C R icreativo. ruppo. G ulturale icreativo SI VOTA ESIRINNOVA. Ospedale Civile di Vigevano. Il menu di questo numero.

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1 G ulturale icreativo C R icreativo Supplemento al n. 2 - febbraio 2009 di Lomellina in Comune Ospedale Civile di Vigevano ruppo Il giornalino febbraio 2009 SI VOTA ESIRINNOVA L EDITORIALE Per il comune interesse dei soci Ci risiamo con un importante chiamata per tutti i soci del G.C.R.: le elezioni del nuovo Direttivo e, contemporaneamente, anche quelle del Collegio dei Probiviri (organismo preposto a pronunciamenti interpretativi sull applicazione dello Statuto). Le elezioni si terranno GIOVEDÌ 26 MARZO 2009 Prima di questo importante dovere / diritto, ISOCISO- NO CONVOCATI IL 27 FEBBRAIO PER L APPROVAZIONE DEL RENDICONTO CONSUNTIVO DI BILANCIO 2008 EDELBI- LANCIO PREVENTIVO Poiché l approvazione del bilancio ha sempre registrato una scarsissima partecipazione, non posso esimermi dal sollecitare un ampio coinvolgimento e una grande adesione per questo importante passaggio della nostra vita di gruppo: il capitale associativo appartiene a tutti e tutti devono dare il proprio contributo in termini d approvazione, di critica, di dissenso e/o di proposte operative per salvaguardare il patrimonio del G.C.R. In quanto alle elezioni, mi astengo da qualsiasi valutazione sull operato del Direttivo uscente: quello che si è fatto (e come lo si è fatto) è sotto gli occhi di tutti: si poteva certamente fare di più e meglio, ma l esperienza si acquisisce cammin facendo. Desidero, invece, soffermarmi sull impegno che comporta l eventuale elezione di chi desidera candidarsi. La scommessa di far rinascere questo Gruppo è stata vinta, ma continuare a farlo vivere sarà molto difficile L articolo prosegue a pag Il menu di questo numero Si vota e si rinnova L appuntamento Vienna, tra valzer e principesse Emozioni nella pelle! «Non arrossire quando ti guardo» L Epifania tutte le feste porta via? Quell ultimo Ponte di Legno, naturalmente Oh, che bel castello Ciao, fratellone Un itinerario d acqua (parte seconda) Folletti e allegria nel Natale 2008 in pediatria Come eravamo Alla conquista dello spazio Manuale di sopravvivenza per poveri disgr La Fucina ricorda il dottor Gusberti Buona pensione a Siamo tutti artisti?

2 G C R Gruppo culturale 26 marzo 2009 Elezioni per il nuovo Direttivo e il Collegio dei Probiviri se verrà a mancare l impegno e la dedizione di chi sarà eletto. Non basta partecipare alle poche riunioni mensili che, di norma, si svolgono nelle ore serali: alle decisioni deve seguire l impegno dei singoli nell attuare i deliberati del Direttivo, mettendo a disposizione il proprio tempo libero e i propri mezzi per finalizzare e attuare le attività che saranno delegate ai singoli componenti: è finito il tempo del dare quel poco che resta del proprio tempo libero! Allo spensierato entusiasmo e all incoscienza che ci hanno mossi nel 2003 nel tentare di fare qualcosa devono subentrare l impegno e la serietà operativa degli eletti: il gioco è diventato un lavoro! Affascinante, ma impegnativo. Mi piace richiamare, pertanto, alcuni stralci dell editoriale del febbraio 2006, in occasione della prima elezione del Direttivo: «il nostro Gruppo è di natura associativa, a carattere volontario e senza finalità di lucro, costituito allo scopo di favorire l aggregazione e la convivialità delle persone intorno a temi e attività di L articolo prosegue da pag. 1 comune interesse, e si caratterizza nel rispetto delle idee politiche, sindacali, religiose e culturali di ogni associato. Sono incompatibili con le finalità del Gruppo iniziative, attività o manifestazioni che perseguono scopi di propaganda politica e/o sindacale. In quanto associazione, il nostro G.C.R. è soggetto, in via generale, al dettato del Codice Civile e alla disciplina civilistica, fiscale e amministrativa che regola le stesse associazioni. Il nostro G.C.R. è un associazione, non riconosciuta (priva di personalità giuridica); è, quindi, soggetta a un autonomia patrimoniale imperfetta: i creditori possono far valere, infatti, le loro pretese, oltre che sul fondo associativo (il patrimonio dell associazione), anche sui patrimoni personali di coloro che hanno agito in nome e per conto del gruppo (presidente, direttivo, soci eventualmente dotati di procura ad agire in nome e per conto del gruppo). La responsabilità del G.C.R. e di chi ha agito in nome e per conto di esso perdura anche dopo lo scioglimento dell associazione o dopo la cessazione delle cariche dirigenziali». LUIGI PIRRO «Vota Antonio!» Totò impegnato in un comizio elettorale nel film Gli onorevoli. 2

3 Gruppo culturale G C R L appuntamento Scrivere l articolo d apertura del giornalino potrebbe anche essere qualcosa di piacevole se non fosse che, proprio questa volta, l argomento è quasi d obbligo. Inizio d anno, momento di fare due conti e tirare le somme dunque, beh, il risultato non è dei più soddisfacenti, è un sei tirato e risicato ma allora dov è l errore? Siamo onesti, un errore ci deve essere, oppure siamo noi che, come nuova gestione, avevamo grandi aspettative e il risultato non è stato così appagante? Può essere, ma strano, mi sembra un discorso già sentito, già fatto Il giornale del G.C.R. non può limitarsi alla cronaca delle gite effettuate, farcite di tante belle foto, o degli eventi a cui il solito gruppetto ha partecipato. Qualcuno ci ha mandato i propri scritti, timidamente altri ci hanno inviato foto e pensieri per le nuove rubriche che abbiamo inaugurato quest anno se deve essere l inizio di un più folto gruppo va bene, e allora che queste mie parole serviranno solo da incoraggiamento: PRO- PONETECI ALTRI ARGOMENTI, USIAMO QUE- STO GIORNALE COME MEZZO DI COMUNI- CAZIONE E INTERSCAMBIO. Ecco un esempio: fra breve si terrà l assemblea annuale dei soci: forza, è il nostro momento, per conoscere e farsi conoscere, per sentire le opinioni altrui ma anche per dire le proprie, per lodare ciò che è stato fatto ma anche per criticare (costruttivamente, s intende), insomma per dire la nostra! Quando ci incontriamo per la gita, quando aspettiamo il bus per il teatro, quando soddisfatti torniamo a casa con il nostro trofeo o anche quando ci ritroviamo al bar ricordiamoci che per avere ciò non dobbiamo mancare a questo APPUNTAMENTO! LAM Usiamo il giornale G.C.R. per proporre nuovi argometi 3

4 G C R Gruppo culturale VIENNA, tra valzer e principesse 4 A casa di Sissi e Cecco Beppe Mi dispiace, signor Mozart, ma sono già impegnata! Eravamo in sessantotto, ancora una volta, come è ormai consuetudine nelle megagite di questo gruppo che non molla, anzi che si fa sempre più attento e pronto a rispondere a ogni iniziativa proposta. Dunque, eravamo in sessantotto, davanti al passo carraio dell Ospedale, alle ore 5:15 del mattino, con un buio pesto e già pervasi dalla voglia di andare e di fare. Un viaggio liscio come l olio e l arrivo in hotel a Vienna, in pieno centro, già frementi di voglia di uscire per guardarci intorno. Abbozziamo infatti un timido giretto per le strade limitrofe e poi corriamo verso l appuntamento al ristorante con una fame da cinghiali. Nel pomeriggio incontriamo le guide, Ildegard, una dolce signora molto preparata e gentile e Karl, un personaggio strambo comunque degno di nota. A piedi ci dirigiamo nella zona pedonale, dove cominciamo a fare «ohhhhh» e a fare clic. Ci rendiamo subito conto dell importanza dell architettura che ci circonda ed entriamo con entusiasmo nel vivo della storia, attraversando il centro con la sua suggestiva struttura monumentale e rivivendo nella residenza imperiale di Hofburg gli sfarzi della famiglia Asburgo. Qui incontriamo il mito della principessa Sissi, dipinta in una serie di bellissimi quadri e stupenda nella sua chioma da Guinness dei primati (abbiamo infatti appreso che i capelli, di cui Sissi andava giustamente orgogliosa, arrivavano a toccare il pavimento. Pensate che si occupava di loro per ben tre ore al giorno!). Ci hanno raccontato che la Principessa non si prendeva cura solo dei suoi capelli, ma riservava una cura maniacale anche alla propria linea (era alta 172 centimetri per cinquanta chili di peso e con quarantasette centimetri di punto vita!). Probabilmente soffriva di anoressia, a causa delle drastiche diete e del movimento continuo, e mascherava il problema con la ossessione per un alimentazione sana. Assillata dal culto della propria bellezza, Sissi al secolo Elisabetta Eugenia Amalia di Wittelsbach in Asburgo-Lorena concentrava tutte le proprie energie nel tentativo di conservarsi piacente, giovane e magra (per sua fortuna la torta Sacher è stata inventata dopo la sua morte!) Non sto a elencarvi le meraviglie delle stanze reali, dei cortili, delle cupole; per questo sono più utili le fotografie. Mi soffermo, piuttosto, sull atmosfera raffinata e d altri tempi che permea questi luoghi, certo dovuta anche agli aristocratici palazzi, alle magnifiche chiese e ai curatissimi parchi presenti ovunque. Le carrozze trainate da quattro cavalli, ferme ai lati delle strade e negli antichi cortili, comunicano un vago senso di lentezza a questa città dallo spirito cosmopolita ma anche dal fascino provinciale. L eleganza a Vienna è una prerogativa sia del passato sia del presente; tutto è elegante, a partire dalla gente che passeggia, ai negozi, agli splendidi palazzi e alle meravigliose pasticcerie che esibiscono le devastanti torte Sacher e altre dolcezze simili (che

5 Gruppo culturale G C R Gruppo di famiglia in un castello. C è un grande prato verde tu ti metti davanti alla vetrina e sogni di accomodarti nel miglior tavolo, di assaggiare un pezzo di tutto quel bendidio sorseggiando una cioccolata densa e fumante. Per fortuna poi il respiro appanna la vetrina e tu non vedi più nulla e riprendi la tua strada senza voltarti, sigh!). Gradevole intermezzo ci ha procurato la banda viennese, che si è cimentata in una serie di valzer nella suggestiva cornice di palazzo reale e ci ha invogliato a fare un giro di Mozart sotto gli occhi di tutti. Approfitto per chiedere pubblicamente scusa all intraprendente dottor Alessi che, oltre a farsi masochisticamente pestare i piedi dalla sottoscritta nel corso di un pietoso balletto scoordinato, ha sopportato eroicamente gli sguardi di benevola compassione di tutto il pubblico presente. La foto di tale scempio è custodita negli archivi fotografici segreti del GCR. In pullman raggiungiamo il fantastico castello barocco di Belvedere, ora importante museo, che contiene tra l altro la più grande raccolta di dipinti di Klimt (tra cui il celebre Bacio e Giuditta), e il castello di Schönbrunn, detto anche la Versailles austriaca, non solo per gli 5

6 G C R Gruppo culturale Una femmina tra i maschi e un maschio tra le femmine L uomo tra le donne è la guida Herr Karl. La simpatica guida Fräulein Hildegard. splendidi e vastissimi giardini, ma anche per lo sfarzo incredibile che vi si può ammirare (ci hanno spiegato che tutto questo va a merito di sovrani illuminati che chiamarono a corte architetti geniali per creare una capitale sontuosa. Beh, senza dubbio ci sono riusciti). Simpatica anche la visita al famoso Prater, il parco divertimenti di Vienna, con la sua suggestiva ruota panoramica e le giostre più o meno strambe e affollatissime, come pure divertentissimo è stato il giro (per chi l ha fatto) alla cosiddetta casa pazza, una costruzione nata come abitazione popolare e poi rivisitata e impreziosita per opera di un architetto molto estroso, che ha dato vita a qualcosa che solo i bambini, meravigliosi nella loro sconfinata fantasia, avrebbero potuto progettare. Grande interesse ha suscitato anche la visita allo splendido duomo di Santo Stefano, che tra l altro è stato teatro di un episodio che ha catturato l attenzione di un consistente capannello di persone, tra cui noi, per via del posizionamento della corona in testa alla Madonnina, posta in cima al campanile da parte di un elicottero guidato da un bravissimo pilota che ci ha deliziato con una performance di tutto riguardo. Tutti i presenti, impettiti con lo sguardo all insù per quasi un oretta, sono esplosi in uno scrosciante applauso non appena la corona ha raggiunto l obiettivo. È stata una bella gita. Naturalmente in questo contesto non si riesce a raccontare ogni cosa, ma tutti i partecipanti esibivano alla fine un aria alquanto soddisfatta, ed è bello pensare che i ricordi che stiamo mettendo in cassaforte ci allieteranno quando, compiuti i cent anni, sarà ormai solo il nostro pensiero a viaggiare. ROSY FABBRO 6 Operazione prendi 3 e paghi 2 Il ritorno di Calamity Jane

7 Gruppo culturale G C R EMOZIONI nella pelle! può a lungo avere una faccia per sé stesso e «Nessuno un altra per la folla, senza rischiare di non sapere più quale sia quella vera» (Marguerite Yourcenar). Spesso, per convenzione, per educazione, per paura di soffrire, conduciamo la nostra vita in modo condizionato e non la viviamo come in realtà ci piacerebbe. Siamo naturalmente animali ma con il tempo abbiamo imparato a non seguire più l istinto, il cuore, i pensieri; abbiamo bloccato le emozioni e non diamo ascolto alle nostre sensazioni. Viviamo il tempo in modo programmato e razionale e non scopriamo la nostra vera anima. Così, forse, senza renderci conto non riusciamo a essere felici e non capiamo il perché. Lasciamo riaffiorare i nostri sogni e fantastichiamo, liberi di pensare come quando eravamo bambini. È tempo di aprire gli occhi, è tempo di concederci, di sentire e ascoltare il nostro intuito, i nostri sensi, i messaggi fisici, ciò che ci attrae. Si tratta di provare a visualizzare le esigenze interiori e provare a liberarsi dell abitudine di controllare i pensieri, affidarsi di più alle percezioni intuitive e meno alla logica. Il nostro intuito è la nostra saggezza e ci dà la capacità di riconoscere e realizzare ciò che veramente desideriamo. Articolo tratto dalla rivista Lifegate CI PUOI TROVARE IN INTERNET AL SITO PER COMUNICARE CON IL G.C.R. GCR77@LIBERO.IT TELEFONO, SEGRETERIA TELEFONICA E FAX G.C.R.: TEL PRESIDENTE: LUIGI PIRRO (CELL ) LUIGI_PIRRO@OSPEDALI.PAVIA.IT SEGRETARIO: ROBERTO_BONACASA@OSPEDALI.PAVIA.IT 7

8 G C R Gruppo culturale «Non arrossire quando ti guardo» Saper arrossire significa recuperare uno dei sentimenti più caldi dello stare al mondo La pacatezza, la sincera volontà di tenersi in disparte, il riserbo, la disponibilità ad arrossire in una parola, la timidezza! appaiono decisamente desuete in un epoca in cui il benessere si identifica sempre di più con la volontà di potenza, la capacità di farsi largo, la spudoratezza, scambiata inautenticamente per sincerità, l aggressività verbale e fisica. Educhiamo da subito i nostri giovani alla competitività esasperata, a non arrossire mai, a interpretare il silenzio solo come strutturale incapacità di calcare il palcoscenico della vita come protagonisti. Di qui, allora, la necessità etica ed esistenziale di recuperare la dimensione schiva dell anima, che non significa evitare, schivare la vita in carne e ossa, farsi da parte per vigliaccheria o per misconoscimento delle proprie abilità esistenziali, bensì saper rinominare il mondo all insegna del pudore, della giusta misura, del farsi spazio per l altro, del riconoscimento delle terre sacrali, misteriose e, quindi, indicibili dell anima. Saper arrossire significa recuperare uno dei sentimenti più caldi e originari del nostro stare al mondo; a maggior ragione in un orizzonte relazionale come il nostro, dove i sentimenti sono improntati al più gretto conformismo o sono gestiti in maniera quasi manageriale, a seconda del contesto specifico e dell utile immediato. I timidi, inoltre, rammentano in ogni momento anche ai più coraggiosi di noi i limiti costitutivi che da sempre ci abitano, soprattutto in una società ove la sicurezza virilmente esibita è non di rado una maschera tragica, deformante, finalizzata a celare biografie e vissuti insicuri, fragili, angosciati. FABIO GABRIELLI Ricercatore e docente di storia, filosofia e antropologia presso l Università di Lugano. 8

9 Gruppo culturale G C R L Epifania tutte le feste porta via? Quattro giornate bianche Non è mica vero: il G.C.R. ha organizzato l annuale gita sciistica proprio nei giorni e 10 gennaio del nuovo anno. La meta scelta: Ponte di Legno culla del Senatùr! Dopo due giorni di nevicata mega-galattica (si sarebbe potuto sciare anche restando a casa!), la partenza era fissata per le ore 13, dal cavalcavia vicino all Ospedale. Le telefonate dell ultima ora serpeggiavano nei cellulari per sapere se la gita sarebbe stata annullata, cosa che pare oggi tanto di moda (vedasi Terra Santa ) Perfettamente in orario, alle 13:40, ritardo italico compreso, la gita è allo starter. Alla velocità di venti km/orari, con alla guida l immancabile Fabio Pedroncelli, sotto una nevicata polare, il nostro pullman cercava di non scivolare sulle strade non perfettamente spazzate. La cosa curiosa era che, più ci allontavamo da casa, e meno nevicava, fino a che, arrivati al paesello, la neve era un lontano ricordo. L hotel Bellavista era decisamente confortevole, ma questa era una cosa che ci meritavamo, visto il flop dell anno passato. In realtà non si è capito bene bene la differenza tra camere inferior e camere superior, con relativo cambio di prezzo, ma al nostro solerte capogruppo Ambrogio è stato spiegato che le superior erano tinteggiate di fresco. Mah! La cosa più eclatante era che la stessa chiave di ciascuna camera corrispondeva anche a un armadietto sotto alla biglietteria degli impianti e questa cosa, per uno sciatore sfaticato, è il nec plus ultra della comodità. Altra comodità erano le scale mobili, sia in salita sia in discesa, che per lo stesso sciatore sfaticato di cui sopra, munito di scarponi ai piedi, sci in spalla, bastoncini in mano e zainetti a tracolla, sono una mano santa. Qui devo segnalare un tentativo di corruzione della scrivente, un chiaro boicottaggio alla libertà di stampa, un tappare la bocca alla verità ma nulla può ostacolare il diritto all informazione di tutti iscritti al G.C.R. (mi sono stati offerti solo cento euro per non raccontarlo!). Quindi scrivo: un noto medico dell O.R.L., sciatore esperto e scevro da cadute sulle piste, è inciampato e caduto proprio sui gradini della suddetta scala mobile, falciando una sciatrice davanti a lui. Il dispositivo di sicurezza ha subito bloccato il movimento della scala, con grande disappunto degli altri 9

10 G C R Gruppo culturale sciatori, che sono stati costretti a farsela a piedi; la signora presa alla sprovvista è stata soccorsa ma nulla di grave, la scala è rimasta bloccata tutta la sera e un bastoncino si è stortato. Questo per chiarire che, se la cifra fosse stata più alta, la cosa sarebbe stata insabbiata e messa a tacere Le piste erano tutte di media difficoltà qualche nera, ma niente di che, innevate egregiamente, poco frequentate e senza code alle risalite; quindi tutto bene. Mi sfugge il motivo che spinge i non sciatori a sfidare il freddo montano e la noia della giornata ma venite sulle piste anche voi con noi! Dopo quattro anni di sci insieme abbiamo formato un bel gruppo affiatato, ci divertiamo veramente. Litighiamo solo per la pausa pranzo: per non perdere il tempo di una discesa. Alla fine, però, le tagliatelle con la lepre o i crauti con würstel mettono tutti d accordo. CLASSIFICA SCIATORI: Dari / O.R.L., Massimiliano / portineria, Ambrogio / farmacia e Doretta / amministrazione con minisci senza racchette, Alessandra / istologia, Daniela / trauma, Antonella e Giovanna / laboratorio. FUORI CLASSIFICA E FUORI CLASSE: Matteo / amministrazione, con il suo personale stile a braccia aper- 10

11 Gruppo culturale G C R te, soprannominato Albatros. Ma nel turbine degli impianti e delle discese il gruppo si scompatta e aggrega altri compagni: Paolo / marito di Jessica, Roberto / Cup, e persino due gemelli, Mauro / idraulico e Fabio / manutenzione ma da quest anno abbiamo una importante new entry: Camillo / Medicina di Mortara e Gianni / compagno di camera e per stile sciistico, subito balzati entrambi al top della classifica. Citando il grande attore Totò nella sua A livella, anche lo sci livella ognuno di noi, senza distinzione di ordine e grado. Ripeto: ma venite a sciare con noi! Ponte di Legno: terra di confine tra Lombardia e Trentino, mescolanza di usi e costumi, dove il prodotto tipico offerto spazia dai pizzoccheri della Valtellina allo speck tirolese. Comunque la cucina dell albergo era eccellente. Alla sera del giovedì ci è stata servita anche la cena tipica : carne salada con fagioli e cipolline; calsù e gnocc de la cua; cervo in umido con torta di patate; sbrisolona con moscato offerto dal direttivo, sempre carino e presente. Un ringraziamento a loro! GIOVANNA RATTEGNI 11

12 G C R Gruppo culturale Quell ultimo Ponte di Legno, naturalmente 12 Ecco che cosa ci racconta una partecipante Anche quest anno sono riuscita a partecipare alla gita in montagna, dove mi ritrovo con qualche collega che già conosco, ma anche con qualcuno che non ho mai visto. Queste iniziative sono sempre buone occasioni per relazionarsi con persone che, al di fuori di questo ospedale, mi sembrano così diverse! La partenza da Vigevano è stata un po difficoltosa, il tempo non ci è stato troppo amico, la neve sulle strade continuava ad aumentare, ma una volta chiuse le porte del pullman, la nostra avventura è partita in allegria! All arrivo in albergo ognuno si è sistemato nella propria camera, poi tutti a cena e, senza neanche aspettare il dessert appuntamento con il maestro di sci, per i più piccoli e non solo. Il giorno successivo, tutti carichi, partiamo, chi per le piste a sciare, chi per il centro benessere a rilassarsi, chi per negozi a fare acquisti, chi per stradine di montagna ad ammirare la natura e i paesaggi invernali. A sera i soliti commenti: il più veloce, il più esaltato, il più stanco, il più elegante e, soprattutto, la più originale: la signora Swaroski (battezzata così da tutti!), che si è regalata uno scintillante casco zeppo di brillantini, che, come una stella cometa, indica il percorso, ma con il riflesso del sole rischia anche di abbagliarti e farti rotolare a valle! La novità di quest anno è stato il maestro, il dottor Schiantarelli, che si è rivelato un ottimo sciatore disposto a dispensare consigli a chi cercava di imitarlo (pur non riuscendovi!). La nostra Emi, sempre ilare, ha sfoggiato una pelliccia e un paio doposci Mammut che qualcuno alla partenza le ha scherzosamente nascosto (chissà chi!). Il cielo è sempre stato azzurro, il sole caldo e nessuna nuvola si è permessa di passare sulle nostre teste; tutte queste cosucce, unite alla buona compagnia, hanno dato la possibilità a ognuno di noi di trascorrere giornate serene. Al ritorno sul pullman, uno splendido coro di voci bianche e meno intona canzoni per grandi e per piccini con il prezioso aiuto dei piccoli Mattew e Diego! E così cantando, tra una stonata e l altra, si arriva a Vigevano in un lampo. Ciao a tutti e alla prossima scivolata. JESSICA PANZARASA

13 Gruppo culturale G C R Oh, che bel castello Una gioiosa domenica di dicembre noi si era in Germany, allegri come sempre, quando, a un tratto, si palesa tra la neve bianco e fatato, il castel di Biancaneve. Lambendo il cielo, ammantato dalla fiocca, parea invitarci a combattere la fiacca, così, scalando tutti insieme in compagnia, noi conquistammo l apogeo di Bavaria. Grandioso e ricco come pochi in questo mondo che bel maniero costruì Ludwig Secondo! La neve bianca lo trasformava in nuvola e a noi pareva di vivere una favola!!! ROSY FABBRO 13

14 G C R Gruppo culturale La neve quando arriva, arriva 14

15 Gruppo culturale G C R Ciao, FRATELLONE Ciao, fratellone, anche in questi ultimi mesi, bastava incrociare i nostri sguardi, punzecchiarci e rimetterci a ridere come abbiamo sempre fatto per tutti gli anni che ci siamo conosciuti e frequentati. Le tante marachelle (puro eufemismo!) che abbiamo combinato hanno contribuito a far nascere una grandissima e disinteressata amicizia, tale da farti affermare, nei rapporti con gli altri, di considerarmi più che un fratello e io ricambiavo chiamandoti fratellone. Non riesco a ricordare una cosa seria (!), una discussione, un litigio, una contrapposizione: eravamo dei pagliacci, delle marionette sempre alla ricerca dello scherzo, per noi vivere era ridere e il ridere ci faceva vivere. I ricordi sono solo quelli, quelli allegri, come quando davamo da intendere alle giovani badanti e/o familiari, pur di attaccare bottone, che eri stato abbandonato neonato dai genitori e vissuto, sino all età dell adolescenza, tra nomadi albanesi e rumeni che ti avevano, però, insegnato come leggere la mano e nessuna si sottraeva: ti preparavo così, in quattro e quattr otto, con qualche straccio di lenzuola e/o asciugamano, un bel turbante e la tua professionalità di veggente veniva fuori, con grande soddisfazione delle interessate che non sapevano, però, di nostre precedenti informazioni sul loro conto. Avevi, tra l altro, a cuore anche il benessere fisico dei tuoi colleghi, ti preoccupavi della loro evacuazione! Avevi una manina tanto delicata nel dispensare, a nostra insaputa, il guttalax, che nessuno di noi si azzardava, quando tu eri in turno, ad assumere qualcosa ma, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino! «Bastardi! fu così, un mattino, il tuo saluto mi avete fatto passare tutta la notte sul water!» e vedendo la tua faccia pallida, assonnata e quasi cadaverica, eravamo tutti soddisfatti, consapevoli che l intero boccettino di guttalax aveva fatto effetto! Non sarebbero sufficienti le pagine di questo giornalino per raccontarle tutte ma voglio ricordarti con una foto del lontano 1977 sul palcoscenico del teatro Cagnoni quando mettemmo in opera, come Gruppo ospedaliero, una commedia di Franco Fava. Con la stessa comicità e allegria hai calpestato il palcoscenico della vita e hai reso la mia «molto più allegra di quella che è se si ha un amico con cui fare due passi insieme ogni tanto» (A. J. Cronin). Ciao, fratellone. L. P. Il 4 febbraio è mancato Gianfranco Mazzoli, mitica colonna dell Ospedale di Vigevano 15

16 G C R Gruppo culturale Un itinerario d acqua (PARTE SECONDA) La parte prima dell itinerario è stata pubblicata nel numero di ottobre 2008 del Giornalino 16 Cullati dalla corrente Mi faccio portare dalla corrente per superare questa nuova curva. Si capisce che ci stiamo avvicinando alla terza parte del fiume, quella che convoglia l acqua in un unico alveo, senza più dividersi in rami multiformi; infatti è abbondante e con una notevole velocità, ma la sua forza è regolare e segue un unica direzione. Lascio che il kayak segua il flusso della corrente e senza difficoltà mi ritrovo più a valle. Qui, improvvisamente, il Ticino si apre in un ampio slargo, dove l acqua sembra un grande lago, appena in movimento. Sulla sponda sinistra vi sono dei bagnanti davanti al lido di Motta Visconti, più avanti si vede un cartello con scritto metanodotto che mi ricorda anche che sulla sponda destra vi sono i boschi vigevanesi dei Ronchi, raggiungibili scendendo dalla strada che parte dalla frazione Sforzesca. Vedo davanti a me un assembramento di imbarcazioni; approfittando della acque calme molti canoisti si sono radunati per festeggiare; mi avvicino e, da una barca in legno, mi vengono offerti dei cioccolatini presi da un sacco di almeno 10 kg, e un bicchiere di vino; ai cioccolatini non so rinunciare, ma al bicchiere di vino, in questa circostanza «Ma è di quello buono,» insistono e va bene Con gli amici decidiamo di andare oltre e pagaiamo speditamente, ma poco dopo ci troviamo davanti un nuovo sbarramento di imbarcazioni, ben allineato, come un esercito di polinesiani in guerra; zigzagando fra le canoe arrivo vicino all imbarcazione centrale: è una barca in legno condotta in piedi, nel modo dei pavesi; la persona che sta dietro è un ragazzo; quella che sta ritta davanti, slanciata verso la prua, come una polena scolpita delle navi a vela dei corsari, è una ragazza che voga aritmicamente, in topless; capisco, allora, che l attrazione che suscita non è data dai grandi meriti militari, ma da antichi richiami naturali. Intanto la corrente ci trasporta tranquillamente e osservo davanti a noi una delle ultime isolette che incontreremo; rialzata rispetto al fiume, con una sabbia finissima e luccicante; nella parte più pianeggiante noto uno scheletro di capanna: dei pali infissi nel terreno, con un accenno di tetto, su cui certamente qualcuno stendeva dei teli per ripararsi dal

17 Gruppo culturale G C R sole; vicino una panchina di assi e un supporto in sassi per la griglia, poco lontano una rete da pallavolo stesa fra due bastoni; ne avevo visto qualcuna anche prima, ma era meno rifornita di accessori di questa; sicuramente è molto usata, perché qui possono arrivare i motoscafi senza difficoltà, poiché l acqua è più profonda. Improvvisamente lo specchio d acqua davanti a noi si restringe e la corrente acquista maggiore forza, trascinando velocemente il mio kayak verso una curva a gomito del fiume; l acqua sbatte contro la sponda, alzo gli occhi e vedo uno spettacolo incredibile: una massa enorme di tronchi, bianchi, scortecciati, rilucenti al sole, è accatastata contro le prime piante del bosco, che arriva ai margini dell acqua; mi ricordano le cataste di legna delle segherie; anzi, le piante così intere e ben allineate ricordano le palizzate in legno dei fortini del Far West. Penso alla potenza dell acqua durante le piene, che sradica gli alberi, li trascina con sé, li sbatte con forza contro gli ostacoli e poi li denuda strappando loro la corteccia, lisciandoli e rendendoli splendenti. In effetti mi ricordo quando andavamo a vedere le piene del fiume dal ponte di Vigevano: quando, sotto, l acqua è immensa, occupa tutto il letto del fiume da sponda a sponda, a volte tracima verso la zona di Abbiategrasso e al centro la sua potenza forma cavalloni altissimi che si scontrano fra loro creando schiuma e gorghi. Ormai l acqua ci fa scorrere dolcemente davanti a un bosco di piante secolari, è il bosco della Zelata (vicino a Bereguardo), un area protetta della provincia di Pavia. Ma ecco che già davanti a noi si profila la sagoma del ponte di barche che taglia il fiume in tutta la sua larghezza e ci segnala che è giunto il momento della sosta per il pranzo. Mi avvicino alla riva, quasi tutta ciottolosa, metto un piede in acqua e splash scivolo sui sassi melmosi del fondo e quasi cado in acqua. Il ricordo torna immediato a quando ero giovane e al Ticino sopra Vigevano, dove si vedevano collinette di sassi bianchi, raccolti e ammucchiati per la vendita (servivano per le fabbriche di piatti, di vetro, di detersivi), simili ai mucchi immacolati che poi vidi più tardi nelle saline; quando ve n era qualcuno rotto si vedeva al suo interno la forma a grappolo dei suoi cristalli, e, se erano colpiti dai raggi del sole, brillavano intensamente, tanto da far pensare a pietre preziose di lontani regni esotici. I raccoglitori di sassi erano tutti conosciuti e famosissimi fra noi ragazzi, per il loro duro lavoro, l esposizione continua al sole e la pelle abbronzantissima. 17

18 G C R Gruppo culturale 18 Ma ormai siamo a riva, trainiamo le nostre barche all asciutto e ci prepariamo per il pranzo. Dopo il caffè, gustato al bar vicino al ponte, e un breve riposo, ci prepariamo per la seconda parte del percorso. Quest anno è piovuto poco, l acqua è bassa e possiamo passare sotto le grandi barche di ferro e di cemento che sorreggono il ponte, per raggrupparci appena dopo, dove il fiume forma un grande slargo; subito ci appare la diversa conformazione del fiume: da qui inizia la terza parte del Ticino e si vedono le sue caratteristiche: le rive sono molto più vicine, l acqua scorre in una corrente unica, con molta acqua, ma uniforme. All improvviso un gruppo di canoisti in mezzo al fiume si agita e addita quello che sembra un tronco portato dalla corrente; invece si dirige diritto verso la riva opposta, poi si alza sul ghiaieto, si spaventa per le persone, corre inciampando e zigzagando fra le barche, grugnisce: è un cinghiale, che scappa veloce verso il bosco. Iniziamo la discesa: l acqua grange, ma tranquilla, ci invoglia a riprendere il percorso con molta lentezza; spontaneamente si formano dei gruppetti che parlano del più e del meno. I ragazzi davanti a me si raccontano di altre discese a cui hanno partecipato. Passiamo sotto il ponte di cemento dell autostrada Milano - Genova. Davanti a noi, ora, il fiume piega in una grande curva (scientificamente ansa, o meandro ): non è più il fiume del primo tratto, dove ogni curva significava aumento di corrente, sobbalzi, deviazioni in altre ramificazioni; qui l acqua scorre sì con più estensione e più volume, ma è più omogenea e compatta, quasi fosse più densa. Ormai è quasi una giornata che stiamo pagaiando e l acqua continua a scorrere, incessantemente. Chi era quel filosofo greco del panta rei, tutto scorre, e anche «nessuno può bagnarsi due volte nella stessa acqua dello stesso fiume»? Forse era Eraclito quindi quasi 2500 anni fa. Questo fiume è sempre lo stesso o è un altro rispetto a quello di stamattina? La sua acqua continua a scorrere e non è mai la stessa, eppure lo si definisce con lo stesso nome: è sempre lo stesso fiume? E anche la giornata che continua a scorrere, indipendentemente da noi. Mio figlio mi scuote, per indicarmi uno stormo di uccelli in volo sopra i boschi, la loro sagoma è appena un tratto di matita nera a forma di croce e il loro battito d ali è velocissimo; sono anatre, certamente germani reali che nidificano nelle zone umide limitrofe al fiume. Vedo una pianta isolata incagliata nel fondo, il posto non è pericoloso, l acqua è tranquilla ma bisogna sempre prestare attenzione. Chiamo Giovanni e gli indico il tronco, mi fa un cenno,come a dire: Non ti preoccupare,vai avanti! ; poco dopo sento uno schiamazzo dietro di me, giro l imbarcazione a monte e vedo il kayak di Giovanni in bilico sui rami della pianta, lui aggrappato agli altri rami nel tentativo di restare in equilibrio, gli altri che si fermano a curiosare o a dare consigli; intanto la corrente trova resistenza nell imbarcazione sulla pianta e con piccoli sobbalzi la spinge sempre più verso l alto, finché Giovanni, stremato, lascia la presa, rovinando lui e il kayak in acqua. Tutti accorriamo in soccorso, il giubbetto salvagente non permette nemmeno all amico di toccare la corrente, che è già a galla, il kayak è rovesciato, la pagaia galleggia leggera; ognuno recupera un pezzo e portiamo

19 Gruppo culturale G C R tutto a riva, dove Giovanni può rilassarsi, per poi riprendere la discesa. Ora ci facciamo cullare dalla corrente che segue ancora un grande curva; poco dopo, sulla sinistra, ecco il Lido di Pavia. In acqua il porticciolo è ben organizzato, con tante imbarcazioni attraccate. A riva la spiaggia di sabbia è ben curata e colorata da ombrelloni; poco sopra, dove inizia il verde del prato, ristoranti e bar sono animati dai turisti; dal porticciolo partono continuamente motoscafi che disturbano la nostra gita, ma noi cerchiamo di risolvere positivamente la situazione divertendoci sulle loro onde. Vedo, con piacere, anche molte barche di legno, condotte in piedi, come facevano i nostri amici dei cioccolatini del mattino; ora capisco il perché: qui il fiume è quasi un lago, molto largo, profondo, ma con poca corrente, per cui la remata più redditizia risulta essere quella in piedi. Proseguiamo lentamente e poco più avanti, in mezzo alle canoe, notiamo due uccelli che si divertono a nascondersi, immergendosi in acqua; «Sono cormorani?» chiede qualcuno; arrivo vicino a uno di loro, che ora nuota guardingo vicino alla riva; lo osservo meglio: il suo collo tozzo, la testa rotonda, ma soprattutto il suo colore marrone bruciato e il ciuffetto sopra la testa me lo fanno riconoscere meglio: è uno svasso maggiore. Non ne avevo mai visti prima, durante le innumerevoli uscite precedenti. Ormai dal fiume si vede Pavia. Le città, viste dall acqua, assumono tutta un altra dimensione; come entrare a Venezia dal mare e quante altre civiltà sono nate sui fiumi: tra il Tigri e l Eufrate, sul Nilo, sul fiume Giallo, la città eterna sul Tevere Passiamo sotto il ponte dell autostrada; da qui si vede molto bene stagliarsi sopra la città la cupola del Duomo rinascimentale; passiamo sotto il ponte della ferrovia e in lontananza si intravede il Ponte Coperto, ma subito a sinistra attracchiamo al lido del CUS Pavia. Seguono le premiazioni a sorteggio per i partecipanti: ma non c è da stare in ansia, ci sono libri e altre pubblicazioni del Touring per tutti. Il più giovane partecipante ha sette anni, il più anziano settantanove, chi arriva da più lontano è di Campobasso. Ormai non ci resta che ringraziare il Touring Club Italiano, che ogni anno ci permette di partecipare a questa festa, e anche il Ticino, la sua vallata e le sue acque, per le emozioni che riesce sempre a farci provare (in più io devo ringraziare la mia collega di lavoro che ha scambiato il suo turno con il mio, permettendomi di partecipare a questa giornata). LUIGI BARATTI Convenzioni news I nuovi esercizi che hanno aderito alla nostra proposta Centro estetico Il segreto del benessere Via Buonarroti, n. 5 - Vigevano 10% di sconto sui trattamenti estetici Isabo (abbigliamento bambini) C.so V. Emanuele II, n Vigevano 10% di sconto Tappezziere Milanesi Fabrizio Via Catalani, n. 4 - Vigevano 10% di sconto Caffetteria Il bello delle donne Via Veneto n Mede (PV) 10% di sconto sulle consumazioni e sugli acquisti 19

20 G C R Gruppo culturale Folletti e allegria nel Natale 2008 in pediatria Per i più piccoli, con entusiasmo Con l arrivo del mese di dicembre l atmosfera si carica della frenesia che precede il Natale: dalla corsa al regalo giusto alla scelta del menù per il cenone, dalle tavole imbandite con bontà di ogni sorta, alle città rese brillanti dalle tradizionali luminarie, dalla copiosa neve che ha imbiancato le feste alla alla ma certo alla tradizionale Festa di Natale della Pediatria. Una manifestazione organizzata al fine di rendere più leggera per alcune ore, ai bimbi e non solo, la permanenza in ospedale. Reduci dalla folle corsa dell anno passato, per la realizzazione dei costumi, decidiamo per quest anno di muoverci in tempo tempo?. ma è già Dicembre!! Non c è più tanto tempo! Il 17 dicembre (data fatidica) è già dietro l angolo! E noi abbiamo tanto da fare Dopo un veloce e animato summit, si decide: il tema del 2008 sarà i folletti. Lo spirito e l entusiasmo non mancano, sono quelli delle grandi occasioni, e in breve raggiungiamo il primo obiettivo, ossia far vincere ad alcune colleghe la paura e/o la vergogna e coinvolgerle a unirsi al piccolo gruppo delle pioniere del Natale Dopo la scelta delle stoffe, ben presto, la nostra sala giochi si trasforma nella sartoria casalinga di un atelier di moda taglia cuci allunga accorcia restringi e allarga! Che fatica! Per fortuna siamo solo in otto, e supportate nella realizzazione da mamma Sarah e mamma Roberta. Tra un orlo e l altro decidiamo che, oltre a mascherarci, potremmo dare un ulteriore contributo sul palco, andando così ad arricchire la già ampia scaletta. 20

21 Gruppo culturale G C R Dopo il debutto nel 2007 con Tu scendi dalle stelle, rimanendo in tema, decidiamo di proporre Jingle Bells (nella versione italiana), oltre, naturalmente, alla classica tombola con ricchi doni per i bambini. I giorni passano, arriva il fatidico 17, è l ora della resa dei conti; per rubare un termine cinematografico, direi «Si va in scena». I lavori fervono sin dal mattino. La regista (la caposala Emy, per la cronaca), con l aiuto di Silvia, Alice, Melania e Martina, allestisce le scenografie, la platea; Andrea, il tecnico audio, coordina e dispensa consigli in merito alla scaletta. Le follette invece, nei camerini, accordano la voce e fanno gli ultimi aggiustamenti agli abiti di scena. Sono le 15.00, tutto è pronto; dietro le quinte si dà lo stop a trucco e parrucco Ciak, si gira! Monica, la presentatrice Milly Carlucci della situazione, dopo i ringraziamenti di rito, chiama a esibirsi i dilettanti allo sbaraglio. Coordina gli improvvisati cantanti, ballerini e attori, che dal canto loro non vedono l ora di spendere le loro energie per una così giusta causa. A rompere il ghiaccio ci hanno pensato Federica e Andrea (quest ultima si esibirà anche in un balletto) con la canzone All i want for Christmas. I pionieri della CRI, Alice, Nicole, Letizia, Hamid, Ginevra e Melania si sono proposti ai bambini con un gioco di gruppo. Simona, e i ragazzi del Centro S.F.A.D. hanno rivisitato in chiave ironica La febbre del sabato sera, che è così diventata La febbre del mercoledì pomeriggio. Sara, la piccola follettina, ha allietato il pubblico con la melodia del suo flauto. I bimbi del coro multietnico ci hanno intrattenuto, invece, con una canzone e hanno regalato morbidi peluche ai bimbi presenti. Tra un artista e un altro hanno dato numeri e dispensato regali, con la tombola, le infermiere follettine : Gloria, Chiara, Morena, Tina, Elena, Loriana, Laura e la piccola mascotte Sara, oltre a un delizioso albero di Natale vivente, impersonato dal piccolo Diaddine. Certo, a ben guardare, di follettine particolari, ce ne stava- 21

22 G C R Gruppo culturale no: ad esempio, la follettina gigante la follettina con i tacchi la follettina birbona e dispettosa ma, tutte insieme, follettine cantanti da Corrida, che hanno intonato una meravigliosa Jingle Bells, dirette da Donatella e supportate dal pubblico in sala. Lo spettacolo si è poi concluso con due classici: l immancabile Babbo Natale, impersonato da Letizia, che ha distribuito caramelle ai bimbi, e il tradizionale buffet, allestito in Pediatria dalle Volontarie del Reparto (Enrica, Silvana, Costanza, Mina, Rosina). Dopo le incursioni delle follettine nelle stanze dei bimbi allettati e le tradizionali foto di rito, sono seguiti i brindisi e lo scambio di auguri. Un augurio di buon 2009 va anche a te che leggi. Ci auguriamo soprattutto di vedervi numerosi il prossimo Natale, con tante novità già in cantiere. GLORIA BIDDAU 22

23 Gruppo culturale G C R Come eravamo Eccoci arrivati al secondo appuntamento con la rubrica Come eravamo, inaugurata lo scorso anno, con l intento di far conoscere a tutti persone e fatti che hanno fatto la storia di questo nostro Ospedale. Dobbiamo dire, in verità, che non abbiamo ricevuto, come speravamo, valanghe di vecchie fotografie e testimonianze scritte, ma noi non abbandoniamo ancora la speranza che qualcuno sia sensibile a questa bella iniziativa, che potrebbe regalare vere ricordose emozioni a chi non è più un novellino e creare curiosità a chi desidera conoscere le vicissitudini del proprio luogo di lavoro. Per questa edizione vi proponiamo qualche foto davvero anzianotta, (grazie a chi ha accolto l invito e ha cercato nella scatola dei ricordi), in cui si vedono dipendenti e personalità del tempo che fu. C è poi una chicca, proprio lei, quella che s intitola no comment ma voi commentate pure senza pietà!!! Ancora una volta vi diciamo: collaborate insieme a noi a questa rubrica, spendete cinque minuti del vostro tempo per andare a cercare quella foto che sapete di avere e che potrebbe essere unica, e che proprio per questo diventa così preziosa. Il posto di lavoro è il luogo dove trascorriamo gran parte della nostra vita, forse non la migliore, ma comunque la nostra unica vita, e non ci sembra il caso di non dargli la giusta importanza. Dài, ragazzi, vi aspettiamo non fatevi desiderare troppo però No comment Bruna Sprocatti, Rosa Villa e Rita Saldarini. Suor Isabella e Bruna Sprocatti. Tra gli altri, Bruno Tavazza, Sergio Dulio e il presidente Balduzzi. IL COMITATO DI REDAZIONE 23

24 G C R Gruppo culturale Alla conquista dello SPAZIO Dobbiamo parcheggiare? Usiamo un minimo di senso civico! Parlare o scrivere di parcheggio può sembrare una banalità, una elucubrazione mentale, un esercizio senza finalità. Con il termine parcheggio si indica un luogo, uno spazio o una zona adibiti alla sosta di veicoli nonché la tecnica di deposizione dei veicoli per la sosta. Dicesi posteggio uno spazio delimitato entro il quale posizionare un veicolo, una persona, un animale; già volere farci stare un animale e un veicolo insieme può creare un problema. Facciamo un paragone con l allattamento: a nessun neonato verrebbe in mente di succhiare fuori dal capezzolo; perché allora a un adulto non crea alcun problema occupare arbitrariamente più di un posto? Sin dai tempi di Gengis Kan, la conquista dei territori fu considerata un problema; certo è insito nell animo umano lo spirito libertario, rivoluzionario, non incline a rispettare le regole; ma sfogare questi istinti nella quantità di area parcheggiabile conquistata? Eppure basterebbe poco Un minimo di senso civico; non recarsi al lavoro con auto-articolati travestiti da auto; pensare ai poveri diavoli che, volendo Dio, vorrebbero posteggiare subito dopo; essere presenti in corpo e spirito al fine di evitare dolorosi ammaccamenti di lamiere; non rovinarsi e/o rovinare la giornata altrui già dall alba, visto che per terminarla dovranno passare almeno otto ore. La morale di tutto ciò si riassume nell osservare le righe, i segni, i presagi, al fine di evitare la fatua dei dipendenti, i duri giudizi morali sulla madre e gli auguri di malanni vari inesorabilmente lanciati da chi si trova a uscire da un finestrino per colpa di un SUV di traverso. FRANCA PETRULLO 24

25 Gruppo culturale G C R Manuale di sopravvivenza per poveri disgr Può essere utile, per non perdersi d animo, scoprire quante e quali misure si possono adottare per non farsi prendere dal panico e trovare soluzioni dignitose per non soccombere agli eventi funesti di questi nostri tempi da lupi: guardarsi allo specchio e immaginarsi dieci anni fa com eravamo, sorridenti, più magri, più carini, più alla moda, più curati nei dettagli della nostra immagine; rintracciare le amiche o gli amici con i quali era bello ritrovarsi e ridere, anche se parliamo di qualche anno fa; cambiare pettinatura senza dover passare dal parrucchiere, inventandosi magari un acconciatura non troppo seria; cercare, tra gli abiti vintage (rivisitazione dignitosa dell aggettivo vecchi ) che ci sono sempre da qualche parte dei nostri armadi, quelle cose a cui eravamo affezionati, e provvedere ad allargare o ad allungare, a seconda dei casi, per giocare un po con le misure, i chili, le cerniere, i bottoni e le cinture trascorrere il tempo delle faccende di casa, se siamo donne, utilizzando gli auricolari dei nostri figli per sentire le Qualche consiglio per non soccombere a questi tempi 25

26 G C R Gruppo culturale e voi, come vi opponete a questi tempi difficili? Scriveteci i vostri trucchi! nostre musiche preferite senza che qualcuno ci disturbi o ci interrompa e invece facendoci prestare i giochi della play dai nostri figli, quelli d azione o di avventura in cui ogni tanto possiamo anche vincere, se siamo uomini; evitare di cucinare e sostituire la cena con pollo alle mandorle che vi sarete procurate nella rosticceria dei cinesini, dopo avere invitato il vicino di casa con cui avete bevuto una volta il caffè e sembrava socievole; se i bambini sono piccoli, mettervi in pigiama come i vostri bambini e farvi raccontare da loro la favola che hanno imparato all asilo o raccontarla voi a loro finché non vi addormenterete con loro; fare quel benedetto compito con vostro figlio, quello che non riesce bene da solo a risolvere e poi chiedere a vostro figlio di aiutarvi a trovare soluzioni dopo avere chiesto le loro opinioni a quel quesito che vi tormenta tutte le mattine quando andate al lavoro; fare la colazione insieme, ma invertendo i ruoli di chi la trova pronta ed essere di buon umore qualsiasi cosa vi venga proposta; salutare quel collega che fa sempre finta di non vederci e che anche noi ignoriamo oppure in sostituzione farvi un autoregalo andando dal gioielliere a comperare un piccolo cuore d oro da esibire Si può provare a vedere se funziona e poi eventualmente apportare le modifiche che in ogni caso sono auspicabili per le diverse situazioni e per la diversa indole dei giocatori. La gara per la sopravvivenza agli insulti che ogni giorno ci vengono rivolti dalle iniquità del sistema in cui siamo costretti a vivere sarà premiata da colui o da colei che suggerirà le soluzioni più efficaci e più economiche al tempo stesso. Vi invitiamo perciò a inviarci le vostre idee, opinioni o critiche eventuali. Auguri per tutto. MARIA GRAZIA FRANZOSO 26

27 Gruppo culturale G C R La Fucina ricorda il dottor Gusberti Questo è il mitico dottor Gusberti, uno degli indimenticabili, il pediatra che si prendeva davvero cura dei bambini, quello che ti insegnava a curare tuo figlio nei piccoli malesseri quotidiani, quello che ti dava affidamento e tranquillità. E anche quello che ti faceva avvolgere il tuo bambino in una coperta di lana e portarlo, febbricitante, nel suo studio alle dieci di sera per visitarlo e magari non voleva nemmeno essere pagato. Io, Mariapia Manzini, assistente sanitaria visitatrice, in pensione da ormai vent anni, lo voglio ricordare ai giovani, a quelli che ne hanno solo sentito parlare e a quelli che l hanno invece conosciuto e ne sentono ancora oggi la mancanza. Io e mio marito, per convinta scelta, abbiamo accolto nella nostra casa bambini disabili come figli adottivi (abbiamo due figli nostri, ma sono ormai grandi). Il primo bambino adottato, affetto da sindrome di Down, entrò nella nostra casa a soli tre mesi (oggi ha vent anni), e io, immediatamente, lo sottoposi a visita pediatrica. Ricordo che il dottor Gusberti, dopo averlo visitato e rivoltato per bene, mi sorrise e sentenziò: «Manzini, al fiö al sta bèn, a l è un spetacul!» e aggiunse i personali complimenti per l ardua scelta mia e di mio marito. Si racconta di lui che andasse a visitare i bambini delle famiglie nomadi con cartocci di bistecche di filetto da dare ai piccoli malati per accelerare la loro guarigione. La malattia ce l ha tolto troppo presto, il nostro Gusberti, ma noi abbiamo proseguito a mettere in pratica i suoi insegnamenti (che la scienza non ha mai smentito), continuando a cuocere la crema di riso, a far bollire le carote in caso di diarrea, a grattugiare le mele con l utensile di vetro, certi della sua approvazione celeste. In Sua memoria abbiamo creato un Associazione che porta il nome La Fucina, in cui opera un gruppo di volontari che si occupa di bambini disabili. «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.» Sette dei nostri volontari sono venuti con il vostro Gruppo a vedere gratuitamente lo spettacolo di Gigi Proietti. Li avete trattati benissimo e oggi vi ringraziano per il simpatico gesto e per la sferzata di allegria che è andata ad aumentare la loro già abbondante buona volontà. Vi ringrazio con tanto affetto. MARIAPIA MANZINI Chi può dire «non lo conoscevo»? 27

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