Se incontrassi simultaneamente un Angelo e un Sacerdote, saluterei prima il Sacerdote, perchè egli è un altro Cristo. S. Francesco d Assisi
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- Bernadetta Corsi
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1 Parrocchie S. Antonio A. & S. Maria della Visitazione Anno 2 - N. 1 - Febbraio 2010 Periodico Interparrocchiale d Informazione e Cultura Socio-Religiosa L uomo di Dio, vertice di tutte le grandezze IL SACERDOTE, MEDIATORE TRA DIO E GLI UOMINI Pastores dabo vobis : «Vi darò Pastori secondo il mio cuore». (Ger 3,15). In questa esortazione apostolica Giovanni Paolo II ci invitava a pregare per i Sacerdoti. Tra le tanti frasi del Curato d Ars, ricordate da Benedetto XVI all inizio dell Anno Sacerdotale indetto lo scorso giugno ne troviamo una molto bella Il Sacerdote è l amore del cuore di Gesù. Mai come oggi la nostra Chiesa ha bisogno di preti SANTI, di sacerdoti totalmente appartenenti a Cristo che come finalità hanno la salvezza eterna di tutti gli uomini. Gli uomini desiderano trovare nel sacerdote l uomo di Dio, che con Sant Agostino dica: La nostra scienza è Cristo e la nostra sapienza è ancora Cristo. E Lui che infonde in noi la fede riguardo alle realtà temporali ed è Lui che ci rivela quelle verità che riguardano le realtà eterne.viviamo in un tempo di nuova evangelizzazione il sacerdote oggi deve saper andare a cercare le persone che attendono anch esse di poter incontrare Cristo, forte della sua fede e del tesoro che la Chiesa gli offre in aiuto: la tradizione. Vive ed o- pera nel mondo, ma non appartiene al mondo. È figlio di uomini, ma ha l autorità di renderli figli di Dio. È povero, ma ha il potere di comunicare ai fratelli ricchezze infinite. È debole, ma rende forti i deboli col pane della vita. È servitore, ma davanti a lui si inginocchiano gli Angeli. È mortale, ma ha il compito di trasmettere l immortalità. Cammina sulla terra, ma i suoi occhi sono rivolti al cielo. Collabora al benessere degli uomini, ma non li distoglie dalla meta finale che è il Paradiso. Può fare cose che neppure Maria e gli Angeli possono compiere: celebra la S. Messa e perdona i peccati. Quando celebra ci sovrasta di qualche gradino, ma la sua azione tocca il cielo. Quando assolve rivela la potenza di Dio che perdona i peccati e ridona la vita. quando insegna propone la parola di Gesù: Io sono la via, la verità e la vita.se siamo nel bisogno, lo assilliamo; se vengono meno le necessità, lo dimentichiamo. Quando lo accogliamo diventa l amico più sincero e fedele. È l uomo più amato e più incompreso; il più cercato e il più rifiutato. È la persona più criticata, perché deve confermare con il suo esempio l autenticità del messaggio. È il fratello universale, il cui mandato è solo quello di servire, senza nulla pretendere. Se è santo, lo ignoriamo; se è mediocre, lo disprezziamo. Se è generoso, lo sfruttiamo; se è interessato, lo critichiamo. Se siamo nel bisogno, lo assilliamo; se vengono meno le necessità, lo dimentichiamo. E solo quando ci sarà sottratto comprenderemo quanto ci fosse indispensabile e caro. Don Vincenzo Puccio Se incontrassi simultaneamente un Angelo e un Sacerdote, saluterei prima il Sacerdote, perchè egli è un altro Cristo. S. Francesco d Assisi Sommario: Il sacerdote, mediatore tra Dio e gli uomini Sulla tua Parola, Signore, getterò le reti A ciascuno il suo Natale 3 Testimonianza di una coppia 3...E la luce brillò venite e vedete La festa di S. Antonio 4 Rito dell accoglienza 5 Coro parrocchiale S. Antonio 6 Cellule staminali e disinformazione Pro memoria Pagina dell umorismo
2 Commento biblico al Vangelo della V domenica del T.O. SULLA TUA PAROLA, SIGNORE, GETTERO LE RETI (Lc 5,1-11) don Agostino Giacalone Dopo il fallimento nella sua città, Gesù inizia il suo ministero altrove, pur restando nella regione della Galilea. La gente accoglie il suo messaggio di salvezza e cresce il numero di coloro che vogliono ascoltare la sua Parola, tanto che egli è costretto a scostarsi da terra, per farsi udire da tutti. E Gesù che nota Pietro per primo, lo raggiunge e gli chiede di poter salire sulla sua barca. Gesù nella vita di Pietro non era uno sconosciuto, perché già aveva sperimentato il suo potere di taumaturgo, in occasione della guarigione della suocera e aveva in qualche modo imparato a fidarsi di lui. Nonostante la faticosa notte di lavoro, lo accoglie sulla sua barca e si sofferma ad ascoltare la sua Parola di salvezza. Pietro rappresenta tutta le delusione per un lavoro faticoso e improduttivo, ci fa comprendere la sensazione di fallimento nel dover tornare a casa a mani vuote, manifesta lo scoraggiamento di dover ricominciare di nuovo l indomani. È a questo Pietro, disilluso e scoraggiato, che si rivolge a Gesù: lo invita a ritornare in mare e rigettare ancora una volta le reti. Pietro si sente colpito nel suo orgoglio di bravo pescatore, egli sa con la certezza dell esperto "uomo di mare" che non c è nulla in quel mare, ma per non contraddire Gesù accetta di ritornare. Mette da parte la sua parola di uomo e di pescatore e ritorna al largo unicamente in base alla parola del maestro: "sulla tua parola getterò le reti". La sovrabbondanza della pesca, il bisogno di invocare l aiuto di Giacomo e Giovanni per tirare le reti, sono un segno per Pietro, "esperto conoscitore" dell avarizia di quei fondali, dell intervento di Dio. Segno dell origine divina di Gesù, della sua vera identità di unico Signore e vero Maestro. Pietro crede, comprende che più di un profeta o di un semplice guaritore sta dinnanzi a lui e, mentre intuisce la grandezza di Gesù, percepisce la sua pochezza, la sua miseria di uomo peccatore. Sente il desiderio di confessare la sua povertà, di ricevere il perdono di colui nel quale non ha saputo credere, sulla cui parola ha dubitato mentre, solo apparentemente fiducioso, buttava le reti: "Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore". Gesù ha insegnato a Pietro a non confidare solo sulle sue forze, a lasciare tutte le sue certezze e le sue convinzioni, gli ha insegnato a vedere al di là delle apparenze, ad andare più lontano dal presente, a vedere la vita con gli occhi di Dio. Ora Pietro è pronto. Una luce ha illuminato la sua vita: la luce della Fede. Ora è pronto a partire, portando con sé nulla, solo la propria debolezza e la fiducia in colui che in lui ha saputo credere e sperare. E, come ogni vero apostolo di Gesù, trascina altri con sé. Andrea, Giacomo e Giovanni seguono il suo esempio e, con lui, diventano pescatori di uomini. I primi di tanti chiamati che, ieri come oggi, al di là di ogni logica terrena, continuano a pescare con e per Gesù. NON TEMERE, D ORA IN POI SARAI PESCATORE DI UOMINI. E, TIRATE LE RETI A TERRA, LASCIARONO TUTTO E LO SEGUIRONO. Per la nostra riflessione personale: Quante volte ci siamo rivolti a Gesù con lo stesso rammarico di Pietro: Signore ho pescato tutta la notte, ma non ho preso nulla! Le nostre parole corrispondono sempre ai nostri pensieri? Per dovere di ossequio spesso siamo portati a compiacere e a non contraddire gli altri? Quando ci sentiamo peccatori cerchiamo Dio come Pietro oppure lo allontaniamo da noi guardando noi stessi?
3 Come vivono il Natale i cristiani nel mondo? A CIASCUNO IL SUO NATALE! di Claudia Fazio Il mese di Dicembre è trascorso all insegna dei festeggiamenti del Santo Natale. E di certo, in tutto il mondo, la ricorrenza più importante dell - anno ed è avvertito da tutti come un momento di gioia e serenità. Ma come viviamo il Natale noi cristiani? La festa, serve a celebrare la nascita del nostro Salvatore: Gesù Cristo. Egli nacque in una grotta e venne posto in una mangiatoia, al freddo e rifiutato dal mondo. Lui, che era venuto per salvarlo. Noi occidentali, siamo soliti festeggiare, partecipando alla Santa Messa e riunendoci con parenti e a- mici in banchetti. In altri paesi del mondo, da noi spesso criticati e disprezzati, il Natale viene vissuto con più semplicità e più spirito religioso. Nell Africa Cristiana, per esempio, rappresenta un momento di incontro con tutti i membri del villaggio: si celebra la messa, accompagnata dal suono dei tamburi e, in alcune zone, come in Kenya, alberi di Natale (grossi manghi addobbati con fiori colorati) tingono l aria d allegria. Negli stati musulmani, come l Iran e l Iraq, il Natale non è festa nazionale, tuttavia lo stato non vieta alla minoranza Cristiana di festeggiare questa ricorrenza, in una maniera più sobria, celebrando la Santa Messa. Caso a parte, è quello della Cina, dove i Cristiani vengono perseguitati. Ultimamente è stata concessa, dal dittatore, la possibilità di festeggiare il Natale, recandosi alla Santa Messa. Questo, solo per favorire la produzione e il commercio nel proprio paese. Il regime, infatti, ha dichiarato che la festività sarà nominata con il nome blasfemo di Festival del Regalo, che, naturalmente, non ha niente a che vedere con la sacralità di questa festa. Al di là dell adorazione di Cristo e della commemorazione di un evento di così straordinaria importanza, la ricorrenza dovrebbe essere anche un modo per ricordarci il nostro dovere di cristiani. Come recita una nota pubblicità, a Natale puoi : quale occasione migliore per fare del bene? Aiutare un povero barbone per la strada, donare un tetto e un po di pane a chi non ce l ha. Cosa questa, che dovremmo fare durante tutto l - anno, in realtà! Al contrario, il Natale rappresenta, ormai per tutti, cristiani e non, la pura e semplice occasione di sperpero di denaro in addobbi, alberi di Natale, presepi, cenoni fastosi, regali (spesso inutili). Dunque, si predica bene e si razzola male. Questa è la grande ipocrisia della società contemporanea: ci raccontiamo favole, ingannando noi stessi. Ormai, il Natale, non è altro che l ennesima vittima del dio denaro. Quando l unico vero dono, che ognuno di noi dovrebbe ricevere, è quello che Dio ci fa: Suo Figlio che, simbolicamente, nasce per dare la propria Vita per tutti noi. E l unico vero dono che dovremmo rendere è quello dell amore! Essere chiamati alla vita cristiana TESTIMONIANZA DI UNA COPPIA di Angela e Gianluca Siamo una coppia che fa parte della parrocchia di S. Antonio Abate. Stiamo insieme da 19 anni, di cui 11 di matrimonio; eravamo poco più che ventenni e da sempre abbiamo condiviso la quotidianità affrontando vari problemi: familiari, economici e di lavoro, facendo dei sacrifici per costruire il nostro futuro. Tutto questo ci ha tolto la spensieratezza tipica di quell età, ma ci ha dato il modo di conoscerci più a fondo e maturare insieme nel rapporto di coppia. In questo percorso di vita ci siamo sempre sentiti guidati e accompagnati dalla mano Divina, in quanto i nostri sacrifici sono sempre stati premiati da ottimi risultati, così da vedere man mano i nostri sogni realizzati. Consapevoli di questo ci limitavamo a rivolgerci a Dio solo nei momenti di difficoltà, dove trovavamo sempre conforto. Più volte sulla nostra strada e in periodi diversi abbiamo incontrato delle persone che ci hanno trasmesso entusiasmo con la parola di Dio, che noi abbiamo definito CHIAMATA. Ogni volta era un riproporci di frequentare più assiduamente la Chiesa e ci sarebbe piaciuto fare parte attivamente di una comunità cristiana, ma puntualmente venivamo distratti dalle nostre mille cose da fare. Fino a quando un anno fa, con l arrivo della nostra bambina prima, e poi in occasione del suo Battesimo, ci siamo sentiti chiamati più che mai alla vita cristiana, in modo che anche la nostra piccolina crescesse guidata dalla Parola del Signore e in seno all armonia di una comunità cristiana. Così da quel 12 Aprile 2009, Pasqua della Resurrezione di Nostro Signore, abbiamo iniziato un percorso andando tutte le domeniche a Messa. Questi incontri sono divenuti un crescendo di arricchimento spirituale, che ora ci infonde serenità e pace interiore e ci aiuta ad affrontare le difficoltà di tutti i giorni, magari donando qualche sorriso in più al prossimo. Anche la preghiera quotidiana si è rivelata un aiuto e un conforto nelle difficoltà, ma anche un momento di unione della coppia, facilitando a superare le varie incomprensioni. L espressione massima della presenza di Dio è per noi il momento dell Eucaristia: un emozione e un commuoversi davanti a un così grande dono! Ci è stato certamente di grande aiuto l accoglienza e l affetto che abbiamo ritrovato nei sacerdoti e in tutta la comunità di S. Antonio. In particolare in quest ultimo periodo impegnato ad affrontare problemi di salute, la fede insieme alla vicinanza costante e l affetto fraterno di Padre Vincenzo e Padre Agostino, ci sono stati e ci sono di grande conforto. Consapevoli che il nostro cammino è ancora all inizio, ci proponiamo, con l aiuto del Signore, di crescere nella fede.
4 Attività natalizie nella comunità di Centineo...E LA LUCE BRILLO. VENITE E VEDETE... di Fortunata Barresi Questo è il secondo anno che la nostra Comunità Parrocchiale di Centineo, condivide con entusiasmo e gioia il Natale del Signore, insieme al Parroco Don Vincenzo e al novello Vice parroco Agostino. Diverse sono state le attività svolte all interno della Parrocchia: le catechiste si sono impegnate con amore e diligenza a preparare la corona d avvento, ed organizzare insieme ai bambini la pesca di beneficenza. Esperienze molto significative, perché attraverso la collaborazione e la gioia che ci caratterizza sperimentiamo ancora una volta come è bello stare insieme nell amore del Signore. Svariati sono stati i cambiamenti, a partire dalla Novena dell Immacolata svoltasi per la prima volta fuori nei vari quartieri con una larga partecipazione, anche se diversi sono state le lamentele da parte dei nostri compaesani ma non preoccupatevi carissimi sarete accontentati!!!! infatti la novena del Santo Natale si è svolta in Chiesa. Partecipi sono stati i nostri giovani, all animazione delle novene, della veglia di Natale e soprattutto per la costante partecipazione alla buona riuscita del musical. L esperienza del musical "La Notte Santa" è nuova per tutti. Per la prima volta decidiamo di rappresentarla per le vie del paese, grazie all incoraggiamento dei nostri parroci e alla formidabile partecipazione della stragrande maggioranza della comunità, così una semplice rappresentazione che in passato veniva fatta in Chiesa diventa l orgoglio di tutti noi. Il 26 Dicembre tutto é pronto sembra una bellissima giornata, il sole splende, ma in breve tempo l entusiasmo si trasforma in amarezza in quanto improvvisamente arriva un bruttissimo temporale, si decide di smontare le attrezzature e qui oltre al danno anche la beffa, infatti non pioverà più per il resto della serata ma ormai tutto viene rinviato a domenica 3 Gennaio conclusosi con molti apprezzamenti. Abbiamo concluso il periodo natalizio con la processione anche questa rinviata più volte a causa del cattivo tempo che ci ha costretti a percorrere solo pochissimi tratti del paese. Come in ogni manifestazione oltre alle approvazioni e agli elogi non possono mancare le critiche, che se fatti in un certo modo possono risultare costruttivi, ma purtroppo tutti siamo bravi a criticare dietro senza affrontare di petto la situazione, così la critica si trasforma in inutili pettegolezzi. Non possiamo che ringraziare Dio per averci dato la forza di organizzare in armonia e serenità tutto ciò e spero di vero cuore che la gente o meglio che i nostri critici partecipino direttamente portando nuove idee per migliorare e allo stesso tempo incoraggiarci a continuare in queste nuove esperienze. Un esempio di santità semplice e umile Con l entusiasmo della fede, il 17 gennaio è stato un giorno di festa in onore del nostro amato S. Antonio Abate, che ci ricorda le gioie umili e pure della dimensione spirituale di ogni cristiano impegnato a vivere un autentico rapporto con Dio, con se stesso e con il prossimo. In un mondo dove i mezzi di comunicazione, il progresso scientifico e tecnologico spesso pretendono di dare una risposta agli interrogativi profondi dell uomo, sovvertendo ogni valore umano e religioso, si fa sempre più viva e impellente la ricerca della Verità autentica. Quella Verità che superando ogni debolezza e fragilità può dare LA FESTA DI S. ANTONIO ABATE pace e serenità ai rapporti umani. Che andando oltre il materialismo moderno porta in sé il sapore delle promesse eterne. Quella Verità che è Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. S. Antonio si è messo alla Sua ricerca e Lo ha incontrato: per questo continua ad essere uno straordinario esempio di virtù morali e cristiane per coloro che gli si rivolgono con cuore retto e sincero. Un esempio semplice, umile, mite, ma animato da un fede profonda, da una speranza audace, da una carità senza confini. S. Antonio ci lascia un eredità: quella di far vivere tutti in comunione fraterna con la speranza che l amore possa essere nel accolito Nino Foti cuore di ogni fratello. La preparazione alla festa del santo patrono e protettore nella nostra comunità è stata affidata, come da sempre, ad un solenne novenario di preghiera, la novena, tempo privilegiato racchiuso in nove giorni intensi di meditazione e preghiera. A guidarla si sono alternati i sacerdoti, le persone consacrate, i ministri straordinari e istituiti. Nel giorno solenne del beato transito del Santo, il 17 gennaio, sono state officiate sei celebrazioni liturgiche. A conclusione della S. Messa solenne delle ore 19 i giochi d artificio hanno salutato l evento prettamente religioso.
5 Iniziamo un percorso sui riti della Santa Messa IL RITO DELL ACCOGLIENZA accolito Nino Foti L accoglienza come ministero nella chiesa è un esercizio che ha un significato talmente vasto che risulta faticoso dire quali sono le azioni e i comportamenti che lo definiscono. E un servizio che trova la prima indicazione valida per ogni cristiano al cap. 13 della Prima lettera di san Paolo ai Corinzi. La carità di cui l apostolo parla è l unico pilastro sul quale devono poggiare tutti i ministeri. Ogni carisma, e quindi ogni ministero ad esso legato, non può dunque esistere senza la carità, che in qualche modo è il biglietto da visita che ne garantisce l autenticità e l efficacia. Accogliere coloro che si recano in chiesa a pregare, accompagnarli al posto, aiutarli nei loro passi nel nome del Signore, significa esercitare la carità al pari e forse più autenticamente di altri ministeri più eclatanti, più gratificanti. Questo è il primo servizio che accompagna la vita spirituale, e chi lo svolge è come una mamma che sa gestire bene il seme ricevuto nel grembo. Quello che forse più conosciamo è il rito dell accoglienza nel Battesimo e del feretro di un defunto alla porta della chiesa. Il primo ha un duplice scopo: la presentazione del bambino da parte dei genitori con tutte le motivazioni di fede che questo gesto comporta, e l accoglienza della comunità cristiana nella persona del ministro, perché l accoglienza di una nuova vita costituisce un momento cruciale e decisivo tanto per il bambino quanto per la comunità. L accoglienza del feretro costituisce l inizio del rito delle esequie, ma spesso questo momento rischia di svolgersi in modo affrettato, sia a causa delle esigenze delle pompe funebri, sia per l affollarsi dei parenti e amici attorno ai familiari. Ma non dimentichiamo un altro tipo di accoglienza: quella degli immigrati. Il Papa ha detto: La Chiesa è una presenza che chiama all accoglienza, solidale con coloro che sono colpiti da calamità naturali e dalla povertà. Davanti all esodo di quanti migrano dalla loro terra e sono spinti lontani dalla fame, dall intolleranza o dal Quando ci si sente immensamente amati, non si può partecipare al mistero dell Amore che si dona restando a guardare da lontano. Bisogna lasciarsi investire dalle fiamme e diventare, noi pure, amore. degrado ambientale, la Chiesa chiama all accoglienza degli immigrati. Nonostante le persecuzioni, le discriminazioni, l indifferenza, la Chiesa annuncia ovunque il Vangelo di Cristo. Segno di questa accoglienza è la croce, segno di salvezza e di speranza perché nella Chiesa nessuno è straniero. LE PARTI DELLA S. MESSA La S. Messa è costituita da due parti, la «Liturgia della Parola» e la «Liturgia Eucaristica». Ci sono inoltre alcuni riti che iniziano e altri che concludono la celebrazione. Tuttavia queste due parti sono intimamente connesse perché, in forma diversa, ci presentano un unico Cristo: è lui il contenuto ultimo delle Scritture e del segno sacramentale. Diceva Origene (+253): "È preparato a mangiare il Verbo del sacramento chi ha mangiato il Verbo della Scrittura". Questo corpo centrale della Messa è preceduto da un prologo (riti iniziali) e concluso da un epilogo (riti conclusivi). Nelle sue parti la S. Messa è così strutturata: riti di accoglienza, riti di introduzione, liturgia della Parola, liturgia eucaristica, riti di comunione, riti di conclusione.
6 Cantate al Signore un canto nuovo: anche così si esprime la propria fede IL CORO PARROCCHIALE DI S. ANTONIO ABATE: UNA REALTA CHE STA CRESCENDO di Cettina Cannone Uno dei doni più belli ed elevato che Dio ha fatto all uomo è la musica. Ciò appare evidente alla lettura del libro della Bibbia più musicale, i Salmi, che ci invitano a Cantate al Signore un canto nuovo, invitano a benedire il suo nome, a gioire ed e- sultare insieme con tutto il creato. Il canto diventa così la risposta di un cuore pieno di gioia che riconosce accanto a sé la presenza di Dio ed esprime meraviglia, stupore, lode, riconoscenza. Nella liturgia la musica e il canto sono un elemento necessario; il canto, soprattutto, non ha un compito decorativo solo per creare l atmosfera: si canta per celebrare e per far conoscere agli altri quello che Dio fa per il bene dell uomo. La sua importanza viene ulteriormente ribadita nei Principi e norme per l uso del Messale Romano I fedeli che si radunano sono esortati dall apostolo a cantare insieme.infatti il canto è segno della gioia del cuore e già dall antichità si formò il detto: chi canta bene prega due volte. In Chiesa bisogna sempre cantare bene: cioè bisogna sempre cantare impegnando a fondo mente e cuore, dato che nelle celebrazioni non si canta tanto per cantare, perché il canto non è una decorazione ma è il modo più forte di pregare dell assemblea, che costituita dall unione di tutti i fedeli, nell unire le voci esprime l unione dei cuori. A questo punto viene spontaneo domandarsi: e allora a cosa serve il coro? Compito del coro è aiutare a celebrare, sostenendo l assemblea e mettendosi al suo servizio e soprattutto fare in modo di creare un incantesimo perché si realizzi quel detto che dice quando senti qualcuno cantare fermati, chi canta non è mai cattivo. Ed è proprio questo quello che vorremmo realizzare noi, piccolissimo coro della Parrocchia di S. Antonio, perché in realtà non siamo un vero e proprio coro ma un insieme di persone che amano esprimere la propria fede cantando e che con queste poche righe vorrebbero costringere i lettori a meditare e a prendere coscienza dell importanza del canto, e a far crescere in loro il desiderio di farne parte (partecipando alle prove) e non per un proprio riconoscimento personale o per averne alcun merito, ma per formare una grande famiglia capace di rendere più gioiose e coinvolgenti le celebrazioni e soprattutto capace di pregare cantando all unisono. INCONTRI GENITORI DEI RAGAZZI DI PRIMA COMUNIONE S. ANTONIO ABATE 13 febbraio febbraio marzo marzo aprile maggio maggio 2010 (1 gruppo) 28 maggio 2010 (2 gruppo) ORE CHIESA Prima Comunione 1 gruppo: 23 Maggio ore Prima Comunione 2 gruppo: 30 Maggio ore PRIMA COMUNIONE: CONOSCERE IL CUORE DI DIO 25 febbraio marzo marzo aprile aprile maggio maggio 2010 CENTINEO ORE CHIESA Prima Comunione: 23 Maggio ore 11.00
7 Il progresso della biomedicina CELLULE STAMINALI E DISINFORMAZIONE dott.ssa Maria C.atena Ferrara Chissà perché quando si parla di innovazione e progresso della biomedicina, il pensiero è sempre rivolto alle cellule staminali; e quando il presidente degli Stati Uniti d America Obama pubblicamente dichiara di voler utilizzare i fondi federali per approfondire la ricerca in questo settore (negli Usa non è vietato utilizzare embrioni per ricavare cellule) siamo portati a credere che queste scelte siano degne di un paese morale d avanguardia. Un gruppo di ricercatori italiani per sperimentare nuovi percorsi terapeutici a gravi patologie si auspica che gli embrioni orfani, cioè quelli che da decenni sono dimenticati nelle viscere della Milano Cord Blood Bank realizzati per fecondazioni assistite e che non saranno più utilizzati perché mai verranno impiantati in utero, potrebbero essere un ottimo substrato da destinare alla ricerca scientifica anziché lasciarli congelati all interno dei dewars ad azoto liquido. Moralmente non possiamo permettere questo scempio e consentitemi attraverso questa breve disamina chiarire alcuni aspetti, che spesso, chi non è addetto ai lavori non ha affatto chiari e chi invece è abbastanza esperto preferisce lasciare in ombra. La prima questione è che (contrariamente a quanto riportato in molti siti informativi-educational) le cosiddette cellule staminali embrionali coltivate in vitro non sono il risultato di un delicato (per quanto assai pericoloso) prelievo di cellule da un embrione che seguirà il suo iter naturale fino alla nascita. Se così fosse, il problema etico si porrebbe in ben altro modo; deve essere invece chiaro a tutti che l embrione viene distrutto per disaggregarne le cellule che sono tout court cellule embrionali (e non staminali) e che vengono coltivate in vitro dove proliferano con caratteristiche di pluripotenza. È evidente a tutti che dunque tale operazione coincide con l uccisione di un essere umano, mentre è nel suo stadio più iniziale, allo scopo di ricavarne cellule da coltivare in laboratorio. Un secondo elemento su cui fare chiarezza (solo apparentemente più tecnico) riguarda appunto la natura di queste cellule che non sono quindi cellule di per sé staminali. Le cellule propriamente definibili come staminali sono, per fisiologia e scopo, quelle di un organismo adulto nel quale hanno proprio il compito di garantirne prima la crescita, poi il rinnovo e la riparazione di organi e tessuti. Lo zigote non è una cellula staminale e l embrione che ne deriva non è quindi un pool di cellule staminali. Un feto ha già una riserva di cellule staminali fetali, un embrione ha solo cellule embrionali. Il termine cellula staminale embrionale è quindi inesatto e comunque ambiguo e contraddittorio innanzitutto per ciò che riguarda la natura propriamente biologicafunzionale di queste cellule. Il termine embrionale sembra voler accentuare il grado di plasticità di queste cellule (che nella blastocisti possono essere totipotenti) ma il termine staminale è applicabile alle sole cellule ottenute in vitro che sono solo pluripotenti. Dunque non basta che cellule embrionali siano messe in vitro per poterle definire cellule staminali e certamente in questa sede non è possibile riportare e dettagliare la miriade di caratteri che differenziano una cellula embrionale da una staminale; tuttavia non dobbiamo dimenticare che quando l unità anatomico-funzionale (data dalla struttura embrionale) viene distrutta e le cellule sono coltivate in una bottiglia da laboratorio, esse non possono originare un organismo completo (funzionalmente ed anatomicamente) pur mantenendo la capacità di originare vari tipi di tessuti (da cui la pluripotenza e non la totipotenza). Quanto sopra descritto non è una banale questione di linguaggio tecnico e dalla confusione di comunicazione su questi aspetti ne derivano storture assai gravi non solo nella percezione della gente ma anche in chi ha il compito di regolare con leggi adeguate l utilizzo delle staminali in medicina. Per esempio, nella comunicazione circa l uso delle cellule staminali si parla spesso dei successi ottenuti in clinica, ma non si precisa a sufficienza che ci si riferisce alle staminali da adulto (per esempio alle cellule staminali mesenchimali utilizzate già in clinica in varie situazioni patologiche). Spesso sottaciuto che le cellule embrionali sono assai difficili da controllare e che in clinica (oltre che nella sperimentazione animale) hanno prodotto tumori come recentemente riportato dalla rivista PlosMedicine. E anche importante chiarire che chi propugna la cosiddetta clonazione terapeutica per ottenere cellule staminali, intende proporre la produzione di embrioni umani da sacrificare per ottenere cellule pluripotenti. Di fronte a queste cose, viene spontaneo chiedersi se possiamo chiamare progresso il dare la vita ad esseri umani per metterli in una bottiglia e farne cellule per il mercato biomedico.
8 PRO MEMORIA ADORAZIONE EUCARISTICA CONTINUATA (1 giovedì del mese S. Antonio A.) CORSO DI PREPARAZIONE ALLA CONFERMAZIONE (Ogni martedì ore chiesa S. Antonio) CORSO DI PREPARAZIONE MATRIMONIO (Ogni lunedì ore chiesa S. Antonio) CATECHESI ADULTI (Ogni mercoledì ore alternanza S. Antonio-Centineo) INCONTRO CATECHISTI (1 lunedì del mese ore alternanza S. Antonio-Centineo) PROVE DI CANTO & GRUPPO LITURGICO S. ANTONIO(Ogni venerdì ore Chiesa S. Antonio) PROVE DI CANTO CENTINEO (ogni giovedì ore 20.30) GRUPPO MINISTRANTI S. ANTONIO A. (1 sabato del mese) GRUPPO GIOVANI S. ANTONIO (ogni venerdì ore Chiesa) GRUPPO GIOVANI CENTINEO ogni sabato ore GRUPPO GIORNALINO (2 lunedì del mese) MINISTRI STRAORDINARI COMUNIONE (2 martedì del mese alternanza S. Antonio-Centineo) CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE S. ANTONIO (1 martedì del mese) CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE CENTINEO (3 martedì del mese) SEGRETERIA PARROCCHIALE (per entrambe le comunità) Martedì e Giovedì - ore 19.00/20.30 IL CUORE DELL UOMO Un giorno Dio si stancò degli uomini a causa della loro continue richieste, spesso molto futili. Prese, conseguentemente, la decisione di nascondersi per un po di tempo. Chiamò tutti i suoi Angeli consiglieri e chiese loro: Dove mi debbo nascondere per non essere trovato? Qual è il luogo migliore? Gli Angeli consiglieri suggerirono i luoghi più disparati. Chi suggeriva la montagna più alta, chi l abisso del mare più profondo, chi lo spazio celeste più remoto. Non contento dei luoghi suggeritigli chiese all Angelo consigliere più anziano, che ancora non si era pronunciato: Tu dove mi consigli di nascondermi? L Angelo anziano, sorridendo, rispose: Nasconditi nel cuore dell uomo! E l unico posto dove essi non vanno a cercare! Dal pretore - Così lei signora ha rotto la sedia in testa a suo marito Ma perché lo ha fatto? - Perché il tavolo era troppo pesante! Visita il nostro sito internet: NEL CUORE DELL UOMO Periodico Bimestrale di Informazione e Cultura Socio-Religiosa a diffusione interna. Composizione e stampa in proprio. Attività editoriale a carattere non commerciale. Sede & Redazione Salita Villa Flavia, Barcellona P.G. - Messina Direttore Responsabile d. Vincenzo Puccio Redazione d. Vincenzo Puccio d. Agostino Giacalone Antonino Foti Coordinatori Suor Elisabeth Piero Belmonte Lorenzo Milone Claudia Fazio Gianni Di Salvo Fortunata Barresi
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