Rendiconto generale dell esercizio Relazioni sulla gestione finanziaria nei vari settori di intervento

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Rendiconto generale dell esercizio 2012. Relazioni sulla gestione finanziaria nei vari settori di intervento"

Transcript

1 Rendiconto generale dell esercizio 2012 Relazioni sulla gestione finanziaria nei vari settori di intervento

2 INDICE Presidenza pag. Vicepresidenza. Assessorato Finanze. Europa. Cooperazione pag. col sistema delle autonomie. Valorizzazione della montagna. Regolazione dei servizi pubblici locali. Semplificazione e trasparenza. Politiche per la sicurezza. Cultura. Sport pag. Scuola. Formazione professionale. Università e ricerca. pag. Lavoro. Politiche per la Salute. Promozione delle politiche sociali e di integrazione per l immigrazione. Volontariato. Associazionismo e del terzo settore. Sicurezza territoriale. Difesa del Suolo e della Costa. Protezione civile. pag. pag. pag. Attività produttive. Piano energetico e sviluppo sostenibile. pag. Economia verde. Autorizzazione unica integrata Programmazione territoriale. Urbanistica. Reti di Infrastrutture materiali e immateriali. Mobilità. Logistica e trasporti. Turismo. Commercio. pag. pag. Sviluppo delle risorse umane e organizzazione. pag. Cooperazione allo sviluppo. Progetto giovani. Pari opportunità. Agricoltura. pag. Ambiente, Riqualificazione urbana. pag. 2

3 PRESIDENZA 3

4 PRESIDENZA POLITICA REGIONALE UNITARIA Il Documento Unico di Programmazione (DUP) per il periodo , approvato dalla Regione nel giugno 2008, ha esplicitato la strategia regionale per l'attuazione della Politica Regionale Unitaria (PRU), costruita prendendo come riferimento gli indirizzi del Piano Territoriale Regionale. Il DUP, che porta a sintesi le diverse programmazioni europee, nazionali e regionali, ha una strategia articolata in otto obiettivi trasversali incentrati su temi cardine dello sviluppo regionale - dall economia della conoscenza all ambiente, dalla mobilità sostenibile alla valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, dal sistema produttivo al welfare e due obiettivi territoriali pensati come risposta alle specificità dei diversi sistemi territoriali regionali. Il DUP ha inteso definire una strategia di sviluppo sostenibile del territorio regionale a maglie larghe. La procedura di attuazione del DUP ha previsto il ricorso alla programmazione negoziata a livello territoriale, per favorire la condivisione di strategie, obiettivi ed interventi, la convergenza di diversi strumenti e programmi di sviluppo.. La programmazione territoriale è stata concertata con i Documenti Programmatici di livello provinciale, dal titolo Contributo del sistema territoriale della provincia di all attuazione della Politica Regionale Unitaria, che rappresentano la cornice programmatica contenente le strategie e le priorità condivise dal sistema delle Autonomie locali di concerto con l Amministrazione Regionale. Le Conferenze territoriali - organo di coordinamento dell attuazione degli investimenti - hanno approvato le Intese per l integrazione delle politiche territoriali, che programmano l oggetto, la durata, le priorità, gli interventi, il quadro finanziario e l attuazione degli interventi a valere su ciascun obiettivo DUP. La finanziaria 2010 ha messo a disposizione dei territori 11,7 milioni di euro per l attuazione degli interventi prescelti. Si tratta di un progetto complesso che potrà contare su diversi strumenti amministrativi e di governance per il suo sviluppo. Il primo strumento messo in capo è quello del DUP e delle Intese per l Integrazione delle Politiche Territoriali sottoscritte tra la Regione e gli Enti locali per la realizzazione degli interventi. Il 6 ottobre 2011 il Ministero dello Sviluppo Economico ha trasmesso alla Regione Emilia-Romagna il provvedimento di messa a disposizione delle risorse FAS relativo al PAR ed in data 16 novembre 2011 è stata ri-trasmessa la richiesta di anticipazione della prima quota a titolo di anticipazione da parte dell Autorità di Certificazione del Programma Attuativo FAS. A seguito di ciò 19 dicembre 2011 il Ministero dello Sviluppo economico ha effettuato il trasferimento della prima quota delle risorse del FAS per un valore complessivo di ,00 euro, pari all 8% del valore aggiornato del FAS regionale e nel 2012 l ulteriore 8% a rendicontazione del primo acconto. 4

5 Nel corso del 2012 è proseguita l attuazione della programmazione prevista con il Documento Unico di Programmazione (DUP) Per quanto riguarda le risorse regionali programmate attraverso le Intese territoriali per l integrazione delle politiche, sono stati portati avanti gli interventi già attivati con assegnazioni 2010 e Inoltre, l attuazione del programma è proseguita nel 2012 col finanziamento degli interventi decisi come prioritari delle Conferenze per l Intese svolte a fine 2011 e nel In particolare in questo periodo si sono riunite formalmente o in fase preparatoria le Conferenze per le Intese dei territori provinciali di Bologna, Modena, Parma, Forlì-Cesena, Rimini, Reggio-Emilia, Ferrara e Piacenza. Le risorse regionali nel 2012, per euro 2,5 milioni di euro, sono state destinate ad opere legate all innovazione tecnologica, alla viabilità e al recupero di eccellenze della memoria storica. Per quanto riguarda la parte del DUP afferente le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC - già FAS), nel 2012 Regione è riuscita ad attivare il PAR FSC , pur scontando i ritardi dovuti al trasferimento delle risorse da parte del Governo centrale e poi l'effetto dell'art. 16 del decreto legge 95/12 convertito in legge n. 135 del 7 agosto In particolare è stata attivata la linea d azione I.A.2 relativa al Rinnovo e ampliamento del materiale rotabile ferroviario riguardante nello specifico il finanziamento e l acquisto di 12 nuovi elettrotreni. Rispetto a quest ultima fornitura il contributo FSC, impegnato nel 2012, è stato di 36 milioni di euro rispetto ad un investimento complessivo di circa 78 milioni di euro. Programmazione negoziata. Prosegue l attività relativa alla programmazione negoziata. Il metodo è stato portato a sintesi nelle sue peculiarità regionali nell applicazione della legge regionale 30/96. La maturazione del metodo regionale della PN è proseguito nell applicazione della Programmazione del DUP. Lo studio e la ricerca dei perfezionamenti sulla programmazione e sulla tecnica amministrativa che accompagna questa metodologia sono proseguiti nel corso dell anno, in vista di ulteriori applicazioni nella nuova programmazione dei fondi strutturali. Questa esperienza verrà portata a sintesi e resa disponibile in vista della programmazione Infatti l esperienza del metodo della programmazione negoziata è stata qualificante e ha permesso di costruire un nuovo rapporto con le amministrazioni locali per l attuazione delle scelte strategiche in un ottica di coesione territoriale, nel rispetto delle identità locali e in partenariato con le rappresentanze del mondo sociale, economico e sindacale. Programmi speciali d area. Nel 2012 è stata assicurata un intensa attività di assistenza tecnica in merito all attuazione delle tre generazioni di programmi d area attivati e in particolare alle Conferenze di programma. È proseguita l attività negoziale per la ultimazione dei programmi che arrivati ad un grado di completamento del 95% hanno subito un rallentamento a causa del patto di stabilità e della diminuzione degli investimenti. Intesa Istituzionale di Programma e Accordi di Programma Quadro. L Intesa Istituzionale di Programma tra la Regione Emilia-Romagna e il Governo della Repubblica, sottoscritta il 22 marzo del 2000, presenta al un valore complessivo di M di cui 150M relativi al Fondo per lo sviluppo e la coesione 5

6 (ex FAS). Complessivamente sono 25 gli Accordi di Programma Quadro stipulati in attuazione dell intesa Istituzionale di Programma per un totale di 560 interventi. Gli APQ sottoscritti riguardano i seguenti settori: Infrastrutture viarie, Tutela delle acque e gestione integrata delle risorse idriche, Società dell informazione, Ricerca e Innovazione, Riqualificazione urbana, Sviluppo Locale, Rafforzamento Reti e Nodi di servizio e Politiche giovanili. Nel 2012 sono proseguite le attività di gestione e di attuazione degli Accordi di Programma Quadro (APQ), attraverso il processo di cooperazione istituzionale con il Ministero dello Sviluppo Economico e gli altri Ministeri competenti per materia nonché con le Direzioni Generali regionali settoriali responsabili degli APQ stessi. In termini di avanzamento, l Intesa ha registrato significativi incrementi sia per quel che riguarda l avanzamento procedurale che finanziario nonché economico: nel 2012 risultano conclusi 291 interventi mentre 269 sono ancora in corso di realizzazione, riguardanti per la maggior parte la realizzazione di opere pubbliche. Per quel che riguarda l avanzamento finanziario si registra, rispetto al 2011, un incremento significativo degli impegni assunti (oltre 273 M ) unitamente ai pagamenti effettuati (oltre 176M ). In relazione all andamento economico nel corso del 2012 si è registrato un costo realizzato di circa M (pari a circa l 83% del valore dell Intesa, con un incremento in valore assoluto rispetto al 2011 di circa 507M. L avanzamento della spesa relativa alle sole risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (già FAS) è pari invece al 74%. Prusst. Fanno parte della Programmazione negoziata di fonte statale i Programmi di riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio (PRUSST). Nel corso del 2012 è proseguita la fase conclusiva dell attuazione dei Prusst per le aree del Distretto Ceramico e Città della Costa dei quali la Regione è soggetto promotore Programmazione La RER ha assicurato un attiva presenza nei tavoli partenariali e negoziali interregionali, nazionali ed europei, iniziando un percorso per una programmazione dei fondi strutturali e per l investimento (ESI) nell ambito della politiche di coesione. RELAZIONI INTERNAZIONALI ISTITUZIONALI La Regione Emilia-Romagna promuove e favorisce i rapporti istituzionali e le attività con le Regioni europee ed extraeuropee, che coinvolgono i diversi settori dell amministrazione e del territorio regionale. Questo stimola il confronto e lo scambio di buone prassi nell ambito delle politiche europee, la partecipazione a programmi comunitari e l attivazione di progetti. Inoltre sviluppa e incentiva la collaborazione fra enti locali emiliano-romagnoli ed enti locali stranieri, tra le camere di commercio, i sistemi scolastici, le associazioni di categoria e altri stakeholder. La Regione Emilia-Romagna ha in essere protocolli formalizzati e attivi con alcune Regione europee ed extraeuropee e ha inoltre collaborazioni bilaterali molto proficue su tematiche di attualità con alcune Regioni con le quali non ha ancora sottoscritto un protocollo di intesa. Nel corso del 2012 si sono consolidate le attività 6

7 di relazione internazionale già in essere e si sono rafforzati i Partenariati esistenti e formalizzate le forme di collaborazione bilaterale che hanno visto la realizzazione di progetti concreti. La collaborazione con le regioni europee con cui si sono formalizzati e attivati Protocolli d Intesa sono: Aquitania- FR, Land Hessen-DE, Pays de la Loire -FR, Bassa Slesia-PL, Generalitat Valenciana-ES, Wielkopolska- PL). Le Regioni con cui si sono attivate forme di collaborazioni bilaterali non ancora formalizzate da accordi sono: Västra Götaland-SE, Galles-UK, Aragona-ES, Gozo- M) nei diversi settori di competenza regionale, in modo da fare sistema e di creare i presupposti per lo sviluppo di relazioni stabili e reciprocamente vantaggiose. Per questo motivo sarà rafforzato il coordinamento e la collaborazione con tutte le direzioni generali della regione per l attività internazionale, favorendo il processo di governance per cogliere e favorire le opportunità in base alla strategia Europa La Regione ha continuato a sostenere e promuovere l attivazione di partenariati/gemellaggi tra Enti Locali emiliano-romagnoli ed Enti Locali stranieri e le relative attività che ne sono scaturite e sostenuto e promosso progetti tra organismi pubblici e privati emiliano-romagnoli con organismi pubblici e privati delle regioni partner straniere. Sono state realizzate attività internazionali nell ambito della Rete SERN (Svezia Emilia-Romagna Network) alla quale, oltre alla Regione Emilia- Romagna, aderiscono molti Comuni e Province del territorio,e gran parte di tale attività della rete è stata finanziata da progetti europei. Varie delegazioni straniere sono state accolte nel 2012, sia per visite istituzionali, sia per partecipazione a progetti, che hanno visto il coinvolgimento di più regioni, comportando un concreto coinvolgimento dei governi locali, delle organizzazioni economiche e sociali, delle imprese, delle associazioni, delle Università, dei laboratori di ricerca, delle scuole, delle fondazioni e delle istituzioni della vita culturale, sociale e scientifica dei rispettivi territori, con sviluppo di progetti in collaborazione con organismi omologhi nelle regioni partner. Le tematiche di maggiore interesse su cui si è lavorato e si continua a lavorare sono le reti europee tematiche relative ad agricoltura, formazione, educazione, politiche giovanili, innovazione e ricerca, servizi sociali, economia sociale e solidale, lavoro, cultura, turismo, economia, cooperazione internazionale e sport, anche tramite scambi e volontariato e stages. Nel 2012, la Regione ha assicurato la sua costante e attiva presenza ai gruppi di lavoro internazionali e coordinamento di progetti europei. La Regione continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nell ambito della EU 2020 Regions Network con l obiettivo di contribuire all'implementazione della Strategia Europa2020 a livello regionale e locale; favorire un processo di governance a livello europeo e nazionale per un maggiore coinvolgimento delle regioni; formare una piattaforma europea con l'obiettivo di comunicare le opportunità e le sfide che le politiche regionali devono affrontare nel raggiungimento degli obiettivi della Strategia. Consulta - emiliano-romagnoli nel mondo La Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo si è riunita nel corso del 2012 una sola volta, in settembre, a Bologna, mentre il Comitato esecutivo si è riunito tre volte, due delle quali in videoconferenza per i consultori esteri. La Presidente ha proseguito nel suo lavoro di coordinamento delle Consulte regionali ed ha 7

8 collaborato con il Ministero degli Affari esteri, il MIUR ed il CGIE, nell organizzazione di un importante seminario sulla diffusione della lingua e della cultura italiana all estero, svoltosi a Roma nel mese di dicembre. Per quanto riguarda gli interventi a favore degli emiliano-romagnoli nel mondo si è proseguito con l attuazione degli interventi previsti dal Piano triennale Sono continuate le azioni dirette alla diffusione di diverse pubblicazioni sui temi dell emigrazione, celebrando personaggi ed eventi significativi per il patrimonio della memoria regionale, condivisa con i corregionali all estero. Le delegazioni sono state per lo più composte da operatori delle diverse strutture regionali e da rappresentanti dei settori economico e culturale regionale. Sono proseguite le attività di Informazione e comunicazione in sintonia con il Servizio Agenzia stampa della Presidenza, per la manutenzione e l implementazione del portale emilianoromagnolinelmondo.it, del sito Reporter e di RadioER, per i contenuti dedicati alla relazione con gli emigrati e con la partecipazione interattiva dei giovani nel mondo. Analisi degli aspetti finanziari della gestione 2012 Triennio : confronto tra le principali grandezze finanziarie e variazionian no bilancio Stanziamenti Residui passivi iniziali Impegni Pagamenti , , , , , , , , , , , ,55 Var 11/10-7% -34% -14% -18% Var 12/11 12% -19% 18% -47% Var 12/10 4% -47% 1% -56% 8

9 Confronto tra le principali grandezze finanziarie , , , , , ,00 - Stanziamenti Residui passivi iniziali Impegni Pagamenti Triennio confronto tra i principali indicatori finanziari e variazioni Anno bilancio Capacità di impegno Velocità di pagamento Tasso di smaltimento dei residui passivi Capacità di pagamento totale ,06% 69,94% 83,86% 74,54% ,95% 75,44% 82,48% 77,38% ,12% 32,89% 58,27% 38,12% Var 11/10-3,11% 5,49% -1,38% 2,84% Var 12/11 2,17% -42,55% -24,22% -39,26% Var 12/10-0,94% -37,06% -25,60% -36,42% Confronto tra i principali indicatori finanziari 90,00% 80,00% 70,00% 60,00% 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% 0,00% 37,95% 41,06% 40,12% Capacità di impegno 69,94% 82,48% 75,44% 83,86% 77,38% 74,54% Velocità di pagamento 32,89% 58,27% Tasso di smaltimento dei residui passivi 38,12% Capacità di pagamento totale

10 L analisi delle principali grandezze finanziarie e delle variazioni intervenute nelle stesse, nel triennio , evidenzia, in primo luogo, una situazione equilibrata e senza grosse variazioni Si forniscono indicazioni di massima e una corretta interpretazione degli indicatori non può tuttavia prescindere dalla conoscenza delle situazioni che sottendono agli indicatori stessi. Nei paragrafi successivi si provvederà pertanto, ad una analisi più dettagliata delle diverse componenti che concorrono a formare il dato aggregato più sopra indicato. I capitoli di bilancio gestiti dai Servizi sono i seguenti: Capitolo TFI TSP Residui iniziali Stanziamento di competenza Impegnato Pagato c/ competenza Pagato c/ residui Pagato Totale , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,00 Totale , , , , , ,55 TFI = tipo finanziamento: 1 = mezzi regionali; 2 = mezzi statali; 3 = misto (mezzi regionali, quote vincolate), 5 = mezzi comunitari. TSP = tipo spesa: 1= spese correnti amministrative; 2 = spese correnti operative; 3 = spesa per investimenti; 4 = contributi in c/interessi, 5 = spese per altre annualità, 7 = spese per contributi in forma attualizzata A fianco di ciascun capitolo sono riportati gli stanziamenti assestati 2012, i residui passivi iniziali, gli impegni ed i pagamenti, distinti tra pagamenti in c/competenza ed in c/residui. Per una migliore lettura dei dati, sopra riportati in via analitica, si fornisce di seguito una rielaborazione degli stessi che evidenzia, in relazione alle diverse tipologie di spesa ed alle diverse fonti di finanziamento, alcuni significativi indici finanziari di composizione e di avanzamento della spesa. Stanziamenti TSP 10

11 TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali , ,00 2 = Risorse statali , ,21 5 = Risorse comunitarie 0,00 Totale complessivo ,21 0,00 0, ,21 Composizione degli TSP stanziamenti TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali 29,40% 0,00% 0,00% 29,40% 2 = Risorse statali 70,60% 0,00% 0,00% 70,60% 5 = Risorse comunitarie 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% Totale complessivo 100,00% 0,00% 0,00% 100,00% Impegni TSP TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali , ,32 2 = Risorse statali , ,69 5 = Risorse comunitarie 0,00 Totale complessivo ,01 0,00 0, ,01 Capacità di impegno TSP (Impegni/Stanziamenti) TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali 98,37% 0,00% 0,00% 98,37% 2 = Risorse statali 15,86% 0,00% 0,00% 15,86% 5 = Risorse comunitarie 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% Totale complessivo 40,12% 0,00% 0,00% 40,12% Pagamenti in c/competenza TSP TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali , ,09 2 = Risorse statali , ,95 5 = Risorse comunitarie 0,00 Totale complessivo ,04 0,00 0, ,04 Velocità di pagamento (Pagamenti in c/competenza/impegni) TSP TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali 34,29% 0,00% 0,00% 34,29% 2 = Risorse statali 29,26% 0,00% 0,00% 29,26% 5 = Risorse comunitarie 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 11

12 Totale complessivo 32,89% 0,00% 0,00% 32,89% Residui passivi iniziali TSP Totale complessivo TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità 1 = Risorse regionali , ,42 2 = Risorse statali , ,06 5 = Risorse comunitarie 0,00 Totale complessivo ,48 0,00 0, ,48 Pagamenti c/residui TSP TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali , ,90 2 = Risorse statali , ,61 5 = Risorse comunitarie 0,00 Totale complessivo ,51 0,00 0, ,51 Tasso di smaltimento dei residui passivi (Pagamenti c/residui / residui passivi iniziali) TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali 48,77% 0,00% 0,00% 48,77% 2 = Risorse statali 82,10% 0,00% 0,00% 82,10% 5 = Risorse comunitarie 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% Totale complessivo 58,27% 0,00% 0,00% 58,27% TSP Massa spendibile (impegni + residui passivi iniziali) TSP TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali ,74 0,00 0, ,74 2 = Risorse statali ,75 0,00 0, ,75 5 = Risorse comunitarie 0,00 0,00 0,00 0,00 Totale complessivo ,49 0,00 0, ,49 Pagamenti totali TSP TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali , ,99 2 = Risorse statali , ,56 5 = Risorse comunitarie 0,00 Totale complessivo ,55 0,00 0, ,55 12

13 Capacità di pagamento totale (Pagamenti totali/massa spendibile) TSP TFI 2 = Corrente 3 = Capitale 4 = spese in annualità Totale complessivo 1 = Risorse regionali 37,26% 0,00% 0,00% 37,26% 2 = Risorse statali 40,34% 0,00% 0,00% 40,34% 5 = Risorse comunitarie 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% Totale complessivo 38,12% 0,00% 0,00% 38,12% Una corretta interpretazione degli indicatori non può tuttavia prescindere dalla conoscenza delle situazioni che sottendono agli indicatori stessi. Nelle premesse ci si è soffermati a lungo sull attività dell intera direzione. L'attività di cooperazione si concretizza in interventi classificabili nella tipologia di spese correnti operative, pertanto vi è la necessità per la quota finanziata da mezzi regionali di impegnare lo stanziato entro il dicembre di ogni anno, in quanto la spesa corrente non può slittare all anno successivo. Facendo riferimento alla fonte di finanziamento si può notare che i mezzi regionali raggiungono il 29,40%, i mezzi statali 70,60%. L'impegno di tali fondi è in media pari al 40,12% - per i mezzi regionali raggiunge il 98,37, per i mezzi statali il 15,86%. 13

14 VICEPRESIDENZA ASSESSORATO FINANZE. EUROPA. COOPERAZIONE COL SISTEMA DELLE AUTONOMIE. VALORIZZAZIONE DELLA MONTAGNA. REGOLAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI, SEMPLIFICAZIONE E TRASPARENZA. POLITICHE PER LA SICUREZZA 14

15 VICEPRESIDENZA ASSESSORATO FINANZE. EUROPA. COOPERAZIONE COL SISTEMA DELLE AUTONOMIE. VALORIZZAZIONE DELLA MONTAGNA. REGOLAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI, SEMPLIFICAZIONE E TRASPARENZA. POLITICHE PER LA SICUREZZA Lo scenario generale e operativo che ha caratterizzato il 2012 è stato, ancora una volta, fortemente condizionato dalla difficile situazione economica, finanziaria e politica, conseguenza della pesante crisi che da circa un quinquennio investe il nostro paese ed il contesto europeo. Il governo centrale, nel tentativo di contrastare questa congiuntura negativa di lungo periodo, ha adottato provvedimenti che hanno inciso fortemente sulla spesa pubblica, ed in particolare sulla finanza regionale e locale. In questi 12 mesi, la Direzione generale Risorse finanziarie e Patrimonio ha pertanto rafforzato il presidio delle disposizioni di legge in itinere, per fornire precise indicazioni ai decisori politici e per supportare sotto il profilo tecnico il Presidente della Giunta nell ambito delle istituzioni di confronto tra Stato / regioni / autonomie. I pesanti tagli e vincoli introdotti sulla finanza regionale hanno inoltre richiesto una rivisitazione complessiva delle politiche di bilancio ed un intensa attività di coordinamento delle diverse unità organizzative dell Ente, per garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati nel programma di governo del Presidente e della Giunta regionale. Parallelamente, la difficile situazione economica e le manovre restrittive varate dal Governo centrale hanno rafforzato le richieste di sostegno rivolte alla Regione, in primo luogo dal Sistema dell Autonomie. La Direzione ha pertanto rafforzato la funzione di coordinamento della finanza regionale, assegnata come competenza concorrente alle regioni a seguito della riforma costituzione al Titolo V, prevedendo una serie di interventi e conseguendo rilevanti e positivi risultati a favore del territorio e più in generale dell economia locale. Infine, il sisma che ha colpito nel maggio scorso una vasta area dell Emilia, ha richiesto una modifica complessiva al quadro delle priorità gestionali dell Ente. Questa Direzione ha offerto, nell ambito delle proprie competenze, ogni contributo richiesto sia nel presidio degli aspetti finanziari e relativi al Patto di stabilità interno, che sotto il profilo tecnico immobiliare e amministrativo-contrattuale. GOVERNO DELLA FINANZA REGIONALE E COORDINAMENTO DELLA FINANZA TERRITORIALE ATTUAZIONE DEL FEDERALISMO FISCALE La riforma in senso federale del Titolo V si presenta come un processo di elevata strategicità per la definizione dei rapporti tra i diversi livelli di governo istituzionale e di grande delicatezza per le profonde differenze che caratterizzano il Paese e per la situazione ancora preoccupante dell'economia e della finanza. Il processo di regolazione normativa per l applicazione della Legge n. 42 del 2009, Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione ha subito una forte accelerazione dopo alcuni anni di sostanziale 15

16 immobilismo, dalla revisione del Titolo V della Costituzione. Sono stati infatti adottati dal Governo diversi decreti legislativi attuativi, ai quali è seguito il perfezionamento dei successivi decreti ministeriali. Da questa intensa attività di produzione normativa è scaturito un confronto politico e istituzionale di particolare rilevanza volto a comporre, di volta in volta, decisioni di equilibrio rispetto ad interessi e posizioni non sempre convergenti. Accanto al processo, non sempre costante, di attuazione della L. 42, la pesante crisi finanziaria ed economica ha imposto provvedimenti di forte contenimento della spesa, tagli lineari e consistenti ai trasferimenti regionali e locali che hanno richiesto una rivisitazione complessiva delle politiche finanziarie e di bilancio della Regione. Il contributo della Direzione Finanze ha accompagnato le varie fasi di formazione dei principali provvedimenti di finanza pubblica. E stata costantemente garantita la partecipazione ai tavoli tecnici nazionali e interregionali e assicurato il supporto specialistico ai tavoli politici, in primo luogo per la collaborazione al Presidente della Giunta nell ambito della Conferenza Stato-Regioni. Sistematicamente le diverse proposte normative sono state oggetto di uno studio approfondito e di un accurata analisi per l elaborazione degli scenari di riferimento e per la predisposizione di quadri e altro materiale utile ad accompagnare i processi decisionali. Infine sono state sviluppate le condizioni e gli strumenti tecnici, informativo - informatici e normativi per l applicazione, in via sperimentale, delle prime innovazioni introdotte. Sul versante strettamente interno, nell ambito del Comitato di Direzione o mediante altri tavoli di raccordo, è stata costantemente svolta un attività informativa e di presidio per le implicazione derivanti dal quadro normativo in via di formazione. Il D.Lgs n. 118 del 23 giugno 2011, avente ad oggetto "Disposizioni di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della L. 5 maggio 2009, n.42" inoltre, definisce al Titolo II i principi contabili generali e applicati per il settore sanitario. Al fine di assicurare la necessaria integrazione tra il sistema contabile regionale e quello sanitario, è stata avviata una specifica collaborazione con la Direzione competente e sono state introdotte, con riferimento alle modalità di gestione del bilancio regionale e alle procedure di entrata e di spesa, le modifiche necessarie a garantire il pieno rispetto della normativa nazionale. Il monitoraggio e l analisi dei processi di spesa e della finanza regionale. Nel corso del 2012 è stata svolta una sistematica attività di studio, approfondimento, ricerca dei dati e analisi del contesto in relazione agli oggetti e ai temi iscritti in agenda per sostenere adeguatamente i processi decisionali dei referenti politici e svolgere i compiti tecnici assegnati alla Direzione sia nei tavoli istituzionali nazionali e interregionali, sia all interno dell Ente Regione. Sono stati predisposti i quadri delle risorse disponibili e delle spese sostenibili distinte per natura economica e grado di rigidità e dei fabbisogni indicati dalle Direzioni generali allo scopo di fornire alla Giunta regionale le indicazioni necessarie per le scelte politico-programmatiche individuate attraverso gli incontri con i componenti della Giunta e i rispettivi Direttori generali di riferimento, che si sono svolti in più fasi, necessarie per la definizione dei fabbisogni e dei vincoli dei rispettivi ambiti di settore. Con accuratezza e tempestività la Direzione ha analizzato l evoluzione della 16

17 legislazione statale ed ha fornito agli organi decisionali pareri tecnici, note, elaborazioni e simulazioni prospettiche al fine di individuarne le ricadute sulla finanza regionale. Si è posta particolare attenzione ai seguenti provvedimenti: la Legge di stabilità 2011 n. 220/2010, il D.L. 98/2011, convertito in L. 111/2011 Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, il D.L. 138/2011, convertito in L. 148/2011 Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, la Legge di stabilità 2012 n. 183/2011, il D.L. 201/2011 convertito in L. 214/2011 Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici e il D.L. 29 dicembre 2011, n. 216 Proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Patto di stabilità interno e Patto di stabilità territoriale. Patto di stabilità interno Secondo le disposizioni sancite dal Decreto del Ministero dell'economia e delle Finanze pubblicato sulla G.U. n. 196 del 23/08/2012 sono stati realizzati gli elaborati per il monitoraggio trimestrale del Patto di Stabilità che sono stati prontamente inviati con le modalità richieste ed è stato effettuato un costante monitoraggio della normativa nazionale relativa al Patto di stabilità interno al fine di valutarne attentamente l'impatto sulla finanza regionale, in particolare: L. 12 novembre 2011, n. 183 (legge di stabilità 2012). Come negli anni precedenti sono stati definiti per ogni settore dei budget di spesa che sono stati monitorati a cadenze regolari per avere informazioni sempre dettagliate ed aggiornate sulla gestione della spesa. Sono stati creati appositi strumenti per la gestione ed il monitoraggio dei vincoli e degli adempimenti derivanti dal Patto di stabilità interno. Sono stati definiti budget di spesa per ogni Direzione Generale e si sono prodotti report specifici, al fine di rilevare a cadenze costanti gli andamenti di spesa e fornire accurate informazioni agli organi decisionali, mediante la formulazione di proposte applicative e/o di indirizzo. Gli elaborati relativi al Patto di Stabilità interno sono stati prodotti sulla base degli schemi del decreto e inviati al Ministero dell'economia nel rispetto dei termini previsti. La Regione Emilia-Romagna ha pienamente rispettato le regole fissate per il patto di stabilità interno per l anno 2012, contenendo la spesa soggetto a vincolo di crescita all interno dell obiettivo programmatico. Patto di stabilità territoriale Il 23 dicembre 2010, l Assemblea Legislativa dell Emilia-Romagna ha approvato la legge regionale n. 12 Patto di stabilità territoriale della Regione Emilia-Romagna. Si tratta di una disciplina regionale complessa, organica che, nell ambito della cornice normativa nazionale di riferimento e nel rispetto dei principi costituzionali e delle norme in materia di federalismo fiscale, introduce un nuovo sistema di regole per la definizione di un Patto di stabilità applicabile al territorio dell Emilia-Romagna, assegnando alla Regione una precisa funzione di coordinamento e di governance della finanza locale e regionale. La legge regionale nonostante il contenuto innovativo ha superato positivamente la valutazione, da parte del Governo, in ordine 17

18 alla legittimità costituzionale e pertanto la Presidenza del Consiglio dei Ministri non ha sollevato questione di legittimità davanti alla Corte. Tuttavia il Dipartimento per gli Affari Regionali ha trasmesso alcune osservazioni tecniche in ordine al monitoraggio e alle sanzioni di applicazione statale che il Presidente della Giunta si è impegnato a recepire. Il recepimento di tale osservazioni deve delinearsi in modo conforme alle nuove disposizioni nazionali che, in materia di patto regionalizzato, sono nel frattempo state adottate e che prefigurano opportunità normative per una piena applicazione delle modalità disciplinate dalla legge regionale. Per il 2012 è stata garantita l'effettuazione delle analisi e l'adozione dei provvedimenti amministrativi per dare continuità alla preziosa azione di coordinamento della finanza locale. Attraverso la definizione e l'applicazione di criteri, condivisi nell'ambito della Commissione interistituzionale per l'attuazione del patto di stabilità territoriale, è stato possibile attivare misure di compensazione orizzontale e verticale, che potranno rappresentare un valido contributo al Sistema delle Autonomie, confermando i positivi risultati conseguiti nel Nel corso del 2012 sono inoltre state implementate azioni di miglioramento e di sviluppo del sistema informativo di gestione del patto e di comunicazione con il territorio. E' stato adeguatamente presidiato il complesso delle attività realizzate per la gestione del Patto di Stabilità Territoriale: dalla definizione dei criteri per la distribuzione degli spazi finanziari all'analisi dei dati; dalla proposta applicativa all'analisi degli impatti e alla rendicontazione. E' stata esercitata la funzione di presidente della Commissione Tecnica Interistituzionale ed è stato assicurato un presidio costante nei rapporti con gli Enti Locali. Sono stati ulteriormente raffinati gli strumenti di comunicazione via web con i settori finanziari dei Comuni e delle Province. Sono state sviluppate le procedure connesse al Patto in favore degli Enti Terremotati e quelle nell'ambito del Patto regionale incentivato. E' stata svolta una puntuale attività di rendicontazione dei risultati della gestione riferita al 2011 che ha evidenziato il conseguimento di risultati ampiamente positivi Sotto il profilo procedurale, per la gestione del patto di stabilità territoriale 2012, sono state adottate dalla Giunta regionale, le seguenti deliberazioni: - DGR 540 del 02/05/2012 avente ad oggetto Patto di stabilità territoriale. Compensazioni verticali per l attribuzione ai Comuni e alle Province di quote di importo corrispondenti ai peggioramenti intervenuti sui saldi obiettivi, in applicazione del punto 16 della DG 1517/ DGR 1010 del 23/07/2012 avente ad oggetto Patto di stabilità territoriale. Relazione al Consiglio delle Autonomie Locali sui risultati conseguiti dalla gestione del patto di stabilità territoriale nell esercizio Declinazione dei criteri per la rimodulazione degli obiettivi programmatici del patto di stabilità interno per l anno DGR 1266 del 03/09/2012 avente ad oggetto Patto di stabilità territoriale della regione Emilia-Romagna. Prime applicazioni per l anno Decreto Legge 6 luglio 2012, n

19 - DGR 1308 del 10/09/2012 avente ad oggetto Patto di stabilità territoriale della Regione Emilia Romagna. Proposta per la distribuzione degli spazi finanziari, in deroga agli obiettivi di patto, ai Comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio Decreto Legge 6 giugno 2012, n DGR 1469 del 15/10/2012 avente ad oggetto Patto di stabilità territoriale della Regione Emilia Romagna. Distribuzione degli spazi finanziari, in deroga agli obiettivi di patto, ai Comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio Decreto Legge 6 giugno 2012, n. 74. Approvazione proposta DGR n. 1308/ DGR 1586 del 29/10/2012 avente ad oggetto Patto di stabilità territoriale. Applicazione delle misure di compensazione orizzontale e verticale a favore del sistema delle autonomie locali. Anno 2012 Il risultato raggiunto è stato sicuramente positivo. Nel 2012 sono state concessi, a favore del Sistema delle Autonomie locali, spazi finanziari in termini di quote patto per 196,039 milioni di euro così distinti: - 56,22 milioni di euro per operazioni di compensazioni verticali con risorse di provenienza regionale; - 72,973 milioni di euro per compensazioni di patto regionale incentivato di cui al Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95; - 40 milioni di euro per compensazioni a favore dei comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012 di cui al Decreto Legge 6 giugno 2012, n. 74; - 26,846 milioni di euro per compensazioni orizzontali per quote cedute da comuni e province a favore di altri enti locali. Complessivamente tali interventi hanno consentito a diverse amministrazioni locali di chiudere la gestione amministrativa e contabile del 2012 rispettando i vincoli imposti dalla normativa statale. Inoltre, i 196,039 milioni di euro concessi, si sono tradotti in pagamenti a fronte di obbligazioni assunte nei confronti di imprese ed altri operatori per interventi di investimento realizzati o avviati negli anni precedenti. Essi hanno permesso quindi di immettere liquidità nel tessuto economico e sociale del territorio emiliano-romagnolo senza generare indebitamento, neppure a breve termine, ma semplicemente utilizzando quanto già disponibile nelle casse dell ente, bloccato per i vincoli di Patto. Gli spazi finanziari autorizzati sono stati distribuiti sulla base di criteri logicamente correlati ad un principio di solidità ed equilibrio di bilancio: da un lato sono state favorite le condizioni per un ripristino fisiologico dei livelli di residui passivi, accumulati in questi anni dagli Enti Locali come conseguenza dei vincoli - non sempre coerenti - dettati dalla normativa statale per il patto di stabilità interno; d altro lato sono state valorizzate le amministrazioni risultanti particolarmente virtuose con riferimento al livello di debito pro-capite rispetto al contesto regionale. I criteri applicativi hanno inoltre individuato modalità per sostenere gli interventi di investimento sviluppati da Comuni e Province coerenti con la programmazione regionale. Gli enti locali dell Emilia-Romagna assoggettati alle regole del Patto di stabilità 19

20 interno, nel 2012, sono stati 201 di cui 9 province e 192 comuni. Ben 134 enti, pari al 66,67%, hanno volontariamente aderito al Patto di stabilità territoriale. La Direzione finanze ha inoltre assicurato il massimo presidio e la più completa condivisione delle informazioni e dei processi con il territorio. A tal fine, sono stati organizzati diversi incontri tecnici ed è stato predisposto un portale che via web consente, in tempo reale, un continuo scambio informativo con i comuni e le province assoggettate alle regole del Patto. Inoltre, nel corso del 2012 è stato assicurato un costante monitoraggio dei flussi finanziari e una programmazione dei trasferimenti finanziari coerente rispetto ai bisogni espressi dal Sistema delle Autonomie, in relazione ai loro vincoli di bilancio, agli obiettivi del patto di stabilità, alla gestione della liquidità. Nell ambito di rapporti interlocutori sono stati definiti, con gli Enti richiedenti, tempi e modalità per il trasferimento delle risorse loro destinate. Il governo della finanza territoriale La riforma costituzionale del Titolo V ha attribuito alle Regioni le funzioni di coordinamento della finanza locale (legislazione concorrente), le cui competenze sono assegnate alla Direzione finanze, prefigurando ambiti di intervento di particolare rilevanza per il sistema delle autonomie e per il territorio in generale. Il presidio amministrativo e tecnico di questa importante funzione è stato attuato attraverso l'apporto di conoscenze specialistiche e lo sviluppo di adeguati strumenti di analisi dei dati, l'attivazione di monitoraggi sistematici sull'andamento dei flussi finanziari verso il territorio (sistema delle autonomie e sistema regionale allargato), la definizione di modalità di raccordo e di coordinamento con le Autonomie, anche mediante la collaborazione delle associazioni rappresentative degli enti locali. Parallelamente è proseguita l'attività di presidio degli aspetti di governance riferiti al complesso delle società partecipate, delle fondazioni regionali e dell'insieme degli enti strumentali della Regione, con l'obiettivo principale di fornire ai decisori politici e tecnici conoscenze e proposte, con riferimento agli aspetti economico-finanziari e ai riflessi sulla finanza regionale e del territorio. E stato inoltre garantito il coordinamento amministrativo delle altre Direzioni generali per le attività finalizzate all'espletamento degli adempimenti informativi, disciplinati da provvedimenti legislativi dello Stato e della Regione, nei confronti del Dipartimento della Funzione Pubblica, del Ministero dell'economia e delle Finanze, della Corte dei Conti e all'assemblea Legislativa per i dati riferiti al sistema delle partecipazioni regionali. Il perdurare della situazione di profonda crisi economica che attanaglia il paese impone una particolare attenzione nei confronti del Sistema delle Autonomie locali principali destinatari di una serie di domande di servizi e ausili espresse dai cittadini e dalle famiglie Le pesanti manovre di finanza pubblica, adottate nel corso degli ultimi mesi, hanno ulteriormente acuito questa situazione di generale difficoltà di Comuni e Province, per i pesanti tagli ai trasferimenti erariali. E' all'interno di questo contesto economico e istituzionale che gli Enti Locali del territorio della Regione Emilia-Romagna hanno dovuto misurarsi per fronteggiare le 20

PIANO DEGLI INTERVENTI

PIANO DEGLI INTERVENTI DEL. CIPE N. 7/2006 PROGRAMMI OPERATIVI DI SUPPORTO ALLO SVILUPPO 2007-2009 ADVISORING PER LO SVILUPPO DEGLI STUDI DI FATTIBILITA E SUPPORTO ALLA COMMITTENZA PUBBLICA PIANO DEGLI INTERVENTI ALLEGATO 1

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO 1 REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO Partenariato del Programma Operativo FESR Basilicata 2014-2020 (art. 5 Regolamento UE n. 1303/2/13; Regolamento Delegato (UE) n. 240/2014; D.G.R. n. 906 del 21 luglio 2014)

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

PROTOCOLLO D' INTESA PER L ATTUAZIONE DELL ASSE 6 CITTA AT- TRATTIVE E PARTECIPATE DEL POR FESR EMILIA ROMAGNA 2014-2020

PROTOCOLLO D' INTESA PER L ATTUAZIONE DELL ASSE 6 CITTA AT- TRATTIVE E PARTECIPATE DEL POR FESR EMILIA ROMAGNA 2014-2020 Allegato parte integrante - 2 Allegato B) PROTOCOLLO D' INTESA PER L ATTUAZIONE DELL ASSE 6 CITTA AT- TRATTIVE E PARTECIPATE DEL POR FESR EMILIA ROMAGNA 2014-2020 TRA Regione Emilia Romagna, in persona

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO La Regione Lazio - Direzione Ragionale Politiche Sociali e Famiglia

Dettagli

Oggetto: Armonizzazione contabile della Regione Autonoma della Sardegna. Disposizioni di indirizzo politico amministrativo.

Oggetto: Armonizzazione contabile della Regione Autonoma della Sardegna. Disposizioni di indirizzo politico amministrativo. Oggetto: Armonizzazione contabile della Regione Autonoma della Sardegna. Disposizioni di indirizzo politico amministrativo. Il Presidente, d intesa con l Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca INTESA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA e LA REGIONE LOMBARDIA VISTI - gli artt. 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle Regioni competenze esclusive in materia di

Dettagli

R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I

R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I COMUNE DI REGGELLO PROVINCIA DI FIRENZE Allegato alla delibera del Consiglio Comunale n. 05 del 08 gennaio 2013 IL VICE SEGRETARIO COMUNALE R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I C O N T R O L L I

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

Preso atto che la somma da destinare alla formazione prevista nel bilancio di previsione dell Unione, è pari a 9.600,00 per l anno 2014;

Preso atto che la somma da destinare alla formazione prevista nel bilancio di previsione dell Unione, è pari a 9.600,00 per l anno 2014; Richiamate le delibera del Cda n. 20 del 30/12/2010 e dell Assemblea n. 5 del 13/06/2013 con le quali si recepisce il trasferimento all Unione dei Comuni il servizio per la gestione in forma associata

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno scolastico 2003/2004

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

DENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA:

DENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA: DENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA: FAMIGLIA PROFESSIONALE DI APPARTENENZA: GRADUAZIONE POSIZIONE: FINALITÀ

Dettagli

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 14/10/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 82 - Supplemento n.

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 14/10/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 82 - Supplemento n. Regione Lazio Atti della Giunta Regionale e degli Assessori Deliberazione 7 ottobre 2014, n. 647 Istituzione dell'osservatorio regionale per l'attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 «Disposizioni

Dettagli

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 3 del 26.04.2013 1 CAPO I Art.1 Art.2 Art.3 Art.4 PRINCIPI GENERALI

Dettagli

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA LA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA (di seguito denominata Regione) nella persona dell Assessore regionale al lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen, domiciliata

Dettagli

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A PROTOCOLLO D'INTESA TRA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE (di seguito denominato Ministero) E DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A (di seguito denominata Casa Editrice) VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n.

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA NAZIONALE PER I GIOVANI PROTOCOLLO D INTESA Tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l Agenzia Nazionale per i Giovani in relazione alle attività e

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

TURISMO. Decreto N. 185 del 22-07-2013. Pubblicità/Pubblicazione: ATTO NON RISERVATO,PUBBLICAZIONE SUL SITO DELL'AGENZIA

TURISMO. Decreto N. 185 del 22-07-2013. Pubblicità/Pubblicazione: ATTO NON RISERVATO,PUBBLICAZIONE SUL SITO DELL'AGENZIA TURISMO Dirigente: PERUZZINI ALBERTO Decreto N. 185 del 22-07-2013 Responsabile del procedimento: Pubblicità/Pubblicazione: ATTO NON RISERVATO,PUBBLICAZIONE SUL SITO DELL'AGENZIA Ordinario [X ] Immediatamente

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

L anno duemilaquattordici il giorno 9 del mese di Luglio alle ore 11,00 nella sede della Comunità Montana del Montefeltro in Carpegna

L anno duemilaquattordici il giorno 9 del mese di Luglio alle ore 11,00 nella sede della Comunità Montana del Montefeltro in Carpegna Decreto del Commissario Straordinario N. 4 del Reg. Data 09/07/2014 OGGETTO: PROGETTO WELFARE NELLE MARCHE CON UNIVERSITA CARLO BO DI URBINO APPROVAZIONE SCHEMA DI CONVENZIONE L anno duemilaquattordici

Dettagli

REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI

REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI VOLTURARA APPULA (provincia di Foggia) REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 5 del 05.03.2013. INDICE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Articolo 1 Oggetto

Dettagli

COMPETENZE DEI SERVIZI. 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21)

COMPETENZE DEI SERVIZI. 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21) COMPETENZE DEI SERVIZI 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21) a) la partecipazione, su delega dell Autorità di Gestione, ai Comitati di Sorveglianza nazionali e regionali, ai gruppi

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte.

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. REGIONE PIEMONTE Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. (B.U. 16 aprile 2015, n. 15) Il Consiglio regionale ha approvato IL PRESIDENTE

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

PROGETTO TAVOLO GIOVANI

PROGETTO TAVOLO GIOVANI PROGETTO TAVOLO GIOVANI Costituzione di un Tavolo di coordinamento con le associazioni di giovani di Cinisello Balsamo e le organizzazioni sociali che compongono il mondo delle realtà giovanili locali

Dettagli

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto

Dettagli

Raccolta di domande di ogni tipo (partendo dalle iscrizioni alle scuole ed alle università);

Raccolta di domande di ogni tipo (partendo dalle iscrizioni alle scuole ed alle università); Protocollo Operativo d Intesa tra il Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Poste Italiane per il servizio di consegna dei libri di testo alle famiglie degli alunni della scuola secondaria

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO

LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO Norme per il diritto al lavoro delle persone disabili in attuazione della legge 12 marzo 1999, n. 68 e istituzione servizio integrazione lavorativa

Dettagli

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 REGOLAMENTO CENTRO ON LINE STORIA E CULTURA DELL INDUSTRIA: IL NORD OVEST DAL 1850 ARTICOLO 1 Obiettivi e finalità

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese, nonché a carico dei concessionari di finanziamenti pubblici anche europei, a qualsiasi

subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese, nonché a carico dei concessionari di finanziamenti pubblici anche europei, a qualsiasi PROTOCOLLO D INTESA TRA LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER LA PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE EMILIA- ROMAGNA ALLA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA MONITORAGGIO INVESTIMENTI

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA. tra

PROTOCOLLO DI INTESA. tra Prefettura di Torino Ufficio Territoriale del Governo PROTOCOLLO DI INTESA Il Prefetto di Torino nella persona del Dott. Alberto Di Pace tra e il Dirigente dell Ufficio di Ambito Territoriale per la provincia

Dettagli

Assistenza tecnica - Azioni per l avanzamento e verifica delle operazioni collegate alla qualità e quantità dei dati presenti nei

Assistenza tecnica - Azioni per l avanzamento e verifica delle operazioni collegate alla qualità e quantità dei dati presenti nei Assistenza tecnica - Azioni per l avanzamento e verifica delle operazioni collegate alla qualità e quantità dei dati presenti nei sistemi informativi di monitoraggio della Regione Azioni di miglioramento:

Dettagli

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola Premessa VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola progetto sperimentale per individuare criteri, strumenti e metodologie per la valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici Le precedenti sperimentazioni

Dettagli

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente Regolamento è adottato ai sensi della normativa

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: "MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E.

PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E. PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: "MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E.A. DELLA PROVINCIA DI ROVIGO E IL POTENZIAMENTO DELLA

Dettagli

Bando per progetti innovativi di ricerca-azione o formazione proposti da reti di istituzioni scolastiche e formative del Trentino

Bando per progetti innovativi di ricerca-azione o formazione proposti da reti di istituzioni scolastiche e formative del Trentino Bando per progetti innovativi di ricerca-azione o formazione proposti da reti di istituzioni scolastiche e formative del Trentino budget disponibile: 200.000 euro termine per la presentazione dei progetti

Dettagli

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO area: codice ufficio: 102 SERVIZIO DI STAFF CONTROLLI R.A.S.S.

Dettagli

COMUNE DI CASTAGNETO CARDUCCI Provincia di Livorno REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI CASTAGNETO CARDUCCI Provincia di Livorno REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Comune di Castagneto Carducci Provincia di Livorno COMUNE DI CASTAGNETO CARDUCCI Provincia di Livorno REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 7 del

Dettagli

tutto quanto sopra premesso e considerato, tra:

tutto quanto sopra premesso e considerato, tra: Protocollo d intesa tra la Regione Piemonte e la Direzione Investigativa Antimafia - Centro Operativo di Torino per le modalità di fruizione di dati informativi concernenti il ciclo di esecuzione dei contratti

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus)

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Protocollo d intesa tra Regione Toscana e Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Consolidamento e sviluppo della collaborazione per attività cooperazione internazionale nel settore dell'accesso

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO

Dettagli

Città di Minerbio Provincia di Bologna. CICLO DELLA PERFORMANCE Indirizzi per il triennio 2011-2013

Città di Minerbio Provincia di Bologna. CICLO DELLA PERFORMANCE Indirizzi per il triennio 2011-2013 Città di Minerbio Provincia di Bologna CICLO DELLA PERFORMANCE Indirizzi per il triennio 2011-2013 Approvato con deliberazione di Giunta Comunale n. 78 del 27/07/2011 Premessa Le amministrazioni pubbliche

Dettagli

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI Documento approvato dai dirigenti e dagli incaricati di posizione organizzativa nell incontro del 13.1.2006 PREMESSA Si è conclusa

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 30/7 DEL 29.7.2014

DELIBERAZIONE N. 30/7 DEL 29.7.2014 Oggetto: Assegnazione all Azienda ASL n. 8 di Cagliari dell espletamento della procedura per l affidamento del servizio di realizzazione del sistema informatico per la gestione dell accreditamento dei

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

Piano delle Performance

Piano delle Performance Comune di Pavullo nel Frignano Provincia di Modena Bilancio di Previsione 2011 Bilancio Pluriennale 2011 / 2013 Piano delle Performance *** Documento sulla compatibilità del sistema di programmazione,

Dettagli

1. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA SOCIETÀ... 2. AMBITO NORMATIVO... IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LA PUBBLICITA

1. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA SOCIETÀ... 2. AMBITO NORMATIVO... IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LA PUBBLICITA INTRODUZIONE: 1. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA SOCIETÀ... 2. AMBITO NORMATIVO... IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LA PUBBLICITA 1. IL PROCEDIMENTO DI ELABORAZIONE E ADOZIONE. 2. IL FLUSSO

Dettagli

Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Azioni da adottare per il coinvolgimento del partenariato

Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Azioni da adottare per il coinvolgimento del partenariato D I R E Z I O N E R E G I O N A L E A G R I C O L T U R A E S V I L U P P O R U R A L E, C A C C I A E P E S C A Area Programmazione Comunitaria, Monitoraggio e Sviluppo Rurale Programma di Sviluppo Rurale

Dettagli

COMUNE DI CAMINO (AL) REGOLAMENTO SUI CONTROLLI INTERNI. Approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 3 del 25/1/2013

COMUNE DI CAMINO (AL) REGOLAMENTO SUI CONTROLLI INTERNI. Approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 3 del 25/1/2013 COMUNE DI CAMINO (AL) REGOLAMENTO SUI CONTROLLI INTERNI Approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 3 del 25/1/2013 INDICE TITOLO I PRINCIPI GENERALI... 3 Articolo 1 Oggetto... 3 Articolo 2 Sistema

Dettagli

DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo per la riforma della disciplina della cooperazione dell'italia con i Paesi in via di sviluppo.

DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo per la riforma della disciplina della cooperazione dell'italia con i Paesi in via di sviluppo. DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo per la riforma della disciplina della cooperazione dell'italia con i Paesi in via di sviluppo. Consiglio dei Ministri: 05/04/2007 Proponenti: Esteri ART. 1 (Finalità

Dettagli

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori. I Servizi Educativi del Comune di Trieste rappresentano una tradizione storica, un patrimonio di tradizione culturale di cui la città e le famiglie vanno orgogliose. Un patrimonio storico che negli anni

Dettagli

Regolamento di disciplina della misurazione, della valutazione e della trasparenza delle performance.

Regolamento di disciplina della misurazione, della valutazione e della trasparenza delle performance. Regolamento di disciplina della misurazione, della valutazione e della trasparenza delle performance. Art. 1 OBIETTIVI Il sistema di misurazione, valutazione e trasparenza delle performance viene applicato

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato PROTOCOLLO DI INTESA TRA l AUTORITA PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI E L AUTORITA GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO L Autorità per le garanzie

Dettagli

UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA

UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2014-2019 STRATEGIA 5.8 PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE AVVISO PUBBLICO MANIFESTAZIONE DI INTERESSE FINALIZZATA ALL'ACQUISIZIONE DI PROPOSTE PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DELIBERAZIONE 31 OTTOBRE 2012 449/2012/A/EFR STIPULA DI CONVENZIONE CON LA SOCIETÀ RICERCA SUL SISTEMA ENERGETICO S.P.A., PER LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ A SUPPORTO DELLA VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DEI

Dettagli

Contabilità e fiscalità pubblica

Contabilità e fiscalità pubblica Contabilità e fiscalità pubblica Corso 60 ore Negli ultimi anni è in corso un consistente sforzo - che partendo dal piano normativo si ripercuote sull ordinamento e sulla gestione contabile di tutte le

Dettagli

REGOLAMENTO CENTRI DI RICERCA

REGOLAMENTO CENTRI DI RICERCA REGOLAMENTO CENTRI DI RICERCA (con la modifiche proposta al Senato Accademico nella seduta del 25 novembre 2014 e deliberate dal Comitato Esecutivo nella seduta del 10 dicembre 2014) Regolamento del Centro

Dettagli

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 DEFINIZIONE DI BUDGET Il Budget è lo strumento per attuare la pianificazione operativa che l Istituto intende intraprendere nell anno di esercizio

Dettagli

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE REGIONE TOSCANA DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE AREA DI COORDINAMENTO POLITICHE DI SOLIDARIETA' SOCIALE E INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA SETTORE TUTELA DEI MINORI, CONSUMATORI

Dettagli

Premesso che il Sistema di e-learning federato per la pubblica amministrazione dell Emilia-Romagna (SELF):

Premesso che il Sistema di e-learning federato per la pubblica amministrazione dell Emilia-Romagna (SELF): CONVENZIONE PER L ADESIONE AL SISTEMA DI E-LEARNING FEDERATO DELL EMILIA-ROMAGNA PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E L UTILIZZO DEI SERVIZI PER LA FORMAZIONE Premesso che il Sistema di e-learning federato

Dettagli

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA)

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) PROTOCOLLO D'INTESA tra Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) e Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) "Rafforzare il rapporto tra

Dettagli

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili. Comune di Sondrio LINEE GUIDA PER LA SPERIMENTAZIONE del coordinamento territoriale per l integrazione dei servizi a favore dell inclusione scolastica degli alunni con disabilità PREMESSA Il Comune di

Dettagli

COMPETENZE DI CONTESTO (Capacità)

COMPETENZE DI CONTESTO (Capacità) DENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA: FAMIGLIA PROFESSIONALE DI APPARTENENZA: GRADUAZIONE POSIZIONE: FINALITÀ

Dettagli

REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI PROVINCIA DI LIVORNO REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 216/20.12.2012 In vigore dal 1 febbraio 2013 SOMMARIO TITOLO I 3 Controllo Di

Dettagli

Città di Lecce SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA

Città di Lecce SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA Città di Lecce SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA INDICE 1. Introduzione... 4 2. Sistema di misurazione e valutazione della performance organizzativa... 4 2.1. L Albero

Dettagli

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE Approvato con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 132 del 13.07.2011 REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE ART. 1 FINALITÀ La Provincia di Brindisi,

Dettagli

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Report a cura del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni Dirigenziali Settembre 2014 1 Premessa Il Report Il sistema di misurazione

Dettagli

Linee guida per le Scuole 2.0

Linee guida per le Scuole 2.0 Linee guida per le Scuole 2.0 Premesse Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un numero limitato e controllabile di casi, come l introduzione

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA CONSULTA COMUNALE DEI GIOVANI

REGOLAMENTO PER LA CONSULTA COMUNALE DEI GIOVANI C O M U N E D I D E R U T A PROVINCIA DI PERUGIA REGOLAMENTO PER LA CONSULTA COMUNALE DEI GIOVANI CAPO I NORME ISTITUTIVE E ATTRIBUZIONI. Art. 1 Istituzione.. Art. 2 Attribuzioni.. CAPO II ORGANI DELLA

Dettagli

ACCORDO NAZIONALE. L anno 2010 il giorno 23 del mese di giugno in Roma, presso la sede dell ACRI in Piazza Mattei 10. tra:

ACCORDO NAZIONALE. L anno 2010 il giorno 23 del mese di giugno in Roma, presso la sede dell ACRI in Piazza Mattei 10. tra: ACCORDO NAZIONALE L anno 2010 il giorno 23 del mese di giugno in Roma, presso la sede dell ACRI in Piazza Mattei 10 tra: Acri Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio Spa Forum Terzo Settore

Dettagli

Il Ministro della Difesa

Il Ministro della Difesa Il Ministro della Difesa M_D/GOIV/2013/CONT/A9-3/0000106 il r.d. 18 novembre 1923 n.2440, sull amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato; il r.d. 23 maggio 1924 n.827, che

Dettagli

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA 14. CITTA MULTIETNICA SUPPORTARE INSERIMENTO IMMIGRATI Confermando il ruolo che il Centro Servizi per Stranieri ha assunto all interno delle politiche per l immigrazione,

Dettagli

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell Economia e delle Finanze Classificazione della spesa delle università per missioni e programmi VISTI gli articoli

Dettagli

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE 1. Che cos è la formazione La formazione è il processo attraverso il quale si educano, si migliorano e si indirizzano le risorse umane affinché personale

Dettagli

COMUNE DI ROBASSOMERO PROVINCIA DI TORINO tel. 011 9234400 - Fax 011 9234422 E-mail: comune@comune.robassomero.to.it - www.comune.robassomero.to.

COMUNE DI ROBASSOMERO PROVINCIA DI TORINO tel. 011 9234400 - Fax 011 9234422 E-mail: comune@comune.robassomero.to.it - www.comune.robassomero.to. COMUNE DI ROBASSOMERO PROVINCIA DI TORINO tel. 011 9234400 - Fax 011 9234422 E-mail: comune@comune.robassomero.to.it - www.comune.robassomero.to.it Approvato con deliberazione G.C. n. 103/29.12.2010 INDICE

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi della Giustizia Amministrativa

PROTOCOLLO D INTESA. Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi della Giustizia Amministrativa Il Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella pubblica amministrazione Il Presidente del Consiglio di Stato PROTOCOLLO D INTESA Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi

Dettagli

Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po REGOLAMENTO DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po REGOLAMENTO DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po REGOLAMENTO DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con Deliberazione del Comitato Esecutivo n. 51 del 30/05/2014 Indice Art. 1 Oggetto

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 INVESTIMENTO TERRITORIALE INTEGRATO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le leggi che regolano il ciclo successivo

Dettagli

Legge regionale 24 dicembre 2008, n. 32

Legge regionale 24 dicembre 2008, n. 32 Legge regionale 24 dicembre 2008, n. 32 Bilancio di Previsione 2009 e Pluriennale Triennio 2009 2011 (B. U. Regione Basilicata N. 60 del 29 dicembre 2008) Articolo 1 Stato di Previsione dell Entrata 1.

Dettagli

Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione

Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione 2 Premessa In.Sar. Spa, nell assolvere alle sue finalità istituzionali volte a supportare l Amministrazione

Dettagli

COMUNE DI SALUDECIO REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI SALUDECIO REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI SALUDECIO Provincia di Rimini ******************************** REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI ART. 3 D.L.10.10.2012 n.174 convertito nella L. 07.12.2012 n.213 Approvato con delibera

Dettagli

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE Istituto Nazionale Previdenza Sociale MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE 1 INDICE

Dettagli

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA PROTOCOLLO DI INTESA per la non discriminazione e le pari opportunità attraverso il pieno riconoscimento del diritto alla mobilità e all accessibilità PREMESSO TRA Comune di Terni Provincia di Terni l

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

COMUNE DI MORNICO AL SERIO. (Provincia di Bergamo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015. (art. 10 del D.Lgs. n.

COMUNE DI MORNICO AL SERIO. (Provincia di Bergamo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015. (art. 10 del D.Lgs. n. COMUNE DI MORNICO AL SERIO (Provincia di Bergamo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015 (art. 10 del D.Lgs. n. 33/2013) Introduzione Il principio di trasparenza deve essere inteso

Dettagli