La relazione educativa Relatrice Dott.ssa Rosa Mariarosaria Donnarumma
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- Gianfranco Bossi
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1 P.O.R. Campania FSE Asse II Obiettivo Operativo: f2) Promuovere azioni di supporto, studi, analisi nonché la predisposizione e sperimentazione di modelli che migliorino la condizione femminile nel mercato del lavoro Intervento sperimentale F La relazione educativa Relatrice Dott.ssa Rosa Mariarosaria Donnarumma
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3 PER RICONOSCERE IL NOSTRO STATO EMOTIVO PER RICONOSCERE LO STATO EMOTIVO DEL PAZIENTE
4 Il termine emozione è recente, il suo significato riguarda soprattutto il comportamento collettivo L emozione è un fenomeno frequente, quotidiano, insito in quasi ogni momento della nostra vita. E costituita da diversi aspetti e fornisce molte informazioni.
5 Un tempo paragonata al concetto di sensazione, l emozione è attualmente considerata un processo di reazione dell organismo ad eventi significativi. L'emozione consisterebbe in un processo in cui, alla percezione di stimoli, seguirebbe una valutazione dell individuo. A questo punto, seguirebbe la risposta emotiva, sia di tipo fisiologico che comportamentale e espressivo.
6 Il concetto di emozione si differenzia da quello di umore ed emotività, in quanto l emozione è un processo dinamico, con un inizio e una fine, e di durata relativamente breve, mentre l umore è generalmente più diffuso, di durata assai maggiore e non necessariamente scatenato da un evento concreto; l emotività è un tratto di personalità relativamente stabile.
7 Le emozioni sono caratterizzate da diverse componenti: 1. componente soggettiva (esperienziali o cognitiva) si riferisce all esperienza soggettivamente percepita delle proprie risposte emotive. 2. componente espressiva: comprende le modalità comunicative, soprattutto non verbali delle emozioni. 3. componente neurofisiologica: include l attivazione del SNC, e del sistema autonomo.
8 L'emozione consisterebbe in un processo in cui, alla percezione di un certo insieme di stimoli, seguirebbe una valutazione cognitiva che consentirebbe all'individuo di etichettarli e di individuare un determinato stato emotivo. Questo è quanto affermato nelle teorie valutative, nelle quali la valutazione cognitiva (o appraisal) è la vera causa delle emozioni.
9 Diversamente, le teorie interpretative affermano la presenza, in ogni emozione, di una generica eccitazione emotiva (o arousal) e di un sistema di interpretazione cognitiva, corrispondente alla valutazione cognitiva delle teorie valutative. Tale sistema, a seconda del contesto, etichetta in modo differente le stesse sensazioni. In questo caso, dunque, l'esperienza emotiva è la stessa e precede la cognizione. Inoltre, l'identificazione dell'emozione avviene soltanto in un secondo tempo.
10 Attualmente, non c'è accordo su quali e quante siano le emozioni, se esse siano sistemi discreti, autonomi oppure se vi sia una variazione continua da un'emozione all'altra, o ancora se l etichettamento di un'emozione sia un'operazione sostanzialmente soggettiva e opinabile
11 è necessario distinguerle in tre diversi tipi: emozioni fondamentali, emozioni cognitive, emozioni esperienziali.
12 Le emozioni fondamentali (o emozioni elementari) sono processi di tipo reattivo, specializzati dall'evoluzione e aventi ben definiti correlati neuroanatomici
13 Ad esempio, la paura primordiale, quella che ci fa scattare non appena sentiamo un rumore improvviso, permette di reagire alle situazioni di pericolo, e fornisce istantaneamente le risorse per affrontarle
14 Le emozioni fondamentali sono state inizialmente proposte a partire dallo studio delle espressioni emotive (ad esempio, le espressioni facciali, o il lessico emotivo) e dell'invarianza di queste rispetto ai diversi individui e alle differenti culture.
15 Le diverse liste di emozioni proposte in tali studi presentano variazioni più o meno grandi, ma pressocché tutte contengono: paura, gioia, tristezza, rabbia, disgusto, sorpresa. Queste si presentano dunque come le candidate più verosimili al ruolo di emozioni fondamentali.
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17 Le emozioni cognitive estendono i sistemi emotivi elementari con l'introduzione di un sistema di valutazione cognitiva di tipo psicologico. Tale sistema permette di apprendere nuove insiemi di stimoli (o condizioni elicitanti o emotigene) e di risposte comportamentali.
18 Per fare un esempio, si consideri nuovamente l'emozione di paura: in questo caso, i sistemi di valutazione cognitiva permettono di individuare un numero maggiore di situazioni potenzialmente pericolose, o le variazioni della pericolosità di un evento al variare del tempo
19 Per quanto riguarda le risposte comportamentali, alle tre di tipo innato (paralizzarsi, fuggire o lottare), si affiancheranno comportamenti che, in caso di successo, verranno associati alla specifica situazione che ha generato la paura. Si parla in questo caso di paura appresa, che sarà un'emozione più complessa rispetto alla paura intesa come emozione fondamentale.
20 Il terzo tipo di emozioni, quelle più complesse, sono i sentimenti quali l'invidia, l'amore o il senso di colpa. In questo caso, per l'instaurarsi di tali emozioni è necessario un individuo che abbia un modello di sé e della relazione tra sé e il mondo. Tale condizione è legata alla presenza della coscienza.
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22 In termini evolutivi la loro principale funzione consiste nel rendere più efficace la reazione dell'individuo a situazioni in cui per la sopravvivenza si rende necessaria una risposta immediata, che non utilizzi cioè processi cognitivi ed elaborazione cosciente. Ad esempio, nella sorpresa le sopracciglia sono sollevate per facilitare la vista, nella paura gli occhi e la bocca sono spalancati poiché il corpo è in uno stato di prontezza per affrontare lo stimolo avverso, ecc.
23 Le emozioni rivestono anche una funzione relazionale (comunicazione agli altri delle proprie reazioni psicofisiologiche) e una funzione autoregolativa (comprensione delle proprie modificazioni psicofisiologiche) (esempio di funzione relazionale, l'abbracciarsi per esprimere affetto o il lamentarsi per richiedere aiuto);
24 È chiaro che le funzionalità sono legate al tipo di emozione considerata. Ad esempio, le emozioni fondamentali attiveranno unicamente processi di tipo reattivo, ma potranno successivamente coinvolgere processi cognitivi, mentre l'esperienza cosciente influenzerà il comportamento volontario.
25 è oramai evidente l'esistenza di processi mentali in cui intervengono simultaneamente cognizione ed emozione; ad esempio, in alcuni casi il decision-making si basa sull'apporto dell'emozione: nel prendere una decisione o, più in generale, nel risolvere un problema, spesso si viene influenzati in maniera determinante dal proprio stato emotivo.
26 Saper riconoscere le emozioni significa: Saper riconoscere l espressione facciale delle emozioni Saper riconoscere l espressione gestuale, posturale e vocale delle emozioni Saper riconoscere gli antecedenti situazionali delle emozioni Saper utilizzare il vocabolario emotivo per identificare le emozioni Saper riconoscere l intensità delle emozioni
27 I movimenti espressivi del volto e del corpo, sono di per sé stessi molto importanti per il nostro benessere. Essi servono come primo mezzo di comunicazione fra la madre e il suo bambino: la madre sorride per approvare, e così incoraggia il figlio a proseguire sulla retta via; oppure aggrotta le sopracciglia, e questo significa disapprovazione.
28 Fino al primo mese di vita: nessuna discriminazione delle espressioni facciali (prima attenzione ai contorni del volto, poi verso gli occhi) Tra i 3 e i 6 mesi: il bambino discrimina tra la madre sorridente e la madre inespressiva Dai 5 ai 7 mesi: il bambino comincia a rispondere in modo coerente alle espressioni emozionali altrui (vocalizzazioni, espressione, sguardo..) Dai 9 ai 12 mesi: il bambino utilizza l espressione emozionale di un adulto
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30 Dai 2 anni: il bambino identifica le azioni o le condizioni che possono interrompere o promuovere uno stato emotivo (confortano e feriscono genitori, fratelli e coetanei) A 3-4 anni: i bambini suddividono le emozioni in positive (felice) e negative (non felice): prima riconoscono la felicità, poi la tristezza, infine rabbia e paura Tra 4 e 7 anni: riconoscono gli antecedenti situazionali di tristezza, rabbia e paura (a 3 anni quelli della felicità) A partire dai 4 anni i bambini sanno denominare felicità, tristezza e rabbia.
31 Intorno a 11 anni il bambino è in grado di riconoscere emozioni concomitanti opposte causate da un singolo antecedente situazionale (ambivalenza affettiva). Intorno ai 16 anni le prestazioni nel riconoscimento delle espressioni emozionali raggiungono il livello delle performance adulte. NB: Il riconoscimento delle emozioni non è sempre in funzione dell età, ma può variare in funzione delle circostanze in cui si trova il bambino
32 Nell ultima fase di malattia il malato richiede più assistenza. Le emozioni espresse più di frequente dal caregiver sono la preoccupazione per la situazione clinica, il dolore per la perdita della relazione, l angoscia per l idea della morte imminente. Un operatore attento può identificare precocemente l insorgenza di problemi di tipo sanitario, ma anche aiutare il familiare ad esprimere i suoi timori e il suo dolore. Un ultima riflessione, ma non ultima per importanza, è la necessità che l operatore impari ad osservare e ad ascoltare anche se stesso, per cogliere le proprie potenzialità, ma anche i propri limiti, al fine di ridurre il rischio di burnout.
33 Gradimento Rispetto Ammirazione Consenso Amore Ascolto
34 Rafforzano l'autostima nel caregiver! lo gratificano! gli infondono fiducia! E DETERMINANO ULTERIORE IMPEGNO
35 Cosa succede ai familiari da un punto di vista emotivo di fronte alla malattia?
36 Malattia come momento di crisi Disorientamento e paura Solitudine e rottura del precedente equilibrio Illusione di mantenere inalterata la struttura della famiglia Necessità di modificare schemi consueti di comportamento che spesso si rivelano inadeguati alla situazione critica La malattia obbliga il pz e la sua famiglia ad un processo di cambiamento Modalità di funzionamento più efficaci Modifica dinamiche interne e ruoli prestabiliti
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38 Depressione e angoscia Sentimento legato all esperienza di perdita. Tentativo di recuperare la persona per come era prima Senso di Colpa Legato all imbarazzo per i comp. Del pz., rabbia nei suoi confronti, poiché pensa di non essere in grado di assisterlo adeguatamente. Rabbia imbarazzo Verso di sé, verso il pz, verso i medici, legata all aumento di stress per la crescente responsabilità. Imp distinguere la rabbia verso il pz dalla rabbia verso il comp. Del pz Per i comp. Del pz per quello che gli altri possono pensare. Imp informare l ambiente sociale circostante. solitudine Tendenza all isolamento alla perdita dei rapporti sociali che rendono l assistenza ancora più gravosa
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40 Benché l emozione sia stata rappresentata come un fenomeno fondamentalmente automatico e inarrestabile, la sua regolazione (o gestione) è una caratteristica normalmente presente nella vita quotidiana.
41 Obiettivi della regolazione emotiva COMPRENDERE LE PROPRIE EMOZIONI: Identificare, osservare e descrivere l emozione, comprendere cosa le emozioni fanno per te. RIDURRE LA VULNERABILITÀ EMOTIVA: Abbassare la vulnerabilità negativa (vulnerabilità della mente emotiva ), incrementare le emozioni positive.
42 RIDURRE LA SOFFERENZA EMOTIVA: Lasciare libero corso alle emozioni dolorose attraverso atteggiamento di osservazione non giudicante ( mente saggia ), modificare gli stati emotivi negativi attraverso azioni di segno opposto.
43 Gestire le emozioni è diverso da soffocarle!! Significa affrontare gli eventi emotivi in maniera emozionalmente intelligente
44 strategie adattive: includono il monitoraggio, la valutazione e la modificazione, ovvero la riduzione dell impatto emotivo generato dall evento.
45 strategie non adattive: contraddistinte dalla inabilità a gestire, regolare ed attenuare emozioni fortemente negative.
46 La soppressione è una modalità di regolazione focalizzata sulla risposta ed è definita come l inibizione conscia del comportamento espressivo- emozionale in corso. Essa compare tardi nel processo generativo dell emozione e modifica aspetti comportamentali delle reazioni emozionali.
47 Una possibile forma di gestione delle emozioni consiste nel fenomeno della ruminazione mentale. Solitamente, in seguito ad un episodio emozionale, i ricordi tornano alla mente delle persone e si intromettono nei pensieri in maniera ripetitiva e intrusiva (Martin e Tesser, 1996; Rimé, Mesquita, Philippot e Boca, 1991).
48 Una fondamentale strategia che può aiutare gli individui nel processo di gestione e regolazione delle emozioni è condividere con gli altri l evento emozionale (Hunt (1998) Rimé e Philippot, 1998).
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50 Fatti carico dei tuoi pensieri La sgridata del tuo professore scatena una serie di pensieri e un dialogo interiore: Vorrei ucciderlo, So che la mia idea è buona, Non lo sopporto più. Frase come Vorrei ucciderlo perpetua la rabbia, mentre frasi come Ne parlerò domani con calma e spiegherò le mie ragioni riesce a diminuirla
51 Non generalizzare all eccesso: dichiarazioni come Sono sempre molto lento ad afferrare il concetto e Non mi da mai retta vengono fatte in circostanze specifiche. Generalizzandole, crei la falsa impressione che questi concetti siano sempre validi, conducendo a sentimenti di falsa autostima.
52 Non assegnare etichette distruttive: E una stupida, Non ha il minimo rispetto sono interpretazioni basate su situazioni specifiche. Facendo invece ricorso ad una etichetta distruttiva, suggerisci a te stesso che la situazione è irrevocabilmente negativa e che non esiste nulla che tu possa fare per migliorarla.
53 Evitare di interpretare il pensiero altrui: spesso non sappiamo quali siano i motivi e le interpretazioni degli altri, quindi trattieniti dal trarre conclusioni fino a che non avrei ottenuto ulteriori informazioni. La domanda diretta è talvolta un buon metodo per ottenerle.
54 Non stabilire regole per il comportamento altrui: questo porta inevitabilmente a delusione e rabbia perché le nostre aspettative vengono deluse. Evita parole come avrebbe dovuto, dovrebbe, etc
55 Non gonfiare il significato di un avvenimento: trasformare le conseguenze di un evento negativo in una catastrofe significa ingigantirne molte volte la sua reale intensità. Evita di usare parole come Disastro o Catastrofe e se senti te stesso pronunciarle pensa che stai ingigantendo più del dovuto. Non dire Non riesco a sopportarlo perchè invece ci riesci senz altro.
56 Le emozioni tendono ad essere associate a specifiche sensazioni fisiche, il nervosismo con lo stomaco in subbuglio, la rabbia con le gote infiammate etc
57 Accelerazione del battito cardiaco, aumento della pressione del sangue e della frequenza del respiro e la sudorazione sono segni di mutamenti fisiologici. Possono essere associati ad un gran numero di diverse emozioni. Il primo passo non è tanto quello di identificarle ma di riconoscere che c è stato effettivamente un cambiamento nel tuo livello di eccitazione.
58 Il rilassamento è il modo migliore per gestire lo stress!
59 Anche il modo di comportarsi enfatizza e perpetua l emozione. Bisogna imparare a sintonizzarsi sul proprio comportamento. Es.: quando sei ansioso tamburelli con la matita, quando sei arrabbiato urli, quando sei contento sorridi.
60 Ne hai mai sentito parlare? Si riferisce all abilità di riconoscere il significato delle emozioni e delle loro relazioni, e di ragionare e risolvere i problemi grazie ad esse. Comprende la capacità di percepire le emozioni, di assimilare i sentimenti legati alle emozioni, capire l informazione di tali emozioni, e gestirle (Mayer, Caruso e Salovey, 2000b)
61 Goleman [1995] ha dato il via all'uso del termine intelligenza emotiva, termine che palesa l'attuale interesse dei fenomeni emotivi nell'ambito delle funzionalità caratteristiche di una mente intelligente. La relazione tra emozione e cognizione può essere anche di tipo causale.
62 Divenire consapevoli delle nostre emozioni ci permette di controllare i nostri comportamenti e di capire meglio gli altri.
63 Per poter conoscere a fondo i sentimenti degli altri è necessario innanzitutto conoscere i propri. Ciò implica la capacità di identificare i nostri bisogni e desideri, riconoscere quali cose, persone o situazioni generano in noi diverse emozioni, come queste si manifestano, come si esprimono e le conseguenze che generano queste reazioni.
64 L intelligenza emotiva comprende tre sotto competenze: 1. L AUTO-CONOSCENZA 2. L AUTOREGOLAZIONE 3. L AUTO-MOTIVAZIONE
65 1. l autoconoscenza: È la consapevolezza delle nostre emozioni. Questa comprende anche la corretta lettura del linguaggio del corpo, cioè l insieme dei gesti, posture, sguardi ed altri segnali non verbali ampiamente utilizzati nella comunicazione interpersonale.
66 2. l autoregolazione. E la capacità di gestire efficacemente le proprie emozioni
67 3. L auto-motivazione E la capacità di rimanere motivati nonostante le difficoltà, crisi e frustrazioni che comporta il raggiungimento di un obiettivo.
68 Il disegno a due mani
69 hai saputo gestire emotivamente lo stress di questa lettura!
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