Pubblicazione Periodica del Centro servizi volontariato Toscana. A cura di Carmen Gallenti, Claudio Machetti

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2 I Quaderni Bimestrale n. 15, febbraio 2002 reg. Tribunale di Firenze n del 28/01/1999 Direttore responsabile Cristiana Guccinelli spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 FI Pubblicazione Periodica del Centro servizi volontariato Toscana A cura di Carmen Gallenti, Claudio Machetti

3 L uso responsabile del denaro Le organizzazioni pubbliche e private nella promozione dell economia civile in Toscana Firenze Auditorium Consiglio Regionale Venerdì 26 Gennaio 2001

4 Presentazione Luciano Franchi Presidente Cesvot 5 Esprimo da parte delle associazioni del volontariato che hanno dato vita al Centro Servizi, al Cesvot che è tra gli organizzatori insieme alla Regione Toscana e a Oikofin, la soddisfazione per avere realizzato questo 2 appuntamento. Noi abbiamo vissuto già una prima fase, due anni fa esatti, nel primo appuntamento che avevamo chiamato "Dare credito all'economia Sociale" ovvero Strumenti del credito per i soggetti no profit ed è piacevole rivedere molti dei protagonisti del 1 appuntamento presenti anche oggi. Oggi possiamo dire di essere passati dalle prime intenzioni ai fatti. Nel corso di questi lavori pre s e n t e remo alcuni dei casi, alcuni dei finanziamenti e passeremo in dettaglio alla diffusione della Finanza Etica, alle esperienze delle Associazioni. Av remo Vincenzo Striano e Aldo Intaschi P residente Regione A rci e Aldo Intaschi D i re t t o re del Centro Nazionale del Vo l o n t a r i a t o di Lucca. Nella seconda parte della mattinata passeranno in rassegna alcune delle iniziative portate avanti e confidiamo molto nella tavola rotonda del pomeriggio dove esamineremo le proposte operative per un uso responsabile del denaro. Allora, un evoluzione di questo percorso a due anni dalla prima iniziativa, un'ulteriore progresso, un volontariato che ha dimostrato, sta dimostrando l'interesse per questi temi, un'attenzione verso l'uso responsabile del denaro di tutte le organizzazioni pubbliche e private estremamente interessate nella promozione dell'economia civile di questa nostra Toscana.

5 6 Entriamo nel vivo delle relazioni per avviarsi a questa tavola rotonda del pomeriggio che noi consideriamo il momento centrale, il momento dove vorremmo vedere scaturire proposte operative. Abbiamo fatto, lo dicevo prima, due anni fa una prima introduzione, un primo ragionamento. Ora dobbiamo dare gambe a questo percorso. Dobbiamo cre a re le condizioni perchè Banca Etica diventi sempre più realtà, perchè sia sempre più conosciuta, perchè diventi uno strumento decisamente operativo. Allora, io ringrazio della presenza il dott.claudio Martini, Presidente della Regione Toscana perchè insieme a Regione Toscana è stato organizzato questo convegno e la sua presenza qui questa mattina sottolinea l'importanza e l'attenzione della Regione verso questi temi. Quindi un'attenzione non solo delle Associazioni del Volontariato ma un'attenzione anche delle istituzioni e per questo deve essere ringraziata tutta la Regione insieme all'assessore alle Politiche Sociali che porterà il suo saluto successivamente. Saluto Claudio Martini Presidente Regione Toscana Il mio saluto vuole essere anche un appre z z a- mento per questa iniziativa: il tema dell'uso responsabile del denaro fa parte di un lavoro di crescita, di sollecitazione della conoscenza critica del tempo in cui viviamo, di consapevolezza dei nostri diritti e dei nostri doveri; tutti questi argomenti sono di grande attualità. La società di oggi diventa sempre più difficile da vivere pienamente, perché la complessità, l'interconnessione, l'integrazione aumentano costantemente. Ormai il concetto di globalizzazione internazionale non riguarda solo lo scambio delle merci o della finanza, ma riguarda anche le stesse condizioni della vita: ad esempio possiamo seguire, collegandoci ad internet in ogni momento della giornata, quello che accade negli Stati Uniti, in Giappone, in Africa, ovunque. Questo porta ovviamente ad una maggiore conoscenza delle cose, e di conseguenza si rende necessaria una maggiore responsabilità. Talvolta invece la mancanza di conoscenza e di informazione può diventare un alibi, una giustificazione reale per non fare il proprio dovere. Nel mondo di oggi però è sempre più diff i c i l e potere usare questo argomento, perché volendo tutti possono sapere tutto, in tempo reale, basta avere un minimo di dimestichezza con gli strumenti della comunicazione e dell'informazione. E allora il tema dell'uso responsabile della propria vita e delle proprie scelte - prima ancora che del denaro - mi pare sia una questione molto importante in un mondo che tende più a sottolineare i diritti, le aspettative e i bisogni che non i doveri, gli impegni da espletare, la re s p o n s a b i- 7

6 8 lità sociale da esercitare. Per questo motivo apprezzo particolarmente il convegno di oggi, perché dà un contributo alla crescita del senso di responsabilità generale. In particolare poi c'è il tema del denaro che, nel momento in cui si va verso l'allargamento dei m e rcati, la finanzializzazione dell'economia, la globalizzazione dei mercati, diventa di assoluta attualità: e allora credo che sia giusto porre il problema di farne un uso responsabile e consapevole; e ciò significa tante cose, dall'uso sociale all'uso privato. Due diverse dimensioni si incrociano: la prima è quella delle politiche pubbliche responsabili, che c e rcano di non subord i n a re i diritti e i valori umani alla supremazia del denaro e dell'economia. Da questo punto di vista, la Toscana sta percorrendo un tratto di strada comune con Banca Etica che credo sia molto importante; è solo l'avvio di un cammino, ma questa esperienza potrà essere sviluppata per diventare il punto di riferimento di tutte le relazioni finanziarie nostre, e possibilmente anche delle altre Regioni. La seconda dimensione è quella privata. A questo livello stanno nascendo esperienze, magari non clamorose, magari sotto il pelo dell'acqua, non ancora capaci di condizionare la vita economica del Paese oltre un certo limite; sono esperienze che comunque iniziano a lasciare traccia. Mi riferisco a tutte le iniziative delle associazioni che aderiscono al commercio equo e solidale, ai boicottaggi nei confronti delle imprese - soprattutto multinazionali - che sfruttano il lavoro minorile o femminile e che calpestano i diritti dei lavoratori. Penso poi alle iniziative che chiedono l'istituzione dei marchi sociali delle imprese che operano nel campo dell'economia, per poter scegliere nel mondo dei consumi tra le realtà più responsabili e capaci di usare le forme positive dello sviluppo economico. Da queste piccole cose, secondo me, possono n a s c e re, nascono grandi movimenti capaci di influenzare positivamente la società. Voglio concludere con questa annotazione: ormai ogni giorno sui mezzi di comunicazione, dalle televisioni ai giornali, siamo sommersi da una valanga di informazioni che spesso tendono più a colpire l'emotività e la spettacolarizzazione dei fenomeni, che non a sollecitare anche un a p p roccio un po' più razionale ed equilibrato fondato sulla responsabilità, e non sulle mode che durano lo spazio di un mattino. Naturalmente, sono ben lungi dal dire le emozioni e le sensazioni non sono degne di riempire il nostro tempo; dico soltanto che in qualche momento, soprattutto nei passaggi più delicati della vita di una comunità, sarebbe il caso di sottolineare il valore della responsabilità personale e sociale per favorire la crescita complessiva dell'ambiente nel quale viviamo. Sono convinto che il convegno di oggi e la Tavola Rotonda del pomeriggio porteranno spunti utili al nostro lavoro e alla nostra riflessione e quindi vi ringrazio sin d'ora per il materiale che ci metterete a disposizione. La Regione, ovviamente, resta sempre disponibile per perc o r re re con voi, con il volontariato, con tutte le esperienze di Finanza Etica, un tratto di strada comune anche nei prossimi tempi. 9

7 1ª PARTE ECONOMIA SOCIALE E SVILUPPO UMANO 10 11

8 Introduzione Angelo Passaleva Assessore Politiche Sociali Regione Toscana 13 Ringrazio Cesvot e Banca Etica per aver promosso questo secondo convegno che ha per tema "L'uso responsabile del denaro" e li ringrazio non solo per avere coinvolto la Regione Toscana, ben felice di poter collaborare con questi tipi di iniziative, non solo per avermi invitato a portare una riflessione introduttiva, ma soprattutto perchè viene portato all'attenzione un tema di estrema importanza sul piano dei rapporti all'interno della società civile. E stato detto bene, in precedenza, sui nuovi rischi per la concezione di solidarietà derivanti da una spregiudicata interpretazione del profitto in un contesto di globalizzazione radicale. In una società che si sta sempre più fondando sul tornaconto individuale e sull'uso anche improprio e cinico del denaro, che fa del profitto quasi il suo fine ultimo e che quindi rischia di s o ff o c a re ogni attenzione improntata a riferimenti di solidarietà, condivisione, capacità di farsi carico, assumendosi responsabilità personali e sociali, davanti a questo tipo di società credo fortemente all importanza dei segnali pro v e- nienti da iniziative come questa. R i c o rdo, per inciso, che la Regione Toscana ha una sua specifica attenzione per questi temi: recentemente abbiamo conferito il Pegaso D ' O ro al professor Junus, grande economista, famoso per aver introdotto per primo, nel Bangladesh, il sistema del microcredito: un sistema che ha portato a un singolare sviluppo consentendo a persone fino ad allora povere un inserimento sociale adeguato alla dignità della persona umana, senza atteggiamenti di tipo assistenzialistico. 12

9 14 Ringrazio tutti i presenti, in particolare ringrazio chi è impegnato in questa impresa di un credito senza finalità di lucro. Una impresa dal significato ideale profondo, una proposta davvero alternativa per la mentalità odierna: il pro g e t t o di una finanza etica, una finanza, cioè, non finalizzata esclusivamente al profitto ma dotata di riferimenti etici profondi. E necessario risalire al 30 maggio 1998: per una serie di trasformazioni progressive legate anche a leggi nazionali che ponevano determinati paletti per le aziende operanti nel settore finanziario. Fu proprio quel giorno che nacque in Italia la Banca Popolare Etica. Fondata sul concetto del no profit, si inserisce nel grande complesso delle imprese rientranti sotto la tipologia generale di Onlus. Banca Etica entra a pieno titolo in questo ambito ed è legata anche idealmente alla funzione del terzo settore in particolare alla cooperazione sociale e al volontariato: segni mi verrebbe di u s a re il concetto di scandali - della società moderna, nei quali tante persone di buona volontà sentono di potere spendere un parte delle loro risorse, della loro vita, senza richiedere niente in cambio. E quella che si può chiamare la civiltà del dono, del gratuito. Una civiltà dotata di rilevanza non soltanto sociale ma soprattutto ideale. I care diceva don Lorenzo Milani: mi faccio carico, mi rendo responsabile rispetto alla possibilità di non interessarmi, di non occuparmi, di guardare soltanto al mio personale profitto, alla mia persona senza alzare lo sguardo verso gli altri. Questo, mi pare, è il vero bivio, la vera differenza rispetto a una finanza che, invece, fa del d e n a ro solo uno scopo di lucro: denaro come mezzo strumentale oppure denaro come fine ultimo. Tutti quanti dobbiamo riflettere molto bene quando un semplice spostamento di denaro, in Borsa, procura grandi ricavi senza che si possa c o n o s c e re come questo denaro viene poi utilizzato. Quante lacrime e sangue costino certi denari poi utilizzati senza regole etiche da multinazionali, veniva già ricordato in precedenza citando il lavoro minorile, l inquinamento di interi territori, la mancanza di attenzione per le condizioni di salute dei lavoratori. Quante volte noi ci interroghiamo seriamente circa l utilizzo, in scala mondiale, dei nostri personali denari affidati a una finanza multinazionale priva di scrupoli e che non esita a impiegare, cercando il massimo profitto, i nostri soldi anche per costru i re armi, anche per ricerche su armi chimiche, batteriologiche atomiche e cosi via? Oggi è davvero indispensabile riflettere su come il nostro risparmio che certamente è lecito - viene impiegato. E' giusto che l'acquisto e la vendita di valuta crei p rofitti senza che ci sia una produzione, senza che ci sia poi un ritorno sul settore sociale, sul settore lavorativo? Se oggi compro dollari a poco costo e li rivendo quando il prezzo è aumentato di lire, io faccio certamente un investimento, guadagno una certa somma, ma è giusto che ciò avvenga senza nessuna riflessione su come viene utilizzato quel mio denaro? E' veramente etico? Cosa ha p rodotto questo semplice scambio di denaro? Quali sono le ripercussioni in causa? Quante persone sono state ridotte alla fame dall'oggi al domani, magari licenziate, perchè un certo settore non serve più, perché si è dimostrato improduttivo? Sono riflessioni che oggi, nell era della globalizzazione e dell informazione in tempo reale, è obbligatorio fare. Questa è dunque la base che ha condotto alla 15

10 16 istituzione di settori no profit operanti nel campo finanziario; questa è la motivazione ideale di partenza che ha convinto in pieno la Giunta Regionale, già nella passata legislatura. E stato infatti il mio pre d e c e s s o re Simone Siliani ad a v v i a re percorsi, a pro p o r re l inizio di un cammino attorno a una proposta di legge sul microcredito. Siamo immersi in una colossale spaccatura fra il mondo che sta al Nord e i Paesi del cosiddetto sottosviluppo. Viviamo fra un terribile sbilanciamento. Da una parte neppure un miliardo di persone noi per le quali è possibile vivere nell'agiatezza e nel consumismo. Dall altra parte cinque miliardi di persone loro - costrette a v i v e re in condizioni di povertà talora estre m e. Questo è il frutto di una società che ha perso il senso e i comportamenti tipici della solidarietà. Un uso finalizzato alla solidarietà sociale, un uso c o r retto delle risorse economiche, un ripensamento sulla etica della finanza sono dunque fondamentali. Non entro nel merito tecnico delle questioni perché, fra poco, ci sarà chi avrà il compito di farlo e di spiegare nei dettagli cosa è Banca Etica, come funziona, quali sono le sue finalità. Vorrei però ricordare qual'è il risultato di questa impostazione in termini di coesione sociale. I grandi fenomeni legati a un modello di crescita fondato sulle sole leggi della rigida economia di mercato al quale la persona umana è asservita e strumentalizzata, trovano una possibile risposta quando i valori dell economia sono bene impostati in un atteggiamento di ridistribuzione dei redditi e di attenzione a chi è più svantaggiato. Tutti ci accorgiamo come la induzione di bisogni, che vanno ben oltre al necessario, determina quel circolo vizioso per cui la persona è indotta ad avere sempre più per soddisfare bisogni sempre maggiori in modo da sostenere l'economia e, quindi, da far lucrare i pochi gruppi che in effetti si avvantaggiano da questa situazione. Tutti questi fenomeni, da me appena accennati, hanno fatto crescere in molti settori della società civile impegnati nell'attività di solidarietà, una consapevolezza nuova: e proprio da questa consapevolezza è nata la molla che ha fatto scattare l'iniziativa di Banca Etica, cioè una seria riflessione sull uso del denaro. Un distacco, da parte del terzo settore, dalle regole dell'economia avrebbe infatti inevitabilmente rappresentato una sorta di delega alle organizzazioni del capitale finanziario. Ci sarebbe stato un allineamento a un modo di comportarsi e di agire non condivisibile, si sarebbe corso il rischio di compro m e t t e re le modalità di uno sviluppo a servizio dell'uomo. L idea operativa di base portata avanti da Banca Etica è, invece, quella di raccogliere risorse da risparmiatori che sono motivati verso modelli di sviluppo diverso. Le iniziative della Finanza Etica devono tendere sempre più, come già si sta facendo, ad acquisire un ruolo propulsivo di ampia prospettiva; in altri termini è necessaria una sinergia fra istituzioni e finanza etica per ideare politiche di sostegno a tutto il terzo settore e di intervento a favore dei soggetti svantaggiati. Si tratta di concetti oggi ripresi anche dalla recente legge 328, la legge quadro sull'assistenza sociale. Banca Etica ha già numerose esperienze non solo in Italia ma anche all'estero. Va anche pre c i s a t o che, pur perseguendo finalità alternative, la Finanza Etica si propone di intervenire operando all'interno dei meccanismi di finanziamento. Non stiamo parlando, in altri termini, di un ente di beneficenza: Banca Etica, infatti, si inserisce pienamente nella logica della finanza, ma lo fa con una specifica ed originale attenzione alla eticità dell'uso delle risorse. 17

11 18 D i rei che la prospettiva di riferimento della Finanza Etica, sia che si rivolga al terzo settore sia che si rivolga a singole persone, è pro p r i o quella del superamento dell'assistenzialismo. E questo è anche l'ideale a cui si è ispirato Junus: d a re un aiuto non per risolvere un pro b l e m a economico immediato, ma perchè chi riceve l aiuto si metta in condizioni di inserirsi positivamente nel contesto sociale. Garantire dunque - attraverso il credito, lo sviluppo di libertà individuali: questa mi pare la chiave di volta per favorire lo sviluppo e non solo nei Paesi del terzo mondo. Questo approccio, infatti, riguarda anche il mondo occidentale. E utilizzabile ovunque esistano condizionamenti che limitano i diritti sociali, ovunque ci siano d i fficoltà per i poveri di accedere al credito ord i n a- rio, ovunque siano presenti situazioni di disagio. In questi termini, e in questo ambito, vi sono specifiche competenze regionali che operano su due versanti specifici: le politiche di servizio alla persona e le politiche di sviluppo per livelli territoriali omogenei. In questi anni la Regione Toscana ha delineato un quadro di riferimento per lo sviluppo di nuove forme di credito e per la predisposizione di nuovi prodotti da parte del credito tradizionale. Per l'attivazione di nuovi strumenti nelle politiche sociali si sono resi evidenti alcuni fatti che la politica del Welfare State costringeva a rilevare. Sono stati recepiti sia il dato, ormai consolidato, della crisi dei servizi sociali, ma anche quello della modalità di erogazione delle prestazioni. Così come è stata recepita la necessità, ribadita ora in modo molto chiaro nella legge quadro nazionale, di un rapporto sempre più stretto ed integrato con il terzo settore, non più come semplice committenza, cioè come soggetto attuatore di politiche, ma anche di coinvolgimento sul piano delle scelte programmatiche. E stata recuperata appieno la dimensione locale dello sviluppo attraverso il trasferimento di tutte le competenze del sociale agli enti locali. Si è anche compreso che la comunità locale costituisce uno strumento di partecipazione e di garanzia e può re n d e re possibile l'utilizzo del credito anche a soggetti che non rientrano nelle categorie dei tradizionali clienti delle banche. In relazione ai rapporti con le organizzazioni di Finanza Etica, voglio solo ricordare che dal 1988 la Regione Toscana è socia di Banca Etica sul versante della promozione di nuovi stru m e n t i finanziari. Si è perseguita la strada del sostegno ad attività di formazione e di diffusione di esperienze pilota nel caso delle politiche in favore della Finanza Etica. Fra le iniziative più innovative vorrei ricordare il progetto con l'unione Europea sulla promozione di imprese nel campo della Finanza Etica, che ha ottenuto recentemente il premio annuale del Forum della Pubblica Amministrazione. E' stato un progetto con estensione interregionale che ha visto in partenariato anche la regione Emilia Romagna sui progetti del Fondo Sociale Europeo che ha per titolo "La creazione di nuova occupazione attraverso la promozione della Finanza Etica e la nascita di nuove imprese di cooperative di servizi finanziari per lo sviluppo dell'economia sociale". Il progetto si è proposto di promuovere sul territorio programmi e metodologie di Finanza Etica nelle sue molteplici modalità di espressione, con l'obiettivo di creare anche nuove opportunità di occupazione, obiettivo che è stato raggiunto sia con la nascita di nuove imprese che con il potenziamento di quelle esistenti. Fra le iniziative della Regione Toscana ricordo i rapporti collaborativi per la realizzazione di progetti di micro c redito nelle aree di cooperazione 19

12 20 indicate nel Piano regionale di Cooperazione Internazionale e delle attività di partenariato per il periodo , prevedendo anche la costituzione di un fondo di rotazione. Obiettivo generale dei progetti di microcredito è il sostegno tecnico e finanziario all'avvio o al consolidamento di istituzioni di micro - f i n a n z a operanti nel supporto alla nascita e sviluppo di microimprese. La Regione Toscana individua ogni anno la quota di risorse finanziarie da destinare all'avvio di progetti di micro c redito. I fondi individuati sono collocati presso la Banca Popolare Etica e saranno destinati al sostegno delle attività di studio di fattibilità e progettazione assistenza tecnica e formazione tecnico-finanziaria nonchè alla costituzione del fondo di rotazione di cui ho già parlato e a cui concorrono la Regione Toscana e Banca Etica con risorse proprie. Per il 2001 un primo progetto di microcredito si realizzerà nell'area dei Balcani insieme a FIDI Toscana. Per questo è stato istituito un comune fondo di dotazione: serve per favorire l'accesso al credito delle cooperative sociali e si pro p o n e di intervenire per potenziare le strutture dei servizi sociali e per sostenere progetti di intervento lavorativo di giovani al fine di raff o r z a re la capacità operativa delle imprese cooperative. E' poi allo studio una proposta di legge organica sul microcredito. A questo progetto sono connesse anche risorse con fondi da istituire pre s s o Banca Etica e presso FIDI Toscana, da utilizzare per la concessione di prestiti o per garantire, secondo modalità da stabilire in apposita convenzione, crediti concessi da altre aziende di credito. Credo che torneremo a parlarne pre s t o quando la proposta sarà definitiva e portata al Consiglio. Gli interventi finora attivati dalla Regione Toscana non sono certo un punto di arrivo ma rappresentano, per noi, una base di partenza per sviluppare, ampliare e migliorare la nostra attenzione su questi versanti anche perché la Regione Toscana è convinta che occorre espandere questa esperienza e sostenerla quindi nei modi possibili perchè è un'esperienza di civiltà. La società nella quale viviamo e il livello di civiltà che essa raggiunge non si può quantificare sul livello di benessere posseduto dai più o sulla loro capacità di conseguire profitto. Credo invece che il livello di civiltà della nostra società, e di ogni società, si possa misurare soltanto sul grado di attenzione verso i meno fortunati, verso chi è più al margine. Dobbiamo, in ogni caso, essere attenti alla dignità della persona umana. E' questo il modello di civiltà al quale la Regione Toscana guarda e al quale tutte le istituzioni che operano nell'ambito della Finanza Etica guardano: una società che sia più attenta ai bisogni della persona, che sia capace di dare attenzione non tanto a chi è già forte o potente. I forti e i potenti sanno benissimo difendersi da soli. Dobbiamo invece garantire maggiore attenzione a chi è più debole, a chi ha bisogno anche di un piccolo intervento per poter cre s c e re in libertà, per poter esprimere appieno gli ideali ai quali ogni persona ha il diritto di aspirare - e di realizzare - nella sua vita. Mi auguro che anche da questa iniziativa la nostra Regione possa trarre materiali e stimoli per essere all'avanguardia, per rimanere nella condizione di trascinatore trascinato. Queste esperienze, infatti, non sono nate in Toscana ma in Toscana troveranno un terreno molto fertile. 21

13 22 PER UN USO RESPONSABILE DEL DENARO Fabio Salviato Presidente Banca Etica to di valore applicato alle cose, compre n d e n d o anche i valori. Una comunità è ricca se il tessuto sociale e civile è sano ed attivo e capace di far circolare un flusso positivo di benessere. 23 Da circa 30 anni si sono sviluppate a livello mondiale nuove esperienze nell uso consapevole e responsabile del denaro che vengono definite di finanza etica. La finanza etica è per un nuovo modello di sviluppo. Per essere chiari la finanza etica è un attività nata nei paesi occidentali, ( particolarmente in E u ropa) che si propone quale obiettivo di prom u o v e re e sviluppare un economia sostenibile, attraverso il finanziamento principalmente di organizzazioni non-profit, ed eventualmente singole persone che decidano di intraprendere attività economiche rispettose dell ambiente, dei contratti di lavoro, e socialmente orientate. Insomma la finanza etica cerca di coniugare sviluppo e valori, non sempre lo sviluppo si ottiene con la massimizzazione del profitto, ma soprattutto attraverso il rispetto di valori quali - Salute - L amicizia - La pace - Il talento di una persona Questi valori non si possono monetizzare, la persona può fare a meno di questi valori per una corretto sviluppo della propria vita? Si possono monetizzare L affetto l amore La vita o la morte di una persona? La finanza etica si pone questo importante interrogativo. Per riconoscere e garantire lo sviluppo della nostra società dobbiamo rivedere il concet- Microcredito per uno sviluppo dei poveri Quello che oggi va sotto l etichetta di microcredito ( conosciuto grazie al prof. Yu n u s Mohamad- fondatore della Grameen Bank in Bangladesh) è un esperienza che si pone l obiettivo di concedere un piccolo finanziamento alle fasce deboli ed emarginate della società, non necessariamente si pone l obiettivo di un quad ro di riferimento di sviluppo sostenibile, ne tantomeno di investimento etico. L eticità sta nel fatto, e questo comunque non è cosa da poco, di far superare la soglia della fame a chi non ha da mangiare. Quindi, se concedo un micro c redito ad una donna che dà lavoro a dei bambini oppure inquina l ambiente, questo tipo di eticità diventa secondario rispetto alla necessità primaria di p rocurarsi del cibo. D altronde non possiamo p e n s a re che un paese come il Bangladesh con 120 milioni di abitanti che vivono ammassati in un territorio com è quello della California, con una media di 1,5 dollari al giorno di reddito e con continui problemi di carattere ambientale, rappresenti per noi Europei, un modello per lo sviluppo delle fasce deboli e dei non bancabili. La Grameen Bank è una banca particolare, funziona piuttosto come una Ong che raccoglie donazioni per fare crediti grant for loan, si tratta di un progetto rispettabile ma sicuramente non proponibile nei paesi occidentali. Europa e lo sviluppo della finanza etica Capite bene, che l Europa e gran parte dei paesi dell est europeo, a mio avviso vanno catalogati

14 24 verso l esperienza di finanza etica, portata avanti da movimenti di finanza etica euro p e i ( Triodos- Olanda Abs- Svizzera - Banca Etica- Italia ) che prevedono, tra l altro una metodologia particolare che possa coinvolgere il complesso mondo del volontariato e del non pro f i t, molto vicino ai bisogni delle fasce deboli ed emarginati della popolazione. Quali sono le novità importanti Il processo di globalizzazione in atto, produce, da una parte, una pro g ressiva e continua concentrazione di risorse e di ricchezze nelle mani di pochi, e dall altra un numero crescente di poveri. In Europa vivono 37 milioni di poveri e 5 milioni di senza tetto - ma anche negli Stati Uniti non stiamo meglio con oltre 40 milioni di poveri - ( nel mondo ci sono circa 2 miliardi di persone che vivono con meno di 2 usd al giorno). L attività che più rappresenta questa tendenza alla globalizzazione è indubbiamente quella finanziaria. Ingenti capitali si spostano da una parte all altra del mondo, nello spazio di poche ore, il giro d affari giornaliero del mercato totale del denaro ha superato i miliardi di dollari al giorno. Si tratta di denaro caldo Hot Money cioè denaro molto mobile, che va alla ricerca di sbocchi speculativi a breve termine. La finanza ha quale obiettivo la massimizzazione del pro f i t t o, la finanza etica ha quale obiettivo l ottenimento di un profitto giusto, ma soprattutto, la massimizzazione dell utilità sociale. L attuale sviluppo economico mette in evidenza problemi sociali, che richiedono una risposta: - I tre uomini più ricchi del mondo possiedono beni che superano la somma del pil dei 48 paesi meno sviluppati - In Italia il 10% più ricco della popolazione, rastrella il 24% del reddito totale. Mentre al 10% della popolazione più povera, va invece una quota del 2,6% La novità la globalizzazione della solidarietà Qual è la grande novità? In seguito al processo di globalizzazione in atto, si sta creando una globalizzazione della solidarietà, infatti le organizzazioni del non-profit, si stanno organizzando, costituiscono impre s e, o rganizzazioni, producono prodotti e servizi, rivolti al mercato degli esclusi, parlo di quei 40 milioni di Poveri in Europa, che comunque hanno dimostrato di vivere. Non-profit in Italia In Italia ci sono più di imprese non profit che operano nei settori - cooperazione sociale - cooperazione internazionale - associazionismo - ambiente con circa occupati e un fatturato che raggiunge circa il 2% del pil, in questi ultimi 3 anni lo sviluppo delle imprese non profit è stato di circa il 20%, creando nuovi posti all anno. ( in Italia) E evidente che si tratta di un fenomeno che non può essere trascurato, ma che va sostenuto. La Banca Popolare Etica Un gruppo di organizzazioni del non-profit, nel 1995, hanno deciso di dare vita ad una banca popolare che potesse garantire in Italia lo sviluppo delle loro imprese. La banca conta: soci ( organizzazioni persone fisiche) 200 comuni 7 regioni Italiane raccolta in 20 mesi 70 milioni di euro 25

15 26 utilizzassero la Banca Etica, o comunque i criteri di finanza etica, infatti uno dei principali problemi che noi registriamo è che, molto spesso i fondi stanziati dalla comunità europea o dai ministeri, non raggiungono l'obiettivo sperato. Infatti uno dei problemi che abbiamo evidenziato è che, rispetto alla domanda di servizi e prodotti, i fondi stanziati per l intervento pubblico non arrivano direttamente agli interessati, ma spesso si disperdono in burocrazia, studi di fattibilità, ecc. Risulterà più chiaro eff e t t u a re alcuni esempi concreti: 27 azioni 10 milioni di euro finanziamenti 600 imprese non-profit per 45 milioni di euro creato nuovi posti di lavoro nel non-profit ( va ricordato che la banca raccoglie risparmio da singoli cittadini, riconoscendo un tasso di interesse inferiore a quello di mercato 3% per bond ) Sedi Padova Sportelli Brescia Milano Roma- Vicenza Modena La Banca Etica, fa della trasparenza una delle caratteristiche fondamentali, per questo ha costituito: - il comitato etico codice di comportamento etico, per i lavoratori e dipendenti - certificazione etica per tutti coloro che desiderano richiedere un finanziamento - bilancio sociale Ogni risparmiatore al momento della sottoscrizione di un prodotto finanziario può dare un indicazione sui seguenti settori di intervento: - cooperazione sociale - cooperazione internazionale e microcredito - associazionismo - difesa e tutela dell ambiente Banca Etica è una banca virtuale, ogni cittadino europeo, può decidere di aprire un c/c- visitando il sito HYPERLINK b a n c a e t i- ca.com- scaricare i contratti, compilarli e spedirli a Padova noi possiamo dare una password, e così il cliente può vedere il conto corrente su internet, e dare disposizione di prelevamento. I n o l t re abbiamo suddiviso l Italia in 60 circ o- scrizioni, ed abbiamo eletto un coord i n a m e n t o per ogni circoscrizione che promuove e diffonde il progetto della banca. Cosa possono fare gli enti pubblici Le regioni, i comuni possono fare moltissimo, se 1 - Riace- un piccolo paese nel sud d Italia, famoso per il mare e per i bronzi di Riace- alcuni anni fa viveva una situazione di progressivo spopolamento. Un gruppo di giovani, stanchi di emigrare al nord-italia, si è costituito in associazione, con la finalità di creare occupazione e di valorizzare il patrimonio artistico e turistico del paese. Questa associazione ha chiesto un finanziamento di Euro alla B.E. e con questo denaro hanno ristrutturato 13 case- pensate 13 case, mobilitando il volontariato. Ebbene oggi ad un anno di distanza, questo finanziamento ha creato 20 nuovi posti di lavoro, durante l estate hanno ottenuto il tutto esaurito, e il paese sta vivendo un nuovo periodo di sviluppo. E ritornata la speranza e la fiducia tra i giovani. E stiamo parlando di credito che sta ritornando regolarmente. Pensate cosa si sarebbe potuto fare se la comunità avesse potuto finanz i a re un progetto di questo tipo, innescando meccanismi di maggiore sviluppo. 2 - Nella provincia di Belluno abbiamo costituito una fondazione Humanitas, che si occupa dell assistenza agli anziani, assieme all ospedale civile, e ai 51 comuni della provincia. Solo con il fatto di aver messo assieme i bilanci di ogni

16 28 o rganizzazione per l assistenza abbiamo potuto raddoppiare il nostro intervento. Ecco che molto spesso il problema non è tanto quello di trovare nuovi fondi, ma i giusti interlocutori che sappiano valorizzare le risorse affidate. Questo progetto Humanitas, ha saputo coinvolgere il volontariato, attraverso corsi di formazione, e anche, l aumento della fiducia nelle istituzioni ha portato le prime donazioni a favore della fondazione Humanitas. 3 -Cooperazione con i paesi del sud del mondo, per la gestione di fondi appositi per la realizzazione di Village Banking per lo sviluppo del m i c ro c redito- Il micro c redito è possibile re a l i z- zarlo in Italia, ma con i criteri della finanza etica. Riceviamo continue segnalazioni dai paesi del sud del mondo per la realizzazioni di strumenti finanziari locali capaci di innescare meccanismi di sviluppo popolare. 4 -Piu in generale i comitati che si costituiscono per richiedere la realizzazione di un bene sociale pista ciclabile- casa di riposo per anziani asilo- piscina- ristrutturazione di un teatro ecc. ed incontrano nell ente pubblico un interlocutore attento, ma non capace di soddisfare le richieste immediatamente, attraverso un accord o, (B.E.- ente pubblico comitato) B.E. emette bond finalizzati alla realizzazione dell opera, l ente pubblico si impegna a realizzare l opera, il comitato sottoscrive i bond. Si viene quindi ad innescare un circuito virtuoso, di fiducia tra i portatori di interesse stakeholders dove il cittadino si vede riconoscere una propria richiesta, anzi partecipa attivamente alla realizzazione, e vi posso assicurare che in questi casi il problema non è il tasso di interesse, ma la necessità di poter disporre di un servizio. 5 - La Banca Etica potrebbe gestire le disponiblità liquide degli enti pubblici, al di fuori della t e s o reria Unica. Infatti mentre un ente deve spendere circa il 70% delle proprie risorse per a t t i v a re un iniziativa, la banca ha la possibilità di indirizzare tutto il 100 delle risorse dell ente, o l t re ad attivare forme di raccolta di risparmio, insomma la banca ha la possibilità di moltiplicare gli interventi e di monitorare i risultati in quanto si tratta di finanziamenti e non di donazioni. 6 - La comunità europea potrebbe dare in gestione alla b.e. : - Fondi rotativi in conto capitale ( venture capital) per finanziare la capitalizzazione delle imprese non profit; un fondo di milioni di e u ro potrebbe bastare per cre a re uno sviluppo notevole in Italia - Fondi per garanzia dei finanziamenti nel sociale o per abbattimento del tasso di i n t e resse.(stiamo lavorando per un pro g e t t o Europeo) - Fondi per abbattimento tasso di interesse per s o s t e n e re le imprese che operano nel terzo settore - Fondi specifici a Banca Etica in quanto molto spesso ci troviamo ad anticipare finanziamenti e u ropei, che vengono erogati dalla comunità successivamente all intervento. - La possibilità di ottimizzare le risorse comunitarie, mettendo assieme parte di fondi U.E. con prestiti, ed innescando anche meccanismi di raccolte fondi dedicate- in questo modo 100 euro destinati dalla comunità potre b b e ro diventare: euro comunità euro credito b.e euro Fund Raising da associazioni private QUINDI 300 EURO di questi 200 diventerebbero fondi rotativi e quindi inneschere b b e ro un circuito virtuoso che si alimenta in continuazione e che non necessiterebbe di contributi successivi. 29

17 30 Conclusioni. Nei prossimi anni assisteremo ad un forte sviluppo del settore non-profit in Europa, una banca privata, promossa da org a n i z z a z i o n i n o n - p rofit, etica, dedicata rappresenta un ottima opportunità per moltiplicare le risorse-privato e pubblico, finalizzate alla creazione di nuove imprese di nuovi occupati che realizzano beness e re sociale. Bisogna indirizzare le risorse pubbliche verso coloro che hanno dimostrato di saperle utilizzare al meglio, cercando di rispond e re il più velocemente alle continue e mutate esigenze nel territorio. Per fare questo, è necessario mettere in rete tutte le realtà del sociale che operano in un determinato territorio. B.E. in soli 20 mesi, con risparmi di singoli cittadini ha contribuito alla creazione di nuovi posti di lavoro nel sociale. L occasione e l opportunità è, io credo, oggi unica, cioè quella di mett e re assieme le esperienze e le forze per contribuire a costruire imprese sociali. L impegno di banca etica nei paesi in via di sviluppo. La finanza etica, in quanto strumento finanziario finalizzato allo sviluppo umano e sociale, ha s e m p re dimostrato una grande attenzione alle p roblematiche che affliggono paesi del sud del mondo. Elemento fondante di questa attenzione è la convinzione che l emancipazione dalla miseria e dalla povertà delle popolazioni più povere non può dipendere da programmi di aiuto, sovvenzioni provenienti dai paesi più ricchi, programmi che spesso creano dipendenza da donazione. Ma deve soprattutto, in campo economico, avviare circuiti virtuosi in base ai quali il povero possa produrre reddito e quindi accedere ai beni e servizi essenziali. L obiettivo è quindi quello di mettere la persona nelle condizioni di poter partecipare in modo attivo e responsabile ai processi di crescita sociale, economica e politica della sua comunità. Banca Etica consapevole di questa necessità, collabora con persone, gruppi, organizzazioni nel nord e nel sud del mondo per dare una risposta a questi bisogni. In pratica, B.E. mette in contatto, le reti di solidarietà, che già esistono per migliorare l accesso al credito dei non bancabili. La proposta va dalla costituzione di una M.F.I. (Micro finance institutions), e quindi alla realizzazione di un progetto di microcredito, al finanziamento diretto ad una realtà del sud del mondo, al pre - f i n a n z i a m e n t o ad una ONG che ha l obiettivo di eff e t t u a re un finanziamento nei paesi del sud del mondo, alla raccolta fondi. Per eff e t t u a re tutti questi servizi ci avvaliamo della collaborazione di una finanziaria dedicata ( Consorzio Etimos) e di una fondazione ( Fondazione Choros). Attualmente stiamo operando in - Albania/KOSOVO - Guatemala - Ecuador - Peru - Cile - Mozambico - Kenya - Filippine - Nicaragua - Salvador 31

18 32 La diffusione della Finanza Etica: l esperienza delle associazioni Vincenzo Striano Presidente Regionale Arci Inizio dicendo che mi fa molto piacere essere qui perché il rapporto con Banca Etica lo vivo come decisivo per la vita dell ARCI Toscana. Tra l altro per ambedue le strutture si registra un parallelo e straordinario percorso di cre s c i t a. Naturalmente, noi in ambito regionale e la Banca a livello nazionale. A g g i u n g e rei che la nostra crescita è stata possibile solo perché c era Banca Etica che ha creduto nelle nostre potenzialità e nella qualità sociale dei nostri progetti. Questo fatto è nella coscienza e nella memoria dell ARCI Toscana. Mantenere il ricordo di quello che si è fatto negli ultimi anni, la qualità delle relazioni costruite, aiuta e definisce l identità. E questo è decisivo nella società contemporanea che tende a rimuovere più la memoria re c e n t e, quello che direttamente abbiamo vissuto, che non il racconto dei secoli passati. Dunque per quanto ci riguarda Banca Etica ha accompagnato e permesso, un nostro cammino che ci ha portato molto lontano in poco tempo. Sia chiaro non è cambiata la natura della nostra associazione. Ci siamo mossi in coerenza con quanto i nostri congressi, il nostro movimento aveva deciso. Ma alla fine la crescita ha portato una modifica quantitativa e qualitativa del nostro ruolo in Toscana. Come ha detto Fabio Salviato nel suo intervento, a mio giudizio molto bello, viene naturale quando si parla di Banca Etica, finire per discutere del mondo che ci circonda. E allora anch io per rendere il senso profondo della relazione fra noi e la Banca non posso farlo raccontando gli accord i finanziari, pure importanti, ma devo soprattutto s p i e g a re cosa questo rapporto finanziario è riuscito a mettere in moto. Del resto c è una particolarità nel modo di incontrarsi con Banca Etica diverso rispetto alle relazioni con le tradizionali s t ru t t u re di credito. I bisogni economici non bastano, per aprire una intesa bisogna spiegare e c o n d i v i d e re delle sfide che riguardano pro g e t t i sociali e utili. Per spiegare meglio perché uso la parola sfida devo pre c i s a re che la nostra è una associazione medio-grande con un autofinanziamento suff i- ciente a far vivere al Comitato Regionale dell ARCI un ruolo assolutamente dignitoso: mantenere un piccolo apparato in grado di organizzare dibattiti, prendere delle posizioni politiche in rapporto alla realtà che ci circonda, dare consulenze e servizi ai nostri circoli. Tutto ciò s a rebbe assolutamente coperto dalle entrate di un tesseramento che conta, in Toscana, quasi soci e 1300 basi associative. Eppure tutto questo non ci bastava. Abbiamo sentito il bisogno di rischiare di più per rendere maggiormente conseguente l operare quotidiano con la nostra dimensione ideale, con le cose che ci dicevamo nei nostri congressi, nelle nostre riunioni, cominciando cioè ad org a n i z z a re un nostro ruolo parziale ma concreto nella riforma dello stato sociale. Vo r rei fare una precisazione che giudico essenziale su come ci accostiamo a questo tema. Mi scuso se, per non prendere molto tempo, procederò un po per slogan e alcuni passaggi risulteranno troppo veloci. Nel trattare della riforma del Welfare dobbiamo abbandonare una approccio ricorrente e cioè che il mondo del 3 settore ha una funzione utile perché permette un abbattimento dei costi, caso mai usando le energ i e civili del Volontariato. Non credo che questa sia 33

19 34 la nostra funzione, anche se alla fine è possibile in alcuni casi abbassare la spesa dei servizi. Intanto, per affrontare meglio il problema, forse è preferibile usare il termine economia sociale al posto di economia non profit perché allarga l attenzione a un numero maggiore di soggetti che svolgono una funzione socialmente utile. I n o l t re noi viviamo in una società che sta cambiando velocemente e che vede collocarsi in maniera diff e rente tutta una serie di fenomeni. Quindi non è solo un problema di quanto si spende, per inciso aggiungo che se il ragionamento fosse solo questo, anche se può sembrare una provocazione, penso addirittura che si debba investire di più nel welfare perché questo in tempi medi porta a risparmi sociali ed economici. Ma il problema vero è per cosa e come si spende. La domanda sociale non è la stessa del passato. Se si vedono quali sono gli interventi su cui l ARCI viene chiamata a collaborare si scopre che si tratta di accoglienza per profughi, richiedenti asilo, immigrati, e in generale percorsi di inclusione per stranieri. Non di rado ci si tro v a di fronte a minori non accompagnati. Poi c è tutto il settore delle nuove marginalità sociali. Ma non sono solo interventi riferiti al disagio. Ad esempio molto impegno lo mettiamo nel l a v o ro con gli insegnanti in relazione a nuovi approcci didattici riferiti all intercultura. Questo tema, tra l altro, è importante, non tanto perché nelle scuole c è un numero crescente di bambini stranieri, in realtà è questione che riguarda tutti perché il mondo contemporaneo e, ancora di più quello del futuro, accentueranno i connotati di multiculturalismo. Dunque il nostro intervento nello stato sociale prima ancora che in relazione ad un abbassamento di costi deve confrontarsi con la necessità di adeguarsi a problemi assolutamente nuovi, ignorati solo 10 o 15 anni fa. Temo che tante volte, anche per un effetto distorto della politica e dell informazione, non si riescano a cogliere gli elementi di novità che all interno di questa società ci sono. Spesso molti dei fenomeni che caratterizzano la modernità finiscono per essere oscurati da un modello di discussione timorosa di affrontare per quello che sono i temi che creano più conflitti e paure. Concentrandosi sull effetto più evidente o su singoli fatti e non sui motivi profondi. Si parla così di mucca pazza ma si dovrebbe parlare di modello di consumo. Riforma dello stato sociale significa non solo prendere atto che ci sono problemi nuovi, significa anche pro v a re a governarli e a orientare i cambiamenti. So bene che il terzo settore non è tutto all altezza dei compiti nuovi. C è anzi bisogno di una profonda autoriforma. Ma la parte migliore del mondo associativo cerca di assumere un ottica che non si limita alla testimonianza ma dimostra che si possono coniugare atteggiamenti etici e capacità di risposte concrete a problemi di fondo della società. Certo si tratta di proposte complesse che tendono non solo e non tanto a praticare il bene (una sorta universo dei buoni che si contrappone a un mondo di cattivi) ma a migliorare e modificare nel concreto la qualità della vita, presentandosi a volte come gli orientamenti molto avanzati e moderni. Mentre spesso arretrati, pericolosi e persino irre a l i s t i c i appaiono, sempre più spesso, le logiche di puro p rofitto. Sono assolutamente convinto che non c è modernità all interno dei meccanismi tradizionali del sistema finanziario o del sistema economico tradizionale. Non c è speranza di risolvere i conflitti, neanche i più semplici, affidandosi alla capacità di autoregolamentazione del mercato. Come ha detto Salviato, abbiamo tutti i giorni testimonianza di quanti danni e fallimenti produce il mondo profit anche se poi tendiamo a 35

20 36 non riflettere su questo. Questa impostazione introduce una serie di riflessioni interessanti su cui procedo, ripeto, un po per slogan. Per esempio diciamo non solo sviluppo equo e solidale ma sviluppo sostenibile. Per stato sociale intendiamo non solo beneficenza ai bisognosi ma intreccio di servizi e sistema di diritti e doveri. Dove anche le regole non vanno intese come qualcosa di dato una volta per tutte. I diritti vanno praticati, tutelati, aggiornati. Presuppongono cioè partecipazione civile. Per questo parliamo di intreccio indivisibile tra stato sociale e cittadinanza attiva. Anche la divisione tra pubblico e privato rischia di essere un concetto semplicistico. C è da chiedersi, in particolare, se il concetto di pubblico non debba essere rivisto alla luce della cre s c i t a del 3 settore nel senso che in fondo chi fa una lavoro socialmente utile è davvero fino in fondo un privato? O partecipa, piuttosto, a uno spazio ampio di servizio pubblico? Certo dobbiamo avere la coscienza che anche se le cose qui dette sono ormai condivise, come ha r i c o rdato Salviato, da milioni di persone, comunque non appartengono alla maggioranza della società. La cultura prevalente privilegia a l t re impostazioni. E comunque su questo comune sentire, di massa ma minoritario nella popolazione, che s è avviato il rapporto fra noi e Banca Etica. Ed è stato un rapporto per noi prezioso. Le novità del nostro intervento hanno visto quadruplicare in pochi anni il bilancio e le persone che hanno individuato il proprio lavoro nel nostro mondo, non sono mancati gli errori e la necessità di correggerli, perché chi sperimenta inevitabilmente è portato a volte a sbagliare, ma tutto questo non sarebbe stato possibile se non fosse nata Banca Etica. Ho detto che questo rapporto è basato su un comune sentire ma abbiamo dimostrato che questo poteva essere anche un rapporto corretto dal punto di vista finanziario. In fondo noi a Banca Etica non abbiamo mai domandato investimenti sulla fiducia anche se la fiducia è un altro dei passaggi importanti. Gli abbiamo chiesto semplicemente di accompagnare il nostro lavoro imparando a conoscerlo. Vo r rei fare anche una critica agli enti locali, penso condivisa dalla quasi totalità di coloro che lavorano all interno del privato sociale: la lunghezza infinita, unita spesso all incertezza, nei rapporti economici e finanziari con le istituzioni. Un lavoro commissionato e svolto per conto di una struttura pubblica può metterci anni prima di essere riscosso. Questo ha rischiato di strang o l a re l ARCI Toscana. Se volete, sembra una piccola cosa il poter scontare con facilità le delibere presso Banca Etica, eppure è quasi impossibile su grandi numeri farlo con il sistema bancario tradizionale che è attrezzato per le fatture c o m m e rciali ma non le delibere pubbliche. Mi chiedo spesso: in fondo l ARCI è un associazione medio-grande ed è andata in difficoltà, ma come è possibile per una piccola struttura che voglia intervenire all interno dei servizi sociali resistere con i sistemi attuali del mondo bancario, con i tempi drammatici di decisione e riscossione che ha il sistema pubblico anche quando chiede di s v o l g e re un lavoro socialmente utile? E non è una perdita per la società Toscana se il mondo d i ffuso di piccole associazioni non trova metodologie e strumenti che lo aiuti a cre s c e re e a svolgere un ruolo? Banca Etica può contribuire a sviluppare l intera risorsa diffusa che rappresenta l insieme del 3 settore della Toscana affidando alla Banca la gestione di strumenti di microcredito da cre a re con l aiuto delle Istituzioni. Non c redo che questo strumento possa essere utilmente svolto da stru t t u re appartenenti al sistema finanziario tradizionale. Voglio chiudere con un ultimo punto. Sono un 37

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