Programma per i rifiuti
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- Fiora Pepe
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1 Programma per i rifiuti Politiche di riduzione a monte della produzione di rifiuto secco residuo da destinare in discarica o incenerimento. Le attuali indicazioni del Piano Regionale di gestione di rifiuti prevedono l invio della frazione residuale del ciclo di raccolta e recupero dei rifiuti (il cosiddetto secco indifferenziato o secco residuo ) presso il termovalorizzatore del CACIP di Macchiareddu. L implementazione di tale misura è potenzialmente foriera di importanti ricadute negative sul territorio, sia in termini di incremento delle tariffe a carico del cittadino, sia in termini di riduzione delle opportunità occupazionali derivanti dall intero ciclo di gestione del rifiuto, sia in termini di incremento dei costi di trasporto e di impatto sul traffico determinate dallo spostamento in posizione non baricentrica della piattaforma di ultimo trattamento. Inoltre, allo stato attuale le controversie sugli impatti ambientali derivanti dagli inceneritori non sono state ancora del tutto chiarite e molti studi dimostrano ancora i potenziali effetti negativi derivanti dalle emissioni (gassose, liquide e solide) sulle matrici ambientali recettrici (suolo, aria e acqua) e sugli individui. Si tenga conto infine del fatto che, per poter accettare le maggiori quantità di rifiuti, caratterizzati tra l altro da un maggiore potere calorifico (derivante dal fatto che verrà inviato solo rifiuto secco residuo), il piano regionale prevede il revamping delle due linee più vecchie dell inceneritore per garantire un flusso termico di circa 17 Gcal/h. Per tali operazioni il piano stima un costo di circa 25 MEuro x linea ossia di 50 milioni di Euro in totale. Costi di investimento, questi ultimi, con i quali sarebbe possibile realizzare impianti facenti leva su tecnologie di recupero e trattamento a freddo e meno impattanti. Tutti gli elementi sopra accennati costituiscono degli importanti detrattori relativamente alla scelta riportata nel Piano dei Rifiuti di inviare i rifiuti prodotti nel Medio Campidano e quindi anche a Villacidro presso l inceneritore del CACIP. D altra parte anche la strategia di gestione finora adottata, ossia l invio alla discarica del Consorzio Industriale di Villacidro di importanti quantitativi di secco indifferenziato, non appare sostenibile per lungo tempo. Questo sia perché i tempi di vita residui della discarica sono stati stimati dalla Provincia del Medio Campidano in circa 4 anni e quindi si tratterebbe solo di rimandare il problema dell invio all inceneritore ad un futuro abbastanza prossimo, sia perché la legislazione vigente in materia di gestione dei rifiuti richiede la minimizzazione del ricorso alla discarica con predilezione del recupero di materia e/o di energia; ragion per cui continuare ad inviare in discarica significherebbe agire in deroga alla legge. Infine, anche la discarica costituisce una potenziale sorgente di rischio di inquinamento per le falde acquifere e pertanto la minimizzazione del suo utilizzo risulta essere questione di rilevanza ambientale. In relazione a questi aspetti appare opportuno porre in essere delle politiche di riduzione della produzione di rifiuto secco indifferenziato che determinino l incremento a monte delle tipologie di materiale separate dal cittadino. Questa strategia, unitamente all implementazione di nuovi impianti di trattamento meccanico biologico della frazione secca residua potrebbero massimizzare il recupero di frazioni valorizzabili e conseguentemente ridurre a valori bassissimi l aliquota residuale inviata in discarica/incenerimento. Gli ulteriori effetti benefici sarebbero costituiti da: Pag.1/6
2 incremento della percentuale di raccolta differenziata con possibilità di accedere ai meccanismi di premialità della Regione e conseguente riduzione dei costi a carico dei cittadini aumento dei quantitativi e della purezza delle frazioni recuperate e quindi vendute ai consorzi di filiera CONAI con incremento dei proventi che si tradurrebbero ancora in minori costi di gestione del servizio di igiene urbana e conseguente riduzione delle tariffe a carico del cittadino potenziali ricadute occupazionali dovute alla maggior complicazione del sistema di raccolta e all implementazione di impianti di trattamento meccanico biologico. evidenti benefici ambientali dovute alla riduzione dei quantitativi inviati a discarica/incenerimento e all incremento del ciclo di vita del rifiuto; Nella parte seguente del documento sono riportate alcune misure concrete da porre in essere al livello Comunale al fine di perseguire gli obiettivi appena indicati. Ipotesi concrete per la riduzione del secco indifferenziato prodotto a monte La produzione di secco indifferenziato a Villacidro nel 2009 è risultata pari a circa 2300 tonnellate. L analisi merceologica su circa 40 campioni di rifiuto secco indifferenziato conferito presso la piattaforma di Villacidro ha mostrato la seguente composizione media. Tabella 1. Composizione merceologica media del secco residuo Secco Residuo Campionamento 2009 Composizione merceologia U. M. Valore Putrescibile da % peso alimenti 15,19 Carta, cartone e % peso tetrapack 27,29 Legno, tessili % peso 11,17 Plastica % peso 26,1 Vetro e inerti % peso 5,59 Metalli % peso 2,7 Pannolini/assorbenti % peso 10,53 Altro % peso 1,42 Totale % peso 100,0 La riduzione del quantitativo totale quindi richiede evidentemente la separazione a monte e la valorizzazione/riciclo di ogni singola frazione attualmente smaltita nel secco residuo. Nel seguito quindi vengono indicate le politiche da porre in essere per minimizzare i quantitativi di ogni singola frazione presente nel secco residuo. Putrescibile da alimenti Pag.2/6
3 La presenza di tale frazione nel secco residuo è inevitabile visto che gran parte di essa è presente sotto forma di residui di cibo adesa a piatti e bicchieri di plastica e o contenitori di alimenti quali vasetti di yogurt etc. Risulta comunque possibile attraverso opportune campagne di sensibilizzazione incentivare la popolazione a ridurre al minimo questa aliquota indicando come operazioni necessarie quella della rimozione dei residui organici dal secco indifferenziato attraverso il semplice lavaggio con acqua e con spugne (non usa e getta) di piatti e bicchieri di plastica e dei contenitori di alimenti smaltiti nel secco. Come già detto la rimozione totale non sarà possibile ma, anche in relazione a quanto sarà specificato in seguito (smaltimento separato di piatti e bicchieri di plastica) si potrà ottenere una significativa riduzione dei quantitativi di residui organici presenti nel secco e un incremento di quelli smaltiti nel circuito dell umido. Si tenga conto inoltre che le analisi merceologiche dimostrano che in tale frazione è presente una aliquota significativa (circa il 10%) di sfalci di potature e organico verde che potrebbe essere ridotta sia incentivando il compostaggio domestico attraverso la fornitura di piccole compostiere sia attraverso la realizzazione di un piccolo eco-centro in cui conferire tale frazione da inviare poi all impianto di compostaggio di qualità ubicato presso la piattaforma del Consorzio Industriale di Villacidro. Carta, cartone e tetrapack Nel loro insieme queste frazioni costituiscono circa il 30 % di tutto il secco indifferenziato e quindi la loro riduzione è fondamentale. Per quanto concerne carta e cartone si tratta in gran parte di imballaggi di alimenti e bevande e di tovaglioli usati e quindi contenenti residui organici. I primi possono essere sicuramente inviati al circuito di raccolta separata della carta per essere poi riciclata nelle cartiere della Sardegna. Il loro smaltimento nel secco avviene a seguito della erronea percezione comune del fatto che tali frazioni non possono essere recuperate insieme a fogli di carta e cartone di vario tipo. Per quanto concerne invece i tovaglioli usati con residui organici (sporchi di cibo) essi possono essere smaltiti con l umido mentre quelli senza tracce di cibo possono essere smaltiti nel circuito della carta. Solo i tovaglioli o scottex utilizzati congiuntamente a detersivi vanno invece smaltiti nel secco indifferenziato. E evidente quindi che la riduzione della frazione cellulosica può avvenire attraverso opportune campagne di sensibilizzazione volte alla disincentivazione del cittadino a smaltire le frazioni merceologiche nel secco indicando il corretto circuito di raccolta in cui inserire la carta utilizzata in ambito domestico (umido e/o carta) Discorso a parte è da effettuarsi per il tetrapack. Esso è infatti un materiale poliaccoppiato (carta+plastica+alluminio) utilizzato principalmente per produrre contenitori per latte, zuppe, succhi di frutta ed altri bevande in genere. Contrariamente a quanto si pensi il Tetrapack è riciclabile attraverso semplici operazioni non particolarmente costose. Esso può essere infatti inviato in particolari unità impiantistiche (pulper) delle cartiere dove si può separare il materiale cellulosico da plastica e alluminio che possono poi a loro volta essere inviati ai rispettivi circuiti di valorizzazione. Il materiale cellulosico risultante dall azione del pulper, viene usato invece, sempre in cartiera, per produrre carta riciclata. A conferma della fattibilità tecnico-economica del processo nel luglio 2003 é stato siglato il protocollo di intesa tra COMIECO (Consorzio di Filiera per il riciclaggio della carta Assocarta, Assografici e la Società TetraPak ( per lo sviluppo della raccolta differenziata dei cartoni per bevande su scala nazionale. Tale accordo riguarda tutti i cartoni per bevande post-consumo utilizzati in Italia. Questa frazione può quindi essere separata insieme alla carta previo accordo con la cartiera di riferimento (nella fattispecie quella di Santa Giusta). In Sardegna Pag.3/6
4 molti comuni hanno già aderito ad una iniziativa che prevede la separazione del tetrapack come si può verificare al sito Anche in questo caso l operazione sarebbe perseguibile quindi mediante opportune campagne di sensibilizzazione e attraverso la stipula di accordi tra il Comune e la cartiera di Santa Giusta per l accettazione di tale frazione. In definitiva è possibile ipotizzare con buon grado di attendibilità che tali misure possono determinare una significativa riduzione della carta cartone e tetrapack smaltito nel secco residuo ed essendo quest ultima un aliquota di quasi il 30% porterebbe da sola alla riduzione di quasi un terzo del secco residuo inviato a discarica. Legno e tessili Per il recupero del legno è necessario attivare la raccolta separata di tale frazione a livello comunale e procedere a stipulare le opportune convenzioni con il consorzio di filiera RILEGNO ( Esso opera con il fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi stabiliti di raccolta e recupero degli imballaggi di legno. Inoltre contribuisce ad avviare al recupero anche i rifiuti legnosi provenienti dal circuito cittadino, come mobili rotti, o altri beni durevoli e frazioni similari di legno. Il recupero avviene attraverso operazioni di riduzione delle dimensioni (triturazione etc.) e riconformazione in forma di pannelli di truciolare da re-immettere sul mercato del mobile. Attualmente in Sardegna non esistono piattaforme convenzionate col RILEGNO ma appare opportuno sottolineare che una qualunque delle falegnamerie presenti nella zona industriale di Villacidro potrebbe, con sostenibilissimi investimenti, dotarsi delle necessarie infrastrutture per operare il riciclo dl legno e stipulare convenzione con il consorzio RILEGNO. Spetterebbe poi al Comune stipulare le opportune convenzioni con la piattaforma convenzionata. L operazione appare sicuramente fattibile e foriera anche di nuove occasioni occupazionali. Per quanto concerne i tessili che si rinvengono nel legno si tratta principalmente di stracci e indumenti usati. Per quanto concerne gli stracci è difficile prevedere un recupero ma per quanto riguarda gli indumenti sarebbe opportuno rendere attivo il comune nel loro recupero separato e nell invio della frazione separata ad Enti Umanitari quali Caritas o simili per il loro riutilizzo. E necessario a tal fine però attivare la raccolta separata a livello comunale di tale frazione anche con semplici campagne di sensibilizzazione volte a indicare gli enti o i punti presso cui conferire gli indumenti usati. Anche l organizzazione di un mercatino delle pulci della domenica mattina potrebbe costituire un occasione di riciclo e recupero di molte di queste frazioni. Vetro e inerti La raccolta differenziata del vetro è già attiva a livello Comunale e pertanto la sua presenza nel secco indifferenziato è dovuto ad una inefficienza di separazione a monte. Tale inefficienza si può limitare solo attraverso opportune campagne di sensibilizzazione volte a educare il cittadino allo svolgimento di una efficace raccolta differenziata del vetro. Per quanto concerne gli inerti si tratta molto spesso di sfridi di piccole demolizioni effettuate in ambito domestico che vengono erroneamente smaltite nel secco indifferenziato. Oltre a queste sono molto spesso presenti ceneri di combustione di caminetti, barbeque etc. La riduzione dei loro quantitativi può avvenire mediante campagna di sensibilizzazione ed implementazione di un eco-centro dove conferire gli sfridi di demolizione e le ceneri di Pag.4/6
5 combustione dei caminetti. Tale frazione è infatti recuperabile presso impianti di riciclo degli inerti che vengono poi utilizzati per produrre materiali utili per l edilizia o per sottofondi stradali. Plastica La plastica presente nel indifferenziato costituisce una frazione significativa di quest ultimo, circa il 30% in peso. Essa è ascrivibile quasi totalmente a piatti, bicchieri e posate di plastica e contenitori di alimenti quali vasetti di yogurt, formaggi etc. Le materie plastiche che ad oggi sono oggetto di raccolta differenziata sono quelle considerate imballaggio : le bottiglie delle bevande, i flaconi dei detersivi, gli involucri in nylon, i contenitori di generi alimentari, etc. Si tratta di prodotti per i quali le imprese produttrici sono obbligate a versare il Contributo Ambientale e che quindi vengono riciclati presso piattaforma convenzionate con il COREPLA ( E evidente quindi che la presenza di contenitori di materiale plastico nel secco è dovuta ad una inefficienza di separazione a monte riducibile solo attraverso opportune campagne di sensibilizzazione. Caso a parte costituiscono invece i piatti, bicchieri e posate di plastica. Poiché infatti i piatti, i bicchieri e le posate di plastica non sono imballaggi (in quanto non hanno le caratteristiche previste dall attuale normativa vigente), essi ai termini di legge vanno inseriti nel secco residuo, anche se sono dello stesso materiale di altri contenitori che, solo in quanto imballaggi, devono essere oggetto di riciclo. Il materiale di cui sono costituite le posate di plastica è il cosiddetto polistirolo cristallo, materiale di per sé riciclabile come le altre plastiche attualmente oggetto di raccolta separata. Il loro non recupero è dovuto quindi ad un semplice baco normativo che ne prevede lo smaltimento nel secco residuo solo in quanto non considerati imballaggi. La riduzione nel secco passa quindi attraverso una correzione del baco normativo che probabilmente avverrà entro brevi termini a livello nazionale. Nel transitorio è possibile però ridurre la presenza di questa frazione (posate di plastica) nel secco attraverso strategie integrate che prevedono: 1) la disincentivazione del ricorso all usa e getta attraverso opportune campagne di sensibilizzazione; 2) la stipula di accordi ad hoc con le piattaforme convenzionate COREPLA volte a far accettare anche queste frazioni insieme alla plastica. Nella fattispecie la plastica attualmente separata a livello Comunale è inviata ad una delle piattaforme convenzionate col COREPLA riportate in Tabella 2 per poi essere inviata alla Granuplast Srl, Società Lombarda che ha uno stabilimento anche in zona industriale di Macchiareddu dove attualmente si producono granulati plastici a partire dalla plastica separata a monte. Tabella 2 Piattaforme convenzionate COREPLA presso cui si può inviare il rifiuto plastico prodotto a Villacidro Piattaforma COREPLA SO.MA Ricicla ASA convenzionata Ubicazione Assemini Isili Pag.5/6
6 Si tratterebbe quindi, di sviluppare accordi tra comune e piattaforme convenzionate o direttamente tra comune e Granuplast per poter inviare a riciclo anche i piatti di plastica senza evidentemente richiedere alcun corrispettivo come avviene invece per i contenitori. In tal modo anche piatti e posate di plastica potrebbero essere riciclate e separate dal secco con notevoli benefici anche in termini di riduzione della sostanza organica putrescibile rinvenuta nel secco. La sostanza putrescibile presente nel secco è infatti principalmente costituita da residui di cibo adesi a piatti e posate di plastica. Ovviamente la separazione di piatti e posate usa e getta nella plastica richiederebbe una operazione di risciacquo con acqua che andrebbe incentivata mediante opportune campagna di sensibilizzazione. Sebbene questione più complessa delle altre anche la minimizzazione della plastica presente nel secco è possibile attraverso la messa a punto delle misure sopra mostrate. Metalli Essendo attiva la raccolta differenziata dei metalli è evidente che la loro presenza nel secco deriva da una inefficienza superabile solo con opportune campagne di sensibilizzazione. La loro presenza nel secco residuo è comunque quantificabile in una piccola percentuale e quindi rilevante ai fini della riduzione di questa frazione. Pannolini/assorbenti Anche questa è una frazione significativa del secco residuo quantificabile in circa il 10%. Questa frazione è difficilmente recuperabile e solo da poco sono in via di realizzazione impianti pilota per il loro riciclo. Questa è quindi una frazione difficilmente riciclabile. Tuttavia esistono sul mercato pannolini prodotti in materiale biodegradabile o pannolini lavabili il cui utilizzo ridurrebbe in maniera significativa la loro presenza nel secco residuo. La riduzione di questa frazione nel secco può avvenire quindi in misura relativamente efficace solo attraverso opportune campagne di sensibilizzazione volte ad incentivare l utilizzo di pannolini lavabili e riutilizzabili o biodegradabili. Stima delle potenziali riduzioni Tenuto conto del fatto che l attuale performance del Comune di Villacidro nella raccolta differenziata si attesta attorno al 55-60% si può stimare che, ponendo in essere le misure sopra elencate, si potrà drasticamente ridurre la quantità di secco indifferenziato prodotto e portare la raccolta differenziata ad efficienze di separazione a monte del 75-80%. L aliquota residua comunque prodotta potrà essere ulteriormente valorizzata, in termini di ulteriore recupero di materiali, mediante impianti di trattamento bio-meccanico da realizzarsi ad hoc in zona industriale di Villacidro. Pag.6/6
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