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1 Publiacqua S.p.A Sede legale e Amministrativa Via Villamagna, 90/c Firenze Tel Fax Uffici Commerciali Via Niccolò da Uzzano, Firenze Via Targetti, Prato Via Ciliegiole, Pistoia Via C.E. Gadda, S. Giovanni Valdarno Cap. Soc ,72 i.v. Reg. Imprese Firenze C.F. e P.I R.E.A Osservazioni al documento di consultazione Consultazione pubblica per l adozione di provvedimenti tariffari in materia di servizi idrici Documento per la consultazione 204/2012/R/IDR 1. PREMESSA L istruttoria avviata dall Autorità con il documento di consultazione rappresenta un passaggio atteso ormai da anni dagli operatori del settore per giungere ad una regolazione chiara e coerente. La riforma del servizio idrico, avviata con la Legge 36/94, ha potuto solo parzialmente produrre gli effetti allora sperati perché l assenza di un quadro regolatorio certo, ispirato e sostenuto anche da una politica industriale tesa a definire gli strumenti idonei per garantire lo sviluppo del sistema anche mediante incentivi all aggregazione dei gestori, ha sostanzialmente determinato una situazione di incertezza che ha frenato le opportunità di crescita del settore, accrescendo, in molte zone del paese, il gap infrastrutturale con le aree più avanzate dell Europa. Anche gli operatori attivi in quei territori le cui istituzioni hanno compiuto gli atti necessari all attuazione del progetto di riforma che ispirava la legge Galli, hanno sofferto negli ultimi anni la crescente sfiducia del sistema finanziario a investire in un settore caratterizzato dal susseguirsi di modifiche normative, in molti casi finalizzate a mettere in discussione la legittimità degli affidamenti in essere, e dall assenza di riferimenti stabili del sistema di regolazione. Chiari esempi di tale condizione lo sono, da una parte, la mancata revisione del Metodo Tariffario, malgrado quello adottato nel 1996 dovesse intendersi quale transitorio e fosse già fissata la tempistica della sua revisione e, dall altra, la sovrapposizione di determine e pareri del COVIRI, prima, e del CONVIRI,

2 poi, in cui temi di regolazione importanti (quali il profit sharing e la stessa definizione del perimetro delle attività) non hanno avuto nel tempo le stesse modalità di trattamento. 2. Publiacqua Publiacqua è il gestore del servizio idrico integrato nel territorio dell ex Ato 3 Medio Valdarno. Dal 2002 al 2011 Publiacqua ha realizzato investimenti per circa 550 milioni di euro. Dal 2010, pur in una situazione di criticità diffusa sui mercati finanziari, Publiacqua ha mantenuto un elevata propensione all investimento, grazie alla capacità di autofinanziamento, realizzando interventi per circa 184 milioni di euro (comprensivi delle previsioni 2012). In uno studio svolto nel 2010, nelle more della revisione del Piano di Ambito che, per quanto attiene all analisi dei punti di forza e debolezza e l individuazione del fabbisogno del territorio, non è mai stato aggiornato da parte dell AATO, Publiacqua ha stimato in circa 1,820 miliardi di euro gli investimenti da realizzare per garantire il raggiungimento dei seguenti obbiettivi: 1) messa a norma del servizio con particolare riferimento alla normativa ambientale e a quella concernente la qualità delle risorse idriche destinate al consumo umano; 2) implementare l efficacia delle infrastrutture gestite e le capacità di intervento del gestore al fine di ridurre i disservizi all utenza e le perdite di rete e amministrative; 3) assicurare l approvvigionamento idrico superando le situazioni di sofferenza esistenti e le possibili aree di criticità; 4) sviluppare i servizi di supporto anche ai fini di una migliore qualità nella relazione con gli interlocutori aziendali. Previsioni fabbisogno investimenti Tipologia di investimenti Piano Rispetto delle normative Obsolescenza delle infrastrutture Interconnessioni ed estensione del servizio idrico Efficienza dei sistemi di supporto Per settore di intervento gli investimenti sono suddivisibili nelle seguenti macroaree: Acquedotto (980 mln di euro) Tutela e salvaguardia della risorsa (qualità della risorsa erogata e sicurezza nella distribuzione; Riduzione delle perdite ed efficienza dei sistemi Adeguamenti infrastrutturali 2

3 Estensione del servizio Fognatura e depurazione (780 mln di euro) Rispetto D.Lgs. n.152/2006 Adeguamenti infrastrutturali Generali (70,6 mln di euro) Interventi per la sicurezza e la salute dei lavoratori Efficienza dei sistemi di supporto Nel dicembre 2010, l Assemblea dell Autorità di Ambito ha approvato uno sviluppo tariffario connesso allo sviluppo degli investimenti per il periodo L ammontare complessivo degli investimenti previsti (705 milioni) copre solo parzialmente il fabbisogno del territorio. In particolare si evidenzia come, rispetto allo studio condotto da Publiacqua, il Piano approvato dall AATO non garantisca interventi necessari a: assicurare la depurazione dei reflui provenienti da agglomerati <2.000 AE e la conclusione di alcuni interventi per raggiungere l obbiettivo di depurare tutti i reflui provenienti da agglomerati > AE; realizzare estensioni idriche in aree ancora non servite dall acquedotto; garantire l approvvigionamento idrico alle aree già servite ma ciclicamente affette da carenza di risorsa (periodo estivo o per scarsità di precipitazioni); garantire flessibilità al sistema, sviluppando le interconnessioni tra i sistemi acquedottistici e incrementando i sistemi di accumulo; garantire sicurezza al sistema di approvvigionamento attualmente dipendente in massima parte da un unico impianto di produzione (Anconella, a Firenze); incrementare le attività di manutenzione per salvaguardare le infrastrutture gestite e garantirne la funzionalità; migliorare l efficienza del sistema gestito mediante azioni di distrettualizzazione anche al fine di ridurre le perdite di rete; Il Piano approvato dall AATO di 705 milioni di euro richiederebbe risorse aggiuntive a quelle derivanti dal cash flow aziendale pari a 230 milioni di euro. Nel 2010 la Banca Europea degli Investimenti ha in linea di principio approvato la sua partecipazione al progetto di finanziamento del piano degli investimenti di Publiacqua, rimandando la definizione delle modalità stesse al completamento dell istruttoria finanziaria, tecnica e assicurativa e legale. Le linee di intervento che la BEI proponeva si articolavano sulle seguenti modalità: 3

4 operazione in project finance prendendo rischi di progetto fin dall inizio; finanziamento diretto tramite linea base a Publiacqua su base paritaria con altre banche finanziatrici; operazione in project finance solo per rischi in fase operativa: finanziamento diretto a Publiacqua assistito da garanzie bancarie durante la fase di pre-ammortamento e durante i primi semestri di rimborso, con possibilità di rilascio di tali garanzie qualora risultino soddisfatte determinate condizioni, da individuarsi durante una successiva fase istruttoria; operazione garantita o intermediata da banche. Per quanto riguarda la modalità 3, l ipotesi prevista era di un finanziamento possibile fino a 150 milioni di euro. Alla manifestazione di interesse da parte della BEI non è stato possibile dar seguito per le problematiche generali già evidenziate (incertezza normativa e regolatoria in primis) e per le criticità specifiche del finanziamento del piano degli investimenti di Publiacqua. A seguito dell approvazione del Piano da parte dell AATO, la società ha infatti richiesto a MPS Capital Services di valutare l effettiva possibilità di finanziare il piano industriale di Publiacqua Per la costruzione di tale piano la società ha utilizzato 2 diversi scenari, il primo costruito sulla base delle ipotesi del Piano economico finanziario approvato dall Autorità di Ambito nel luglio 2011; il secondo utilizzando le stesse ipotesi, ma adeguando il pricing a quello di mercato del momento della redazione. Lo studio svolto ha evidenziato che, in ogni caso, il piano non è finanziabile a causa di: a. importante valore di debito outstanding alla scadenza della concessione (41 mln di euro per lo scenario AATO, 60 per lo scenario MPSCS) e contestuale assenza dei 2 anni che di norma sono compresi tra il completo rimborso del finanziamento e la scadenza della concessione, condizione non compatibile con le attuali forme di finanziamento stile project financing adottate nel servizio idrico integrato; b. gran parte del rimborso, circa il 50% del totale, è concentrato negli ultimi 2 anni della concessione; c. l indice LLCR (long life cover ratio) presenta valori minimi molto contenuti; d. incertezza normativa connessa all esito del referendum e alle frequenti modifiche alle leggi di settore. Lo studio svolto ha indicato come finanziabile un piano con investimenti pari ad euro 350 mln. Nel maggio del 2012 le criticità di finanziamento del piano degli investimenti approvato dall Autorità sono state confermate dalla Cassa Depositi e Prestiti. In particolare è stato evidenziato come il disallineamento tra volume di investimenti previsto e durata residua dell affidamento determini l assenza di un periodo di coda e la concentrazione di oltre il 50% del rimborso in linea capitale negli ultimi due anni di concessione, elementi non coerenti con la possibilità di reperire un finanziamento no recourse a medio-lungo termine. Inoltre veniva confermato come i chiarimenti sul quadro normativo e regolatorio fossero elementi imprescindibili per la valutazione di un operazione di finanza strutturata, fermo restando la scarsa 4

5 disponibilità dei soggetti finanziatori a concedere finanziamenti con una lunga scadenza in questa fase di mercato. Di seguito per maggiore informazione si invia: un dettaglio della tipologia di cespite individuata a suo tempo con il piano di Publiacqua a 1,8 mld di euro Investimenti pianificati per tipologia di cespite Investimenti pianificati per tipologia di cespite Fabbricati destinati all industria Fabbricati destinati all industria Costruzioni leggere Costruzioni leggere Opere idrauliche fisse Opere idrauliche fisse Serbatoi Serbatoi Impianti di potabilizzazione/filtrazione Impianti di potabilizzazione/filtrazione Condutture Condutture Impianti di Sollevamento Impianti di Sollevamento Impianti di depurazione acque reflue Impianti di depurazione acque reflue Gruppi di misura meccanici Gruppi di misura meccanici Gruppi di misura elettronici Gruppi di misura elettronici Altri impianti Altri impianti Attrezzature Attrezzature Telecontrollo Telecontrollo Teletrasmissione Teletrasmissione Mobili e Macchine ordinarie da ufficio Mobili e Macchine ordinarie da ufficio Macchine elettromeccaniche ed elettroniche Macchine elettromeccaniche ed elettroniche Laboratori Laboratori Autoveicoli da trasporto Autoveicoli da trasporto Autovetture, motoveicoli e simili Autovetture, motoveicoli e simili Studi, ricerche, brevetti, diritti di utilizzazione Studi, ricerche, brevetti, diritti di utilizzazione Costi di impianto e di ampliamento - Costi di impianto e di ampliamento Costi per interventi su impianti di terzi Costi per interventi su impianti di terzi Software Software Altre immobilizzazioni materiali e immateriali Altre immobilizzazioni materiali e immateriali un dettaglio degli investimenti effettuati nel periodo per cespite Descrizione classe Totale CAPTAZ. DA SORGENTE ,91 CAPTAZ. DA POZZO ,12 DERIV DA CORSO D'ACQ ,46 DERIV DA LAGO/SERBAT ,03 IMP DI POTABILIZZAZ ,84 CONDOTTE DI ADDUZION ,46 SERBATOI ,41 IMPIANTI DI POMPAGGI ,53 RETI DI DISTRIBUZION ,07 NUOVI ALLACC ACQUA ,42 COLLETTORI ,86 RETI FOGNARIE ,75 NUOVI ALLACC FOGNA ,31 IMPIANTI DI SOLLEVAM ,71 IMPIANTI DI DEPURAZ ,37 FABBRICATI ,41 ATTR DI MIS/CONT/VAR ,63 MOBILI E ARREDI ,56 AUTOVETTURE ,55 AUTOVEICOLI DA TRASP ,42 MACC UFF ELETT/ELETT ,23 COSTRUZIONI LEGGERE ,16 TERRENI ,28 SPESE DI PUBBLICITA' ,58 SPESE X STUDI/RICERC ,46 SPESE PER SOFTWARE ,77 SPESE DIVERSE ,09 COSTI DI MANUTENZION 4.375,98 SPESE IMP. E AMPLIAM ,82 SPESE FABBR. TERZI ,14 BR.IND. KN.HOW OP.IN ,59 LICENZE D'USO ,81 IIC MATERIALI ,53 IIC IMMATERIALI , ,47 5

6 La Convenzione vigente che regola i rapporti tra AATO e Publiacqua, anche a seguito dei suggerimenti degli Advisor legali delle banche contattate dalla società nell ambito di un incarico finalizzato alla strutturazione di un finanziamento di medio/lungo periodo, contiene i seguenti aspetti peculiari e rilevanti: 1) definizione di un meccanismo di profit sharing delle maggiori efficienze raggiunte dal gestore nel periodo regolatorio rispetto a quelle previste dal metodo normalizzato; 2) riconoscimento dei maggiori costi determinati dalla variazione di perimetro per effetto dell entrata in funzione di nuovi impianti/infrastrutture precedentemente non gestite, ovvero per lo svolgimento di attività aggiuntive a quelle precedentemente svolte e derivanti sia da modifiche normative sia da modifiche della domanda; 3) le modalità di revisione ordinaria; 4) le condizioni determinanti la revisione straordinaria al fine di garantire l equilibrio economico finanziario e le modalità di revisione stessa; 5) meccanismi finalizzati a dare certezza del pagamento dell indennizzo da parte del gestore subentrante. 2. Osservazioni sul documento Q1. Si ritengono esaustive le criticità sopra evidenziate? In caso contrario, quali altri elementi di criticità si ritiene esistano nel settore? Rispetto alle problematiche evidenziate nel testo si segnalano le seguenti criticità aggiuntive: Fornitura: i cambiamenti climatici rischiano di determinare situazioni di criticità anche in aree normalmente non affette da disservizi; i sistemi acquedottistici risultano spesso scarsamente integrati e pertanto la distribuzione risente di rigidità elevate essendo gli stessi sistemi in gran parte dipendenti da un unico punto di produzione principale; anche in presenza di integrazione dei sistemi, la produzione non è ridondante: eventi che interessano impianti principali possono determinare crisi sull intero sistema distributivo. Si evidenzia inoltre il rischio di obsolescenza degli impianti stessi, sia perché le risorse per la manutenzione sono sottostimate rispetto al fabbisogno reale, sia per le mutate esigenze di servizio rispetto alle condizioni in cui furono realizzate (mutato quadro normativo, maggiore domanda dovuta sia ad incrementi quantitativi della popolazione servita sia a modifiche rilevanti negli stili di vita). 6

7 Fognatura e depurazione: il ritardo di investimenti nel settore ha causato il mancato recepimento della direttiva comunitaria 91/271; in molte aree del paese risulta a rischio di recepimento anche la Direttiva 2000/60/CE. Assetto del settore: elevata incertezza normativa e regolatoria - determinata anche dall assenza di una Convenzione tipo o dalla revisione di quelle esistenti - che definisca gli elementi essenziali del rapporto concessorio (cfr. par. 1). Aspetti finanziari: nel documento le criticità finanziarie sono legate alla scarsa capitalizzazione dei gestori; l esperienza di questi anni evidenzia come l accesso al credito sia critico anche per società che, come Publiacqua, hanno capitalizzazioni importanti (150 mln di euro; il rapporto tra CS/CnS è pari a 0,45); tra i principali fattori che incidono negativamente ricordiamo: domanda sovrastimata in sede di redazione dei piani che ha determinato il mancato raggiungimento del valore dei ricavi regolati; l elevato valore del terminal value; scarsa attenzione nei piani di ambito all equilibrio finanziario della gestione; periodo ristretto di tiraggio del finanziamento e della sua restituzione; incertezze nelle modalità di calcolo dell indennità (valore dei beni non ammortizzati) e assenza di certezze sul pagamento della stessa indennità (meccanismi di subentro non garantiscono il gestore uscente). Inoltre il sistema creditizio ha considerato il settore particolarmente rischioso in termini di: rischio politico, rischio regolatorio, rischio ambientale, rischio autorizzativo, rischio domanda, rischio disponibilità della risorsa acqua, rischio qualità dei reflui, rischio morosità (cfr. Q44 e Q48). Q2. Quali altre o diverse informazioni e/o considerazioni si ritiene di dover evidenziare per suffragare o meno le criticità evidenziate? L articolo 143 del D. Lgs. n. 152/2006, nel disciplinare la proprietà delle infrastrutture del servizio idrico integrato, prevede che gli acquedotti, le fognature, gli impianti di depurazione e le altre infrastrutture idriche di proprietà pubblica, fino al punto di consegna e/o misurazione, siano parte del demanio (ai sensi degli articoli 822 e seguenti del codice civile) e siano inalienabili, se non nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge. Ne discende, dunque, che la sola ipotesi di regime di proprietà delle reti idriche ammessa dall ordinamento sia quella di un assetto totalmente pubblicistico: alla scadenza dell affidamento, le reti e gli impianti rientrano nella disponibilità dell ente locale, con conseguente ricongiungimento della proprietà (già dell ente pubblico) e della disponibilità delle stesse. Tale previsione determina due problematiche rilevanti al fine del finanziamento: 7

8 gli investimenti realizzati non possono essere utilizzati quali garanzie per il sistema creditizio né possono far parte del capitale di rischio del gestore; le convenzioni devono normare in maniera esaustiva il rischio del mancato ammortamento degli investimenti e il recupero del valore residuo da parte del gestore uscente. Q3. Con riferimento agli investimenti necessari, si condividono le stime sopra riportate? E quali priorità si ritiene di dover indicare con riferimento ai medesimi investimenti? Le stime riportate sono insufficienti a far fronte alle diverse criticità del settore, considerando anche la necessità di mettere in sicurezza l approvvigionamento in alcune aree del paese, che oggi non hanno problemi evidenti, ma che devono essere considerate comunque soggette a rischio siccità a causa dei cambiamenti climatici in corso o la cui dipendenza da un unico sistema di approvvigionamento e produzione rappresenta un fattore di debolezza del sistema. Nell introduzione al presente documento abbiamo già evidenziato le principali problematiche esistenti nel territorio gestito da Publiacqua a cui rimandiamo. In questa sede è utile ricordare non solo come nei Piani di Ambito il fabbisogno di manutenzione sia sottostimato ma anche come attualmente nel Piano di ambito approvato dall AATO non siano previsti gli interventi utili a estendere il servizio acquedottistico alle aree che tuttora ne sono prive: tali interventi rimangono quindi a carico degli utenti. Tale esclusione sta emergendo quale problematica a causa dell impoverimento delle falde e delle risorse locali su cui si basavano i sistemi di approvvigionamento. A tal proposito è utile rilevare come i ricorrenti periodi siccitosi che si sono succeduti nei primi dieci anni del nuovo millennio (2003; 2007; 2008; 2011; 2012) stiano evidenziando la fragilità dei sistemi di approvvigionamento. Uno studio condotto nel 2008 dai gestori toscani insieme a CispelConfservizi Toscana, ha evidenziato come il superamento della situazione di carenza idrica, connessa anche all aggravarsi delle situazioni siccitose, renda necessario individuare un sistema di risorse idriche regionali, in grado di garantire l assenza di deficit tra domanda massima e disponibilità con un sufficiente grado di ridondanza. Lo studio proponeva inoltre l abbandono delle attuali fonti di approvvigionamento non sostenibili (problemi quali-quantitativi, entità prelievi non convenienti), da mantenere come riserva idrica in condizioni di emergenza. Infatti, anche nell ipotesi di ridurre l emungimento complessivo di un 10% (corrispondente al recupero massimo potenziale delle perdite idriche), la carenza di risorsa ammonterebbe ad oltre 100 mln di mc/anno, corrispondenti ad una portata media annua di circa 3,2 mc/s. Considerando l esigenza di ridurre i prelievi da risorse non sostenibili per decadimento qualitativo, ovvero per costi connessi alla loro gestione, rispetto ai benefici attesi, il fabbisogno complessivo di risorsa aggiuntiva sarebbe pari ad almeno 150 mln/mc anno. Lo studio propose quindi le seguenti principali linee strategiche: 8

9 a) realizzare una serie di invasi di piccole-medie dimensioni, comunque a basso impatto ambientale, da destinarsi ad uso plurimo (potabile prevalente ed irriguo) in grado di svolgere localmente funzioni di accumulo e di compensazione. Le funzioni di accumulo servono a risolvere nell immediato i problemi di approvvigionamento idrico dei territori attualmente in crisi (Chianti fiorentino e senese, alta Val di Cecina, alta Val di Cornia, bassa Val di Cecina, alta Val d Era, Val d Orcia, Val d Elsa, alta Val d Arno, etc.); le funzioni di compensazione servono ad assicurare continuità all erogazione idrica a livello locale in caso di sospensione del flusso per la rottura o la manutenzione delle condotte adduttrici principali. A tale riguardo occorre considerare che l eventuale interruzione dell erogazione idrica causa rottura o manutenzione delle grandi condotte adduttrici, sicuramente prevedibile, può comportare la mancanza di acqua per molti giorni; la presenza di invasi di piccole-medie dimensioni, opportunamente dislocati e dotati di adeguati volumi di accumulo, è in grado di assicurare la continuità dell approvvigionamento idrico locale. b) Realizzare, con successivi interventi funzionali una serie di grandi condotte- adduttrici in grado di interconnettere i differenti territori regionali e poter assicurare il trasferimento di risorsa idrica. A tal fine occorre disegnare un Sistema Acquedottistico Regionale che, nel lungo termine, sia in grado di assicurare il trasporto di acqua dall entroterra alla costa, da nord a sud e viceversa in grado di dare certezze sulla futura disponibilità di acqua potabile. c) Integrare le attuali principali fonti di approvvigionamento idrico esistenti (Diga di Montedoglio, Diga del Bilancino, Acquifero del Fiume Serchio, Acquifero del Monte Amiata, etc.) con sistemi di nuova concezione, in grado di poter assicurare (senza particolari problemi ambientali ed in tempi rapidi) incrementi di produzione di acqua potabile, come ad esempio, accade per la dissalazione dell acqua di mare in aree ubicate lungo il litorale e nelle isole. L obiettivo è quello di conseguire una concreta diversificazione delle fonti di approvvigionamento, tale da evitare che il Sistema Acquedottistico Regionale possa entrare in crisi, anche a fronte del ripetersi di anni siccitosi. Tali questioni non sono affrontate nei Piani di Ambito esistenti. L attuale programmazione risulta quindi carente perché non fornisce un adeguata risposta a: le problematiche attuali del settore, le cui priorità riguardano la conformità delle infrastrutture gestite alla normativa esistente, lo sviluppo del sistema di approvvigionamento per aumentare il grado di flessibilità dello stesso, l incremento degli interventi di manutenzione delle infrastrutture esistenti al fine del mantenimento del patrimonio gestito e della riduzione delle perdite fisiche e commerciali; le criticità emergenti del servizio, in particolare al rischio siccità. 9

10 Q4. Con riferimento alle pianificazioni degli investimenti già effettuate, si ritengono adeguate o, a prescindere dagli aspetti finanziari, necessitano di una revisione? Motivare la propria risposta. Oltre a quanto già evidenziato in merito alla sottostima del fabbisogno reale di investimenti segnaliamo come i Piani di Ambito non risultino spesso coerenti alle scadenze temporali fissate dalla normativa di settore per il raggiungimento degli obbiettivi contenuti nella stessa normativa. Q5. Se si dovesse individuare un pacchetto di interventi specifici, ben georeferenziati, per i quali definire una specifica strategia di promozione, quali potrebbero essere indicati? E di quale entità sarebbe il loro costo? Motivarne la scelta. In virtù delle priorità di intervento precedentemente indicate ecco di seguito il pacchetto di interventi specifici ai quali sarebbe opportuno dare precedenza assoluta: 1) Messa in sicurezza delle infrastrutture in gestione e interventi per la sicurezza e la salute dei lavoratori fabbisogno di 25 milioni di euro copertura nel Piano di 25 milioni di euro 2) Sviluppo del sistema fognario e depurativo per il recepimento delle direttive comunitarie in materia e il raggiungimento di importanti obiettivi di qualità ambientale fabbisogno di 390 milioni di euro o interventi su agglomerati > A.E milioni di euro o Interventi su agglomerati < A.E milioni di euro inseriti nel Piano Stralcio (copertura economica effettiva all interno del Piano ) interventi su agglomerati > A.E. per 132 milioni di euro, pertanto non trovano copertura economica interventi per 258 milioni di euro 3) Sviluppo del sistema di approvvigionamento al fine di ridurre il rischio di disservizi per effetto delle mutate condizioni climatiche e per aumentare il grado di flessibilità dello stesso fabbisogno di 550 milioni di euro copertura nel Piano di 94 milioni di euro 4) Incremento degli interventi di manutenzione delle infrastrutture esistenti 10

11 fabbisogno di 650 milioni di euro copertura nel Piano di 290 milioni di euro 5) Riduzione delle perdite fisiche e commerciali fabbisogno di 135 milioni di euro copertura nel Piano di 44 milioni di euro Q6. Si ritiene che potrebbe essere utile adottare anche in Italia qualche formula di sostegno agli investimenti sul modello di quelle già adottate all estero? Q7. Si ritiene che modelli di questo tipo possano essere sostenuti attraverso opportune componenti tariffarie? Q8. Quali altri modelli ritenete che possano essere adottati nel caso italiano, con la finalità di favorire gli investimenti nel settore, tenendo conto degli esiti del referendum che ha abrogato il riferimento all adeguatezza della remunerazione del capitale investito? L'elevata mole di investimenti necessaria allo sviluppo delle infrastrutture non può essere finanziata esclusivamente dalla tariffa. Sarebbero quindi necessarie forme di sostegno per interventi ritenuti strategici a livello locale/regionale/sovraregionale (ad esempio la realizzazione di invasi per garantire l accumulo della risorsa), anche se l attuale crisi della finanza pubblica non sembra essere in grado di poter sostenere tali interventi. Le strategie di finanziamento sarebbero sicuramente agevolate favorendo la presenza, nel pool di finanziatori, di quei soggetti costituiti dallo Stato Italiano o dall Unione Europea per favorire gli investimenti nelle infrastrutture (Cassa Depositi e Prestiti; BEI; ). Nell attuale fase congiunturale, in cui il mercato finanziario non concede finanziamenti oltre i sette anni, ciò permetterebbe il finanziamento anche degli interventi di lungo periodo. Q9. Quali sono gli aspetti di maggiore criticità del rapporto utente-gestore? E quali sono gli interventi a tutela del consumatore che si ritengono prioritari? Motivare le proprie risposte. Q10. Con riferimento all applicazione della carta dei servizi, quali sono gli aspetti di maggiore criticità riscontrati? E quali sono gli interventi a tutela del consumatore che si ritengono prioritari? Motivare le proprie risposte 11

12 Aldilà delle problematiche connesse all assenza di un quadro unitario nazionale di standard qualitativi minimi comuni a tutte le ATO, che si auspica sia superato con l attività che sarà svolta, anche su tale materia, dall Autorità, si evidenziano i seguenti elementi di criticità aggiuntivi a quelli già evidenziati nel documento di consultazione: Aspetti tecnici del servizio: continuità della fornitura e disservizi connessi alla vetustà delle reti e disponibilità stagionale della risorsa; estensione del servizio ad aree non allacciate all'acquedotto (la crisi idrica dovuta a fenomeni di siccità determina un aumento di richiesta di estensione da parte di utenti serviti da fonti autonome attualmente in sofferenza quantitativa); problematiche infrastrutturali ereditate dalle precedenti gestioni che determinano criticità di erogazione difficilmente risolvibili in assenza di investimenti rilevanti che modifichino le condizioni di servizio (ad esempio problematica della pressione in centri urbani); presenza di scarichi fognari <2000 AE in aree urbanizzate non risolvibili per assenza di risorse economiche; Aspetti commerciali o gestione delle perdite occulte interne all'utenza. La contabilizzazione della dispersione determina costi elevati all utenza - aggravando il rischio di insolvenza e di contenzioso - non coperti o parzialmente coperti da assicurazione. L assicurazione è attivabile unicamente dal gestore/aato non essendoci al momento compagnie assicurative che coprano tale rischio direttamente con l utente; allo stato attuale anche l unica compagnia assicurativa che copre questo rischio nel territorio dell ex ATO 3 Medio Valdarno pone comunque condizioni onerose per la continuazione del rapporto. Potrebbe essere auspicabile un meccanismo universale di garanzia di riconoscimento della perdita (eventualmente da limitare alle sole utenze domestiche) coperto dalla tariffa (quindi senza sottoscrizione di polizza) da applicare sulla quota fissa, ovvero prevedendo l obbligo assicurativo per tutti gli utenti il cui costo potrebbe essere inserito nella quota fissa. Tale meccanismo deve prevedere una rigorosa definizione di perdita occulta e una quota di franchigia (in quanto deve essere mantenuto l incentivo al puntuale controllo dell impianto interno a carico dell utente). Oltre il valore di franchigia, ed entro un valore massimo da definire, l abbattimento del costo per l utente dovrebbe essere totale. Per tutte le altre utenze potrebbero valere le condizioni applicate attualmente da gran parte dei gestori (sottoscrizione di polizza o, in assenza, accesso alle agevolazioni secondo le norme del regolamento). In alternativa, e coerentemente agli obbiettivi di sviluppo del sistema di misurazione dichiarati nel documento dall Autorità, la riduzione delle perdite interne potrebbe essere perseguito mediante la sostituzione degli attuali contatori e l implementazione di un sistema di autolettura che garantisca anche la trasmissione di informazioni all utenza sui consumi, compreso l esistenza di un consumo anomalo. Publiacqua ha effettuato un progetto pilota con l obiettivo di testare una tecnologia di telelettura e di individuare i possibili utilizzi e servizi aggiuntivi da offrire ai 12

13 clienti del servizio idrico. Nel corso del test sono stati installati sistemi di telelettura su contatori. I risultati sono stati positivi riscontrando solo alcune criticità operative nella sostituzione del contatore e della installazione del modulo radio, facilmente risolvibili mediante pianificazione dei lavori oppure piccoli lavori edili aggiuntivi (allargamento cassette alloggiamento contatori). Lo sviluppo del sistema sull intera utenza servita deve tenere conto delle seguenti questioni: costo, quantificabile a circa 190/200 euro a punto di misura nel caso sia necessaria la sostituzione del o o o o o contatore, 140/150 euro a punto di misura nel caso in cui tale sostituzione non sia necessaria (nel caso di Publiacqua su 379 mila contatori, circa 131 mila non necessitano la sostituzione); definizione di accordi commerciali per l affitto dei luoghi dove vengono installate i concentratori per l acquisizione/trasmissione dati e riconoscimento del canone di locazione (da valutare la possibile integrazione con altri operatori di servizi a rete); tempistica di implementazione (da uno a due anni a seconda del territorio); disparità di costo per le famiglie numerose a parità di consumi pro capite; gestione commerciale delle utenze condominiali e utenze raggruppate (ripartizione dei consumi rilevati al contatore generale); definizione del punto di consegna. Il contatore non sempre infatti è localizzato al confine tra area pubblica/privata e la gestione delle reti interne, oltre a determinare una dispersione della risorsa non contabilizzata al momento in cui la rottura si determina in area privata, determina un contenzioso tra il gestore e l'utente sul quale sia il soggetto che deve intervenire perché responsabile della manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti interni; definizione di una policy per la concessione delle rateizzazione degli importi fatturati omogenea; valore del deposito cauzionale e sistema di applicazione. E utile a definire a livello nazionale un meccanismo omogeneo di applicazione del deposito cauzionale e dei meccanismi di applicazione che tenga conto: del rischio effettivo di morosità connesso alle tempistiche previste nella carta del servizio per il recupero del credito; sistemi di premialità per utenti che pagano regolarmente (ad esempio riduzione del valore del deposito per utenti che negli ultimi due anni hanno pagato la fattura alla sua scadenza; esenzione dal deposito totale o parziale di utenti che domiciliano la fattura;.). Per quanto attiene il rischio, la conclusione delle attività di recupero del credito con la rimozione del contatore può avvenire con un ritardo di 251 gg. rispetto all inizio dei consumi, stante comportamenti efficienti del gestore (fatturazione trimestrale e 4 giorni tra lettura e fatturazione) e tempi ristretti di sollecito e chiusura previsti nelle carte del servizio. 13

14 La stima è quindi effettuata in base a situazioni che possiamo ritenere già avanzate sia nel sistema commerciale del gestore sia nel meccanismo di regolazione. Un deposito cauzionale pari a un anno di consumo rappresenta quindi un coerente meccanismo di riduzione del rischio commerciale. Si evidenzia a tal proposito che Publiacqua ha avviato meccanismi che incentivino l utente al pagamento puntuale delle fatture. Il valore del deposito cauzionale è infatti differenziato a seconda che l utente nel biennio precedente non abbia mai ricevuto un sollecito, sia stato sollecitato una volta, sia stato sollecitato più di una volta. Ogni anno il valore del deposito cauzionale viene rivisto per gli utenti che escono da una categoria per entrare in un altra. Nel corso del 2012 l aggiornamento ha visto un incremento del valore del deposito cauzionale pagato a causa del maggior numero di utenze che sono passate nelle fasce di penalizzazione per ritardi di pagamento. Infatti, su utenze adeguate, il 66% è passato in fasce di maggiore penalizzazione rispetto alla fascia precedente. Il deposito cauzionale potrebbe essere fruttifero di interessi calcolati al tasso legale. Q11. Si condivide l analisi relativa alla metodologia tariffaria esistente? Motivare la propria posizione. Oltre a quanto evidenziato si rileva come il limite K all'incremento annuale delle tariffe sia stato un ostacolo al riequilibrio di errori in sede di programmazione iniziale (sopravvalutazione ricavi per errori in sede di stima della domanda e/o di definizione dell'articolazione tariffaria; sottovalutazione costi; sottovalutazione investimenti necessari allo sviluppo del servizio; ) sia alla revisione degli obbiettivi di servizio per l'inclusione di investimenti necessari al superamento di criticità emerse in una fase successiva alla programmazione di ambito. Il tetto all'incremento delle tariffe ha spesso determinato un trade off tra esigenze di riallineamento delle previsioni tariffarie (in particolare la riduzione dei ricavi previsti e l'inclusione dei conguagli) e i livelli di investimento attesi e necessari, anche per mutate condizioni normative. Q12. Si ritiene che l eterogeneità del territorio servito possa essere compatibile con un unica metodologia tariffaria comune a tutte le gestioni? Motivare la propria posizione. La Metodologia tariffaria deve essere unica e comune a tutte le gestioni al fine di garantire la realizzazione degli investimenti e incentivare la progressiva standardizzazione delle condizioni di fornitura del servizio. L'eterogeneità del territorio, le differenti condizioni di partenza, l insieme e i diversi obbiettivi di qualità territoriali devono essere considerate nella determinazione dei livelli tariffari e degli obbiettivi di qualità di ambito (compreso il valore del coefficiente di perdita std. che interviene nella determinazione della quota 14

15 parte della tariffa espressa a consumo; cfr documento AEEG), ma la certezza regolatoria, elemento sine qua non per garantire la finanziabilità dei piani di ambito, richiede un omogenea ed univoca applicazione a livello nazionale del metodo di determinazione della tariffa. Allo stesso tempo, gli obbiettivi di qualità del servizio e di sviluppo degli investimenti, perseguibili superando la frammentazione del settore, richiedono meccanismi di incentivazione. Tali meccanismi dovrebbero essere finalizzati, da una parte, al superamento delle situazioni caratterizzate dalla presenza di gestori che svolgono solo alcune attività parziali del servizio o gestiscono parti del territorio pur in presenza del gestore unico di ambito, e, dall altra, all integrazione e aggregazione delle gestioni. E di tutta evidenza che la crescita dimensionale dell impresa e la conseguente maggiore solidità patrimoniale ed efficienza possano favorire il finanziamento. Sarebbe pertanto auspicabile la previsione di misure specifiche che incentivino l aggregazione, almeno alla dimensione regionale. Q13. Quali sono gli aspetti critici dell attuale MTN che, si ritiene, sia necessario risolvere prioritariamente? L'attuale Metodo e la normativa di settore non sono in grado di garantire il finanziamento degli investimenti. Il quadro regolatorio inoltre risulta frammentato ed eterogeneo, con elevata discrezionalità da parte delle Autorità di Ambito nel definire in Convenzione elementi di regolazione fondamentali. Il periodo regolatorio stabilito dal MTN (triennio) risulta inoltre limitato anche in considerazione delle necessarie tempistiche per attuare il processo di revisione tariffaria che, in quasi tutte le esperienze avute, dura almeno un anno (senza contare il tempo di controllo della revisione da parte del CONVIRI, atto fondamentale per dare certezza al contenuto del piano stesso). I costi modellati non sono mai stati aggiornati, rendendo di fatto inadeguato il termine di riferimento per l applicazione dell efficienza. Si ricorda inoltre come il sistema incentivante al raggiungimento degli obbiettivi di qualità e di efficienza sia scarsamente normato nelle convenzioni, con previsioni per lo più centrate su meccanismi di penalizzazioni. Per superare le difficoltà del Metodo fin qui in vigore è opportuno definire con chiarezza, anche all interno della Convenzione tipo: 1) l eliminazione del k; 2) i meccanismi di rivalutazione dei costi a conclusione di ciascun periodo regolatorio; 3) le modalità di incentivo al raggiungimento di maggiori efficienze, sia nella gestione che negli investimenti; 4) il riconoscimento del capitale circolante; 15

16 5) il sistema di calcolo dell indennità da riconoscere al gestore uscente a termine concessione per gli impianti non completamente ammortizzati, fermo restando la validità dei meccanismi già previsti nelle Convenzioni in essere, laddove previsti; 6) il sistema di tutela nei meccanismi di subentro perché sia garantito il pagamento dell indennità; 7) gli incentivi per raggiungimento di obbiettivi di qualità commerciale e di standard di servizio; 8) superamento del meccanismo di price cap che nel passato ha rappresentato un freno allo sviluppo degli investimenti (cfr q.11); 9) riconoscimento degli oneri finanziari sufficienti a coprire il rischio connesso alla gestione del servizio; 10) prevedere criteri omogenei per la definizione di manutenzione straordinaria (es. 3 mt lineari di sostituzione) e definire costi standard. Costi standard possono essere previsti anche per altre tipologie di investimento (ad esempio sostituzione contatore). La definizione del costo standard deve comunque tener conto delle specificità locali (ad esempio costo interventi in centri storici ) 11) riconoscimento dei costi passanti e comunque su cui il gestore non può realizzare efficienze (Consorzi di bonifica; canoni d uso o di attingimento; IRAP, quote costo energetico non aggredibile da gestore ), Q14. Si concorda con gli obiettivi a cui tendere e con la struttura generale del modello tariffario? Evidenziare eventuali ulteriori considerazioni in merito. Si concorda con gli obbiettivi a cui deve tendere la regolazione. La certezza e la stabilità del quadro regolatorio e la definizione di meccanismi in grado di assicurare il finanziamento dei piani sono le condizioni necessarie a garantire il raggiungimento degli obbiettivi di tutela del consumatore e della collettività. Q15. Si concorda con le linee generali proposte per la nuova regolazione tariffaria? Motivare la propria posizione. In linea di principio si concorda con le linee generali indicate. Si evidenzia: 1 ) la necessità di dare certezza alla copertura dei costi mediante meccanismi di conguaglio nel caso di mancato raggiungimento del ricavo atteso, che si può determinare per: a) mancato raggiungimento del prezzo medio in conseguenza di errori nella determinazione dell'articolazione tariffaria; b) mancato 16

17 raggiungimento delle quantità vendute stimate. Il meccanismo deve poter essere annuale per consentire l equilibrio finanziario delle gestioni; 2) la revisione deve disciplinare anche le modalità di riconoscimento dei costi aggiuntivi connessi alla variazione di perimetro: entrata in funzione di nuove infrastrutture; nuove attività inerenti il servizio idrico svolte dal gestore, sia per mutamenti normativi che per evoluzione della domanda locale (ad esempio apertura di nuovi sportelli al pubblico). Tali costi devono essere riconosciuti al momento in cui si evidenziano e non nel periodo regolatorio successivo. 3) la struttura dei costi dei gestori è fortemente dipendente da costi determinati da variabili esogene e non completamente intercettabili dai processi di efficientamento (ad esempio i costi di energia, smaltimento fanghi). Sarebbe opportuno quindi prevedere meccanismi di riconoscimento, anche annuale, delle variazioni non dipendenti dal gestore. 4) il riconoscimento dei costi su parametri standard (quali le perdite di rete) deve essere effettuato tenendo conto delle condizioni esogene di servizio e degli obbiettivi di qualità previsti a livello di piano determinati a livello locale. E necessario quindi definire standard coerenti con le condizioni locali di servizio e piani coerenti con il sistema di incentivi connessi al raggiungimento degli obbiettivi di qualità; 5) la definizione di obbiettivi ottimali della qualità del servizio deve essere quindi effettuata tenendo conto anche delle priorità di investimento definite a livello locale. Q16. Si concorda con una eventuale durata del periodo regolatorio di 4 anni? In linea di massima si concorda con una previsione di 4 anni di durata del periodo regolatorio; devono comunque essere previsti meccanismi di salvaguardia nel caso di incrementi annuali dei costi esogeni al gestore (incremento costo energia elettrica; modifiche nelle normative di settore che determinano costi aggiuntivi;.) Q17. Quali dei capisaldi regolatori sopra descritti si ritengono essere prioritari? Si concorda con i capisaldi individuati (par e par 5.23). Per quanto attiene i meccanismi individuati, oltre a quanto già espresso nei punti precedenti, si evidenzia come l incentivazione per favorire alcuni investimenti deve essere effettuata tenendo comunque conto di come variabili non dipendenti dal gestore agiscono sul rispetto degli obbiettivi (ad esempio tempi per l ottenimento di autorizzazioni, espropri, ecc). Gli incentivi agli investimenti dovrebbero riguardare anche il raggiungimento di alcuni standard tecnici e di 17

18 servizio, oltre che il rispetto delle tempistiche, fermo restando che del loro mancato raggiungimento per responsabilità di terzi non può essere penalizzato il gestore. Per quanto attiene i meccanismi di aggiornamento annuale, è necessario che il gestore sia tenuto indenne dal rischio connesso ad errate valutazioni sui volumi venduti o in sede di definizione dell articolazione tariffaria. A fronte di significativi scostamenti degli oneri finanziari potrebbero essere previsti meccanismi di riallineamento. Q18. Quanto tempo si ritiene sia necessario prima che la nuova regolazione possa trovare piena applicazione con riferimento a tutte le gestioni, ivi comprese quelle che gestiscono in modo non integrato solo alcuni dei servizi cui il SII fa riferimento? La piena applicazione della nuova regolazione trova alcuni ostacoli tra cui la scarsa affidabilità, completezza e coerenza delle banche dati esistenti. In particolare si evidenzia come la definizione del CIR possa trovare elementi di criticità nella disponibilità dei dati dai precedenti gestori, in particolare dagli Enti locali, che non possono ricadere sul gestore, determinando una disparità di trattamento tra gli stessi che non dipende dall effettiva capacità organizzativa del gestore stesso ma da fattori esogeni. Si evidenzia, ad esempio, che negli archivi di Publiacqua la data di entrata in funzione delle reti idriche è valorizzata solamente nel 18% dei casi e quelle fognarie nel 23%. Ricostruire in maniera analitica il costo storico delle infrastrutture gestite è un attività complessa che, non solo, può richiedere più tempo rispetto alle esigenze di entrata a regime del nuovo sistema tariffario, ma che può anche risultare solo parzialmente effettuabile con dati certi. Sarebbe opportuno quindi che il sistema prevedesse la possibilità di ricostruire il costo storico dei beni a partire anche da dati stimati (ad esempio costo medio standard per anno di costruzione per i dati valorizzati; riconoscimento di una percentuale del valore a nuovo per quelli non valorizzati) Un ulteriore problematica riguarda la necessità di procedere alla 1) revisione dei piani economici finanziari; 2) revisione delle convenzioni in essere secondo lo schema di convenzione tipo o comunque secondo le regole definite dall Autorità. Ferme restando quindi le problematiche espresse, che devono trovare una soluzione tale da non penalizzare i gestori al fine di garantire la realizzazione degli investimenti necessari all ammodernamento delle infrastrutture e al raggiungimento degli obbiettivi di qualità, la data del 1 gennaio 2014 può ritenersi coerente all entrata in vigore del nuovo metodo. 18

19 Q19. Quali si ritiene siano le maggiori difficoltà per adeguarsi ad un sistema regolatorio come quello descritto in precedenza? Motivare la propria posizione. Le difficoltà di adeguamento al sistema regolatorio sono riferibili all elevata frammentazione fin qui avuta delle gestioni e delle esperienze di regolazione. In particolare si rileva: 1) assenza di dati certi trasferiti dai precedenti gestori ai gestori di ambito (cfr Q.18); 2) l'assenza di dati omogenei a livello locale e nazionale per l assenza di un meccanismo consolidato di acquisizione e trasmissione delle informazioni (l esperienza del SIVIRI non può considerarsi utile a tal fine). Tale assenza determina incertezze elevate sulla coerenza delle variabili e dei dati acquisibili nel breve periodo e quindi delle analisi che sugli stessi possono essere effettuate; 3) la necessità di definire gli obbiettivi di qualità a livello nazionale (e quindi il sistema incentivante) che trovino riscontro con le esigenze locali e quindi nei piani di investimento definiti dalle AATO. Per superare le difficoltà, in particolare quelle connesse all assenza di banche dati certe ed omogenee, si ritiene utile l adozione di meccanismi di parametrizzazione iniziale dei costi a partire dalle informazioni che verranno da gestori rappresentativi delle diverse realtà organizzative, infrastrutturali e territoriali. Q20. Quali altre attività, rispetto a quelle elencate, non attualmente interessate dalle metodologie tariffarie MTN o CIPE, sono svolte o potrebbero essere svolte dalle imprese? Q21. Si concorda con le tre tipologie di valorizzazione del servizio proposte? Come potrebbero essere distinte le diverse attività? Quali aspetti critici si ritiene esistano? Motivare le proprie risposte. Per quanto attiene le attività, oltre a quelle enunciate, si ricordano quelle connesse all utilizzo di infrastrutture gestite per la produzione e vendita di energia (fotovoltaico, idroelettrico, biogas, ecc ), la vendita di servizi telematici, di servizi a terzi (post contatore, fatturazione, engineering, espurgo pozzi neri, spazi pubblicitari ), utilizzo infrastrutture per attività di cablaggio televisivo, antenne UMTS, installazione fotovoltaiche ) In relazione ai meccanismi di valorizzazione, si ritiene che alcune attività possano essere svolte senza interferenze con il servizio idrico e quindi a completo vantaggio del gestore, a meno che gli investimenti necessari per la realizzazione delle stesse attività non siano inseriti in tariffa (in questo caso è da riconoscersi uno sharing). Per quanto attiene le attività elencate si specifica che: 19

20 1) per le attività svolte sul mercato (verifica qualità dell acqua per impianti interni, ecc ) la determinazione del prezzo deve essere effettuata assicurando il rispetto delle regole stesse di mercato e l integrale copertura dei costi sostenuti dal gestore, evitando che lo stesso costo sia sussidiato dagli utenti che non usufruiscono del servizio. In tal senso, e al fine di evitare il rischio di azioni distorsive del mercato stesso, i costi devono comprendere anche il margine per il gestore. 2) La questione degli allacciamenti risulta complessa perché, malgrado l attività sia strettamente attinente al servizio e la loro realizzazione comunque determini responsabilità in capo al gestore (dalla qualità dell acqua, alle eventuali rotture con le conseguenti perdite, ecc ), il Provvedimento AGCM ha previsto che tali attività siano soggette alla regola della concorrenza. Si propone che l attività in questione sia considerata obbligatoria e integralmente rientrante nel servizio idrico integrato. E altresì importante prevedere un adeguamento dei costi operativi correlati alla gestione dell attività in oggetto e, laddove non previsti, anche incrementi nei costi manutentivi. 3) le case dell acqua sono un servizio a favore dell utenza effettuato garantendo l universalità di accesso allo stesso; rispondono inoltre a finalità di risparmio ambientale (riduzione inquinamento, smaltimento rifiuti, ecc.). Per tali motivazioni si ritiene utile il loro inserimento (almeno per la parte attinente i costi di realizzazione e manutenzione ordinaria e straordinaria) tra i costi riconosciuti in tariffa; 4) le attività che vengono effettuate con infrastrutture o strumenti afferenti il servizio idrico (in particolare quelle che configurano un rischio per il gestore, quali il trattamento bottini, percolati da discarica conferiti negli impianti di depurazione; fognatura e depurazione acque reflue industriali o che possono essere svolte da altri soggetti economici) ma che non sono proprie del servizio, devono essere svolte mediante meccanismi di sharing; 5) alcuni costi per attività che non rientrano nel servizio idrico, ad esempio pulizia delle caditoie, gestione delle infrastrutture necessarie al deflusso delle acque piovane, manutenzione reti deflusso acque piovane, espurgo bottini, gestione fontane pubbliche e fontanelle di erogazione dell acqua devono essere svolte attraverso accordi specifici con i soggetti interessati e considerate attività esterne al servizio idrico. Q22. Quale delle due ipotesi di regolazione appena descritte si ritiene preferibile? Per quali motivi? L'obbiettivo di arrivare ad una regolazione di settore omogenea sull'intero territorio rende preferibile la seconda ipotesi, al fine di evitare che possano sussistere applicazioni diverse delle disposizioni dell Autorità e al fine di omogeneizzare il sistema di raccolta di informazioni del sistema e poter quindi procedere alla 20

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