Alla radice delle diverse perfomance delle imprese

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1 Alla radice delle diverse perfomance delle imprese Luca Paolazzi Direttore Centro Studi Confindustria

2 I temi Alla radice delle diverse performance 5 lezioni per le imprese

3 I temi Alla radice delle diverse performance

4 Il contesto, già diventato più complesso prima della crisi, si fa e si farà sempre più sfidante. Avendo ben presente questo scenario, la domanda è: perché alcune imprese vanno molto meglio di altre?

5 Quantificando le differenze (Italia, industria manifatturiera, top 5% e quintili del ROE in %, 2014) 50,0 40,0 43,3% Media ROE: 7,2% 30,0 20,0 25,8% 10,0 0,0-10,0-20,0 10,0% 4,3% 1,0% -17,2% Top 5% Leader Follower Standard Ritardatari A rischio Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau Van Dijk.

6 Primo elemento da sottolineare: l alta performance dipende poco dai settori di attività, ancor meno dai territori di localizzazione o dalla dimensione aziendale.

7 Tessile, abbigl., pellame Farmaceutica Elettronica ed elettrod. Mezzi di trasp. Chimica Gomma-plastica Altre ind. manif. Legno, carta, stampa Alimentari, bevande, tabacco Metallurgia Petrolio, coke 30,0 Alta performance in tutti i settori, (ROE medio del quintile superiore, dati settoriali, 2014) 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk.

8 25 aree geografiche e classi dimensionali (ROE medio del quintile superiore, dati territoriali e dimensionali, 2014) Centro Nord-Est Nord-Ovest Sud e isole Micro (5-19) Piccola (20-49) Media (50-249) Grande (250 e +) Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk.

9 Secondo elemento da sottolineare: le divaricazione di performance era iniziata prima della crisi e si è accentuata con la crisi.

10 La divaricazione delle performance era iniziata già prima della crisi

11 e si è accentuata con la crisi (Rapporto % tra la produttività del centile superiore e del centile inferiore) 270,0 260, ,0 240,0 230,0 220,0 210,0 200,0 Italia Germania Spagna Francia Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk.

12 anche negli altri paesi (Rapporto % tra la produttività del centile superiore e del centile inferiore) 270,0 260, ,0 240,0 230,0 220,0 210,0 200,0 Italia Germania Spagna Francia Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk.

13 L analisi mostra che esistono almeno tre diversi raggruppamenti di imprese: quelle che eccellono, quelle in forte ritardo e quelle che si trovano in mezzo (largamente maggioritarie). Per innalzare l efficienza del sistema occorre creare le condizioni per spostare verso l alto almeno una parte preponderante delle imprese del terzo gruppo.

14 Sono molti i tratti distintivi delle imprese più performanti, tratti che sono legati gli uni agli altri e che costituiscono altrettante misure della loro superiore performance. Ne citiamo tre: innovazione, complessità (diversificazione ed esclusività) dei prodotti e presenza sui mercati esteri.

15 Nell innovazione quattro categorie di imprese industriali italiane (Innovazione di prodotto e/o di processo, , valori medi) Peso % sul totale delle imprese industriali Spesa totale in attività innovative Generati prodotti nuovi (%) Innovatori strutturati 7,4 6,4 61,3 Innovatori mediamente strutturati Innovatori poco strutturati 15,2 3,9 43,2 22,9 4,0 34,3 Non innovatori 54,5 - - Settore manifatturiero ed estrattivo. I profili sono stati identificati mediante tecniche di factor e cluster analysis. Dati pesati per essere rappresentativi della popolazione delle imprese industriali. La spesa totale in attività innovative è espressa in % del fatturato. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

16 Dall analisi del CSC emerge che anche le imprese che innovano fanno poco ricorso ai laureati: il 20% ne impiega più del 10% della manodopera totale, contro il 60% in Spagna e il 50% in Germania. La quota di aziende che non impiega alcun laureato è pari al 41,3% in Italia, contro il 18,2% in Spagna e il 19,7% in Germania. Dati preoccupanti per il pieno sfruttamento delle nuove tecnologie che richiedono la padronanza di saperi codificati, appresi a scuola e all università.

17 Per la complessità dei prodotti, tre aspetti vanno sottolineati: poche imprese diversificano, nei territori la diversificazione va insieme con l esclusività e la complessità è associata al reddito.

18 La conoscenza è la chiave dei territori MI per la complessità La conoscenza è la chiave dei territori per la sofisticazione VI BSBG PD TO BO VA TV FI MB VR MO RE CN CO LC RA RMN PG CR VE PRNA UD AN FC PV PN NO TN AL BA PUBZ GR PC MC FE PI ARSA RN PT TELU PO LORO SI CH BL AT CT FR BI VC CE AV LT SOCA LE AP BT VB GO PA FM VT PE TS MS FG TP RG TR GR LI TA AG ME PZ SV RCSP BR CS CL SR CB EN OR OT RI SS BNIMAQCZ IS MT CI VV NU KRVS AO OG Ubiquità 2013 Fonte: elaborazione CSC su dati Istat-PRODCOM

19 MI BZ La complessità accresce il reddito procapite La complessità accresce il reddito procapite OG VS KR VV BO AO TN PR RM FI MO TS RE GR PD SI PC VR BG BS VI SO BL RA PI FC CN SP MN VE TV VA TO PO RN PN AN UD CR LC MB SV LU AR NO VC AL CO LI GO PT FE AQ LO PE AT RO PU PG BI GR FM CA AP MC IM MS CH VB PV TR TE OT LTFR CB PZ RG VT BA SSRI IS SR NU CZ OR PA BR NA RC ME TA CT FG SA MT BN AV EN CL TP CE CS LE CI AG BT Grado di complessità 2013 (in log) Fonte: elaborazione CSC su dati Istat-PRODCOM

20 Infine, le imprese che esportano sono più grandi, hanno una maggiore produttività e, quindi, possono pagare di più i lavoratori e fanno più profitti. Esportare diventa quindi un test della capacità di presidiare bene i mercati e una cartina di tornasole di buona performance aziendale.

21 Più performanti le imprese esportatrici (Manifatturiero, 2014) Imprese esportatrici Imprese non esportatrici Investimenti/addetto (mgl euro) Dimensione media (addetti) Profitti/VA (%) Costo del lavoro/dipendente (mgl euro) VA/addetto (mgl euro) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

22 Questi tratti sono manifestazioni della migliore performance, non sue spiegazioni. Allora, qual è l origine della diversità di performance?

23 È nel fatto che le competenze di gestione (nell ordinario ma soprattutto nello straordinario, ossia nelle strategie e nei loro cambi) non sono distribuite uniformemente tra quanti sono a capo delle imprese. Cioè, gli imprenditori non sono tutti uguali.

24 I saperi che le imprese accumulano nel tempo ne condizionano le possibilità di scelta e, quindi, l ulteriore accumulazione di competenze. Legate non solo alla sfera produttiva e alle tecnologie, ma a tutta la vita aziendale. Questi saperi sono distintivi, anche perché si combinano in modo particolare in base all interazione delle persone che lavorano insieme. Cosicché non c è un impresa uguale all altra.

25 I temi 5 lezioni per le imprese

26 CINQUE LEZIONI PER LE IMPRESE 1^ lezione: salto culturale Affrontare con successo le nuove sfide richiede un salto culturale nella gestione aziendale. Gli imprenditori ne sono consapevoli. Imparare dai migliori, emulare i leader, è la via più diretta. 2^ lezione: Industria 4.0 Occorre attrezzarsi a e puntare su Industria 4.0, non facendosi intimorire. È una evoluzione, una rivoluzione dolce, non una frattura.

27 CINQUE LEZIONI PER LE IMPRESE 3^ lezione: capitale umano Investire in conoscenza e saperi, che sono il fattore competitivo più importante. I laureati sono una risorsa preziosa, più che un costo. 4^ lezione: driver di sviluppo Cogliere le opportunità offerte dai nuovi driver globali di sviluppo, che sono le grandi tendenze del Mondo.

28 CINQUE LEZIONI PER LE IMPRESE 5^ lezione: Brand Italia Sfruttare l ampliamento dei mercati, vecchi e nuovi. Facendo leva sul Brand Italia.

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