AWARENESS-RAISING ON QUALITY AND INSTITUTIONAL COMMITMENT IN EARLY CHILDHOOD EDUCATION AND TEACHING OPEN SPACE. Sulla condizione dell infanzia oggi

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1 AWARENESS-RAISING ON QUALITY AND INSTITUTIONAL COMMITMENT IN EARLY CHILDHOOD EDUCATION AND TEACHING NEWS Campagna di sensibilizzazione. Al via gli eventi Q4ECEC Sulla condizione dell infanzia oggi Servizi per la prima infanzia: le risposte del Governo A cura di Edi Fanti Project Manager Prof. Franco Cambi Professore ordinario di Pedagogia generale e sociale all'università degli Studi di Firenze On. Franca Biondelli Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali Pag. 2 > Pag. 3 > Pag. 4 > - 1 -

2 A cura di Edi Fanti Project Manager NEWS Aggiornamenti sulle attività di progetto Bari 20 gennaio 2015 Università degli Studi di Bari A. Moro Palermo 23 gennaio 2015 Università degli Studi di Palermo Napoli 6 febbraio 2015 Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Cosenza 13 febbraio 2015 Università degli Studi della Calabria Campagna di sensibilizzazione - Al via gli eventi Q4ECEC Prende il via in questo mese di Gennaio la campagna di sensibilizzazione del progetto europeo Q4ECEC -Awareness-raising on Quality and Institutional Commitment in Early Childhood Education and Teaching - che vede il coinvolgimento delle 4 regioni italiane della Convergenza : Calabria, Campania, Puglia, Sicilia. La campagna ha per obiettivo la sensibilizzazione e quindi il coinvolgimento di istituzioni, operatori per l infanzia, educatori a stakeholders locali, riguardo all implementazione delle politiche europee in materia di educazione e formazione. L iniziativa prenderà a riferimento il documento Education and Training 2020 (ET2020), focalizzando in particolare l attenzione su politiche ed azioni rivolte dell infanzia (fascia di età 0-6 anni). L idea del progetto europeo Q4ECEC è sorta con riferimento alla implementazione del Piano di Azione per la Coesione ( promosso nel 2011 dal Ministero della Coesione Territoriale. Come è noto il Piano di Azione per la Coesione (PAC) ha per scopo il recupero di alcuni Fondi Strutturali ( ) non utilizzati, contribuendo così a colmare ritardi e criticità nell attuazione delle politiche europee e nazionali attraverso l accelerazione di interventi concreti ed il rafforzamento della loro efficacia. Il PAC impegna quindi le amministrazioni centrali e locali a rilanciare i programmi in grave ritardo, garantendo una forte concentrazione delle risorse su alcune priorità. Fra esse anche quelle indicate dal programma nazionale sui Servizi di cura all'infanzia ed agli Anziani non autosufficienti ( ), sul quale Q4ECEC ha focalizzato la propria attenzione con riferimento agli aspetti legati all infanzia. L interesse nei confronti dei temi dell infanzia ha l obiettivo di favorire l allineamento dell Italia rispetto alle indicazioni espresse proprio dal documento Education and Training 2020 (ET2020) che fissa entro il 2020 una partecipazione minima del 95% dei bambini (4-6 anni) ad attività di educazione per l infanzia. Numerosi studi dimostrano costantemente l'importanza degli investimenti in attività educative per la prima infanzia, con conseguenze per la vita futura. Trascurare l educazione nella prima infanzia sembra favorire infatti un potenziale impatto negativo sul piano sociale nel lungo termine, in termini di aumento del rischio di dispersione scolastica durante l'adolescenza e conseguente riduzione di opportunità di accesso al mercato del lavoro in età adulta. La promozione e l implementazione di adeguate politiche per l infanzia, implica naturalmente una presenza di servizi e di professionalità adeguate, che possono essere sviluppati o rafforzati proprio grazie anche all uso dei fondi recuperati attraverso il PAC. La campagna di sensibilizzazione Q4ECEC nasce pertanto come strumento a supporto della implementazione delle politiche dell infanzia attraverso la realizzazione di una serie di eventi. In ciascuna delle 4 regioni della Convergenza verranno realizzati 2 interventi ciascuno dei quali sarà rivolto ad una diversa tipologia di beneficiari finali. La campagna vedrà infatti coinvolti da una parte i politici e funzionari regionali/locali e dell altra gli operatori per l infanzia. Per i primi l obiettivo principale è rappresentato da una loro sensibilizzazione in merito all'importanza delle politiche per l infanzia ed al loro impatto in età adulta, oltre a concentrarsi sulla qualità dei servizi offerti e su un utilizzo concreto ed efficace dei fondi europei. In parallelo in ogni regione verranno realizzati interventi rivolti agli operatori ed in particolare ad insegnanti, formatori, dirigenti scolastici, ricercatori pedagogici ecc.. Il focus sarà rappresentato in questo caso dagli standard e dagli indicatori di qualità per i servizi all infanzia, con riferimento anche alle competenze necessarie per realizzarli e quindi alla professionalità degli operatori stessi. Per le tematiche trattate verranno inoltre evidenziati i legami con le politiche europee che le sottendono, facilitando così anche una comparazione fra sistemi di educazione per l infanzia nei vari Stati UE. Gli interventi si svolgeranno nel corso di una stessa giornata che vedrà inizialmente in plenaria tutti i partecipanti, i quali si suddivideranno poi in 2 gruppi (politici e stakeholders da un lato ed educatori e insegnanti dall altro) per facilitare un analisi dei temi personalizzata, in linea con le specifiche esigenze di ciascun gruppo. Nei mesi intercorsi, tutti i partner hanno collaborato alla elaborazione del programma degli eventi, oltre ad aver intrapreso appositi contatti con alcune università presso le quali saranno realizzate le iniziative. Il coinvolgimento delle università è sembrato interessante ed opportuno proprio a garanzia dell efficacia delle proposte avanzate. A seguire date e sedi degli eventi Q4ECEC: 20 gennaio Puglia, Bari Università degli Studi di Bari 23 gennaio Sicilia, Palermo Università degli Studi di Palermo 6 febbraio Campania, Napoli Università Suor Orsola Napoli 13 febbraio Calabria, Cosenza Università degli Studi di Cosenza Agli eventi menzionati, seguiranno una conferenza supplementare inizialmente non prevista dal progetto, oltre alla conferenza finale: 24 Marzo 2015 Firenze, Q4ECEC: Bilancio formativo e prospettive pedagogiche - Università degli Studi di Firenze Dip. di Scienze della Formazione e Psicologia 23 aprile 2015 Roma, Conferenza finale Presidenza del Consiglio dei Ministri Dip. Politiche per la Famiglia

3 Prof. Franco Cambi Professore ordinario di Pedagogia generale e sociale all'università degli Studi di Firenze Sulla condizione dell infanzia oggi Quale è oggi la condizione dell infanzia? Enormemente contradditoria e, pertanto, inquietantemente problematica. Da un lato (al Nord del mondo soprattutto) si ha un infanzia più curata e valorizzata, riconosciuta nei suoi bisogni e talvolta anche viziata. Dall altro (al Sud del mondo, ma non solo) un infanzia violata e sfruttata, abusata, sottonutrita, coinvolta in guerre, in distruzioni e in fughe cariche di rischi imposte dalla speranza. Lo scenario è, visto in generale, tragico. Per le due misure e per le scarse speranze di mutamento. Tutto ciò mette in crisi lo stesso agire delle Organizzazioni Internazionali, le loro Carte dei diritti, le loro politiche di aiuto: troppo astratte le prime, poco incisive le altre. E si pensi solo alla fame che uccide numeri altissimi di bambini ogni giorno. Allora: che fare? L operazione di aiuto va rilanciata con forza e con una strategia più articolata, complessa e decisa. Primo: affermare e sviluppare una cultura di cure e di diritti ovunque agendo sui vari Stati. Secondo: dotare le O.I. di più mezzi finanziari e di capacità di agire con i vari Stati. Terzo: dar loro la capacità di intervenire in scenari di guerra a tutela dei bambini, agendo sotto vari aspetti, regolati da una ONU capace, finalmente, di imporsi per la tutela dei diritti umani. ONU da riformare e rilanciare, come si dice da tanto tempo ma non si è fatto né si fa. Torniamo ai paesi avanzati: lì come va sviluppata la tutela dell infanzia? Nelle cure. Nella formazione della mente. Nella formazione etico-civile. Sempre dentro un idea dei diritti umani che deve farci sempre più da guida. Nelle cure: tra famiglia e scuola, assegnando alla scuola e sempre di più anche il compito di educare le famiglie a una corretta genitorialità. Nella mente: rendendola sempre più dinamica, dialettica nelle sue forme e orientandola verso il pensiero critico. Nell etica: sono i principi e valori della democrazia che vanno comunicati e fatti apprendere. E proprio in un tempo in cui la democrazia è attaccata e messa in crisi è necessario farlo. Come fare per realizzare tutto ciò? Rendere alta la qualità dei servizi educativi (scuole, ludoteche, associazioni varie del tempo libero etc.) a cominciare dalle scuole dell infanzia e, ancor prima, dagli asili- nido. Di quest ultimi in Toscana possediamo un modello maturo e fine, teorizzato e messo in opera dal compianto Prof. Enzo Catarsi che dobbiamo sempre di più affinare e rendere organico per svilupparne le potenzialità e mostrarlo nel suo essere un modello alto, possibile e da generalizzare. Ma dentro queste agenzia formative, a vario titolo, quale deve essere il rapporto educativo fra bambino e adulto? Lo si sa da tempo (si pensi solo Bettelheim): di cura, di sostegno, di dialogo. Che è atteggiamento fatto di stile comunicativo e di pratiche d azione. Lo stile: è vietato ogni autoritarismo o dirigismo o appropriazione del bambino da parte dell adulto. Ma si vieta anche il non esercitare autorevolezza e ruolo di regolatore sempre da parte dell adulto, che deve dare regole e farle rispettare. Impone inoltre vicinanza, ascolto, tutela (sia come difesa sia come sviluppo) e esser sponda (nel gioco, nel vissuto, nel rapporto con le istituzioni) che dà al bambino sicurezza ma che anche lo vigila e lo richiama. Le pratiche: star vicini agendo insieme; dare sempre ascolto attivo e personalizzato; fare comunità (a due, a tre a venticinque) e comunità democratica realmente vissuta. Quali compiti abbiamo davanti per il futuro? Li ho già detti ma li ripeto. A livello internazionale: più aiuti, più cultura dell infanzia, più politiche di sostegno. A livello nazionale e locale: sviluppare un modello di aver cura, ma consapevole, critico e capace di diffondersi e di svilupparsi. Sempre pedagogicamente. Segue nota biografica e bibliografia - 3 -

4 Franco Cambi Sulla condizione dell infanzia oggi Professore ordinario di Pedagogia generale e sociale all'università degli Studi di Firenze; ha svolto il suo insegnamento anche negli Atenei di Lecce e di Siena. È stato Direttore del Dipartimento di Scienze dell educazione e dei Processi Culturali e Formativi dell Ateneo fiorentino, Coordinatore del Dottorato in Metodologie della ricerca pedagogica. Teoria e storia e Presidente dell'irre-toscana, ha fatto parte del Consiglio Direttivo del CIRSE dal Ha fondato nel 1998 la rivista semestrale Studi sulla formazione. È Direttore scientifico dell'archivio della pedagogia italiana del Novecento. Ha diretto diverse Collane editoriali: presso Le Lettere di Firenze, La Nuova Italia di Milano, Carocci di Roma, Unicopli di Milano, Clueb di Bologna, etc. Dal punto di vista scientifico i suoi ambiti di ricerca sono stati i seguenti: - Studio di modelli teorici della pedagogia e loro tipologia attuale; - Epistemologia pedagogica contemporanea; - Storia della pedagogia italiana, europea occidentale; - Problemi emergenti di pedagogia sociale, dell'infanzia e dell'educazione ai media; - Storia dell educazione, delle istituzioni educative e storia dell infanzia; - Metodologia della ricerca storico educativa; - Letteratura dell infanzia - Storia della filosofia contemporanea in Italia; - Aspetti della teoreticità filosofica attuale. Fra le più recenti pubblicazioni, ricordiamo: F.Cambi, C.Di Bari, D.Sarsini, Il mondo dell'infanzia, Milano, Apogeo, 2012 F.Cambi, Le pedagogie del Nocecento, Roma- Bari, laterza, 2012 F.Cambi, Manuale di storia della pedagogia, Roma-Bari, Laterza, 2012 F. Cambi, L'inquietudine della ricerca, Edizioni Fondazione nazionale Vito Fazio-Allmayer, 2011 F. CAMBI, Le tre pedagogie di Rousseau. Genova, Il Melangolo C. BETTI; F. CAMBI (a cura di) Il '68: una rivoluzione culturale tra pedagogia e scuola. Itinerari, modelli, frontiere. Milano: Unicopli, 2011 La bibliografia per esteso è la seguente: F.Cambi, C.Di Bari, D.Sarsini, Il mondo dell'infanzia, Milano, Apogeo, 2012 F.Cambi, Le pedagogie del Nocecento, Roma- Bari, laterza, 2012 F.Cambi, Manuale di storia della pedagogia, Roma-Bari, Laterza, 2012 F. Cambi, L'inquietudine della ricerca, Edizioni Fondazione nazionale Vito Fazio-Allmayer, 2011 F. CAMBI, Le tre pedagogie di Rousseau. Genova, Il Melangolo C. BETTI; F. CAMBI (a cura di) Il '68: una rivoluzione culturale tra pedagogia e scuola. Itinerari, modelli, frontiere. Milano: Unicopli, F. CAMBI, S. LANDI, G. ROSSI, La magia nella fiaba, Roma, Armando, F. CAMBI, R. CERTINI, R. NESTI, Dimensioni della pedagogia sociale, Roma, Carocci, F. CAMBI, La cura di sé come processo formativo, Roma-Bari, Laterza, F. CAMBI (a cura di), Media Education tra formazione e scuola, Pisa, ETS, F. CAMBI, Cultura e pedagogia nell'italia liberale ( ), Milano, Unicopli, F. CAMBI, La scuola del ministro Gelmini: un identikit... a ritroso, In: AA.VV.. Maestro unico? No grazie, pp , Pisa, ETS,2009 F. CAMBI, G. Gentile, Sommario di pedagogia, in: W. BOHM et all., Hauptwerke der Pädagogik, pp , Munchen: Padertorn, 2009 F. CAMBI Philosophy of mind e teoria della formazione. In: E. FRAUENFELDER, F. SANTOIANNI. A mente aperta, pp , Napoli, Bisanti, 2009 F. CAMBI, Una pedagogia per il postmoderno, in F. FRABBONI, G. WALLNOFER, La pedagogia tra sfide e utopie, pp , Milano, Franco Angeli, 2009 F. CAMBI, M. STRIANO (a cura di), Dewey in Italia,Napoli, Liguori, 2009 F. Cambi, Odissea scuola, Napoli, Loffredo, 2008 F. Cambi, Pensiero e Tempo, Firenze, Firenze University Press, 2008 F. Cambi, L. Toschi, La comunicazione formativa, Milano, Apogeo, 2006 F. Cambi, Saperi e competenze, Roma-Bari, Laterza,

5 Servizi per la prima infanzia: le risposte del Governo On. Franca Biondelli Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. I servizi per la prima infanzia sono la domanda più frequente che chiedono le famiglie in Italia: come ha risposto il Governo a queste esigenze negli ultimi anni? Ciò che si fa sembra sempre una goccia nel mare ma in periodi di spending review questi sforzi non lo sono. Rimaniamo consapevoli che si può fare di più anche grazie l aiuto dei fondi europei destinati a queste politiche che infatti stiamo incentivando soprattutto nelle regioni Meridionali come Campania, Sicilia, Puglia e Calabria ma a fianco ai fondi servono politiche strategicamente ben mirate e tanta formazione per tutti i livelli sia quelli d indirizzo strategico che per gli operatori del settore sociale. I problemi sono tanti e noti, ad agosto scorso è stata firmata in Conferenza Unificata un intesa relativa alla ripartizione di spesa per le Politiche della Famiglia con cui sono stati destinati circa cinque milioni di Euro alle Regioni sempre per interventi alla prima infanzia e a sostegno della genitorialità, un passo che segue quelli realizzati negli anni scorsi a partire dal 2007 e compatibilmente con le risorse disponibili sono stati destinati fondi per lo sviluppo dei servizi socio educativi per la prima infanzia Nel 2012, con due apposite nuove Intese il Dipartimento destinò complessivamente 70 milioni di euro a favore dei servizi socio-educativi per la prima infanzia e di altri interventi a favore degli anziani e delle loro famiglie. Complessivamente sono state destinati 616 milioni dal 2007 al 2013 per lo sviluppo dei servizi per la prima infanzia. Quali sono gli strumenti concreti che le istituzioni riescono ad adoperare oggi per creare politiche attive a favore dei singoli territori grazie all Europa? Un ultimo intervento è stato fatto attraverso la raccomandazione della commissione del 20 febbraio 2013 investire nell infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale (2013/112/UE) in cui si ribadisce con maggiore forza l importanza di avere servizi di qualità quali strumenti imprescindibili per ridurre le disuguaglianze fin dalla più tenera età. Ragion per cui i fondi strutturali sono una opportunità da non perdere e che noi stiamo già sostenendo e sponsorizzando particolarmente nel meridione d Italia. Qual è la misura più innovativa su cui si sta lavorando? Sicuramente il disegno di legge n che ha come oggetto l'integrazione nel sistema dell'istruzione degli asili nido e delle scuole d'infanzia che, in pratica, rappresenta un piano nazionale pluriennale creato allo scopo di coprire almeno il 33 per cento degli asili nido e una buona parte della scuola dell'infanzia entro il prossimo Si tratta, certamente, di un progetto ambizioso che con questo disegno di legge intende sottrarre gli asili nido a quel sistema di servizi a domanda individuale resi dal Comune e che gravano, in misura anche pesante, sugli utenti. L'obiettivo è quello, dunque, di inserire gli asili nido nel sistema dell'istruzione, al fine di garantire anche ai più piccoli pari opportunità per ciò che concerne l'apprendimento. Si è arrivati, dunque, a buon punto, soprattutto grazie alle oltre ventimila firme che sono state raccolte in tutta Italia e che vogliono dare un potente segnale di cambiamento, nonostante i grossi problemi che sta attraversando la scuola. Naturalmente ci saranno da superare ancora diversi ostacoli, primo fra tutti l'enorme divario tra le strutture del Nord e quelle del Sud ed è per questo che il governo si sta adoperando, fin d'ora, al fine di trovare le coperture necessarie per portare avanti il progetto. L educazione prescolare deve essere oggetto di un attenzione particolare: l investimento che lo Stato vuole realizzare permetterà un offerta di servizi di maggior qualità al fine di poter tutelare quello che rappresenta un interesse primario di tutti i cittadini italiani

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