L ombra di Lupo grigio. di Piero Piazzolla

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2 IL ROMANZO Il giornalista Peter Larsten è ossessionato dai ricordi. Non riesce a liberarsi dall immagine oscura di Thomas Cornwell, Lupo grigio come era chiamato dagli abitanti di Absarokee quando Peter era solo un bambino. Per far luce sul mistero di quel personaggio, attorno al quale si era concentrata una curiosità sinistra e morbosa, Peter decide di mettersi sulle tracce di Lupo grigio, inspiegabilmente ritiratosi sulle montagne anni prima. Durante la ricerca, riesce a trovare il suo diario, una scoperta che cambierà per sempre la vita di Peter, finalmente in grado di affrontare i propri fantasmi e mostrare al mondo il vero volto di un uomo che per anni ha vissuto come il macabro portatore di una cupa leggenda! L AUTORE Piero Piazzolla è nato a Foggia nel 1982 e vive a Margherita di Savoia (BT). È già stato finalista in diversi concorsi letterari. L ombra di Lupo grigio è il primo di due romanzi dedicati al personaggio indimenticabile del titolo e al giornalista e aspirante scrittore sulle sue tracce Peter Larsten.

3 L ombra di Lupo grigio di Piero Piazzolla

4 2014 Libromania S.r.l. Via Giovanni da Verrazzano 15, Novara (NO) ISBN Prima edizione ebook marzo 2014 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma o con alcun mezzo elettronico, meccanico, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione, senza autorizzazione scritta dell Editore. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, info@clearedi.org e sito web L Editore dichiara la propria disponibilità a regolarizzare eventuali omissioni o errori di attribuzione. Progetto grafico di copertina e realizzazione digitale NetPhilo S.r.l. Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale e indipendente dalla volontà dell autore.

5 L ombra di Lupo grigio

6 Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale e indipendente dalla volontà dell autore.

7 PROLOGO Le pagine che seguiranno sono una conseguenza diretta del mio spirito d avventura e soprattutto della mia innata curiosità che mi portò tempo addietro a spingermi verso sentieri privi d insediamenti umani. Ma andiamo con ordine. Il mio nome è Peter Larsten e vivo da qualche anno a Columbus, una delle più grandi città del Montana situata nella contea di Stillwater. Scrivo per New Zone, un piccolo periodico locale che si occupa di tutto e di niente. Lo caratterizza il fatto di non aver un impostazione ferma e decisa circa gli argomenti trattati che possono variare di volta in volta secondo l umore del nostro direttore, il sindaco Olsen. New Zone è talmente piccolo e insignificante da essere distribuito gratuitamente all uscita della metropolitana. E nonostante non faccia metter mano alle tasche dei nostri concittadini, i ragazzi incaricati della distribuzione hanno notato un inquietante reticenza nell accettare la copia del nostro amato periodico. Ci siamo interrogati a lungo sul motivo di tale riluttanza. Siamo giunti presto alla conclusione che fossero due le cause alle quali attribuire tale insuccesso: incompetenza di tutto lo staff, oppure, scarso interesse alla lettura da parte dei nostri conterranei. Ipotesi questa che noi tutti in redazione preferiamo sostenere per ovvi motivi che certamente intuirete. Con queste premesse è facile immaginare che tale lavoro non sia la fonte principale dei miei introiti. Altra sorgente dei miei guadagni è senza dubbio la vendita di quadri. Quadri che acquisto a cifre irrisorie per poi rivenderli a prezzi ingenti. Merito della mia parlantina ammaliatrice che alletta ricche ereditiere e uomini d affari, pessimi

8 conoscitori dell arte. La gente è disposta a credere a tutto e a sborsare fior di quattrini dinanzi a un viso angelico unito all estro che mi contraddistingue. Tuttavia a causa della crisi in atto anche il mercato dei quadri ha subito un brusco arresto e i guadagni non sono più quelli di qualche anno fa. Per batter cassa mi sto dedicando già da qualche tempo anche alla vendita di fotografie di paesaggi da me scattate. La fotografia è ormai divenuta un ottimo pretesto per avventurarmi in posti poco affollati e dagli scenari sempre interessanti. Un mercato in fiorente crescita. Proprio due giorni fa sono riuscito a piazzare a una ricca zitella sessantenne una foto scattata all alba dal balcone di casa mia. Nulla di particolare al punto da poter essere ostentata, a parte un cielo schiarito dal sorgere del sole che va a illuminare un rudere abbandonato situato di rimpetto al mio condominio. Con enorme stupore sono riuscito a convincere la generosa signora a sborsare per tale scatto la bellezza di duecento dollari. Non chiedetemi come abbia fatto poiché francamente non m interessa nemmeno scoprirlo. Tutte queste mie attività unite ad altre saltuarie mi permettono per fortuna di riuscire a vivere più che dignitosamente. Tuttavia la mia intransigenza mi spinge a tentare di sbarcare il lunario in modo da potermi sistemare per sempre. Non dover più pensare alla miriade di spese che si accumulano alla fine del mese è l obiettivo primario che mi sono imposto. Il mio tenore di vita è molto alto. Non amo privarmi di alcuna tentazione. Dopo un paio di tentennamenti, per il mio compleanno mi sono regalato una macchina fotografica professionale arrivata direttamente dal Giappone e pagata la bellezza di quattrocento dollari. Cifra esorbitante. Esclamerete a ragion dovuta! Ma a mio avviso la vita è fatta per essere goduta e io ho intenzione di privarmi solo del privabile. Ho compiuto il mio quarantesimo anno d età, cifra importante. Ho sempre vissuto con l idea che questa tappa rappresentasse l inizio della seconda fase dell esistenza di un uomo, vale a dire la vita d adulto. Non vi nascondo che il giorno del mio compleanno ho provato una sorta di sconforto nel guardare quelle quaranta candeline accese, disposte in ordine sparso su

9 di una torta rettangolare: regalo simpatico di quei pochi che considero veri amici. Sia chiaro, ho sempre vissuto in modo che il peso dell età non mi condizionasse più di tanto. Ritrovarsi a quarant anni all improvviso senza esserne consapevoli è un trauma che può lasciar un attimo spiazzati, specie nel momento in cui ci si renda conto che spegnere tutte quelle maledette candeline scintillanti costituisca un impresa ardua e faticosa. Dovetti avvalermi dell ausilio di un secondo energico soffio di supporto per mezzo del mio carissimo amico Freddy per poter assieme estinguere quella fiaccolata luminosa. Le rughe sul mio viso hanno già da qualche tempo fatto la loro silenziosa comparsa senza che io ne abbia dato peso più del dovuto. Questo potrà apparire di certo anomalo in un mondo dove l esaltazione dell aspetto fisico rappresenta il tema dominante. Per fortuna non appartengo a quella classe d uomini schiavi di creme antirughe e rimedi estetici fantomatici che dovrebbero rallentare il processo d invecchiamento. A mantenermi giovane è il mio spirito sempre curioso d apprendere e scoprire nuove cose non lasciandomi mai influenzare troppo dal susseguirsi del tempo. Vivo in affitto al secondo piano, in un piccolo appartamentino condominiale di sessanta metri quadri, situato nella zona periferica della città. Avrei desiderato acquistare una villetta con tanto di giardino immerso nel verde abbastanza spazioso da farci vivere anche un cane. Ovviamente al momento questo desiderio è destinato a restare tale. Nonostante le dimensioni ridotte, la mia abitazione da trecentocinquanta dollari al mese basta e avanza per le mie necessità. Vivo da solo da circa quattro anni ormai, dopo esser riuscito per fortuna a lasciare Absarokee il mio villaggio natio per trasferirmi nella più confortevole città vicina. Non che mi trovassi male a vivere con i miei genitori. Era forte l esigenza di vivere in un mondo tutto mio, non dovendo dipendere da nessuno e non dovendo dare spiegazioni sulla mia condotta di vita. I miei genitori mi avrebbero voluto accasato da tempo con tanto di prole al seguito, il che resterà per loro solo un illusione. Vivendo da solo ho dovuto rinunciare a molti comfort, da un pasto caldo sempre

10 pronto, fino a una casa puntualmente pulita e ordinata. Nonostante tutto, una rinuncia che ho fatto volentieri in cambio di quella libertà che tanto andavo cercando. Inoltre stando da solo ho affinato la mia predilezione nei confronti dei fornelli. Questo ha permesso di specializzarmi ancor più in cucina tanto da divenire il cuoco ufficiale durante quelle allegre serate con gli amici. Mi piace stare in mezzo alla gente. Il mio carattere molto estroverso e affabile mi ha sempre permesso di stringere rapporti anche dopo soli cinque minuti di conoscenza. Al tempo stesso sono diventato molto selettivo, il che mi permette di creare una netta distinzione tra le persone con le quali avere relazioni superficiali e quelle con cui entrare più in profondità. La solitudine m inquieta. E mio malgrado spesso ne sono avvolto, non certo per colpa mia. Per questo ho sempre cercato di creare situazioni da condividere insieme spensieratamente. Nonostante questo mio carattere spigliato e socievole, devo comunque ammettere che questi rapporti spesso sono frutto d amicizie di circostanza. Trovare amici veri è sempre cosa difficile. Perciò ho imparato a vivere l amicizia non aspettandomi nulla in cambio. Le delusioni di gioventù segnano. Ho raggiunto una sorta di disillusione nei confronti di quelli che consideravo veri amici e che invece sono scomparsi una volta trasferitisi per lavoro in altri luoghi. Stessa sorte è toccata paradossalmente anche a quei pochi che tuttora vivono nella mia stessa città e che non so nemmeno io per qual motivo si siano allontanati fondendosi in altri gruppi e dimenticandosi paradossalmente dei tanti momenti condivisi insieme. I colpi inflitti da parte di quelli che consideravo al pari di fratelli mi hanno provocato da sempre tristezze che ho sempre nascosto abilmente. La mia incapacità di portare rancore mi permette di continuare nonostante tutto a frequentarli quando se ne presenta l occasione, con la nuova consapevolezza che da parte loro evidentemente non c è quella forte amicizia che vi è dalla mia. Così, durante la solitudine della sera me ne sto fuori in veranda seduto in poltrona a

11 riflettere, mentre sorseggio dell ottimo cognac che provvede a farmi recapitare direttamente dalla Francia un mio vecchio amico d infanzia che oramai vive a Parigi da tanti anni. Devo dire che Franklin è sempre stato puntuale con le spedizioni tanto da farmi pervenire la bottiglia nel giro di una settimana dalla mia richiesta. Altra cosa che prediligo fare è fumare la pipa mentre tra una boccata e l altra abbozzo la scrittura di questo libro. Non so nemmeno se riuscirò a finirlo o rimarrà un altro dei miei tanti progetti incompiuti. Certamente questo periodo è molto fertile d idee. Mi sento alquanto ispirato e gran parte del merito è senza dubbio di Christine. Molti di voi saranno caduti sicuramente in errore pensando che tale nome rimandi a una musa ispiratrice, conseguenza di un innamoramento in atto. In effetti, è una forma d amore tuttavia differente da quella cui erroneamente siete stati indotti a pensare. E quindi per evitare nuovi fraintendimenti andrò a svelare l arcano. In realtà mio fratello minore Joseph circa tre mesi fa mi ha reso zio di una stupenda bambina. Quegli occhi curiosi sono riusciti a conquistarmi. Ogni suo sorriso, ogni suo sguardo, mi ripaga di tutte le frustrazioni subite. Inoltre essendo l unico zio ho un compito importante. Sarò, si spera, il suo adorato zio. Essendo l unico... Ho sempre desiderato un nipote da viziare senza il peso d essere la fonte primaria della sua educazione. Un ruolo perfetto poiché permette di godere di una posizione in un certo senso di privilegio rispetto a tutti i problemi a cui devono far fronte i genitori. Un ruolo che mi si addice perfettamente e l unico che intendo ricoprire. Ho tuttavia il rammarico di non riuscire a vederla come vorrei. Nonostante tra me e Joseph ci siano solo tre anni di differenza, non siamo mai riusciti a trovare una sintonia che ci permettesse d instaurare un legame più profondo. Un rapporto sicuramente migliorato ma permane ancora una sorta di distacco tra di noi. Forse la differenza di caratteri, il mio più estroverso e il suo più chiuso, non ci ha mai permesso d avvicinarci più di tanto.

12 Quindi, non frequentando le sue compagnie mi risulta molto difficile vedere mia nipote con assiduità. E come se non bastasse, ho potuto costatare con enorme desolazione che gli amici di Joseph sono divenuti a tutti gli effetti degli pseudo zii di mia nipote, avendo più disponibilità di vederla rispetto a me. Vederla al centro dell attenzione e tra le braccia di altri è l ennesima frustrazione. Un dispiacere che non lascio trapassare, mascherando tutto con quel sorriso che solo raramente mi abbandona. Nonostante tutto, l amore per mia nipote resta invariato ed è l unico che sento l esigenza di provare. Non ho mai sognato né matrimonio né figli. Detto questo, ho lasciato di proposito intendere la mia situazione attuale nella quale non è contemplata la presenza stabile di una donna, causa le tante delusioni passate. Dopo anni d esperienza sono giunto alla conclusione che nessuna faccia per me e quindi mi godo in libertà tutte le occasioni che mi capitano. La mia ultima ragazza è uscita dalla mia vita ormai da un anno ma a riguardo non voglio aggiungere altro. Ora che ho raccontato qualcosa in più di me, è giunto il momento d affrontare un altra questione ancora lasciata in sospeso. A questo punto molti di voi si chiederanno a che titolo vi stia parlando. Be, situazione alquanto imbarazzante poiché difficile da definire anche a me stesso. Di certo non sono un affermato scrittore e nemmeno un illustre filosofo. Ah, e non sono nemmeno un importante letterato né tanto meno un navigato docente universitario, per dirla tutta. Se mi guardo indietro, vedo solo fallimenti e realtà lasciate incompiute, e guardando avanti non vedo altro che la mia eloquente inconsistenza. Molti di voi saranno assorti da tanti dubbi sul mio conto vista la presentazione che ho dato di me stesso. Se avrete la bontà di continuare la lettura forse vi ricrederete, o forse vi convincerete ancor di più della mia imperizia. Perciò, nel dubbio, sempre meglio continuare e tirare le somme a libro terminato. Parlando della mia fallimentare condotta di vita, ho tralasciato di precisare che lungi da voi pensare che io sia stato, o sia tuttora, uno sfaccendato ozioso e privo

13 d alcuno slancio creativo. Passando in rassegna la mia vita passata posso a mia discolpa annoverare un infinità d interessi artistici. Sono sempre stato attratto dall arte intesa come concetto generale in grado d abbracciare le più svariate espressività. Da sempre appassionato di letteratura dell Ottocento, a oggi posso contare una miriade di libri letti che compongono la mia infinita libreria. Ho anche scritto dei miei libri, anche se per adesso l unica conquista che essi hanno fatto è stata quella d aver preso posto nella mia sopra citata libreria. Altro ramo che da sempre ha destato la mia più viva curiosità è senza dubbio la musica classica, i compositori che ne hanno fatto la storia e le loro opere. Quando sono in casa ascolto sempre qualche sinfonia al massimo volume in modo da poter gustarne meglio la potenza. Esce dalle finestre della mia abitazione e avvolge tutto il quartiere, che comunque a oggi sembra tollerare. Sarebbe sufficiente un giro nella mia umile dimora per scoprire il mio più profondo amore per la pittura, specie l arte surrealista. Vivo affollato tra insediamenti di sculture moderne e all avanguardia sempre ricercate e mai banali. Ancora adolescente, ancora capace di sognare e di provare a inseguire i miei sogni partecipavo attivamente affinché potessi realizzarli per davvero, senza limitarmi a fantasticare a occhi aperti. I miei amici perdevano interi pomeriggi a tirare calci a un pallone. Io preferivo invece starmene rinchiuso nella mia stanza. Trascorrevo il tempo libero immerso nella lettura. Dagli immortali classici dell Ottocento fino a scrittori contemporanei. Tutto era per me motivo d interesse e apprendimento. Presto i libri che leggevo non mi bastarono più. Sentii l esigenza di crearne dei miei. Per gioco iniziai a inventare storie. Dapprima molto semplici e in seguito molto più complesse. Finii per appassionarmi a quella nuova attività. Iniziai così a scrivere tanti racconti, romanzi, poesie e semplici pensieri quotidiani. Cominciavo a scoprire un mondo nuovo e diverso da quello grigio in cui vivevo. Sorretto dalla mia innata fantasia, riuscivo a inventare personaggi e avvenimenti. Spesso erano una rivisitazione di fatti realmente accaduti. Come spesso capita agli

14 scrittori, anch io attingevo dalla vita quotidiana traendone spunto per nuove storie. Quel mio nuovo passatempo mi rendeva orgoglioso e soddisfatto di me stesso. Tuttavia nascondevo agli altri quella che credevo essere la mia vena creativa. Non sono mai stato attratto da manie di grandezza e lungi da me avere atteggiamenti egocentrici. A riprova di questo vi è la mia reticenza a festeggiamenti che implichino la mia presenza al centro dell attenzione, in primis i compleanni. In quel periodo mi diedi molto da fare perché il mio sogno non restasse tale. Mi recai con spirito d intraprendenza in città dove la presenza di case editrici era più radicata. Consegnai le mie bozze con la speranza che potessero essere interessanti per un eventuale produzione. Ebbi modo di costatare presto il silenzio di tutte le case editrici da me interpellate. Questo decretò ufficialmente la fine del mio sogno adolescenziale. Rilessi per l ultima volta tutti i miei scritti quando ero ormai divenuto un ventenne disilluso dalla realtà della vita. Quelle stesse creazioni che all epoca consideravo frutto di un mio sorprendente talento artistico si rivelarono per quello che in realtà erano. Ovvero un accozzaglia di parole banali e stonate unite a racconti privi d interesse. Ricordo d essermi segretamente vergognato di me stesso poiché troppe lacrime avevo versato nella mia stanza, per la voglia di realizzare quello stupido sogno. Raggiunta tale consapevolezza, non fui più capace di continuare a raccontare storie. Mi sembrava terribilmente stupido tutto quel lavoro che per anni addietro avevo fatto. Iniziò così ad accompagnarmi una sorta di rancore interiore che si è protratto fino a oggi, non riuscendo ad appianarlo nemmeno per un momento. Raccolsi dentro un baule tutto il materiale accumulato in quegli anni. Riposi per sempre al suo interno i miei sogni insieme a romanzi abbozzati, testi, poesie e pensieri di una vita. Chiusi con un lucchetto la serratura e adagiai provvisoriamente l ingombrante baule nella mia camera. Qualche tempo dopo, ricordo di aver portato il baule fuori dal centro urbano. Lo cosparsi di benzina e gli diedi fuoco. Era una sera di settembre. Le strade erano ormai deserte. L estate aveva lasciato il posto a un imminente autunno.

15 C era un leggero vento che aiutò il baule ad ardere meglio. Stetti immobile e in silenzio finché le fiamme non consumarono le carcasse dei miei manoscritti, rendendoli cenere. Non ricordo a cosa pensai in quei frangenti. Mi sentii svuotato d ogni pensiero. Il fuoco si affievolì fino a spegnersi del tutto e solo un mucchio di polvere grigiastra rimase dinanzi a me. Con un calcio spazzai via tutto disperdendo la cenere tra la terra. Il vento pensò al resto portando via i residui di quel sogno mai afferrato. Del baule non vi rimase più nessuna traccia. Paradossalmente il mio umore sembrava migliorato. Mi sentivo finalmente libero da quel peso che ogni giorno mi ricordava quanto fossi stato stupido nel credere davvero di possedere un talento. Non sono riuscito ancora a riscattare la mia condotta priva d inconsistenza, anche se possibilità di riscatto potreste offrirmela proprio voi che avete deciso non so nemmeno io per qual motivo di prendere in mano questo mio libro adagiato su qualche scaffale di una qualunque libreria di una qualsiasi città di una tra le tante nazioni che compongono questo folle mondo. A onor del vero c è da dire che anche questa volta il merito principale dell eventuale successo di questa mia prima opera non risieda nel mio talento creativo. L unico merito che posso attribuirmi è stato quello d essermi avventurato tra i sentieri montani dell America del nord, spingendomi fino a quella che un tempo fu la dimora di Thomas Cornwell, conosciuto tra la gente del posto con il nome di Lupo grigio. Mi rendo conto che alla maggior parte dei lettori tale nome sia totalmente estraneo e non rimandi a nessun avvenimento passato. Eppure se avrete la più viva curiosità d immergervi nella lettura, imparerete a conoscere anche voi questo stravagante personaggio. Molto probabilmente ne resterete attratti e stupiti, così come lo fui anch io nel leggere quel suo manoscritto segreto che ebbi la fortuna e, oserei dire, la spregiudicatezza di trovare e prelevare dalla sua residenza ormai disabitata. Al fine di una maggiore comprensione da parte del lettore, a questo punto è doveroso che io riassuma in maniera più esaustiva la dinamica che mi portò a tale ritrovamento.

16 Quelli che vado a raccontare sono i fatti realmente accaduti due anni or sono. Preso dalle mie tante frustrazioni quotidiane, non riuscivo più a trovare motivo di soddisfazione. Tutto ciò che facevo mi rendeva sempre demotivato. Avevo in mente numerose idee per raddrizzare il mio presente ma presto o tardi finivano tutte per soccombere schiacciate dal peso della mia vuotezza. All epoca lavoravo da poco nella redazione di New Zone con mansioni di segreteria. La paga era misera. Il lavoro stancante. Il rapporto con i colleghi poco idilliaco. E le mie motivazioni sotto i piedi. Ero solito trascorrere le giornate in silenzio a pensare a quello che avrei potuto fare per migliorare quella stagnante situazione. A volte ero colto dalla ferma volontà di lasciare tutto e partire verso altre città, con il rischio che tutto ciò avrebbe comportato. Ma si rivelava solo un attimo di disperata follia. Altre volte mi allettava l idea di tentare la strada dell università ma presto la ragione ritornava a ricordarmi la mia avversione allo studio. Aprire un negozio tutto mio forse sarebbe stata la soluzione migliore. Avrebbe potuto permettermi d essere libero di gestirmi senza vincoli di nessun genere. Tuttavia, anche in questo caso non avevo nemmeno la minima idea circa eventuali campi da esplorare e soprattutto non avevo una disponibilità economica che mi consentisse di rischiare. Purtroppo anche questa soluzione che a prima vista mi sembrava la più sensata andava di volta in volta svanendo a causa della mancanza d audacia. Forse conseguenza diretta degli insegnamenti dei miei genitori che fin da piccolo mi avevano inculcato il timore nel seguire strade poco sicure. Divenni incapace di rischiare e azzardare mosse che non prevedessero certezze. Incapacità della quale mi sono sempre rimproverato e per la quale ho da sempre provato un certo risentimento nei confronti di me stesso. Ed ecco come questa mentalità da perdente mi abbia accompagnato in tutti questi anni. Vivo d insoddisfazione. Mi lamento di tutto. Eppure non faccio nulla per provare a cambiare la mia esistenza, frenato dalla paura di rischiare. C è stata tanta gente che ha osato e ha cambiato totalmente il corso della propria vita in meglio. E ce n è stata molta che si è rovinata perdendo quel poco che era

17 riuscito a costruire. Ho ottenuto con tenacia quel poco che sono riuscito a conquistare e il timore di perderlo per colpa di una mossa azzardata mi ha reso molto apprensivo. Demotivato, frustrato, triste, abbattuto, apatico. Questi sono soltanto una parte degli aggettivi che servivano a identificarmi meglio. Avevo repentini e bruschi cambi d umore. Alternavo stati d euforia immotivata a ricadute in profonda apatia. Mi capitava spesso di volere una cosa e subito dopo non volerla più. Per svagarmi non avevo più gli amici di un tempo. Dovetti presto imparare a contare solo sulle mie forze senza cercare appiglio in altre persone. Due anni fa, ripensando all adolescenza, mi tornarono in mente come un fulmine a ciel sereno, un nome e un cognome: Thomas Cornwell. Come ho anticipato in precedenza, questo nome ai più risuonerà privo di qualsiasi rimando. È pertanto arrivato il momento di rivelare qualcosa in più su tale personaggio. Lupo grigio, così come lo chiamavamo tutti al villaggio, viveva isolato dal mondo, in una casa dispersa tra le montagne. Saltuariamente compariva giù al villaggio, avvolto in una mantella nera con il capo coperto fino all altezza delle sopracciglia. Era un personaggio schivo. Detestava l invadente curiosità di tutti noi. Una curiosità alimentata proprio dalle sue stranezze. Sul suo conto erano state create molte leggende, mai del tutto confermate. Quando compariva al villaggio, percorreva le stradine in silenzio, estraniato dal contesto senza degnare nemmeno di uno sguardo i passanti. La maggior parte dei ragazzi preferiva allontanarsi immediatamente al suo passaggio. Erano invasi da un timore misterioso, seppur forse infondato. Ormai tra di noi erano stati messi a punto dei richiami che ci permettevano di segnalare il suo arrivo. Allertavamo tutti i ragazzini e questi scappavano a gambe levate verso le loro abitazioni, di certo più sicure. Invece, ricordo che noi più coraggiosi ce ne stavamo fermi, immobili, in silenzio. Lo osservavamo camminare mentre egli con noncuranza ci passava di fianco. Non potrò mai dimenticare quell unica volta in cui ebbi la fortuna oserei dire d incrociare il mio sguardo con il suo.

18 Avevo solo dieci anni. Camminava sempre con un espressione seria e accigliata, incurante di tutto il resto. Eppure quel pomeriggio qualcosa lo spinse per un attimo a voltarsi verso di me. I nostri occhi s incrociarono. Fu un attimo. Ero spaventato. Non me lo sarei mai aspettato. Istintivamente spalancai le palpebre. Mi mozzò il fiato. Furono solo istanti. Furono frangenti in cui potei scorgere un umanità. Proprio nei suoi occhi. Proprio in quel volto privo di espressività, di qualsiasi segno di mutamento. Quegli occhi sembrarono raccontarmi più di tante leggende. Non so tradurre in parole le sensazioni che riuscirono a trasmettermi. So solo che ne rimasi del tutto rapito. Preso dalla curiosità, tentai a ogni sua nuova visita d instaurare un ulteriore contatto visivo. Purtroppo non ebbi più un altro simile risultato. A volte ero combattuto dalla voglia d avvicinarmi e di raccontargli le mie infinite curiosità di bambino. Stranamente il timore di tutte quelle leggende sul suo conto mi frenava. Ripensando a quel periodo, avrei voluto avere il coraggio d osare. Soprattutto in seguito a quello che ebbi modo di scoprire sul suo conto leggendo il suo manoscritto. Era solito fermarsi sempre nella vecchia bottega del signor Nedson. Tra l altro unico motivo che lo spingesse a scendere nel nostro villaggio. Barattava il più delle volte delle statuette di legno, che egli stesso creava, in cambio di sigarette e altri indispensabili beni di prima necessità. Poi nuovamente s incamminava fino a scomparire lungo la ripida stradina che saliva verso i monti. Possiedo ancora una piccola statuetta di legno di un marinaio con la pipa in bocca che da ragazzino comprai proprio nella bottega. Nessuno aveva mai avuto modo di parlargli e nessuno conosceva il suo passato né il suo presente. Tutti si guardavano bene dall avvicinarsi. Anche la polizia locale sembrava non interessarsi a quel personaggio. Di Lupo grigio si persero per sempre le tracce quando non lo si vide più comparire come suo solito nel villaggio.

19 Tutti si convinsero presto che fosse morto ma non se ne ebbe mai nessuna prova. Forse era la volontà collettiva a voler credere tale fine. Oggetto di tante leggende, certamente era un personaggio alquanto scomodo e ingombrante. Non averlo più tra i piedi fece tirare un sospiro di sollievo a tutto il villaggio. Eppure non aveva mai creato problemi. Due anni fa, spinto da questi ricordi adolescenziali, decisi di ripercorrere quel sentiero che portava alla sua dimora. Avevo una sfrenata voglia di scoprire cosa fosse successo a Lupo grigio. La curiosità e la spregiudicatezza mi diedero motivo per compiere quell incosciente e inusuale iniziativa. Complice una bella giornata di fine estate, m incamminai verso i monti. Il paesaggio nel quale ebbi la fortuna d addentrarmi era qualcosa di sorprendente. Mai visto prima. Armato di macchina fotografica, non persi occasione di tanto in tanto per immortalare quei posti incontaminati dalla mano dell uomo. Erano le dieci di mattina. Dopo una mezzora abbondante scorsi finalmente da lontano la sagoma della sua abitazione. Un emozione che qui non so trascrivere mi avvolse. Il mio passo si fece ancor più veloce. Se Lupo grigio fosse stato ancora vivo avrebbe avuto all incirca settant anni pensai. Giunsi dietro l ingresso di quella casa di legno. Per nulla intimorito dalle tante leggende sul suo conto, bussai una prima volta. Signor Cornwell è in casa? Attesi qualche istante, cercando di capire se ci fosse qualcuno. Non avendo ricevuto alcuna risposta ribussai una seconda volta energicamente. Signor Cornwell mi scusi per il disturbo. Sono Peter Larster, vengo dal villaggio. Scrivo per il New Zone e avrei bisogno di fare due chiacchiere con lei se non è troppo occupato! Rimasi nuovamente in silenzio con la speranza di ricevere risposta. Ma non ci fu verso. Preso dalla curiosità ruotai la maniglia arrugginita. La porta si aprì. All interno era tutto buio. Le persiane erano chiuse e quindi mi impedirono una prima ispezione.

20 Provai a fare un passo dentro. Ma un fetore nauseabondo penetrò nelle narici. Tossivo. Corsi fuori. Tornato dentro, aprii velocemente tutte le finestre per far circolare l aria. Mi guardai intorno. Mi resi conto da subito che quella casa era stata effettivamente abbandonata da molto tempo. La polvere era sparsa ovunque. E soprattutto quella puzza di chiuso, quel tanfo stagnante non lasciavano alcun dubbio. Diedi un occhiata in giro. Cercavo qualcosa che potesse attirare la mia curiosità. Ma la casa appariva svuotata d ogni oggetto prezioso. Improvvisamente, mi balzò all occhio una sorta di libro chiuso, impolverato, adagiato sul tavolo. La copertina era in pelle marrone scura, logorata dal tempo. Ci soffiai sopra spazzando gran parte della polvere accumulata. Lo aprii avendone molta cura. Ero convinto che avrei trovato qualcosa d interessante al suo interno. Era una sorta di manoscritto. Lessi le prime righe. Era il diario di Lupo grigio. Lo capii dal primo istante. La scrittura era molto disordinata, veloce. Riuscì a leggere l intera pagina. Decisi di portare via quella sorprendente reliquia e leggere con più calma il suo contenuto. Ero cosciente di avere tra le mani qualcosa di importante. Riposi il diario nello zaino e dopo aver dato una nuova occhiata alla ricerca vana d altre novità, decisi di incamminarmi verso casa. Ripercorsi tutto d un fiato l intero tragitto quando fui nuovamente ai piedi della montagna. Risalii a bordo della mia utilitaria e mi diressi verso casa. Avevo voglia di tornare presto nella mia abitazione per leggere tutto. Avrei finalmente potuto scoprire qualcosa di più. Ero euforico. In un baleno fui a casa. Mi sedetti in veranda, come d abitudine, in compagnia del mio solito goccio di whisky scozzese e della mia solita pipa. Aprii il manoscritto con una sorta d emozione crescente. Passai tutta la nottata immerso nella lettura. Mi risvegliai all alba su quella poltrona

21 con quella sorta di diario, ancora tra le mani. Decisi di prendere qualche giornata di riposo dal lavoro, in modo da poter continuare a leggere senza interruzioni. Mi finsi malato. E questo bastò a giustificare la mia assenza. La voglia di sapere mi aveva inebriato e non riuscivo neppure a rendermene conto. Man mano che le pagine scorrevano, iniziai a rendermi conto che Lupo grigio si discostava molto da quello che le leggende del villaggio gli attribuivano. In molti passaggi lo sentii molto simile a me, al mio modo d essere. Mi sentivo persino solidale con lui in alcune vicende nelle quali riuscivo a rispecchiarmi pienamente. Trascorsi i giorni seguenti completamente immerso nella lettura. Quel manoscritto era divenuto ormai un motivo per sfuggire alla monotonia quotidiana. Iniziai così a pensare seriamente di rendere pubblico quel sorprendente ritrovamento. Quasi ingenuamente, ero certo che avrebbe destato interesse. Come me, altri avrebbero voluto sapere di Lupo grigio. Spaccati di vita nudi e crudi. Priva di censura alcuna. Ed è così che ho deciso di renderli di dominio pubblico. Le pagine che seguiranno sono frutto dei racconti di vita scritti per mano di Thomas Cornwell, esattamente come li ho trovati nel suo manoscritto. Non ci sono state modifiche o alterazioni di sorta. Il lettore che deciderà d avventurarsi in queste pagine avrà modo di scoprire mondi che non avrebbe mai potuto immaginare. Piacevoli o orripilanti, si tratta comunque di una storia vera, forse per questo degna di maggior interesse. Vorrei raccomandare al lettore di non avere atteggiamenti severi o di assoluta condanna. Piuttosto, sarebbe saggio cercare di capire la psicologia dell uomo e le dinamiche che portano, per ogni azione, una reazione. Non è mio intento far divenire tale libro oggetto di condanna o assoluzione, bensì di riflessione.

22 Al di là del bene e del male, nessuno può giudicare un uomo non avendone prima letto le più intime riflessioni. Chiarito il compito di traghettatore di cui mi sono incaricato in partenza, posso farmi da parte senza ulteriori indugi, in modo da esaudire la volontà di render di pubblico dominio la sua vita, anche se dietro tacito consenso. Perché lasciare il suo manoscritto in bella vista su di un tavolo alla mercé di tutti, se non avesse voluto renderlo pubblico? Questa è stata la domanda che mi ha convinto a pubblicarlo. Mi è sembrato il suo modo stravagante per rivelare alla collettività tutto ciò che ha tenuto privato durante una vita passata lontano dal mondo. In questo modo, sarà offerta ai lettori più attenti la suprema possibilità d entrare all interno della mente di un uomo come tanti che ha vissuto come pochi.

La felicità per me è un sinonimo del divertimento quindi io non ho un obiettivo vero e proprio. Spero in futuro di averlo.

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