Le migrazioni In natura, l affascinante e, almeno in parte, ancora sconosciuto fenomeno delle migrazioni interessa moltissime specie. Lo spostamento stagionale, ripetuto regolarmente, di intere popolazioni verso ambienti che garantiscano maggiori possibilità di sopravvivenza, è un fenomeno che ha incuriosito l uomo sin dall antichità. Osservando le rotte migratorie seguite dagli uccelli [], non si può che rimanere sbalorditi dalle enormi distanze che animali anche piccolissimi riescono a percorrere ogni anno. Nonostante alcune evidenze scientifiche, il modo in cui questi animali riescano a tracciare rotte precise e ad orientarsi attraverso continenti e mari resta ancora in parte misterioso. Tra le numerose specie che popolano o frequentano più sporadicamente la Riserva, molte compiono spostamenti di migliaia di chilometri prima di giungervi per riprodursi, nutrirsi o riposarsi prima di continuare il proprio viaggio. La maggior parte degli Ardeidi censiti giunge al lago in estate, dopo aver svernato in Africa. La rarissima moretta tabaccata, diffusa in maniera frammentata in Asia centro-occidentale e in Europa, sverna fino al Nord Africa e al Medio Oriente, in Italia nidifica in pochissime località, tra le quali il lago di Montepulciano. La strategia migratoria viene adottata da tante specie: dagli insetti all uomo. In questa parte del territorio senese ne sono un esempio la Val di Chiana e la Val d Orcia, attraversate da due importanti vie di comunicazione, la Cassia e la Francigena [], rimaste per secoli le principali arterie di collegamento tra Appennino e Maremma Tosco-Laziale. Questo crocevia ha costituito il più importante snodo longitudinale dell Italia centrale. Da questi due corridoi sono discesi flussi migratori, spesso non pacifici, di Ostrogoti, Longobardi e Franchi, solo per citarne alcuni. Nella striscia praticabile che collegava la Val di Chiana all Umbria, sono inoltre passati i molti viatores che attraversavano l Italia: pellegrini diretti a Roma, mercanti ed eserciti, venendo così a delineare per quest area un destino di transito e collegamento, di deposito dei molti portati culturali, evidenti anche nei beni artistici che costellano il territorio senese.

25 48 Lago di Montepulciano Sistema delle Riserve Naturali della Provincia di Siena 49 Il territorio circostante Le vicissitudini storiche che hanno interessato la Val di Chiana sono profondamente intrecciate a quelle del suo quadro ambientale. Gli abitanti della zona hanno fin dall antichità convissuto con questo terreno paludoso, sfruttandone le potenzialità. Testimonianze antiche evidenziano l importanza del commercio di prodotti della palude da Chiusi verso Roma. Nei secoli, si svilupparono vere e proprie economie di palude : stagni e acquitrini consentivano, attraverso le attività di caccia, pesca e raccolta, di trarre importanti fonti di guadagno per le comunità del luogo. Il trasporto su chiatte di merci e persone 4 ovviava poi ad una carenza di strutture viarie nella zona. La vita con la palude consentiva non solo la sussistenza delle comunità, ma anche il loro controllo sul territorio: non è un caso che la storia della bonifica non sia stata pacifica ed abbia incontrato resistenze da parte di quella popolazione che viveva dei prodotti palustri (pesce, selvaggina e risorse vegetali quali giunchi, paglie e canne che potevano essere usate per fare sedie, fiaschi, cannicci e rivestimenti per le abitazioni). La palude rappresentava anche una barriera difensiva naturale, posta com era al confine con lo Stato Pontificio, ed era lontana dai centri di dominio 3 che governavano il territorio: entrambi gli aspetti, insieme ad un precario equilibrio politico, hanno fatto sì che venissero ritardati gli interventi di bonifica che si faranno concreti quando, oltre alle nuove competenze in campo scientifico e idraulico, si conoscerà un periodo di maggior pressione demografica con conseguente fame di terre da lavorare e coltivare. Contesa tra Siena, Firenze e lo Stato Pontificio, la Val di Chiana conoscerà lunghi periodi di instabilità politica, come testimoniano le vicende della principale città, Montepulciano. Questa cittadina, posta sull asse di collegamento per la Val d Orcia e chiave di volta per il controllo della Val di Chiana, dal XIII secolo entra nelle mire espansionistiche di Siena e di Firenze, alternando nel tempo la dipendenza dalle due. Nel 56 viene decretata sede vescovile e diventa una delle città principali del Granducato. Nel XVIII secolo con l avvento dei Lorena 8 9 beneficerà delle riforme e della bonifica della valle. Diverso il caso di Chiusi: centro potente dell epoca etrusca, conosce poi un periodo di decadenza dovuto molto probabilmente al decentramento rispetto alle nuove principali vie di comunicazione. Prima soggetta ad Orvieto e Perugia, passa definitivamente sotto l egida senese nel XIV secolo, seguendo i destini della stessa Siena fino all annessione al Granducato ,, 3 Veduta e scorci del paese di Montepulciano 4 Torre di Chiusi 5, 6 Piazza e vicoli di Montepulciano 7 Fontana di Chiusi 8, 9 Chiesa di S.Biagio e fonte (Montepulciano)

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