L A S V O L T A. La campagna «lean on me» funziona Lancio riuscito e molte iniziative

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1 L A S V O L T A Informazioni sulla depressione e sui disturbi d ansia I Edizione 11 PAGINA 3 I DEPRESSIONE PAGINA 5 I «LEAN ON ME» PAGINA 9 I DEPRESSIONE & DIABETE Qual è la strada per destigmatizzare la depressione? Un colloquio con il Dr. Hans Kurt La campagna «lean on me» funziona Lancio riuscito e molte iniziative Spezzare il circolo vizioso Intervista a Gülter Locher e al Dr. Lukas Villiger Lundbeck (Schweiz) AG Dokument letztmals geprüft:

2 EDITORIALE INDICE EDITORIALE 2 DEPRESSIONE 3 «Dobbiamo trattare i malati psichici allo stesso modo dei malati fisici» 3 Un colloquio con il Dr. Hans Kurt, specialista in psichiatria e psicoterapia ed ex presidente della SSPP «LEAN ON ME» 5 Ogni giro conta Correre per l anima 5 Il successo della seconda edizione della Corsa per la salute psichica «lean on me»: Insieme siamo forti 7 Una campagna con tanti amici DEPRESSIONE & DIABETE 9 «Il dolore dell anima è peggiore del dolore del corpo» 9 Intervista al Dr. Lukas Villiger, diabetologo, e a Gülter Locher, paziente La Sua opinione ci interessa 11 Partecipi e vinca! IN BREVE 12 Centri di riferimento e link 12 Colophon 12 Gentili lettrici, cari lettori, émolto più difficile trovare aiuto e sostegno per una depressione che per una gamba rotta, ha osservato una spettatrice della seconda Corsa per la salute psichica a Interlaken, di cui diamo un resoconto alle pagine 5 e 6. Parla per esperienza personale: la depressione di suo figlio è stata diagnosticata con estremo ritardo, anche perché non ha saputo a chi rivolgersi. Questa donna matura deplora che in questo modo si impedisca a chi è colpito da depressione fra cui suo figlio di condurre una vita normale. Ma anche il mondo del lavoro, per chi soffre di malattie psichiche, sta diventando sempre più stressante ed esigente. Sembrerebbe che oggi il lavoratore ideale debba essere flessibile, prestazionale, altamente motivato e per di più anche socialmente competente. Ma come si fa ad essere prestazionali e motivati quando si soffre di depressione e già il disbrigo dei compiti quotidiani come pulire, fare la spesa e cucinare è una fatica insormontabile? Così sussiste il pericolo che i portatori di handicap psichico rappresentino agli occhi della società una fonte di rischio o di disturbo. Questa evoluzione preoccupa il Dr. Hans Kurt, specialista in psichiatria e psicoterapia e presidente della Società svizzera di psichiatria e psicoterapia fino alla fine del 2011, che nell intervista a pagina 3 illustra qual è il posto di lavoro ideale e come i malati possono imparare a lottare contro il senso di colpa e la vergogna che li assale per il fatto di soffrire di depressione. Questa malattia infatti è ancora stigmatizzata. Talvolta però la depressione si cela anche dietro un altra malattia, sfuggendo così alla diagnosi. Per Gülter Locher è stato molto difficile accettare di avere il diabete. Solo a causa delle difficoltà incontrate a controllare la glicemia il suo medico curante, il Dr. Lukas Villiger, si è accorto che la sua paziente aveva sviluppato anche una depressione. Le complicazioni causate dalle due malattie possono essere terribili. Purtroppo nella pratica clinica si trascura troppo spesso il fatto che diabete e depressione possono insorgere in concomitanza. Nel colloquio alle pagine 9 11 medico e paziente raccontano come hanno trovato insieme il miglior percorso terapeutico. Per incoraggiare la comprensione e la conoscenza circa questa malattia abbiamo perciò dato vita all inizio dell anno alla campagna «lean on me», con l intento di promuovere la comprensione nei riguardi di chi soffre di depressione e contribuire al superamento della stigmatizzazione cui sono soggetti. La grande risonanza di «lean on me» ci conferma che siamo sulla strada giusta. Numerose iniziative, descritte alle pagine 7 e 8, hanno incontrato gran favore. Vi auguro una lettura stimolante. PD Dr. Rico Nil Medical Director Lundbeck (Svizzera) SA 2

3 DEPRESSIONE «Dobbiamo trattare imalati psichici allo stesso modo dei malati fisici» CHI È COLPITO DA UNA MALATTIA PSICHICA SOFFRE DI UN IMMAGINE NEGATIVA AGLI OCCHI DEGLI ALTRI. LA «CORSA PER LA SALUTE PSICHICA» VUOLE LANCIARE UN SEGNALE E VENIRE IN AIUTO DI CHI SOFFRE DI MALATTIE PSICHICHE E DEI LORO FAMILIARI. AL DR. HANS KURT, SPECIALISTA IN PSICHIATRIA E PSICOTERAPIA, E PATRONO DELLA CORSA IN QUALITÀ DI EX PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ SVIZZERA DI PSICHIATRIA E PSICOTERAPIA, LA DESTIGMATIZZAZIONE DELLE MALATTIE PSICHICHE STA MOLTO A CUORE. Perché è più facile accettare un appendicite piuttosto che una depressione? Quasi tutti hanno un idea di che cosa significhi un intervento di appendicite. Insorgono dei dolori, forse anche febbre. Questi sintomi invece sono del tutto assenti nelle patologie psichiche. Ecco perché le malattie psichiche come la depressione non vengono prese altrettanto sul serio. Queste malattie sono stigmatizzate: sono cioè associate a caratteristiche e proprietà negative. Lo stigma può anche venire da dentro: i diretti interessati si vergognano della malattia o si sentono colpevoli, pensando di essere inadeguati o responsabili della propria condizione. Oltre alla stigmatizzazione interna ne esiste un altra, proveniente dalla società: ai malati si rimprovera di essere pigri o di non avere forza di volontà, e di non essere perciò veramente malati. Questa stigmatizzazione è peggiorata? Direi invece che sta diminuendo. Oggi si dispone di maggiori conoscenze. È noto, ad esempio, che anche le malattie psichiche possono avere una causa organica. Ma ciò non basta per vincere in modo duraturo la stigmatizzazione. Allora che cosa serve? Ad esempio evitare la suddivisione in malattie psichiche buone e cattive. Un burnout non è oggetto di stigma perché significa che la persona ha lavorato tanto e perciò si è ammalata. La nostra società lo accetta con più facilità. La depressione è meno stigmatizzata perché se ne è già sentito parlare spesso. Ma la schizofrenia o le malattie da dipendenza sono fortemente stigmatizzate. La conseguenza è una suddivisione in pazienti buoni e cattivi, cosa che rafforza ancora lo stigma ed ha conseguenze negative per il trattamento e la gestione delle malattie psichiche. Qual è la Sua esperienza pratica: come vivono i pazienti la loro malattia? Il nostro studio comprende medici di base e psichiatri, perciò in sala d aspetto non si può sapere da chi va un determinato paziente. Per molti ciò è un vero sollievo. Lo stesso principio dovrebbe valere per l ospedale: nel migliore dei «Non sono solo i malati psichici a doversi adattare all impiego, ma anche i datori di lavoro ai malati» casi tutte le malattie dovrebbero essere trattate nello stesso ospedale, quelle psichiche accanto a quelle organiche. Grossi problemi presenta anche la revisione dell assicurazione di invalidità. La reintegrazione dei pazienti con una malattia psichica dovrebbe essere poten- 3

4 DEPRESSIONE ziata, cosa che trovo molto positiva, ma a questo scopo è necessario che siano disponibili offerte di impiego adeguate. Non sono solo i malati psichici a doversi adattare all impiego, ma anche i datori di lavoro ai malati. L immagine predominante nel pubblico è invece quella del paziente che si approfitta dell AI. Dobbiamo accettare il fatto che non tutti possono lavorare, e che chi soffre di una malattia psichica disabilitante non è obbligato a farlo. Con quali approcci si potrebbe perseguire la destigmatizzazione? Nella terapia medici e terapeuti devono tematizzare i sentimenti di vergogna e colpevolezza. Devono incoraggiare il paziente ad accettarsi così com è. Altrimenti si sviluppa un circolo vizioso fatto di vergogna e senso di colpa. Secondo me la forma migliore di destigmatizzazione è l opera informativa da parte dei pazienti stessi, quando parlano apertamente in pubblico ad esempio davanti ad una scolaresca della propria malattia. Gli esperti infatti possono solo trasmettere le necessarie conoscenze ma non che cosa significhi convivere con la malattia. In Germania ad esempio ha luogo ogni anno un congresso di alunni che offre la possibilità di parlare con gli esperti delle cause, del decorso e della terapia delle malattie psichiche e di discutere di argomenti psichiatrici nel loro contesto sociale. Il progetto ha molto successo. Anche in Svizzera abbiamo già tenuto un congresso di alunni e desideriamo portare avanti questo progetto anche in futuro. Sono disponibili nel complesso sufficienti opzioni di terapia per affrontare la stigmatizzazione? Penso che negli agglomerati urbani come Basilea, Berna, Ginevra o Zurigo, l assistenza sia buona, mentre nelle aree rurali spesso non è sufficiente. Sarebbe utile ad esempio se gli insegnanti potessero comunicare i numeri di telefono di centri di riferimento. Infatti sono spesso gli adolescenti ad essere colpiti da schizofrenia o da disturbi della personalità. Solo riuscendo ad iniziare precocemente un trattamento il decorso della malattia «Nella terapia medici e terapeuti devonotematizzare la vergogna e il senso di colpa» è positivo. A ciò si aggiunge la sempre crescente importanza del trattamento ambulatoriale. Le degenze in clinica possono contribuire alla stigmatizzazione e perciò è importante potenziare l assistenza ambulatoriale, che ha però anche un lato negativo: l assunzione da parte dei familiari di una parte dell assistenza. Ci vogliono più offerte esterne, che però prima devono poter essere finanziate. Che problemi hanno conoscenti, colleghi e famiglie nei confronti dei malati di depressione? I familiari spesso non sanno cosa si può o si deve fare. Si sentono impotenti e gettano la spugna oppure si rifugiano nell iperattività. Quando nulla cambia, può insorgere aggressività verso il malato, oppure i familiari si trasformano in infermieri e trascurano le proprie esigenze. Che cosa si dovrebbe migliorare nel trattamento? Nelle malattie psichiche il trattamento deve iniziare con tempestività in modo da mantenere una vita normale. Ma l ignoranza provoca spesso ritardi. Un appendicite irritata duole e allora si va dal medico. Con una depressione i malati pensano di doversi riposare un momento per stare meglio mentre così non è. Quanto sono utili manifestazioni come la «Corsa per la salute psichica» per sensibilizzare sull argomento? È una buona cosa. Nel primo anno hanno corso solo i partecipanti del congresso. Quest anno c erano anche altre persone, ad esempio circa venti socie di un associazione sportiva. Penso che sia un buon segno, perché così il messaggio raggiunge il pubblico. Quanto è importante il moto nelle malattie psichiche? Qualsiasi attività fisica è positiva. La maggioranza dei malati psichici ha un immagine e una percezione del corpo alterate e facendo sport o un attività fisica, sudando o sentendo il cuore battere forte, recupera il senso del proprio corpo. Così si accorgono di essere capaci di fare qualcosa e ciò fa bene. E nel campo delle relazioni pubbliche? Oltre ai diretti interessati che parlano di sé, ci vuole anche una campagna nazionale di destigmatizzazione, che potrebbe essere condotta in collaborazione con l Ufficio federale di sanità pubblica o con la Conferenza svizzera dei direttori della sanità. Dobbiamo finalmente deciderci a trattare i malati psichici allo stesso modo dei malati fisici. 4

5 Ognigiro conta Correre per l anima CON LA SECONDA EDIZIONE DELLA CORSA DI BENEFICENZA PER LA SALUTE PSICHICA DEL 15 SETTEMBRE A INTERLAKEN LUNDBECK, NELL AMBITO DELLA CAMPAGNA «LEAN-ON-ME», SUPPORTA EQUILIBRIUM, UN ASSOCIAZIONE CHE SI IMPEGNA A FAVORE DEI MALATI PSICHICI E DEI LORO FAMILIARI. IN APPENA UN ORA, I PARTECIPANTI HANNO COPERTO UNA DISTANZA COMPLESSIVA QUASI PARI AL TRATTO MADRID-ZURIGO, RACCOGLIENDO COSÌ MOLTE MIGLIAIA DI FRANCHI. La seconda edizione della corsa per la salute psichica è stata una manifestazione dei superlativi. La località: perfetta, con un raggiante cielo azzurro e un grandioso panorama sullo Jungfraujoch. I corridori: incentivati al massimo. Il pubblico: incuriosito e molto interessato. Dopo il successo riscosso lo scorso anno, l iniziativa di beneficenza viene ripetuta ancora una volta per una buona causa. Per ciascun giro di corsa di un chilometro Lundbeck dona cinque franchi ad Equilibrium. Alle di questo soleggiato giovedì pomeriggio, un centinaio di corridori sono sulla linea di partenza. Alle 18 precise il Dr. Hans Kurt, ex presidente della Società Svizzera di Psichiatria e Psicoterapia (SSPP) riunitasi per un congresso a Interlaken dal 14 al 16 settembre 2011, e patrono della seconda edizione della Corsa per la salute psichica, dà il segnale di partenza. Il gruppo dei corridori è eterogeneo: i polpacci vanno da muscolosi ad esili, c è chi corre perfino con scarpe da città e pantaloni del completo. Ma ciò che conta è partecipare. «Ogni chilometro corso significa cinque franchi. Lo trovo degno di incoraggiamento», dichiara Gregor Hasler (43), professore straordinario di programmazione ed organizzazione dei servizi sanitari in campo psichiatrico e primario di sociopsichiatria presso i servizi psichiatrici dell Università di Berna, spiegando la ragione che lo ha spinto a partecipare. «I pazienti devono sentirsi autonomi e capaci. Il denaro contribuisce alla realizzazione dei loro progetti. Perciò continuerò a correre fino allo scadere dell ora.» L aspetto sociale è anche lo sprone della ventina di donne dell associazione sportiva femminile (DTV) di Wilderswil: «Nell associazione la vita sociale è importante. Assistere gli altri è parte integrante della convivenza», afferma Margrit Knecht (57 anni), socia del DTV di Wilderswil. «Stiamo tutte bene fisica- Füürwehrrunners Ittingen, Ralf Haldemann (49): «Con il mio contributo posso far muovere qualcosa. La somma raccolta va a favore di chi ne ha bisogno. Ammiro che Lundbeck doni un pezzo da cinque e cerco perciò di far più danno possibile all azienda. Trovo lodevole che un azienda che produce medicamenti sponsorizzi un iniziativa a favore della gente.» 5

6 DTV Wilderswil, Margrit Knecht (57): «Ci fa piacere fare qualcosa a favore dei malati psichici. Nell associazione l aspetto sociale è importante. Assistere gli altri è un elemento importante della convivenza. Noi stiamo tutte bene fisicamente e psichicamente, e vogliamo dare un segnale a favore dei malati psichici.» mente e psichicamente, e vogliamo dare un segnale a favore dei malati psichici.» Quanto sia importante la comunanza emerge anche durante la corsa: le diciotto donne non si scostano di un passo, per godere insieme del piacere di attraversare il centro di Interlaken con questo tempo bellissimo. Anche gli animatori aiutano i corridori a tenere duro: Prof. Gregor Hasler (43), professore straordinario di programmazione ed organizzazione dei servizi sanitari in campo psichiatrico e primario di sociopsichiatria presso i servizi psichiatrici dell Università di Berna. «Ogni chilometro corso significa cinque franchi. Lo trovo degno di incoraggiamento I pazienti devono sentirsi autonomi e capaci. Il denaro contribuisce alla realizzazione dei loro progetti. Perciò continuo a correre fino allo scadere dell ora.» «Ogni giro conta, c est parfait, correte bene», incoraggiano gli altoparlanti. Fra i circa 150 spettatori che seguono con interesse lo spettacolo c è anche Elisabeth Bodenmann di Pfäffikon. «Mio marito ha deciso di partecipare dieci minuti prima che la corsa iniziasse», dice. Dal bordo della strada incita il marito ogni volta che le passa davanti. La coppia in effetti è qui per una settimana di ferie, ma ha partecipato alla corsa di slancio. La loro motivazione: «Nostro figlio ha una grave depressione. Ce ne siamo accorti troppo tardi, non si sapeva dove andare. È più difficile che per una gamba rotta. Ecco perché trovo fantastico l aiuto ad Equilibrium», racconta Elisabeth Bodenmann. Correrebbe volentieri anche lei, ma a causa di dolori al ginocchio «non me la sento di partecipare.» Molti spettatori hanno alle spalle esperienze simili. «Il mio ragazzo ha avuto burnout e depressione», dice Therese Minder di Unterseen. «Da allora sono più disponibile quando si tratta di malattie psichiche.» Ralf Haldemann (49 anni), vigile del fuoco e membro dei Füüerwehrrunner Ittingen, ammette che dopo una mezz ora era in gara solo contro sé stesso, perché correre è proprio faticoso. Ha resistito insieme al collega Jürgen Labinski (56 anni) perché «con il mio contributo posso far muovere qualcosa. La somma raccolta va a favore di chi ne ha bisogno.» Inoltre ammira che Lundbeck doni un pezzo da cinque. «Voglio far più danno possibile all azienda», osserva maliziosamente. L impegno nella corsa si nota anche nei partecipanti. Praticamente nessuno getta la spugna. Tutti i corridori fanno del proprio meglio fino alla fine: e chi non riesce più a correre rallenta e cammina per il resto dei giri. Solo pochi riescono a correre a piè leggero fino alla fine come Christoph Seiler (42 anni). Con ben 19 giri il presidente del comitato organizzativo della maratona dello Jungfrau ha raccolto la maggior parte della somma per Equilib- Dr. ssa Brigitt Steinegger (54) di Winterthur (a destra), nella foto con la Dr. ssa Anouk Gehret, Winterthur «Trovo che Equilibrium faccia un buon lavoro, e perciò desidero supportare questa associazione. E così informo anche i miei pazienti dell esistenza di Equilibrium.» rium. La presidentessa dell associazione, Christine Heim, è raggiante: «Grazie alla corsa di beneficenza possiamo aumentare la nostra visibilità e investire denaro in due progetti», spiega con gioia. Nel complesso, 108 partecipanti hanno raccolto 7315 franchi percorrendo 1463 chilometri in un ora. Un risultato che merita apprezzamento e un grazie di cuore. Intanto lo Jungfraujoch brilla rosso in lontananza. È una sera perfetta in un ambiente perfetto. 6

7 «lean on me»: insieme siamo forti IL NUMERO PRECEDENTE DI «LA SVOLTA» HA PRESENTATO IL LANCIO DI «LEAN ON ME», UNA CAMPAGNA VOLTA A MOSTRARE COME SI PUÒ ESSERE VICINI E DIMOSTRARE AMICIZIA A CHI SOFFRE DI DEPRESSIONE. DA ALLORA CI SONO STATE NUMEROSE MANIFESTAZIONI E CENTINAIA DI PERSONE HANNO PARTECIPATO A VARIE INIZIATIVE. «LEAN ON ME» HA AVUTO UN TALE SUCCESSO CHE LUNDBECK PROSEGUE L INIZIATIVA. Chi soffre di depressione evita di parlare dei propri problemi con amici e familiari, e si sente spesso rinfacciare «non farla tanto lunga». Ma per le persone depresse l appoggio della famiglia, degli amici o anche di professionisti sanitari è di enorme importanza. Nell ultimo numero abbiamo presentato il lancio della campagna «lean on me». Quasi un anno dopo, il progetto si è rivelato un successo: numerose iniziative mettono in luce la difficile situazione di chi soffre di depressione. Ormai «lean on me» ha un successo tale che è stato deciso di proseguirla. Vi presentiamo in breve le singole iniziative. Arte da marciapiede: l abisso giornaliero Che molti depressi si trovino ogni giorno sull orlo dell abisso è quello che illustrano con immediatezza i disegni da marciapiede creati nel quadro della campagna «lean on me». «Essere sull orlo dell abisso» Chi passava il 24 maggio per la Paradeplatz, sul Rennweg e al Bellevue a Zurigo, oppure il 9 giugno nella Place du Bourgde-Four e sul General-Guisan-Quai a Ginevra, si trovava davanti ad una rappresentazione grafica di questo modo di dire. L illusione ottica nasceva da crepe e bordi disegnati sull asfalto con il gesso. Christine Arte da marciapiede sul Rennweg Heim, presidentessa di Equilibrium, ha discusso con i passanti interessati, spiegando che tipo di supporto può servire a chi è depresso e che semplici frasi come «Ti capisco» fanno bene al malato. Infatti spesso anche ai familiari manca una vera comprensione della malattia. L iniziativa dello specchio Specchi speciali collocati in vari club a Zurigo, Berna e Ginevra sembravano proprio specchi normali. Ma l apparenza ingannava: uno speciale foglio brillante faceva sì che all osservatore sembrasse di essere scomparso dalla scena, che invece si rifletteva normalmente nello specchio. Questo equivoco mirava a far capire come i depressi siano spesso ignorati da chi gli sta intorno. 2 a corsa per la salute psichica Lundbeck ha organizzato la seconda edizione della «Corsa per la salute psichica» (pagina 5). In un ora, 108 partecipanti hanno coperto complessivamente

8 L iniziativa dello specchio illusorio chilometri, raccogliendo così 7315 franchi. Questa somma andrà a favore di Equilibrium, un associazione che si impegna per le persone con malattie psichiche e i loro familiari. La corsa si è tenuta il 15 settembre in occasione del congresso annuale della Società svizzera di psichiatria e psicoterapia. mano e giocare. L esposizione ha entusiasmato grandi e piccini. Seguite la campagna «lean on me»: su Twitter, YouTube e Facebook Dall inizio della campagna oltre 500 persone si sono registrate come amici sul «Wall of Friends» e molte hanno condiviso la propria storia personale con altri. Seguite anche voi la campagna su Twitter, YouTube e Facebook: vi ci portano le corrispondenti icone sul sito Ogni clic rende la campagna più visibile. «lean on me» vuole divertire, ma la campagna fa sul serio quando si tratta di aiutare chi soffre. Il Brain Bus in giro Correre per un buon fine Brain Bus Dall aprile 2011 il Brain Bus è in giro per la Svizzera e ha fatto tappa in 40 città. Lundbeck ha supportato l esposizione itinerante che illustra in modo avvincente la funzione cerebrale, apre le porte dell affascinante mondo della neuroscienza ed esamina i disturbi che possono colpire il cervello, come la depressione, l epilessia, le malattie di Alzheimer e Parkinson o la sclerosi multipla. In molte postazioni era possibile capire, toccare con 8

9 «Il dolore dell anima è molto peggiore del dolore del corpo» DEPRESSIONE & DIABETE DIABETE E DEPRESSIONE SI PRESENTANO SPESSO INSIEME. COSÌ È STATO PER GÜLTER LOCHER. MA LA CONCOMITANZA DI QUESTE DUE MALATTIE SFUGGE SPESSO SIA AL MEDICO CHE AL PAZIENTE, SEBBENE LE COMPLICANZE POSSANO ESSERE TERRIBILI. IL DR. LUKAS VILLIGER SEGUE GÜLTER LOCHER DA QUASI DIECI ANNI. NEL COLLOQUIO CI RACCONTANO IN CHE MODO HANNO TROVATO INSIEME IL MIGLIOR PERCORSO TERAPEUTICO. Perché spesso i medici tardano ad accorgersi che al diabete è venuta ad aggiungersi una depressione? Dr. Lukas Villiger: il trattamento del diabete quale patologia di base può essere così impegnativo che è facile lasciarsi sfuggire i sintomi di una depressione. Spesso i medici si accorgono solo con un certo ritardo dell insorgenza di una depressione, aprendo gli occhi solo quando la glicemia rimane mal controllata sebbene il paziente prenda medicamenti antiglicemici efficaci. di essere schiava «Mi sembrava della malattia» Gülter Locher: il mio medico di base ha diagnosticato il diabete circa dieci anni fa. Allora mi mancò praticamente la terra sotto i piedi, ed ho voluto seguire un trattamento presso uno specialista. Così sono approdata al Dr. Villiger. Non riuscivo ad accettare il diabete una malattia cronica a 40 anni! Nella pratica clinica è noto che depressione e diabete possono presentarsi insieme? Dr. Lukas Villiger: nella sig.ra Locher i primi segni della depressione si sono manifestati dopo l inizio della terapia insulinica, quando ha dovuto iniettarsi l insulina. Io mi sono accorto che i valori glicemici rimanevano elevati malgrado una buona educazione diabetica. All inizio ho supposto che si trattasse di insulina inadatta o posologia sbagliata. Alla mia domanda la sig.ra Locher ha ammesso che alle volte non prendeva l insulina. Ho allora pensato che ciò fosse riconducibile ad una depressione reattiva causata dallo stress creato dal diabete. Chi ne soffre perde la motivazione, anche se ciò non è necessariamente visibile dall esterno. La sig.ra Locher ad esempio sembrava sempre di buonumore. Molti pazienti presentano questa facciata e ciò non facilita la diagnosi. Gülter Locher: la depressione mi ha colpito a causa del diabete. Mi è stato così difficile accettare di avere una malattia tipica della vecchiaia mentre io mi sentivo ancora così giovane. Qual è il problema della concomitanza di depressione e diabete? Dr. Lukas Villiger: muovendosi poco a causa della depressione e perciò acquistando peso, e con una predisposizione genetica, si può contrarre il diabete. Viceversa, se il gravoso impegno di doversi iniettare l insulina e badare all alimentazione viene ad aggiungersi allo stress che abbiamo tutti nella vita, ciò può far scattare una depressione. Una malattia va di pari passo con l altra. Gülter Locher: io mi considero una paziente difficile, perché non ho molta 9

10 disciplina. Con il diabete invece bisogna sempre fare attenzione a cosa si mangia. Con il Dr. Villiger ho un buon dialogo, mi ha tranquillizzato e spinto a prendere i medicamenti. Tuttavia ero completamente a terra, mi sembrava di essere schiava della malattia. Era come se non potessi più condurre una vita mia. Cosa potrebbe aiutare i pazienti a vivere meglio con entrambe le malattie? Dr. Lukas Villiger: è raro che parli con i diabetici di ciò che potrebbe succedere. Cerco invece di motivarli parlando della migliore qualità di vita raggiungibile tramite un buon controllo della glicemia. La maggior parte dei pazienti conosce anche troppo bene le possibili complicanze semplifico a breve termine la terapia, prescrivendo ad esempio un insulina che vada iniettata una sola volta al giorno. Poi, quando la depressione migliora, posso modificare di nuovo il trattamento per ottimizzarlo. Gülter Locher: da questo punto di vista io sono forse un po particolare. Mi piace la solitudine, non mi fa sentire isolata. Non ho veramente bisogno degli altri. Ma so che ad altri occorre aiuto esterno. Io preferisco isolarmi e delimitare il mio territorio. Non sopporto che mi si dica cosa devo fare, ho abbastanza specialisti a cui rivolgermi. Ma ognuno deve sopportare da solo la propria malattia. Quando mi sento male non lo do a vedere. Le conseguenze di depressione e diabete sono enormi. Come si può ridurre o addirittura evitare le complicanze? Dr. Lukas Villiger: la complicanza più estrema della depressione è il suicidio. Chi è depresso non esce più, si muove poco, perde i contatti sociali. Si ammala dunque anche fisicamente. Con il diabete lo zucchero si accumula in tutti gli organi più irrorati dal sangue. Possono insorgere insufficienze renali e malattie degli occhi, i grossi vasi sanguigni si restringono con il rischio di infarto cardiaco. I piedi subiscono lesioni nervose e inoltre l irrorazione è carente: così si arriva al piede diabetico. Ma prima si diagnostica la malattia, meno gravi sono le complicanze. la depressione «Per un diabetico è molto più brutale» del diabete, non c è bisogno di costanti ammonizioni. Se si viene ad aggiungere una depressione, la gestione diventa particolarmente difficile. In questo caso 10

11 DEPRESSIONE & DIABETE Gülter Locher: nella psicoterapia imparo come affrontare i problemi in modo differente e nuove strategie per la gestione della malattia. Ciò mi fa bene. Che cosa fa più paura ai pazienti: il diabete o la depressione? Dr. Lukas Villiger: per un diabetico la depressione è molto più brutale. Si trova in una voragine, in un pozzo senza fondo. La glicemia elevata non si avverte, le complicanze insorgono solo dopo alcuni anni. Perciò posso capire come la depres «Presto non sono più riuscita a farcela senza aiuto» sione in fase acuta sia molto peggiore per i pazienti. Grazie alla combinazione di colloqui psicoterapici e medicamenti la sig.ra Locher si è ripresa, anche se ci sono ancora fluttuazioni. Quando la glicemia è ben controllata so che sta bene, mentre mi accorgo che le cose vanno male quando la glicemia è elevata. Gülter Locher: la depressione è molto peggiore. La vita è difficile e ciò fa veramente soffrire. Non si vedono vie d uscita e ci si chiede cosa si deve fare, chi si è, per cosa si vive. E poi improvvisamente ecco una persona che ami e questo affetto ti tiene in vita. Questa persona ti impedisce il suicidio. Cadere in depressione per me è stato come un blackout. Non riuscivo a far niente in casa, non potevo sbrigare alcun compito amministrativo, non riuscivo nemmeno a leggere. Potevo solo starmene lì seduta. Il peggio è stato dover chiudere il mio negozio di libri. Mi ci è voluto molto ad uscire dalla depressione e sto ancora lottando. Ma non provo più quel senso di infelicità o la sensazione di non valere nulla. Di cosa bisogna tener conto nella scelta di un antidepressivo? Dr. Lukas Villiger: quando prescrivo un antidepressivo, ad esempio perché il paziente non desidera seguire un trattamento psichiatrico, nella scelta concorrono molti criteri, ad esempio se il preparato provoca aumento di peso. Se l ampia scelta mi mettesse in difficoltà, chiedo consiglio al nostro centro medico che comprende degli psichiatri. Gülter Locher: io non ho subito gravi effetti collaterali, anzi con il medicamento ho ritrovato la mia energia. Ma per lungo tempo mi sono sentita fragile, un inezia sarebbe bastata a travolgermi. Ho molta paura di ricadere in quel profondo pozzo. Quanto è importante la collaborazione fra i singoli specialisti? Dr. Lukas Villiger: durante i miei studi le malattie croniche quasi non facevano parte dei temi trattati, mentre oggi acquistano sempre più importanza. Per questo è necessario il contatto con altri medici. II desiderio di collaborare con un collega, ad esempio uno psichiatra, si fa subito strada in me, specialmente «La depressione è molto in fase acuta peggiore per i pazienti» quando si tratta di una depressione. Se la terapia agisce, anche il paziente subisce meno complicanze. Gülter Locher: il Dr. Villiger mi ha tranquillizzato e convinto a prendere i medicamenti necessari. Eppure presto non sono più riuscita a farcela senza aiuto. Vado dallo psichiatra una volta al mese. II diabete non mi fa soffrire, anche se so che potrebbero esserci brutte complicazioni. Ma il dolore dell anima è molto peggiore del dolore del corpo. LA SUA OPINIONE CI INTERESSA Ha davanti a sé il nuovo numero di «La svolta» e conoscere la Sua opinione in proposito ci interesserebbe molto: Le piace questa rivista, che diffonde informazioni sul quadro clinico della depressione e dei disturbi d ansia? Ci invii suggerimenti o eventuali critiche accompagnate dai Suoi dati (cognome, nome, indirizzo) all indirizzo wendepunkt@lundbeck.ch tramite un con oggetto «La svolta». Parteciperà così automaticamente ad un concorso a premi e potrà vincere un buono acquisto per libri del valore di 100 CHF. 11

12 IN BREVE CENTRI DI RIFERIMENTO E LINK Colophon La Svolta Informazioni sulla depressione e sui disturbi d ansia Editore Lundbeck (Svizzera) SA Cherstrasse 4, Casella postale, 8152 Glattbrugg info@lundbeck.ch, Concetto e redazione: Giger Com GmbH Autrice: Anne Czernotta Realizzazione grafica: Logo 108 GmbH Stampa: UD Print AG CIP561 La Svolta 11 / I

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