LIVEstudio. art-in-residence

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1 LIVEstudio art-in-residence

2 LIVEstudio Il progetto LIVEstudio è un programma di art-in-residence promosso da Metronom e dedicato ai giovani artisti che necessitano di un luogo per concretizzare ed esporre il proprio lavoro con la possibilità di allestire, cambiare, modificare i progetti come si potrebbe o vorrebbe fare allʼinterno del proprio studio. Durante il periodo di residenza, i partecipanti a LIVEstudio, nello specifico artisti, fotografi o video maker selezionati tramite una open call, possono terminare una propria ricerca, iniziare un nuovo lavoro fotografico o video, un oggetto di design, o finalizzare la realizzazione di un dummy per un libro. Gli artisti selezionati hanno la possibilità, ugualmente, di iniziare un progetto comune. Massima libertà di azione è dunque lasciata ai partecipanti per sfruttare nel modo più opportuno e interessante rispetto alla propria ricerca e allo sviluppo del proprio lavoro. LIVEstudio, la prima edizione La prima edizione di LIVEstudio si è tenuta nel mese di febbraio 2015, per la durata di quattro settimane, alle quali ha fatto seguito lʼallestimento dei lavori terminati, che sono rimasti visibili al pubblico fino al 7 marzo Nel corso dellʼintero periodo, Metronom ha messo a disposizione agli assegnatari gli spazi della sede di viale Amendola 142 a Modena per essere utilizzati come luogo di lavoro e di esposizione. I numerosi progetti pervenuti in risposta allʼopen call di LIVEstudio sono stati valutati da un comitato composto da Marcella Manni (Associazione culturale Metronom), Luca Panaro (critico d'arte e curatore, docente all'accademia di Brera e al Politecnico di Milano), Eleonora Pasqui (editor presso Damiani Editore, Bologna) e Davide Tranchina (artista visivo, docente di Fotografia all'accademia di Brera e all'accademia di Belle Arti di Bologna). La giuria ha decretato che le due proposte più adatte a essere sviluppate nel contesto di LIVEstudio fossero quelle di Simona Luchian e Anna Messere, annunciate quindi assegnatarie dello studio. Simona Luchian, con L incastro, ha ragionato sul processo mentale, i pensieri, le idee che accompagnano la costruzione delle immagini. Lo spunto è Opera Miracoli per Negarli di Manuela Cirino, un progetto aperto che prevede la custodia di un lavoro, una scatola chiusa, da parte dei visitatori della mostra. Simona Luchian ha custodito la scatola per un mese e con L incastro ha realizzato una scultura che riflette la relazione che si è creata tra lo spettatore (lei) e l opera stessa, dislocata e vissuta. Solo una volta dislocata infatti la scatola poteva essere aperta. Il processo scultoreo de L incastro rimane però un momento preparatorio e accessorio, l esito della ricerca si traduce infatti in un immagine bidimensionale; come ci dice Luchian, nel distruggere l ingombro materico dopo avere scattato le fotografie, il progetto si rivela un atto performativo in cui si mostra l annullamento (o il potenziamento!) del contatto con il mondo fisico nel diventare immagine di cui si può godere soltanto attraverso lo sguardo, che diventa il senso per eccellenza. Il progetto di Anna Messere, Quasi niente a Modena, nasce palesemente site-specific, come racconta l artista stessa. Durante la mia prima uscita in uno dei parchi di Modena mi ritrovo a scattare alcune fotografie, quando si avvicina un signore incuriosito che chiede: «Cosa stai fotografando che lì non c è niente?», «Niente? Fotografo le ombre degli alberi», rispondo io. «Allora qualcosa c è». E se ne va. Anna Messere, oltre a scattare fotografie, ha raccolto materiali organici come rami, arbusti, fili d erba, che vengono utilizzati in installazioni che ricompongono un

3 paesaggio in miniatura. La luce diventa lo strumento fondamentale per riprodurre quelle ombre che sono le vere protagoniste della messa in opera conclusiva. Ad accompagnare il periodo di lavoro della prima edizione di LIVEstudio, Metronom ha previsto anche un programma di iniziative, studio visit e incontri con curatori, editori e critici dʼarte che hanno arricchito LIVEstudio e il lavoro di creazione delle artiste coinvolte. Tra questi ricordiamo: - la visita di Salvatore Vitale e Paola Paleari (rispettivamente direttore ed editor di Yet Magazine) a cui ha fatto seguito la pubblicazione di un articolo dedicato a LIVEstudio sulla rivista on-line Artnoise e scritto da Paola Paleari; - la presentazione, aperta al pubblico, del settimo numero della rivista YET Magazine, con Salvatore Vitale, Paola Paleari, Elena Vaninetti e lʼartista Igor Ponti; - lʼincontro con Kristian Smith e Scott Caruth, artisti in residenza nello stesso periodo presso Fondazione Fotografia, con la presenza anche di Alice Bergomi (didattica, Fondazione Fotografia); - le studio visit di Daniele De Luigi e Francesca Lazzarini; - la collaborazione con importanti attività del territorio modenese, come lo storico studio fotografico Arrigo Ghi presso il quale le due artiste hanno stampato i lavori realizzati in residenza; - la mostra finale, intitolata LIVEstudio display dei progetti terminati, aperta al pubblico dal 3 al 7 marzo Tramite il sito, le pagine social e i suoi vari canali di comunicazione, inoltre, Metronom ha pubblicato costanti aggiornamenti sullo sviluppo dei progetti proposti e sulle attività in programma.

4 Immagini LIVEstudio prima edizione, work in progress Simona Luchian, Lʼincastro Simona Luchian, prove per la realizzazione di supporti per stampe fotografiche

5 Anna Messere, realizzazione di lightbox a partire da una vecchia insegna Anna Messere, prove di proiezione delle ombre di arbusti raccolti nei parchi modenesi

6 Le scrivanie di Simona Luchian (sinistra) e di Anna Messere (destra) La sala di Metronom trasformata in atelier