Consorzio PARCO DEL RIO VALLONE PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE

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1 Consorzio PARCO DEL RIO VALLONE PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE Comuni di Basiano, Bellusco, Cavenago Brianza, Masate e Ornago Provincia di Milano PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL PARCO Elaborato 1 RELAZIONE Il Progettista: dott. arch. Mario Mossolani Il Presidente Celestino Longoni Il Segretario: dott. Rossana De Corato Il Direttore: dott. arch. Marco Gorla via della pace casteggio (pavia) - telefono: telefax: mmosss@tin.it

2 Consorzio PARCO DEL RIO VALLONE PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE Comuni di Basiano, Bellusco, Cavenago Brianza, Masate e Ornago Provincia di Milano PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL PARCO RELAZIONE ILLUSTRATIVA SOMMARIO 1. INQUADRAMENTO GEOBOTANICO-AMBIENTALE INQUADRAMENTO GEOLOGICO-GEOMORFOLOGICO INQUADRAMENTO CLIMATICO, BIOCLIMATICO, FASCE VEGETAZIONALI E VEGETAZIONE POTENZIALE TERRITORI FLORISTICI Metodologia d'indagine Esecuzione del rilievo Elaborazione dei dati Attribuzione del valore naturalistico Criteri generali Descrittori per le comunità vegetali Classi di qualità ambientali (QA) Sintesi cartografica Risultati Flora Elementi floristici di particolare pregio Specie esotiche infestanti Vegetazione Formazioni boschive a Quercus petraea (B -Qpe) Formazioni di latifoglie miste (B-lm) Formazioni a dominanza di Robinia pseudoacacia Boschi a Robinia pseudoacacia (B-Rp) Filari e siepi di bordura (F-Rp) Bosco igrofilo ad Alnus glutinosa e Quercus robur (B-Ag) Vegetazione palustre (P-PT) Seminativi semplici Campi a riposo (S-i) Campi a riposo arbustati (S-ia) Prati stabili (S ps) Impianti arborei (L) AREE DI RILEVANZA VEGETAZIONALE (BIOTOPI) Nuclei isolati di specie arboree autoctone pregiate QUALITÀ AMBIENTALI pagina 1

3 1.5.1 Matrice di valutazione Analisi dei risultati Considerazioni sul dinamismo ELENCO FLORISTICO NOTE AGGIUNTIVE AI RILIEVI INQUADRAMENTO SINTASSONOMICO ANALISI DELLA COMPONENTE FAUNISTICA AREA DI INDAGINE METODOLOGIA RISULTATI CONSIDERAZIONI LA RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE A FINI FAUNISTICI Gli interventi di riqualificazione Costituzione di nuove unità ambientali Compatibilizzazione delle pratiche agricole Criteri generali di riqualificazione Aspetti faunistici Tipologie di intervento proposte Formazione di siepi arboreo-arbustive e macchie arboree Posticipazione dello sfalcio della vegetazione spontanea presente nelle tare aziendali Posticipazione dell'aratura delle stoppie Riduzione dell'impiego dei fitofarmaci più dannosi alla fauna selvatica Adozione di misure specifiche durante le operazioni di sfalcio e di raccolta LE ACQUE SUPERFICIALI LA QUALITÀ BIOLOGICA ANALISI DEI PROCESSI ECOSISTEMICI NELL AMBITO DEL RIO VALLONE LE AREE RESIDENZIALI LE AREE INDUSTRIALI LE INFRASTRUTTURE LA RETE IRRIGUA MINORE IL RIO VALLONE GLI AGROECOSISTEMI LE UNITÀ NATURALI LA RETE ECOLOGICA GLI ELEMENTI DI CRITICITÀ MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI DEFINIZIONE DELL AZZONAMENTO DELL AREA DEL PARCO DEL RIO VALLONE AMBITO DEL RIO VALLONE E GLI AMBIENTI DI PERTINENZA AMBITO DEL PARCO DEL SANATORIO DI ORNAGO, LE FOPPE, CASSA DI ESPANSIONE DEL PISSANEGRA, DISCARICA DI CAVENAGO AMBITO DEI BIOTOPI NEI PRESSI DI ORNAGO AMBITO DELLE CAVE DISMESSE PRESSO LA CASCINA PIGNONE AMBITO DI TAMPONE ECOLOGICO AMBITO DELLE AREE AGRICOLE AREE A VERDE ATTREZZATO SUDDIVISIONE IN UNITA FUNZIONALI UNITÀ 1: FLUVIALE UNITÀ 2: CONTROLLO ECOLOGICO UNITÀ 3: RILEVANZA AMBIENTALE E BIOTOPI UNITÀ 4: BIOTOPO DI BELLUSCO UNITÀ 5: AREE DESTINATE A SERVIZI PUBBLICI UNITÀ 6: AGRICOLA UNITÀ 7: VIABILITÀ PORTE DEL PARCO. ATTREZZATURE PER ATTIVITÀ RICREATIVE E RICETTIVE MOBILITÀ ZONE DI RIQUALIFICAZIONE FAUNISTICA E BOTANICA TUTELA E CONSERVAZIONE DEI BOSCHI E DELLA FLORA SPONTANEA MODALITÀ E FASI DI ATTUAZIONE. MODALITÀ DI GESTIONE MODELLI FORESTALI COMPATIBILI INTERVENTI SUI CORSI D ACQUA pagina 2

4 8. DATI QUANTITATIVI INDICAZIONI URBANISTICHE, VARIANTI E PROCEDURE RAPPORTO CON I P.R.G Definizione del perimetro del Parco: Disciplina delle aree in rapporto al perimetro del Parco: Azzonamento dei P.R.G. per il Parco: Zone per servizi e infrastrutture di interesse pubblico entro il Parco: PROCEDURE (ADOZIONE DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO IN VARIANTE AL PRG AI SENSI DELLA LEGGE REGIONALE 23 GIUGNO 1997, N. 23) PRESENZA DI VINCOLI ELENCO ELABORATI...61 pagina 3

5 1. INQUADRAMENTO GEOBOTANICO-AMBIENTALE 1.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO-GEOMORFOLOGICO Gran parte del territorio del Parco del Rio Vallone (circa 80%), si sviluppa sull unità geologica denominata Terrazzo di Trezzo d Adda; attuale traccia delle pianure pedemontane del Quaternario antico (Pleistocene inferiore). La parte sommitale del terrazzo è costituita da sedimenti fluvioglaciali ed eolici profondamente alterati e pedogenizzati, anch essi attribuibili al Pleistocene inferiore, identificati con il Fluvioglaciale Mindeliano, comunemente noti con il termine di Ferretto ; il corso del Rio Vallone è interamente scavato all interno di questa unità geologica. Negli attuali confini del Parco sono comprese superfici poste ad un livello altimetrico inferiore rispetto al Terrazzo a Ferretto, la strutturazione è data da depositi fluvioglaciali ed eolici pedogenizzati, attribuibili alla Glaciazione Rissiana. All interno della valletta del Rio Vallone e delle incisioni minori sono presenti depositi alluvionali ghiaiosi e limosi, mescolati a materiali fini, attribuibili all Olocene e denominati Unità del Rio Vallone 1.2 INQUADRAMENTO CLIMATICO, BIOCLIMATICO, FASCE VEGETAZIONALI E VEGETAZIONE POTENZIALE I dati climatici utilizzati provengono dall ufficio Idrografico del Po (Ministero dei Lavori Pubblici), sono stati registrati dalla stazione meteorologica di Monza (162 m.s.l.m.), tra il 1979 e il Data la vicinanza di questa stazione meteo al territorio del parco, valutata la monotonia geomorfologica del territorio reputiamo tali dati significativi per la definizione climatica dell area studiata. dati termometrici Temp. media annua... 13,9 C Temp. media gennaio... 2,2 C Temp. media di luglio... 25,2 C Temp. media invernale (dic., gen., feb.)... 3,3 C Temp. media primaverile (mar., apr., mag.)... 12,9 C Temp. media estiva (giu., lug., ago.)... 23,7 C Temp. media autunnale (set., ott., nov.)... 13,7 C dati pluviometrici Prec. media annua ,1 mm Prec. medie invernali (dic., gen., feb.) mm Prec. media primaverile (mar., apr., mag.) ,6 mm Prec. media estiva (giu., lug., ago.) ,6 mm Prec. media autunnale (set., ott., nov.) ,9 mm Applicando la classificazione più utilizzata per scopi geografici (Köeppen & Geiger, 1954), dove il clima viene definito in base a valori prestabiliti di precipitazioni e di temperature calcolati conformemente alle medie annue, possiamo affermare di essere in presenza di un clima di tipo piovoso temperato caldo (Cfa). la media delle temperature del mese più freddo è compresa fra i 18 C e -3 C è presente almeno un mese con temperatura media superiore a 10 C, manifestando quindi almeno una stagionalità estiva e invernale precipitazioni relativamente abbondanti in tutti i mesi, manca una stagione asciutta temperatura del mese più caldo è superiore a 22 C. Il bioclima secondo Tomaselli et al. (1973), rientra nel clima temperato, regione mesaxerica, sottoregione ipomesaxerica, corrispondente alla vegetazione potenziale a latifoglie caducifoglie, fitosociologicamente appartenenti alla classe Querco-Fagetea Br. Bl et Vlieger La vegetazione naturale potenziale è costituita dalle formazioni forestali tipiche della media Europa, che si sviluppano dal piano basale fino al piano montano inferiore. dominate dalle querce (Quercus robur e Quercus petraea). La prevalenza di una o dell altra specie è determinata dal grado di acidità del suolo (Quercus petraea prevalentemente sul Ferretto, Quercus robur prevalentemente sulle Unità del Rio Vallone). Altre specie legnose climaciche sono: carpino bianco (Carpinus betulus), aceri (Acer campestre, Acer pseudoplatanus), tigli (Tilia cordata, Tilia platyphyllos), ciliegio (Prunus avium), pioppi (Populus alba, Populus nigra), nocciolo (Corylus avellana). Nelle fasce ripariali e in aree dove la falda freatica è più superficiale le specie prevalenti sono pioppi, salici (Salix spp.), e ontano nero (Alnus glutinosa). 1.3 TERRITORI FLORISTICI La vegetazione di un dato luogo è costituita dal complesso delle specie vegetali che lo popolano, ed è il risultato di una serie di fattori ecologici, geografici e storici. Seguendo la Classificazione Geobotanica l area del Parco del Rio Vallone appartiene al Distretto Padano della Provincia floristica Alpina. Le unita citate fanno parte del Dominio Centro-Europeo, Regione Medioeuropea, Regno Oloartico Metodologia d'indagine Una comunità vegetale è costituita da singole specie, unite da complessi rapporti di competizione e di simbiosi, andando a costituire aggruppamenti non casuali che sono la risultante di diversi fattori: clima, substrato geologico, geomorfologia, condizioni edafiche ed intervento umano. Tra i metodi utilizzati per indagare il rapporto vegetazione-parametri ambientali, il rilevamento fitosociologico è sicuramente il più utilizzato, vista la relativa praticità. Il metodo fitosociologico si basa sul presupposto che, al ripetersi delle medesime condizioni ecologiche, le vegetazioni sono rappresentate dalle stesse combinazioni di specie, quindi è possibile, attraverso l'analisi della composizione floristica, associata ad osservazioni quantitative, definire diverse tipologie. Le vegetazioni vengono quindi descritte attraverso un elenco di specie, per ciascuna delle quali, attraverso un indice numerico, è pagina 4

6 indicata la quantità relativa nell'area occupata. Le tipologie vegetazionali vengono collocate nell'ambito di un sistema tassonomico articolato su diverse unità gerarchiche, ciascuna delle quali è definita da una propria combinazione di specie: Classe "riunisce uno o più ordini che corrispondono ad una ecologia simile e presentano spesso una fisionomia comune" (Pirola, 1970), Ordine" complesso di alleanze individuato da specie caratteristiche proprie " (Pirola, 1970), Alleanza: "insieme di associazioni ecologicamente affini, limitrofe nello spazio o vicarianti in territori vicini, Associazione unità base definita come "un aggruppamento vegetale più o meno stabile ed in equilibrio con il mezzo ambiente, caratterizzato da una composizione floristica determinata, in cui certi elementi quasi esclusivi (specie caratteristiche) rivelano con la loro presenza una ecologia particolare ed autonoma" (Braun-Blanquet, 1915). La denominazione di ogni livello gerarchico si ottiene aggiungendo al nome generico di una specie caratteristica o comunque significativa i seguenti suffissi: -etea per la classe, -etalia per l'ordine,-ion per l'alleanza ed - etum per l'associazione, seguiti dal nome specifico in latino al genitivo Esecuzione del rilievo I rilievi fitosociologici sono stati effettuati su tratti di vegetazioni omogenea, riconoscibili sulla base di fattori fisionomici, (la dominanza di una specie, o di una certa forma biologica, Pirola, 1970), tali superfici prendono il nome di popolamenti elementari. Questi ultimi sono le minime unità vegetazionali considerate e vengono definite come " superfici coperte da vegetazione omogenea ed indisturbata, o anche sottoposta ad una azione di disturbo quando questa si applichi su tutta la superficie" (Pignatti, 1959). Individuata l'area, rilevati i caratteri stazionali (altitudine, esposizione, inclinazione, tipo di substrato) si è proceduto alla stesura della lista completa delle specie presenti, considerando una superficie minima entro la quale la fitocenosi può giungere a svilupparsi in maniera completa, (minimo areale) (Pignatti 1976). Solo considerando tale superficie, possiamo essere certi di effettuare censimenti significativi, contenenti il numero minimo di specie utile per poter rappresentare quel tipo di vegetazione. I valori standard delle aree minime per tipi strutturali sono riportati nella tabella A (Pirola e Vianello, 1992) Fisionomia Superficie rilevabile m² Formazioni boschive 200 Formazioni prevalentemente erbacee 25 Tab. A Ad ogni specie rilevata è stato associato un l'indice di abbondanza-dominanza, omettendo il dato relativo alla associabilità delle specie in quanto non significativo ai fini dell'analisi in oggetto. La scala utilizzata per l'attribuzione dell'indice di abbondanza-dominanza è la seguente: 5 = copertura dall'80 al 100 % 4 = copertura dal 60 all'80 % 3 = copertura dal 40 al 60 % 2 = copertura dal 20 al 40 % 1 = copertura dal 5 al 20 % + = copertura dall'1 al 5 % r = copertura inferiore all'1 % Nel caso di vegetazioni a struttura complessa, la valutazione di abbondanza-dominanza sono state effettuate separatamente per i singoli strati (arboreo, arbustivo, erbaceo) Elaborazione dei dati I rilievi riuniti in una matrice bidirezionale (le righe rappresentano le specie, le colonne rappresentano i rilievi), sono stati elaborati statisticamente con il metodo della cluster analysis; con tale criterio è stato possibile raggruppare i rilievi in base al grado di somiglianza. Le elaborazioni sono state eseguite tramite il Softuer Ntsys utilizzando l'indice di distanza cordale. Per ogni cluster individuato, è stata redatta la tabella fitosociologica; l'ordinamento delle tabelle, le valenze e i relativi ruoli fitosociologici delle specie sono stati desunti Exkursion Flora (Oberdolfer 1990) Attribuzione del valore naturalistico Criteri generali Superata la fase di rilevamento, identificazione delle entità vegetazionali riscontrate e l'analisi della distribuzione spaziale di queste nell'area in esame, si è proceduto all'attribuzione del valore naturalistico. Tale valore, sintetizzato nel binomio "qualità ambientale" è un parametro complesso, risultante dalla somma di una serie di valori relativi a differenti componenti. In questa sede l'analisi sarà limitata ai fattori utilizzati per la formulazione del valore naturalistico relativo alla sola componente vegetazionale. L'analisi vegetazionale non esprime un giudizio sul valore di flora e vegetazione ma, attraverso l'impiego di parametri intrinseci alle formazioni vegetali, è possibile arrivare ad una gerarchizzazione qualitativa dell'ambiente. Il passaggio dalla asettica raccolta di dati ad un utilizzo di questi ultimi come strumento decisionale avviene attraverso l'attribuzione di indici ai caratteri che assumono il ruolo di descrittori della componente vegetazionale. L'attribuzione del valore naturalistico rappresenta spesso una fase critica sotto il profilo metodologico e concettuale. La scelta dei parametri di riferimento risulta spesso assai problematica in quanto occorre ricostruire gli stadi a massima complessità, dal punto di vista dinamico, strutturale e floristico (climax o vegetazione potenziale naturale). Tuttavia non è sempre possibile considerare come massimo livello qualitativo raggiungibile lo stadio climax:, si rischierebbe infatti di mal valutare le vegetazioni azonali ed extra zonali che possono assumere un notevole valore ambientale. L'attribuzione di un valore locale, pesato sulla condizione riscontrata nell area indagata, anziché di un valore asso- pagina 5

7 luto su scala regionale può inoltre dare maggior risalto alla situazione rilevata: un bosco di per sé banale, può assumere un elevato valore locale se ubicato in un contesto urbano o agrario. Sulla base di questi concetti, sono stati attribuiti i valori naturalistici ad ogni tipologia individuata. Le valutazioni possono essere eseguite a diversi livelli: valutando i singoli individui, le popolazioni, le specie, le comunità e agli insiemi di comunità (biotopi). Il livello utile alla gerarchizzazione qualitativa dell'area indagata, valutando anche il metodo di indagine utilizzato, risulta essere la comunità; la fitosociologia consente infatti la tipificazione delle comunità vegetali riconoscendo modelli di riferimento (Associazioni e sintaxa di livello gerarchico superiore) Descrittori per le comunità vegetali I parametri impiegati per la valutazione delle singole tipologie vegetazionali sono legati sia alla componente floristica che a caratteri intrinseci alla comunità nel suo complesso. Naturalità (NA) Stimata in base alla genesi, alla composizione floristica ed al tipo di gestione delle singole cenosi. 1 = vegetazione artificiale 2 = vegetazione semiartificiale 3 = vegetazione degradata in rinaturalizzazione 4 = vegetazione naturaliforme con prelievo ciclico 5 = vegetazione naturaliforme con prelievo saltuario Climaticità (C) Desunto da un confronto floristico e strutturale fra le comunità in esame e la vegetazione potenziale naturale (includendo vegetazioni azonali, climax zonali ed edafici). 1 = nessun elemento della vegetazione potenziale naturale, dinamiche ricostruttive in atto. 2 = elementi della vegetazione potenziale naturale non dominanti, dinamiche ricostruttive in atto 3 = composizione floristica prossima alla vegetazione potenziale naturale, ma struttura profondamente alterata 4 = composizione floristica e struttura prossime alla vegetazione potenziale 5 = vegetazione potenziale naturale Struttura (ST) Esprime la distribuzione spaziale, considerando anche la ripartizione negli strati, delle vegetazioni in esame e si esprime attraverso la somma dei valori attribuiti a ciascuno strato secondo la seguente scala differenziata a seconda dell orizzonte di appartenenza in funzione della vegetazione climax di riferimento. Strato arboreo (a) 2,5 = arboreo biplano 2 = arboreo monoplano con altofusto 1,5 = arboreo monoplano 0,5 = arboreo discontinuo Strato arbustivo (b) 1,5 = arbustivo polistratificato continuo 1 = arbustivo polistratificato discontinuo 0,5 = arbustivo discontinuo Strato erbaceo (e) 1,5 = erbaceo polistratificato 1 = erbaceo monostratificato 0,5 = erbaceo discontinuo Indice di disturbo antropico (DA) basato sull assunto che l impatto antropico determini un incremento delle specie banali sotto il profilo ecologico. Si ottiene attraverso il rapporto: specie subcosmopolite+cosmopolite+esotiche+avventizie/numero medio di specie per tabella Molteplicità di specie (MS) Stimato sulla base del numero medio di specie presenti in ogni tipologia considerata. Questo indice è stato standardizzato, come il precedente, secondo la metodologia esposta nel paragrafo seguente. Gli indici di struttura, disturbo antropico e molteplicità di specie sono stati standardizzati secondo la metodologia esposta nel paragrafo seguente. Resilienza (Rz) Capacità di una comunità vegetale di reagire alle variazioni ambientali rigenerandosi, contiene quindi una informazione relativa alla capacità di assorbire gli impatti 1 = capacità di rigenerazione eccellente 2 = possibilità di rigenerazione buona 3 = possibilità di rigenerazione difficile 4 = possibilità di rigenerazione molto difficile 5 = possibilità di rigenerazione nulla Reperibilità della fitocenosi (REF) Stimato in base alla presenza delle cenosi relativamente all area indagata 1 = cenosi comunissima nell area indagata 2 = cenosi molto comune 3 = cenosi comune 4 = cenosi rara 5 = cenosi rarissima pagina 6

8 1.3.6 Classi di qualità ambientali (QA) Allo scopo di uniformare i valori dei singoli indici per poterli rendere confrontabili nella successiva elaborazione, si è reso necessario trasformare in valori compresi tra 1 e 5 gli indici non esprimibili in classi quali la molteplicità di specie, la struttura e l indice di disturbo antropico. I valori di ogni tabella di ciascun indice sono stati divisi per il valore più elevato, ottenendo una scala da 0 a 1, che è stata a sua volta moltiplicata per 5 ottenendo le classi desiderate. Sommando gli indici così ottenuti è possibile ottenere un valore sintetico (QA medio), che permette di raggruppare le tipologie vegetazionali rilevate in classi, corrispondenti a diversi valori di qualità ambientale di seguito esposti: Valori da 4 a 5 Classe V = area ad alta qualità ambientale Valori da 3 a 4 Classe IV = area a buona qualità ambientale Valori da 2 a 3 Classe III = area a media qualità ambientale Valori da 1 a 2 Classe II = area a bassa qualità ambientale Valori da 0 a 1 Classe I = area senza particolari qualità ambientali Sintesi cartografica I dati raccolti ed elaborati, uniti ad una indagine fotointerpretativa preliminare, necessaria per mappare i limiti delle diverse tipologie, trovano una sintesi completa nella stesura della carta della vegetazione reale: Tavola 4 Rilievo: CARTA DELLA VEGETAZIONE - scala 1:5000 Tra i diversi tipi di carte proponibili, quella fitosociologica sicuramente meglio sintetizza le informazioni sull'ambiente vegetale, quindi sulle condizioni ecologiche locali e sul grado di antropizzazione. Nel caso della presente relazione è stata redatta una carta fisionomico-strutturale con notazioni fitosociologiche, in quanto rispondente a criteri di maggiore leggibilità ed avente una migliore rispondenza con i parametri di qualità ambientale. In essa le entità discriminate sono comunque associazioni o altri livelli gerarchici fitosociologici ricavati con il metodo di analisi precedentemente descritto. Il presente lavoro, finalizzato anche alla valutazione della qualità ambientale delle tipologie vegetazionali, implica la redazione di una seconda carta tematica in cui le diverse vegetazioni sono discriminate in base a parametri di qualità descritti nel paragrafo precedente Risultati Flora Nell area di studio sono state direttamente censite 144 specie, gli esemplari sono stati determinati seguendo una chiave analitica basata su caratteri morfologici (Pignatti S "Flora d'italia") Elementi floristici di particolare pregio Tra le specie rilevate meritano una particolare segnalazione ed attenzione gli elementi della flora climacica originaria ancora presenti. Rosa arvensis Hudson, Carpinus betulus L., Vinca minor L., Festuca heterophylla Lam., Stellaria holostea L., Prunus avium L., Ulmus glabra Hudson, Polygonatum multiflorum (L.) All., Carex brizoides L., Viola reichenbachiana Jordan Ex Boreau, Circaea lutetiana L., Dryopteris filix-mas (L.) Schott, Lamiastrum galeobdolon (L.) Ehrend., Carex sylvatica Hudson, Euphorbia dulcis L., Carex remota L., Erythronium Dens-Canis L., Quercus petraea (Mattuschka) Liebl., Castanea sativa Miller, Pinus sylvestris L., Betula pendula Roth, Frangula alnus Miller, Holcus mollis L., Teucrium scorodonia L., Viola riviniana Rchb., Luzula multiflora (Ehrh.) Lej., Molinia arundinacea Schrank, Quercus robur L., Ulmus minor Miller, Acer pseudoplatanus L., Acer campestre L., Corylus avellana L., Poa nemoralis L., Anemone nemorosa L., Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv., Hedera helix L., Lonicera xylosteum L. Crataegus monogyna Jacq., Euonymus europaeus L., Ligustrum vulgare L., Populus nigra L., Alnus glutinosa (L.) Gaertner Specie esotiche infestanti Robinia pseudoacacia L., e più recentemente Prunus serotina Ehrh., sono specie Introdotte dall uomo, in territori non compresi nell areale naturale della distribuzione, che hanno modificato radicalmente il paesaggio forestale. Tra le specie introdotte accidentalmente con le attività umane (non oggetto di coltura o in cui la coltura non è la causa primaria dell introduzione), che attualmente sono persistenti sul territorio e si riproducono con mezzi propri (avventizie naturalizzate), sono state rilevate: Bidens Frondosa L. Conyza canadensis (L.) Cronq. Erigeron annuus (L.) Pers. Veronica persica Poiret Oxalis fontana Bunge Tra le specie esotiche introdotte intenzionalmente per scopi e usi economici, (ornamentale, officinale, ecc), sfuggite alle colture, che si sono stabilite e persistono con mezzi riproduttivi propri (coltivate spontaneizzate) sono state rilevate: Duchesnea indica (Andrews) Focke Phytolacca americana L. Platanus hybrida Brot. pagina 7

9 Solidago gigantea Aiton Vitis vinifera L Vegetazione Vengono di seguito descritte le singole tipologie vegetazionali rilevate sul terreno, nel complesso sono stati eseguiti nell'area di studio 12 rilievi, 3 elenchi floristici. le relative localizzazioni sono riportate nella Carta allegata alla presente relazione, una breve descrizione e le date di rilevamento sono riportate negli allegati Formazioni boschive a Quercus petraea (B -Qpe) (tabella 1, ril n 10 e 5) Le cenosi forestali rilevate fanno parte degli aggruppamenti boschivi a latifoglie caducifoglie impostate su substrati pedogenetici acidificati, dall'orizzonte sub-montano, dominati da Quercus petraea (rovere). Queste formazioni assumono attualmente le sembianze di aree residuali di una fascia ben più ampia ed estesa che si sviluppavano sugli terrazzi a ferretto della Pianura Padana. Nell area di studio il bosco situato nei pressi del Santuario di Ornago (ril n 10), presenta una struttura arborea-arbustiva immediatamente riconoscibile e ascrivibile alla tipologia sopra citata. Il bosco situato nei pressi dell Ospedale di Ornago (ril n 5), pur assumendo nel corso degli anni la funzione di parco-giardino, accogliendo specie arboree ornamentali (generi Picea e cedrus), presenta ancora il corteggio floristico tipico dei Querceti acidofili. Tali vegetazioni pur derivando dalla destrutturazione delle entità originarie, mantengono una buona articolazione verticale. Nel rilievo n 10 lo strato arboreo si elevano attorno ai 20 m, da una copertura al suolo pari al 90%, ed è dominato da individui di Quercus petraea e Quercus robur. Nel rilievo n 5 la componente arborea si eleva solo fino a 13 m, da coperture al suolo pari all 80% ed è floristicamente più articolata, oltre alle due specie di quercia sono presenti individui di Pinus sylvestris, (introdotta), Betula pendula, Acer pseudoplatanus, Castanea sativa. La componente arbustiva del rilievo n 10, quantitativamente espressa (copertura al suolo pari al 70 %) e floristicamente varia presenta una discreto numero di specie: Sambucus nigra, Crataegus monogyna, Cornus sanguinea, Frangula alnus, e purtroppo anche le infestante Robinia speudoacaci e Prunus serotina. Lo strato arbustivo nel rilievo n 5 è all'opposto praticamente assente, (per favorirne la fruizione dell area sono frequenti accurate pulizie del sottobosco). La componente erbacea è quantitativamente e- spressa nel rilievi n 5, la presenza di: Pteridium aquilinum, Teucrium scorodonia, Viola riviniana, Luzula multiflora, Danthonia decumbens, Molinia arundinacea delle plantule di Quercus petraea, Castanea sativa, Frangula alnus, delineano la natura acida del substrato. Dal punto di vista fitosociologico le formazioni delineate, possono essere ascritte alla classe delle formazioni forestali a latifoglie caducifoglie, Querco-fagetea Br.-Bl. Et Vlieg. 37, ordine Quercetalia roboris-petraeae Br.-Bl. 32, costituita dall alleanza Quercion robori-petraeae Br.-Bl. 32, Formazioni di latifoglie miste (B-lm) (Tabella 2, ril. N 11) Vegetazione boschiva a bassa partecipazione di robinia, sovrastata dalla presenza di Quercus robur (farnia), Betula pendula (betulla), Prunus avium (ciliegio), localizzati a Sud-Est di Cascina S. Giuseppe. La copertura arbustiva complessiva, pari al 70%, è data in gran parte dalla presenza di Sambucus nigra, la componente erbacea è quasi assente e in gran parte data dal rinnovamento delle specie arboree. Possiamo considerare tali cenosi come stadi degradativi delle formazioni boschive dei substrati acidi (Quercetalia roboris-petraeae Br.-Bl. 32) Formazioni a dominanza di Robinia pseudoacacia Il patrimonio floristico e forestale del territorio esaminato risulta essere alterato a causa del pesante intervento antropico. Le a- ree che maggiormente evidenziano questa alterazione sono rappresentate da vegetazioni in cui Robinia pseudoacacia (specie esotica, originariamente coltivata, oramai spontaneizzata), è l'unica componente arborea presente. La robinia fu importata in Europa dall'america settentrionale nel 1601 a scopo ornamentale, in seguito fu coltivata come fornitrice di legname da opera o da ardere, inoltre vista la rapida crescita, utilizzata per il consolidamento di terreni franosi. Probabilmente la seconda guerra mondiale fu il periodo in cui i consorzi di robinia ebbero la maggiore espansione, a seguito di sregolati tagli dei boschi che favorirono le spiccate attitudini all'invasione della specie alloctona. La robinia, dove le condizioni ecologiche lo permettono, attraverso il rapido sviluppo iniziale, riproducendosi per via vegetativa tramite polloni radicali e sottraendo nutrienti, risulta competitiva con le specie forestali locali. A seconda della pesantezza dell'intervento umano, può entrare come elemento di disturbo o sostituire completamente le vegetazioni climax dell'orizzonte submontano; la robinia resiste bene ai freddi invernali, ma richiede una lunga estate calda, il che le impedisce di risalire oltre l'orizzonte citato. Ecologicamente La robinia esercita un forte effetto nitrificante sul suolo (grazie alla presenza di batteri radicali azotofissatori), determinando un pesante condizionamento della componente floristica delle aree di insediamento Boschi a Robinia pseudoacacia (B-Rp) (Tabella 1 ril. 4, 2, 3, 9) I robinieti sono l unica tipologia boschiva attualmente rilevabile lungo il corso del Rio Vallone. Strutturalmente sono delle boscaglie monoplanari dove la copertura arborea è data quasi esclusivamente da individui coetaniformi di Robinia pseudoacacia. Il governo a ceduo, con turno breve, non consente agli alberi di raggiungete buone dimensioni, il diametro medio delle piante è di circa 15 cm, si elevano al massimo fino a 13 m. In alcuni casi all alloctona si associano altre specie, l infestante Prunus serotina, nel ril n 4 Acer campestre, nel rilievo n 2 Populus nigra, (la buona copertura data dal pioppo segnala una maggiore umidità del substrato) Il tipo di governo influenza pesantemente anche la composizione floristica e l articolazione strutturale dello piano ar- pagina 8

10 bustivo; Sambucus nigra, con coperture al suolo fino al 60 % è la specie dominante. Tra le specie arbustive nemorali possiamo citare solo Corylus avellana, tra le specie arbustive tipiche delle degli stadi boschivi destrutturati (Prunetalia spinosae), è stata registrata la presenza non costante di: Crataegus monogyna, Ligustrum vulgare Euonymus europaeus. La presenza di Phytolacca americana e Prunus serotina (quest ultimo solo nel ril n 2), è ancora imputabile al diradamento antropico. Nello strato erbaceo sono presenti elementi relitti della vegetazione naturale, specie tipiche dei boschi di latifoglie caducifoglie mesofile quali: Anemone nemorosa, Vinca minor, Polygonatum multiflorum, Festuca heterophylla, Stellaria holostea, Poa nemoralis, Viola reichenbachiana, Circaea lutetiana, Dryopteris filix-mas, Lamiastrum galeobdolon, Carex sylvatica, Euphorbia dulcis, Carex remota, Erythronium Dens-Canis. Dal punto di vista fisionomico la componente erbacea caratterizza le formazioni (soprattutto nell area meridionale del Parco, ril n 3, 4, 9), con l elevato grado di ricoprimento di Carex brizoides. Anche lo strato erbaceo evidenzia il disturbo antropico, affiancando alle specie nemorali sopra citate un gruppo di specie caratteristiche di unità vegetazionali diverse, in grado di tollerare una maggiore o minore nitrofilia, tra queste citiamo: Bryonia dioica, Stellaria media, Galium aparine, Poa trivialis, Duchesnea indica, Geum urbanum. Le specie ruderali diventano predominanti nelle zone ecotonali (elenco floristico E2). Valutando la dominanza fisionomica, seguendo le indicazioni date da Oberdorfer, possiamo avvicinare le nostre formazioni agli aggruppamenti a Galium aparine-robinia pseudoacacia (ordine Prunetalia spinosae) Müller 66. Questi aggruppamenti differenziano cenosi alterate dall'intervento umano dove l'ingresso della robinia, vista la sua capacità nitrificante, crea la situazione ideale per l'ingresso di specie sinantropiche, ruderali, nitrofile quali Galium aparine, Geum urbanum caratteristica della classe Artemisietea vulgaris Lohm., Prsg. et Tx. in Tx 50. Valutata però la presenza nello strato erbaceo di diverse specie tipiche degli ambienti nemorali originari, caratteristiche dell ordine Fagetalia sylvaticae Pawl. 28, e delle specie caratteristiche: Vinca minor, Festuca heterophylla, Stellaria holostea, Rosa arvensis (ril n 3 ), Prunus avium (j ril n 2), Carpinus betulus (a ril n 4), possiamo riconoscere nelle formazioni rilevate la potenzialità dell alleanza Carpinion betuli Issl. 31 em Oberd Filari e siepi di bordura (F-Rp) (elenco floristico E1) L opera di disboscamento ha in alcuni casi risparmiato strette e lunghe fasce di vegetazione boschiva, i filari bordanti i canali di irrigazione e i campi coltivati rappresentano molto spesso l'unico elemento vegetazionale verticale del paesaggio agrario. Lo strato arboreo monoplanare e monospecifico é costituito da individui coetanei di Robinia pseudoacacia (solo in alcuni casi, nei dintorni del Comune di Gessate, alla robinia si associano Salix alba, Platanus hybrida e Pioppo). Lo strato arbustivo, assai scarso, é dominato esclusivamente da Sambucus nigra, Prunus serotina e dai rovi. Anche la componente erbacea risulta impoverita, caratterizzata da specie banali accomunate dalle stesse esigenze ecologiche, capaci di tollerare il disturbo antropico. Tra le specie dominanti possiamo citare: Poa trivialis, Geum urbanum, Gallium aparine, Urtica dioica, Calystegia sepium. I filari sono stati esaminati ma non rilevati in quanto non soddisfacenti i criteri di omogeneità richiesti dal metodo di indagine fitosociologico. Possiamo accostare le formazioni agli aggruppamenti a Galium aparine-robinia pseudoacacia (ordine Prunetalia spinosae) Müller Bosco igrofilo ad Alnus glutinosa e Quercus robur (B-Ag) (tabella 3, ril. n 12) Il bosco è localizzato su un terreno regolarmente ondulato, dotato di falda freatica superficiale, suolo idromorfo ed asfittico, arricchito in materiale organico indecomposto. Il fattore ecologico che influenza e limita lo sviluppo della vegetazione e la presenza d acqua nel suolo. Lo strato arboreo è dominato da Alnus glutinosa (ontano nero), e Quercus robur (farnia), con la presenze sporadica di Prunus avium, il grado di copertura raggiunto è elevato (90%). La componente arbustiva è quantitativamente poco rilevante (copertura pari al 30%) e rappresentata da individui di Pioppo tremolo (Populus tremula), Salici e rovi. Lo strato erbaceo floristicamente monotono e quantitativamente poco rilevante (copertura non superiore al 50%), è improntato dalla massiccia presenza di Carex rostrata e Juncus conglomeratus. Le formazioni planiziali ad Alnus glutinosa proprie dei terreni paludosi, o allagati per gran parte dell'anno, su suoli torbosi più o meno ricchi di sostanze organiche, alimentati soprattutto dall'affioramento delle acque di risorgiva sono fitosociologicamente inquadrabili nell'alleanza Alnion glutinosae Meijr-Drees 36, classe Alnetea glutinosae Br.-Bl. et Tx. 43, Vegetazione palustre (P-PT) Vegetazione bordante piccoli specchi lacustri a Phragmites australis e Typha latifolia. La presenza delle formazioni è limitata all area circostante le Foppe di Cavenago Brianza, alle pozze nei pressi del campo di volo di Bellusco e più a sud ad una piccola proprietà privata inclusa nel comune di Gessate. La persistenza di queste formazioni è subordinata al mantenimento degli spechi d acqua, interventi gestionali scorretti o le flutuazioni del livello della falda freatica possono determinare la sconparsa della fitocenosi. Le cenosi costituite prevalentemente da Graminaceae e Ciperaceae delle paludi dei corsi d acqua lenti, sviluppatesi sui suoli inondati o molto umidi sono fitosociologicamente riconducibili alla classe Phragmitetea Tx. & Pres. 42, ordine Phragmitetalia W. Koch 26, raggruppa Seminativi semplici Non sono oggetto del presente studio i terreni attualmente interessati dalle coltivazioni erbacee soggette all avvicendamento o alla monocultura. pagina 9

11 Campi a riposo (S-i) (Tabella 2, ril n 1 e 6) L abbandono della attività agricola ha innescato le successioni naturali, volte alla rigenerazione dell ambiente. Gli stadi dinamici iniziali sono caratterizzati dalla costituzione di formazioni a struttura erbacea, che occupano in maniera più o meno continua il suolo. Le situazioni esaminate sono caratterizzate dalla presenza di specie, appartenenti a diversi gruppi fitosociologici, accumunate da esigenze ecologiche affini. Gli incolti favoriscono le specie pioniere, capaci di tollerare l arricchimento di nutrienti generato da anni di concimazioni. Le specie rilevate appartengono in gran parte alla classe Chenopodietea Br.-Bl. 51, ordine Polygono-Chenopodietalia albi Tx. 61; Oxalis fontana, Stellaria media, Anagallis arvensis, Polygonum persicaria, Senecio vulgaris, Setaria glauca, Chenopodium album sono specie infestanti delle colture concimate e sarchiate. La presenza massiccia di questo gruppo indica come in realtà non sia affermato il carattere di vero incolto; molto probabilmente il periodo di riposo fra una coltivazione e la successiva non è superiore ai due anni. Anche la carenza quali-quantitativa delle specie appartenenti al Dauco-Melilotion Gors. 66, Daucus carota, Crepis setosa, Crepis capillaris conferma il carattere recente della tipologia. La presenza d acqua nel suolo favorisce le erbe dei luoghi umidi ricchi in nitrati Bidens Frondosa, Polygonum lapathifolium caratteristiche dell ordine Bidendetalia tripartiti Br.-Bl. & Tx. 43, Ranunculus sardous, Agrostis stolonifera riconducibili alla classe Agrostietea stoloniferae. La vicinanza dei prarti stabili favoriscono l ingresso di specie di Molinio-Arrhenatheretea Tx.37, (Cerastium holosteoides,holcus lanatus, Poa trivialis Dactylis glomerata). Tassonomicamente non è possibile definire un livello gerarchico preciso, ma la presenza costante di Ranunculus sardous avvicina le formazioni alla classe Agrostietea stoloniferae Campi a riposo arbustati (S-ia) (ril. n 8) Dal punto di vista dinamico possiamo considerare le ex aree agricole arbustate come zone in via di rinaturalizzazione. l abbandono prolungato delle attività colturali ha innescato e favorito l insediamento di formazioni a maggiore complessità. L area di rilievo presenta una flora arbustiva con elevato indice di ricoprimento totale (80%), le essenze arbustive rilevate sono: Rubus ideaus, Quercus robur, cornus sanguinea, Frangula alnus. Dal punto di vista fitosociologico, valutato il carattere intermedio tra le formazioni a struttura esclusivamente erbacea le formazioni boschive non è possibile attribuire un livello gerarchico specifico, ma possiamo identificare le biocenosi come stadi dinamici dell'ordine Quercetalia roboris-petraeae Br.-Bl. 32, Prati stabili (S ps) Parte delle formazioni erbacee del Parco sono costituita da prati stabili sfalciati e concimati. Si tratta di vegetazioni di origine artificiale e quindi a basso grado di naturalità, ma tuttavia di un certo pregio dal punto di vista paesaggistico e della ricchezza floristica, che è sempre elevata. La composizione floristica di queste vegetazioni, sempre piuttosto costante, è determinata da fattori di disturbo antropico quali lo sfalcio periodico, che favorisce le specie a pronta ripresa vegetativa o a precoce fruttificazione, e la concimazione periodica, che compensa il progressivo impoverimento in nutrienti della cenosi causato dal periodico a- sporto di biomassa. Dal punto di vista strutturale va rilevata la copertura totale del suolo, che dimostra una buona produttività e ricchezza di queste vegetazioni. Tra le specie più diffuse possiamo citare le graminaceae Arrhenatherum elatius, o avena altissima, Holcus lanatus, Lolium perenne, Anthoxanthum odoratum e Dactylis glomerata, Poa pratensis, Festuca pratensis, Phleum pratense, le leguminose Lotus corniculatus, Trifolium pratense, Trifolium repens, e numerose altre specie, tendenzialmente termo-xerofile (per es. Salvia pratensis Achillea millefolium, Silene vulgaris Galium mollugo,).complessivamente i prati stabili rilevati possono essere ascritti all'alleanza Arrhenatherion elatioris W. Koch 26, Impianti arborei (L) (L-P) Aree demandate all arboricoltura da legno, impianti di Pioppo ad alto fusto sono presenti nelle comune di Bellusco nelle vicinanze del campo di volo. (L-lm) L elenco floristico E3 è stato eseguito presso l Impianto forestale dell Oasi Le Foppe. L intervento è caratterizzati dalla giovane età degli individui, da un limitato sviluppo delle piante, e da una disposizione regolare degli individui (è ancora riconoscibile il sesto d impianto). Altri rimboschimenti con analoghe caratteristiche sono stati individuati nei pressi della discarica di Cavenago Brianza e nel Comune di Busnago. 1.4 AREE DI RILEVANZA VEGETAZIONALE (BIOTOPI) Sono così definite le aree di particolare pregio, sensibili alle variazioni ambientali. Tipologia: formazioni forestali a latifoglie caducifoglie dominate da Quercus petraea, che ancora oggi conservano una buona articolazione strutturale, una composizione floristica prossima alla vegetazione potenziale naturale e una apprezzabile estensione territoriale. Situazioni di pericolo: sono essenzialmente legate alla gestione antropica, possibilità di uno sfruttamento forestale eccessivo o non oculato fino alla rimozione del bosco. 1) Localizzazione cartografica: bosco del Santuario di Ornago (ril n 10) Quota : 195 m s.l.m. Comune: Ornago 2) Localizzazione cartografica: bosco-parco dell Ospedale di Ornago (ril n 5) Escursione altitudinale: 185 m s.l.m. Comune: Ornago Tipologia:. vegetazione igrofila ad Alnus glutinosa e Quercus robur.tali formazioni pur non manifestando la composizione flori- pagina 10

12 stica e la struttura della vegetazione naturale potenziale assumono grande importanza come massima espressione vegetazionale stazionale (formazioni azonali). Situazioni di pericolo: potrebbero essere determinate sia da interventi antropici che da eventi naturali, dallo sfruttamento forestale eccessivo o non oculato fino alla rimozione del bosco o dalle flutuazioni del livello della falda freatica dovuti a prolungati periodi siccitosi o alla modificazione antropica dell'assetto idrogeologico. 3) Localizzazione cartografica: bosco nei pressi del campo di volo (ril n 12) Escursione altitudinale: 200 m s.l.m. Comune: Bellusco Tipologia:.Area in rinaturalizzazione pilotata, progetto di rimboschimento Situazioni di pericolo: potrebbero essere determinate sia da interventi gestionali scorretti o dalle flutuazioni del livello della falda freatica dovuti a prolungati periodi siccitosi o alla modificazione antropica dell'assetto idrogeologico 4) Localizzazione cartografica: Oasi Le Foppe (elenco floristico E3) Escursione altitudinale: 180 m s.l.m. Comune: Cavenago Brianza Tipologia:.Area con vegetazione igrofila a Phragmites australis e Typha latifolia Situazioni di pericolo: potrebbero essere determinate sia da interventi gestionali scorretti o dalle fluttuazioni del livello della falda freatica dovuti a prolungati periodi siccitosi o alla modificazione antropica dell'assetto idrogeologico 5) Localizzazione cartografica: Oasi Le Foppe Escursione altitudinale: 180 m s.l.m. Comune: Cavenago Brianza 6) Localizzazione cartografica: pozze nei pressi del campo di volo Escursione altitudinale: 200 m s.l.m. Comune: Bellusco 7) Localizzazione cartografica: lungo il Canale Villoresi Escursione altitudinale: 150 m s.l.m. Comune: Gessate Nuclei isolati di specie arboree autoctone pregiate Tipologia: individui di Quercus robur di buone dimensioni (diametro 70 cm) 1) Localizzazione cartografica: talenta 6, rilievo vegetazionale n 7 Escursione altitudinale: 160 m s.l.m. Comune: Masate Tipologia: individui di Quercus robur di buone dimensioni (diametro cm), disposti lungo le strade campestri e bordanti le aree agricole 2) Localizzazione cartografica:aree circostanti il rilievo n 11 Escursione altitudinale: 195 m s.l.m. Comune: Ornago 3) Localizzazione lungo la strada che costeggia la discarica al principio della via di acceso all impianto ENEL Escursione altitudinale: 178 m s.l.m. Comune: Cavenago brianza 1.5 QUALITÀ AMBIENTALI Matrice di valutazione B- B- B-lm B- P-pt F- S-i S-ia S-ps L-lm L-p Rp Qpe Ag Rp NA C ST RZ REF DA MS QA TOT QA MED Classe QA ,5 2,5 3,5 3,1 2,5 2,7 2,2 2 2,2 1, pagina 11

13 1.5.2 Analisi dei risultati Nessuna tipologia rilevata rientra nella V classe aree ad alta qualità ambientale, non sono state rilevate fitocenosi completamente slegate dalla gestione umana. Rientrano nella IV classe le Formazioni boschive a Quercus petraea e il bosco igrofilo ad Alnus glutinosa in virtù della buona complessità strutturale e dell elevato grado di climaticità e naturalità. Le formazioni vegetazionali palustri, pur non essendo state rilevate nel dettaglio, valutata la rarità e peculiarità vengono assegnate alla IV classe. Rientrano nella III classe le vegetazioni a latifoglie caducifoglie a bassa complessità strutturale, il cui sviluppo è costantemente controllate dall'uomo, boschi misti, robinieti cedui, impianti arborei forestali a latifoglie, filari governati a ceduo. Ricadono in questa classe anche le vegetazioni a struttura erbacea (incolti), e le aree in rinaturalizzazione spontanea (incolti arbustati). Rientrano nella II classe gli impianti di legnose agrarie (pioppicoltura), e i prati stabili. A titolo indicativo sono ascritte alla I classe le aree realmente coltivate, le aree urbane e le aree prive di vegetazione Considerazioni sul dinamismo L analisi fin qui condotta ci permette di abbozzare il quadro dinamico-evolutivo delle formazioni vegetazionali rilevate nel Parco del Rio Vallone (schema n 1). La vegetaziona naturale potenziale è rappresentata da querceto acidofilo a Quercus petraea sulle superfici mindeliane (terrazzo a Ferretto), e dal querceto mesofilo a quercus Robur sulle unità del Rio Vallone. Definendo tali vegetazioni come il massimo stadio dinamico raggiungibile, considerando le tipologie effettivamente rilevate, è possibile ricostruire la sequenza naturale edificatrice del bosco. Possiamo considerare come punto di partenza le formazioni che presentano una bassa complessità strutturale (vegetazioni erbacee dei campi a riposo), la cui esistenza è determinata e perpetuata dalla rotazione colturale. La cessazione della pratica della rotazione e il definitivo abbandono direzionerebbe la vegetazione verso un vero e proprio incolto a erbe perenni. Lo sfalcio e/o la concimazione dei campi a riposo favorirebbe l instaurarsi delle specie prative determinate e mantenute dall intervento antropico (Molinio-Arrehenatheretea). Vegetazioni impostate sulle Unità del Rio Vallone: La non praticazione o la cessazione del taglio e della concimazione favorirebbero la costituzione di consorzi arbustivi termoeliofili (Prunetalia spinosae), e l insediamento della Robinia pseudoacacia. Con l aumentando dell aduggiamento la fitocenosi tenderebbe ulteriormente ad evolvere, pilotando l ingresso di specie nemorali (Querco-fagetea prima e successivamente di Fagetalia). Vegetazioni impostate sui Terrazzi Mindaliani: Dallo stadio dinamico prativo si passa ad un arbusteto costituito da Frangula alnus, Salix caprea, Populus tremula (tipo ril. n 8). Negli stadi boschivi successivi possono affermarsi specie arboree eliofile come la betulla (Betula pendula) e il pino silvestre (Pinus sylvestris). Negli stadi dinamici terminali si giunge alla costituzione del bosco dominato da Quercus petraea con la partecipazione di Quercus robur (Quercion robori-petraeae). 1.6 ELENCO FLORISTICO Elenco di specie censite direttamente * Elenco di specie desunto da materiale preesistente Equisetaceae * Equisetum arvense L. * Equisetum telmateja Ehrh. Pteridaceae Pteridium aquilinum (L.) Kuhn Aspleniaceae * Asplenium trichomanes L. * Asplenium ruta-muraria L. Athyridaceae Athyrium filix-foemina (L.) Roth Aspidiaceae Dryopteris filix-mas (L.) Schott Pinaceae Pinus sylvestris L. Salicaceae Salix alba L. * Salix cinerea L. Salix caprea L. * Populus alba L. Populus canescens (Aiton) Sm. Populus tremula L. Populus nigra L. Populus canadensis L. Juglandaceae * Juglans regia L. Betulaceae Betula pendula Roth Alnus glutinosa (L.) Gaertner Corylaceae Carpinus betulus L. * Ostrya carpinifolia Scop. pagina 12

14 Corylus avellana L. Fagaceae Castanea sativa Miller * Quercus rubra L. Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. Quercus robur L. Ulmaceae Ulmus glabra Hudson Ulmus minor Miller Moraceae Morus nigra L. * Morus alba L. Cannabaceae Humulus lupulus L. Urticaceae Urtica dioica L. Parietaria officinalis L. Aristolochiaceae * Aristolochia pallida Willd. Polygonaceae * Polygonum aviculare L. * Polygonum rurivagum Jordan * Polygonum mite Schrank Polygonum lapathifolium L. Polygonum persicaria L. * Fallopia convolvulus (L.) Holub * Fallopia dumetorum (L.) Holub * Rumex acetosella L. * Rumex acetosa L. Rumex crispus L. Rumex obtusifolius L. Chenopodiaceae Chenopodium album L. * Atriplex patula L. Amaranthaceae * Amaranthus chlorostachys Willd. * Amaranthus retroflexus L. * Amaranthus deflexus L. * Amaranthus lividus L. Phytolaccaceae Phytolacca americana L. Portulacaceae * Portulaca oleracea L. Caryophyllaceae * Moehringia trinervia (L.) Clairv. * Stellaria nemorum L. Stellaria media (L.) Vill. Stellaria holostea L. * Stellaria graminea L. Cerastium holosteoides Triviale (Link) Moschl. * Cerastium holosteoides Fries Ampl. Hylander * Cerastium glomeratum Thuill. * Myosoton aquaticum (L.) Moench * Lychnis flos-cuculi L. * Silene vulgaris Pign. * Silene alba (Miller) Krause * Silene gallica L. Cucubalus baccifer L. * Saponaria officinalis L. Nymphaeaceae * Nymphaea alba L. Ranunculaceae Anemone nemorosa L. Clematis vitalba L. * Ranunculus acris L. * Ranunculus repens L. Ranunculus sardous Crantz Ranunculus ficaria L. Guttiferae Hypericum humifusum L. Hypericum perforatum L. Papaveraceae * Papaver rhoeas L. * Papaver argemone L. pagina 13

15 * Chelidonium majus L. * Fumaria officinalis L. Cruciferae * Sisymbrium officinale (L.) Scop. Alliaria petiolata (Bieb.) Cavara Et Grande * Arabidopsis thaliana (L.) Heynh. * Barbarea vulgaris R.Br. * Rorippa austriaca (Crantz) Besser * Rorippa prostrata (Bergeret) Sch. Et Th. * Rorippa sylvestris (L.) Besser * Cardamine hirsuta L. * Capsella bursa pastoris (L.) Medicus * Capsella rubella Reuter * Thlaspi perfoliatum L. * Lepidium virginicum L. * Diplotaxis tenuifolia (L.) Dc. * Brassica napus L. * Brassica nigra (L.) Koch * Sinapis arvensis L. * Raphanus raphanistrum L. Resedaceae * Reseda lutea L. Platanaceae Platanus hybrida Brot. Crassulaceae * Sedum rupestre L. * Sedum sexangulare L. Rosaceae * Spiraea Japonica L. * Rubus Idaeus L. * Rubus ulmifolius Schott * Rubus canescens Dc. Rubus caesius L. * Rosa canina L. Rosa gallica L. Rosa arvensis Hudson * Agrimonia eupatoria L. Geum urbanum L. * Potentilla erecta (L.) Rauschel Potentilla reptans L. * Fragaria vesca L. Duchesnea indica (Andrews) Focke * Malus domestica Borkh. * Sorbus aucuparia Aucuparia Pign. * Sorbus aucuparia L. * Crataegus oxyacantha L. Crataegus monogyna Jacq. * Prunus spinosa L. Prunus avium L. * Prunus laurocerasus L Prunus serotina Leguminosae * Cytisus scoparius (L.) Link Spartium junceum L. Robinia pseudoacacia L. * Galega officinalis L. * Vicia cracca L. * Vicia villosa Roth * Vicia hirsuta (L.) S.F.Gray * Vicia sativa L. * Melilotus alba Medicus * Melilotus officinalis (L.) Pallas * Medicago lupulina L. * Medicago sativa L. * Trifolium repens L. * Trifolium campestre Schreber * Trifolium pratense L. * Trifolium ratense pratense Pign. * Lotus corniculatus L. * Coronilla varia L. Oxalidaceae * Oxalis corniculata L. Oxalis fontana Bunge * Oxalis acetosella L. pagina 14

16 Geraniaceae * Geranium rotundifolium L. * Geranium molle L. * Geranium columbinum L. * Geranium dissectum L. * Erodium cicutarium (L.) L'her. Euphorbiaceae * Mercurialis annua L. * Mercurialis perennis L. Euphorbia dulcis L. * Euphorbia helioscopia L. * Euphorbia peplus L. * Euphorbia cyparissias L. Aceraceae Acer platanoides L. Acer campestre L. Acer pseudoplatanus L. * Acer negundo L. Hippocastanaceae * Aesculus hippocastanum L. Celastraceae Euonymus europaeus L. Rhamnaceae Frangula alnus Miller Vitaceae Vitis vinifera L. Tiliaceae * Tilia cordata Miller Malvaceae * Malva sylvestris L. * Malva neglecta Wallr. Violaveae * Viola odorata L. * Viola alba Besser Viola hirta L. Viola reichenbachiana Jordan Ex Boreau Viola riviniana Rchb. Viola arvensis Murray Cucurbitacea Bryonia dioica Jacq. Lythraceae Lythrum salicaria L. Anagraceae Circaea lutetiana L. * Oenothera stucchii Soldano Epilobium angustifolium L. Epilobium hirsutum L. Epilobium tetragonum L. Cornaceae Cornus sanguinea L. Araliaceae Hedera helix L. Umbelliferae * Anthriscus sylvestris (L.) Hoffm. * Pimpinella major (L.) Hudson Aegopodium podagraria L. * Aethusa cynapium L. * Heracleum sphondylium L. * Torilis arvensis (Hudson) Link * Torilis japonica (Houtt.) Dc. Daucus carota L. Primulaceae * Primula vulgaris Hudson Lysimachia vulgaris L. Anagallis arvensis L. Oleaceae * Fraxinus ornus L. Fraxinus excelsior L. * Syringa vulgaris L. Ligustrum vulgare L. Gentianaceae * Centaurium erythraea Rafn Apocynaceae Vinca minor L. pagina 15

17 Asclepiadaceae Vincetoxicum hirundinaria Medicus Rubiaceae Galium palustre L. * Galium verum L. Galium mollugo L. Galium aparine L. Cruciata glabra (L.) Ehrend. Convolvulaceae * Cuscuta europaea L. Calystegia sepium (L.) R.Br. * Convolvulus arvensis L. Boraginaceae * Echium vulgare L. * Symphytum officinale L. * Myosotis arvensis (L.) Hill Verbenaceae Verbena officinalis L. Labiatae Ajuga reptans L. Teucrium scorodonia L. * Galeopsis pubescens Besser Galeopsis tetrahit L. * Lamium maculatum L. * Lamium album L. * Lamium purpureum L. Lamiastrum galeobdolon (L.) Ehrend. Et Polatschek * Stachys officinalis (L.) Trevisan * Stachys palustris L. * Glechoma hederacea L. * Prunella vulgaris L. * Calamintha nepeta (L.) Savi Lycopus europaeus L. Mentha arvensis L. * Mentha spicata L. * Salvia pratensis L. Solanaceae * Solanum nigrum L. Solanum dulcamara L. Buddlejaceae * Buddleja davidii Franchet Scophulariaceae * Verbascum densiflorum Bertol. * Verbascum thapsus L. Verbascum blattaria L. * Scrophularia nodosa L. * Linaria vulgaris Miller * Cymbalaria muralis Gaert., Mey Et Sch. * Kickxia elatine (L.) Dumort. * Veronica serpyllifolia L. Veronica arvensis L. Veronica persica Poiret * Veronica hederifolia L. * Veronica chamaedrys L. * Veronica Officinalis L. * Veronica anagallis-aquatica L. Plantaginaceae Plantago major L. * Plantago media L. Caprifoliaceae Sambucus nigra L. Viburnum opulus L. * Viburnum lantana L. Lonicera xylosteum L. * Lonicera caprifolium L. Valerianaceae * Valerianella locusta (L.) Laterrade Campanulaceae * Campanula trachelium L. Compositae Eupatorium cannabinum L. Solidago gigantea Aiton Conyza canadensis (L.) Cronq. Erigeron annuus (L.) Pers. pagina 16

18 * Bellis perennis L. * Inula conyza Dc. * Inula viscosa (L.) Aiton Bidens frondosa L. * Xanthium strumarium L. * Galinsoga parviflora Cav. * Anthemis arvensis L. * Achillea roseo-alba Ehrend. * Achillea collina Becker * Achillea millefolium L. Matricaria chamomilla L. Matricaria inodora L. Leucanthemum vulgare Lam. * Artemisia vulgaris L. * Tussilago farfara L. * Senecio fuchsii Gmelin Senecio vulgaris L. Cirsium vulgare (Savi) Ten. * Cirsium arvense (L.) Scop. * Centaurea nigrescens Willd. * Cichorium Intybus L. * Lapsana communis L. * Aposeris foetida (L.) Less. * Tragopogon pratensis L. * Hypochoeris radicata L. * Picris hieracioides L. * Taraxacum officinale Weber * Sonchus asper (L.) Hill * Sonchus oleraceus L. * Lactuca serriola L. Lactuca perennis L. Crepis capillaris (L.) Wallr. Crepis setosa Hall. Hieracium tenuiflorum (A. - T.) Zahn Liliaceae * Hemerocallis fulva L. Erythronium dens-canis L. * Scilla bifolia L. * Ornithogalum umbellatum L. * Leopoldia comosa (L.) Parl. Allium vineale L. * Allium oleraceum L. * Convallaria majalis L. Polygonatum multiflorum (L.) All. Amaryllidaceae * Leucojum aestivum L. Dioscoreaceae Tamus communis L. Iridaceae * Iris pseudacorus L. Juncaceae * Juncus bufonius L. * Juncus tenuis Willd. Juncus conglomeratus L. Luzula pilosa (L.) Willd. * Luzula campestris (L.) Dc. Luzula multiflora (Ehrh.) Lej. Graminaceae Dactylis glomerata L. Poa annua L. * Poa Compressa L. Poa trivialis L. Poa pratensis L. Poa nemoralis L. * Vulpia myuros (L.) Gmelin Festuca pratensis Hudson * Festuca rubra L. Festuca heterophylla Lam. * Melica nutans L. Lolium multiflorum Lam. * Lolium perenne L. * Bromus Inermis Leyser Bromus ramosus Hudson Bromus sterilis L. pagina 17

19 * Bromus hordeaceus L. Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. * Hordeum Murinum L. Agropyron repens (L.) Beauv. * Avena fatua L. * Avena sterilis L. * Arrhenatherum elatius (L.) Presl Danthonia decumbens (L.) Dc. Holcus lanatus L. Holcus mollis L. Agrostis stolonifera L. * Agrostis tenuis Sibth. Molinia arundinacea Schrank * Phragmites australis (Cav.) Trin. Anthoxanthum odoratum L. * Digitaria sanguinalis (L.) Scop. Setaria glauca (L.) Beauv. * Setaria viridis (L.) Beauv. * Sorghum halepense (L.) Pers. * Zea mays L. Typhaceae * Typha latifolia L. Cyperaceae Carex brizoides L. Carex leporina L. Carex remota L. * Carex pilulifera L. Carex sylvatica Hudson Carex pallescens L. Carex rostrata Stokes ELENCO FLORISTICO SIEPE DI BORDURA E1 Quota m s.l.m. 185 Componente arborea A Robinia pseudoacacia L. A Prunus serotina Ehrt A Ulmus minor Miller Componente arbustiva a Sambucus nigra L. x a Rubus gr. discolores x Componente erbacea e Geum urbanum L. x e Gallium aparine L x e Urtica dioica L. x e Poa trivialis L. x e Bryonia dioica Jacq. x e Oxalis fontana Bunge x e Allium vineale L. x e Epilobium tetragonum L. x e Calystegia sepium (L.) R.Br. x e Daucus carota L. x e Holcus lanatus L. x e Hypericum perforatum L. x e Lactuca perennis L. x e Agropyron repens (L.) Beauv. x e Bromus sterilis L. x e Cruciata glabra (L.) Ehrend. x x x x pagina 18

20 e Epilobium hirsutum L. x e Festuca pratensis Hudson x e Galium palustre L. x e Juncus x diffusus x e Lycopus europaeus L. x e Lysimachia vulgaris L. x e Verbena officinalis L. x ELENCO FLORISTICO E2 MARGINE BOSCHIVO Quota m s.l.m. 155 Componente arbustiva a Sambucus nigra L. x a Rubus ideaus L x a Robinia pseudoacacia L. x Componente erbacea e Geum urbanum L. x e Gallium aparine L x e Urtica dioica L. x e Carex brizoides L. x e Stellaria media (L.) Vill. x e Duchesnea indica (Andrews) x Focke e Parietaria officinalis L. x e Humulus lupulus L. x e Veronica persica Poiret x ELENCO FLORISTICO E3 RINBOSCHIMENTO OASI LE FOPPE Quota m s.l.m. 180 Componente arborea A Acer campestre L. x A Acer pseudoplatanus L. x A Prunus avium L. x A Quercus robur L. x A Acer platanoides L. x A Fraxinus excelsior L. x A Morus nigra L. x A Populus canescens x (Aiton) Sm. Componente arbustiva a Corylus avellana L. x a Cornus sanguinea L. x a Crataegus monogyna Jacq. x a Salix caprea L. x a Carpinus betulus L. x a Rosa gallica L. x A Salix alba L. x pagina 19

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