Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.): Rapporto Ambientale

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.): Rapporto Ambientale"

Transcript

1 ValutazioneAmbientaleStrategica(V.A.S.)delPianoTerritorialediCoordinamento Provinciale(P.T.C.P.):RapportoAmbientale ProvinciadiRovigo AreaTerritorioeTrasporti UniversitàIUAVdiVenezia DipartimentodiPianificazione UniversitàIUAVdiVenezia DipartimentodiPianificazione(2009)

2 1 ValutazioneAmbientaleStrategica(V.A.S.)delPianoTerritorialediCoordinamento Provinciale(P.T.C.P.):RapportoAmbientale ProvinciadiRovigo AreaTerritorioeTrasporti UniversitàIUAVdiVenezia DipartimentodiPianificazione Coordinamento DomenicoPatassini FrancescoMusco Gruppodilavoro StefanoPicchio MarioCicolecchia DavideFerro LeonardoMarotta UniversitàIUAVdiVenezia DipartimentodiPianificazione S.Croce Venezia tel

3 INDICEDEICONTENUTI CAP.1.APPROCCIOALRAPPORTOAMBIENTALE 1.1 Contestualizzazionelegislativa QuadronormativodiriferimentoPTCP QuadronormativodiriferimentoVAS 1.2 VASrispettoapianificazioneeRapportoAmbientale 1.3 PTCPRovigo:metodo,fasieazioniperlaVAS 1.4 Contestualizzazionegeografica CAP.2.LOSTATODIFATTOELETENDENZEINATTODELLECOMPONENTIAMBIENTALIE SOCIO ECONOMICHE 2.1FONTEDEIDATI 2.2ARIA 2.2.1Qualitàdell aria 2.2.2Emissioni 2.3FATTORICLIMATICI 2.4ACQUA 2.4.1Acquesuperficiali 2.4.2Acquesotterranee Qualitàedutilizzodelleacquesotterranee Ilsistemadegliallevamentizootecniciinrelazioneallospandimentodeiliquamiconlostatodel sottosuoloedellafaldasotterranea 2.4.3Ilsistemadiapprovvigionamentoidropotabile 2.5SUOLOESOTTOSUOLO 2.5.1Inquadramentolitologico,geomorfologicoegeopedologico 2.5.2Usodelsuolo 2.5.3Caveattiveedimesse 2.5.4Discariche 2.5.5Significativitàgeologico ambientali/geotipi 2.5.6Fattoridirischiogeologicoeidrogeologico 2.6AGENTIFISICI 2.6.1Radiazioninonionizzanti 2.6.2Radiazioniionizzanti Percentualediabitazioniattesesuperareillivellomedioannuodiradon Radionucleidifanghireflui 2.6.3Rumore 2.6.4Inquinamentoluminoso 2.7BIODIVERSITÀ,FLORAEFAUNA 2.7.1Areeprotette 2.7.2Areeatutelaspeciale 2.8PATRIMONIOCULTURALE,ARCHITETTONICO,ARCHEOLOGICOEPAESAGGISTICO 2.8.1Ambitipaesaggistici AtlantedeivincolipaesaggisticieambientalidellaProvinciadiRovigo EstrattidaPTRCDocumentoPreliminare PianoPaesaggisticoTerritoriale IlsistemadelPaesaggio,deibeniculturali,storico architettonicoedarcheologico(da integrazioni)(daverificaresecorrettacollocazioneoescludealtrevoci) 2.8.2Patrimonioarcheologico 2.8.3Patrimonioarchitettonico 2.8.4ParcodelDeltadelPo Quadrogiuridicoistituzionalediriferimento 2

4 3 2.9LAPOPOLAZIONE 2.9.1Caratteristichedemograficheeanagrafiche 2.9.2Istruzione 2.10SISTEMASOCIO ECONOMICO Viabilitàeinfrastrutture Attivitàcommercialieproduttive ilprogettoS.I.A.M.SustainableIndustrialAreaModel:gestionesostenibiledegliinsediamenti industrialieproduttivi Rifiuti Energia Turismo CAP.3.ILSISTEMADEGLIINDICATORI 3.1GliindiciedindicatorinellaVAS 3.2Indiciedindicatoridisostenibilitàambientale 3.2.1Biopotenzialitaterritoriale 3.2.2Percolazione 3.2.3Modellogeostaticaapplicatoallavalutazionedellafauna 3.2.4IndiceLandscapeDevelopmentIntensità,LDI 3.2.5Bilanciogasserra Emissionideigasserra 3.2.6Improntaecologica Improntadell uomosullarisorsaidrica 3.3Scenariprevisionalidiimprontaecologicaeloroanalisi 3.4IndiciedindicatoridisostenibilitàambientaleinprovinciadiRovigo 3.4.1Valoriindiciedindicatoripercomune CAP.4.LOSCENARIODIPIANO:CRITICITA EDAZIONI 4.3CriticitaesistemadegliobiettividelPtcp 4.3.1Situazioneattuale,scenariestrategie Sicurezza Tutelaevalorizzazionedell ambiente Tutelaevalorizzazionedellastoriaeculturalocale Risparmiodelterritorio Superamentodeilocalismi Qualificazionedellepoliticheedeirisultati 4.4Scenariattualieditendenza:verificadell'improntaecologica2020 CAP.5.VALUTAZIONEDELLASOSTENIBILITÀDELLAPROPOSTADIPIANO 5.1RelazionetraobiettivigeneralidelPTCPedeclinazionidisostenibilità 5.2RelazionetraazionidelPTCPedeclinazionidisostenibilità 5.3RelazionetranormedelPTCPedeclinazionidisostenibilità 5.3.1Notediapprofondimentomatricerelazioni:principalidirettiveeprescrizioni/declinazionidi sostenibilità 5.4DescrizionerelazionitrasistemidelPTCPedeclinazionidisostenibilità 5.5Glieffettiambientalidelloscenariodipiano 5.5.1SistemadellaDifesadelSuolo 5.5.2SistemaAmbientaleNaturale 5.5.3SistemadellaRetedelleInfrastruttureedellaMobilitàLenta

5 5.5.4SistemaProduttivo 5.5.5SistemaInsediativo 5.5.6SistemadelPrimario CAP.6.ELEMENTIRIASSUNTIVIDELLAVALUTAZIONEDIINCIDENZAAMBIENTALE(VINCA) 6.1InquadramentonormativoinmateriadiVINCA 6.2Definizionedeilimitispazialidell analisi 6.3ISitidellaReteNatura2000oggettodivalutazione 6.4Ipotesipreliminarediconflitto/incidenzatraazionidelPTCPeisitidellaretenatura2000 CAP.7.CONSULTAZIONIEPARTECIPAZIONE 7.1 Partecipazionenellapianificazioneterritoriale 7.2 NormativaVasinmateriadipartecipazione 7.3 PartecipazionenelPTCPdiRovigo Primafasedellaconcertazione:elaborazionedati IncontriperilDocumentoPreliminare ElencoStakeholdersinvitati Secondafasedellaconcertazione:elaborazionedati AlberidelleIntenzionieAlberideiValori Industriali Agricoltori Agronomi Ordiniprofessionali Entiditutela AmministrazioniinternenellaProvinciadiRovigo AmministrazioniesterneallaProvinciadiRovigo Sintesifinale 7.4Raccomandazionifinali CAP.8.ILSISTEMADIMONITORAGGIO 8.1LaVasdopol'adozionedelpiano 8.2Glistrumentiperilmonitoraggio 4

6 CAP.1ApproccioalRapportoAmbientale 1.1 Contestualizzazionelegislativa QuadronormativodiriferimentoPTCP Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è previsto, nell ambito della normativa statale, nell articolo20deld.lgs.18agosto2000,n.267(testounicodelleleggisull ordinamentodeglienti locali,d orainnanzit.u.e.l.). AlivelloregionalesidefinisceilPTCPcomelostrumentodipianificazionechedelineagliobiettiviegli elementi fondamentali dell'assetto del territorio provinciale in coerenza con gli indirizzi per lo sviluppo socio economico provinciale, con riguardo alle prevalenti vocazioni, alle sue caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, paesaggistiche ed ambientali. (art. 22 della LR n. 11/2004). La L.R. 11/2004, tra i principi generali, dispone, all articolo 3, che il Governo del Territorio si attui attraverso la pianificazione, urbanistica e territoriale, del Comune, della Provincia e della Regione, evidenziandocomeidiversilivellidipianificazione sonotralorocoordinatinelrispettodeiprincipidi sussidiarietàecoerenza,perilraggiungimentodelleseguentifinalitàindicateall articolo2: promozioneerealizzazionediunosvilupposostenibileedurevole,finalizzatoasoddisfarele necessitàdicrescitaedibenesseredeicittadini,senzapregiudizioperlaqualitàdellavitadelle generazionifuture,nelrispettodellerisorsenaturali; tuteladelleidentitàstorico culturaliedellaqualitàdegliinsediamentiurbaniedextraurbani, attraversolariqualificazioneeilrecuperoedilizioedambientaledegliaggregatiesistenti,con particolareriferimentoallasalvaguardiaevalorizzazionedeicentristorici; tuteladelpaesaggiorurale,montanoedelleareediimportanzanaturalistica; utilizzodinuoverisorseterritorialisoloquandononesistanoalternativeallariorganizzazione eriqualificazionedeltessutoinsediativoesistente; messainsicurezzadegliabitatiedelterritoriodairischisismiciedidissestoidrogeologico; coordinamento delle dinamiche del territorio regionale con le politiche di sviluppo nazionali edeuropee. Secondol articolo3dellal.r.11/2004,ilcoordinamentodelptcpconglialtrilivellidipianificazione territorialeeurbanisticadeveavvenireattraverso: l adeguamentoalptrc; l indicazionedelcomplessodelledirettiveperlaredazionedeipianidilivellocomunale; ladeterminazionedelleprescrizioniedeivincoliautomaticamenteprevalenti; laprevisionedeimodiedeitempidiadeguamentodeipianidilivellocomunale; la previsione dell'eventuale disciplina transitoria da applicarsi fino all adeguamento da parte deipianidilivellocomunale; laprevisionedeicriteriedeilimitientroiqualiipianidilivellocomunalepossonomodificare ilptcpsenzachesianecessarioprocedereadunavariantedellostessoptcp. Inoltrel art.22,comma3,dellal.r.11/2004stabilisceglielaboraticostituentiilptcp,chesono: a. una relazione che espone gli esiti delle analisi e delle verifiche territoriali necessarie per la valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale e stabilisce gli indirizzi per lo sviluppo socioeconomiconellemateriedicompetenzaprovinciale; b. glielaboratigraficicherappresentanoleindicazioniprogettuali; 5

7 c. lenormetecnichechedefinisconodirettive,prescrizionievincoli; d. unabancadatialfa numericaevettorialecontenenteilquadroconoscitivodicuiall'articolo10 eleinformazionicontenuteneglielaboratidicuialleletterea),b)ec).inoltre,questielaborati sono suffragati da altri elementi in coordinamento con la normativa settoriale, statale e regionale,inmateriadiproceduredivasedivalutazioned incidenza. Aisensidell articolo23,commi6e7,dellal.r.11/2004,ilptcpdeveesserecompatibileconilptrc. Daciòdiscendel eventualenecessitàdell adeguamentodelptcpalptrc,aisensidelsuddettoarticolo 3dellaLR11/2004. Evidenti ragioni di opportunità, ed in particolare la complessità della procedura di formazione delle varianti di adeguamento al PTRC suggeriscono di minimizzare, per quanto più possibile, detta necessitàdiadeguamento,attraversoun elaborazionedeicontenutidelptcpcoerenteconquelladel PTRCincorsodiformazione.Inoltre,laconseguentenecessità,periComuni,diprovvedereanch essi all adeguamento dei PAT/PATI/PI al PTRC e al PTCP, ai sensi dell articolo 12, commi 5 e 6, della LR 11/2004,consiglianoallaProvinciaeaiComuni,perquantopossibile,dieffettuarel adeguamentodel PTCP e dei PAT/PATI al PTRC in modo contestuale attraverso la procedura concertata( Accordo di Pianificazione ). IlPTCPsicoordinaconlapianificazionedilivellocomunaleattraverso: l indicazionedelcomplessodelledirettiveperlaredazionedeipianidilivellocomunale; ladeterminazionedelleprescrizioniedeivincoliautomaticamenteprevalenti; laprevisionedeimodiedeitempidiadeguamentodeipianidilivellocomunale; la previsione dell'eventuale disciplina transitoria da applicarsi fino all adeguamento da parte deipianidilivellocomunale QuadronormativodiriferimentoVAS Ilriferimentonormativoatutt oggivigenteecogenteinmateriadivalutazioneambientalestrategica è rappresentato dalla Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati pianieprogrammisull ambiente. L obiettivoprincipaledelladirettivaèquellodigarantireunelevatolivellodiprotezionedell'ambiente edicontribuireall'integrazionediconsiderazioniambientaliall'attodell'elaborazioneedell'adozione dipianieprogrammialfinedipromuoverelosvilupposostenibile,assicurandochevengaeffettuatala valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente. La Valutazione Ambientale Strategica è utile ad attivare un processo decisionale partecipato e coerente e per la realizzazione dello sviluppo sostenibile. Si pone, infatti, come fondamentale momentodiverificadellasostenibilitàdell insiemedelleazioniprogrammate. Essaèconsiderata direttivaautoapplicante (self executing)nellaparteincuiobbligaglistatimembri allo svolgimento della procedura di V.A.S. su piani e programmi elaborati per i settori agricolo, forestale,dellapesca,energetico,industriale,deitrasporti,dellagestionedeirifiutiedelleacque,delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definisconoilquadrodiriferimentoperl autorizzazionedeiprogettielencatinegliallegatiieiidella direttiva85/337/cee o periquali,inconsiderazionedeipossibilieffettisuisiti,siritienenecessaria unavalutazioneaisensidegliarticoli6e7delladirettiva92/43/cee (art.3comma2):ilriferimento alla direttiva che reca disciplina in materia di Valutazione d Impatto Ambientale di progetti e alla Direttiva Habitat è fondamentale per un inquadramento normativo all interno della legislazione comunitariainterminidiprotezioneambientale. LoStatoItalianoharecepitolacitatadirettiva,conilD.Lgs.3aprile2006,n.152,recante Normein materia ambientale (anche detto Codice dell Ambiente ), ma l entrata in vigore delle disposizioni contenutenellaparteseconda,relativealle Procedureperlavalutazioneambientalestrategica(VAS), 6

8 per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC) attendonolamodificadell articolo52,comma1delsuddettod.lgs.. AlivelloRegionaleilpanoramagiuridicosiarricchisceparzialmenteconlaL.R.23aprile2004,n.11, Norme per il governo del territorio, che, recependo gli obblighi posti dalla Direttiva 2001/42/CE, obbliga l esperimento della VAS sui piani territoriali e urbanistici di Regione, Province e Comuni (PTRC, PTCP, PAT e PATI), in modo da evidenziare le congruità delle scelte di pianificazione ( ) rispetto agli obiettivi di sostenibilità degli stessi, alle possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione individuando, altresì, le alternative assunte nella elaborazione del piano, gli impatti potenziali,nonchélemisuredimitigazionee/odicompensazionedainserirenelpiano (art.4,comma 3,L.R.11/2004). LastessaL.R.11/2004prevedeall art.46,comma1,lett.a)lapredisposizionedapartedellagiunta Regionale di un atto di indirizzo disciplinante le verifiche di sostenibilità e compatibilità necessarie per la redazione degli strumenti territoriali e urbanistici con particolare riferimento alla direttiva comunitaria n. 2001/42/CE in materia di valutazione ambientale strategica (VAS). Tale atto di indirizzoègiàstatoelaboratodallagiuntaregionalemanonancoravalutatonellesediopportune.la RegioneVeneto,tuttavia,hacercatodisopperirealvuotolegislativodicuisopraattraversoleseguenti DeliberazionidiGiuntaRegionale: D.G.R. n del 01 ottobre 2004, Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente. Primi indirizzi operativi per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di piani e programmi della Regione del Veneto, in cui,oltreafornireunprimoelencodipianieprogrammiregionalisoggettiavalutazioneeun elenco di piani e programmi regionali in corso di approvazione il cui iter è in uno stato particolarmenteavanzatoechepertantopossonononesseresottopostiavas,vengonofornite delle direttive tecniche per la valutazione ambientale strategica di piani e programmi (Allegato B), ovvero dei criteri utili per la redazione del Rapporto Ambientale, per lo svolgimentodelleconsultazionieperilmonitoraggio; D.G.R.n.3262del24ottobre2006(pubblicatasulB.U.R.Veneton.28,del21novembre2006), Attuazione Direttiva 2001/42/CE della Comunità Europea. Guida metodologica per la ValutazioneAmbientaleStrategica.Procedureemodalitàoperative.RevocaD.G.R.2961del26 settembre2006eriadozione,incui,all AllegatoB,vengonoenunciateleproceduredaseguire per la Valutazione Ambientale Strategica dei piani e programmi di livello provinciale, introducendo il concetto di Relazione Ambientale come documento di avvio formale e sostanzialedellaproceduradivas. D.G.R.n.3752del5dicembre2006 Procedureeindirizzi operativi per l applicazione della Valutazione Ambientale Strategica ai Programmi di cooperazionetransfrontalierarelativialperiodo edaltripiani incui,all AllegatoB, vengonoenunciateleproceduredaseguireperlavalutazioneambientalestrategicadeipiani eprogrammidiiniziativadientiterzi. Con la D.G.R. n del 07/08/2007 (pubblicata sul BUR n. 84 del 25 settembre 2007), ambienteebeniambientali siconsideracheconl entratainvigoredellaparteiideld.lgs3 aprile 2006, n. 152 procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS, per la Valutazione di Impatto Ambientale(VIA) e per l autorizzazione integrata ambientale(ippc), vistalanecessitàperlaregionevenetodiadottareunprovvedimentolegislativoadettocodice si ribadisce di fare riferimento ai decreti sopra descritti poichè tali indirizzi operativi sono modulatisulladirettiva2001/42/cepercuilaregionehaadempiutoaiprescritticomunitari. LanecessitàdiavviarelaproceduradiVASgiàinfasediDocumentoPreliminareègiàevidentenella D.G.R.n.2988/2004,incuisisottolineacome l avviodellaproceduravasfindaiprimissimistadidi elaborazione consente di integrare in modo più efficace le problematiche ambientali all interno del piano e garantisce che siano affrontati i potenziali conflitti tra obiettivi di sviluppo e obiettivi ambientali,comepureipossibilirilevantiimpattinegativi (AllegatoB). 7

9 Etaleconcettovieneancheripresodall attodiindirizzodellaregione(art.46,comma1,lett.a)l.r. 11/2004, ValutazioneAmbientaleStrategica,incuisifariferimentoalfattoche l approvazionedel DocumentoPreliminare diptcp/pat PATI deveprevederetraisuoicontenutianchel informativa dell avviodelprocedimentodivalutazioneambientalestrategicanonchéunaprimaanalisi,seppurdi carattere generale e di contesto complessivo, sullo stato dell ambiente e sul sistema di programmazione e considerato che secondo la Direttiva Europea n. 42/2001/CE ogni fase di elaborazionedelpianoèorganicamenteintegrataconlaproceduradivas,siritienechegiàinfasedi predisposizione del documento preliminare, siano da coordinare la definizione delle strategie del Pianoconilgradodisostenibilitàdelleproposteeconunaprimaanalisi,seppuredicaratteregenerale edicontestocomplessivo,sullostatodell ambienteesulsistemadellaprogrammazione. L esplicitazionedefinitivadelconcettodirelazioneambientalesihaquindiconlad.g.r.n.3262/2006 incuisiprevedeche laprovincia(perilptcp),redigeundocumentopreliminareincuisonofissatigli obiettivi generali che il Piano e/o Programma intende perseguire, una relazione ambientale nonché l elenco degli enti interessati all adozione del Piano, delle altre Autorità che hanno competenze amministrative in materia ambientale e paesaggistica, delle Associazioni ambientaliste individuate secondo quanto stabilito dalla Legge 349/86 e successive modifiche ed integrazioni, nonché delle associazionidicategoriaeventualmenteinteressateall adozionedelpianoe/oprogramma (punto1, allegatob). Secondo le indicazioni regionali, alla Relazione Ambientale spetta quindi il compito di mettere in evidenza il ruolo della Valutazione Ambientale Strategica all interno, e a fianco, del processo di elaborazionedelptcp,inmododafornireindicazionisullametodologiadaseguireperlasuccessiva redazione del Rapporto Ambientale. La Relazione Ambientale dovrebbe inoltre essere in grado di proporre i criteri con cui, a partire dall analisi dello stato di fatto e del rapporto sullo stato dell ambiente, si procederà alla definizione degli scenari e alla selezione delle alternative possibili nonchéallasceltadegliindicatoriappropriatidautilizzarenelleanalisidicoerenzaenelmonitoraggio. La Relazione Ambientale così introdotta ha il compito di avviare formalmente il processo di VAS attraverso la verifica della coerenza degli obiettivi di piano, enunciati nel Documento Preliminare e nello Schema Direttore, con gli obiettivi di protezione ambientale di livello internazionale e comunitarioeconilcontestopianificatorioeprogrammatorioincuisivaadinserire. 1.2 VASrispettoapianificazioneeRapportoAmbientale Nonostante la costruzione di piani e programmi sia differenziata a seconda della tipologia, si può affermare che vi siano dei tratti comuni, solitamente legati da un processo iterativo, composto dalle seguentitappelogiche[oecd,2007,pp.23]: identificazione degli scopi del piano o programma: all inizio della procedura si identificano obiettivigeneraliequestionichenedeterminanolanascitadeldocumento; analisidelcontesto:normalmenteincludeitrenddicrescita,restrizioniedopportunitàperlo sviluppoeanalisidispecifichequestionirilevanti; sviluppoecomparazionedialternativealpianooprogramma:normalmenteinquestafasesi considerano obiettivi e priorità opzionali, si confrontano inoltre criteri di implementazione dellestrategie; documentazione: include la definizione di ruoli e responsabilità per l implementazione ed il monitoraggiodipianieprogrammi; consultazioneconleistituzionirilevantiedilpubblico; definizionedellabozzadefinitivapropostaperladecisionedefinitiva. E interessantenotarecomelefasidelprocessovassipossanoanalizzareinparallelorispettoallefasi delpianocomeindicaloschemaseguente: 8

10 Figurax:collegamentotrafasilogichedelpianoeglielementiVas [Fonte:adattatadaOECD,2007] Questo parallelismo, se non solo logico, ma applicato nella prassi ed in modo più specifico possibile rispetto alle fasi del singolo piano, determina un efficace collegamento tra la Vas e il processo decisionalepubblicodipianieprogrammideterminandounimportanteinputdiinformazionesucuisi basa la definizione del piano, input interessante soprattutto dal punto di vista qualitativo, perché considerainmodospecificolequestioniambientaliedelconflitto. IlRapportoAmbientaleèuna forselapiùimportante delletantefasifondamentalisucuisiarticolail processovas,comeèstatopossibilevederenelloschemaprecedente. Ilrapportoambientalesegueenascesullabasedelloscoping(documentochehalafinalitàdidefinireil quadrodiriferimentoperlavasdelpianoinesameedidescrivereleattivitàdivalutazioneall oggi realizzate). Nel rapporto sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l'attuazione del Piano potrebbe avere sull'ambiente. L'elaborazione del rapporto ambientale, una volta individuati e condivisigliindirizzigeneralidefinitidurantelafasediscoping,siarticolainfasidinatura"tecnica" che hanno lo scopo di verificare l'adeguatezza del Piano al contesto programmatico, pianificatorio e fisicodiriferimento: 9

11 analisidicoerenza; scenariodiriferimento(evoluzionecheilterritoriointeressatodalpianopuòsubireneltempo incasodimancataattuazionedelpianostesso); valutazionedeglieffettiambientalidelpiano; costruzionevalutazioneesceltadellealternative; misuredimitigazioneecompensazione; misuredimonitoraggio; sintesinontecnica. Ovviamente ogni caso specifico di VAS segue un percorso logico contestualizzato a quella che è la tipologiadipianooprogrammachesiintendevalutare.vediamoinseguitoquantoèaccadutoperil PianoTerritorialediCoordinamentoperlaProvinciadiRovigo. 1.3 PTCPRovigo:metodo,fasieazioniperlaVAS La Vas ha come scopo principale la costruzione di scenari di sostenibilità 1 mediante esplorazione di conflitti,vulnerabilitàerischiincontestidefiniti.derivatoèloscopoprestazionalecheaiutaasuperare unavisionestaticadimisure,standardenorme.questiduescopidefinisconoladomandadimodellie tecnicheanalitico valutativi:perlacostruzionediscenarisiricorreamodelliintegratilocali,mentre perlamisuradiprestazionisiricorreamodellidivalutazionediperformance,processoeimpattoin ambientepluralista.lacostruzionedeimodellièinfluenzatadairequisitidellavas. La Vas dovrebbe presentarsi come azione interna alla costruzione del Ptcp e dei relativi processi decisionali. Intervenendo nel management di processi decisionali complessi, dovrebbe utilizzare, in prospettiva ambientale, elementi analitici delle politiche pubbliche, in particolare figure di attori, risorsemobilitateomobilitabilieinterazioniincontestiditipocooperativooconflittuale.puòessere di valido aiuto all'analisi critica delle poste in gioco (singole e connesse), ma anche per l individuazione di nodi problematici; consente di ridefinire ipotesi strategiche attente alla sostenibilitàdelprogramma,allamitigazionedegliimpattieallemodalitàdicompensazioneeffettivao potenziale.permantenereilsuocaratterestrategico,lavasvienenormalmenteeffettuataex anteoin itinere 2. LaVaspresentaquattrocarattericostitutivichenedelimitanoilcampooperativo.Èditipopluralista (diversa da approcci di tipo manageriale o democratico ) e in grado di accogliere operativamente diverseistanzeeletturedelterritorio;éorientataallateoria,perchécercadievidenziareleragionidi determinatesceltepianificatorie;éintegrataalprocessodicostruzionediscenariestrategieproprio inragionedellacomplessadefinizionedisostenibilitàambientalechederivadarelazionifraeconomia, società, ambiente e istituzioni. Ha, inoltre, carattere anticipatorio, in ragione del suo contenuto strategico,edeliberativoperlemodalitàdicostruzionedelladecisione. Lavashaunpropriodisegnovalutativo,macomealtrepratichevalutativeèancorataaduemomenti fondamentali: il primo riguarda la strutturazione della funzione valutativa, mentre il secondo provvedeallasuaaggregazione. Per raggiungere entrambi gli scopi indicati la vas richiede modelli appartenenti a due principali famiglie.iprimirinvianoall institutionaldesign,atecnichedianalisidellepolitiche,disimulazione,di 1 La sostenibilità nell ottica della Vas applicata alla pianificazione può essere intesa come uno scenario costruito mediantel intersezionedipossibilisituazionifuturesecondoletredimensioniincuisideclinalasostenibilità(protezione dell ambiente, sviluppo ed efficienza economica, equità sociale) orientate a conseguire obiettivi specifici: 1. La protezione dell ambiente,2.ladefinizionediipotesialternative,3.laprevisioneevalutazionedegliimpatti,4.losviluppoel efficienza economica,5.losviluppodiunprocessodecisionaleresponsabileepartecipativo,6.l equitàsociale. 2 Nonèesclusounsuoimpiegoex postquandooccorrariconoscereicaratterisalientidiunpercorsoattuativoeisuoi scostamenti da scenari plausibili (path). Nel caso in oggetto non è stata attivata in fase di documento preliminare, ma lo potrebbeesseredurantelasuafinalizzazione. 10

12 decisioneegioco,distrutturazionedellefunzionivalutative,fracuiletecnichediscenariowriting 3.I secondi, a tecniche di aggregazione o soluzione di funzioni valutative con funzioni mono o multicriteriale. Il programma di Vas accompagna la definizione del PTCP della Provincia di Rovigo, dal documento preliminare,attraversolafasediprogettazioneefinoall approvazioneinconsiglioprovinciale(tab.1). Tab.1 fasidilavoroeazioni Tempi (indicativi) Luglio Ottobre 2007 fasi Impostazione Nella fase di avvio si definisce l approccio valutativo con i referenti provinciali e regionali. Tale approccio va reso coerente con gli atti di indirizzo regionale e le linee guida derivate dal recepimento della direttivacomunitaria. 11 azioni Analisi e rappresentazione dello stato attuale dell ambiente Con questa azione si è inteso costruire la mappa delle criticità al tempo iniziale (MACo) evidenziandone i caratteri spazio temporali (trend, discontinuità, collassi, e così via). In termini procedurali le criticità sono definibili in tre categorie. La prima categoria contiene le criticità rilevate e accolte nel documento preliminare, la seconda le criticità denunciate o rilevate nei processi locali di pianificazione e gestione del territorio (considerate o meno dal documento preliminare), la terza le criticità costruite sulla base di analisi specifiche. Ogni criticità viene interpretata con modello DPSIRo (al tempo iniziale) ed eventualmente rappresentata in SINA (sistema informativo ambientale) con l adeguato supporto dell ufficio provincialedipiano. Per la definizione dello stato attuale (iniziale) dell ambiente sono state utilizzate fonti diverse: dotazioni informative e data base disponibili presso provincia e comuni, sezioni analitiche del documento preliminare, rapporti di settore, esiti delle attività di Agenda 21 Polesine e AgendAdria 21 4,studidicaso, registrazione di emergenze e altri processi di governolocale. Questa prima azione sarà in particolare caratterizzata da una survey dei rapporti ambientali e legati allo sviluppo economico realizzati negli ultimi anni sul contesto provinciale, per una loro rilettura rispetto alle areediinfluenzadellapianificazioneterritorialee urbanistica. Essa si conclude con la stesura della 3 Loscenarioèquiintesocomecompromessofraproiezioni,previsionieattese(oauspici)elasuacostruzionepuò richiederetecnichequantitativeoqualitative. 4 LaProvinciadiRovigohaunprocessodiAgenda21Localedenominato Polesine attivodal2002chehaportato alladefinizionediunpianod AzioneLocale(2003)ediunprimo RapportosulloStatodell Ambiente (2003)attualmentein corso di aggiornamento e delle linee guida per il Piano d Azione Locale. Una sperimentazione di scala comunale è stata avviatanel2005,conilsupportoscientificodell UniversitàIUAVdiVenezia DP,nelterritoriodelComunediAdria.Laprima fase del processo si è conclusa nel marzo del 2007 con la pubblicazione di un rapporto sullo Stato dell Ambiente e della Comunità orientatoallacostruzionediunquadroconoscitivofunzionalealladefinizionedelpianodiassettodelterritorio Intercomunale(Pati),conAdriacomunecapofila.

13 Ottobre 2007 Luglio2008 Marzo2008 Marzo 2009 Affiancamentoallaconcertazioneealla costruzionedelptcppartendodaitemie problemipostineldocumentopreliminare. In questa fase, il documento preliminare, accompagnato dalla prima relazione ambientale, è in fase di concertazione e la progettazione del Ptcp è in fase di avvio. L affiancamento e lo stimolo della concertazione da un lato e alla progettazionedall altro,inparticolaresulle implicazioni ambientali del documento, costituisce un momento essenziale per identificare ed interpretare istanze e criticità. Questa attività è utile, se opportunamente promossa, perché può migliorare la partecipazione locale alla stesura del Ptcp e la sua valutazione. La Provincia di Rovigo promuove momenti di concertazione, sulla base dei cui risultati saranno aggiornati di documenti ambientali. VasintegrataallaversionefinaledelPtcp. Nella fase conclusiva, la Vas è integrata al Ptcp, in quanto aiuta a definire scenari di sostenibilità e strategie di mitigazione e tutela a partire dalle principali criticità. Di fatto, quindi, essa non costituisce un rapporto separato, anche se la documentazione tecnica dotrà essere ospitata in opportuni allegati di accompagnamento (rapporto ambientale definitivo). Relazione Ambientale di accompagnamento al Documento Preliminare: entrambi i documenti saranno trasmessi alla Regione del Veneto per essere sottoposti ad un primo parere da parte dellacommissioneregionaleperlavas. Conlasecondaazionesieffettuaunavalutazione (assessment)delmodoincuiildocumento preliminarerispondeallostatoattuale dell ambiente,quantofaproprialamappadelle criticitàesiavvicinaallaversionedefinitivadel Ptcp.Aquestoscopovengonotrattatiiseguenti temi: a) attorisocialiedocumentopreliminare:si individuanogliattorichesiriconoscono neldocumentopreliminare,chevisi identificanosoltantoinparteopunto, descrivendogradiemodalitàdi condivisione,noncondivisione; convergenza,divergenza; b) analisidelleposteeagendavas:con riferimentoalleprincipalicriticità,si rappresentanointeressiebisogni evidenziandoneicarattericooperativie conflittualiepredisponendol agendavas; c) scenari:analisidegliscenariambientali (interazioneeconomia,società,ambiente eistituzioni)acuièancoratoil documentopreliminareperilperiododi riferimento.loroplausibilitàrispettoa processiincorso; d) strategie:ildocumentopreliminare definiscestrategieespliciteoimplicite (intesecomecorsidiazionenelperiodo diriferimento).lestrategiepossono essereclassificateintrecategorie:s1 strategieambientalisucriticitàrilevateo denunciate(codimaco);s2strategie nonambientali,maconimpatto ambientale(cumulativoono,δt) considerandorisposteefeedback.;s3 strategiesuco+δt. e) L azione si concluderà con la prima definizione del Rapporto Ambientale orientato alla costruzione di scenari alternativi nel Ptcp. L azione integra analisi e valutazione ambientale nel Ptcp, ne definisce le modalità comunicative e si sostanzia nella redazione nella redazione di un Rapporto Ambientale di sintesi da sottoporre all approvazione del Consiglio Provinciale e da inviarsi alla Regione unitamente al Ptcp adottato. 12

14 1.4 Contestualizzazionegeografica Nel contesto italiano, il territorio della provincia di Rovigo si colloca geograficamente all interno di un area strategica caratterizzata da un forte dinamismo economico che, sebbene abbia subito un rallentamentocongiunturalenegliultimianni,èancoratrainantedell economianazionale.confinando con Regioni economicamente rilevanti (Lombardia e Emilia Romagna), questa provincia si trova al centro del cuore pulsante del lavoro, dell innovazione e dell economia dell Italia Centro Settentrionale. Nel panorama europeo, i principali collegamenti prossimi a questo territorio rendono quest area ancorapiùvicinaalleprincipalidirettricidelcontinenteeuropeo:ilcorridoioi(berlino Palermo)che collegailnordalsudd Europa,ilcorridoioV(Lisbona Kiev)cheattraversal interocontinentedaest adovest,l autostradadelmarechecongiungeiportidell AdriaticoconquellidelMediterraneo. Ciascunadelleretimultimodalipaneuropeeetranseuropeerappresentaunadorsalepolifunzionale,i cuifasciinfrastrutturaliattraversanoeinnervanounterritorioriccodicentridelsapere,dellacultura edellaricerca,attivitàproduttive,presenzadiffusadibeniambientaliepaesaggistici,servizidilivello territoriale, offerta turistica. Il corridoio multimodale 5, inoltre, valorizza la componente della prossimitàgeografica sottrattaaiconfiniamministrativiistituzionalieperquestoassumeiconnotati piùprossimidiun insiemediterritori. 6 LaretetranseuropeaditrasportochehaorigineaLisbona,conlasuacontinuazionepaneuropeafinoa Kiev,el asseprioritarioi dellaten TBerlino PalermoconvergerannosuVeronasenzaattraversare direttamente il Polesine: per questo diviene fondamentale avviare relazioni con i soggetti direttamentecoinvoltineiprogettidisviluppodel quadrante edell areadelbrennero,persfruttare queifattoridiprossimitàgeograficaediintegrazioneinmisuraassaimaggiorerispettoalpassato.se da un lato, però, l aumento della capacità di esportazione dei beni e servizi, e, parallelamente l accrescimento della forza di attrazione degli investimenti produttivi dovrebbero essere indirettamente garantiti anche per questa provincia, dall altro non esiste alcun beneficio automaticamentegarantito,bensìsoltantol offertadinuoveopportunitàsubaseprogettuale. l Polesine, termine che significa terre emergenti dalle acque, è una realtà contraddistinta dalla presenzadeiduepiùgrandifiumid Italia,ilPoel Adige,edèunterritoriointeramentepianeggiante, che si estende quasi esclusivamente in senso longitudinale, che ha subito negli ultimi secoli cambiamenti per mano dell uomo: l avvento delle bonifiche per il prosciugamento e l introduzione dellameccanizzazionenelleoperazioniagricole. Tutto il territorio polesano rappresenta una fonte di molteplici ricchezze naturali, le quali si sono andate a coniugare nel tempo ad un archeologia e ad un architettura rurale. Questo connubio imprescindibilerappresentaunpatrimoniochedeveesserevalorizzatoeintegrato. L ambiente del Polesine è caratterizzato da due specifiche peculiarità: un elevata estensione e una diffusapresenzad acqua,risorsachepuòrappresentareunaricchezzapertuttiicompartieconomici. Sotto quest ottica i canali fluviali, se da una parte, da un punto di vista ambientale, costituiscono la basesucuidefinireilsistemadeicorridoieclogiciingradodiassicurareunaretediconnessionetra tuttoilpolesine,esaltandonelecaratteristiche,dall altradiventanofattoriindispensabilidisviluppo perilsettoreprimario,(sipensiall attivitàagricolaeittica),perilsettoresecondario,qualealternativa al trasporto su gomma e su rotaia e, infine, per il settore terziario rappresentato in questo caso dal turismo. Nel territorio provinciale, come è ben noto, si trova uno dei cinque parchi regionali del Veneto, che costituisconounelementoessenzialeperlaqualitàdellavitadellerealtàlocali:ilparcodeldeltadel 5 In quanto connettore globale attraverso cui passa il trasporto di merci, di persone, di energia e di sistemi di telecomunicazione. 6 ProgettoInterregIIIB,SpazioAlpino :LineeguidaperunapoliticadelCorrodoioV,ALPENCORSAlpen CorridorSouth,alcentrodelCorridoioV. 13

15 Po 7, istituito l'8 settembre 1997 con la legge regionale n. 36 Norme per l istituzione del Parco RegionaledelDeltadelPo,cherappresentaunaricchezzaunicadasalvaguardareepromuovereperi suoiaspettiambientali,storiciedeconomici. In quest area, ove il Grande Fiume incontra il mare, dando vita ad una delle più vaste zone umide europeeedelmediterraneo,ilpaesaggioèdefinitodallevallidapesca,dalleoasinaturalistiche,dagli scanni,daibonelli,dallegolenefluviali,dallezoneumidesalmastrealcuiinternononmancanoisitidi interesse storico archeologico museale(quali ad es. le Bocche del Po, la Pineta litoranea di Rosolina Mare, l Orto Botanico di Marina di Caleri, la sacca di Scardovari, il sito archeologico e la chiesa romanicadiarianonelpolesine,inlocalitàsanbasilio). L istituzione dell Ecomuseo, un grande"museo diffuso", rappresenta una delle risposte alla sempre più sentita esigenza di tutela ed alla preservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, ambientaleenaturalisticodell area 8.IlprogettoCoasttoCoast,rientrantenelprogrammaInterregIII A Italia Slovenia, che viene illustrato nel capitolo Le progettualità di area vasta, è un esempio di valorizzazionedell areadeltiziainuncontestononsoltantolocale,bensìinternazionale. Oltre ai paesaggi d acqua,che sono presenti non soltanto nel delta, il territorio si caratterizza per la presenzadiffusadicampagneche,oltrearappresentarepotrebberounarisorsadelsettoreprimario, possono costituire anche una scommessa per il terziario, attraverso la creazione di opportunità turistiche orientate alla riscoperta della campagna, come luogo caratterizzato da particolari ritmi ed equilibri, da parte di una società metropolitana che ricerca la natura nell ottica del continuo perseguimentodellavalorizzazionedell immaginenaturalee,quindi,delpatrimonioturisticorurale. Circala biodiversità,dicuièstatofattocennoinprecedenza,vadettochecontrastarnelaperditaè divenutonegliultimianniunodegliobiettiviprioritarisostenutialivellocomunitarioemondialeper frenareifenomenididegradoediriduzionedegliambientinaturaliinattosulpianeta. Il primo accordo globale ed esteso per la conservazione della biodiversità è rappresentato dalla Convenzionesulladiversitàbiologica,approvatadallaConferenzamondialetenutasiaRiodeJaneiro dal 3 al 12 giugno 1992, ratificata dal Parlamento Italiano con L. 14 febbraio 1994, n Con tale Convenzioneèstatainparticolarestabilital esigenzadiprocedereallaconservazionedelpatrimonio biogeneticopresentesulpianetaelasuagrandediversità,attraversoilpercorso ricerca,conoscenza, azione, nel senso che la protezione e l uso sostenibile della biodiversità dovranno integrarsi nella politica di sviluppo attraverso azioni fondate precipuamente sulla conoscenza e la valorizzazione di talepatrimonio. SievidenziacheinoccasioneditaleconferenzaèstatosottoscrittodaiPaesipartecipantiildocumento Agenda21,aventeloscopodidareunatraduzioneconcretaallosvilupposostenibile,attraversola promozioneelarealizzazionedipoliticheadeguate. Alivelloeuropeo,nelrecepireicontenutidellaconvenzionedicuisopraèfattocenno,econl obiettivo di promuovere la tutela e la conservazione della diversità biologica presente nel territorio, è stata costituito,conladirettiva92/43/ceedel Habitat (recepitadallostatoitalianocond.p.r , n.357, e con D.P.R , n. 120), un sistema di aree naturali e seminaturali di grandevalorenaturalisticodenominato ReteNatura2000.Talereteecologicasicomponediambiti territorialidesignatiinbaseallasopraindicatadirettiva,comesitidiinteressecomunitario(sic),che una volta ultimato l iter istitutivo diventeranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e Zone di ProtezioneSpeciale(ZPS)dicuiallaDirettiva79/409/CEEdel Uccelli (recepitaconlegge ,n.157). Ancorché l individuazione di tali siti da parte delle Regioni sia in costante evoluzione, ad oggi la Regione del Veneto, da ultimo con D.G.R. n del 18 aprile 2006, ha individuato n. 67 Zone di ProtezioneSpeciale(ZPS)en.100SitidiInteresseComunitario(SIC),peruntotaledi131sitiNatura 7IlDeltadelPosiestendeper786chilometriquadrati,dicuioltre160sonovallielagune.L'estensionedelleareeprotettedel Parcoèdi120chilometrimq.Inovecomuniinteressati,tuttiinprovinciadiRovigo,sono:Adria,ArianonelPolesine,Corbola, Loreo,Papozze,PortoTolle,PortoViro,Rosolina,TagliodiPo.Sonooltre73milagliabitantidell'interaareadelDelta. 8 Iniziativa promossa dalla Provincia di Rovigo realizzata attraverso una serie di azioni sinergiche che hanno previsto il coinvolgimentodituttiisoggettiqualificaticheoperanosulterritorio:soprintendenzaaibeniarcheologicidelveneto,enti localieprivatititolarideimuseiel EnteParcoRegionaleVenetodelDeltadelPo. 14

16 2000, a causa della frequente sovrapposizione tra SIC e ZPS. Nella provincia di Rovigo sono stati individuatin.6sic 9 en.3zps 10,interessantiunasuperficiecomplessivadiHa27.982,checostituisce circail15%dell interaestensionedelterritorioprovinciale. SisottolineacheilD.P.R.n.357/1997,oltrearegolamentarnel attuazionedapartedellostato,delle RegioniedelleProvinceAutonome,hastabilitochealleZonediProtezioneSpeciale(ZPS)dicuialla Direttiva Uccelli fosseroapplicateledisposizionisullavalutazioned incidenza(art.5),sullemisure diconservazioneesull eventualeformazionedeipianidigestione(art.4). Inaccordoconquantoprevistodalcitatoarticolo4esecondogliindirizzidelMinisterodell Ambiente edellatuteladelterritorio,contenutineld.m.3settembre2002 Lineeguidaperlagestionedeisiti dellaretenatura2000,laregionevenetohaconseguentementeprovveduto,cond.g.r.n.2371del 27 luglio 2006, ad elaborare le misure di conservazione per le Zone di Protezione Speciale con la finalità di fornire anche indirizzi pratici per la redazione della Valutazione d Incidenza, esplicitando chiaramente i principali obiettivi di conservazione per ciascun sito e definendo specificatamente i criteriperilrelativomantenimentoinbuonostatodiconservazione. Nell ambito del progetto Fruizione educativa di aree a forte valenza naturalistica previsto dal DocumentodiProgrammazioneIN.F.E.A. Informazione,FormazioneedEducazioneAmbientale peril periodo ,predispostodall ARPAVconl obiettivodifavorirel avvioedilrafforzamentodelle politichedisviluppo,diinformazioneededucazioneambientale,approvatodallaregionevenetocon D.G.R ,n.1347,èstatorealizzatoilcensimentodelleareenaturali minori. Taleprogetto,rivoltofondamentalmenteallaformulazionedipropostedieducazioneambientale,ha portatoallaindividuazioneedallostudiodisitiche,purnonrientrandonelsistemadelleareenaturali protette, presentano al loro interno componenti della flora e della fauna e, talvolta, aspetti geomorfologiciepaesaggisticidiparticolarepregio.e importantesottolinearecomel identificazionee lostudiodiquestisitivadaadaffiancarsialleconoscenzenecessarieperlarealizzazionedella Rete Natura2000,ecome,peralcunidiquesti,nonesistaalcunadisposizionechenegarantisca,seppurein parte,latutela. Circa gli ambiti naturali protetti, che, così come classificati dalla L. 06 dicembre 1991, n. 394 Legge quadrosulleareeprotette,comprendonoprincipalmenteiparchinazionali,regionalieinterregionali, leriservenaturali,lezoneumidediinteresseinternazionale,lezonediprotezionespecialeedisitidi importanzacomunitaria,ilpianoprovincialedovràrecepirnelapresenzanonchélerelativeformedi tutela, mentre, avvalendosi pure delle conoscenze e degli studi condotti in materia anche ai fini dell inclusioneneglielenchidicuiald.lgs.42/2004,dovràprocedereallaindividuazionedegliambiti ditutelaperlaformazionediparchieriservediinteresselocale,nonchédellezoneumide,deibiotopi e delle altre aree naturali da assoggettare a particolare disciplina finalizzata alla tutela delle risorse naturaliedelpaesaggio. A conclusione, si mette in luce la necessità di valorizzare l ambiente quale elemento dell identità e dellapeculiaritàtangibilediun areaanchecomerispostaallaglobalizzazione.gliattoridelterritorio sono responsabili, infatti, di un patrimonio naturale di pregio europeo e mondiale e per questo è opportuno tutelare l ambiente da possibili irreversibilità avverse al benessere collettivo, ma anche adoperarsi affinché l ambiente diventi un valore nelle politiche di sviluppo di un territorio, un elemento imprescindibile nella definizione dei piani territoriali. Tutto questo trova fondamento nell otticadiintenderelaprovinciadirovigocomeareaparticolaredelveneto:laspecificità,infatti,di questoterritoriorisiedeinunadotazionenaturaleepaesaggisticaunicaedesclusivaenelnonessere statoinvestitodaquelfenomenodella"cittàestesa"odella"campagnaurbanizzata"checaratterizza l'area centrale della Regione. L assenza del congestionamento, del consumo del territorio, del disordine paesaggistico e delle conseguenti diseconomie ed esternalità negative, dovuto ad uno sviluppo economico marginale del passato, e la conservazione del paesaggio consentono oggi a quest areadiessereepresentarsiqualeterritoriovenetospecificatamentepolesano. 9 Dune di Donada e Contarina, Dune di Rosolina e Volto, Dune fossili di Ariano nel Polesine, Rotta di S. Martino, GorghidiTrecenta,FiumePo:trattoterminaleedeltadelPo. 10 VallonadiLoreo,GolenadiBergantino,DeltadelPo. 15

17 17 CAP.2LOSTATODIFATTOELETENDENZEINATTODELLECOMPONENTI AMBIENTALIESOCIO ECONOMICHE 2.1Fontideidati I dati utilizzati per la rappresentazione del seguente stato dell ambiente fanno riferimento alle seguentifontiinformative: QuadroConoscitivodellaProvinciadiRovigo BancadatiindicatoridelQuadroConoscitivodellaRegioneVeneto(L.R.11/04) RapportosulloStatodell AmbienteedellaComunitàAgenda21Polesine,2003,2008 RapportosulloStatodell AmbienteedellaComunitàAgenda21Adria,2007 Altrebanchedatiterritoriali RispettoallaprimaRelazioneAmbientalealPtcp(2007/2008),nelpresenteRapportoidatiambientali sono stati completamente aggiornati rispetto all'ultima Relazione sullo Stato dell'ambiente e della Comunitàpredispostadall'AreaAmbienteedall'AreaStatisticadellaProvinciadiRovigoallafinedel Aria 2.2.1Qualitàdell aria Per inquinamento atmosferico si intende la presenza nell'atmosfera di sostanze che causano un effetto misurabile sull essere umano, sugli animali, sulla vegetazione o sui diversi materiali. Queste sostanze, di solito, non sono presenti nella normale composizione dell aria, oppure lo sono ad un livellodiconcentrazioneinferiore. Ifenomenidiinquinamentosonoilrisultatodiunacomplessacompetizionetrafattoricheportanoad unaccumulodegliinquinantiedaltricheinvecedeterminanolalororimozioneelalorodiluizionein atmosfera.l'entitàelemodalitàdiemissione(sorgentipuntiformi,diffuse,altezzadiemissione,ecc.),i tempi di persistenza degli inquinanti, il grado di mescolamento dell'aria, sono alcuni dei principali fattoricheproduconoveriazionispazio temporalidellacomposizionedell'aria. Per inquinamento atmosferico si intende la presenza nell'atmosfera di sostanze che causano un effetto misurabile sull essere umano, sugli animali, sulla vegetazione o sui diversi materiali. Queste sostanze, di solito, non sono presenti nella normale composizione dell aria, oppure lo sono ad un livellodiconcentrazioneinferiore. Le sostanze responsabili dell inquinamento atmosferico sono numerose e diversificate, in termini di caratteristichechimico fisicheedieffettisullasaluteesull ambiente;essenormalmentesidistinguono in: inquinantiprimari,chevengonodirettamenteimmessiinatmosferaacausadiattivitàantropicheo fenomeni naturali(biossido di zolfo, acido solfidrico, monossido di azoto, ammoniaca, monossido di carbonio,anidridecarbonicaeacidocloridrico; inquinanti secondari, che si formano per reazioni chimiche o fisiche dagli inquinanti primari, (anidridesolforica,acidosolforico,biossidodiazoto,acidonitrico,chetoni,aldeidi,acidivari,ozono). Disponibilitàdati: retedirilevamentoprovinciale Ilivellidiconcentrazioneinariadegliinquinantisonoverificatiquotidianamentedaunaretefissadi rilevamento della qualità dell aria gestita dal Dipartimento Provinciale dell ARPAV di Rovigo. Per

18 valutarelaqualitàdell aria,idatirilevatinellecentralinearpavvengonoconfrontaticonivalorilimiti econilivellid attenzioneed allarmeprevistidallanormativavigente.inparticolare,perlevalutazioni contenuteinquestorapporto,sonostaticonsideratiiseguentivalorilegislativi: - DM60/02perquantoriguardailbiossidodizolfo(SO2),ilbiossidodiazoto(NO2),gliossididi azoto(nox),ilmonossidodicarbonio(co),ilparticolato(pm10),ilpiombo(pb)eilbenzene(c6h6); - D.Lgs. 183/04 per l ozono (O3); dal D.Lgs. 152/2007 per quanto riguarda il cadmio (Cd), il nichel(ni),ilmercurio(hg),l arsenico(as)eilbenzo(a)pirene. 18

19 Le stazioni di rilevamento presenti nella provincia sono 5 fisse dislocate nel territorio come rappresentatonellacartografiasottostante.latabellariportainomidellestazionifisseeiparametri rilevati(ivaloripossonoessereconsultatiincontinuisulsitodell ARAPAVenetonellasezioneAria). Tra le attività del Dipartimento provinciale, sono inoltre eseguiti dei campionamenti con stazione mobile.lareeindagatenelcorsodel2008sonostatevillafora(comunedibadiapolesine),rosolina, Papozze,PontecchioPolesineePortoViro. A ciascuna tipologia di stazione corrisponde una finalità di monitoraggio diversa e quindi anche gli inquinantirilevatisonodifferenti. Nomestazione Tipologia CaratteristichePRG Parametriconsiderati Rovigo, Largo Traffico urbano Residenziale Commerciale NOx,CO,O3,SO2,PM10,Benzeni Martiri Rovigo,Borsea Background residenziale NOx,CO,O3,SO2,PM10 urbano Adria Background residenziale NOx,CO,O3,SO2,PM10 urbano Castelnovo Backgroundsuburbano residenziale NOx,SO2,PM10,Pb,Cd,Hg,Ni,As Bariano PortoTolle Backgroundsuburbano Residenziale Commerciale NOx,SO2,PM10,PM2,5 Stazionifisseperilmonitoraggiodellaqualitàdell araidellaprovincialdirovigo Fonte:ARPAVeneto,DipertimentoprovincialediRovigo Elaborazione:Agenda21Polesine retedirilevamentoenel Ubicazione delle stazioni di rilevamento dell atmosfera gestite da ARPAV anno Fonte: ARPA Veneto, Dipertimento provinciale di Rovigo Elaborazione: Agenda21Polesine Nell area del Delta del Po, divise tra Provincia di Rovigo e Provincia di Ferrara, sono attive otto centraline di rilevamento della qualità dell aria controllate dall Enel, al fine di monitorare l impatto dellacentraletermoelettricadipolesinecamerinisull ambientecircostante. 19

20 Cartetematiche Di seguito è riportata la classificazione del territorio in zone indicate nel PRTRA e nei successivi aggiornamentiperdiversiparametri(so 2,NO 2,O 3,CO,benzene,PM 10,IPA).Indicatoresinteticodello stato di qualità dell'aria finalizzato all'adozione da parte delle autorità competenti delle idonee strategie di mantenimento, miglioramento dei livelli di inquinamento atmosferico (in base al DLgs 351/99eDM261/02).IComunisonoclassificatisecondolaseguentecaratterizzazionedellezone: ZONEA(zonenellequaliapplicareipianidiazioneozonecritiche) ZONEB(zonenellequaliapplicareipianidirisanamento) ZONEC(zonenellequaliapplicareipianidimantenimento) 20

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale. L.R. 4/09/1997, n. 36. Pubblicata nel B.U. Liguria 17 settembre 1997, n. 16, L.R. 30/12/1998, n. 38. Pubblicata nel B.U. Liguria 20 gennaio 1999, n. 1. L.R. 4/08/2006, n. 20. Pubblicata nel B.U. Liguria

Dettagli

3. PROBLEMATICHE AMBIENTALI

3. PROBLEMATICHE AMBIENTALI 3. PROBLEMATICHE AMBIENTALI La tavola riassume le criticità più significative che interessano l intero territorio comunale di Valeggio sul Mincio alla luce dell analisi operata dal Documento Preliminare

Dettagli

Assessorato ai Trasporti a Fune Segreteria Regionale per le Infrastrutture Direzione Mobilità PIANO REGIONALE NEVE RAPPORTO AMBIENTALE.

Assessorato ai Trasporti a Fune Segreteria Regionale per le Infrastrutture Direzione Mobilità PIANO REGIONALE NEVE RAPPORTO AMBIENTALE. PIANO REGIONALE NEVE RAPPORTO AMBIENTALE Parte 0 ALLEGATO D Consulente per la procedura di V.A.S.: Studio Program s.r.l. Progettazione e gestione delle risorse ambientali Energia e Fonti Rinnovabili ITER

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

IL REPO SABILE DEL SERVIZIO

IL REPO SABILE DEL SERVIZIO Capraia Isola, 16.03.2010 Prot. 23/6/1 UT/RP/rp Al SEGRETARIO COMU ALE Dott. FRANCO PAOLO DEL SEPPIA Sede Comunale RELAZIONE PER L ATTUAZIONE DELLA PROCEDURA DI ADOZIONE ED APPROVAZIONE DEL PIANO STRUTTURALE

Dettagli

OGGETTO: Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Provinciale per la gestione rifiuti urbani e speciali. Provvedimenti.

OGGETTO: Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Provinciale per la gestione rifiuti urbani e speciali. Provvedimenti. OGGETTO: Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Provinciale per la gestione rifiuti urbani e speciali. Provvedimenti. Premesso che: tra le funzioni del Settore Ambiente rientrano quelle

Dettagli

Struttura, obiettivi e strategia dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000. Fulvio CERFOLLI, PhD

Struttura, obiettivi e strategia dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000. Fulvio CERFOLLI, PhD Struttura, obiettivi e strategia dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000 Fulvio CERFOLLI, PhD Che cos e un PIANO DI GESTIONE di un sito Natura 2000? E uno strumento di pianificazione del territorio

Dettagli

ALLEGATO ALLA DELIBERA N. 1323 DELL 11 LUGLIO 2014

ALLEGATO ALLA DELIBERA N. 1323 DELL 11 LUGLIO 2014 ALLEGATO ALLA DELIBERA N. 1323 DELL 11 LUGLIO 2014 Allegato A Indirizzi applicativi in materia di valutazione di incidenza di piani, progetti e interventi 1. Definizioni Procedimento di valutazione di

Dettagli

TITOLO 3 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI E PAESAGGISTICHE Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio

TITOLO 3 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI E PAESAGGISTICHE Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio Unità di paesaggio (Art. 3.1-3.2) Indicazioni generali Le unità di paesaggio, al fine di garantire una gestione del territorio coerente con gli obiettivi di valorizzazione

Dettagli

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305 Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie LA GIUNTA REGIONALE Premesso: che con D.P.R. 12 aprile

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

DICHIARAZIONE DI SINTESI per adozione del Documento di Piano

DICHIARAZIONE DI SINTESI per adozione del Documento di Piano Comune di Busto Garolfo Provincia di Milano Piano di Governo del Territorio - PGT Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano DICHIARAZIONE DI SINTESI per adozione del Documento di Piano Autorità

Dettagli

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI Documento approvato dai dirigenti e dagli incaricati di posizione organizzativa nell incontro del 13.1.2006 PREMESSA Si è conclusa

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA Protocollo d Intesa per l attuazione del Contratto del Lago di Bolsena PREMESSO CHE la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole Premessa Nel quadro delle azioni del Ministero da attuare in coerenza con i principi generali contenuti nel Decreto legislativo

Dettagli

PROVINCIA DI MANTOVA

PROVINCIA DI MANTOVA PROVINCIA DI MANTOVA Deliberazione della Giunta Provinciale Seduta n.1 del 29/08/2014 ore 09:00 delibera n. 102 OGGETTO: APPROVAZIONE DEL PIANO REGOLATORE PORTUALE DI MANTOVA QUALE PIANO D'AREA DEL PTCP

Dettagli

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE Istituto Nazionale Previdenza Sociale MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE 1 INDICE

Dettagli

relativo alla Seconda Soluzione Agosto 2013

relativo alla Seconda Soluzione Agosto 2013 COMUNE DI FOSDINOVO Località CANIPAROLA PIANO DI RECUPERO CASA ALBACHIARA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A V.A.S. ai sensi dell art. 22, L.R.T. n 10/2010 RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE relativo alla Seconda

Dettagli

REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale

REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale O GG E TTO : Art. 57 LR 36/97 e art. 8 LR 18/99 : Schema di Accordo di Pianificazione per variante PTC della Provincia di Genova in recepimento del Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico del Bacino

Dettagli

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione PROVINCIA DI POTENZA Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio Home PIANO D AZIONE ENEPOLIS Indice ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione L attività E comprende tre azioni specifiche;

Dettagli

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO 20.1 PREMESSA... 255 20.2 COMITATO DI CONSULTAZIONE... 255 20.3 SOGGETTI TITOLATI A PRESENTARE RICHIESTE DI MODIFICA... 255 20.4 REQUISITI DI RICEVIBILITA

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

REGIONE ABRUZZO PROTOCOLLO D INTESA TRA REGIONE ABRUZZO. COMUNE DI PESCARA ATTIVA SpA

REGIONE ABRUZZO PROTOCOLLO D INTESA TRA REGIONE ABRUZZO. COMUNE DI PESCARA ATTIVA SpA REGIONE ABRUZZO PROTOCOLLO D INTESA TRA REGIONE ABRUZZO E COMUNE DI PESCARA ATTIVA SpA GLI AMICI DEL RICICLO PROGETTO SPERIMENTALE DI COMUNICAZIONE AMBIENTALE NEL SETTORE DELLA GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

Gli obiettivi del Piano energetico regionale. Intervento dell Ing. Sebastiano Cacciaguerra Direttore del Servizio Energia

Gli obiettivi del Piano energetico regionale. Intervento dell Ing. Sebastiano Cacciaguerra Direttore del Servizio Energia Gli obiettivi del Piano energetico regionale Intervento dell Ing. Sebastiano Cacciaguerra Direttore del Servizio Energia 1 Il progetto del PER Il Servizio Energia è attualmente impegnato, attraverso un

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: "MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E.

PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E. PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: "MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E.A. DELLA PROVINCIA DI ROVIGO E IL POTENZIAMENTO DELLA

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 39/ 15 DEL 5.8.2005

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 39/ 15 DEL 5.8.2005 DELIBERAZIONE N. 39/ 15 Oggetto: Attuazione degli interventi finalizzati alla definizione del Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS). L Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE della Regione Art. 1 Costituzione E costituita su delibera della ConVol nazionale la Rete regionale ConVol della Regione come articolazione regionale della ConVol nazionale,

Dettagli

Presidiare una consultazione online

Presidiare una consultazione online Progetto PerformancePA Ambito A - Linea 1 - Una rete per la riforma della PA Presidiare una consultazione online Autore: Maria Antonietta Sanna Artizzu, Laura Manconi Creatore: Formez PA, Progetto Performance

Dettagli

Corso Tecnico di redazione di progetti Europei

Corso Tecnico di redazione di progetti Europei Corso Tecnico di redazione di progetti Europei Politiche, programmi, bandi Dovrebbe essere innanzitutto chiaro che le risorse finanziarie messe a disposizione dal bilancio europeo attraverso i bandi servono

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA

PROTOCOLLO D INTESA TRA PROTOCOLLO D INTESA TRA Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato Casalese Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l Astigiano Osservatorio del Paesaggio Alessandrino Osservatorio del Paesaggio

Dettagli

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE Relatore: LIFE 04 ENV/IT/494 AGEMAS Obiettivi del sistema di gestione ambientale Prevenzione, riduzione dell inquinamento Eco-efficienza nella gestione delle

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

- che attualmente il Lazio è interessato da 6 aree protette nazionali e da 69 aree protette regionali

- che attualmente il Lazio è interessato da 6 aree protette nazionali e da 69 aree protette regionali OGGETTO: PROPOSTA DI ISTITUZIONE DEL MONUMENTO NATURALE ''LAGHETTO IN LOC. SEMBLERA MONTEROTONDO SCALO'' AI SENSI DELL'ART. 6 DELLA LEGGE REGIONALE 6 OTTOBRE 1997 N. 29 E SS.MM.II. - APPROVAZIONE DELLA

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione Piemonte.

Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione Piemonte. REGIONE PIEMONTE BU51 24/12/2015 Deliberazione della Giunta Regionale 30 novembre 2015, n. 38-2535 Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione

Dettagli

Provincia di Reggio Calabria

Provincia di Reggio Calabria Provincia di Reggio Calabria Sett.1 AA.GG, Giunta, URP, Segr./Direz. Generale, Contratti- -Assistenza Giuridico Amm.va ai Comuni, Controllo Strategico/Direzionale, Pari Opportunità, Consigliera di parità

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani PROTOCOLLO D INTESA tra MIUR USR Sicilia Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani e Conservatorio di Musica di Stato di Trapani Antonio Scontrino PROTOCOLLO D INTESA tra MIUR USR Sicilia

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Mauro De Osti Sezione Parchi, Biodiversità, Programmazione Silvopastorale e Tutela dei Consumatori Regione del Veneto

Mauro De Osti Sezione Parchi, Biodiversità, Programmazione Silvopastorale e Tutela dei Consumatori Regione del Veneto Aree Natura 2000 nella Regione del Veneto Mauro De Osti Sezione Parchi, Biodiversità, Programmazione Silvopastorale e Tutela dei Consumatori Regione del Veneto Iniziativa finanziata dal Programma di Sviluppo

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile 1 Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURA DEL PIANO COMUNE DI RIETI SETTORE VI - Ufficio Protezione Civile CODICE DOCUMENTO ELABORATO 0 1-0 1-0 2-0 4

Dettagli

La Simbiosi Industriale nel contesto del Piano Gestione Rifiuti della Regione Emilia Romagna

La Simbiosi Industriale nel contesto del Piano Gestione Rifiuti della Regione Emilia Romagna La Simbiosi Industriale nel contesto del Piano Gestione Rifiuti della Regione Emilia Romagna Andrea Zuppiroli Regione Emilia-Romagna Servizio Rifiuti e bonifica siti, servizi pubblici ambientali e sistemi

Dettagli

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA VISTO l art. 3 comma 4 del D.P.R. 275/1999 come modificato dall art. 1, comma 14, della Legge

Dettagli

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE Approvato con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 132 del 13.07.2011 REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE ART. 1 FINALITÀ La Provincia di Brindisi,

Dettagli

AUDIT. 2. Processo di valutazione

AUDIT. 2. Processo di valutazione AUDIT 2. Processo di valutazione FASE ATTIVITA DESCRIZIONE Inizio dell'audit Inizio dell attività Costituzione del gruppo di valutazione sulla base delle competenze generali e specifiche e dei differenti

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA

IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA Ottobre 2009 Sono passati dieci anni dall avvio del progetto regionale Fattorie Didattiche che ha creato nel periodo un apertura di dialogo

Dettagli

SOMMARIO. Art. 8 Conoscenza dei bisogni e valutazione del gradimento dei servizi

SOMMARIO. Art. 8 Conoscenza dei bisogni e valutazione del gradimento dei servizi Regolamento per il funzionamento dell Ufficio relazioni con il Pubblico Approvato con deliberazione della Giunta Provinciale N.128 del 15.09.2005 SOMMARIO Art. 1 Principi generali Art. 2 Finalità e funzioni

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

OGGETTO: parere in merito al regime autorizzativo di impianti fotovoltaici collocati su serre

OGGETTO: parere in merito al regime autorizzativo di impianti fotovoltaici collocati su serre DIREZIONE GENERALE PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE E NEGOZIATA, INTESE. RELAZIONI EUROPEE E RELAZIONI SERVIZIO AFFARI GENERALI, GIURIDICI E PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA INTERNAZIONALI IL RESPONSABILE GIOVANNI

Dettagli

ISTITUTO TECNICO E. Mattei DECIMOMANNU (CA)

ISTITUTO TECNICO E. Mattei DECIMOMANNU (CA) ISTITUTO TECNICO E. Mattei DECIMOMANNU (CA) INDIRIZZI, PROFILI, QUADRI ORARI E RISULTATI DI APPRENDIMENTO DEL SETTORE ECONOMICO INDIRIZZI: - B1 Amministrazione, finanza e marketing (Ragioniere Perito Commerciale

Dettagli

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera PROVINCIA DI MATERA Regolamento per il funzionamento dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera SOMMARIO Art. 1 Principi generali Art. 2 Finalità e funzioni dell Ufficio Relazioni

Dettagli

PIANO DELLA RISERVA NATURALE REGIONALE

PIANO DELLA RISERVA NATURALE REGIONALE Allegato 1 s Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) PIANO DELLA RISERVA NATURALE REGIONALE 1. INTRODUZIONE 1.1 Quadro di riferimento Il

Dettagli

LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: METODOLOGIA

LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: METODOLOGIA LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: METODOLOGIA 1. Performance individuale del personale La performance individuale del lavoratore oggetto di misurazione e valutazione come ampiamente illustrato

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

RELAZIONE DI RIFERIMENTO D.M. 272/14

RELAZIONE DI RIFERIMENTO D.M. 272/14 RELAZIONE DI RIFERIMENTO D.M. 272/14 UNA NUOVA NORMATIVA IN MATERIA AMBIENTALE Con il D.M. n.272/2014 e il D.lgs n.46/2014 l Italia ha accolto le indicazioni normative provenienti dalla Direttiva Europea

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio Direzione generale. Progetto Attività Motoria e Sport nella Scuola

Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio Direzione generale. Progetto Attività Motoria e Sport nella Scuola COMUNE DI ROMA MIUR Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio Direzione generale Progetto Attività Motoria e Sport nella Scuola Protocollo D Intesa 2002-2005 1 Visto l art.21 della Legge 15 Marzo 1997

Dettagli

Newsletter n.83 Gennaio 2011

Newsletter n.83 Gennaio 2011 Newsletter n.83 Gennaio 2011 Approfondimento_41 STUDI DI FATTIBILITÀ: Dal DPR 207 del 5/10/2010 disposizioni per lo sviluppo, composizione e contenuti Schema dettagliato per project financing e dialogo

Dettagli

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso

Dettagli

Piano delle Performance

Piano delle Performance Comune di Pavullo nel Frignano Provincia di Modena Bilancio di Previsione 2011 Bilancio Pluriennale 2011 / 2013 Piano delle Performance *** Documento sulla compatibilità del sistema di programmazione,

Dettagli

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 20 febbraio

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 20 febbraio Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 37 del 17 03 2015 8883 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 20 febbraio 2015, n. 209 D.P.R. N.380/2001. Modulistica di riferimento per i procedimenti relativi

Dettagli

RAPPORTO INDIVIDUALE SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE PER L ANNUALITÀ 2012

RAPPORTO INDIVIDUALE SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE PER L ANNUALITÀ 2012 Dicembre 2012 RAPPORTO INDIVIDUALE SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE PER L ANNUALITÀ 2012 MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI Il Rapporto individuale sull avvio del ciclo di

Dettagli

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA PROTOCOLLO DI INTESA per la non discriminazione e le pari opportunità attraverso il pieno riconoscimento del diritto alla mobilità e all accessibilità PREMESSO TRA Comune di Terni Provincia di Terni l

Dettagli

Modello dei controlli di secondo e terzo livello

Modello dei controlli di secondo e terzo livello Modello dei controlli di secondo e terzo livello Vers def 24/4/2012_CLEN INDICE PREMESSA... 2 STRUTTURA DEL DOCUMENTO... 3 DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CONTROLLO... 3 RUOLI E RESPONSABILITA DELLE FUNZIONI

Dettagli

IL CONSIGLIO COMUNALE

IL CONSIGLIO COMUNALE Si chiede di iniziare dal punto 3 dell ordine del giorno. I Consiglieri sono d accordo. Illustra l Assessore Diegoli. IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE: - rientra tra gli obiettivi dell Amministrazione

Dettagli

REGOLAMENTO SU OSSERVATORIO TURISTICO DI DESTINAZIONE DELLA PROVINCIA DI LIVORNO

REGOLAMENTO SU OSSERVATORIO TURISTICO DI DESTINAZIONE DELLA PROVINCIA DI LIVORNO PROVINCIA DI LIVORNO REGOLAMENTO SU OSSERVATORIO TURISTICO DI DESTINAZIONE DELLA PROVINCIA DI LIVORNO (OTD) Approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 168/22.12.2011 In vigore dal 1 febbraio

Dettagli

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte.

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. REGIONE PIEMONTE Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. (B.U. 16 aprile 2015, n. 15) Il Consiglio regionale ha approvato IL PRESIDENTE

Dettagli

Osservatorio Nazionale. sull Agriturismo

Osservatorio Nazionale. sull Agriturismo Osservatorio Nazionale dell Agriturismo sull Agriturismo art. 13 Legge 20 febbraio 2006, n. 96 FINALITA, COMPOSIZIONE ED ATTIVITA 2 L attività dell come definito dall art. 13 della Legge 20 febbraio 2006,

Dettagli

COMUNE DI VILLESSE PROVINCIA DI GORIZIA REGOLAMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE

COMUNE DI VILLESSE PROVINCIA DI GORIZIA REGOLAMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE COMUNE DI VILLESSE PROVINCIA DI GORIZIA REGOLAMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE Approvato con deliberazione giuntale n. 116 del 29/09/2005, dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi

Dettagli

PRINCIPI FONDAMENTALI...

PRINCIPI FONDAMENTALI... QUALITA DEL SERVIZIO 1) PREMESSA... 2 2) PRINCIPI FONDAMENTALI... 2 2.1) EFFICIENZA NEL SERVIZIO... 2 2.2) CONTINUITÀ... 2 2.3) IMPARZIALITÀ DI TRATTAMENTO... 3 2.4) SALUTE, SICUREZZA ED AMBIENTE... 3

Dettagli

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti

Dettagli

degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati Ai Consiglieri Nazionali Ai componenti il Comitato Amministratore AGROTECNICI/ENPAIA LORO SEDI e-mail

degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati Ai Consiglieri Nazionali Ai componenti il Comitato Amministratore AGROTECNICI/ENPAIA LORO SEDI e-mail Roma, 12 marzo 2013 Prot. n. 1130/ARA OR/ml Oggetto: competenze professionali in valutazioni di incidenza ambientale. Direttiva n. 92/43/CEE e DPR n. 357/1997. Circolare pubblica. Ai Presidenti dei Collegi

Dettagli

1. Oggetto e struttura del disegno di legge

1. Oggetto e struttura del disegno di legge Delega al Governo per l attuazione dell articolo 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione, per l istituzione delle Città metropolitane e per l ordinamento di Roma Capitale della Repubblica. Disposizioni

Dettagli

PROVINCIA DI BERGAMO PIANO PROVINCIALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI AI SENSI DELLA L.R.26/03 PERCORSO PARTECIPATO VAS

PROVINCIA DI BERGAMO PIANO PROVINCIALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI AI SENSI DELLA L.R.26/03 PERCORSO PARTECIPATO VAS PROVINCIA DI BERGAMO PIANO PROVINCIALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI AI SENSI DELLA L.R.26/03 PERCORSO PARTECIPATO VAS La localizzazione degli impianti di trattamento, recupero e smaltimento: proposta metodologica

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI GENERALI Art. 1 Finalità del processo di gestione del patrimonio

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

Ambito Distrettuale 6.1

Ambito Distrettuale 6.1 Ambito Distrettuale 6.1 Piano di Zona 2013-2015 AREE DI INTERVENTO: OBIETTIVI STRATEGICI, PRIORITA DEL PDZ, AZIONI, TEMPI E RISORSE 4.2 AREA DISABILITA PREMESSA. Negli ultimi anni l azione progettuale

Dettagli

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ DICHIARAZIONE IN MERITO AL RISPETTO DEI CRITERI PREVISTI IN TEMA DI RIUTILIZZO DI TERRE E ROCCE DA SCAVO DAL COMMA 1 DELL ART. 41bis DEL DECRETO LEGGE 21 GIUGNO 2013, N 69, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

COMUNE DI PREMARIACCO

COMUNE DI PREMARIACCO REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA PROVINCIA DI UDINE COMUNE DI PREMARIACCO PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE VARIANTE n.8 L.R. 5/2007 - D.P.R. 086/2008 RELAZIONE ARCH. PIETRO CORDARA progettazione

Dettagli

MODULO DIDATTICO 2 Trasparenza amministrativa: gli obblighi normativi per le scuole dopo il D.LGS. n. 33/2013

MODULO DIDATTICO 2 Trasparenza amministrativa: gli obblighi normativi per le scuole dopo il D.LGS. n. 33/2013 MODULO DIDATTICO 2 Trasparenza amministrativa: gli obblighi normativi per le scuole dopo il D.LGS. n. 33/2013 Introduzione al D. Lgs. n. 33/2013 1 of 21 MODULO DIDATTICO 2 Trasparenza amministrativa: gli

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE

PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO (SETTIMA LEGISLATURA) PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE PERIODO 2004-2006 * Allegato alla deliberazione consiliare

Dettagli

Cantiere formativo territoriale Associazione Intercomunali delle Valli delle Dolomiti friulane verso l Unione

Cantiere formativo territoriale Associazione Intercomunali delle Valli delle Dolomiti friulane verso l Unione Cantiere formativo Riordino del sistema regione Autonomie Locali del Friuli Venezia Giulia Cantiere formativo territoriale Associazione Intercomunali delle Valli delle Dolomiti friulane verso l Unione

Dettagli

INDICAZIONI OPERATIVE PER VALUTARE E PROMUOVERE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA

INDICAZIONI OPERATIVE PER VALUTARE E PROMUOVERE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA INDICAZIONI OPERATIVE PER VALUTARE E PROMUOVERE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA Con il presente documento si precisano le modalità di intervento da adottare da parte degli Spisal per valutare

Dettagli

ATTI AMMINISTRATIVI. Prefettura di Firenze - Protezione dei dati personali

ATTI AMMINISTRATIVI. Prefettura di Firenze - Protezione dei dati personali Prefettura di Firenze - Protezione dei dati personali DOCUMENTI IL PREFETTO DELLA PROVINCIA DI FIRENZE VISTA la legge n. 675/96 e successive modificazioni e integrazioni relativa a tutela delle persone

Dettagli

Art. 1 (Istituzione) 2. Il parco è classificato ai sensi dell art. 10, comma 1 della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 come parco marino.

Art. 1 (Istituzione) 2. Il parco è classificato ai sensi dell art. 10, comma 1 della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 come parco marino. Legge regionale 21 aprile 2008, n. 11 Istituzione del Parco Marino Regionale Costa dei Gelsomini. (BUR n. 8 del 16 aprile 2008, supplemento straordinario n. 2 del 29 aprile 2008) Art. 1 (Istituzione) 1.

Dettagli

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Controllo di Gestione e Misurazione delle Performance: l integrazione delle competenze, la valorizzazione delle differenze e la tecnologia

Dettagli