IL RITRATTO DI BARI COME OPERA D ARTE Marco Romano

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1 IL RITRATTO DI BARI COME OPERA D ARTE Marco Romano L urbs, l insieme delle case e dei temi collettivi che costituiscono l ambito materiale e visibile di una città, è l esito di scelte secolari compiute nella sfera simbolica dai cittadini della civitas, e così come dal vestito di una persona cogliamo al primo colpo d occhio il suo carattere - di solito non ci sbagliamo così l urbs manifesta a chi la sappia leggere il carattere millenario della civitas. Ma, mentre il nostro giudizio sull abito di una persona è radicato nella nostra conoscenza delle consuetudini dell abbigliamento contemporaneo, per leggere il significato dell urbs, costituita da molte e successive scelte nell ambito individuale della case e in quello collettivo dei temi collettivi, dobbiamo evocare le consuetudini del momento nel quale ogni decisione è stata presa. Difficilmente saremmo capaci di ricostruire il significato dell abbigliamento di un signore o di una signora come lo vediamo in un ritratto del XIV o del XIX secolo, ma in fondo la cosa ci interessa relativamente, dal momento che non ci capiterebbe mai di incontrare oggi qualcuno abbigliato in quelle fogge lontane forse a una festa in maschera di Carnevale - mentre nella città le tracce delle scelte compiute nel passato sono lì da vedere e costituiscono la visibile espressione della città come opera d arte, leggibile come tale dal nostro sguardo come un fatto espressivo unitario, proprio come un quadro. Così, quando noi ricostruiamo lo sfondo antico nel quale è maturata una scelta nell urbs che noi vediamo e apprezziamo oggi, non intendiamo ripercorrere il cammino della storia cha non è competenza del critico d arte ma soltanto ricostruire il contesto culturale e dunque cogliere il significato di quella specifica decisione. Il nostro lavorio ermeneutico consiste dunque nell individuare nella città di oggi l espressione di una volontà estetica manifesta nei codici estetici correnti all epoca nella quale ogni singola decisione, che noi siamo stati capaci di individuare, è stata assunta, confrontandola con quello che era a quel tempo l ambito dei criteri di giudizio e di scelta. Se i temi collettivi come le strade e le piazze tematizzate sono le medesime in tutte le città europee, dal villaggio alla capitale, commisurati al rango che ciascuna attribuisce a se stessa, la disposizione in sequenze è invece caratteristica di ciascuna, e se noi risaliamo alle convinzioni correnti al tempo nel quale queste decisioni sono state assunte confrontandole con il mondo di allora, siamo in grado di rintracciare il filo di un atteggiamento costante nella trama della sue vicende nel tempo, così ricostruendo lo stile della civitas, il suo modo di pensare la propria urbs, uno stile costante nei secoli perché tramandato di generazione in generazione, proprio come il carattere che il vestito ci mostra di una persona lo 1

2 consideriamo un tratto caratteristico della sua identità fin dalla sua lontana infanzia, costante fino a oggi. Così, come noi giudichiamo il carattere di una persona dalle lievi trasgressioni nel suo modo di vestire, che la distinguono da un altra persona pur restando nell ambito di una medesima consuetudine vestimentaria così nelle lievi trasgressioni nella sequenza dei temi o delle strade e delle piazze tematizzate intravediamo il carattere della civitas, e per capirlo meglio risaliamo al contesto nel quale quella lieve trasgressione, che tale noi riconosciamo oggi, ha assunto il suo significati secoli fa: e dunque sarà alla trasgressione più clamorosa di Bari che guarderemo per prima. La consuetudine suggerisce che lo sguardo proceda, nella lettura di una città, dal centro storico verso i quartieri più recenti, nella tacita convinzione che la sensibilità estetica della civitas sia andata nei secoli quasi declinando, e che il suo carattere autentico e caratteristico emerga soprattutto nei suoi muri più antichi: ma non è sempre davvero così, e a Bari è forse quasi il contrario. Perché a sorprenderci subito è soprattutto la sequenza di un ampia passeggiata, larga cinquanta metri, disposta proprio ai margini del centro storico - quasi a segnarne un nitido limite - lungo la quale sono schierati sul lato interno i palazzi ottocenteschi della prefettura e, di fronte, del municipio con accanto un teatro, resa poi trionfale da un secondo teatro là in fondo dove intravvediamo l orizzonte del mare, una passeggiata dietro alla quale è attestato un vasto quartiere quadrettato, entrambi esito di un piano regolatore del L idea di tracciare una passeggiata ai margini della città antica per generare il reticolo stradale della città nuova non era affatto, a quei tempi, così scontata, perché la passeggiata era stata tematizzata verso il 1574 a Siviglia e diffusa in seguito dappertutto in Europa, ma di solito ai margini dell abitato il paseo de la 2

3 Alameda a Valencia, il cours de la Reine a Parigi, la riviera di Chiaia a Napoli, lo stradone di Sant Antonino a Palermo, per ricordarne qualcuna delle più note non a costituirne l anima di una città futura costituita insieme da quella antica e da quella moderna, un suggerimento davvero inconsueto. Di solito fuori delle porte delle città crescevano infatti sobborghi spontanei, con le loro case le locande e qualche bottega, e l ampliamento successivo delle mura consisteva di fatto nell inglobarli - anche quando erano molto esili - facendone le strade principali dei nuovi quartieri. Oppure, qualche volta, mancavano sobborghi consistenti e i nuovi quartieri erano semplicemente ridossati all abitato con un reticolo di strade nuove tutte della medesima larghezza, come nel caso di Monopoli, qualche chilometro a nord di Bari, di una ventina d anni precedente. I sobborghi di Firenze, di Colonia e di un altra città tedesca Il piano regolatore di Monopoli del 1794 Caso singolare, verso il 1636, quello di Aix-en-Provence, dove era stata tracciata appunto un ampia passeggiata, il cours Mirabeau - reso trionfale dal monumento a Roi René - oltre il quale era stato disegnato un quartiere quadrettato tematizzato da una croce di strade con una splendida fontana e da una chiesa a far da fondale alla strada principale mediana: ma che questa città fosse conosciuta a Bari due secoli dopo è dubbio. 3

4 E invece parecchio più plausibile che l estensore del piano di Bari fosse a conoscenza del progetto di Craig per i nuovi quartieri di Edimburgo, di quarant anni prima, che probabilmente Vincenzo Marulli un patriota napoletano fuggito dopo il durante il suo esilio aveva visitato, e che è chiaramente il modello del progetto esemplare per una città in collina inserito nel suo trattato pubblicato a Napoli nel La pianta di Edimburgo e la città disegnata da Vincenzo Marulli Per Gimma l autore del piano di Bari - la compattezza del centro antico suggeriva una passeggiata a ridosso dell abitato antico come il cours Mirabeau a Aix-en-Provence, ma senza tracciare una seconda passeggiata nel mezzo della città nuova, una città tutta uniformemente quadrettata con strade di 15 metri, e tematizzandola invece con una nuova piazza come quella progettata a Monopoli. La distanza tra le strade parallele alla passeggiata è di 60 metri e gli isolati variano dai 60 metri delle prime tre schiere verso il mare agli 80 metri di quelli successivi, quasi seguendo il principio del piano di New York presentato l anno precedente del quale non possiamo escludere Gimma avesse avuto notizia dove i 154 isolati hanno tutti il medesimo spessore di quelli di Bari, 60 metri, e anche qui lunghezze differenti. Somiglianza che non va oltre, ché la larghezza delle strade di Bari è già a quei tempi quella cospicua e codificata nel Seicento il corso di Milano era stato allargato e quello di Catania tracciato con la larghezza di 16 metri - mentre 4

5 la strade di New York sono larghe 20 metri e le avenue 30, come quelle nuove nuove di Washington. Il piano del 1912 per Bari e uno zoom sul piano del 1911 per New York Non sembra invece che Gimma abbia tenuto presente, nell uniforme quadrettatura del suo piano, qualcuno dei modelli cui era stato fatto ricorso solo trent anni prima per la ricostruzione delle città della Calabria distrutte dal terremoto del 1783, soprattutto nei piani di Bianco e di Mileto, la cui genealogia risale a un trattatista del Cinquecento, Pietro Cataneo, e che aveva generato la ricostruzione di Avola in Sicilia dopo il terremoto del 1693 e persino, qualche decennio prima, la fondazione di città del Guatemala: e, in fondo, questa curiosa diffidenza per le piazze sarà una bizzarra impronta di Bari per i due secoli a venire. La città di Pietro Cataneo, le piante di Avola, di Città del Guatemala, di Bianco e di Mileto Il suggerimento che la generatrice dei nuovi quartieri fosse una passeggiata ai limiti della città antica avrà nei decenni successivi nelle Puglie due cospicue riprese, a Gallipoli e a Taranto, dove la città antica era compressa in un isola e richiedeva oramai la gemmazione di una città moderna sulla terraferma, incernierata appunto da una passeggiata. 5

6 Le passeggiate sul mare di Gallipoli e Taranto A Taranto la passeggiata sarà all origine di una città anch essa quadrettata ma qui solcata da quattro cospicue sequenze trasversali tematizzate la prima dal giardino pubblico, la seconda dal fondale di un grande palazzo al centro di due ampie piazze, la terza dalla nuova strada principale con il contrappunto di due piazze e resa trionfale dalla vista lontana dell arsenale, la quarta infine costituita da una vera e propria passeggiata sul mare, molto più ampia di quella davanti alla città vecchia e simile, se vogliamo, a quella celeberrima di Reggio Calabria. A Gallipoli invece sarà la nuova strada principale a costituire la sequenza fondamentale della città nuova, ritmata prima di tutto appunto dalla passeggiata sul mare disposta a L e in seguito dal teatro, da un ampio square, e infine da una grande piazza davanti alla stazione e chiusa, di fronte, da una chiesa. La cosa a prima vista sorprendente nel piano di Bari è tuttavia proprio questa clamorosa intenzione estetica, condotta sul filo di esperienze tratte dalla cultura contemporanea europea, in una città quella confinata sul promontorio - fino ad allora sostanzialmente modesta, solcata dalla sequenza della piazza di mercato sul porto seguita dalla piazza principale con il palazzo del Sedile, dalla strada monumentale con i suoi pochi e non particolarmente notevoli palazzi dei maggiorenti, dalla grande piazza chiusa davanti alla basilica di San Nicola forse davvero, con il suo ostello dei pellegrini, la vera piazza del mercato cittadino seguita dalla strada principale verso la piazza della cattedrale e la porta più importante della città, quella verso Napoli davanti al castello. La sequenza cittadina e la piazza della basilica di San Nicola 6

7 La piazza del sedile e la strada monumentale La strada principale e la piazza del duomo Del resto i cittadini di Bari non erano mai stati molto attenti alla bellezza della propria città, e quando Isabella Sforza, diventata alla metà del Cinquecento duchessa di Bari, vorrà migliorarla sull esempio delle altre città della sua vita Napoli, Pavia, Milano il consiglio municipale protesterà di non averne le risorse: tutt al più, cinquant anni dopo, metterà ordine nella piazza del Sedile, dove verrà ospitato nel Seicento il primo teatro, indizio di una futura passione. La città maggiore della Puglia, la seconda del regno dopo Napoli, è a quei tempi Lecce, con una porta monumentale in onore di Carlo V aperta davanti a una strada monumentale che insieme agli altri palazzi sparsi nelle vie minori - testimonia la prosperità dei suoi maggiorenti, con la lunga sequenza di una strada principale che rispecchia la prosperità della sua economia ritmata da una memorabile piazza del duomo eretta proprio per confrontarsi con quella della basilica di San Nicola a Bari e conclusa da una piazza principale davanti a un cospicuo palazzo del Sedile con la colonna di Sant Oronzo a renderla solenne, per non parlare poi di una vivace tradizione di scalpellini che decorano le facciate della case anche dei meno abbienti e la facciata rutilante della chiesa di Santa Croce: soprattutto poi il viale del Parco, la primizia europea, nel 1584, di una passeggiata diretta verso un castello fuori porta, che Margherita d Austria vorrà imitata a Torino verso il castello del Valentino. 7

8 Il viale del parco Ma i leccesi - soprattutto i popolani esaltati dal clero - commetteranno un errore fatale: nel 1799 insorgeranno contro i francesi, che avevano promosso nel regno di Napoli una repubblica giacobina, mentre i baresi vi aderiranno con qualche prudente convinzione e, se soffriranno la successiva feroce repressione borbonica, quando qualche anno dopo i francesi riconquisteranno stabilmente il regno riorganizzandolo con quell amministrazione moderna costituita da uffici periferici dello Stato, sceglieranno come capitale della Puglia Bari, una città fedele sulla quale contare, sicché Gioachino Murat verrà il 25 aprile del 1812 a posare la prima pietra del nuovo ampliamento cittadino con la sua nuovissima passeggiata. A questa sventura irrimediabile ché Bari rimarrà capitale anche con il ritorno dei Borboni i leccesi reagiranno qualche anno dopo con un piano regolatore molto più ambizioso di quello di Bari, una cinta larghissima di boulevard che incastonano un ampio giardino pubblico proprio alle spalle del grande palazzo del governo, temi che il piano di Bari proprio non contemplava. La Lecce del 1835 e uno dei nuovi boulevard A Bari la passeggiata tracciata al bordo delle mura verrà contrappuntata, come a Gallipoli, da una sequenza a L, qui costituita tuttavia da una seconda ampia passeggiata con i palazzi più cospicui del ruolo di Bari come capitale regionale - 8

9 la camera di commercio, la banca d Italia, un terzo grande teatro, il Petruzzelli ciascuno dei quali costituisce a sua volta il fondale di tre strade trionfali che ritmano la quadrettatura della nuova città, una sequenza poi completata dal grand hotel con le sue statue decorative a renderne solenne il portale sul fondo di una quarta strada trionfale.. La camera di commercio, la banca d Italia e il teatro Petruzzelli Questa sequenza monumentale sarà molto tempo dopo sottolineata, sull angolo della L, da un grattacielo che ne esalta il rilievo cittadino e insieme sottolinea il solo vero legame della città nuova con la sequenza della città antica, la piazza del mercato con gli edifici simmetrici costruiti nel tardo Ottocento. Ecco che in seguito anche questo grattacielo farà scuola e verrà ripreso, nel medesimo gomito della L, a Gallipoli, dove il suo ruolo di straordinario tema cittadino sarà sottolineato dalla giacitura della strada maggiore dei quartieri novecenteschi, dritta sul suo lontano profilo. 9

10 La piazza del mercato con, all estrema sinistra, l isolato dove verrà costruito il grattacielo Il grattacielo di Gallipoli sullo sfondo del nuovo corso Italia Ma, se Bari ha ricostruito faticosamente, nel corso di tutto l Ottocento, il filo di una riconoscibile intenzione estetica, resta il fatto sorprendente che la città nuova, così fastosa nella L delle due passeggiate, non ha nessuna di quelle nuove piazze che abbiamo visto articolare le sequenze di Gallipoli e di Taranto. E vero che la stazione ferroviaria apre la sequenza di una piazza lì davanti, più che altro un rondò con una fontana, seguita dal contrappunto di due piazze separate dal grande palazzo dell Ateneo evidente replica delle due piazze di Taranto ma vedendole sistemate a giardino non sembrano il coerente esito del desiderio e della volontà di dotarsi davvero di piazze: e in effetti sono state suggerite dai tecnici della società torinese che aveva in appalto la nuova linea ferroviaria e che dovevano proporne il sito, e che l avevano proposta in capo a quella che diventerà per questo la strada principale della città articolandola in una sequenza di quelle medesime piazze che vedevano a Torino dispiegarsi davanti alla stazione di porta Nuova. 10

11 La pianta delle ferrovie e la pianta attuale di Bari, a destra la sequenza delle piazze torinesi Piazza stazione, piazza Umberto I con il palazzo dell Ateneo, e via Sparano Questa curiosa diffidenza per le piazze e persino per quel giardino pubblico così cospicuo a Lecce continuerà ad emergere contraddittoriamente dal piano regolatore del 1868, dove compaiono un ampia piazza ottagonale e un giardino sul mare, e da quello del 1884, dove il giardino è scomparso ma compare una decina di piccole piazze sul modello di quelle disegnate dal Beruto nel contemporaneo piano regolatore di Milano: suggerimenti tutti cancellati poi nella città compiuta nei primi anni del Novecento. I piani regolatori di Bari del 1868 e del 1884 e quello di Milano Ecco, ora che abbiamo rintracciato le intenzioni estetiche che hanno guidato la civitas di Bari nella variegata vicenda dei muri dell urbs possiamo forse avvicinarci a qualche congettura su quegli aspetti della sua anima che questi muri ci suggeriscono, proprio come il vestito di una persona ci suggerisce d acchito 11

12 qualcosa sul suo carattere: soprattutto dal fatto che piazza e giardino sono stati sacrificati per due splendidi teatri che, con il teatro Margherita al vertice della L di fronte al grattacielo, costituiscono un unicum sorprendente. Questo clamoroso indizio ci suggerisce molto, ci suggerisce il ruolo fondamentale delle donne nella civitas cittadina, perché mentre la socialità maschile ha modo di manifestarsi nella frequentazione dei circoli, dei club, dei caffè l ambito privilegiato della socialità pubblica femminile era per l appunto il teatro, e dietro ai teatri di Bari intravvediamo non tanto le figure maschili dei nobili e dei borghesi che li hanno costruiti quanto la determinazione delle loro consorti che li hanno voluti, donne a loro volta appartenenti al medesimo ceto e in grado di pretendere quanto ritenevano loro dovuto, una città dominata dai teatri e ancora oggi il Petruzzelli quasi in competizione con il teatro San Carlo di Napoli. Il foyer della Scala a Milano nel 1908 E del resto nella repubblica giacobina del 1799 le donne avranno un ruolo rilevante, sedotte dall onda della libertà discesa dalla Francia, e se la storia ricorda soprattutto il supplizio di Eleonora Fonseca Pimentel e di Luisa Sanfelice, furono in molte a sostenere la rivoluzione, e di fatto sia a Lecce sia a Bari adotteranno subito la moda parigina portata dai francesi. Ma, mentre a Lecce i loro nuovi abiti verranno interpretati dai lazzari come simbolo della corruzione giacobina, forse a Bari queste donne imporranno ai loro consorti, per conservare i loro nuovi vestiti, di mantenere per quanto possibile l adesione allo spirito repubblica francese: forse, in fondo, la rivincita dopo duecentocinquant anni di Isabella Sforza. Così quella lieve adesione alla repubblica napoletana del 1799, alla radice della fortuna futura di Bari, sarà anche l esito del mondo femminile, e l onda cospicua dei nuovi teatri il segno vistoso del loro ruolo cittadino. Raccontano che nel soffitto affrescato del teatro di Cervia, poco sotto Rimini, il pittore abbia raffigurato, con il seno aperto e visibile e con una loro divertita partecipazione, le signore del tempo in quella città, e forse quelle sfingi allegre che vediamo, con il seno altrettanto scoperto, nel foyer del teatro Maruzzelli, sono quelle stesse allegre signore che quel teatro avevano voluto e che i compiacenti 12

13 mariti hanno voluto ricordare: perché poi, se l ambito privilegiato dell urbs è la sua bellezza, sarà più il campo della sensibilità femminile che non quello dei loro compagni, intenti piuttosto alle guerre o, qui a Bari, al commercio dell olio. Il soffitto del teatro di Cervia e il foyer del Petruzzelli 13

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