LA GESTIONE DEL RISCHIO GLOBALE NEGLI STUDI MEDICI E ODONTOIATRICI. Torino Novembre 2005
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- Federico Fantoni
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1 LA GESTIONE DEL RISCHIO GLOBALE NEGLI STUDI MEDICI E ODONTOIATRICI Torino Novembre 2005 Ordine Ordine dei dei Medici Medici Via Via Caboto Caboto Torino Torino
2 Presentazione di un modello pratico di documento di Valutazione del Rischio Dr. Dr. Pierfranco PierfrancoGARLANDA Responsabile Responsabile Servizio Servizio Prevenzione Prevenzione e Protezione Protezione -ASL -ASL 5 di dicollegno (TO) (TO) LINEE GUIDA ISPESL PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO APPLICAZIONE ALLE ALLE STRUTTURE DEL DEL S.S.N. S.S.N.
3 Servizio Prevenzione e Protezione ASL 5 D.Lgs. 626/94 DISPOSIZIONI GENERALI art. art. 1 inclusione di di tutte le le aziende (pubbliche e private) art. 2 definizione di di Datore di di lavoro art. art. 3 misure generali di di tutela art. 4 valutazione dei rischi obblighi del del Datore di di Lavoro, dei dei Dirigenti e dei dei Preposti antincendio, pronto soccorso, evacuazione, protezione civile art. art. 5 obblighi dei dei lavoratori
4 art. 2 definizione di Datore di lavoro Servizio Prevenzione e Protezione ASL 5 DATORE DI LAVORO E E IL SOGGETTO TITOLARE DEL RAPPORTO DI LAVORO CON IL LAVORATORE O IL SOGGETTO CHE HA LA RESPONSABILITA DELL IMPRESA IN QUANTO TITOLARE DI POTERI DECISIONALI DI SPESA
5 SIGNIFICATO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO (ex art.4 D.lgs 626.) l insieme di tutte quelle operazioni necessarie per la Stima del Rischio di esposizioneai pericoli per del la sicurezza e la salute del personale, in relazione allo svolgimento delle lavorazioni Fortunatamente un ambulatorio medico non è un circo..! Il D.lgs 626 si riferisce agli ambienti di lavoro ed alla prevenzione infortuni per il personale dipendente.
6 Se siete un libero professionista che lavora da solitario nel suo studio avete una responsabilità professionale oltre che sul paziente, sulla sicurezza dell ambiente e sulla strumentazione che utilizzate nello svolgere la vostra attività professionale..è quindi consigliabile valutare i i rischi presenti nell ambulatorio.perché solo conoscendoli e possibile poi pensare a come eliminarli!!
7 Se nel Vs studio vi fate coadiuvare da personale infermieristico, tecnico e/o amministrativo.allora siete ai sensi del D.lgs 626 un Datore di Lavoro.e come tale siete anche responsabile della sicurezza del posto di lavoro in cui il vostro personale dipendente opera E E per voi obbligatorio valutare i i rischi residui e redigere un programma di di lavoro per eliminarli
8 La Valutazione del Rischio èuna operazione complessa che richiede per ogni ambiente o posto di di lavoro considerato, una serie di di operazioni, successive e conseguenti tra loro q Identificare le sorgenti di rischio (pericoli) presenti nel ciclo lavorativo; q Individuare i potenziali rischi di esposizione correlati ai pericoli. in relazione allo svolgimento delle lavorazioni; q Stimare l entitl entità dei rischi di esposizione ovvero, i possibili danni o incidenti che ne potrebbero derivare.. per il dipendente e per il paziente!!
9 La Valutazione del Rischio èuna operazione complessa che richiede per ogni ambiente o posto di di lavoro considerato, una serie di di operazioni, successive e conseguenti tra loro Identificare le sorgenti di rischio.. quali pericoli..sono presenti nel ciclo lavorativo?
10 La Valutazione del Rischio èuna operazione complessa che richiede per ogni ambiente o posto di di lavoro considerato, una serie di di operazioni, successive e conseguenti tra loro Individuare i potenziali rischi di esposizione correlati ai pericoli ai pericoli. in relazione allo svolgimento delle lavorazioni;
11 La Valutazione del Rischio èuna operazione complessa che richiede per ogni ambiente o posto di di lavoro considerato, una serie di di operazioni, successive e conseguenti tra loro Stimare l entità dei rischi di esposizione, ovvero, i possibili danni che ne potrebbero derivare.. per il dipendente e per il paziente!!
12 Pericolo Una situazione, una sostanza, un oggetto che, per le sue proprietà o caratteristiche, ha la capacità potenziale di causare un danno alle persone. Esempio 1: una bottiglia di Etere Etilico è un pericolo poiché il liquido in essa contenuto è facilmente infiammabile. Esempio 2: una siringa usata è un pericolo poiché mi posso pungere e infettare con il sangue.
13 Rischio E la probabilità che un pericolo possa provocare un danno alle persone ( lavoratore dipendente, paziente..) Esempio: il rischio che presenta una bottiglia di Etere Etilico èpiù elevato quando la stessa è lasciata aperta, e aumenta se l operatore lavora accanto alla fiamma da un becco bunsen..
14 Danno E la conseguenza dovuta all esposizione ad un pericolo al momento che questo concretizza la sua potenzialità e causa un infortunio o un incidente. Esempio: il danno si verifica quando, non attenendosi alle precauzioni indicate sull etichetta, l operatore fa infiammare l etere contenuto nella bottiglia, e ne resta ustionato.
15 Incidente E un evento imprevedibile, anomalo ed improvviso, che provoca un danno alle persone, Esempio: la bottiglia contenente Etere Etilico, anche se maneggiata con cura dall operatore, provoca un incidente nel momento in cui, scivolando dalle mani dello stesso, gli cade sul piede, si infrange e gli provoca una lesione
16 Questo processo di di valutazione attuato,, per ogni ambiente di di lavoro, consente al al valutatore di di formulare uno dei seguenti giudizi. 1. assenza di rischio di esposizione 2. presenza di esposizione controllata entro i limiti di accettabilità previsti dalla normativa 3. presenza di un concreto rischio di esposizione Non sussistono problemi connessi con lo lo svolgimento delle lavorazioni La La situazione deve essere mantenuta sotto controllo Si Si devono attuare i i necessari interventi di di prevenzione e protezione previsti dall art. 4 del D.lgs 626 / 94!!!!
17 LINEE GUIDA ISPESL PER PER LA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO D. L. L. vo 626/94 Linee Guida: criteri procedurali, che consentono un un omogeneo svolgimento delle varie fasi operative in in cui si si articola la la VALUTAZIONE DEL RISCHIO
18 LINEE LINEE GUIDA GUIDA ISPESL ISPESL PER LA PER LA VALUTAZIONE DEL DEL RISCHIO RISCHIO D. L. vo 626/94 D. L. vo 626/94 Sulla base delle indicazioni fornite dalle Linea Guida, il il Datore di di lavoro, in in la la collaborazione del Responsabile del Servizio di di Prevenzione e Protezione, del Medico Competente ed ed il il coinvolgimento dei lavoratori tramite i i Rappresentanti per la la sicurezza, attua le le varie fasi (1,2,3 ) di di rilevazione dei rischi e redige il
19 una relazione sulla valutazione dei rischi effettuata nei vari ambienti o posti di lavoro, comprendente anche i criteri adottati per la sua definizione; la descrizione delle misure di Prevenzione e di Protezione già attuate / operative, in coerenza con i risultati della valutazione del Rischio; il programma di interventi integrati di prevenzione e protezione (tecnica, organizzativa, sanitaria) che si intendono eventualmente attuare al fine di completare e/o ottimizzare la tutela della sicurezza e della salute.
20 La valutazione dei rischi viene abitualmente articolata esaminando in sequenza: RISCHI PER LA SICUREZZA dovuti a: Rischi di natura infortunistica Strutture, Macchine, Impianti Elettrici, Sostanze pericolose, Incendio esplosioni RISCHI PER LA SALUTE dovuti a: Rischi di natura igienico ambientale Agenti Chimici, Agenti Fisici, Agenti Biologici RISCHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE dovuti a: Rischi di tipo cosiddetto trasversale Organizzazione del lavoro, Fattori psicologici, Fattori ergonomici, Condizioni di lavoro difficili.
21 Sin qui si è visto.che cosa si deve fare Come tutto questo va fatto in pratica??
22 Procedura per la Valutazione del Rischio secondo Linee Guida -- ISPESL Fase 1: 1: identificazione delle sorgenti di di rischio presenti nel ciclo lavorativo Fase 2: 2: individuazione dei conseguenti potenziali rischi di di esposizione in in relazione allo svolgimento delle lavorazioni; Fase 3: 3: stima dell entità entità dei rischi di di esposizione connessi con le le situazioni di di interesse prevenzionistico individuate.
23 Fase 1: 1: identificazione delle sorgenti di di rischio. Viene attuata mediante una descrizione del ciclo lavorativo che viene svolto dal lavoratore dipendente nell unità produttiva presa in esame. A supporto della descrizione dell attività lavorativa svolta, dovranno essere reperite una serie di informazioni indispensabili:
24 Fase 1: 1: identificazione delle sorgenti di di rischio. Si Si dichiara la la finalità della lavorazione o dell operazione, con la la descrizione del processo tecnologico, delle macchine, impianti e apparecchiature utilizzate, delle sostanze impiegate e/o prodotte e di di eventuali intermedi; nella descrizione del ciclo tecnologico delle lavorazioni, devono essere considerate anche le le operazioni di di pulizia, manutenzione, trattamento e smaltimento rifiutied eventuali lavorazioni concomitanti la la destinazione dell ambiente di di lavoro (planimetrie del reparto di di lavoro, laboratorio, ambulatorio,magazzino etc.);
25 Fase 1: 1: identificazione delle sorgenti di di rischio. le le caratteristiche strutturali dell ambiente di di lavoro (superficie, volume, porte, finestre, rapporto tra superficie pavimento e superficie finestre, etc.); il il numero degli operatori e qualifica degli addetti alle lavorazioni e/o operazioni svolte in in quell ambiente di di lavoro le le informazioni provenienti dalla sorveglianza sanitaria la la presenza di di movimentazione manuale dei carichi e/o pazienti
26 Fase 1: 1: identificazione delle sorgenti di di rischio. La descrizione Valutazione del dei ciclo rischi lavorativo risulterà o essere tanto dell attività più completa operativa permetterà e corretta di avere quanto una visione d insieme delle lavorazioni e maggiore e dettagliata è l l delle operazioni svolte nell ambiente di lavoro informazione preso in esame sull ambiente e, di di lavoro raccolta durante questa 1 fase del processo tanto più completa e corretta quanto conseguenza, di poter eseguire un esame analitico per evidenziare eventuali sorgenti di rischio per la Sicurezza e la Salute del personale
27 Fase 1: 1: identificazione delle sorgenti di di rischio. Al Al termine della I fase il il valutatore dispone degli strumenti che gli consentono di di. Identificate le sorgenti di rischio che potenzialmente potrebbero provocare un rischio di esposizione di tipo; infortunistico, igienico o ambientale Viceversa non si prendono in considerazione quelle sorgenti di rischio che per loro natura o per modalità di struttura, impianto ed impiego non creano alcun rischio di esposizione.
28 Fase 2: 2: individuazione dei dei potenziali rischi di di esposizione..definire se la presenza di sorgenti di rischio e/o di pericolo, identificate nella 1 fase,..possa comportare nello svolgimento della specifica attività un rischio reale di esposizione per quanto attiene la Sicurezza e la Salute del personale dipendente (ma anche per utente / paziente dello studio) Per Per fare fare questo si si dovranno esaminare in in questa fase:..
29 Fase 2: 2: individuazione dei dei potenziali rischi di di esposizione. le modalità dell attività operative seguite nell espletamento In conclusione si deve individuare (es. manuale, automatica, strumentale) ovvero ogni dell operazione rischio (a ciclo di chiuso, esposizione in modo segregato o per comunque il il protetto); quale le modalità operative l entit quale entità delle le modalità lavorazioni in funzione operative dei tempi impiegati e delle quantità di materiali utilizzati esistenti non ne consentano una nell arco della giornata lavorativa; gestione l organizzazione pienamente dell attività: tempi controllata di permanenza esistenti non ne consentano una gestione pienamente controllata nell ambiente di lavoro; contemporanea presenza di altre lavorazioni; la presenza di misure di sicurezza e/o di sistemi di prevenzione - protezione, Identifico i Rischi Residui previste per lo svolgimento delle lavorazioni.
30 Fase 3: 3: stima dell entità entità dei rischi di di esposizione La stima del Rischio di esposizione ai fattori di pericolo residui ovvero ai rischi che permangono dall esame delle fasi precedenti (Fase I,II ).può essere eseguita applicando una o più delle seguenti modalità operative:
31 Fase 3: 3: stima dell entità entità dei rischi di di esposizione una verifica del rispetto dell applicazione delle norme di sicurezza alle macchine durante il loro funzionamento una verifica dell accettabilit accettabilità delle condizioni di lavoro, con uso di un algoritmo matematico che correla la probabilità di un evento con le conseguenze / danno che ne possono derivare.
32 Valutazione dei rischi Processo attraverso il quale si valutano, nella loro globalità, la probabilità (p) e la gravità (D) di possibili lesioni o danni alla salute in una situazione pericolosa per scegliere le adeguate misure di sicurezza. Infatti, il rischio (R) può essere quantificato sulla base della relazione R = p x D
33 SCALA DELLE PROBABILITA (p) Valore Livello Altamente probabile Probabile Poco probabile improbabile Definizioni/Criteri Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori. Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata nella stessa Azienda o in aziende simili o in situazioni operative simili. Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe alcun stupore in Azienda La mancanza rilevata può provocare un danno anche se non in modo automatico o diretto. E noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno. Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe una moderata sorpresa in Azienda. La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi. Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi. Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa. La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti. Non sono noti episodi già verificatisi. Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità.
34 SCALA DELL ENTITA DEL DANNO (D) Valore Livello Gravissimo Grave Medio Lieve Definizioni/Criteri Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale. Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti. Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale. Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti. Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile. Esposizione cronica con effetti reversibili. Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile. Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili.
35 Calcolo dell Indice di priorità (Ip) Ip= = R = p x D dove: p = valore di probabilità D = gravità o magnitudo del danno ricavati entrambi utilizzando le scale precedentemente esposte. A seconda dei risultati, si riporteranno nella scheda di valutazione le seguenti indicazioni di priorità: Ip > 8 Priorità assoluta 4 Ip 8 Priorità alta 2 Ip 3 Priorità media Ip = 1 Priorità bassa
36 p Assoluta: Azioni correttive inderogabili D Alta: Azioni correttive necessarie da programmare con urgenza Media: Azioni correttive e/o migliorative da programmare nel breve/medio termine Bassa: Azioni migliorative da valutare in fase di programmazione
37 Misure di prevenzione : tutti gli interventi ed accorgimenti che possono ridurre la probabilità che il pericolo si trasformi in rischio; quest ultimo, a sua volta, può essere diminuito riducendo la probabilità con cui l evento dannoso può verificarsi e/o la sua gravità o magnitudo. Infatti, il rischio èdato dalla relazione R = p x D, in cui sono coinvolte la gravità (D) dell evento dannoso e la probabilità (p) che questo si verifichi. PERICOLO PERICOLO RISCHIO RISCHIO DANNO DANNO Pertanto le misure di prevenzione CONCAUSE CONCAUSE DI DI RISCHIO RISCHIO PERSONALE PERSONALE ESPOSTO Pertanto le misure di prevenzione ESPOSTO MISURE MISURE DI DI PREVENZIONE PREVENZIONE MISURE DI PROTEZIONE MISURE DI PROTEZIONE servono a ridurre il il rischio.
38 Misure di protezione :..sono gli accorgimenti, gli interventi ed i dispositivi idonei a. proteggere gli operatori in caso di eventi dannosi e quindi sono idonee a ridurre i danni PERICOLO PERICOLO RISCHIO RISCHIO DANNO DANNO CONCAUSE DI RISCHIO CONCAUSE DI RISCHIO PERSONALE ESPOSTO PERSONALE ESPOSTO MISURE DI PREVENZIONE MISURE DI PREVENZIONE MISURE DI PROTEZIONE MISURE DI PROTEZIONE
39 PERICOLO RISCHIO DANNO CONCAUSE DI RISCHIO PERSONALE ESPOSTO MISURE DI PREVENZIONE MISURE DI PROTEZIONE
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41 Fase 3: 3: stima dell entità entità dei rischi di di esposizione una verifica delle condizioni di sicurezza ed igiene anche mediante acquisizione di documentazioni e certificazioni esistenti agli atti dell azienda una vera e propria "misura" dei parametri di rischio che porti ad una loro quantificazione oggettiva ed alla conseguente valutazione attraverso il confronto con indici di riferimento Tale misura è indispensabile nei casi previsti dalle specifiche normative (es.: rumore, amianto, piombo, radiazioni ionizzanti, cancerogeni,
42 Fase 3: 3: stima dell entità entità dei rischi di di esposizione Al termine di questa III FASE di STIMA del rischio di esposizione, sulla base dei dati ottenuti, desunti o misurati, si potrà procedere alla definizione del PROGRAMMA DI INTERVENTO (Tecnica -Organizzativa INTERVENTO (Tecnica -Organizzativa -Procedurale), secondo le le priorità indicate dall art. 3 del D. D. L. L. gs. 626/94
43 Le schede ISPESL strumento per la VALUTAZIONE DEL RISCHIO nelle strutture del SSN
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