Asilo Nido PICCOLE TRACCE

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1 Asilo Nido PICCOLE TRACCE PROGETTO PEDAGOGICO DON CESARE SCARBOLO - PAIDEIA SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE A R. L. Via dell Istria 1, Trieste Codice fiscale e numero d iscrizione al Registro delle Imprese di Trieste Iscrizione REA Capitale Sociale 3.750,00

2 indice Premessa pag PRESENTAZIONE DEL SOGGETTO GESTORE pag. 1.1 Il sistema Il nostro metodo 5 2. IL SERVIZIO: ATTORI E RISORSE pag. 2.1 I bambini I bambini e gli spazi I bambini e i tempi I bambini e l inserimento La giornata al nido Accoglimento Merenda Tempi delle attività Pulizia dei bambini Il pranzo Il sonno L uscita I genitori al nido Consulenza e sostegno alla genitorialità Sostegno psicopedagogico Gli operatori Modalità organizzative del personale Professionalità del personale Coordinatore Educatori Personale dei servizi ausiliari Modalità di sostituzione del personale 20

3 3. IL METODO NELLE PRATICHE pag. 3.1 La progettazione circolare L osservazione partecipata Il gruppo di lavoro La supervisione La formazione La verifica La continuità educativa Un sistema di valutazione partecipato 29 3

4 Premessa La struttura Piccole Tracce intesa come servizio educativo e sociale per la prima infanzia vuole garantire uno standard qualitativo, sotto il profilo pedagogico ed educativo, che assicuri un livello di prestazioni omogeneo e coerente con quello fornito dai servizi pubblici, nonché la continuità del percorso formativo intrapreso dal genitore del bambino. Punto cardine è progettare per esigenza dell utenza, questo perchè strutturare spazi, tempi e modalità a misura di bambino vuol dire rispettare i suoi tempi e le sue necessità. Il collegio docenti dedica molto tempo e spazio all'inserimento e all osservazione dei bambini quale strumento fondamentale per sviluppare un buon progetto. 1. PRESENTAZIONE DEL SOGGETTO GESTORE 4 Il soggetto promotore della presente proposta é: La Società Cooperativa Sociale a r.l. Don Cesare Scarbolo Paideia è nata nel 2002 dalla volontà dei soci fondatori di voler realizzare quanto contenuto nell oggetto sociale ovvero: - perseguire l interesse generale della comunità alla promozione umana e all integrazione sociale della persona attraverso la gestione di servizi educativi ed assistenziali; - concorrere allo sviluppo educativo umano, morale e religioso della persona promuovendo ambiti formativi espressione della comunità cristiana, secondo l insegnamento della dottrina sociale cattolica e nel rispetto dei principi della Costituzione Italiana; - garantire il rispetto del diritto prioritario della famiglia, come primo responsabile dell educazione dei figli, ad effettuare in piena libertà le scelte educative; - favorire la comprensione ed il dialogo tra i fanciulli e gli adulti allo scopo di promuovere il senso di responsabilità e di partecipazione alla vita civile e democratica; - sviluppare la vita comunitaria e cooperativistica, favorendo l espansione della personalità di ognuno anche attraverso l inserimento lavorativo nelle attività sociali dei propri soci, secondo i principi mutualistici.

5 1.1 Il sistema Dal 2002 ad oggi un gruppo di persone attraverso un lungo, ma fruttuoso percorso ha costruito un sistema importante e significativo che promuove e sostiene i percorsi educativi delle famiglie e che sviluppa la cultura dell ascolto e dell accoglienza. Alla sua nascita e al suo sviluppo sono stati fondamentali: il metodo di studio e lavoro insegnatoci da precedenti esperienze attraverso percorsi di formazione e supervisione che tuttora continuano il contributo di modalità di approccio alla comprensione delle persone (la psicomotricità relazionale) che hanno portato alla sensibilizzazione di educatori e famiglie la cura degli aspetti culturali e di conoscenza sostenuta e incrementata durante tutti questi anni attraverso la formazione ma soprattutto attraverso lo studio e la ricerca, motore primo e grande spinta motivazionale per tutte le persone coinvolte nel nostro progetto. 1.2 Il nostro metodo il raggiungimento del benessere psicofisico di bambini e famiglie attraverso percorsi di sviluppo individuali adeguati ed equilibrati. Questo concetto breve ma significativo è da sempre per noi l obiettivo da perseguire nel nostro lavoro di educatori. Come professionisti dell educazione, il nostro ruolo per il raggiungimento dell obiettivo, è quello di promuovere, favorire, sostenere i percorsi di sviluppo, di creare ambienti favorevoli nei quali tali percorsi possano esplicitarsi, ambienti che sono sicuramente fisici, ma che sono ancora di più luoghi di pensiero, luoghi di riflessione e di formazione, spazi mentali aperti in favore di una cultura profonda e curata dell infanzia e della famiglia. L ascolto e l accoglienza sono le due modalità professionali principali attraverso le quali cerchiamo di raggiungere il nostro obiettivo. Ascolto ed accoglienza che devono essere riservati a ciascuno (adulto o bambino) in maniera adeguata, ma soprattutto individuale, originale per ognuno, proponendo, ma soprattutto poi realizzando un concetto di educazione che, seppur svolta in un contesto di comunità, sia rispettosa delle individualità e consideri la differenza tra le persone il suo valore più importante e condiviso, grande opportunità comune per una crescita anche sociale. I partecipanti al nostro percorso sono i bambini, le famiglie e tutti noi professionisti dell educazione. Per ognuno di questi attori un luogo educativo che voglia definirsi tale riserva contenuti significativi. La formazione e la supervisione permanente e costante garantiscono che gli obiettivi educativi vengano costantemente perseguiti e i contenuti verificati e controllati; questi sono i luoghi dove i singoli educatori e i gruppi di lavoro possono elaborare, ripensare, 5

6 comprendere le loro esperienze quotidiane con adulti e bambini, sostenuti da una figura di riferimento costante che è quella del formatore. Queste modalità professionali permettono a tutti gli attori di entrare in quello che potremmo definire un circolo virtuoso, dove le differenze possono essere risorse, i necessari conflitti occasioni di crescita e la fatica della formazione e dello studio un occasione per allargare la mente e trovare sempre nuovi stimoli. Un ultimo aspetto del nostro lavoro: qualsiasi teoria evolutiva ormai sostiene l importanza per ogni bambino di avere relazioni umane stabili e sane per poter evolversi nel migliore dei modi, da ciò deriva che accogliere, comprendere e sostenere i bambini piccolissimi e i loro genitori fa sì che, nel luogo educativo, possa essere attivata una silenziosa, ma potentissima forma di prevenzione per le difficoltà evolutive e per tutte quelle forme di fatica relazionale e intellettiva che poi in età adulta possono far soffrire molte persone. Le scuole e gli studi di provenienza dei vari professionisti sono diversificate, ma sono molti anni ormai che il gruppo ha fatto delle scelte importanti per quel che riguarda la formazione e i modelli di riferimento. Durante tutti questi anni di lavoro e di formazione si sono approfonditi gli studi di tutti quegli autori, sia di inizio secolo che modernissimi, che hanno esplorato le possibilità in ambito educativo della teoria psicoanalitica. Quando si cita tale teoria si intende fare riferimento in primo luogo al contributo determinante di essa per quel che riguarda la psicologia dell età evolutiva e la centralità dei processi evolutivi in età precoce per la comprensione delle personalità. In secondo luogo si fa riferimento al fatto che la teoria psicoanalitica ha posto al centro dei suoi interessi l essere umano e i suoi processi storici di evoluzione ed involuzione, sia come individuo singolo portatore di una storia e attore della sua prosecuzione, sia come individuo sociale, inserito in un contesto significativo e determinante per la sua stessa esistenza ed evoluzione. A questo proposito si pone particolare attenzione e studio ai primi legami umani, quelli che iniziano dal primo giorno della vita di ciascuno e che normalmente si svolgono all interno delle case, nelle famiglie, in particolare tra figli e genitori. I bambini che arrivano al nido piccolissimi sono permeati da questa esperienze precoci, presupposto delle loro successive evoluzioni, e gli educatori che li accolgono, di questi processi relazionali, devono essere altamente consapevoli. Numerosi autori che hanno allargato e approfondito la teoria psicoanalitica ci hanno fornito un grande contributo per lo sviluppo di queste tematiche. Un terzo aspetto che la teoria di riferimento che abbiamo scelto ci ha consegnato è il metodo, sia quello di lavoro con i bambini e con le famiglie che di formazione e supervisione degli educatori. Ascolto, osservazione ed elaborazione sono le modalità chiave attraverso le quali si sviluppa tutto il lavoro quotidiano. Ovviamente sono modalità complesse che vanno attivate e regolarmente 6

7 promosse solo con il costante supporto della formazione e della supervisione. Ognuno di noi può, per così dire, essere portato per questo lavoro, avere buone predisposizioni alle relazioni umane e all ascolto, ma questo non è assolutamente sufficiente a garantire la bontà e la professionalità del suo lavoro, è solo un buono spunto di partenza. Lo studio costante, il lavoro sulla propria autocoscienza e la crescita della stessa coscienza del gruppo di lavoro sono i tre aspetti che il metodo scelto promuove e cura. Alcuni autori che hanno particolarmente suscitato il nostro interesse. Tra quelli di inizio secolo il caposcuola Sigmund Freud e sua figlia Anna; Susan Isaac e la sua esperienza incredibilmente fertile di idee e modalità innovative per l educazione della sua scuola Malting House di Cambridge; la scuola psicoanalitica di Mosca; Della generazione successiva: Bettelheim, Winnicott, Mahler, Bowlby, Klein, Bion, Erikson, Cramerius I metodi osservativi e le modalità di formazione e supervisione del centro Tavistock di Psicologia Infantile di Londra, conosciuto in tutto il mondo e un riferimento anche per i contributi dei suoi insegnanti che hanno pubblicato parecchi testi. Del Centro Tavistock e dei suoi autori vengono usate tutte quelle indicazioni che trovano spazi interessanti di applicazione in ambito educativo (vedi i testi di Mimma Noziglia) sia per quel che riguarda le interazioni degli educatori con i bambini, sia per il lavoro di supervisione e formazione al gruppo degli educatori stessi. In particolar modo per quel che riguarda il lavoro collegiale del gruppo degli educatori, esso viene condotto attraverso quello che viene definito Modello di apprendimento affettivo ( Scharff e Scharff, 2000). Il modello affettivo di gruppo, che applica la teoria della relazioni oggettuali ai compiti di insegnamento e apprendimento, presta attenzione alla risonanza tra i problemi relazionali all interno del gruppo e i problemi teorici,educativi ed evolutivi che vengono studiati e poi usa questa risonanza per esplorare e comprendere questi ultimi (David Scharff, 2006). L attenzione, l accoglienza e la comprensione delle relazioni tra educatori all interno del gruppo di lavoro sono dunque la base dalla quale far partire il lavoro collegiale del gruppo e i suoi percorsi di evoluzione professionale. E compito del supervisore promuovere questa modalità formativa. Egli conduce il gruppo attraverso l intera durata dell esperienza professionale (l anno scolastico). Collega, attraverso le modalità di discussione e relazione delle osservazioni fornite dagli educatori, l esperienza dell apprendimento collettivo, all esperienza affettiva dei singoli allievi. Per gli allievi e il formatore il legame tra affettività e apprendimento ha una valenza doppia, è di natura sia emotiva, sia intellettuale. Il Modello affettivo di gruppo è dunque un esperienza condivisa, il cui compito è l apprendimento, nelle quale vengono integrati gli elementi personali dell esperienza professionale al fine di raggiungere, nella 7

8 molteplicità e individualità dei significati, un livello più alto di consapevolezza e di conoscenza dell intero gruppo. Tra gli autori moderni ai quali spesso facciamo riferimento nel nostro lavoro c è un autrice italiana che sentiamo molto vicina Silvia Veggetti Finzi, inoltre Giovanni Bollea, D. Stern, D. Vallino, Anna Oliveiro Ferraris, M. Noziglia, Masal Pas Bagdadi e molti altri che continuano a riflettere sui momenti fondanti della crescita in particolar modo in questo nostro attuale periodo storico e di evoluzione sociale. In questo ultimo periodo ci siamo inoltre avvicinati agli autori contemporanei che lavorano sul collegamento tra le modernissime scoperte delle neuroscienze e le teorie classiche di indirizzo psicanalitico (Mancia, Argentieri, Oliverio). 8

9 2. IL SERVIZIO: ATTORI E RISORSE Si intende ora procedere con un analisi del servizio offerto, centrando l attenzione sugli attori coinvolti, i bambini, le famiglie, gli operatori, e su come vengono impiegate le risorse, intese come spazi e tempi, declinando, nel concreto, le modalità con cui l approccio metodologico illustrato viene implementato nella quotidiana esperienza. 2.1 I bambini Al nido possono venire tutti i bambini Sembra un affermazione scontata e banale ma vogliamo sottolineare che il nido è innanzi tutto un luogo di accoglienza. In esso giocano bambini di entrambi i sessi, di lingue e culture diverse, di diverso colore di pelle e con diverse abilità o difficoltà. Ogni bambino ha diritto di essere non solo accolto, ma guardato con occhio interessato, ascoltato anche se ancora non ha parole, compreso, e valorizzato nella sua individualità. L educatore abbraccia con il corpo e trova un contatto con la mente per ogni bambino come soggetto unico originale e interessante. Laddove si riscontrino fatiche o difficoltà evolutive o ci si trovi ad accogliere bambini o bambine affetti da patologie mediche particolari o con sindromi invalidanti la loro accoglienza e il loro percorso di crescita avviene attraverso gli educatori del gruppo. Si prevede un rapporto educatore-bambino migliorativo, laddove ciò fosse ritenuto necessario, per poter seguire adeguatamente il bambino e contestualmente garantire al resto del gruppo le migliori condizioni educative. Agli educatori vengono fornite tutte le informazioni atte a conoscere approfonditamente il tipo di patologia che di volta in volta deve essere preso in considerazione. Vengono attuati dei programmi di formazione adeguati da parte dei professionisti del gruppo e con l aiuto dei professionisti esterni che da anni coinvolgiamo nella nostra esperienza professionale. Inoltre vengono attivate le reti di relazione con i servizi sanitari, socioassistenziali e psicoterapiche del territorio che possono essere utili per la migliore completezza della formazione e per garantire ai bambini e alle famiglie la professionalità richiesta. Abbiamo collaborato a lungo e continuiamo a farlo con alcuni professionisti del settore che operano privatamente o in strutture pubbliche e, in alcuni casi, l aiuto alle famiglie prosegue anche se i bambini non frequentano più il nido. Questa è la modalità operativa che è stata seguita sempre nelle nostre strutture educative durante tutta la nostra esperienza professionale. Ovviamente spesso il lavoro è risultato complesso e questa complessità ha avuto i suoi momenti più difficili nelle modalità 9

10 di sostegno alla genitorialità che, sempre sono attivate per tutte le famiglie delle nostre strutture, ma nel caso di famiglie con bambini in difficoltà hanno una valenza ancor più forte. Nel caso vengano accolte al nido famiglie che non parlino la lingua italiana, si prevede la possibilità che il personale sia in possesso di un adeguato livello di conoscenza della lingua inglese. Attualmente la nostra documentazione per le famiglie è già opportunamente tradotta. Al fine di avvicinarci il più possibile alla cultura di appartenenza delle famiglie d origine possiamo anche avvalerci della collaborazione e della consulenza di mediatori culturali I bambini e gli spazi: Gli spazi del nido sono allestiti pensando alle competenze, bisogni ed esigenze dei bambini. Nel nido vengono accolti bambini dai 13 ai 36 mesi; va specificato che al compimento dei tre anni i bambini potranno portare a termine il loro periodo di frequenza annuale fino al settembre successivo, quando lasceranno il nido per frequentare la scuola dell infanzia. Il servizio accoglie un totale di 32 bambini (+ 15 % overbooking) divisi in una sezione semidivezzi (dai 13 mesi fino ai 23 mesi) e una sezione divezzi (dai 24 mesi ai 36 mesi). L organizzazione degli spazi costituisce un prerequisito di fondamentale importanza per il corretto svolgimento dell esperienza educativa e possono venir modificate anche nel corso dell anno in funzione dell evolversi delle competenze e bisogni del bambino oltre che per la realizzazione di specifiche attività. Nella metodologia pedagogica del nido è molto importante poter lavorare con gruppi piccoli (sottogruppi) di bambini di pari età ed è altrettanto importante che ciascuno di questi sottogruppi possa avere uno spazio di riferimento nel quale venir accolto, riconoscersi, stabilire rapporti costanti e lasciare la propria traccia. Gli ambienti dell Asili Nido sono tutti a dimensione di bambino: 10 Lo spazio per l accoglimento E dotato di armadietti singoli personalizzati, appendini e due bacheche per le informazioni ai genitori. Negli orari previsti ( ) i bambini vengono accompagnati dai genitori nelle stanza per l accoglimento e affidati alle educatrici. E il momento del distacco dal genitore quindi un momento molto particolare dal punto di vista emotivo. Devono essere previsti tempi e modalità adeguate e spesso non restringibili in ferree regole, che permettano a tutti i partecipanti alla relazione una reciproca comprensione. In particolar modo un ambiente sereno e un educatrice disponibile ed accogliente devono favorire l accettazione del distacco del bambino

11 dal genitore, ma anche quella del genitore dal bambino. Lo spazio riservato alle attività dei bambini Per quel che riguarda lo spazio dedicato ai bambini, lo spazio viene concepito più aperto possibile per favorire l aumento delle capacità motorie e di autonomia del bambino. Viene data più importanza allo sviluppo della capacità di gioco ed ai materiali più idonei alla nascita del gioco simbolico. Si è pensato ad una divisione in gruppi in modo da poter lavorare in piccoli gruppi per motivi metodologici e spaziali. Lo spazio diventa esso stesso un riferimento nel quale i bambini vengono accolti e che quindi riconoscono come proprio. La spazio comprende: 1. Una stanza attività formative e per il pranzo: è strutturata in modo da poter essere divisa in due spazi separati da una parete mobile e attrezzata con tavolini per il pranzo, il disegno e per la manipolazione, angoli per lettura e relax, spazi per il gioco simbolico con l angolo della casa, quello dei travestimenti, l angolo per le costruzioni e il movimento. E arredato con mobili bassi e mensole per contenere i giochi e tutto il materiale necessario alle attività educative. 2. Una stanza per il riposo nella quale vi sono una brandina per ogni bambino e un mobile chiuso dove sono riposti lenzuolini e copertine. 3. Un servizio igienico con fasciatoio, vaschetta, tazze, appendiabiti dove sistemare i ricambi dei bambini e tutto il materiale utile al cambio. 11 Lo spazio all aperto L area esterna è coperta da un tappeto di erba sintetica in materiale ecologico antitrauma ed è dotato di una casetta, uno scivolo e tricicli di varie grandezze. Organizzazione degli spazi comuni 1. Uno studio dove accogliere i genitori per i colloqui personali arredato con poltroncine e con mobiletti per i documenti. 2. Una cucina composta da attrezzature idonee alla preparazione dei cibi in conformità alle attuali leggi. - Nella somministrazione dei pasti, gli addetti operano con cura e professionalità, controllando la qualità delle derrate, l igiene delle preparazioni, i tempi e le tecniche di cottura per consegnare pasti appetibili ed igienicamente perfetti.

12 2.1.2 I bambini e i tempi: I bambini e l'inserimento La proposta è concepita per poter coniugare i tempi del nido con i tempi del lavoro. L orario di apertura del servizio va dalle 7:30 alle 16:30 e copre la giornata lavorativa del genitore, con entrata flessibile dalle 7:30 alle 09:00. Nel rispetto dei ritmi del bambino e in un ottica di flessibilità, sono possibili anche orari di uscita intermedi: dopo il pranzo (dalle 13:00 alle ), ( dalle 1530 alle 1630 ). Per tutti i bambini accolti (semidivezzi e divezzi) è previsto un periodo di inserimento. Innanzitutto bisogna poter distinguere due momenti nel cosiddetto periodo di inserimento che sono ben distinti e la cui durata è veramente molto diversa. Il primo momento è quello del distacco progressivo dalla madre ed è proprio quello che viene comunemente chiamato periodo di inserimento. Sono i giorni nei quali madre e bambino frequentano il nido assieme, e nei quali poi gradatamente il bambino accetta assenze materne progressivamente più lunghe. Il secondo invece riguarda più specificamente l inserimento del bambino ed inizia sin dai primi giorni di frequenza, ma trova la parte più importante del suo percorso solo successivamente, quando il bambino, superato il primo distacco dalla madre, frequenta il nido con continuità e si inserisce in tutte le sue relazioni. Questo secondo periodo ha una durata decisamente più lunga del primo, si protrae infatti per più mesi ed ha come protagonista principale il bambino solo distaccato dalla madre. Usualmente, per iniziare il periodo di distacco, le educatrici richiedono la presenza della mamma. Talvolta ci possono essere dei problemi di lavoro o di organizzazione in generale che rendono difficile soddisfare questa richiesta ma, qualora la presenza della madre non fosse possibile, si prevede di avvalersi del padre per fare il percorso dell inserimento. Salvo in casi particolarmente speciali, è la mamma la figura primaria di attaccamento del bambino piccolo ed è dalla mamma che quello stesso bambino gradualmente si distaccherà. E un percorso che la coppia madre-bambino intraprende assieme come assieme quella stessa coppia ha fatto il percorso di attaccamento. Da una relazione a due, l ingresso al nido, spinge madre e bambino ad allargare il proprio contesto relazionale e ad aprirsi ad un terzo interlocutore, l educatrice. Ecco così che ognuno dei partecipanti a questo nuovo contesto relazionale ha la possibilità di vedere di fronte a sé gli altri due in relazione tra loro. 12

13 L educatrice ha di fronte a sé la coppia madre-bambino e può, con le proprie capacità professionali e la propria sensibilità, osservare la relazione della coppia e ricavarne moltissime informazioni sul tipo di legame, le loro abitudini relazionali e i loro scambi affettivi. Tanto più attenta sarà questa osservazione, maggiori saranno le conoscenze utili che l educatrice potrà ottenere per poter essere veramente in sintonia con il bambino una volta che la mamma se ne sarà andata. Il bambino ha di fronte a sé la mamma che interagisce con l educatrice. Il bambino vede e soprattutto sente il tipo di relazione che si instaura tra le due donne. Tanto più gli scambi tra l educatrice e la madre sono intensi e si basano sulla ricerca di fiducia (da parte della madre) e comprensione (da parte dell educatrice) tanto più il bambino farà propri questi due sentimenti che lo aiuteranno nel percorso del distacco. La madre ha di fronte a sé l educatrice che inizia gli scambi relazionali con il suo bambino. La madre osserva l educatrice nel percorso di conoscenza del proprio figlio, verifica la sua capacità professionale, può osservarne la sensibilità nell approccio e se la visione di questa relazione è positiva, solidifica la propria fiducia nell ambiente educativo contribuendo anch essa a renderlo consono al percorso educativo. Passerà al proprio figlio queste sensazioni positive proprio nel momento del distacco connotando l ambiente educativo come rassicurante ed affettuoso e l educatrice come colei alla quale affidare con sufficiente serenità il proprio bimbo. Vista la complessità e la ricchezza delle relazioni in gioco, il percorso di conoscenza e di stacco viene personalizzato per ogni singola coppia madre-bambino sia nei tempi che nelle modalità. L esperienza comunque ci suggerisce che il distacco dalla mamma di un bambino piccolo normalmente avviene in non meno di due settimane di frequenza continuata. Ciò significa che alla fine della seconda settimana di frequenza il bambino può eventualmente restare con l educatrice al nido in assenza della mamma per la sola frequenza mattutina. Il discorso degli scambi relazionali qui introdotto è molto importante perché è la base sulla quale si giustificano due scelte educative che sono presenti in questo progetto. La prima scelta è quella che riguarda l educatrice di riferimento. Nel periodo del distacco è una sola educatrice che si occupa del bambino nuovo e che si occupa evidentemente di instaurare tutta la rete di relazioni, necessarie al suo accoglimento. All interno della stanza ci può essere più di una educatrice, ma una sola fa da referente nella prima fase. La seconda scelta altrettanto dipendente dal discorso relazionale è quella sull ambiente di riferimento. Una è l educatrice che accoglie il bambino nuovo e uno solo e sempre quello è l ambiente che lo accoglie in questa prima fase. 13

14 La stanza con i suoi mobili, le sue strutture, i suoi giochi deve mantenere, giorno dopo giorno sempre la stessa sembianza affinché per il bambino possa costituire un altro punto di riferimento La giornata al nido Accoglimento Merenda Tempi delle attività Il nido è aperto tutto l anno salvo le giornate festive e le giornate indicate dal calendario delle festività, inclusa una settimana nel mese di agosto. La giornata del bambino al nido procede con modalità e ritmi quotidiani che si ripetono costantemente. Ogni giorno i tempi e i luoghi del procedere sono gli stessi. Anche questa è una modalità per fornire al bambino piccolo la prevedibilità degli avvenimenti. Attraverso la sensazione di pensare ad avvenimenti e relazioni che risultino prevedibili e sicuri, lo steso bambino acuisce sicurezza e fiducia nell ambiente che lo accoglie. Le educatrici sono le garanti della costanza e della prevedibilità. Al tempo stesso sono anche coloro che con la dovuta sensibilità, in questo continuum quotidiano, inseriscono gradatamente gli elementi di novità necessari all evoluzione di ogni singolo bambino. La giornata procede attraverso i momenti qui di seguito descritti. Negli orari previsti ( ) i bambini vengono accompagnati dai genitori nelle proprie stanze di riferimento e affidati alle educatrici. E il momento del distacco dal genitore quindi un momento molto particolare dal punto di vista emotivo. Devono essere previsti tempi e modalità adeguate e spesso non restringibili in ferree regole, che permettano a tutti i partecipanti alla relazione una reciproca comprensione. In particolar modo un ambiente sereno e un educatrice disponibile ed accogliente devono favorire l accettazione del distacco del bambino dal genitore, ma anche quella del genitore dal bambino. Quando tutti bimbi sono presenti e riuniti nei propri gruppi con le proprie educatrici, condividono il cibo. E il primo momento nel quale i gruppi sono completamente composti. Mangiare assieme è una modalità relazionale importante e ricca di aspetti stimolanti. Le educatrici si siedono a tavola con i bambini, gli aiutano, interagiscono ed esse stesse mangiano con loro. Le ore centrali della mattinata ( ), sono dedicate a quelle che impropriamente vengono definite attività. I bambini attraverso relazioni, emozioni, sensazioni, giochi, creazioni, crescono. E compito delle educatrici rilevare per ogni bambino i momenti individuali di crescita in modo da fornire lo stimolo, il materiale, le modalità più adeguate per favorire lo sviluppo in ogni età di crescita. E questo il momento della giornata nel quale sono concentrate le modalità educative più specifiche del nido: la manipolazione, il 14

15 disegno e la pittura, la drammatizzazione, il corpo e il movimento, il gioco simbolico, il suono-ritmo-musica-canto, il racconto, i libri, gli animali, le costruzioni, ecc. Bisogna comunque sottolineare che il lavoro prevalente con i bambini così piccoli è di tipo relazionale: conoscere e accettare l adulto di riferimento è un processo lungo e solitamente necessita di tempi specifici, individuali per ogni bambino. Per ottenere questi obiettivi le attività sono uno strumento Pulizia dei bambini Il pranzo Intendiamo con questo sottotitolo quello che impropriamente è definito il momento del cambio. Prendersi cura di un bambino significa prendersi anche cura della pulizia del suo corpo. Ciò è strettamente subordinato all età dei bambini. Quando i bambini sono piccoli e non possiedono il controllo sfinterico, il cambio avviene ogni qualvolta se ne presenti la necessità ed è un momento di grande intimità relazionale con l educatore, fonte sicuramente di approfondimenti di conoscenza e di spunti per il lavoro successivo. Il raggiungimento del controllo sfinterico è, per ogni bambino, l obiettivo di un percorso individuale di crescita che la famiglia e gli educatori facilitano e favoriscono in stretta collaborazione in particolare in prossimità del secondo anno. Come durante la merenda, i bambini e gli educatori condividono il pasto e ne fanno un momento relazionale importante. Mangiare in comunità e mangiare da soli sono anch essi obiettivi di percorsi individuali di crescita. Attraverso modalità condivise l educatrice ha la possibilità di approfondire la conoscenza del bambino e quindi di offrigli le migliori opportunità evolutive Il sonno I bambini vanno a riposare negli spazi appositamente allestiti. Nell organizzazione della giornata, soprattutto del gruppo dei più piccoli, bisogna tener presente che i bambini possono aver la necessità di riposare anche durante la mattinata. Per i bambini più grandi il momento del sonno è previsto dopo il pranzo. Dormire lontano da casa e non nel proprio lettino è un momento delicato. Solo dopo un buon periodo di frequenza è possibile per il bambino accettare serenamente questo momento e goderne assieme agli altri compagni. Le educatrici accompagnano i bambini e ne favoriscono il riposo rispettandone le modalità domestiche. Al risveglio, il gruppo si ricompone gradatamente e ancora una volta il condividere il cibo durante la merenda pomeridiana è il momento per riallacciare le relazioni e riprendere il contatto con la realtà.

16 L uscita Alla fine della giornata i bambini si ricongiungono con i genitori. Essendoci diverse possibilità di fruizione del servizio l uscita del bambino è prevista a conclusione di alcuni momenti fondamentali del suo percorso quotidiano: dopo il pranzo oppure dopo il sonno e la merenda. Le educatrici, assieme ai bambini del proprio gruppo, attendono i genitori nelle stanze. Esse favoriscono il ricongiungimento attraverso modalità di gioco e atteggiamenti che rispettino le emotività e le fatiche sia dei bambini che dei loro genitori. I due momenti dell accoglimento e dell uscita sono quelli nei quali genitori ed educatori si scambiano le informazioni quotidiane. Seppur brevi sono momenti di grande pregnanza emotiva dai quali ciascuno dei partecipanti, oltre alle informazioni, può ricavarne un arricchimento. Sono in particolare gli adulti che si relazionano (educatore e genitore) e attraverso le loro modalità di relazione, conoscono, capiscono ed aiutano i bambini nei passaggi tra i due ambienti educativi: la casa e il nido. 2.2 I genitori al nido L'instaurarsi di una buona relazione tra gli adulti (genitore/educatore) che si occupano della crescita e dell'educazione del bambino costituisce il primo presupposto per un buon inserimento al nido. Per questa ragione nel nostro progetto è prevista, quale parte integrante del servizio, la disponibilità a fornire consulenza e sostegno ai genitori Consulenza e sostegno alla genitorialità La costruzione di una buona relazione necessita di materiali e artigiani di prim'ordine ed è il risultato di una serie di azioni, favorite dagli operatori del nido, che cominciano ancora prima dell'arrivo vero e proprio del bambino e dell'inizio del suo inserimento. Il primo mattone viene posato in occasione del primo incontro tra coordinatore e famiglia. E' un incontro di tipo informativo/conoscitivo e ha lo scopo di trasmettere ai genitori lo stile del servizio educativo e le sue modalità. Inoltre, nel corso dell'incontro, possono essere raccolte le prime informazioni generali sulla famiglia (informazioni prima raccolte verbalmente e poi registrate sul Quaderno del Nido e indicate con un riferimento sulla Scheda Bimbo e si stabilisce con i genitori anche la data dell'inserimento del bambino. Il secondo incontro con le famiglie avviene sempre prima di accogliere il bambino nella nostra struttura e ha le caratteristiche di una riunione introduttiva collettiva che vede protagonisti tutti i genitori dei nuovi iscritti e tutti gli educatori. In questa occasione le mamme e i papà incontrano per la prima volta le persone che si occuperanno direttamente dei loro figli: le educatrici di riferimento. Nel corso di questa riunione vengono approfonditi, in particolar modo, i temi e le richieste di comune interesse, poiché molti

17 sono i dubbi e le curiosità dei genitori che si apprestano a lasciare per la prima volta i loro bambini a persone estranee al nucleo familiare per farli vivere la loro prima esperienza di socializzazione istituzionale. Nel corso di questi primi incontri si allacciano i primi fili relazionali tra nido e famiglia, fili che inizieranno ad essere tessuti con l'inserimento vero e proprio del bambino. Aggiungiamo ancora che nel corso delle settimane di inserimento verrà consegnato alle famiglie un elaborato nel quale ciascun genitore potrà raccontare i momenti salienti della vita del proprio figlio. Creare l'occasione di incontri prima dell'entrata effettiva al nido e cercare di raccogliere più informazioni possibili sulla famiglia sono azioni che favoriscono la conoscenza reciproca e che ci consentono di iniziare un lungo percorso insieme alle mamme e ai papà nel corso del quale ci proponiamo di dare consulenza e sostegno alla genitorialità. Il coordinatore e l'educatrice di riferimento promuoveranno molte azioni in questa direzione offrendo la possibilità alle coppie genitoriali di richiedere altri colloqui di approfondimento durante l'anno, poiché coniugare la crescita dei propri bambini con le incombenze quotidiane non è sempre facile, come non è semplice ritrovare gli equilibri familiari dopo la nascita di un figlio. L'obiettivo di questo progetto è far sì che il nido sia un luogo nel quale poter essere accolti e ascoltati, nel quale sia possibile intrecciare relazioni e condividere pensieri e riflessioni che aiutino a connettere i vari momenti della vita, degli affetti e del lavoro. Durante l'anno sono anche previsti altri sei momenti d incontro collettivi: tre feste per i bambini e le famiglie (genitori, fratelli, sorelle, nonni, ecc) e tre riunioni a tema su argomenti pedagogici inerenti la crescita dei bambini. Orientativamente le feste sono programmate in prossimità delle festività natalizie, in occasione del Carnevale e a chiusura dell'anno scolastico (verso giugno), anche se il servizio nido funziona in maniera continuativa da settembre a luglio. Per quanto riguarda le riunioni, il coordinatore ne promuove il tema in stretta collaborazione con gli educatori, prendendo spunto dalle loro richieste specifiche e dalle osservazioni delle famiglie rilevate durante le comunicazioni quotidiane. In questa analisi che precede la scelta del tema da sviluppare non si può non tener sempre presente il momento evolutivo del gruppo dei bambini. Aggiungiamo ancora che tutte le informazioni e comunicazioni di interesse generale verranno esposte nella apposita bacheca facilmente accessibile a tutti gli utenti del servizio. In occasione delle nostre riunioni interne verrà fornito inoltre a tutte le famiglie un breve promemoria scritto che riporremo nell'armadietto personale del bambino. 17

18 2.2.2 Sostegno psicopedagogico La nascita di un figlio è un evento lieto. Ma sono tanti i cambiamenti che intervengono nella donna e nell'uomo quando assumono il ruolo di madre e di padre. Già durante il periodo della gravidanza la donna si trasforma, oltre che sotto il profilo fisico, anche sotto quello psicologico: cova delle aspettative, viene assalita da ansie e da paure, culla quel bambino immaginario che al momento del parto dovrà sostituire con il suo bambino reale. E poi il parto, l'allattamento, quelle notti insonni.... Anche al padre-compagno spetta un arduo compito alla nascita del figlio: dovrà cimentarsi dapprima nel ruolo di contenitore della coppia madre-bambino e, alcuni mesi dopo, nelle vesti di separatore della stessa. Come ben si può intuire l'arrivo di un bambino modifica fortemente i rapporti di coppia e trasforma la famiglia. Talvolta con qualche difficoltà. Qualora ci fosse la necessità i confrontasi sui vari aspetti pedagogici, il servizio si propone di offrire un percorso continuativo di sostegno alle famiglie. 2.3 Gli operatori il numero educatori da impiegare, per la fascia mesi 1 educatore per 7 bambini, per la fascia mesi 1 educatore per 10 bambini che, nel corso dell articolazione oraria dell intera giornata, porta ad un totale di 4 educatori dedicati; Un educatore da impiegare nei diversi gruppi in sostituzione di educatori assenti oppure in periodi di particolare necessità (ad es. durante gli inserimenti), come specificato nel paragrafo per un totale complessivo, in pianta organica, di 4 educatori. Per far fronte alle esigenze del servizio si prevede, quindi, l impiego di un équipe formata da: 1 Coordinatore, 4 educatori, 1 addetto ai servizi ausiliari, Tale organico è dimensionato in modo da garantire la massima continuità educativa nelle diverse circostanze Modalità organizzative del personale ll personale operante presso il Nido sarà gestito ed organizzato dal Coordinatore il quale provvederà a stabilirne i turni lavorativi in rispondenza agli orari di entrata e di uscita dei bambini, in modo da garantire sempre il rapporto numerico operatori bambini in conformità alla normativa vigente in materia di asili nido (rif. D.P.Reg. 04/10/2011, n. 0230/Pres.) all interno della struttura.

19 La turnazione proposta intende conformare la presenza in servizio degli educatori alla presenza dei bambini in relazione ai tempi di fruizione del servizio scelti dalle famiglie, prevedendo turni lavorativi articolati. Le turnazioni e l articolazione dell orario di ciascuna unità educativa avviene nel rispetto del C.C.N.L. di riferimento (FISM), considerando che all interno dell orario settimanale, vi si possa comprendere la copertura dell orario dedicato all attività operativa con i bambini e 4 ore settimanali di attività indiretta per incontri / corsi di formazione (2 ore) e per programmazione e raccordi con i genitori, e/o le istituzioni del territorio (2 ore). La distribuzione degli orari del personale (e la conseguente suddivisione del carico di lavoro) avviene in relazione alle esigenze di implementazione della programmazione educativa. Nel concreto, quanto definito in sede di programmazione educativa viene implementato da parte del Coordinatore e degli educatori in relazione alla giornata al nido Professionalità del personale Coordinatore La professionalità del personale impiegato viene di seguito evidenziata dal punto di vista curriculare, in termini di titoli di studio, formazione specifica ed esperienza professionale maturata, nonché nella più avanti riportata specificazione del ruolo e dei compiti. Il personale che verrà destinato ad attuare questo progetto sarà in possesso dei requisiti personali e professionali necessari: titoli di studio e formazione previsti dall attuale Legge Regionale, attitudini personali specifiche e motivazioni importanti, interesse nel perseguire con rigore il raggiungimento di un ottima professionalità. Le persone verranno scelte tra coloro che già lavorano presso le nostre strutture e/o hanno partecipato ai corsi di formazione di Archè e/o hanno fatto tirocini professionali qualificanti all interno delle strutture del Consorzio L Arca, dunque laureati in Psicologia o Scienza dell Educazione. Il profilo del Coordinatore del servizio viene evidenziato dai requisiti espressi nella seguente tabella: titolo di studio formazione - laurea in pedagogia o psicologia -formazione/supervisione permanente - laurea in scienze dell educazione (della formazione primaria) - formazione / supervisione permanente esperienza professionale - educatrice da almeno 6 anni e coordinatrice da almeno 4 anni presso un nido 19

20 Educatori - diploma come da L.R. 20/ formazione / supervisione permanente - educatrice da non meno di 10 anni e almeno 3 anni di vicecoordinatore presso un nido Il profilo dell Educatore viene evidenziato dai requisiti espressi nella seguente tabella: titolo di studio formazione - laurea in psicologia - formazione / supervisione permanente - laurea in scienze dell educazione (della formazione primaria) - formazione / supervisione permanente - diploma come da L.R. 20/ formazione/supervisione permanente esperienza professionale - educatore da almeno 4 anni presso un nido - educatore da almeno 6 anni presso un nido Personale dei servizi ausiliari Il profilo dell Addetto ai servizi ausiliari viene evidenziato dai requisiti espressi nella seguente tabella: titolo di studio formazione esperienza professionale 20 -scuola dell obbligo -esperienza lavorativa presso nidi o scuole dell infanzia Modalità di sostituzione del personale Ritenendo che la continuità della presenza del personale educativo sia fondamentale e caratterizzante la qualità di un servizio quale quello dell asilo nido, si intende operare nel senso di massimizzare la garanzia di tale requisito. Per questo motivo la strutturazione del gruppo operativo procede attraverso un sovradimensionamento dell organico, in modo da garantire, per mezzo delle educatrici, regolarmente presenti in servizio e conosciute dai bambini (e famiglie), la copertura delle necessità ordinarie di sostituzioni (ferie, malattie, permessi, ecc.). Ciò consente, a livello degli stessi bambini, di non percepire la sostituzione del personale educativo e di beneficiare di una continuità relazionale, fatta salva l evenienza di necessità straordinarie, ove la Cooperativa provvederà alla copertura del Servizio attraverso

21 personale educativo in possesso per lo meno degli stessi requisiti professionali delle educatrici titolari, sempre garantendo un rapporto educatore / bambino conforme al disposto normativo. Nel corso dell anno si intende, proprio per disporre anche in caso di emergenza di personale a conoscenza della specifica realtà del nido, organizzare compresenze per le educatrici che, non facenti parte dell organico, sarebbero chiamate in caso di necessità straordinarie. Attraverso la modalità testé descritta, si persegue l obiettivo della riduzione ai minimi termini gestibili del turn over operatori. La rilevazione del turn over viene, effettuata ogni sei mesi attraverso uno schema specifico di raccolta dati. Il turn over viene poi calcolato con valore numerico espresso in percentuale. L obiettivo vuole tale dato tendente a zero. Il dato, paragonato ai periodi di riferimento precedenti, viene collegato con gli aspetti del lavoro e dell organizzazione (stress lavorativo, burn out, clima). Le azioni per migliorare la qualità del servizio: supervisione, formazione, valorizzazione risorse, selezione, inserimento, autovalutazione mirano anche alla stabilizzazione del personale. 21

22 3. IL METODO NELLE PRATICHE Nelle pagine a seguire viene dato conto di come gli elementi del metodo, in precedenza illustrati, trovino rispondenza anche attraverso alcune pratiche che ne costituiscono un elemento costituente, non diversamente da quanto già rappresentato per quanto riguarda gli attori e le risorse per il servizio. 3.1 La progettazione circolare Winnicott afferma che, nonostante la trasformazione della società i bisogni dei bambini al di sotto dei cinque anni non subiscono alcuna variazione. Questi bisogni riguardano la necessità che il bambino ha di avere un adulto che si occupi del suo benessere fisico e mentale, che sappia leggere le sue richieste verbali e non, che lo aiuti a decodificare le sue ansie. Un adulto in grado di accogliere le sue emozioni, dandogli un significato che lo faciliti attraverso un rapporto d amore ad esprimere se stesso e a trovare attraverso questo rapporto la sicurezza necessaria per affrontare la crescita. Il nostro lavoro è quello di considerare i bambini nella loro individualità, nella loro soggettività e nel loro personale processo di apprendimento, dove ognuno può mostrare il suo modo di essere e di esplorare i problemi che gli si presentano, attraverso situazioni aperte ad ogni sviluppo. L affettività viene oramai considerata il motore della conoscenza e la scelta di lavorare per progetti tiene conto dell esigenza della relazione, della conoscenza, delle competenze del bambino e dei suoi tempi. Da qui la necessità di saper osservare e comprendere i segnali del bambino, che spesso non arrivano in modo diretto e chiaro ma in modo confuso e caotico. Per poter leggere tali segnali bisogna sintonizzarsi affettivamente con il bambino e costruire un alleanza di lavoro con le famiglie, attenuando le loro ansie, aiutando e facendosi aiutare a leggere i segnali dei bambini. Nelle parti successive dedicate all osservazione nella sua complessità e in particolare sull osservazione partecipata daremo modo di comprendere appieno su quali basi si fondano i progetti individuali che vanno a formare la progettazione educativa. Si deduce da quanto appena detto che la progettazione non può essere rigida e data a priori. Ma il metodo educativo di cui stiamo parlando porta per forza di cose ad una progettazione quanto mai flessibile, che pur partendo da un progetto di massima va adeguata e ripensata in base ai risultati che si ottengono su ogni bambino. Parliamo quindi di una progettazione circolare : progetto,verifico in corso d opera su ogni singolo bambino attraverso un attento lavoro di osservazione, ripenso, modifico. 22

23 3.2 L osservazione partecipata Si è accennato in precedenza ad una progettazione circolare ovvero a una progettazione che parte da una visione più generale relativa ad uno specifico gruppo di bambini, trova la sua peculiarità principale nel essere tagliata e personalizzata poi su ogni singolo bambino, unico e diverso da tutti gli altri, per la sua storia personale, per il suo percorso di crescita, per i suoi bisogni e le sue esigenze. Lo strumento principe per poter attuare un tipo di progettazione così flessibile è l osservazione partecipata. Per conoscere veramente un essere umano bisogna osservarlo. L osservazione allora diventa un momento fondamentale nella vita di un nido dove i bambini che lo frequentano parlano di se stessi non sempre in maniera esplicita. Basti pensare ai bambini piccolissimi, in età pre-verbale; solo un attenta osservazione può permettere di cogliere tutta un serie, pressoché illimitata di indicatori sul percorso evolutivo di un bambino e sullo sviluppo futuro di un viaggio di crescita che non percorre una linea retta, ma anzi è caratterizzato da passi avanti e passi indietro e di equilibri instabili in perenne risistemazione. L osservazione nel contesto educativo ha assunto, nel tempo, vari modelli di riferimento, da quelli prettamente scientifici basati su griglie e questionari a metodi più sperimentali. Quello a cui noi facciamo riferimento è l infant observation metodo messo a punto nel 1960 da E. Bick all istituto di psicoanalisi di Londra e legata anche alla Tavistock Clinic di Londra. Qui il campo dell osservazione non è relativo solo al soggetto osservato, ma comprende anche gli atteggiamenti consci ed inconsci dell osservatore, e trova la sua premessa nel fatto che l osservatore e l osservato sono comunque due persone in relazione e di conseguenza questa relazione comprende tutta una gamma di emozioni e sentimenti che possono arricchire o deformare la conoscenza dell osservatore. Come sostiene D. Vallino è proprio in base al vissuto dell osservatore che si ricompone il messaggio del bambino. Questo tipo di osservazione è detta partecipata. Nel nido, l osservazione può riguardare il comportamento interattivo di un bambino nei momenti di entrata-uscita, di alimentazione, di addormentamento, di gioco, di narrazione ecc... E molto importante fornire all educatore uno spazio-tempo durante il quale scrivere e riflettere sulle sue osservazioni Il gruppo di lavoro Il lavoro osservativo deve essere sempre seguito da una rilettura condivisa con il gruppo di lavoro allargato alla presenza di un supervisore conduttore delle riunioni. E questa la sede in cui, proprio grazie anche all apporto del gruppo, sarà possibile separare l oggettività dell osservazione dal sentire emotivo dell educatore. Rende bene l immagine proposta da Neri nel riferirsi alla lettura delle osservazioni nel gruppo, parla di una maniera di comunicare che permette un passaggio di pensieri, fantasie, emozioni dall individuo al

24 3.3.1 La comunicazione campo del gruppo. In questa occasione l educatore può individuare le tonalità delle proprie emozioni, la loro valenza, il loro nome. Questo riconoscimento si dimostra fondamentale quando poi lo deve attivare nei confronti del bambino stesso. Inoltre come si è precedentemente accennato, l osservazione costituisce la base della memoria degli avvenimenti, un occasione, come abbiamo detto, per riflettere, pensare e collegare gli eventi. La discussione che segue a livello di gruppo costituisce allora un momento di scambio di idee, di confronto che porta come conseguenza più importante la nascita di un linguaggio comune tra educatori, un approccio e un sentire condivisibile. Uno dei compiti più ardui, all interno di un qualsiasi gruppo di lavoro formato da tante persone diverse, è seguire una stessa direzione, mantenendo l originalità di visioni differenti e promuovendo la cultura, la conoscenza, il pensiero: in una sola parola riuscire a comunicare. A questo proposito, oltre alla supervisione e alla formazione degli educatori, riteniamo un valore imprescindibile promuovere momenti di scambi di idee e pensieri con i genitori, attraverso colloqui individuali e riunioni collettive per approfondire temi e richieste di comune interesse. Saranno previsti anche colloqui di sostegno alla genitorialità e momenti formativi per i genitori anche al di fuori del nido. Essenziale sarà anche la comunicazione breve quotidiana, le informazioni, le domande, quelle poche parole dette in fase di accoglimento all arrivo e all uscita, che non riteniamo essere meno importanti e profonde, ma anzi momenti di grande pregnanza emotiva per entrare in contatto con le famiglie e dai quali entrambi i partecipanti possono trarre, oltre a informazioni, anche un arricchimento per instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione sempre più stretto La supervisione Siamo dell idea che qualsiasi lavoro abbia a che fare con le relazioni umane e con le emozioni e che si ponga come primo obiettivo la persona ed il suo benessere, necessiti di un progetto che preveda un approfondita supervisione. Tale supervisione aiuta l adulto a raggiungere equilibrio, serenità e consapevolezza ed assicura quella giusta professionalità educativa del singolo e del gruppo, nell intero servizio e per tutte le famiglie. Proponiamo 3 ore al mese, suddivisibili in due incontri, al quale parteciperanno il coordinatore, le educatrici ed un supervisore esterno, che possa verificare sia il lavoro quotidiano con i bambini e le famiglie,che le relazioni interne al gruppo stesso degli operatori, le modalità di comunicazione e la maturazione globale del gruppo intero. Nel corso di questi incontri si dà la possibilità di creare un giusto spazio ed un giusto tempo per raccontare i propri vissuti relativi al lavoro quotidiano, per confrontarsi e trovare insieme risposte alle piccole problematiche, in un clima collaborativo, di scambio, di comunicazione aperta.

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