EGGLESTONWORKS ANDRA II SISTEMA DI ALTOPARLANTI

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1 EGGLESTONWORKS ANDRA II SISTEMA DI ALTOPARLANTI 56

2 E gglestonworks è un marchio che in breve, brevissimo tempo si è imposto all attenzione del difficile mercato americano e subito dopo ha guadagnato seguaci in mezzo mondo. William Eggleston, fondatore ed anima primaria dell omonima azienda, ha condiviso con il padre, fotografo di professione, la passione della corretta diffusione sonora ad appena quattordici anni. Dopo varie esperienze come autocostruttore, decide nel 1992 assieme ad un amico di costituire il marchio EgglestonWorks a Memphis, nel Tennessee, città dove l'azienda produce anche oggi. Alla fine del 92 il primo prototipo commerciale è pronto in vista dell'imminente CES del gennaio successivo. In occasione di quell incredibile show Eggleston si assicura il primo accordo con un importante rivenditore, a cui fanno seguito le presentazioni sulla rivista Stereophile. Sempre nel 93 Eggleston, tra un progetto ed un viaggio alla ricerca di nuovi rivenditori, concepisce quello che sarebbe poi diventato il suo migliore successo: la Andra. Nell'autunno dell'anno successivo la nuova Andra è pronta per il debutto al CES del gennaio 95: qui il nuovo modello riscuote un immediato interesse, e ben 15 nuovi dealer vengono assicurati in pochi giorni. Subito dopo la Andra entra in produzione e con le numerose vendite viene il successo, un arma a doppio taglio perché man mano che i numeri della produzione aumentano si rendono necessari vari investimenti da parte di nuovi soci, l'acquisizione di nuovi macchinari, fra cui un grosso pantografo multiteste a controllo numerico che rende necessario il trasferimento in uno spazio più vasto nel cuore di Memphis. Dopo una prima prova ad inizio 97, nel novembre dello stesso anno la Andra viene insignita del titolo di "diffusore dell'anno" da parte della rivista americana Stereophile, e questo indubbiamente la fa scoprire a livello internazionale. Il successivo CES del 98 è un grande successo per il marchio, tanto che viene progettato un modello di dimensioni maggiori, il diffusore Ivy, realizzato in collaborazione con Bob Ludwig dei Gateway Mastering Studios di Portland. Si tratta di un modello a 3 vie con ben 23 altoparlanti, progettato a detta del costruttore per assicurare estensione e dinamica virtualmente illimitate, assieme ad una risoluzione da primato. Ma William Eggleston, pur essendo un brillante progettista ed un vero entusiasta del suo lavoro, non è un altrettanto Costruttore: EgglestonWorks, 435 S. Front St., Memphis, TN 38103, USA. Tel. (800) Fax (901) Distributore per l Italia: LP Audio, Strada Nuova per Opicina 29/2, Trieste. Tel Fax info@lpaudio.it - Prezzo: Euro 19800,00 CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE Tipo: diffusore da pavimento a 3 vie, 5 altoparlanti. Woofer: 2 da 30 cm in sospensione pneumatica push-push. Midrange: 2 da 16 cm in linea di trasmissione chiusa. Tweeter: 1 da 25 mm. Risposta in frequenza: Hz. Impedenza: 6 ohm, minimo 4. Sensibilità: 88,5 db/w/m in sala anecoica, 91 db/w/m in ambiente. Dimensioni (AxLxP): 116,8x38,1x45,7 cm. Peso: 95 kg brillante uomo di affari. Questo rende necessario l'apporto di vari e diversi investitori, che danno il loro più o meno cospicuo contributo monetario negli anni. Come spesso accade in una azienda sostanzialmente patriarcale come quella di Eggleston, o come tante altre aziende anche a casa nostra, si creano conflitti di interessi e di competenze nella gestione della fabbrica, con forti attriti fra i vari soci ed il fondatore. Tutto ciò culmina nel 1999 con il definitivo abbandono di Eggleston. L azienda dopo uno stop di 3 mesi nell'estate dello stesso anno passa sotto il controllo di Mike Sabre, il maggior investitore. La produzione e l'assetto societario si ricostituiscono, quindi, nel novembre 99 sotto il nome di Eggleston Audio, azienda che acquisisce i diritti sul marchio EgglestonWorks. Dopo l'uscita di scena di Eggleston, il nuovo management stabilisce nuove collaborazioni con importanti e noti progettisti, fra i quali spicca il nome di Albert von Schweikert. Grazie anche al suo apporto nasce nel 2002 la nuova Andra II, come notevole upgrading del progetto originale di Eggleston. Nello stesso anno si ha l'introduzione delle Savoy, derivate dalle Ivy ma con dimensioni e costi più umani. Negli ultimi anni si sono sviluppate nuove ed importanti collaborazioni con Sony ed altre realtà professionali. La rivista Stereophile ha recentemente testato la Andra II ed i commenti sul modello rinnovato sono stati entusiastici. Intanto tutti i componenti del mar- I trasduttori per le note medie sono, come visibile dalla foto, due Morel MW 166 da otto ohm. Molte le peculiarità caratteristiche di questi altoparlanti, dalla bobina di grande diametro con la membrana ridotta a poco più di una corona circolare di polipropilene al complesso magnetico interno all avvolgimento, eseguito con filo a sezione esagonale. AUDIOREVIEW n. 265 febbraio

3 Sistema di altoparlanti EGGLESTONWORKS ANDRA II CARATTERISTICHE RILEVATE ) Risposta in frequenza a 2,83 V/ 1 m 2) Risposta in ambiente: Vin=2,83 V rumore rosa 3) Distorsione dinamica per differenza di frequenze Eseguita a 100 db 4) Distorsione di 2a, 3a, 4a, 5a armonica ed alterazione dinamica a 90 db spl 5) Distorsione di 2a, 3a, 4a, 5a armonica e alterazione dinamica a 100 db spl 6) Modulo ed argomento dell impedenza 7) MIL - livello massimo di ingresso (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) 8) MOL - livello massimo di uscita (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) 9) Risposta nel tempo Il pesante Andra II è stato trasportato tra mille attenzioni nella nostra camera riverberante ed issato sul trespolo di misura grande, quello capace di sopportare il peso del tre vie americano senza particolari patemi. La rilevazione della misura in regime anecoico è stata eseguita a 2 metri pur col livello riportato ad un metro, in modo da verificare l effettiva resa degli altoparlanti ad angolazioni corrette. Devo ammettere che la risposta appare tutt altro che lineare, ma questa mancanza di linearità è voluta in sede di progetto per le considerazioni fatte prima. Come possiamo notare l azione della somma dei due woofer si fa sentire, con un livello di molti decibel sul riferimento della pressione media. Anche la gamma alta appare con qualche decibel in meno sul livello della sensibilità con motivazioni, crediamo, analoghe, che evidentemente ci farà meglio comprendere la sessione di ascolto, che già si preannuncia importante. Il modulo di impedenza mostra le condizioni di carico della gamma bassa, condizioni che portano ad un minimo di circa 2,7 ohm a circa 63 Hz. La condizione di massimo carico è stata trovata ad una frequenza ovviamente minore, ove la fase è ancora negativa. A 63 Hz l amplificatore vede un carico simile ad una resistenza di 2,67 ohm, abbastanza basso, anche se occorre ammettere che ciò avviene in un intervallo piuttosto ristretto di frequenze. La risposta nel dominio del tempo appare velocissima nel decadimento iniziale, a dimostrazione delle buone caratteristiche di velocità del tweeter e del buon andamento della fase acustica, anche se a causa dello spessore del mobile e delle dimensioni dei woofer poi pian piano si allunga fino ai due millisecondi. La risposta in sala di ascolto è stata eseguita in una posizione più o meno standardizzata e mostra in prima battuta che occorrerà una certa cura per il posizionamento definitivo, e secondariamente che l ipotesi di un diffusore per grossi ambienti sembra essere quella più appropriata. Possiamo inoltre vedere come la gamma medioalta ed alta sia estremamente regolare senza esitazioni degne di nota sia nella risposta in asse che in quella fuori asse. Va viceversa segnalato l innalzamento molto dolce della risposta in asse alle frequenze più alte, in perfetto accordo con la sensazione auditiva. Al banco delle misure dinamiche il diffusore ha sfoderato tutta la sua potenziale riserva di energia, con una distorsione per differenza di frequenze che non ha mai superato quota 58 db (0,126%) con nessuna delle componenti, sia quelle visualizzate che quelle di ordine superiore, non visualizzate ma ovviamente rilevate. La MIL dopo una veloce partenza a bassa frequenza si è attestata sin dai 100 Hz alla massima potenza di misura, che non è stata più mollata fino alla fine della rilevazione. Ovvio che con una sensibilità medioalta, una compressione estremamente ridotta ed una MIL di buon livello i risultati sulla MOL non manchino. Come possiamo vedere dal grafico si parte da soli 104 decibel e si sale fino ai 121 proprio a 100 Hz, per proseguire a livelli molto elevati con un andamento in linea con la risposta in frequenza. La distorsione lascia appena perplessi nella misura a bassa pressione a causa di un leggero ondeggiamento della linearità, che scompare totalmente nella rilevazione effettuata a 100 decibel. Il valore comunque basso delle varie componenti in entrambe le misure mostra un solo picco di seconda armonica a cavallo dell uno per cento, con la prima componente dispari che a 100 decibel quasi sparisce in gamma alta. La differenza tra la distorsione rilevata a 90 ed a 100 decibel è abbastanza contenuta, con le armoniche superiori che aumentano alla pressione maggiore soltanto a bassa frequenza. G.P. Matarazzo 58 AUDIOREVIEW n. 265 febbraio 2006

4 Il tweeter impiegato sulla Andra II è il Dynaudio T 330 D, ultima release OEM del miglio tweeter prodotto dal costruttore danese. Grande tenuta, risposta lineare e leggera aggressività in gamma altissima le caratteristiche peculiari di questo costoso trasduttore. L ASCOLTO di Marco Cicogna Ho potuto provare le Eggleston nella sala d ascolto di AUDIOREVIEW pochi giorni prima della partenza per il Consumer Electronics Show. Incontriamo di nuovo questo marchio proprio a Las Vegas, ma più che una sorpresa è la conferma di un apprezzamento da parte di tanti audiofili nelle principali mostre. Qualche anno fa demmo notizia di questi pregevoli diffusori proprio sulle pagine di un reportage; ci piace pensare di aver contribuito a destare l interesse di appassionati ed operatori. Come vi racconta il nostro Gian Piero Matarazzo, le Eggleston giunte in redazione costituiscono un importante sistema da pavimento di ragguardevole peso e dimensioni. Sapete come la penso in tema di riproduzione sonora, ed anzi vi invito a leggere la cronaca del CES in questo numero per verificare come i diffusori di spessore restino al centro dell attenzione nel mondo talvolta effimero dell alta fedeltà. Per gli ascolti avevamo a disposizione lo splendido lettore SACD della T+A, dotato di una gamma media liquida e trasparente. Come amplificazione ci siamo accontentati dei settanta watt a tubi dell integrato McIntosh di cui avrete letto lo scorso mese. Iniziamo col dire che queste Eggleston avrebbero tollerato e probabilmente anche gradito una potenza decisamente superiore. Se è vero che sistemi di buona efficienza suonano anche con pochi watt a disposizione, non è meno vero che le loro doti dinamiche e quantitative (e chi ha detto che anche la quantità non faccia parte del contenuto musicale?) vengono sfruttate sino in fondo con tanta corrente a disposizione. L impostazione timbrica delle Nostre appare sostanzialmente corretta, la musicalità garbata, il contenuto delle armoniche superiori ben definito, ma non per questo sparato in faccia all ascoltatore. La porzione bassa dello spettro è decisamente presente; notevole l estensione e generosa la resa con i segnali in gamma profonda, siano essi continui o di tipo percussivo. Pronto nella risposta e controllato nello smorzamento, questo basso non si tira indietro e rischia in taluni momenti di apparire in eccessiva evidenza. Nulla che un opportuna collocazione lontano dalle pareti non possa risolvere. Più volte abbiamo segnalato come non vi sia una ricetta univoca nell indicare la presenza delle note gravi in relazione del resto della gamma. La variabilità del contenuto energetico in tale ambito presente nelle incisioni è così accentuata, che un disco rischia di avere pochi bassi, un altro troppi bassi. Se poi andiamo a considerare anche l ambiente d ascolto, appare evidente che le Nostre siano pensate per sonorizzare in modo egregio una bella sala da musica o un salotto ampio ed elegante che consenta di apprezzare la prima ottava di un orchestra sinfonica. È importante sottolineare come chi consideri rilevante la completezza del messaggio musicale alle prime ottave troverà pane per i suoi denti con queste Eggleston. Sarebbe tuttavia riduttivo limitare l apprezzamento di questi diffusori americani alle buone prestazioni nelle prime ottave. C è un sound di ottimo livello complessivo che si fa apprezzare, a partire da una gamma centrale e medio-bassa che appare una piacevole sintesi tra accuratezza e solidità di emissione. A qualcuno potrebbero ricordare un certo suono americano, quello in voga prima della moda effimera dei minidiffusori, in cui un pianoforte vuole suonare come se fosse presente nella vostra sala d ascolto e non nel salotto del vicino di casa. Il tutto è oggi impreziosito da una trasparenza un tempo impensabile, velocità nella risposta ai segnali transitori, capacità di emettere livelli sostanziosi con ridotta distorsione. È evidente a questo punto che una partitura impegnativa come l Alexander Nevskij di Prokofiev (Dorian) risulti particolarmente gradita. Qui abbiamo un ampio coro misto e un orchestrazione ricca in ottoni e percussioni per questa cantata tratta dalla colonna sonora scritta nel 1938 per l omonimo film di Eisenstein, roba che (torno a dire) non vi farebbero mai ascoltare in una mostra di alta fedeltà. Scena ampia e profonda, voci maschili per nulla assottigliate, turgida la presenza degli ottoni nella loro prima ottava. Timbro morbido ed omogeneo per le voci, puntigliose le percussioni, come i piatti che, pur senza indurire, dicono la loro in gamma alta e altissima. Classici dei miei ascolti come i Concerti per corno di Mozart (Hogwood, Decca) e la Watermusic di Händel (Hyperion) presentano con accuratezza il colore cristallino degli strumenti antichi. Non c è scollamento tra le gamme, e la sezione contrabbassi e violoncelli di queste formazioni settecentesche risulta palpitante di energia e contribuisce alla scansione ritmica dei brani. Il jazz proposto in alcuni SACD Telarc appare di notevole impatto. Basso e batteria (Hiromi) picchiano duro, con tratti in gamma acuta che in questo repertorio divengono presto effervescenti. Notiamo il calore e la potenza della gamma centrale del pianoforte, ma anche la rifinitura del pizzicato delle chitarre (Jazzmenco), scolpita con precisione nello spazio in modo che non potrà non appassionare gli audiofili più estroversi. Un prodotto di gran classe, che sa dire la sua senza imbarazzi. Da inserire in un sistema senza compromessi. AUDIOREVIEW n. 265 febbraio

5 chio sono stati upgradati alla seconda release, come la Fontaine, che si è trasformata in un diffusore da pavimento con risposta in frequenza più estesa, o come la linea più economica di diffusori Katherine On-Wall e Center Channel, che assieme alla Andra Center e al subwoofer SW-1 sono utilizzabili per applicazioni multicanale. Sin qui la storia del marchio, simile a molte realtà dai grandi nomi ma dalla stessa sorte a fasi alterne dal punto di vista societario. La costruzione I due woofer, quello interno e quello esterno, sono due Dynaudio 30W100-08, anch essi realizzati con una bobina mobile di grande diametro. La configurazione di carico impiegata viene definita dal costruttore come push-push, un carico isobarico simile ma non identico al push-pull Devo ammettere che un diffusore di questo peso e questo aspetto ti intimidisce appena cerchi di brandire lo svitatore elettrico per vedere e raccontare com è fatto dentro. Per fortuna sono in buona compagnia di Matteo e Roberto, che si offrono sempre volentieri di darmi una mano. I driver hanno tutti un aspetto conosciuto, con il woofer esterno sfacciatamente Dynaudio, i medi Morel ed il tweeter ancora della Dynaudio, quel T330D additato da molti come uno dei migliori trasduttori per la gamma altissima mai realizzato. Beh, va da sé che se è vero che buoni altoparlanti non fanno da soli un buon diffusore, è pur vero che partire da un piedistallo così elevato è meglio che partire dal basso. Non esistono, ed è facile dimostrarlo, trasduttori economicissimi che poi con qualche pozione miracolosa suonano benissimo. Ovviamente la classe di un diffusore al massimo può eguagliare quella dei suoi altoparlanti, non certo superarla. A questo punto si potrebbe provare ad intuire quali siano i cardini su cui ruota il progetto, tentando un analisi approfondita dei moduli e delle fasi acustiche e facendo una serie di misure nel dominio del tempo. Già, il tempo, che sembra essere stato scoperto solo ora dai vari depositari delle verità che sciorinano teorie che di innovativo non hanno nulla e che poi, nella pratica, non sempre si concretizzano in ascolti esaltanti. Novantanove volte su cento, infatti, i tanto illuminati progettisti considerano solo il campo diretto senza curarsi affatto di quello che succede all emissione fuori asse e di che fine fa la coerenza temporale vista da questa angolazione, che poi è quella che interessa il campo riverberato e la ricostruzione della scena. Penso a tutte queste cose mentre rimuovo le tenaci viti di fissaggio, ricordandomi che se esistesse una ricetta vincente vi si avvicinerebbero tutti senza ritegno. Il prezioso tweeter è il primo a venir fuori, e benché alle spalle non abbia bisogno di nulla può godere di un volume tutto suo molto grande, accuratamente insonorizzato come gli altri. I due midrange sono dei Morel MW 166 da otto ohm, che lavorano in due camere indipendenti accortamente rivestite di feltro ad alta densità alle pareti, col volume a disposizione riempito di acrilico. Il materiale impiegato, il feltro ad alta densità dello spessore compreso tra i 5 ed i 10 millimetri, pur non essendo impiegato in molti diffusori commerciali ha delle caratteristiche che si possono apprezzare all ascolto attento quando si è in cerca di prestazioni elevate. Risoluzione, grana ed abbattimento delle riflessioni sono le sue caratteristiche migliori, che spesso sono ignorate in nome di prestazioni ricercate soltanto dal filtro crossover o da altoparlanti costruiti su specifiche non meglio identificate. Eppure oltre all ascolto bastano semplici decadimenti nel dominio del tempo e della frequenza per rendersi conto della superiorità di questo materiale. La solidità e lo smorzamento del cabinet è ulteriormente migliorata grazie alle pareti laterali realizzate in pesantissimo granito italiano. La gamma bassa da 135 Hz in giù è affidata alle cure di due woofer Dynaudio 30 W 100 Hz da otto ohm posti l uno dietro l altro, in una configurazione cara alla Linn ed a molti altri costruttori e che ho visto definire nel tempo con una serie di nomi diversi: push-push, carico isobarico oppure compound. Si tratta, in effetti, di due woofer posti l uno dietro l altro con le membrane posizionate nello stesso senso, in un piccolo sub volume, col woofer posteriore che lavora in un secondo volume di dimensioni maggiori. Si possono trovare spiegazioni fantasiose e pittoresche, oppure mostrare la totale assenza di variazioni di pressione nella camera piccola posta tra i due woofer come una sofisticata alchimia, ma la schematizzazione del modello matematico porta ad una conclusione non banale, ma comunque abbastanza smitizzante: il funzionamento è lo stesso del push-pull, con qualche leggera differenza che lo caratterizza. Intanto nel push-push le membrane vanno avanti ed indietro nello stesso verso, e ciò vuol dire che non si annulla- 60 AUDIOREVIEW n. 265 febbraio 2006

6 no a vicenda le distorsioni dovute alla non simmetria del campo magnetico attorno alla linea di zero della bobina mobile. Dall altro lato, però, la membrana del woofer emette direttamente verso l esterno, con una linearità di risposta maggiore rispetto al canonico pushpull, almeno per frequenze sufficientemente basse. Il volume d aria compreso tra i due trasduttori è decisamente minore di quello che si potrebbe ipotizzare col semplice calcolo del volume e che molti esperti continuano ad indicare come una specie di massa aggiunta. Nella pratica l azione della massa dell aria compresa tra i due woofer si può appena notare nelle misure, e ciò sottintende che evidentemente le cose non vanno proprio secondo il semplice computo della cubatura. In effetti, occorre ricordare che la massa del carico d aria posta avanti ad un trasduttore è una colonna d aria che viene messa in moto dalla membrana e da questa trascinata avanti ed indietro. Calcoli alla mano, possiamo vedere che per diametri simili ai due woofer della EgglestonWorks questo cilindro d aria è alto quasi sette centimetri, che vanno sottratti all aria contenuta nel piccolo volume interno al quale si deve sottrarre anche il cilindro d aria posteriore al woofer che sporge all esterno. Sottrai di I morsetti posteriori di pregiata fattura sono predisposti per il doppio cablaggio, anche se leggermente scomodi da usare. qui, sottrai di là, alla fine, con calcoli e misure, possiamo vedere come anche in questo caso la massa d aria che pesa sulle membrane del push-push è veramente poca, e si potrebbe del tutto annullare scegliendo la lunghezza della camera esattamente uguale all altezza dei due cilindri d aria tipici dei due trasduttori. Il filtro crossover è ben nascosto alle spalle dei trasduttori, e per espressa richiesta dello stesso progettista non è stato smontato. Ciò non ci ha impedito di rilevare la risposta ai morsetti degli altoparlanti, che hanno mostrato un incrocio del primo ordine tra woofer e medi e del quarto ordine tra questi e il tweeter. Conclusioni Un diffusore non può, nella nostra esperienza, essere esente da qualche compromesso, eppure questa realizzazione ha dimostrato come sia sciocco estremizzare un solo parametro. Tutta la costruzione della Andra II è tesa ad ottimizzare la resa all ascolto, a cominciare dai trasduttori, passando per il pesante cabinet, per finire al filtro crossover. I risultati di questa completezza progettuale si sentono, pur con qualche differenza di interfaccia con gli ambienti caratteristici delle case americane rispetto a quelle italiane. Grossi ambienti magari arredati con l utilizzo del legno sembrano esaltare le prestazioni di queste due casse, che sfoderano una grinta ed una dinamica invidiabile non senza esaltare la grana ed il microdettaglio dei passaggi musicali più critici. Gian Piero Matarazzo L ASCOLTO di Gian Piero Matarazzo Mi sono accostato a questa complessa sessione di ascolto dopo aver sottoposto i due diffusori del Tennessee a tutta la routine delle misure statiche e dinamiche. Ho visto la risposta in frequenza, il decadimento temporale e l impedenza, giusto per ridurre la rosa delle elettroniche papabili e farmi una mezza idea del posizionamento e delle condizioni da porre in essere per poter scrivere queste impressioni con cognizione di causa. Il posizionamento nel nostro ambiente di ascolto è sembrato immediatamente l elemento più critico da ottimizzare, almeno tenendo nel giusto conto le caratteristiche di risposta del diffusore. Il ragionamento che ho fatto prima di posizionare le Andra II è abbastanza semplice. Questo componente, a detta dello stesso progettista, nasce per esprimersi nei grandi ambienti e probabilmente è stato realizzato per adattarsi alle grosse costruzioni americane. Riportato senza troppe attenzioni negli spazi certo più contenuti e solidi delle case italiane, rischia di far saltare l equilibrio tra dimensioni dell ambiente e resa in gamma bassa. Ho voluto comunque tentare, giusto per riprova, a posizionare i diffusori in maniera tradizionale, ottenendo come conferma un suono abbastanza gonfio in basso e leggermente chiuso in gamma media, con la sola altissima che si è fatta immediatamente notare proprio in virtù della sua caratteristica sonora, estremamente sensibile alle particolarità dell elettronica a monte. Lo scotto da pagare sbagliando elettronica di potenza è proprio quello di veder la musica uscire esattamente dai due tweeter senza alcun disegno della scena. Altra cosa che avrò premura di verificare è quanto i diffusori debbano o possano coinvolgere il suono delle pareti con una maggiore o minore rotazione verso il punto di ascolto. È mia personale convinzione che maggiore è la pendenza acustica dell incrocio e minore deve essere la rotazione verso il punto di ascolto. Il diffusore allora è stato allontanato molto più della norma dalla parete posteriore, cercando di allontanarsi anche dalle pareti laterali. La resa si è immediatamente stabilizzata, con una buona gamma alta ed un minore apporto di quella bassa, che comunque si mostra estremamente ben smorzata nella sua componente più profonda. Come era facile prevedere, l ottimizzazione della gamma bassa fa sentire i suoi benefici fino a quella media, che immediatamente mostra un notevole dettaglio nella resa dei particolari. Tutta la gamma affidata ai due midwoofer appare più delicata da mettere a punto, perché bisogna intervenire con piccoli spostamenti mirati a ben dimensionare il rapporto tra campo diretto e riverberato. Mi do una pacca sulla spalla da solo per il fatto di preferire sempre e comunque sale di ascolto non fortemente assorbenti in gamma media, di quelle che io chiamo con una certa ironia similanecoiche, che, con diffusori come questi, certamente costituirebbero un elemento di degrado del suono. Alla fine, creando aria sulle pareti laterali, che ho appositamente liberato, noto come la scena si allarghi da destra a sinistra oltre le sorgenti sonore che tendono a minimizzarsi, quasi a sparire, in una performance che solo i diffusori completi si possono permettere. Ed ecco che in contrasto con la risposta anecoica e con la stessa prima verifica col rumore rosa la gamma media si apre, probabilmente in linea con le intenzioni del progettista. Le voci vengono avanti, lucide, pulite e ben dettagliate. Cosa meglio di un coro misto per apprezzare il dettaglio, la corretta sensazione di fisicità e di dimensione, visto che probabilmente è quello a cui maggiormente siamo esposti durante la nostra vita? Sui violini si nota in verità qualche accenno di localizzazione dei diffusori, una sensazione invero provata all inizio ma poi pian piano svanita durante i test. La gamma profonda appare finalmente ben estesa ed incredibilmente possente, mai in crisi, a patto che non sia l amplificatore a monte ad arrendersi. Va sottolineata una particolarità di questo diffusore, che si è fatta notare durante i pieni orchestrali e durante l ascolto dei CD del Cicogna: l estrema pulizia della gamma mediobassa anche quando il segnale affidato alle membrane è veramente tanto, una caratteristica questa che spesso viene considerata come dovuta e che invece rappresenta il frutto di una ricerca accurata. AUDIOREVIEW n. 265 febbraio

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