L'OSSIGENO-OZONO-TERAPIA NELLA MALATTIA OBLITERANTE E' facile,oggi,sentir parlare di un gas,che,per il pungente odore,è stato battezzato "ozono".

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1 L'OSSIGENO-OZONO-TERAPIA NELLA MALATTIA OBLITERANTE E' facile,oggi,sentir parlare di un gas,che,per il pungente odore,è stato battezzato "ozono". l'uso terapeutico di questo gas risale agli inizi del '900,quando venne impiegato da Wolf per la detersione di numerose ferite,da arma da fuoco,durante il primo conflitto mondiale. Di lì a tutt'oggi,sono stati numerosi gli Autori che ne hanno studiato l'applicabilità in campo medico. A tale proposito,in campo angiologico,i primi studi risalgono a Rokitanski e Washutil prima e a Matassi e al nostro gruppo poi,che ne hanno studiato gli effetto biochimico-fisio-patologici,clinici ed emoreologici nei pazienti affetti da A.O.C. (Arteriopatia Ostruttiva Cronica). L'ozono è la forma allotropica dell'ossigeno,chimicamente rappresentato con l'o3. E' un gas di odore acuto e penetrante,particolarmente solubile in acqua,fortemente instabile e reattivo. La capacità dell'ozono di reagire con sostanze organiche insature (contenenti,cioè, un doppio legame),sino a provocarne la scissione (ozonolisi) e la successiva formazione di perossidi,rappresenta il momento chiave del suo meccanismo d'azione. Nell'uso medico,viene sempre utilizzata una miscela di ossigeno ed ozono,detta anche ozono medicale,in cui

2 l'ozono è presente in minime concentrazioni,dell'ordine di mcrogrammi/millilitro. L'uso dell'ozono,in medicina,si basa,essenzialmente,sulle proprietà di questo gas,già note ed applicate per la potabilizzazione delle acque. Ci riferiamo,quì,all'azione battericida e fungicida dell'ozono,vale a dire a quelle proprietà che rappresentano il cardine della disinfezione in ambito clinico, ed all'azione inattivante i virus e,più estesamente,all'azione sterilizzante di detto gas. Come viene somministrato l'ozono in campo medico? Escludendo la via respiratoria,per i noti effetti tossici che il gas può provocare sulla mucosa delle vie aeree,la somministrazione di ozono viene effettuata per via sistemica o topica. In quest'ultimo caso,il gas resta a contatto della lesione,mediante insufflazione in un sacchetto a tenuta,per circa minuti,garantendo un'azione detersiva e trofica sulla lesione. L'Autoemoperfusione,invece,consiste nel prelievo,da una vena periferica,di circa ml di sangue,in un flacone sterile,o sacca per trasfusioni,contenente anticoagulante. Il sangue così prelevato,viene prima arricchito con la miscela ossigeno-ozono e poi sottoposto a piccoli movimenti rotatori,tendenti ad aumentare la superficie di contatto

3 gas-sangue. Appena il sangue vira al colore rosso brillante,viene reinfuso, lentamente, al paziente. Che l'ozono sia un gas con effetti tossici sull'uomo,è noto sin dall'epoca della sua scoperta. Una critica che può essere mossa alle ricerche sulla tossicità,è che il più delle volte,viene studiata la pericolosità dell'ozono per via respiratoria e non come prodotto terapeutico, somministrato per via parenterale. Gli effetti studiati sono abbastanza contrastanti, sulle varie linee cellulari esaminate. Spicca la diversità dell'effetto mutageno in colture cellulari,rispetto alla non mutagenicità evidenziata in vivo,fin'anche su cellule molto sensibili,come quelle germinali. Questa diversità,con molta probabilità,viene riferita alla presenza,in vivo,di sostanze protettive,che reagiscono con meccanismo di preferenza,con l'ozono e/o i suoi perossidi,quali GSH,NADH,SOD,Vit.F,etc. Da quanto detto,si deduce che il concetto di tossicità di tale gas è assai variabile e dipende dai seguenti fattori: -concentrazione, -tempo di esposizione, - vie di somministrazione. Per ciò che attiene gli effetti collaterali,legati al suo uso terapeutico,possiamo affermare quanto riportato da Jacobs,su di una casistica di circa 650 ozonoterapeuti e di circa pazienti trattati;l'autore riscontrò evidenti effetti collaterali solo nel 7 per mille. Questo dato ha permesso a Jacobs di affermare che la

4 ossigeno-ozono-terapia è una delle metodiche con i minori rischi di effetti collaterali;dimostrando altresì che quasi tutti gli effetti sono legati ad un errore di tecnica e non all'ozono stesso. Lo stesso Autore ha dimostrato che solo il 13% delle complicanze osservate,sono da imputare al gas:è il caso di crisi ipoglicemiche,osservate nelle ipoglicemie latenti,o di crisi ipertiroidee,in pazienti affetti da Basedow. Pertanto,in pratica, le controindicazioni sono limitate solo a queste evenienze. Il 30% delle patologie afferenti al nostro Servizio sono "arteriopatie croniche ostruttive",per lo più al 4 stadio di Fontaine,la cui genesi è riconducibile all'aterosclerosi,al morbo di Buerger,o alla più frequente (almeno nella nostra pratica clinica) "microangiopatia diabetica". Lo studio è stato condotto come ricerca comparata sull'uso terapeutico dell'oti (Ossigeno Terapia Iperbarica) e della Ossigeno- Ozono-Terapia,nella cura della A.O.C. A tal uopo,30 pazienti,affetti da microangiopatia diabetica,divisi per sesso,età,stadio secondo Fontaine,venivano avviati, a random, al protocollo terapeutico. Tutti i pazienti,prima di essere avviati al trial clinico di sperimentazione,venivano monitorati: a)sintomatologicamente (parestesie,dolori,claudicatio) mediante Quid,scala Vas e Kiike. b)

5 bioumoralmente,mediante immagine di routine,ma soprattutto con lo studio emoreologico, c) strumentalmente,mediante indagine scintigrafica muscolare con tallio 201,che più delle altre tecniche (doppler,angiografia),riproduce il circolo capillare e la capacità di estrazione del radiocomposto ed,indi, lo studio funzionale delle cellule. Tali parametri venivano studiati anche durante tutto il ciclo terapeutico ed il follow-up. A tutti i pazienti, che presentavano lesioni ulcerative o gangrenose periferiche,veniva effettuata toilette chirurgica,tendente all'eliminazione dei tessuti necrotici,ove presenti,o un semplice curettage,con medicazioni quotidiane. I pazienti avviati al protocollo terapeutico con ozono,venivano trattati con "grande autoemoterapia ozonizzata",prima a cadenza bisettimanale,poi monosettimanale,combinata ad applicazioni topiche con sacchetti,in coloro che presentavano lesioni necrotiche ulcerative periferiche. A miglioramento ottenuto,venivano eseguite autoemo quindicinali e/o mensili,per mantenere nel tempo i risultati raggiunti, ovvero: -immediato miglioramento del sintomo "dolore",già dopo le prime autoemo nei pazienti al 3 stadio con dolore a riposo;

6 -notevole miglioramento della claudicatio intermittens (aumento dei metri percorsi prima della comparsa del dolore) dopo le prime applicazioni; - miglioramento dei segni obiettivi (riduzione dell'edema,dell'ipotermia e comparsa di tessuto di granulazione). A conclusione di quanto esposto,resta da dire che l'oti rimane terapia di elezione sui fenomeni colliquativi della AOC al 4 stadio, L'ossigeno-ozono-terapia,dal suo canto,visti i risultati anche a distanza (follow-up a 5 anni),risulta comunque utile e da annoverare tra i più efficaci presidi terapeutici, a disposizione del medico, per la cura della Arteriopatia Ostruttiva Cronica (AOC). Da: atti del convegno di studio "IL PIEDE DIABETICO:ATTUALI STRTEGIE DI PREVENZIONE E TERAPIA" Napoli- Castel dell'ovo A,SAMMARTINO,C.LUONGO,L.COPPOLA,L.MASCOLO,G.VERRAZZO,F.PORTOLANO Istituto di Anestesia e Rianimazione-Servizio di Terapia Iperbarica Dipartimento di Gerontologia,Geriatria e Malattie del Metabolismo

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