ASSOCIAZIONE ITALIANA MAESTRI CATTOLICI - BASILICATA OSSERVAZIONI SUL DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LO STATUTO REGIONALE
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1 1 ASSOCIAZIONE ITALIANA MAESTRI CATTOLICI ASSOCIAZIONE ITALIANA MAESTRI CATTOLICI - BASILICATA OSSERVAZIONI SUL DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LO STATUTO REGIONALE L Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) di Basilicata, ringraziando per lo spazio di confronto messo a disposizione con Dialogo e Proposte, offre il proprio contributo al dibattito sul Documento programmatico per il nuovo Statuto regionale articolandolo su due punti: considerazioni sul documento nella sua globalità (Premessa) e analisi di alcuni contenuti dei paragrafi che lo compongono, presentata attraverso tabelle nell intento di renderne più agevole la fruizione. PREMESSA - Se lo Statuto è occasione e strumento per rappresentarsi e rappresentare la propria identità, così che sia punto di ispirazione per le scelte programmatiche e per la costruzione del futuro regionale, si deve prendere atto che l identità regionale è ancora in costruzione e le contrapposizioni emergono ad ogni occasione, non ultimo il Piano triennale per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche. Il primo compito che attende è dunque fare sintesi fra esigenze, interessi legittimi, sensibilità, attese variegate, prendendo atto della frammentazione culturale, sociale e politica che ancora caratterizza le nostre comunità per operare una sintesi che guardi al bene comune e non ceda a compromessi di basso livello. - Si condivide la meta indicata: ricomporre un rapporto fecondo fra società ed istituzione regionale. Forse è avviare il rapporto, dato che si registra attualmente molta distanza/scollamento fra politica e realtà sociale, mondo reale. La Basilicata non fa eccezione al quadro nazionale. C è bisogno di recuperare fiducia nelle istituzioni. Si può fare, ma l impegno dichiarato ad avvicinare politica e società per essere praticato richiede ascolto vero anche dei corpi sociali intermedi nei quali la società si organizza ed esprime al di là di quelli istituzionali/tradizionali come partiti e sindacati. - Le quattro parole chiave che tratteggiano il profilo della regione che c è e che si vuole costruire sono globalmente condivise. Il problema è vedere come concretamente si realizzeranno nella programmazione. Struttura e terminologia del Documento proposto, al momento, non agevolano in questa direzione: poche le scelte chiare presenti, molte le dichiarazioni generiche e le formulazioni sintetiche, troppi può, potranno, che lasciano nel vago e rendono difficile avanzare proposte. Si comprende che le declinazioni operative dovranno essere affidate ai regolamenti, ma ci pare opportuno che le linee guida siano inserite in modo chiaro e inequivocabile nell articolato statutario, ad evitare declinazioni incongruenti. - Essenziale diventa mettere in stretta connessione principi, finalità/compiti e struttura organizzativa/condizioni di esercizio, ad evitare che i principi restino pure dichiarazioni d intento - Si apprezza in particolare l aver collocato al primo posto il valore costituzionale della persona e alla luce di tale principio si procede all analisi dei paragrafi del Documento.
2 2 PARAGRAFO CONSIDERATO: I PRINCIPI Regione della persona (è fondativo di tutti gli altri principi e garanzia di rispetto dei diritti inalienabili) Accentuare nella ricchezza delle relazioni cogliendo l obiettivo di lavorare per il bene comune. Includere fra i diritti della persona quello al lavoro. Introdurre, accanto a sostenere e promuovere i diritti, l impegno della Regione a lavorare per la formazione ai doveri di cittadinanza, iniziando dalla scuola. Regione della solidarietà La solidarietà è valore positivo, ma che non continui ad essere assistenzialismo, strada per tenere soggiogate le persone attraverso il loro bisogno. Il diritto al lavoro collocato nella zona della solidarietà risulta ancora più aiuto materiale che attenzione alla persona in tutta la sua globalità, per questo abbiamo proposto di spostarlo nella zona della persona. Così è più assistenza che solidarietà e promozione. Promozione implica collaborazione reciproca, accompagnamento, liberazione, e il diritto al lavoro è essenziale per un reale esercizio di libertà, che non può esserci dove il bisogno mette in discussione la dignità della persona. La metodologia di concertazione alla base del Progetto Obiettivo Basilicata 2012 è una buona traccia. Può essere l inizio della fine di un epoca di progetti che hanno fruttato per i formatori, ma non hanno promosso l occupazione dei giovani. Sono belle iniziative di immagine, ma nel concreto troppo è ancora legato alla clientela. Per rompere il cerchio occorre pensare strategicamente alle fasce più deboli e tener conto della delusione dei giovani. Gli effetti sono evidenti: emigrazione, fuga dei cervelli, impoverimento della nostra regione e compromissione del suo futuro. E questione di cambiare mentalità. La povertà culturale è l anticamera di quella economica e non viceversa. Occorre creare occasioni per richiamare in regione chi è stato costretto ad andare fuori, dando piena attuazione all art. 8 dello Statuto attuale, articolo che andrebbe riproposto nella sostanza. Regione della democrazia Plaudiamo alla decisa affermazione circa l irrinunciabilità dell unità nazionale. Le altre affermazioni presenti vanno viste in rapporto al tema della partecipazione, per coglierne le implicanze concrete.
3 3 Regione della sostenibilità Valutiamo positivamente il riferimento esplicito alla sostenibilità, che troppo spesso resta confinata, con la sussidiarietà, in spazi ristretti da addetti ai lavori. Parimenti positivo è aver messo in stretto rapporto beni naturali, cultura e sviluppo economico: un triangolo virtuoso. Ma quale declinazione concreta? Un esempio: agricoltura basata sulla proprietà direttocoltivatrice e industria legata all agricoltura erano le scelte di 40 anni fa. Sono da buttareprima di averle pienamente realizzate perché non più attuali o sono ancora valide? Potenziare scuole agrarie per sostenere lo sviluppo e la produzione in questo settore è cosa risibile o può rivelarsi ancora mossa strategica? Inoltre, il bene cultura è da mettere al primo posto. Le scelte sul formato delle zone di programma, sulla dislocazione delle unità scolastiche autonome, sul dimensionamento delle istituzioni scolastiche devono discendere da questa priorità. Attualmente non ci pare lo siano: anche le ultime scelte per il piano triennale sembrano rispondere a logiche poco rispettose dei principi di solidarietà, centralità della persona, tutela delle zone svantaggiate e, comunque, non hanno contribuito a fare del Piano una prima prova di Statuto, come avrebbe potuto essere. Occorre prestare attenzione alle zone interne, soprattutto a quelle più marginali, a rischio di spopolamento, non solo in termini di conservazione, ma anche e soprattutto in termini di sviluppo. Discende dalla centralità della persona e dalla solidarietà: quanti si trovano in condizione di bisogno, i poveri sotto ogni aspetto (non solo economico, ma anche culturale), non sono persone a cui guardare, ma da cui guardare per capire e agire e con cui guardare, per renderli protagonisti della ripresa. Dare voce a queste zone ha (deve avere) riflessi diretti sulle scelte per l organizzazione politica e amministrativa
4 4 PARAGRAFO CONSIDERATO: LE ISTITUZIONI E LA SOCIETA REGIONALE Albo regionale della partecipazione Referendum approvativo La debolezza che connota l istruttoria pubblica (l adozione può essere preceduta il provvedimento tiene conto delle risultanze ) Per rendere possibile la partecipazione ai processi decisionali occorre assicurare informazione preliminare e in itinere, attualmente disponibile solo saltuariamente. Rendere agevole e abituale il reperimento documentale è imprescindibile per una leale collaborazione ed una reale corresponsabilità governo regionale-cittadinanza Positiva l istituzione dell Albo della partecipazione, se si definiscono i criteri di accesso in modo da non escludere associazioni o gruppi particolari (ad es. il volontariato non è solo quello socio-assistenziale; non ci sono solo le Onlus o le associazioni con partita Iva). Idem per il diritto di interrogazione, cui deve corrispondere per chi amministra il dovere di risposta entro termini definiti. Anche per l iniziativa di legge popolare occorre prevedere esplicitamente l obbligo per il Consiglio regionale di prendere in esame la proposta entro un tempo definito, ad evitare che questo istituto venga svuotato di ogni senso. Sarebbe procedura snella e trasparente, che potrebbe evitare un eccessivo ricorso al referendum approvativo, il quale rappresenta comunque un istituto apprezzabile e innovativo per una partecipazione autentica. Rafforzare l istituto dell istruttoria pubblica, strutturando l iter in modo che sia effettivo spazio di partecipazione alla presa di decisioni. Abbiamo perplessità per la Consulta Statutaria, specie dopo la limitazione di campo d azione introdotta dalla Corte costituzionale. PARAGRAFO CONSIDERATO: IL SISTEMA POLITICO ISTITUZIONALE Statuto dell esecutivo e Statuto dell opposizione Separazione fra funzione di indirizzo, di amministrazione e di controllo La scelta praticamente già effettuata dell elezione diretta del Presidente, aspetto che a nostro avviso andrebbe invece ulteriormente approfondito. Non siamo certi della bontà del sistema attuale con scelta diretta del Presidente della Giunta, pur comprendendo e condividendo l esigenza di garantire governabilità e stabilità. Se lo si vuole mantenere, perché suggerito in via transitoria dalla Costituzione o perché ritenuto più opportuno del precedente (quali le ragioni?) vanno almeno previsti contrappesi che evitino forme di presidenzialismo delle quali abbiamo già sperimentato gli effetti negativi. Una regione può riconoscersi in una sola persona senza compromettere dialettica, pluralismo, ricchezza delle diversità?
5 5 Allargamento dell iniziativa legislativa Rafforzare la bidirezionalità delle Commissioni consiliari Il dibattito annuale sullo stato della regione Non prevedere limite numerico dei mandati Composizione del Consiglio e modalità di elezione devono garantire la tutela anche delle zone interne, marginalizzate, a scarsa densità demografica; in caso contrario è a rischio la democrazia a favore della sola logica dei numeri. Numero dei consiglieri, garanzie per l opposizione, ecc. hanno a che fare con questo problema, ad evitare che il Consiglio regionale rappresenti solo gli attuali capoluoghi di provincia e poco più. Assumere quest ottica significa uscire da un idea di rappresentanza esclusivamente politica e istituzionale, per allargare al diritto di rappresentanza dei territori e dei soggetti sociali. E anche questo un modo per affrontare il delicato equilibrio fra democrazia rappresentativa e democrazia diretta. Risparmiare sui costi della politica è oggi più che mai un dovere e una necessità. Si può perseguirlo attraverso la riduzione secca del numero degli eletti, (purchè con le garanzie di cui sopra), ma si può ottenere anche in modi diversi, ad esempio agendo sulla consistenza delle indennità (ridurle almeno del 30%), sulle modalità dei rimborsi (solo a piè di lista con documentazione delle spese sostenute), abolendo il vitalizio. Sarebbe anche un segnale, doveroso, di rinuncia a privilegi in nome della solidarietà. Anche prevedere una consistenza numerica minima di consilieri (per noi non meno di tre) per costituire un Gruppo consiliare aiuterebbe in questa direzione. Per motivi analoghi, oltre che per spettacoli pregressi poco decorosi, siamo contrari alla presenza di Assessori esterni, mentre ci trova favorevoli l ipotesi di allargamento delle Commissioni consiliari ad altri soggetti, ovviamente a titolo onorifico. Chi scrive l atto costitutivo deve inoltre pensare a: incompatibilità, limite numerico dei mandati (per noi due), divieto di cumulo di incarichi, come evitare i passaggi degli stessi personaggi da una istituzione all altra e da un incarico all altro, come restituire ai cittadini il diritto di scelta con liste non dettate dalle segreterie dei partiti, come evitare che l eletto possa cambiare a suo piacimento la compagine di appartenenza (esercitare questa libertà una sola volta all inizio del mandato). Il punto di merito del dibattito annuale sullo stato della regione è l opportunità di costruire una mentalità di rendicontazione/bilancio sociale ancora scarsamente diffusa.
6 6 PARAGRAFO CONSIDERATO: IL SISTEMA PUBBLICO REGIONALE Per esercitare realmente sussidiarietà occorre definire forme di consorzio territoriale per la gestione dei servizi essenziali, dotandole delle necessarie condizioni di esercizio. Vale soprattutto per i piccoli Comuni, tenendo ben presente che la scuola dell obbligo rientra fra i servizi essenziali Assunzione del metodo della programmazione Riferimento esplicito al principio di sussidiarietà Obbligo di motivazione degli atti Per gli enti che gestiscono risorse pubbliche è bene eliminare le duplicazioni di funzione e procedere ad accorpamenti. Per i dirigenti sono fondamentali il criterio del merito e la trasparenza delle procedure di reclutamento/nomina. PARAGRAFO CONSIDERATO: IL SISTEMA INTERISTITUZIONALE Segnaliamo l opportunità di strutturare al meglio quanto riguarda compiti e attribuzioni del Consiglio delle Autonomie Locali Consiglio delle Autonomie Locali, anche nella prospettiva dell abolizione delle Province, (che cancellerà un altro anello intermedio, dopo le Comunità Montane, fra Regione e Comuni) e tenendo conto dei comprensori istituiti con le aree di programma. Conferenza regionale per la programmazione Il largo ventaglio di soggetti che compongono la Conferenza promette un libero e ampio coinvolgimento sociale. Servirà la sensibilità di favorirlo il più possibile, facendo della partecipazione degli ex consiglieri ed ex parlamentari un opportunità e non un condizionamento. Un interrogativo: i pareri di questo organo consultivo di che tipologia saranno? Se nessuno di essi è vincolante, molto presto nascerà disaffezione, come insegna l esperienza vissuta dalla scuola con gli Organi collegiali, segnatamente Consiglio di classe e Distretto scolastico. La Presidente regionale Anna Maria Bianchi
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