DM 13 novembre 1975: Estensione alle funicolari terrestri della normativa tecnica concernente le ferrovie e le funivie.

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1 LA PIANIFICAZIONE DEI CND DEI COMPONENTI DI SICUREZZA E DELLE OPERE STRUTTURALI DEGLI IMPIANTI DI TRASPORTO A FUNE A PARTIRE DAGLI ANNI SESSANTA AD OGGI. A. Cervia Ingegnere collaboratore del Laboratorio Prove non Distruttive Impianti a Fune dell Università degli Studi di Trieste Direttore di Esercizio della Trenovia Trieste-Opicina e annessa Funicolare Terrestre gestita dalla Trieste Trasporti S.p.a. Telefono via Bergamino, Trieste andreacervia@tiscali.it Manutenzione degli impianti industriali In Italia gli impianti a fune in servizio pubblico adibiti al trasporto di persone devono sottostare ad una normativa tecnica di tipo prescrittivo riguardante sia la fase di progettazione che di esercizio. Durante l esercizio degli impianti sono previsti controlli, verifiche e prove periodiche di tipo giornaliero, settimanale, mensile, semestrale ed annuale - agli organi meccanici ed alle parti elettriche. Rilevante importanza hanno i Controlli Non Distruttivi effettuati da personale ben addestrato. In generale i CND possono essere di tipo visivo o strumentale ma in ogni caso il personale, per poterli eseguire, deve essere certificato secondo la normativa vigente: UNI EN ISO 9712/2012. Vale la pena sottolineare come non basti la sola certificazione nel metodo o nei metodi dei CND per poter effettuare le verifiche nel campo del settore degli impianti a fune ma una comprovata esperienza nel settore. Negli anni 60 sono stati emessi alcuni decreti ministeriali per colmare ed aggiornare ogni tipo di aspetto - documentale, progettuale, costruttivo, di esercizio, manutentivo e del personale per le diverse tipologie di impianto a fune più diffuse: DM n luglio 1960: Testo unico delle prescrizioni tecniche speciali per le funivie monofuni con movimento unidirezionale continuo e collegamento automatico dei veicoli, successivamente abrogato da DM 8 marzo DM n. 1541/ giugno 1964: Prescrizioni tecniche speciali per le funivie monofuni con movimento unidirezionale continuo e collegamento permanente dei veicoli, successivamente abrogato da DM 8 marzo DM n febbraio 1969: Approvazione prescrizioni tecniche speciali per le funivie bifuni con movimento a va e vieni e successive modifiche e integrazioni. DM n. 15 gennaio 1974: Sciovie in servizio pubblico, successivamente abrogato da DM 15 marzo 1982: Norme tecniche per la costruzione e l esercizio delle sciovie in servizio pubblico. 1

2 DM 13 novembre 1975: Estensione alle funicolari terrestri della normativa tecnica concernente le ferrovie e le funivie. Le PTS raccolgono, in un unico documento per la specifica tipologia di impianto, tutte le prescrizioni a cui deve sottostare l impianto per essere esercibile in sicurezza, in particolare l impostazione è la seguente: La documentazione tecnica Le norme di progetto e di costruzione Le norme di esercizio Le Norme di Esercizio descrivono le linee guida per le modalità di verifica e controllo periodico che garantiranno all impianto alti livelli di sicurezza ma anche disponibilità di servizio, così come richiesto dall art. 35 del DPR 1367/1957 Regolamento Generale per le funicolari aeree in servizio pubblico destinate al trasporto di persone, vigente all epoca e successivamente abrogato dal DM 400/98. In particolare sono previste visite e prove con periodicità giornaliera, settimanale, mensile e verifiche e prove annuali o straordinarie. Particolare rilevanza ha la verifica dell integrità della fune e vengono definiti i parametri entro i quali deve rimanere la fune per non essere sostituita: se dall esame visivo unitamente a quello magnetoinduttivo risulta che la riduzione della resistenza iniziale è superiore al 10%, la fune dev essere tolta d opera. E comunque ciò deve avvenire indipendentemente dalle condizioni della fune dopo 30 anni per le fune portanti, 15 per le zavorra, traenti, soccorso e 5 per le tenditrici nel caso di impianti bifune a va e vieni; nel caso di impianti monofune ad agganciamento permanente questi valori sono differenti: la fune portante-traente va tolta d opera se la riduzione di resistenza risulta del 10% oppure dopo 10 anni, le tenditrici dopo 5 anni, dall ottavo anno in poi l esame magnetoinduttivo va eseguito ogni anno e la massima riduzione permessa è del 6%. Inoltre, sotto la responsabilità del DE, deve essere eseguito l esame magnetoinduttivo alle funi con periodicità di almeno 2 anni impianti monofune ad agganciamento temporaneo - o di 3 anni negli altri casi. E importante osservare come il DM 815/1969 abbia introdotto 2 importanti scadenze manutentive: REVISIONE SPECIALE: ogni 5 anni si dovrà eseguire la revisione speciale che consiste nella revisione di tutti gli elementi contro la cui rottura non esistono, nell impianto, efficaci accorgimenti tecnici di sicurezza atti a tutelare i viaggiatori. Sarà cura del Direttore di Esercizio, per brevità D.E., a scegliere questi elementi e sottoporli, anche previo smontaggio qualora richietso, agli esami non distruttivi del caso (metodo superficiale e/o volumetrico) e comunque con collaborazione di un esperto di 3 Liv. nelle prove non distruttive; 2

3 REVISIONE GENERALE: al 20 anno dall apertura al servizio dell impianto dovrà essere portata a termine la revisione generale a cura del D.E. ed alla presenza di un ingegnere dell USTIF territorialmente competente o Ente con pari funzioni. In questo caso il D.E. sottoporrà l impianto a verifiche, prove e controlli non distruttivi molto più approfonditi rispetto alla revisione speciale in quanto è previsto lo smontaggio di gran parte degli organi meccanici dell impianto stesso. L esigenza di uniformare le scadenze manutentive a seguito di importanti interventi tecnico-costruttivi sugli impianti in questione ha prodotto il DM n gennaio 1985: Norme regolamentari in materia di varianti costruttive, di adeguamenti tecnici e di revisioni periodiche per i servizi di pubblico trasporto effettuati con impianti funicolari aerei e terrestri. Il DM in questione è da considerarsi un testo unico, riferito cioè ad ogni tipologia di impianto fisso per il trasporto delle persone in servizio pubblico: funivie, seggiovie, cabinovie, ascensori o scale mobili, people mover. Esso introduce da subito il concetto di vita tecnica degli impianti cioè la durata massima entro la quale la sicurezza e la regolarità del servizio possono ritenersi garantite rispettando le medesime condizioni presenti all atto della prima apertura al servizio pubblico. In particolare: 60 anni: funivie bifuni o funicolari 40 anni: funivie bifuni o onofune con veicoli a collegamento temporaneo o permanente 30 anni: sciovie, ascensori, scale mobili Ciò comunque sarà subordinato all effettuazione della Revisione Speciale ogni 5 anni per tutte le categorie di impianto mentre vi è differenziazione nelle scadenze per le Revisioni Generali a seconda della tipologia di impianto: 20 e 40 anni per funivie bifune a va e vieni e funicolari 20 e 30 anni per funivie monofune o bifune con veicoli a collegamento temporaneo 15 e 30 anni per funivie monofune con veicoli a collegamento permanente 10 e 20 anni per sciovie, scale mobili ed impianti assimilabili In linea di principio nella revisione speciale vengono sostituiti quegli elementi che hanno vita tecnica massima di 5 anni e controllati tutti gli altri mentre la revisione generale prevede lo smontaggio di una larga parte dei componenti meccanici dell impianto e approfonditi CND su tutte le parti smontate. Nel decreto si specifica che dovrà essere personale qualificato ad eseguire i CND sugli organi meccanici, sugli elementi costruttivi e le relative giunzioni saldate contro la cui rottura non esistono nell impianto efficaci accorgimenti tecnici atti a tutelare la sicurezza dei viaggiatori e del personale e non soggetti a sostituzione. 3

4 La casa costruttrice indicherà chiaramente il metodo di controllo ed il limite di difettosità ammissibile; il D.E. potrà scegliere di integrare i controlli anche con altri metodi e soprattutto estendere i controlli a quegli elementi che ritenga importanti per quel specifico impianto in base alla propria esperienza. Il D.E. si affida a quanto la ditta costruttrice prevede nel piano dei controlli per riportare l impianto al ripristino delle condizioni di sicurezza pari all anno zero. Alla fine degli anni 90 sono state emanate le PTS per le funivie monofuni con movimento unidirezionale continuo e collegamento permanente dei veicoli e per le funivie monofuni con movimento unidirezionale continuo e collegamento temporaneo dei veicoli, le quali rimandano al DM 23/85 e specificano che l esame magnetoinduttivo sulla fune dovrà essere effettuato ogni 2 anni fino al sesto di vita della fune per poi passare a frequenza annuale. Dal 2003 vige la Direttiva Europea 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio. Questa norma armonizzata suddivide l impianto in infrastruttura e relativi sottosistemi: 1. funi ed attacchi di fune 2. dispositivi meccanici: 3. veicoli: a. dispositivi di tensione delle funi b. meccanismi delle stazioni c. meccanica di linea a. cabine, sedili e dispositivi di traino b. sospensione c. carrelli d. collegamenti con le funi 4. dispositivi elettrotecnici: a. dispositivi di comando, di controllo e di sicurezza b. dispositivi di comunicazione e di informazione c. dispositivi parafulmini 5. dispositivi di soccorso a. dispositivi di soccorso fissi b. dispositivi di soccorso mobili Un impianto quindi composto da sottosistemi, marchiati CE, che si riferiscano ad una norma nazionale che abbia recepito una norma europea armonizzata, la quale risponda ai 4

5 requisiti essenziali riportati nella presente norma, è un impianto certificato e come tale non rientra nel campo di applicazione del DM 23/85. La sicurezza è garantita dall analisi di sicurezza che prende in considerazione tutti gli aspetti inerenti alla sicurezza del sistema e del suo ambiente nel quadro delle fasi di progettazione, costruzione e messa in servizio, allo scopo di individuare i rischi che potrebbero manifestarsi in corso di funzionamento. Questa attività è svolta dal progettista o da professionista abilitato alla progettazione e sulla base delle varie modalità di esercizio previste, della complessità dell impianto e della regola d arte con la quale è stato realizzato, dell ambiente circostante, delle condizioni più sfavorevoli in cui possa operare possa elaborare la misure più idonee ad affrontare tutti i rischi. In particolare è necessario evidenziare se, di fronte ad una situazione di rischio, gli effetti sull impianto o sui sottosistemi connessi fanno intervenire i dispositivi di sicurezza in maniera tale che ad un primo guasto o cedimento si rimanga in uno stato di sicurezza anche se in funzionamento ridotto o di arresto, quando così non può essere allora questi dispositivi devono essere ridondati e sorvegliati. L analisi, che fa parte integrante del progetto dell impianto, deve elencare tutti i dispositivi di sicurezza e le loro probabilità di cedimento devono essere valutate e rientrare al livello sopra descritto. Per tutti quei componenti non facenti parte dei sottosistemi sopra elencati, ad es. l infrastruttura, continua ad applicarsi il DM 23/85. La norma armonizzata EN 1709 Requisiti di sicurezza per gli impianti a fune progettati per il trasporto di persone. Prove, manutenzione, controlli di esercizio si occupa dei requisiti di sicurezza per le prove, la manutenzione e i controlli di esercizio degli impianti a fune per il trasporto di persone. Il costruttore dell impianto deve consegnare all esercente oltre ai piani di costruzione ed ai disegni complessivi anche la documentazione sulla manutenzione ed i controlli in esercizio dell impianto unitamente alle condizioni di esercizio. In tali documenti dovranno essere presenti le liste di controllo con le tolleranze ammissibili e gli intervalli di sostituzione nonché le specifiche e i criteri di accettazione dei difetti nel caso di controlli visivi e non distruttivi. E previsto il controllo visivo di tutti i componenti in acciaio in relazione alla formazione di cricche sui cordoni di saldatura entro i primi mesi dalla messa in servizio e poi ogni anno. Su determinate parti dell impianto in base a quanto riportato nella documentazione fornita dal costruttore si effettuano delle ispezioni pluriennali speciali: almeno ogni 6 anni su carrelli e freni meccanici di funivie o funicolari funi dispositivi elettrici ogni 5 anni sulle opere strutturali delle funivie o sciovie 5

6 almeno ogni 5 anni sulle opera strutturali delle funicolari In generale durante l ispezione speciale i componenti di sicurezza esposti a sollecitazioni di fatica devono essere sottoposti a controlli non distruttivi. Le parti delle costruzioni delle opere strutturali esposte ad elevate sollecitazioni a fatica dovranno essere sottoposte a controlli non distruttivi. Ad eccezione delle morse devono essere rispettati i seguenti intervalli: 1. prima ispezione speciale: ore di esercizio o 15 anni dalla prima messa in esercizio 2. seconda ispezione speciale: ore d esercizio dopo la prima ispezione speciale o dopo 10 anni 3. terza ispezione speciale e successive: ogni ore di esercizio o 5 anni Per le opere strutturali le ispezioni speciali devono essere effettuate ogni 15 anni o ore d esercizio. Per le morse le periodicità cambiano a seconda della tipologia, sono previsti controlli visivi allo stato smontato al 50% delle morse: morse a collegamento temporaneo dopo d esercizio o 2 anni; il termine può essere prolungato a ore d esercizio e 3 anni nel caso in cui le parti portanti delle morse siano accessibili dall esterno morse a collegamento permanente dopo ore d esercizio o 3 anni Nel caso in cui si rivelino danni sarà necessario procedere con un incremento della frequenza dei controlli. Sono previsti controlli non distruttivi (magnetoscopici) per il 25% delle morse ogni: ore d esercizio o 6 anni per quelle a collegamento temporaneo ore d esercizio o 12 anni per quelle a collegamento permanente (intervallo ridotto a ore d esercizio o 6 anni dopo la prima ispezione) fermo restando la necessità di effettuare controlli visivi annuali di almeno il 20% delle morse, allo stato smontato, che riguarda più la manutenzione e la verifica dell eventuale mal funzionamento dell elemento piuttosto che l insorgenza di cricche di fatica difficilmente rilevabili a vista. Per le funi, vedere UNI EN , il controllo richiesto è il visivo con cadenza mensile, il dimensionale con cadenza annuale e il magnetoinduttivo con cadenza triennale per le funi mobili e ogni 6 anni per le funi portanti, a differenza delle norme italiane ove il controllo magnetoinduttivo è biennale fino al 6 anno di età della fune e successivamente annuale. 6

7 Conclusioni Con il passare degli anni tramite le esperienze dirette degli esercenti, seguite poi da un miglioramento della fase progettuale siamo a esercire impianti molto sicuri composti da sottosistemi certificati e controllati fin dall origine e, dopo la messa in servizio, manutenuti in maniera ottimale. L analisi di sicurezza portata avanti dal progettista dell impianto riveste quindi enorme importanza per la pianificazione dei CND. Infatti l analisi di sicurezza porta all elenco dei componenti di sicurezza e dei relativi sottosistemi ma soprattutto a capire gli effetti di un loro malfunzionamento quindi a costruire un sistema che dopo un primo guasto sia comunque in grado di reagire rimanendo in una condizione di sicurezza tale da consentire un funzionamento ridotto o la permanenza in uno stato di arresto sicuro. Ciò può essere garantito tramite la ridondanza di un componente oppure della sua sorveglianza. Infine è richiesto l inventario dei rischi e delle situazioni pericolose. La pianificazione dei controlli non distruttivi a questo punto è molto più dedicata rispetto a quanto abituati dalle normative nazionali infatti le attuali normative europee prevono l effettuazione dei CND solo su quei componenti di sicurezza che sono sottoposti a cicli di fatica quando invece era normale sottoporre al controllo tutti i componenti di sicurezza, o perlomeno quelli contro la cui rottura non esistono, nell impianto, efficaci accorgimenti tecnici di sicurezza atti a tutelare i viaggiatori. E da evidenziare che la figura del D.E. è stata sempre più affiancata e coadiuvata dalle indicazioni fornite mediante normative prescrittive prima e dalle ditte costruttrici poi mediante i piani di controllo e quelli manutentivi. Da un certo punto di vista la discrezionalità del D.E. viene man mano scemando. Infine, mancando l indicazione sulla vita tecnica degli impianti, gli stessi, dopo la prima ispezione speciale ( ore o 15 anni), possono proseguire indefinitamente l esercizio ma solo a seguito di ispezioni più ravvicinate ore o 10 anni e poi ore o 5 anni praticamente effettuando n revisioni speciali. 7

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