COMUNE DI MONTEGABBIONE

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1 COMUNE DI MONTEGABBIONE PIANO REGOLATORE GENERALE QUADRO CONOSCITIVO Novembre 2010

2 INDICE 1. Premessa Coerenza con gli strumenti di pianificazione esistenti Piano Urbanistico Territoriale Rete Ecologica Regionale dell'umbria Piano Paesaggistico Regionale Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Piano del Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale del M. Peglia e della Selva di Meana Piano stralcio di Assetto Idrogeologico del Bacino del Tevere Piano di Tutela delle Acque Vincoli gravanti sul territorio comunale Patrimonio storico-culturale Centri storici Complesso della Scarzuola Edifici religiosi Vincoli gravanti sul patrimonio storico-culturale APPENDICE Schede del quadro conoscitivo APPENDICE Tavole di analisi territoriale Il presente Quadro è stato redatto dall'arch. Nicolò Savarese con la collaborazione di Federica Bambini Quadro Conoscitivo

3 1. Premessa Il presente documento contiene il Quadro Conoscitivo relativo al Comune di Montegabbione, a supporto delle valutazioni contenute nel Rapporto Preliminare VAS e nel Documento di Valutazione in rapporto alle pianificazioni di ordine superiore, sia di tipo territoriale che settoriale. Nello specifico il Quadro Conoscitivo riguarda i principali strumenti di pianificazione/ /programmazione sovraordinata di origine regionale (PUT, RERU, PRP, PTA, Piani di Gestione Natura 2000), provinciale e comprensoriale (PTCP, STINA) o addirittura sovra-regionale (PAI - Piano stralcio di Assetto Idrogeologico del Bacino del Tevere) ed altri strumenti di programmazione settoriale, anche se in alcuni casi (come in particolare il Piano Regionale Paesaggistico) trattasi di strumenti non ancora pienamente operanti. Parte integrante del presente documento sono le schede previste dalla DGR 767/2007 (cfr. Appendice 1), articolate in: (i) sistema ambientale; (ii) spazio rurale; (iii) ambiti urbani e insediamenti produttivi; (iv) sistemi infrastrutturali; (v) rischi territoriali ed ambientali; (vi) sistema dei servizi. Esse contribuiscono a delineare il sistema delle conoscenze e delle valutazioni relative alla Variante di PRG. Il Quadro Conoscitivo dello stato attuale del territorio comunale è inoltre integrato dalle seguenti Tavole di analisi (cfr. Appendice 2): ST.01 Carta dell'uso dei suoli attuale e programmato ST.02 Carta della struttura insediativa attuale ST.03 Carta del patrimonio ambientale e culturale ST.04 Carta dei vincoli I (naturali, ambientali e storico-culturali) ST.05 Carta dei vincoli II (boschi e pascoli) ST 06 Carta dei vincoli III (strutture ed infrastrutture civili) ST.07 Carta delle unità di paesaggio ed inviluppo dei vincoli paesaggistici Quadro Conoscitivo 3

4 2. Gli strumenti di pianificazione esistenti 2.1. Piano Urbanistico Territoriale Il PUT - Piano Urbanistico Territoriale della Regione Umbria costituisce il quadro di riferimento territoriale e normativo per la pianificazione provinciale e comunale (LR 27/2000). Dal punto di vista ambientale il PUT include il Comune di Montegabbione in una vasta insula ecologica, centrata sul sistema del M. Peglia e ritenuta di particolare interesse faunistico (Art. 11) e, più in generale, naturalistico (Figura 1). Le modificazioni antropiche più rilevanti sono limitate a poche aree, nell intorno di Orvieto, Todi e più marginalmente Fabro. Qui si concentrano i principali insediamenti produttivi agricoli e industriali ed i principali fasci infrastrutturali. La loro localizzazione, tuttavia, è marginale rispetto all'insula ecologica, determinando impatti apparentemente poco rilevanti, se non per quanto riguarda alcuni dei principali corsi d acqua del bacino del Tevere: Paglia, Chiani, Naia e Tevere stesso. I vincoli indicati dal PUT riguardano: una zona ad elevata diversità floristico-vegetazionale: Zona 13 Alta Valle del Nestore Montarale - M. Vergnano, comprendente il SIC IT (Boschi dell'alta Valle del Nestore), non ricadente in territorio di Montegabbione ma interessante solo la fascia montana lungo il confine comunale settentrionale (Artt. 12 e 13, Figura 2); un'area di particolare interesse naturalistico-ambientale (Art. 14, Figura 3), anch'essa coincidente con l'area di Montarale, già in gran parte recepita dal PRG vigente. A parte quanto sopra, non vengono segnalate nel PUT né aree di specifico interesse naturalistico (Aree Naturali Protette o Siti di Natura 2000), né aree di particolare interesse faunistico-venatorio, né aree di particolare interesse geologico Rete Ecologica Regionale dell'umbria Anche la RERU individua nel sistema M. Peglia e Selva di Meana una unità regionale di connessione ecologica di fondamentale importanza e compattezza, solo in piccola parte interrotta dall'asta del Chiani, che sfiora appena il confine comunale sud (Figura 4). La rilevanza di quest'area è stata misurata dalla RERU in funzione di sei specie-ombrello di mesomammiferi, altamente caratterizzanti la realtà umbra (lupo, gatto selvatico europeo, tasso, capriolo, istrice, lepre bruna). La tutela e la preservazione della continuità ecologica di questo sistema dovrà dunque stare alla base delle scelte di pianificazione, indipendentemente dal fatto che le indicazioni della RERU non si siano ancora tradotte in puntuali prescrizioni normative. Per attinenza al tema, si segnala inoltre il fatto che nel Piano Faunistico Venatorio provinciale è stata recentemente inserita per quanto riguarda il Comune di Montegabbione l'oasi della Serpolla. Quadro Conoscitivo 4

5 Figura 1. Insula ecologica del M. Peglia (zona di particolare interesse faunistico Quadro Conoscitivo 5

6 Figura 2. Zone di elevata diversità floristico-vegetazionale e siti di interesse naturalistico Quadro Conoscitivo 6

7 Figura 3. Aree di particolare interesse naturalistico-ambientale Quadro Conoscitivo 7

8 Unità regionali di connessione ecologica: Frammenti: Habitat Connettività Corridoi e pietre di guado: Habitat Habitat Connettività Categorie vegetazionali non selezionate da specie ombrello Connettività Ambiti di elevata sensibilità alla diffusione insediativa: Aree edificate, strade, ferrovie Ambiti territoriali con elevata diffusione insediativa Figura 4. RERU Rete Ecologica Regionale dell'umbria Quadro Conoscitivo 8

9 Figura 5. Piano Faunistico Venatorio Oasi della Serpolla 9

10 2.3. Piano Paesaggistico Regionale Il PPR, essendosi da poco conclusa la fase di elaborazione e partecipazione con la sua pre-adozione, è ora in una fase di consultazione interistituzionale. Il PPR, ha un approccio per così dire eclettico nel definire le unità di paesaggio in cui si articola il territorio regionale, distinguendo tre tipi di dominanti: fisico-naturalistica, storico-culturale e sociale-simbolica. Ne consegue che l'unità ecologica del Peglia che caratterizzava gli approcci precedentemente seguiti a livello regionale e provinciale risulta qui suddivisa in due unità di paesaggio: l'unità 5 fn corrispondente grosso modo all'area montana del Peglia; l'unità 6 sc centrata sulla valle del Tevere, ma estesa anche all'area collinare e pedemontana ad est. Il Comune di Montegabbione viene così a trovarsi nel mezzo di tale articolazione, nonostante l'elevata omogeneità paesaggistica del suo territorio. Lo stesso Repertorio delle Risorse Identitarie, una volta ricomposto (Figure 6-7-8), mostra con sufficiente evidenza l'unitarietà delle risorse paesaggistiche caratterizzanti, quantomeno sino al percorso di crinale rappresentato dalla SS 71, tra Orvieto e Città della Pieve. Tuttavia al di là degli aspetti metodologici, interessa qui verificare l'esistenza di nuovi vincoli o prescrizioni, ancorché non operanti in maniera giuridica definitiva. Per quanto riguarda il territorio di Montegabbione, il PPR non postula nuovi vincoli specifici, oltre quelli già operanti ope legis (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). Cionostante una parte del territorio comunale ricade nella SIR - Struttura Identitaria Regionale 6 sc denominata "le terme di Parrano e i calanchi tra Orvieto e Ficulle" e comprendente per quanto riguarda Montegabbione - il crinale collinare tra il T. Ripignolo e il T. Sorre (Figura 10). La SIR è oggetto di disposizioni di indirizzo e di prescrizioni finalizzate alla conservazione dei suoi caratteri qualificanti (Art. 33 delle Disposizioni di Attuazione). Quest'area, in termini di attribuzione di valore, è peraltro valutata V.3, cioè meno della restante parte del territorio comunale, valutata V.2 (Figura 9). Si riportano nel seguito gli indirizzi generali di tutela previste dalle Disposizioni di Attuazione del PPR (cfr. Schede EP 8.05 e 8.16). SIR del Monte Peglia A. Indirizzi e direttive di conservazione attiva A.1. Promuovere la tutela attiva del sistema montano del Monte Peglia quale serbatoio di naturalità. A.2. Salvaguardare il sistema idrografico superficiale dell'alta valle del torrente Chiani, con particolare riferimento alla continuità fisica e funzionale delle confluenze dei diversi fossi e torrenti minori quali: il Melonta, il Montarsene e l'elmo. A.3. Incentivare la conservazione delle radure sommitali del Monte Peglia, favorendo interventi volti ad incrementare i già elevati livelli di biodiversità. A.4. Salvaguardare la leggibilità del rapporto consolidato tra il centro storico di San Venanzo e lo spazio aperto dei relativi versanti collinari. A.5. Tutelare le emergenze geologiche e geomorfologiche assodata al sistema vulcanico di San Venanzo, con particolare riferimento alle formazioni di Venanzite. A.6. Tutelare le leccete secolari del Bosco dell'elmo. B. Indirizzi di trasformazione sostenibile B.1. Incentivare il mantenimento delle pratiche agro-silvo-pastorali che presentano aspetti significativi di qualità paesaggistica e che contribuiscono ala stabilità idrogeologica dei versanti. B.2. Valorizzare i sistema dei percorsi dell'escursionismo, sul Monte Peglia, con interventi volti alla Quadro Conoscitivo 10

11 messa in sicurezza di tratti soggetti a fenomeni d frana o di dissesto, ripristino di tratti inefficienti. B.3. Promuovere la valorizzazione paesistica delle diversità floristico-vegetazionali del Monte Peglia, nonché delle singolarità geologiche e geomorfologiche di origine vulcanica d San Venanzo, anche al fine di incentivare forme di turismo ambientale e naturalistico. C. Indirizzi di riqualificazione C.1. Riqualificare paesaggisticamente le aree sommitali del Mode Peglia caratterizzate dalla presenza di numerose e rilevanti installazioni di tralicci, antenne e ripetitori. C.2. Promuovere interventi di qualificazione paesaggistica associati al sistema di accessibilità carrabile al Monte Peglia con riferimento al contenimento delle pressioni turistiche sul paesaggio che si registrano nell'area in occasione di manifestazioni sportive motoristiche. SIR delle terme di Parrano e dei calanchi tra Orvieto e Ficulle A. Indirizzi e direttive di conservazione attiva A.1. Incentivare la conservazione delle aree pascolive che caratterizzano i rilievi collinari tra Montegabbione e Parrano, favorendo interventi volti ad incrementare i già elevati livelli di biodiversità. A.2. Salvaguardare il sistema idrografico superficiale di fossi e vallecole che convergono nel torrente Chiani, caratterizzate da una fitta vegetazione di macchie boschive ripariali. A.3. Promuovere la salvaguardia e la messa in valore dei paesaggi collinari calanchivi tra Orvieto e Ficulle. A.4. Salvaguardare il ricco sistema di centri storici che traggono origine dalle fortificazioni poste a presidio strategico dell'orvietano o da borghi rurali connessi al sistema produttivo agricolo, ed in particolare: Ficulle, Parrano, Fabro e Monteleone di Orvieto. Direttive A.5. Tutelare gli elementi di relazione - morfologica e visuale - con il territorio circostante dei centri storici di Ficulle e Parrano, in particolare le cinte murarie, le porte ed i loro spazi aperti di pertinenza nonché le viste e gli affacci posti su terrazzamenti a quote diverse dell'abitato, che costituiscono dei punti panoramici verso valle. A.6. Tutelare le forme residue di alberature ad alto fusto, nonché le siepi di divisione dei campi, in modo particolare nelle aree agricole delle pendici collinari e di piana. A.7. Tutelare le emergenze della geomorfologia carsica del Fosso del Bagno Minerale, sia legati al sistema idrografico superficiale (cascate e laghetti), sia legati agli ambienti ipogei quali i sistemi di grotte ("Tane del Diavolo") e le sorgenti di acque minerali e termali. B. Indirizzi di trasformazione sostenibile B.1. Incentivare il mantenimento delle pratiche agricole che presentano aspetti significativi di qualità paesaggistica e che contribuiscono alla permanenza dei rapporti tra assetti insediativi e colture dei suoli. B.2. Favorire il ripristino e la manutenzione dei terreni forestali, anche con interventi di ingegneria naturalistica in grado di regolare il flusso delle acque meteoriche torrentizie, in particolare nelle aree calanchive. B.3. Negli interventi connessi al recupero e riqualificazione degli insediamenti rurali diffusi, ivi compresi gli annessi rurali e gli edifici tipici, garantire il mantenimento dei caratteri tipologici esistenti. B.4. Incentivare gli usi turistici aventi contenuti innovativi e basso impatto sulle componenti ambientali e paesaggistiche degli ambiti più sensibili. B.5. Promuovere forme di integrazione tra attività rurali e attività turistiche attraverso la valorizzazione dei prodotti enogastronomici e di testimonianza storica. B.6. Contenere il consumo di suolo attraverso politiche di razionalizzazione delle espansioni insediative dei centri collinari e riuso di spazi dimessi e/o abbandonati. C. Indirizzi di riqualificazione C.1. Incentivare il recupero degli edifici rurali, con caratteri di riconoscibilità storica ed architettonica, per funzioni residenziali connesse all'agricoltura e all'agriturismo. C.2. Recuperare o migliorare la funzionalità ecologica delle aree agricole di collina interessate da coltivazioni intensive, attraverso la ricostituzione degli elementi lineari quali filari, siepi, fasce riparali, con specie autoctone e consolidate, posti in continuità ecologica e paesaggistica con il reticolo idrografico. Quadro Conoscitivo 11

12 L'individuazione dei Paesaggi d'area vasta e dei Paesaggi locali è invece demandata direttamente al PTCP ed al PRG Parte Strutturale, che dovranno garantire il perseguimento degli obiettivi di qualità ambientale paesaggistica sotto il profilo dei valori di biodiversità paesaggistica potenziale e di varietà paesaggistica degli ecosistemi (Art. 52 delle Disposizioni di Attuazione). Per quanto riguarda i vincoli imposti ope legis dal D.Lgs. 42/2004, essi riguardano, relativamente al territorio di Montegabbione (cfr. Tavole ST ): le aree boscate; le fasce di rispetto dei corsi d'acqua classificati; le aree di interesse archeologico. L'inviluppo complessivo dei vincoli paesaggistici è rappresentato nella Tavola ST Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP) della Provincia di Terni, facente da quadro di riferimento per la pianificazione comunale e per i piani di settore, in realtà è stato concepito anche come strumento di pianificazione ambientale e paesaggistica ai sensi del D.Lgs. 42/2004. Le previsioni del PTCP tendono a preservare il serbatoio di naturalità del M. Peglia con azioni rivolte alla tutela del paesaggio agrario storico e delle altre componenti ambientali. L impianto del PTCP si fonda sui criteri e i metodi dell Ecologia del Paesaggio e si articola in quattro Unità di Paesaggio (UdP), di cui solo una interessa l ambito territorio di Montegabbione (Figura 11 e Tavola ST.07). UNITA E SUB-UNITA UdP 4 Mp.2 Cl Vc DENOMINAZIONE M. Peglia e Selva di Meana Monte Peglia Colline di Poggio Cantagalline, Pornello Valle del Chiani Oltre alla struttura paesaggistica del territorio, il PTCP dettaglia ed integra le indicazioni del PUT per quanto riguarda in particolare: l'assetto vegetazionale del territorio; le aree di particolare interesse faunistico (Figura 12); il sistema dei beni culturali (di cui al Capitolo 3 successivo; Figura 18). Non si cita l'analisi, anche se approfondita, delle altre componenti ambientali, in quanto di fatto superata da altri strumenti di pianificazione, come la RERU e il PAI. Quadro Conoscitivo 12

13 Figura 6 Risorse fisico naturalistiche Quadro Conoscitivo 13

14 Figura 7 Risorse storico culturali Quadro Conoscitivo 14

15 Figura 8 Risorse sociali simboliche Quadro Conoscitivo 15

16 Figura 9 Repertorio dei Valori ATTRIBUZIONE DI VALORE 5 fn S.d.P. 01 V.2 S.d.P. 02 V.3 S.d.P. 01 V.1 6 sc S.d.P. 02 V.2 S.d.P. 03 V.2 S.d.P. 04 V.3 Quadro Conoscitivo 16

17 Figura 10 Quadro di assetto paesaggistico Legenda Quadro Conoscitivo 17

18 Figura 11. Unità di Paesaggio del sub-sistema 4 Quadro Conoscitivo 18

19 Figura 12. Carta faunistica Quadro Conoscitivo 19

20 2.5. Piano del Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale del M. Peglia e della Selva di Meana Lo STINA è stato istituito con LR 4/2000 e riperimetrato con LR 2/2008, successivamente all'approvazione del Piano di Ambito Territoriale ed ai Piani delle ANP "Selva di Meana", "Elmo-Melonta" e "S. Venanzo". Il Comune di Montegabbione risulta totalmente incluso nel perimetro dello STINA, senza particolari vincoli o indicazioni di assetto (Figure 13). Data l'estensione dell'area di riferimento, il Piano di Ambito Territoriale può considerarsi un piano a carattere comprensoriale o di area vasta, anche se non è dotato di una normativa a carattere prescrittivo Piano stralcio di Assetto Idrogeologico del Bacino del Tevere Il PAI costituisce uno stralcio funzionale del più generale Piano di Bacino, relativamente agli aspetti idraulici e in parte idrogeologici. La sua importanza deriva dal fatto che a norma della Legge 183/1989 i piani di bacino sono sovra-ordinati rispetto ai piani urbanistici e territoriali, che ne devono recepire gli indirizzi e le norme (Art. 17, commi 5 e 6). Montegabbione è compreso nei sotto-bacini n 6 (Chiani e Paglia), per la parte occidentale, e n 3 (Nestore e Trasimeno), per la parte orientale (Figura 14). Sebbene si tratti generalmente di zone ad alta franosità, i fenomeni più diffusi e consistenti si localizzano ad est e ad ovest del centro abitato di Faiolo, rispettivamente lungo il T. Sorre e il T. Ripignolo (Figura 15). Il resto del territorio comunale appare sostanzialmente stabile e del tutto esente da fenomeni ad alto rischio (zone R3 e R4). Per attinenza al tema, si segnala anche la presenza di cave attive nell'area del T. Sorre, in prossimità della sua confluenza col T. Bagno Piano di Tutela delle Acque Il PTA Piano di Tutela delle Acque regionali è formulato nel rispetto della vigente normativa comunitaria (Direttiva Acque 2000/60/CE), nazionale (in particolare il D.Lgs. 152/1999 e il D.Lgs. 152/2006, con specifico riferimento ai Piani di Gestione dei Distretti idrografici interessanti l'umbria) e regionale. Il Comune di Montegabbione è diviso tra il bacino idrografico del Nestore e quello del Paglia- Chiani; a seconda del parametro utilizzato si ha la seguente ripartizione percentuale. Parametro Bacino Nestore Bacino Paglia-Chiani Superficie territoriale 30,3% 69,7% N abitanti insediati 14,0% 86,0% N addetti presenti - 100,0% Quadro Conoscitivo 20

21 Figura 13. Planimetria d'insieme dello STINA (prima della riperimetrazione) e delle Aree Naturali Protette. Quadro Conoscitivo 21

22 Figura 14 Inquadramento amministrativo dei sotto-bacini interessanti il Comune di Montegabbione 22

23 Figura 15. PAI Inventario dei fenomeni franosi e dei siti a rischio di frana FAIOLO T. RIPIGNOLO T. SORRE Quadro Conoscitivo 23

24 I corsi d'acqua che interessano direttamente il territorio comunale sono: [Bacino Paglia-Chiani] T. Chiani (breve tratto del confine sud) T. Ripignolo (affluente del Chiani, al confine ovest) T. Sorre (affluente del Chiani) F. del Bagno (affluente del Chiani, per breve tratto del confine sud) [Bacino Nestore] F. della Serpolla (affluente del T. Fersinone, al confine est) F. del Cerasolo (affluente del T. Fersinone) Fosso minore (affluente del T. Fersinone) Dal punto di vista paesaggistico, tutti i corsi d'acqua citati, tranne il T. Sorre, sono classificati e quindi dotati di fasce di rispetto e inedificabilità. Dal punto di vista qualitativo, lo stato ambientale del Chiani risulta appena "sufficiente", a causa principalmente della marcata variabilità della sua portata (Figura 16). Nel complesso, comunque, il territorio comunale non risulta inserito in aree classificate "sensibili" o "vulnerabili", da sottoporre a particolari forme di tutela. Per quanto riguarda l'approvvigionamento idrico, Montegabbione appartiene all'ato n 2 (Figura 17); mentre, per quanto riguarda la rete fognaria, risulta servito il 58,6% della popolazione insediata. Il PTA non fornisce solo un approfondito quadro conoscitivo del settore acque, ma è anche un piano a carattere fortemente operativo, in quanto definisce un programma preciso di interventi, allo scopo di raggiungere obiettivi specifici di qualità delle acque entro il Nei prospetti finali si riporta la sintesi delle indicazioni/prescrizioni di piano, sia per il bacino idrografico del Paglia-Chiani che per quello del Nestore, rinviando al PTA per quanto concerne le misure specifiche programmate Vincoli gravanti sul territorio comunale Gli strumenti di cui si è sinora parlato, forniscono indicazioni pianificatorie più o meno cogenti, ma con effetti normativi abbastanza generici rispetto ai possibili interventi di trasformazione fisica del territorio (fatta esclusione per alcune specifiche norme del PTCP e del PAI). Lo stesso vincolo idrogeologico, nell'attesa di una sua sostanziale revisione, così come previsto dalla L. 183/1989, non ha implicazioni rilevanti in questo senso (cfr. Tavola ST.06). Limiti precisi all'edificabilità e trasformabilità del territorio vengono invece dal sistema dei vincoli di tipo paesaggistico, imposti ope legis dal D.Lgs. 42/2004 e riguardanti, per quanto qui ci riguarda (cfr. Tavole ST ): le aree boscate; le fasce di rispetto dei corsi d'acqua classificati; le aree di interesse archeologico. Altre categorie di risorse ambientali (come i terreni ad uso civico) sono nel nostro caso assenti. L'inviluppo dei vincoli paesaggistici è rappresentato nella Tavola ST.07 Quadro Conoscitivo 24

25 Figura 16. Deflusso Minimo Vitale del Chiani (anni ) Quadro Conoscitivo 25

26 Figura 17. Piano degli acquedotti Quadro Conoscitivo 26

27 Quadro Conoscitivo 27

28 Quadro Conoscitivo 28

29 Quadro Conoscitivo 29

30 Quadro Conoscitivo 30

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33 3. Patrimonio storico-culturale 3.1. Centri storici A parte le sommarie indicazioni storiche e tipologiche fornite dal PUT e dal PTCP, il patrimonio culturale di Montegabbione presenta considerevole interesse, di cui si forniscono nel seguito alcune note descrittive. Il Castello di Mantegabbione, deve considerarsi il primo nucleo del paese (risalente all'anno circa). La costruzione mostra tracce di vari interventi posteriori, che ne hanno alterato la struttura. Da notare architravi di finestre e porte in pietra morta di Montarale, le mensole di un balcone d'angolo e il calatoio (specie di condotto murale esterno), che probabilmente era un passaggio supplementare di sicurezza verso la macchia. I lavori di restauro hanno rimesso parzialmente in evidenza anche un corte interna. Al castello si affiancano costruzioni, oggi completamente rinnovate, costituenti il borgo e il blocco dell'attuale Municipio. La Torre risale probabilmente al sec. XV. Di chiara impostazione architettonica militare, ha il basamento a tronco di piramide ed è costruita in pietra viva martellinata e squadrata, con strette feritoie. Al culmine della torre, una serie di merli isolati sembrano rivelare l'esistenza di un frontone aggettante ora scomparso. Tuttavia l'altezza e la merlatura della torre non sono probabilmente quelle originali, in quanto frutto di un restauro eseguito ai primi del '900. Nel 1350 sicuramente già esisteva il Castello di Casteldifiori e segnava i confini del Quadro Conoscitivo 33

34 territorio orvietano. Nel 1380 il castello fu oggetto di contesa tra i Montemarte e i Monaldeschi della Vipera da una parte e i Cervara dall'altra; ma solo sette anni dopo subì un parziale diroccamento a seguito di una guerra tra i Signori di Orvieto. Dodici anni dopo la storia si ripeté con danni più gravi sia per il castello che per la torre. La Torre fa parte del complesso del castello e risale ai primi dei Essa, per la posizione ai confini dei territorio orvietano, sorse e venne utilizzata come torre di avvistamento. Seguì le sorti del castello, rimanendo gravemente danneggiata sul finire del Un tentativo di restauro fu effettuato intorno al 1930, mentre un restauro più serio è stato effettuato in tempi recenti. La costruzione del Castello di Montegiove può farsi risalire al 1281, ad opera del Conte Nerio di Bulgaruccio. Trattasi di un blocco imponente di pietra in forma ovoidale, fondato sulla roccia, con mura, cassero, torri, fossato e ponti Complesso della Scarzuola Si tratta di un'opera di grande complessità e interesse, sia culturale che architettonico, concepita e progettata nel 1956 dall'arch. Tomaso Buzzi, figura non ancora pienamente studiata e valorizzata dalla critica d'arte. Immaginata come città teatro e come città ideale al tempo stesso (la Buzziana), è stata coerentemente restaurata e completata, sulla scorta dei disegni e degli appunti originari, dall'erede spirituale, Marco Solari, attuale proprietario. Per quanto riguarda la chiesa francescana ivi presente si rimanda al 2.7. Quadro Conoscitivo 34

35 Quadro Conoscitivo 35

36 3.3. Edifici religiosi La Chiesa di Maria SS. Assunta in Cielo è l'attuale chiesa parrocchiale di Montegabbione. La prima pietra fu posta nel 1873 da Mons. Antonio Briganti Vescovo di Orvieto ed i lavori vennero affidati all'arch. Nazzareno Biscarini di Perugia. Essa sorge in prosecuzione dell'antica cappella circolare e dell'annessa torre campanaria (forse un tempo facente parte del complesso castellano), ambedue in pietra viva, ed in parte poggia sull'antico cimitero (che è stato portato fuori le mura nel 1864). In stile bizantino, ornata di stucchi e di graziosi lavori in plastica di terracotta eseguiti con gusto e raffinata precisione dagli artisti perugini Francesco Biscarini e Raffaele Angeletti, si presenta grave e severa nella facciata anch'essa ornata in terracotta. All'interno vi sono tre altari, con mensa di pietra e la cantoria, sopraelevata, con un organo a mantice, opera di Nicomede Agati di Pistoia. Attigua alla chiesa parrocchiale vi sono la cappella del SS. Sacramento e la sacrestia. La Chiesa di Maria SS. delle Grazie sorge ai piedi del colle di Montegabbione; il titolo di questa chiesetta è tipicamente rinascimentale e tradisce il suo carattere di tempio votivo; anche la pianta a forma di croce latina e la cupola cilindrica sono da considerarsi rinascimentali, mentre, all'interno, altare maggiore e stucchi sono di derivazione barocca. Alla costruzione primitiva si aggiunsero, più tardi la sacrestia, in ragione della sua crescente importanza come "santuario" locale. Di notevole interesse artistico l'affresco posto sopra l'altare maggiore, rappresentante una "Madonna del latte", forse della scuola del Perugino. La Cappella del Camposanto sorge al centro della facciata del cimitero, sul piede di Montarale; fu eretta dal Municipio nel 1864 e originariamente intitolata a S. Girolamo. Venne però demolita nel 1880 e ricostruita in stile con il nuovo cimitero, con cortina in laterizio arrotato e ornamenti in terracotta. L'interno della cappella è in stile latino, con grazioso altare in isola e piccolo presbiterio; nel mezzo vi è un sepolcro per gli ecclesiastici. La Cappella di S. Anna, recentemente restaurata, sorge sul pendio della collegiata. Chiesa di Maria SS. delle Rose è il titolo dell'antica chiesa di Faiolo, di mediocre fattura, la cui erezione sembra essere avvenuta ex voto. All'interno v'è un solo altare sovrastato dall'affresco di una Madonna. Sulla destra, appena fuori dell'abside, v'è un altro affresco mariano, piuttosto sbiadito che può farsi risalire al secolo XV. La Chiesa di S. Lorenzo (foto a lato) sorse a Montegiove nel Restaurata più volte, serba le ultime tracce dell'antica origine nella bella porta a sesto acuto in alabastrina chiara e pietra scura, con un Quadro Conoscitivo 36

37 grazioso meandrino a punta di diamante all'imposta dell'arco. Fiancheggiata da una torre campanaria dell'inizio di questo secolo, fu restaurata nel La Cappella della Beata Angelina fu eretta dal Marchese Lorenzo Misciattelli, all'interno dei Castello di Montegiove, all'inizio del secolo, in onore di Angelina dei Conti di Montegiove, fondatrice delle Suore Terziarie Francescane Regolari Claustrali e proclamata beata da Leone XII nel Di ben maggiore interesse è la Chiesa della Scarzuola. Secondo la tradizione, nel 1218, S. Francesco d'assisi si sarebbe fermato per un prolungato soggiorno in una capanna da lui costruita con la scarza (da cui il nome del sito), presso la tenuta del Castello di Montegiove in contrada Pornellese. La tradizione ci parla anche di una sorgente fatta da lui scaturire miracolosamente. Sul sito della capanna Nerio di Bulgaruccio dei Conti di Montegiove fece erigere nel 1282 una chiesa con oratorio, di modeste dimensioni, a forma ottagonale. La chiesa fu denominata della Scarzuola e venne affidata ai Frati Minori, che l'ampliarono dedicandola alla SS. Annunziata e annesso alla chiesa eressero un convento. Sotto questa chiesa furono sepolti: il Conte Nerio e molti dei suoi discendenti, nonché la figlia minore, Todeschina, del Capitano di Ventura Erasmo da Narni detto il Gattamelata, sposa d'antonio di Ranuccio dei Conti di Marsciano. La chiesa fu ceduta a Tommaso Buzzi. La Cappella della Madonna di Lourdes sorge sul Pian di Borgone ed è stata recentemente restaurata. Varie reliquie tappezzano le pareti interne; sul fondale dell'abside si erge la statua della Vergine di Lourdes, all'interno di una grotta realizzata con piccole rocce raccolte nei torrenti circostanti Vincoli gravanti sul patrimonio storico-culturale Per quanto riguarda il patrimonio storico-culturale, il PRG vigente regolamenta l'intervento sui centri storici di Montegabbione, Montegiove e Castel dei Fiori (cfr. Tavola ST.03) e classifica come unico bene culturale diffuso la Scarzuola. Un più preciso e dettagliato censimento del patrimonio culturale diffuso si rende pertanto necessario. Altri vincoli di rispetto sono posti da varie normative vigenti su strade e centri abitati (Codice della Strada), cimiteri e pozzi idropotabili (cfr. Tavola ST.06). Quadro Conoscitivo 37

38 Figura 18. Emergenze di interesse storico-archeologico Quadro Conoscitivo 38

39 APPENDICE 1 Schede del quadro conoscitivo Si riportano nel seguito le schede compilate secondo quanto previsto dal DGR 767/2007 (Sistema delle conoscenze e delle valutazioni). Quadro Conoscitivo 39

40 Sistemi, ambiti, zone del PUT Rete Ecologica Regionale Unità regionali di connessione ecologica, corridoi e frammenti Zone di particolare interesse faunistico e aree di interesse faunistico venatorio Zone di elevata diversità floristico vegetazionale Siti di interesse naturalistico Aree di particolare interesse naturalistico ambientale Aree boscate e fasce di transizione Riferimenti cartografici e normativi del PUT, del PTCP o di specifici piani di settore o di altre normative - Carta n. 6 PUT LR 27/ Art. n. 46 LR 11/2005 a sostituzione dell'art. 9 del PUT (LR 27/2000) - DGR n. 2003, 30 nov 2005 RERU - Carta n. 6 PUT LR 27/ art. n. 47 LR 11/2005 a sostituzione dell'art. 10 del PUT (LR 27/2000) - DGR n. 2003, 30 nov 2005 RERU - Tav. III PTCP Orvieto: "quadro di riferimento per la gestione sostenibile dell'attività estrattiva" - Carte nn. 6 e 7 PUT LR27/ Tav. IIA PTCP - art. n. 11 PUT - STINA LR 4/ PTCP - Piano Faunistico Venatorio - Ecomuseo - Carta n. 8 PUT LR 27/ Tav. IIS PTCP - art. n. 12 PUT - STINA - PTCP - Carta n. 8 PUT LR 27/ art. n.13 PUT - Carta n. 9 PUT LR 27/ art. n. 14 PUT - art. n. 15 PUT - DGR n del 6/7/2005: Accertamento delle aree boscate - Materiale banca dati del Servizio Urbanistica della Regione (DVD) A) Sistema ambientale: Incidenza sul territorio comunale e territori comunali limitrofi Comuni confinanti: Monteleone d'orvieto, Parrano, S. Venanzo, Fabro, Ficulle sul versante della provincia di Terni e Piegaro sul versante della provincia di Perugia PUT: Vegetazione spontanea polifitica permanente nell'intero territorio comunale con un livello di copertura tra il 50% e il 70% RERU: Area di habitat di Unità Regionali di Connessione Ecologica in tutto il territorio intervallata da aree di connettività in prossimità delle dorsali stradali e dei centri abitati; Aree di habitat e connettività di Corridoi e Pietre di guado nelle zone di: Montegabbione centro (area S.Anna - Madonna delle Grazie - Caselle); lungo la SP per Fabro S. (loc. Boschetto Fosso S. Martino); lungo la SP n. 52 per Parrano (loc. Il Tordo- Il Colombaio) e presso l'area della Serpolla lungo la strada per Greppolischieto. PTCP: l'area di Particolare Interesse Naturalistico Ambientale a nord del comune, presso il Monte Arale è individuata come Area con funzione di corridoio ecologico e oasi di protezione faunistica PUT- Carta n. 6: la parte dei nuclei minori, sul versante est, è ricompresa nelle Zone di particolare interesse faunistico del Sistema del Peglia (SP) ; PUT Carta n. 7: Non sono presenti ambiti faunistici nè aree demaniali ; in territorio del comune di S. Venanzo al confine con Montegabbione lungo il Fosso della Serpolla sono presenti Aree di Demanio Regionale destinate all'attività Venatoria e Aree di Demanio Regionale in prossimità del Fosso dei Frati (loc. Pornello) STINA: Azienda Faunistico Venatoria nel comune di Parrano, individua l'area della Serpolla come "Unico Serbatoio e Generatore di Naturalità" Piano Faunistico Venatorio: Oasi di Protezione della Serpolla PUT: Zone di elevata diversità floristico vegetazionale n. 13 nella parte nord del territorio comunale attorno al SIC n "Boschi dell'alta Valle del Nestore"; la stessa zona prosegue tutta attorno all'areale del SIC nei comuni di Piegaro e Monteleone d'orvieto PUT: Non sono presenti SIC nei comuni limitrofi: - SIC n. IT "Bagno Minerale" nel comune di Parrano - SIC n. IT "Boschi dell'alta Valle del Nestore" nel comune di Piegaro, Monteleone d'orvieto e Città della Pieve PUT: Area di Particolare Interesse Naturalistico Ambientale già recepite nello strumento urbanistico comunale, (parte non recepita nello strumento urbanistico già adeguato alla LR 52/83) Stato di fatto del territorio comunale e indicazione dei programmi, piani, opere in fase di approvazione, approvate e quelle in corso di realizzazione che hanno rilevanza ai fini della pianificazione Ampliamento dell'area di estensione dello STINA a tutto il territorio comunale Ampliamento dell'area di estensione dello STINA a tutto il territorio comunale

41 Aree di particolare interesse geologico e singolarità geologiche Aree naturali protette e aree di studio Sistemi, ambiti, zone del PUT Spazio rurale connotato da fragilità insediative e produttiva Aree di particolare interesse agricolo Attività zootecniche Ambiti per produzioni agricole di qualità Caratteristiche pedologiche, agronomiche forestali e produttive del territorio - Carta n. 11 PUT LR 27/ art. n. 16 PUT - Carte nn. 12 e 13 PUT LR 27/ art. n. 17 PUT - PTCP - STINA Riferimenti cartografici e normativi del PUT, del PTCP o di specifici piani di settore o di altre normative - Carta n. 14 PUT LR 27/ art. n. 19 PUT - LR 11/ DGR 501/2008: progetti d'area - Carta n. 17 PUT LR 27/ art. n. 20 PUT - Regolamento Regionale n. 5 del 28/5/2007: individuazione specialità produttive, impianti e caratteristtiche edilizie degli edifici in zona agricola - Carta n. 20 PUT LR 27/ art. n. 22 PUT - Carte n. 15, 16, 18 e 19 PUT LR 27/ art. n. 21 PUT PTCP PUT: Non sono presenti Aree di Singolarità geologica Prevalenza di Sistemi alto collinari nel territorio comunale Carta n. 12 PUT - tav. 1: Aree Bioitaly e aree florovegetazionali nella parte del fiume Nestore; Carta n. 12 PUT - tav.2: Aree Bioitaly e aree florovegetazionali nella parte del fiume Nestore. Carta n. 13 PUT: Non sono presenti Aree di studio STINA: Non sono presenti Aree Naturali Protette. Le Aree Naturali Protette, all interno dello STINA, sono tre: 1) Area Naturale Protetta della Selva di Meana (Comune di Allerona) 2) Area Naturale Protetta dell Elmo Melonta (Comuni di Ficulle e Parrano) 3) Area Naturale Protetta di San Venanzo (Comune di S. Venanzo). B) Spazio rurale Incidenza sul territorio comunale e territori comunali limitrofi Spazio rurale con fragilità insediativa e produttiva nella parte nord del comune sull'area di particolare interesse naturalistico del Nestore con prevalenza di boschi e praterie e inserimenti di aree di rimboschimento con conifere Non sono presenti Aree di particolare interesse agricolo. L'ambito territoriale omogeneo è del tipo alto-collinare Allevamenti sparsi nel territorio comunale di bovini, suini, ovi-caprini ed equini. Sono presenti aree autorizzate alla Fertirrigazione in prossimità del centro di Montegabbione, a Montegiove (loc. Pianello) e in prossimità del confine con Monteleone d'orvieto (loc. Casella-Colle) PUT Carta n. 15 tav. 1: l'intero territorio comunale è ricompreso nella zona di produzione vino D.O.C. e D.O.C.G. del tipo Rosso Orvietano e Orvietano nella parte ad est verso il confine con Monteleone d'orvieto PUT carta n. 15 tav. 2 : l'intero territorio del comune è ricompreso nella zona di produzione dell'olio extravergine di oliva D.O.P. "Umbria" della sottozona geografica dei Colli Orvietani PUT Carta n. 18: Salumificio Vergari PUT Carta n. 19: n. 9 aziende agrituristiche con o senza ristorazione sparse nel territorio comunale Il comune di Montegabbione appartiene al Sub-sistema 4 (Settentrionale) per le quali il PTCP prevede che il bosco dell'elmo, che si caratterizza per l'elevata valenza naturalistica e, in generale, le aree del Monte Peglia e del Monte Piatto, saranno oggetto di specifiche salvaguardie. Nelle zone marginali verrà favorita la conversione delle attuali colture seminative a pascolo, allo scopo di aumentare la superficie dell'habitat naturaliforme. Gli ambiti fluviali del torrente Chiani, del fiume Paglia e dell'alto Tevere costituiscono un unico sistema strutturale, corridoio ecologico corrente, che svolge un'importante connessione lineare tra i sub-sistemi provinciali ed extra-provinciali. Stato di fatto del territorio comunale e indicazione dei programmi, piani, opere in fase di approvazione, approvate e quelle in corso di realizzazione che hanno rilevanza ai fini della pianificazione

42 Censimento edifici sparsi nel territorio agricolo ai sensi dell art. 33, comma 5 della l.r. n. 11/05 Insediamenti di valore storicoculturale Vincoli ambientali, paesaggistici e storici D.Lgs. 42/2004 ambiti e beni di interesse archeologico Salvaguardia coni di visuale e dei crinali Sistemi, ambiti, zone del PUT sviluppo urbano e morfologia urbana Insediamenti di valore storicoculturale - Carta n. 23 e 24 PUT LR 27/ art. n. 29 PUT - LR STINA - DGR n. 420/07 - Disciplina interventi sul patrimonio edilizio esistente - Carta n. 23 e 24 PUT LR 27/ art. n. 29 PUT - LR STINA - Carta n. 25, 26 e 27 PUT LR 27/ art. n. 29 PUT - Tav. IIA PTCP - Tav 7 PTCP - LR STINA - Vincolo storico artistico ai sensi della L.1089/39 - Tav. I PTCP Riferimenti cartografici e normativi del PUT, del PTCP o di specifici piani di settore o di altre normative - Carta n. 22 PUT LR 27/ art. n. 26 PUT - LR n : Norme per i centri storici - Carta n. 23 e 24 PUT LR 27/ art. n. 29 PUT - LR STINA - Ecomuseo - LR n : Norme per i centri storici PUT Carta n. 23: Architettura religiosa de La Scarzuola PUT Carta n. 24: Parco de La Scarzuola (cod. n. 720) PUT Carta n. 23: Centro Storico di Montegabbione e centri storici di Faiolo, Castel di Fiori e Montegiove PUT Carta n. 24: Castello di Montegiove (cod. n. 719) PUT Carta n. 25: presenza di aree sottoposte a centuriazione: n. 7 siti di altura: n. 1 Montegabbione capoluogo, n. 3 nell'area attorno a Montegiove, n. 1 a Castel di Fiori (Poggio della Croce), n. 2 nell'area di Pian di Borgone; presenza di n. 3 siti di interesse archeologico: Castel di Fiori (loc. Poggio della Croce) e 2 siti a Montegiove (loc. Poggio Murale e Pod. Il Piano); PUT Carta n. 26: Non sono presenti tracciati di viabilità storica, nel comune di Ficulle è presente l'abbazia bendettina di S. Nicolò PUT Carta n. 27: Non sono presenti ambiti di tutela paesistica ai sensi della L.n. 1497/1939 e L.n. 431/85, nè zone archeologiche. Vincolo ministeriale sul Castello di Montegiove; Area di vincolo archeologico nella zona delle Tane del Diavolo nel comune di Parrano PTCP: - Fasce di rispetto dei corsi d'acqua classificati per i Torrenti Ripignolo e Cerasolo, per il Rio della Scarzuola, per il Fosso della Serpolla e per il Fiume Chiani - Aree Boscate: n. 3 Aree di interesse archeologico nella zona a nord del centro abitato di Montegabbione, nella zona a nord di Montegiove e nella zona a sud di Castel di Fiori - Centro storico di Montegabbione e centri storici di Montegiove e Castel di Fiori PTCP: n. 3 coni di visuale lungo il crinale da Faiolo verso Montegabbione; n. 1 cono di visuale da Montegabbione verso Monteleone d'orvieto e n. 3 coni di visuale a Montegiove, di cui n. 1 verso Montegiove e gli altri 2 da Montegiove verso l'esterno C) Ambiti urbani e per insediamenti produttivi Incidenza sul territorio comunale e territori comunali limitrofi PUT Carta n. 22: Centri storici minori con funzione di riqualificazione delle agglomerazioni urbane negli Ambiti urbani di Montegabbione, Montegiove, Castel di Fiori e Faiolo PUT Carta n. 23: Centro Storico di Montegabbione e centri storici di Faiolo, Castel di Fiori e Montegiove PUT Carta n. 24: Castello di Montegiove (cod. n. 719) Centri storici esistenti: Montegabbione, Montegiove, Castel di Fiori Vincoli operanti ope legis Stato di fatto del territorio comunale e indicazione dei programmi, piani, opere in fase di approvazione, approvate e quelle in corso di realizzazione che hanno rilevanza ai fini della pianificazione PRG: Ambiti urbani di Montegabbione, Montelgiove, Castel di Fiori e Faiolo Centri storici esistenti: Montegabbione, Montegiove, Castel di Fiori

43 Modello insediativo Residenziale Modello insediativo Produttivo Aspetti architettonici tipologici, con analisi delle altezze massime Vincoli ambientali, paesaggistici e storici D.Lgs. 42/2004 ambiti e beni di interesse archeologico Vincoli ambientali, paesaggistici e storici D.Lgs. 42/2004 ambiti e beni di interesse archeologico - Carta n. 22, 23 e 24 PUT LR 27/ art. n. 26, 27 e 29 PUT - LR n : Norme per i centri storici - DGR n. 420/07 Disciplina interventi sul patrimonio edilizio esistente - art. n. 28 PUT - LR n Turismo - DGR n. 1731/07 Commercio - LR 11/ DGR n. 420/07 disciplina interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente - LR n : Norme per i centri storici - Carta n. 25, 26 e 27 PUT LR 27/ art. n. 29 PUT - Tav. IIA PTCP - LR STINA - Carta n. 25, 26 e 27 PUT LR 27/ art. n. 29 PUT - Tav. IIA PTCP - LR STINA PUT Carta n. 22: Centri storici minori con funzione di riqualificazione delle agglomerazioni urbane negli Ambiti urbani di Montegabbione, Montegiove, Castel di Fiori e Faiolo. PUT Carta n. 23: Centro Storico di Montegabbione e centri storici di Faiolo, Castel di Fiori e Montegiove PUT Carta n. 23: Architettura religiosa de La Scarzuola PUT Carta n. 24: Castello di Montegiove (cod. n. 719) Modello insediativo Residenziale in Ambito Urbano a sviluppo concentrato attorno al centro storico e nuove costruzioni a sviluppo lineare lungo le vie principali di collegamento al borgo e relative zone di completamento. Modello insediativo Produttivo concentrato in aree autonome e ben collegate Agriturismi sparsi in zona rurale. Centri storici con tipologie miste, per lo più corpi di fabbrica multilivello, aggregati in continuità con uno o più affacci rispetto alle vie interne ai borghi e con ingresso su strada. Finitura a pietra e a pietra e mattoni o ad intonaco. Alcuni edifici recano tracce storiche dei rifacimenti nel corso dei tempi. Buoni livelli di restauro. Nuove edificazioni a sviluppo lineare lungo le principali vie e relative zone di completamento. Tipologia a palazzina isolata a due o max tre piani, con relativo lotto. Nell'agglomerato di Faiolo non è presente un centro storico a struttura concentrata. PUT Carta n. 25: presenza di aree sottoposte a centuriazione: n. 7 siti di altura: n. 1 Montegabbione capoluogo, n. 3 nell'area attorno a Montegiove, n. 1 a Castel di Fiori (Poggio della Croce), n. 2 nell'area di Pian di Borgone; presenza di n. 3 siti di interesse archeologico: Castel di Fiori (loc. Poggio della Croce) e 2 siti a Montegiove (loc. Poggio Murale e Pod. Il Piano); PUT Carta n. 26: Non sono presenti tracciati di viabilità storica, nel comune di Ficulle è presente l'abbazia bendettina di S. Nicolò. PUT Carta n. 27: Non sono presenti Ambiti di tutela paesistica ai sensi della L. n. 1497/1939 e L. n. 431/85, nè zone archeologiche. Area di vincolo archeologico nella zona delle Tane del Diavolo nel comune di Parrano PTCP: - Fasce di rispetto dei corsi d'acqua classificati per i Torrenti Ripignolo e Cerasolo, per il Rio della Scarzuola, per il Fosso della Serpolla e per il Fiume Chiani - Aree Boscate: n. 3 Aree di interesse archeologico nella zona a nord del centro abitato di Montegabbione, nella zona a nord di Montegiove e nella zona a sud di Castel di Fiori - Centro storico di Montegabbione e centri storici di Montegiove e Castel di Fiori PRG: Ambiti urbani di Montegabbione, Montelgiove, Castel di Fiori e Faiolo PRG: n. 2 Aree di tipo Artigianali, Industriali e Commerciali in loc. Torricella e loc. Cicchitello n. 5 Aree di tipo Turistico produttivo: - D4A Montarale - D4B Pian di Borgone - D4C Torricella - D4D Madonna del Carmine - D4E Torricella di sotto PRG: solo zone A Vincoli operanti ope legis Vincoli operanti ope legis

44 Dotazioni territoriali e servizi Attività estrattive Energia- Piano energetico regionale Impianti a rischio per le attività e le opere umane Sistemi, ambiti, zone del PUT Rete stradale di interesse regionale Rete stradale di interesse comunale e provinciale Analisi degli standard di qualità relativi alla tipologia delle strade di cui alla l.r. 46/97 Tracciati ferroviari - Carta n. 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 67, 68 e 69 PUT LR 27/ art. n. 55, 56, 57 e 58 PUT Piano Comunale dei Servizi - art. 59, 60, 61, 62 e 63 Standard di attrezzature - DGR n. 1731/07 Commercio - Carta n. 32 PUT LR 27/ Piano delle cave (Regione) - PTCP - Accertamento di giacimento (Provincia) - DGR 501/2008 Progetti d'area - Carta n. 31 e 34 PUT LR 27/ Piano Energetico Regionale - DGR n. 561/2008 Fonti rinnovabili Riferimenti cartografici e normativi del PUT, del PTCP o di specifici piani di settore o di altre normative - Carta n. 33 PUT LR 27/ art. n. 32 e 34 PUT - PTCP - LR n Strade - art. n. 33 e 34 PUT - Tav I PTCP - PTCP - PTCP - LR n Strade - Carta n. 33 PUT LR 27/ art. n. 35 PUT - PTCP Cfr. Tavola DP.08 n.1 cava attiva (Ceccantoni) e n. 1 cava dismessa (Brustenga) in loc. Cornale; n. 2 cave dismesse in loc. Cornale e n. 1 cava dismessa nella piana del Chiani, n. cava attiva in loc. Cerqueto vecchie cave dismesse sulla SP PUT Carta n. 31: Non sono presenti fonti energetiche ed impianti per la produzione di energia PUT Carta n. 34: è presente una doppia linea di Metanodotto nei comuni di Ficulle, Fabro, Monteleone d'orveito, secondo la dorsale autostradale D) Sistemi infrastrutturali Incidenza sul territorio comunale e territori comunali limitrofi Il comune è attraversato da n. 6 Strade Provinciali: - S.P. n. 58 Fabro S.-Montegabbione; - S.P. n. 59 Montegabbione-Piegaro; - S.P. n. 57 Montegabbione-S. Venanzo; - S.P. n. 60 Montegabbione-Monteleone d'orvieto; - S.P. n. 52 Fabro-Parrano; - S.P. n. 112 per Castel di Fiori Il tracciato viario delle strade provinciali che attraversano il comune è supportato da una rete di carattere comunale di distribuzione interna ai centri abitati e da strade di carattere vicinale che collegano i casali e i nuclei sparsi alla rete viaria principale. Non sono presenti tracciati ferroviari nel Comune di Montegabbione (la stazione FS più vicina è quella di "Fabro-Ficulle" sulla Linea FS "Lenta"). Le stazioni Fs sulla Linea "Direttissima" sono Chiusi ed Orvieto. Consorzio Cavatori Alto Orvietano; PRG: n. 1 Cava in loc. Cornale e n. 1 sito di cava nella piana del Chiani, in prossimità del Sorre; n. 1 sito di cava in loc. Cerqueto Stato di fatto del territorio comunale e indicazione dei programmi, piani, opere in fase di approvazione, approvate e quelle in corso di realizzazione che hanno rilevanza ai fini della pianificazione

45 Basi logistiche e merci Rete escursionistica di interesse interregionale e regionale Rete escursionistica di interesse interregionale e regionale Infrastrutture per la telematica Infrastrutture per la telematica Aeroporti, aviosuperfici, campi di volo ed elisuperfici Elettrodotti Reti tecnologiche e infrastrutturali - Carta n. 33 e 41 PUT LR 27/ art. n. 36 PUT - PTCP - Carta n. 42 PUT LR 27/ art. n. 37 PUT - TAV IIA PTCP - Carta dei Sentieri - C.M. - Carta n. 42 PUT LR 27/ art. n. 37 PUT - TAV IIA PTCP - Carta dei Sentieri - C.M. - Carta n. 34, 39, 40 PUT LR 27/ art. n. 38 PUT - TAV IIA PTCP - Carta n. 34, 39, 40 PUT LR 27/ art. n. 38 PUT - TAV IIA PTCP - Carta n. 43, PUT LR 27/ art. n. 39, 41 e 42 PUT - TAV IIA PTCP - Carta n. 34, PUT LR 27/ art. n. 38, 43 e 44 PUT - TAV IIA PTCP - Carta n. 34, PUT LR 27/ art. n. 38, 43 e 44 PUT - TAV IIA PTCP Non sono presenti basi logistiche e merci. Il comune di Montegabbione è ricompreso nel Bacino Produttivo dell'orvietano. PUT: Sentieri di interesse regionale che seguono il percorso di alcune S P: - da Monteleone d'orvieto per Montegabbione verso Montegiove. Da lì si prosegue o per Greppolischieto o per Ponibbiale verso Piegaro; - da Parrano per Castel di Fiori ("Traversata dei due laghi"). Si può proseguire poi o verso Montegiove o verso Montegabbione; - da Ospedaletto, punto di contatto con la strada storica "Orvietana antica" verso Montegiove, attraverso la parte alta del territorio comunale di Parrano. Da Montegiove è possibile proseguire in direzione del versante perugino per Greppolischieto o per Ponibbiale oppure tornare nel versante ternano per Montegabbione o per Monteleone d'orvieto. Il territorio comunale è attraversato anche da una pista ciclopedonale per Castel di Fiori dalla piana del Chiani verso Greppolischieto. Carta dei Sentieri - C.M.: il territorio del comune di Montegabbione è attraversato da entrambi i principali sentieri escursionistici proposti dalla C. M.: l'"anello dell'orvietano" segue la S.P. n. 60 da Monteleone d'orvieto e prosegue oltre il centro urbano di Montegabbione in direzione di Castel di Fiori per poi risalire verso Montegiove ed uscire infine in prossimità del Poggio Cantagalline sul confine nord con il comune di S. Venanzo.La "Traversata dei due laghi" che calca in questa parte il vecchio percorso della Strada Romea, attraversa il comune di Montegabbione sulla parte est, da Manziano nel comune di Parrano per Montegiove fino a Greppolischieto nel comune di Piegaro (PG), per proseguire poi in direzione del lago Trasimeno. Da entrambi i sentieri è possibile raggiungere la vetta del Monte Arale. PUT Carta n. 34: Non sono presenti dorsali telematiche nel territorio comunale. La dorsale telematica nazionale di riferimento è quella che passa, secondo il tracciato autostradale, nei comuni di Fabro, Ficulle, Monteleone d'orvieto, Città della Pieve. Le infrastrutture esistenti sono Ferrovie, Strade, Metanodotto ed Elettrodotto. PUT Carta n. 39: sviluppo della Domanda di telematica attraverso l'analisi dei sistemi insediativi, densità della popolazione, imprese ed unità locali delle aziende manifatturiere, imprese ed unità locali del commercio, presenza di parchi, centri storici e musei, presenze turistiche e disponibilità ricettiva, presenza di università istituti di istruzione superiore e ricerca, presenza e peso delle strutture sanitarie PUT Carta n. 40: l'intero territorio comunale è ricompreso in un insula digitale di secondo livello; è presente una stazione ricevente ad Orvieto, che è punto di interscambio tra tecnologia satellitare e terrestre. A Parrano è prevista dal PUT una Porta di Accesso Telematica. Il Prg di Parrano ha destinato a tale funzione l'attuale edificio scolastico sede del Centro di Documentazione Territoriale. PUT Carta 43: Aeroporto Regionale dell'umbria- "S. Egidio" PG PUT Carta n. 34: il comune è interessato da una linea area a 132 Kv nella parte ovest, in entrata/uscita dai comuni di Fabro e Monteleone d'orvieto e da una linea area sempre di 132 Kv nella parte est, lungo il confine con S. Venanzo e lungo il fosso della Serpolla. PUT Carta n. 34: Non sono presenti dorsali telematiche nel territorio comunale. La dorsale telematica nazionale di riferimento è quella che passa, secondo il tracciato autostradale, nei comuni di Fabro, Ficulle, Monteleone d'orvieto, Città della Pieve. Le infrastrutture esistenti sono Ferrovie, Strade, Metanodotto ed Elettrodotto.

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