Inabilità al lavoro, rischi meccanici e psicosociali, su Eurofound studio norvegese

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1 Inabilità al lavoro, rischi meccanici e psicosociali, su Eurofound studio norvegese Pubblicati da Ewco (Eurofound), Osservatorio europeo sulle condizioni di lavoro, i risultati di uno studio condotto in Norvegia dalla Statistics Norway, sui rischi meccanici e sui rischi psicosociali correlati al lavoro che contribuiscono all inabilità lavorativa nella popolazione norvegese (Work-related psychosocial and mechanical risk factors for work disability: A three-year follow-up study of the general working population in Norway). Secondo i dati pubblicati dalla ricerca, il lavoro monotono, il lavoro che costringe a lunghi periodi in piedi, la ripetuta flessione del collo e l esposizione a vibrazioni del corpo intero possono rappresentare cause importanti di inabilità al lavoro. In Norvegia il 45% della popolazione lavorativa è esposta a questi fattori di rischio e il 10%. è in prestazioni di invalidità, quota superiore alla media europea del 6% (dati Ocse). La ricerca è stata condotta con un campione di intervistati di età compresa tra i 18 e i 66 anni impiegati stabilmente in un lavoro retribuito per almeno 10 ore settimanali. Le interviste sono state ripetute dopo tre anni. 176 (il 2,6% degli intervistati) gli individui che dopo tre anni sono risultati inabili al lavoro. Cinque i fattori psicosociali legati al lavoro e otto le esposizioni meccaniche correlabili all inabilità al lavoro. Tra questi, il lavoro monotono e bassi livelli di supporto da parte della leadership. Tra i rischi meccanici cause più diffuse sono l esposizione a vibrazioni sul corpo intero, l esecuzione continuata di pesante lavoro fisico, l esposizione a posture incongrue che determinano flessione del collo e lo svolgimento di mansioni che obbligano ad una prolungata stazione eretta. Tassi di disabilità sono risultati più elevati tra le donne, nei lavoratori più anziani, per quelli con un minor numero di anni di istruzione e quelli con livelli più elevati di stress psicologico e disturbi muscoloscheletrici. Lo studio ha infatti mostrato che il tasso di inabilità aumenta con l età ed è più alto tra le donne (3,4 %) rispetto agli uomini (1,9 %), tra i lavoratori con livelli più bassi di istruzione rispetto a quelli con istruzione universitaria (0,6 %). Per approfondire: risk factors for work disability. fonte: quotidianosicurezza.it 3 settembre 2013

2 SriLankan Cares, campagna sensibilizzazione Disability Is Possibility SriLankan Cares, divisione di SriLankan Airlines che si occupa di responsabilità sociale, ha condotto una dei programmi di sensibilizzazione sulla disabilità per il proprio personale dal titolo Disability Is Possibility. La campagna si pone l obiettivo di cambiare l atteggiamento della società verso le persone che alla nascita o nel corso della loro vita sono divenute disabili. Il programma ha promosso un momento di dialogo e riflessione ispirato da Maliq Deane, ex membro di equipaggio di SriLankan Airlines, che ha condiviso la propria esperienza personale e quella di sua moglie Angie coincisa con la nascita di Stefan, il loro bambino diversamente abile. Secondo le agenzie delle Nazioni Unite, circa 1,4 milioni di persone in Sri Lanka hanno una disabilità di qualche tipo, all incirca il 7% della intera popolazione del Paese. Nonostante la gente sia consapevole delle possibili cause di disabilità, come la guerra e gli incidenti, stigmatizzare i disabili purtroppo è tutt altro che una tendenza al ribasso. È quindi necessario sensibilizzare l'opinione pubblica all empatia, riconoscendo i diversamente abili come parte della società, la cui esistenza e felicità è importante quanto quella di coloro che non sono disabili. SriLankan Cares prevede di organizzare, nel prossimo futuro, campagne di sensibilizzazione ed eventi di beneficenza per raccogliere fondi per i bambini diversamente abili del proprio Paese. fonte: travelnostop.com 3 settembre 2013

3 Africa/Sierra Leone - La dura sopravvivenza dei disabili nel Paese La guerra civile in Sierra Leone ha lasciato decine di migliaia di disabili, molti dei quali hanno subito amputazioni di varie parti del corpo. Tuttavia, mentre le vittime della guerra ricevono aiuti, le persone colpite da disabilità diverse faticano per sopravvivere. Hanno difficoltà ad ottenere un adeguata assistenza sanitaria, istruzione e lavoro, già difficili da trovare nel Paese. Non ci sono dati ufficiali disponibili e pare che il maggior numero di disabilità sia dovuto alla polio. Molti poliomielitici sierraleonesi, rimasti disabili, sono arrivati a Freetown durante o dopo la guerra, in cerca di sicurezza, riparo e di lavoro. Sono pochi oggi quelli che hanno una occupazione, e la maggior parte sopravvive chiedendo l elemosina. Tanti hanno problemi a trovare un posto per dormire. In un edificio di proprietà del Governo, nel centro di Freetown, vivono, con le rispettive famiglie, oltre 200 poliomielitici in spazi ridotti e divisi da pareti di cartone. L edificio è sovraffollato, con pochi servizi igienici e una piccola area dove potersi lavare, e con l aumentare delle famiglie diventerà presto ingestibile. La comunità è gestita dall Handicapped Youth Development Organisation (HYDO), un gruppo i cui membri sono disabili. L HYDO prevede di sviluppare un appezzamento di terreno acquistato a Waterloo, nella periferia di Freetown, per consentire ai disabili di vivere, lavorare, coltivare terreni e allevare bestiame. fonte: fides.org 4 settembre 2013

4 La distrofia di Rafael e il sogno di diventare giornalista sportivo La storia di un ragazzo andaluso affetto da distrofia di Duchenne che sfida il suo destino e studia all università aiutato in tutto e per tutto dalla madre. Mentre tutto, nella Spagna della crisi, rema contro. A che serve che studi se morirà presto? È il commento che Consuelo Vízcaíno si sentì fare quando disse che suo figlio si iscriveva alla facoltà di Giornalismo. Inizia così il reportage pubblicato dal giornale on line Andaluces.es e dal quotidiano spagnolo Público.es. È la storia di una madre dedicata a far sì che il sogno di suo figlio si realizzi. La storia di un figlio dedicato a sfidare il proprio destino, scrive David Berlanga, autore del reportage. Rafael Lugo, il figlio di Consuelo, è affetto da distrofia muscolare di Duchenne da quando aveva 8 anni, una malattia genetica e degerativa con una speranza di vita che è intorno ai 30 anni. Vive in sedia a ruote con un elastico che mantiene dritta la schiena. Ha bisogno che qualcuno lo aiuti per qualsiasi attività. Ed è così che da due anni, da quando ha deciso di iscriversi all'università, sua madre, di origini umili e con poca formazione scolastica, è diventata le sue braccia e le sue gambe. Segue le lezioni con lui, prende appunti (suo figlio detta perché non può scrivere) e alza la mano quando Rafael ha un dubbio. La cosa peggiore sono gli errori di ortografia. Quando consegno un esame o un test di attualità, dico al professore che gli errori sono miei, che non li attribuisca a lui, racconta Consuelo a Andaluces.es. Il sogno di suo figlio è essere giornalista sportivo. Ho sempre amato lo sport. Volevo praticarlo ma con la mia disabilità non posso, e allora ho pensato che avrei studiato per cercare di essere giornalista sportivo, dice Rafael. Un storia di superamento dunque, mentre nella Spagna della crisi tutto rema contro. Il governo centrale ha tagliano un anno fa i sussidi per le persone non autosufficienti, e Consuelo ora riceve 354 euro invece di 450, si legge nel testo. Non può lavorare e lei, Rafael e la figlia piccola di 12 anni (il padre se ne è andato di casa da un anno) vivono con 901 euro al mese, i 354 del sussidio di accompagnamento e i 547 della pensione di Rafael. Con i tagli, molti dei farmaci di cui lui ha bisogno sono diventati a pagamento. 300 euro al mese se ne vanno per pagare un'auto nuova, grande e adattata di cui avevamo bisogno per Rafa. Rimangono 250 euro per vivere. Meno male che mia madre ci aiuta con la sua pensione, fonte: redattoresociale.it 4 settembre 2013

5 Il ragazzino con la coda da delfino La meningite gli ha portato via la parte inferiore di entrambe le gambe, ma lui, Cieran Kelso, otto anni, non ha mai perso la speranza. Adesso infatti ha finalmente realizzato il suo sogno, ovvero quello di nuotare. Grazie a due protesi, ispirate alla coda dei delfini, Cieran non è più in difficoltà in acqua, ma anzi è diventato abilissimo, veloce tanto che persino il suo istruttore fatica a stargli dietro. Dopo la malattia, che ha costretto i medici ad amputargli le gambe a partire da sotto il ginocchio, quando il ragazzino aveva solamente una anno, Cieran ha lottato e vissuto, in Florida, con "false gambe" ed una sedia a rotelle che lo hanno aiutato a camminare e spostarsi. Però questo non gli bastava, il suo più grande desiderio era di poter nuotare insieme ai suoi amici. I genitori così gli hanno fatto una sorpresa: hanno messo da parte una discreta somma e sono risciti a far realizzare queste particolari protesi, quindi lo hanno portato al Clearwater Marine Aquarium, in Inghilterra. Una volta sul posto a Cieran è stata svelata la sorpresa, poi gli è stata fatta conoscere Winter, un delfino femmina disabile, a cui è stata sostituita la coda con una protesi. Le prime parole del ragazzino sono state "Lei è disabile come me". Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di emozioni, perchè lui ha scoperto di poter nuotare con il mammifero. "Penso che fosse scioccato quando gli è stato detto che poteva nuotare con lei. Noi vogliamo che nonostante la sua disabilità lui possa realizzare tutti i suoi sogni" ha detto la madre. "E' più che bellissimo" ha detto Cieran dopo la nuotata. Tra lui ed il delfino si è creato un legame, che non è solo più quello del triste destino che ha portato via ad entrambi "le gambe", ma anche quello di aver la consapevolezza di poter vivere una vita come tutti gli altri. fonte: articolotre.com 4 settembre 2013

6 Sport e natura per aiutare bambini in difficoltà: Jeanrichard sostiene la Kind Surf Foundation Appena siglata la partnership con un evento di due giorni a Zarautz, in Spagna Sono il mare, l'aria, la natura, gli elementi che hanno ispirato gli orologi Aquascope, Aeroscope e Terrascope di Jeanrichard. E sono gli stessi elementi che accomunano la manifattura svizzera alla Kind Surf Foundation, Ong fondata quest'anno dalla modella spagnola Almudena Fernandez, impegnata nello sviluppo di attività educative e sportive su sfondo sociale e ambientale, e che attraverso la pratica del surf cerca di aiutare bambini che vivono in condizioni svantaggiate o con disabilità fisiche o mentali. Con la Kind Surf Foundation, Jeanrichard ha appena siglato una partnership di sostegno, presentata con un evento di due giorni a Zarautz, in Spagna, dove la spiaggia ha ospitato diverse attività che hanno intrattenuto i bambini presenti, dalla pratica del surf alla pulizia della spiaggia, alla pittura. I lavori dei giovani partecipanti sono attualmente esposti al Museo di Balenciaga, vicino a Zarautz. «Capita spesso di trovarsi di fronte a situazioni che richiedono una buona dose di fiducia in sé stessi. Il tempo è importante per prendere una decisione: volendo utilizzare il linguaggio del surf, diremmo che il tempo è un fattore chiave quando si tratta di scegliere l'onda giusta - ha dichiarato Bruno Grande, Coo di Jeanrichard -. Insieme a Kind Surf desideriamo portare un messaggio di speranza ai bambini che vivono in condizioni svantaggiate, privi di risorse o affetti da disabilità fisiche o mentali. Il surf rappresenta una vera e propria palestra per i giovani, in quanto offre loro l'opportunità di valutare l'onda giusta e il momento giusto per cavalcarla, educandoli ad aver fiducia in sé stessi e ad essere coraggiosi e tenaci senza mollare mai - proprio come bisogna essere nelle varie situazioni della vita di ogni giorno». «Poiché le onde non sono mai uguali, con l'esercizio si diventa sempre più creativi e dinamici. Il surf è una sorta di terapia in grado di aiutare i giovani a rafforzare la propria capacità di iniziativa e di presa delle decisioni - ha spiegato Almudena Fernandez -. Siamo molto felici di collaborare con un partner così forte e motivato per apportare il nostro contributo a sostegno di giovani meno fortunati, provvedendo, nel tempo, quanto è necessario per favorire la loro crescita personale e consolidare la loro autostima». fonte: luxury24.ilsole24ore.com 5 settembre 2013

7 Incognita disabili alle elezioni tedesche Conto alla rovescia per il voto in Germania. Il 22 settembre, quasi 62 milioni di tedeschi si recheranno allo urne. Ma non per tutti sarà così facile esprimere la loro preferenza. Stiamo parlando dei disabili, che a volte dovranno fare i conti con barriere architettoniche difficili da superare. Oppure, come nel caso dei disabili mentali, molto spesso non avranno informazioni abbastanza chiare per votare senza errori. Proprio per venire incontro alle loro esigenze, si sono moltiplicate le iniziative locali e nazionali, con brochure in linguaggio semplificato. E vere e proprie guide al voto. Con le posizioni dei vari partiti sulle questioni più vicine agli interessi dei portatori di handicap spiegate in un tedesco elementare e con l aiuto dell infografica. Peccato però che, accanto a queste meritevoli proposte, sia mancata la riforma della legge elettorale, che avrebbe consentito anche ai disabili più gravi di recarsi alle urne. La costituzione tedesca, infatti, prevede che chi necessita di un assistenza totale non abbia diritti elettorali. fonte: west-info.eu 6 settembre 2013

8 Usa, papà sceriffo insegna a figlia cieca come sparare. La legge me lo consente Succede nello Stato americano dell'iowa dove Warren Wethington si è fatto riprendere mentre mostra a Bethany, 19 anni, non vedente, il modo in cui utilizzare una pistola. In molti hanno polemizzato, ma una norma del 2011 concede alle persone parzialmente o completamente cieche di prendere il porto d'armi e girare armate nei luoghi pubblici. Warren Wethington è un uomo di legge: sul suo petto brilla la stelletta che fa di lui lo sceriffo della Cedar County, nello Stato americano dell Iowa. Wethington ha una figlia di 19 anni, Bethany, non vedente: il papà la sta addestrando, perché quando la ragazza di anni ne avrà 21 farà richiesta del permesso di comprare e portare addosso un arma da fuoco. Nell Iowa si può: una legge del 2011 permette alle persone parzialmente o completamente cieche di prendere il porto d armi e girare armate nei luoghi pubblici. Pochi giorni fa Wethington ha portato un giornalista del quotidiano DesMoines Register a un poligono di tiro con sua figlia e gli ha dimostrato che alle persone non vedenti è possibile insegnare a sparare. Negli Usa è scoppiata la polemica: da un lato della barricata c è chi si batte per una migliore regolamentazione del porto d armi in un paese falcidiato dalle stragi come quella di Newton, in Connecticut, dove un ragazzino armato ha lasciato a terra 28 persone di cui 20 bambini; sull altro versante i fautori dei cosiddetti gun rights e persino le associazioni per i diritti dei disabili: Jane Hudson, direttore esecutivo di Disability rights Iowa, ha avvertito: Impedire a un cieco di possedere un arma è discriminazione: equivale a violare l Americans with disabilities act. Era l 8 febbario quando, parlando con Piers Morgan della Cnn della facilità con cui negli Stati Uniti è possibile procurarsi un arma, Stevie Wonder scherzava: L altro giorno ho detto a un mio amico: Perché non mi accompagni a comperare una pistola? Vediamo quanto è facile per un cieco acquistare un arma. Ecco, nell Iowa è davvero facilissimo: le sue leggi non permettono alle autorità di negare ai cittadini il diritto di girare armati sulla base di una disabilità fisica. Così Wethington addestra la sua Bethany: ripreso dalle telecamere del Register, lo sceriffo insegna alla ragazza come impugnare una semiautomatica, caricarla e fare fuoco. Ovviamente ci sono dei limiti spiega i non vedenti non possono difendersi in tutte le situazioni, ma neanche i normodotati sanno farlo: se io e lei dice al giornalista facessimo un combattimento corpo a corpo in una stanza buia, lei non potrebbe fare nulla che un non vedente non sia in grado di fare. Wethington non è il solo a pensarla così. Funzionari della Polk County hanno raccontato al DesMoines Register di aver rilasciato il porto d armi a persone che non hanno la patente di guida o che non riuscivano a leggere i moduli per inoltrare la domanda a causa di forti menomazioni visive. E gli sceriffi di altre tre contee Jasper, Kossuth e Delaware hanno raccontato di aver rilasciato il permesso a residenti con gravi problemi di vista: Non sono mica un esperto ha spiegato John LeCler, scriffo della Delaware County non so fino a che punto i problemi di vista influiscano sulla capacità di sparare con una pistola. Sul lato opposto della barricata il dissenso cresce. Sebbene i non vedenti abbiano il diritto di partecipare pienamente a quasi tutte le esperienze della vita argomenta Patrick Clancy, sovrintendente della Iowa braille and sight saving school, la cui mission è insegnare agli studenti ciechi o affetti da menomazioni visive a rendersi il più possibile indipendenti ci sono alcune cose, come il maneggiare un arma da fuoco, che sarebbe meglio fossero un eccezione. Ma anche tra gli addetti ai lavori le opinioni sono divergenti.

9 Non c è nessun motivo per cui a un non vedente dovrebbe essere vietato portare un arma ha detto al Register Chris Danielsen, responsabile delle pubbliche relazioni della Federazione nazionale dei ciechi presumibilmente avranno il buon senso di non usarla in situazioni che possano mettere in pericolo altre persone, come farebbe chiunque. Anche tra gli sceriffi c è chi dice no. Don Vrotsos è il capo della polizia della Dubuque County: Non concederei mai il porto d armi a un cieco. Il Gun control act of 1968 e altre leggi federali non proibiscono ai non vedenti di acquistare un arma. Molti Stati però hanno adottato leggi proprie in materia. In Nebraska occorre provare di avere una buona vista tramite certificato medico o presentando la patente di guida. Lo stesso avviene in South Carolina. In Missouri e Minnesota bisogna dimostrare di saper sparare e colpire un bersaglio. Regole di buon senso che sembrano servire a poco in un paese innamorato delle armi e in cui morire freddati da un proiettile è fin troppo facile. Dal 14 dicembre 2012, data dell eccidio di bambini a Newtown, Slate Magazine tiene il conto delle morti per arma da fuoco: al 13 giugno 2013, solo 7 mesi dopo, il contatore aveva raggiunto quota (suicidi compresi). Wethington, però, non sente ragioni, né quelle dei numeri né quelle dei suoi colleghi: Se gli altri sceriffi pensassero a tenere le armi lontano dalle mani dei criminali chiosa mentre aiuta sua figlia a impugnare la pistola impiegherebbero meglio il loro tempo. fonte: ilfattoquotidiano.it 11 settembre 2013

10 Arriva il primo programma tv presentato da una persona con sindrome di Down Pablo Pineda condurrà sul secondo canale della televisione pubblica spagnola Piensa en Positivo un settimanale sull integrazione lavorativa delle persone con disabilità. Primo Down laureato nel suo paese, è stato anche attore MADRID - Un programma settimanale per promuovere l integrazione sociale e lavorativa delle persone con disabilità condotto, per la prima volta, da un presentatore con Sindrome di Down. È la nuova scommessa televisiva de La2, il secondo canale delle televisione pubblica spagnola. Il programma si chiama Piensa en Positivo (Pensa in positivo) e, secondo le anticipazioni pubblicate da Vertele, sito di informazione specializzata sul mondo della tv, prevede 12 trasmissioni da 30 minuti, in ciascuna delle quali si racconteranno tre storie di integrazione e superamento dello svantaggio. Le telecamere seguiranno i protagonisti in una loro giornata tipo, e mostreranno le loro attività abituali nel lavoro insieme a dettagli della loro vita personale, rivela Vertele. Il presentatore è Pablo Pineda, malagheno di 34 anni, famoso in Spagna per essere stato il primo laureato con sindrome di Down e per la sua interpretazione nel film Yo También, premiata con la Concha de Plata (la Conchiglia d Argento) al miglior attore nell edizione 2009 del festival Internazionale del Cinema di San Sebastián, la principale kermesse cinematografica di Spagna. Laureato in psicopedagogia, Pineda dà anche conferenze in varie università e centri formativi, in Spagna e all estero. Nel programma, spiega Vertele, non solo farà da filo conduttore ma parlerà anche dal punto di vista della sua esperienza. E mostrerà ai telespettatori diversi strumenti e oggetti che si sono introdotti per facilitare l integrazione nel lavoro: dalle sale sensoriali a quelle con pittogrammi per autisti. Piensa en Positivo dovrebbe andare in onda ogni sabato mattina a partire dal 21 settembre, secondo l agenzia Servimedia. È molto importante che ci sia un programma come questo che scommetta sull integrazione nel mondo sociale e lavorativo delle persone con disabilità, soprattutto con la crisi attuale, ha dichiarato il presentatore. Pineda è un simbolo dell integrazione. Quando nel 2009 fu invitato a dare una lezione all Università di Cordova dichiarò: Ovvio che mi piacerebbe insegnare. Per questo ho studiato magistero e per questo mi mancano quattro esami per finire psicopedagogia. Però so che se finisco a fare il maestro sarà brutale per la società. Le famiglie continuano ad aver paura delle persone con Down, paura che diventino maestri, paura che diventino il fidanzato o la fidanzata dei loro figli. E aggiunse: Sono stanco di essere l eterno alunno l eterno bambino, ora tocca a me dar classe. fonte: redattoresociale.it 12 settembre 2013

11 Disturbi mentali che non ti aspetti Sono ancora pochi i cittadini inglesi informati sulla loro salute mentale. Secondo un recente sondaggio della Community Mental Health Survey, condotta in Inghilterra per il 2013, le persone che si rivolgono ai servizi di salute mentale non sono soddisfatte della cura ricevuta. Infatti, é stato dimostrato che gli utenti dei servizi non sono sufficientemente coinvolti nelle decisioni riguardanti l assunzione dei loro medicinali: non hanno, per esempio, una chiara spiegazione della cura che stanno facendo ed, inoltre, non hanno un idea precisa dei possibili effetti collaterali dei farmaci assunti. Sembra essere ancora lunga la strada per i Servizi di Salute Mentale nel coinvolgere i pazienti nei processi di trasparenza di cura. fonte: west-info.eu 18 settembre 2013

12 È ufficiale, il modello spagnolo sulla disabilità funziona Se qualcosa non ti piace, cambiala. Se qualcosa ti dà fastidio, affrontala. È questo il motto con cui la Spagna ha ricevuto nei giorni scorsi a New York, presso la sede delle Nazioni Unite, il premio Franklin Delano Roosevelt. Che riconosce gli sforzi compiuti da un paese per i diritti, l inclusione e il benessere delle persone con disabilità in tutti gli ambiti sociali. È stato David B. Roosevelt, nipote del noto presidente americano, a consegnare l onorificenza nelle mani della regina Sofia. Che ha sottolineato come i disabili siano esseri umani uguali a qualsiasi altra persona in dignità e diritti, e non solo meri percettori di sussidi. E ha attribuito il successo del modello spagnolo alla collaborazione tra i livelli di governo e le forze della società civile. Ed effettivamente la Spagna un esempio da seguire in questo campo lo è. Prima in Europa a ratificare la Convenzione ONU sui disabili, ha adeguato la sua legislazione. Che nei prossimi anni si muoverà nel solco del recente Piano sulla disabilità Tenendo in considerazione anche i bambini con handicap (140mila nel paese). A maggior rischio di esclusione e povertà. In epoca di ristrettezze finanziarie, poi, Madrid non ha trascurato il settore del turismo accessibile. Al contrario, ci ha investito sopra. Promuovendo non solo l abbattimento degli ostacoli all accesso in ambienti, infrastrutture e servizi. Ma implementando tecnologie appropriate per queste persone. Sono 20 milioni, infatti, i disabili europei che avrebbero espresso il desiderio di visitare la Spagna nel prossimo futuro. Un elemento, questo, che può essere un motore economico per il paese. E non mancano storie personali d inclusione che hanno fatto storia. Come quella di Pablo Pineda che condurrà Piensa en Positivo. Il primo programma della TV presentato da una persona con sindrome di Down. O il caso di Angela Bachiller, che nel luglio scorso è diventata nel comune di Valladolid la prima consigliera Down nella storia della penisola iberica. Insomma, alla Spagna non mancano le ragioni per vedersi attribuito il premio che consiste in un busto di bronzo del 32º presidente USA. Che contrasse la poliomielite a 39anni. E pur essendo paraplegico, incapace di camminare o stare in piedi senza assistenza, è stato eletto quattro volte dal popolo americano. Un assegno da 50mila dollari, poi, è stato consegnato al CERMI, il Comitato spagnolo dei rappresentanti delle persone con disabilità. fonte: west-info.eu 24 settembre 2013

13 Lingua dei segni per l'inclusione di donne e giovani in Algeria "La lingua dei segni come elemento di inclusione sociale delle donne e dei giovani sordi". Questo il progetto italo-algerino condotto da Ens onlus (che ne è anche il coordinatore) e Fnsa (Federazione nazionale dei sordi d'algeria) e co-finanziato dalla Fondazione Anna Lindh per il dialogo tra le culture. Il progetto delle due organizzazioni, entrambe parti della Federazione mondiale dei sordi, mira a fornire a 60 sordi algerini (30 donne e 30 giovani), la formazione adeguata per utilizzare la lingua dei segni come "elemento utile per superare la loro esclusione sociale e come veicolo per la loro integrazione nella società, soprattutto nel mondo della scuola e del lavoro". Il progetto ha anche l'obiettivo di sensibilizzare le autorità nazionali e locali ai problemi dei sordi. Il progetto si articola principalmente in tre fasi: conferenze di presentazione organizzate in Italia e in Algeria; corsi di formazione in lingua dei segni organizzati nella città di Algeri presso la sede della Fnsa; divulgazione dei risultati sia in Algeria che in Italia. I due paesi prevedono lo svolgimento di attività specifiche, ma nella maggior parte dei casi si tratta della medesima attività, da svolgersi in entrambi i paesi. Spiega l'ente nazionale dei sordi: "Il valore aggiunto di questo progetto è il miglioramento della società algerina e in particolare delle due categorie di riferimento, ossia i giovani e le donne sorde, che si annoverano tra le più vulnerabili, anche in considerazione del fatto che si tratta di persone disabili". Il progetto mira anche alla promozione delle relazioni interculturali tra le due componenti presenti sul territorio algerino, una araba e una di origine francese; inoltre, dato il legame tra l'italia e l'algeria, il progetto prevede lo scambio interculturale tra le due sponde del Mediterraneo e tra i paesi europei e i paesi del Nord Africa. Il progetto si collega alle 4 D che la Fondazione Anna Lindh persegue come obiettivi specifici: Dialogo, Diversità, Democrazia e sviluppo (in inglese Development). Ieri pomeriggio la conferenza conclusiva del progetto, presso l'istituto di studi europei Alcide De Gasperi in via Poli 29, con l'intervento del segretario nazionale della Fnsa, Mahieddine Bachir, che ha parlato delle metodiche seguite e dei risultati ottenuti dal progetto anche a livello di interesse di altri paesi dell'area Maghreb. Oltre al presidente nazionale Ens Giuseppe Petrucci e al segretario nazionale Costanzo Del Vecchio, hanno partecipato anche Licia Barattelli (in qualità di esperto di progetti europei ed internazionali), il consigliere di stato Antonio Sabbatella e il responsabile dell'ufficio esteri Ens, Urbano Stenta,. fonte: superabile.it 26 settembre 2013

14 Mike Trimble, il ragazzo senza braccia in bicicletta Pittsburgh(Stati Uniti) - L'invenzione della bicicletta per disabili senza braccia è un traguardo straordinario, frutto dell'instancabile determinazione di un giovane uomo, Mike Trimble. Ecco la sua storia. Grazie a un manubrio su misura Mike Timble, un ragazzo di 27 anni residente a Pittsburgh, nato senza braccia, ha realizzato il suo sogno di andare il bicicletta e sta dando prova al mondo che alcune menomazioni fisiche possono essere limitanti solo nella misura in cui glielo si permette, proprio perché molto dipende dalla volontà personale che si ha di superarle. Così, nonostante sia appropriato definire Mike "disabile", in realtà sembra che il suo handicap non rappresenti alcuna sfida per il suo caparbio spirito! E' una competizione vinta in partenza. Come molti altri bambini originari delle aree attorno a Chernobyl, Mike è nato con difetti congeniti dovuti all'esposizione alle radiazioni generate dal disastro nucleare avvenuto in Ucraina nel Dopo aver trascorso otto anni in un orfanotrofio fu adottato da una famiglia residente negli Stati Uniti e si trasferì in Pennsylvania. Crescendo, Mike è riuscito a sviluppare un'incredibile destrezza nell'utilizzare i suoi arti inferiori e i suoi piedi, continuando però tuttavia a dover rinunciare ad alcuni sospirati piaceri, tra i quali l'andare in bicicletta. Piaceri apparentemente impossibili da realizzare per un ragazzo senza braccia, o almeno, impossibili fino a un certo punto. Come si legge nella splendida intervista rilasciata da Mike al Pittsburgh Post- Gazette infatti, una volta diventato adolescente, per lui tutto cambiò. "Un giorno un istruttore di educazione fisica che insegnava alla scuola di Mike modificò il manubrio di una bicicletta in modo tale da permettere al ragazzo di pedalare e direzionare agevolmente il mezzo." L'esperimento ciclistico durò decisamente poco ma l'amo era stato gettato e Mike iniziò a pensare che si sarebbe potuto realizzare e costruire qualcosa di più definitivo e stabile per consentirgli di andare in bicicletta. Di lì a breve Mike si diplomò e divenne perito assicurativo. Non sapeva che sarebbero trascorsi ben dieci anni prima che gli si presentasse nuovamente l'opportunità di cavalcare una bici! Tuttavia, senza mai accantonare il suo sogno, nel tempo aveva cercato con insistenza chi potesse aiutarlo e aveva commissionato a numerosi produttori specializzati la costruzione di una bicicletta su misura per lui. Nessuno però si era convinto a farlo, tutti declinavano l'offerta intimoriti da eventuali responsabilità legali e dal possibile coinvolgimento in cause di natura penale qualora si fosse verificato un incidente. Poi, per caso, un amico di Mike lo mise in contatto con Michael Brown, un artigiano locale costruttore di biciclette, proprietario della Maestro Frameworks di Pittsburgh. Lieto di accettare l'incarico, dopo qualche prova, Michael è stato in grado di forgiare un particolarissimo manubrio adatto alle esigenze di Mike. Ora, grazie alla sua nuova bicicletta, Mike non solo può assaporare una ritrovata libertà di movimento e di gioia di condividere la sua passione con altri ciclisti ma sta dimostrando al mondo che la forza di volontà e la determinazione possono davvero fare la differenza, soprattutto quando si desidera superare un barriera. Per approfondire: l'intervista a Mike e il video (entrambi in inglese). fonte: disabilinews.com 27 settembre 2013

15 Abbandonato dalla madre e curato dagli israeliani: la storia del piccolo Mohammed, il bimbo palestinese senza braccia né gambe Palestina - Durante la sua breve vita Mohammed al-farra, bimbo palestinese di tre anni e mezzo, ha potuto conoscere una sola casa: le corsie gialle dell ospedale israeliano di Tel Hashomer, sobborgo di Ramat Gan. Nato a Gaza con una rara malattia genetica, Mohammed ha subito l amputazione delle braccia al livello del gomito e dei piedi, a causa di alcune complicazioni mediche. I suoi genitori lo hanno abbandonato, le autorità palestinesi non sono in grado di pagare le spese mediche, così il bimbo vive in ospedale accudito dal nonno. «A Gaza non ci sono le possibilità per prendersi cura di lui, lì non c è una casa dove può vivere spiega il nonno Hamouda al-farra mio nipote è privo di autonomia, non è in grado di mangiare da solo, di vestirsi e di compiere i gesti più comuni. La sua vita sarebbe zero senza aiuto». Subito dopo la nascita Mohammed fu portato nell ospedale israeliano per cure urgenti. La sua malattia genetica ne aveva indebolito gravemente il sistema immunitario. Un infezione aveva colpito i suoi arti costringendo i medici ad amputarli. «Durante le cure sua madre lo ha abbandonato perché il padre, provando vergogna per la disabilità, l aveva minacciata di prendere una seconda moglie se non avesse lasciato il figlio e non fosse tornata a casa», ha dichiarato al-farra. Oggi Mohammed, sempre bisognoso di cure, passa i suoi giorni imparando a usare le protesi costruite apposta per lui. Suo nonno lo segue. L ospedale, grazie a delle donazioni, riesce a sostenere le spese mediche e il soggiorno del nonno. Ancora non si sa quanto dovrà stare in ospedale. Come palestinese, Mohammed non ha diritto alla residenza permanente in Israele. I suoi genitori, come precisato dal nonno, non intendono riprenderlo con sé. Il dottor Raz Somech, primario fisiatra presso il reparto di immunologia pediatrica dell ospedale di Tel Hashomer, attribuisce la responsabilità del difetto genetico del bambino alla reiterata pratica dei matrimoni tra consanguinei nella sua famiglia, inclusi i genitori: «La pratica delle unioni tra cugini, quando è ripetuta per generazioni, può generare figli con difetti genetici. Un terzo dei pazienti del mio reparto è costituito da palestinesi figli di parenti. Nelle zone meno avanzate di Gaza alcuni uomini riescono a ottenere la mano della cugina anche contro la sua volontà, reclamando il diritto di prima scelta sulla parente. Spesso i genitori approvano questa pratica per rafforzare i legami di famiglia». A Gaza è praticata la poligamia, anche se è poco diffusa. Secondo quanto riportato da dati ufficiali dell Ufficio di statistica palestinese pubblicati nel 2011, a Gaza 183mila persone su un totale di 1,7 milioni soffre per disabilità che colpiscono la salute mentale, la vista, l udito o la mobilità. Circa 40mila persone soffrono di disabilità gravi. fonte: ilmessaggero.it 30 settembre 2013

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