AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE 2010 PAESI BASSI 1. QUADRO MACROECONOMICO

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1 Paesi Bassi

2 AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE PAESI BASSI 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento congiunturale e rischio Paese Nonostante l incertezza politica sulla composizione del nuovo Governo (le elezioni si sono tenute il 9 giugno ma alla fine di settembre ancora non é stato formalizzato un nuovo Gabinetto nonostante le numerose consultazioni e tentativi di coalizione avviati in questi mesi), c è tuttavia minore incertezza per quanto riguarda le misure di politica economica che il nuovo governo si troverà ad affrontare. Qualunque coalizione dovesse salire al potere, infatti, si troverà a fronteggiare la gestione degli effetti susseguenti alla crisi finanziaria internazionale del e dovrà incoraggiare la ripresa dell economia dalla profonda recessione degli anni passati alla ripresa (si spera continua). In ogni caso, le misure di stimolo messe in atto per far ripartire il sistema economico dovranno essere ridotte nell ottica di mettere sotto controllo la spesa pubblica che nel biennio di recessione è salita al livelli superiori a quanto i governi neerlandesi precedenti avessero mai visto o ipotizzato. Per questo motivo, qualunque coalizione formi il Governo, si troverà comunque a dover prendere misure estremamente impopolari come l innalzamento dell età pensionabile, aumenti nella quota di spesa sanitaria a carico dei privati, aumenti nei tassi di interesse per prestiti e mutui, tagli nelle spese pubbliche soprattutto per quanto riguarda il settore sociale, i lavori pubblici, il sostegno pubblico alle imprese. In generale si può affermare, con i maggiori analisti economici, che i Paesi Bassi (così come le maggiori economie sviluppate) hanno superato il punto più basso della crisi economica globale e si stanno avviando verso la ripresa. A differenza di quanto avevano previsto alcuni analisti l anno scorso, nel si è assistito ad una ripresa piuttosto modesta e dai risultati complessivamente più ridotti di quanto ci si attendesse. Questo trend è d uopo sottolinearlo non ha riguardato solo i Paesi Bassi ma quasi tutte le economie dei paesi occidentali, USA in testa, tuttavia ha fatto osservare un raffreddamento nelle previsioni ottimistiche che si andavano diffondendo tra gli analisti economici ai primi segnali di ripresa dalla crisi dei sistemi economici dei paesi industrializzati. Il risultato finale dipenderà poi anche dall andamento del commercio internazionale e dalla ripresa negli altri paesi. E cio sia perchè, in generale, ormai tutte le maggiori economie internazionali sono collegate tra loro (come la lezione della crisi finanziaria del ci ha dolorosamente insegnato) sia per effetto - in Europa - della moneta unica europea. Senza dimenticare che l economia dei Paesi Bassi si fonda in gran parte sul commercio internazionale, costituendo le importazioni e le esportazioni più della metà dell intero PIL del Paese. L Ufficio per l Analisi di Politica Economica (CPB), che costituisce l Ente consultivo indipendente del Governo olandese, nel suo recente rapporto Macro Economic Outlook 2011 (pubblicato il 22 settembre ), ha fornito un quadro aggiornato delle previsioni per il biennio

3 Andamento nel I semestre. L economia dei Paesi Bassi ha registrato una lieve ripresa nella crescita del PIL sia nel primo che nel secondo trimestre. Secondo i dati dell Ufficio Nazionale di Statistica olandese (CBS) nel I trimestre si è avuta una crescita molto limitata (solo dello 0,6% rispetto al I trimestre 2009) ma i dati sono più incoraggianti con riferimento al II trimestre, quando l economia ha visto una crescita del 2,2% rispetto allo stesso periodo del Come sottolinea il CBS, si tratta di dati che sia pur limitatamente incoraggiano un cauto ottimismo nelle previsioni di ripresa dell economia neerlandese dopo il biennio piuttosto desolante , quando l economia locale ha toccato i suoi minimi storici, generando dati persino peggiori di quelli degli anni della grande crisi degli anni successivi al Nel primo semestre si è registrata anche una ripresa delle esportazioni (+ 9,5% nel primo trimestre e +12,2% nel secondo trimestre), sia per i prodotti di origine olandese, sia per le riesportazioni (rispettivamente il 43,88% del totale delle esportazioni nel primo trimestre e il 43,40% del totale nel secondo) legate allo snodo logistico del Porto di Rotterdam. Anche le importazioni hanno registrato una crescita simile a quella delle esportazioni. Secondo il CBS sono cresciute infatti del 7% nel primo trimestre e del 14,1% nel secondo trimestre. Tali dati sul commercio internazionale sono particolarmente rilevanti per i Paesi Bassi che come accennato basano circa il 55-60% del loro PIL sui rapporti con l estero. L inflazione non presenta grossi problemi di crescita, essendosi attestata a +0,9% nel primo trimestre e a +1% nel secondo trimestre, con tassi più bassi di quasi tutti i paesi dell area Euro. Anche i consumi privati che l anno scorso avevano visto una forte flessione, dovuta alle incertezze dei consumatori rispetto al loro futuro economico e lavorativo, sono leggermente migliorati, passando da - 0,7% del primo trimestre a un + 0,1% del secondo trimestre (primo dato positivo dal 2008). Tale dato, sebbene modesto, è importante in quanto indice di una ripresa di fiducia dei consumatori e delle famiglie nel sistema economico. Era importante soprattutto un cambiamento di tendenza e secondo gli analisti soprattutto passare da un segno negativo ad uno positivo, cosa che in effetti si è verificata. Quello che ha preoccupato e preoccupa tuttora il Governo olandese è la disoccupazione. Secondo il CBS il tasso di disoccupazione, che nel 2009 si è attestato su base annua al +4,8%, nel I semestre ha registrato una crescita di poco più di un punto percentuale (dal 4,8% al 6%), in parte riassorbita nel II trimestre in cui si è registrato un tasso del +5,6%, ulteriormente in discesa a luglio (+5,7%) ed agosto (+4,9%). Come si vede, si tratta di numeri piuttosto ridotti ma che - in un economia aperta e soprattutto abituata a numeri molto vicini alla piena occupazione, caratterizzata inoltre da una legislazione molto garantista nei confronti delle fasce sociali deboli costituiscono un problema sia sociale sia per le finanze pubbliche. Per quanto riguarda infine la spesa pubblica, secondo gli ultimi dati disponibili CBS e riferiti al solo primo trimestre, è aumentata del 3,4% a livello di deficit in percentuale sul PIL mentre il debito pubblico (sempre nel I trimestre ) si è attestato al 61,9% sul PIL. I dati relativi all anno 2009 avevano visto un deficit del 5,3% (con un balzo rispetto al 2008 quando vi era stato addirittura un avanzo di bilancio pari a +0,7% sul PIL) e a livello di debito pubblico al 60,9% sul PIL. 3

4 Previsioni per il 2011 La CPB, nel suo Macro Economic Outlook 2011 (pubblicato il 22 settembre), ha dato le sue previsioni più aggiornate sull andamento dell economia dei Paesi Bassi per il biennio L andamento economico per l anno in corso si prevede che sarà caratterizzato da una fase di lieve ripresa economica, con un tasso di crescita stimato in +1,75% nel e di 1,5% nel Si tratta di una crescita definita esitante o timida dagli analisti, ma che in ogni caso è in linea o addirittura superiore, seppur di poco, alle stime di crescita previste per gli altri paesi dell area euro (per questi ultimi si prevedono tassi di crescita in media dell 1,75% nel e dell 1,5% nel 2011). Fino alla fine del 2011 comunque la crescita dell economia olandese sarà ancora al disotto del livello raggiunto nel I semestre 2008, quello immediatamente precedente allo scoppio della crisi mondiale. Secondo l analisi del CPB, poiché la tempistica e la profondità della recessione dell economia olandese sono stati determinati principalmente dagli sviluppi negativi dell economia e degli scambi internazionali, allo stesso modo, anche i tempi e la misura della ripresa dell economia olandese sarà inevitabilmente legata all andamento economico negli altri paesi e soprattutto essendo quella dei Paesi Bassi un economia fortemente improntata al commercio, a quello che sarà l andamento del commercio mondiale. Nel corso del biennio l istituto di analisi prevede un sostanziale aumento delle esportazioni olandesi, che costituiranno a giudizio del CPB la forza trainante della ripresa economica. Per il si prevede un aumento delle esportazioni sia per quanto concerne le riesportazioni (+16,75%) sia per le esportazioni dei prodotti made in Holland (+8,25). La situazione dovrebbe migliorare anche nel corso del 2011 in cui si prevede una crescita del 11,25% nelle riesportazioni e una più limitata crescita del 3% delle esportazioni dei prodotti nazionali olandesi. Entrambe le categorie di export olandese seguono l andamento del commercio mondiale, di cui si prevede un balzo in avanti del 9% nel, per poi continuare a crescere nel 2011 pur con un tasso ribassato al 5,25%. Per quanto concerne gli investimenti, mentre per il si prevede una loro decrescita pari al 5,5% (a causa degli effetti ancora perduranti della crisi del biennio appena trascorso), si prevede una loro seppur limitata ripresa nel 2011 ( +2,75%). Anche per i consumi privati, molto penalizzati dalla crisi, si prevede un loro timido aumento sia per il (0,5%) sia per il 2011 (+0,75%). Sul fronte occupazionale si prevede che il tasso di disoccupazione aumenterà nel prossimo biennio di una percentuale intorno al 5,5% sia per il che per il Sorprendentemente, però, considerando le profonde implicazioni della crisi finanziaria si tratta di tassi di disoccupazione tutto sommato limitati rispetto alle previsioni precedenti, sicuramente più pessimiste. Secondo gli analisti la limitata perdita di posti di lavoro è dovuta sia a fattori intrinseci al mercato (quali l alto tasso di produttività del lavoro prima della crisi, limitazioni nei pagamenti di bonus e nelle ore di straordinario) sia a fattori organizzativi del mercato del lavoro, come il forte aumento dei lavoratori autonomi in proprio (cioè senza dipendenti) che hanno visto aumentare considerevolmente il loro numero nel biennio della crisi e contemporaneamente hanno visto diminuire considerevolmente le loro entrate, assorbendo gran parte del crollo del Inoltre le misure messe in campo dal governo (quali il regime di disoccupazione parziale un modello simile ai nostrani contratti di solidarietà ) hanno ulteriormente attutito l impatto della crisi sull occupazione. Secondo il CPB, l occupazione 4

5 dovrebbe ridursi nel come conseguenza del forte calo nella produzione del 2009, ma a partire dall anno prossimo dovrebbe stabilizzarsi: il calo nei posti di lavoro pubblici e privati dovrebbe essere compensato da un sostanziale aumento dell occupazione nel settore sanitario e dell assistenza. Per quanto riguarda l inflazione, le politiche del Governo hanno cercato di tenerla del tutto sotto controllo e pare che vi siano stati risultati positivi, stimandosi un aumento dei prezzi molto contenuto, pari all 1,25% nel e all 1,5% nel Nel corso del il potere d acquisto delle famiglie è diminuito per la prima volta dall inizio della crisi e se ne prevede una (seppur modesta) diminuzione pari allo 0,5% nel e allo 0,25% nel Gli esperti del CPB tuttavia avvertono che il calcolo statistico sul potere d acquisto non tiene conto di alcuni fattori ulteriori, quali la perdita dei posti di lavoro che si è prodotta, la diminuzione del lavoro straordinario, la perdita di bonus ecc. che potranno incidere in maniera più sfavorevole su alcuni gruppi di famiglie. Il deficit dello stato olandese è stimato al 5,8% sul PIL per il. Questo ampio disavanzo (ben superiore al parametro del 3% del Patto di Stabilità e Crescita UE) è dovuto in parte alle minori entrate fiscali dovute al crollo della produzione e degli scambi nel 2009 e in parte alle maggiori spese pubbliche derivanti dal pacchetto di stimolo dell economia messo in campo dal governo olandese per ammortizzare gli effetti della crisi globale, che toccherà la sua massima espansione quest anno, per poi scendere in maniera sostanziale nel 2011, anno nel quale si prevede una diminuzione del deficit statale al 3,9%. Parte dell aumento del deficit per il è stato causato inoltre dall aumento delle spese per l assistenza sanitaria. Il miglioramento del deficit non sarà però sufficiente secondo gli analisti ad impedire un ulteriore aumento del debito pubblico, stimato al 64,5% sul PIL nel e al 66,2% nel Proprio l andamento negativo dei conti pubblici ha spinto il governo a programmare misure restrittive per il prossimo biennio. Nel progetto di Finanziaria 2011, presentato dal governo uscente (ma ancora in carica fino alla formazione del nuovo) il 21 settembre, sono stati previsti tagli alla spesa pubblica per una somma pari a 1,8 miliardi di euro. La legge finanziaria risente chiaramente del fatto che essa è stata elaborata da un governo che detiene, allo stato attuale, solo un numero molto limitato di seggi in Parlamento (la cui composizione è stata nettamente modificata dagli ultimi risultati elettorali) ed è quindi stata, per forza di cose, improntata ad adottare quei correttivi finanziari che fossero giudicati incontrovertibilmente necessari. Pur in questo contesto, la legge finanziaria è apparsa piuttosto coraggiosa, proponendo una manovra molto restrittiva della portata sopra ricordata. I principali tagli previsti ricadono soprattutto nelle seguenti voci di bilancio: spese della Pubblica Amministrazione (moderazione salariale, riduzione dell organico), attività rivolte all integrazione delle minoranze, sussidi per gli asili nido, riduzione del sostegno pubblico alle imprese. Nuovi o aumentati introiti sono stati invece previsti con riferimento a: oneri per l assistenza sanitaria, aumenti delle accise sui tabacchi e delle multe per infrazioni del codice stradale. A seguito di questi interventi, per il 2011, il deficit pubblico dovrebbe rimanere entro il 4% del PIL e il debito pubblico dovrebbe attestarsi ai 406 miliardi (66% del PIL). Il nuovo Governo senz altro (secondo tutti gli istituti di previsione economica) dovrà forzatamente continuare sulla strada del rigore per poter tenere sotto controllo la spesa pubblica e permettere un ripristino del corretto funzionamento del mercato e nel contempo rientrare 5

6 nei parametri del Patto di Stabilità e Crescita Europea (3% annuo di deficit pubblico e 60% del debito rispetto al PIL) che sono stati giocoforza violati nel periodo più basso della crisi per permettere un maggiore intervento pubblico in economia. DATI MACROECONOMICI EIU Economist Int. Unit OCSE CPB Variazioni % * 2011 ** * 2011 ** * * 2011 ** PIL +1,9-3,9 + 1,5 + 1,1 2,0-4 1,2 2,0 1,9-3,9 +1,7 5 +1,5 Inflazione 2,5 1,2 1,1 1,0 2,2 1,0 0,9 1,4 2,5 1,2 1,25 1,50 Disoccupa zione 3,8 4,8 5,7 5,6 2,7 3,4 4,6 4,8 3,8 4,8 5,5 5,5 Esportazi oni Importazi oni Consumi Privati 2,8-7,9 8,7 2,4 2,7-8,2 9,6 7,0 1,2-9,2 3,4-8,5 9,3 1,6 3,7-8,7 9,0 6,9 3,3-10,3 1,1-2,5 0,6 0,7 1,3-2,5 0,5 1,3 1,1-2,5 0,5 0,75 Rapporto deficit/pi L + 0,7-5,3-6,1-5,1 12,7 5 11,2 5 7,5 0,7-5,3-6,4-5,4 0,6-5,4-5,8-3,9 6 Debito/PI L 58,2 60,9 65,4 68,9 n.d. n.d. n.d. n.d. 58,2 60,8 64,5 66,2 Fonti: EIU Economist Intelligence Unit (Settembre ), OCSE (maggio ), CPB (settembre ) (*)stime; (**) previsioni. 6

7 Rischio Paese In Olanda il rischio Paese è estremamente ridotto, se non assente. I Paesi Bassi, infatti, oltre ad essere parte integrante del mercato unico europeo e a rientrare nel novero degli Stati che hanno adottato l Euro, sono tra i Paesi economicamente e socialmente più sviluppati (l aggiornamento 2009 del rapporto sull indice di sviluppo umano dell ONU colloca l Olanda al sesto posto nel mondo) e tra quelli con il reddito pro-capite più elevato ( UDS nel 2009, fonte World Bank). Quanto sopra è riconosciuto sia nelle valutazioni delle agenzie di rating (le maggiori Agenzie di rating assegnano ai Paesi Bassi una valutazione pari ad AAA, cioè nessun rischio) sia in quelle delle agenzie di assicurazione del credito all esportazione (la SACE, nella Country Risk Map di marzo pone i Paesi Bassi in classe L1 (cioè quella a minor rischio) e, in relazione all atteggiamento assicurativo, non pone alcuna restrizione. b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri Il sistema economico dei Paesi Bassi vanta un elevato tasso di apertura. Il commercio internazionale, che nel 2009 ha mobilizzato risorse per un valore pari al 102,17% del PIL, è il principale motore dell economia del Paese (esportazioni: 54,09% del PIL; importazioni: 47,91% del PIL). Secondo le previsioni della Banca Centrale olandese la crescita totale prevista per il sarà da attribuire alle esportazioni. Le esportazioni olandesi di beni risultano essere più o meno in linea con i movimenti di merci a livello mondiale. Dopo un previsione di contrazione del 9,5% pronosticata per il 2009, le esportazioni di beni dovrebbero crescere del 6% nel. Le riesportazioni sembrano promettere un tasso di crescita superiore rispetto ai beni prodotti nel mercato domestico, sia nel 2009 che nel. I Paesi Bassi contano inoltre una rilevante presenza di gruppi e imprese estere che hanno stabilito nel territorio nazionale sedi centrali di holding o filiali (di produzione, di vendita, di marketing, di servizi, ecc.). L apertura dell economia olandese implica peraltro una marcata sensibilità alle oscillazioni della congiuntura internazionale. La particolare sensibilità dell economia olandese al trend economico globale riceve conferma dalle stime macroeconomiche sui Paesi Bassi per il 2009, riportate nei paragrafi precedenti, con particolare riguardo alle ricadute fortemente negative sul PIL olandese riconducibili alla contrazione del commercio internazionale. Allo stesso modo, come già sopra anticipato, le prospettive di crescita dell economia nel (prevista nell 1%) vanno ascritte interamente alla ripresa degli scambi commerciali. Dati generali sull interscambio Paesi Bassi Mondo (gennaio-giugno ) Secondo i dati resi noti dal CBS relativi al I semestre, il valore delle esportazioni verso il resto del mondo, inclusi i prodotti energetici, ha raggiunto la cifra di 178,25 miliardi, mentre il valore dei beni importati é stato di 160,73 miliardi. Ciò si è tradotto in un avanzo della bilancia commerciale di 17,53 miliardi (16,78 mld nel I semestre 2009). Il tasso di copertura delle importazioni é stato pari al 110,91% (110,8% nel 2009). 7

8 Le esportazioni olandesi verso i Paesi dell'unione Europea aumentano da 113,09 mld del I semestre 2009 a 133,30 mld (+15,16%) dello stesso periodo del, mentre le importazioni aumentano da 63,1 mld a 87,70 mld (+27,61%). Le importazioni dai Paesi UE valgono per il 54,57% del totale, mentre le esportazioni toccano il 74,78%. Il valore complessivo dell interscambio olandese con i Paesi UE nel I semestre - è pari al 74,78% del totale, in leggera diminuzione rispetto al I semestre 2009 (75,55%). Tali dati confermano il rilievo preponderante dei rapporti commerciali con l Unione Europea, con cui i Paesi Bassi sviluppano un surplus commerciale di 45,60 miliardi, sebbene la quota dell interscambio con i Paesi UE accusi un leggero ridimensionamento rispetto al resto del mondo. Nei periodi comparati (I semestre I semestre 2009) le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate del 10,50%, mentre quelle verso il Giappone del 20,67%. L export verso la Cina registra una crescita pari al 19,81%. L export totale verso l Asia invece registra una crescita del 19,35%. Le importazioni dagli Stati Uniti segnano + 4,52%; dal Giappone +18,01%; dalla Cina +26,80%; dall Asia in generale +22,78%. Persistono pertanto i deficit commerciali sia verso l area nord-americana ( 4,5 mld) sia verso i Paesi asiatici ( 19,5 mld), in quest ultimo caso alimentati in particolare dal disavanzo nei confronti di Cina ( 10,7 mld) e Giappone ( 2,8 mld). I dati relativi all interscambio con l area asiatica e, in particolare, con la Cina ci ricollegano al tema delle riesportazioni (ossia le merci importate da Paesi extraeuropei e riesportate verso altre destinazioni europee) e con la loro incidenza sul valore complessivo dell export olandese. Infatti i Paesi Bassi fungono da ingresso comunitario e centro distributivo, grazie soprattutto all attività commerciale del Porto di Rotterdam, per le merci provenienti da Paesi terzi. Tali prodotti, all'arrivo in territorio olandese, vengono importati e sdoganati e, senza effettuare una distinzione tra "origine" e "provenienza", il loro successivo inoltro in altri Stati europei viene conteggiato come "export olandese" nelle analisi del locale Ufficio Centrale di Statistica (pur in assenza di qualsiasi intervento modificativo da parte di aziende del Paese). Quindi, una quota rilevante delle esportazioni olandesi sono prodotti importati nei Paesi Bassi, successivamente riesportati senza alcuna ulteriore lavorazione. Tale passaggio, peraltro, alimenta un cospicuo mercato legato ai servizi commerciali, logistici, assicurativi, bancari, ecc. I settori maggiormente interessati dal fenomeno delle riesportazioni sono la meccanica (apparecchiature elettriche ed elettroniche come elettrodomestici e computers) e mezzi di trasporto. Questi due comparti incidono per circa il 50% del valore totale delle riesportazioni. Circa il 90% delle macchine elettriche ed elettroniche esportate sono state importate prima di essere riesportate. Il contrario avviene per i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco. 8

9 Principali prodotti importati nei Paesi Bassi gennaio-giugno Valore import (1000 euro) Import totale gennaio-giugno Variazione 2009/ Import totale ,30 Industria meccanica e mezzi di trasporto ,51 Macchine per ufficio (inclusa l informatica) ,96 Telecomunicazioni ,58 Macchine elettriche ,64 Mezzi di trasporto ,32 Macchinari per l industria ,82 Meccanica generale ,66 Chimica ,50 Chimica organica ,88 Prodotti farmaceutici ,61 Agricoltura e industria alimentare ,97 Bevande ,40 Ortofrutticoli ,69 Prodotti energetici ,83 Prodotti petroliferi ,57 Industria manifatturiera ,71 Apparecchiature scientifiche ,62 Calzature ,47 Abbigliamento ,35 Tessili ,78 Prodotti in metallo ,28 Carta, articoli in carta ,34 Arredamento ,56 Fonte: dati CBS giugno 9

10 Principali prodotti esportati dai Paesi Bassi gennaio-giugno Valore export (Mln euro) Export totale gennaio-giugno Variazione 2009/ Export totale ,02 Industria meccanica e mezzi di trasporto ,46 Macchine per ufficio (inclusa l informatica) ,36 Telecomunicazioni ,45 Macchine elettriche ,67 Autoveicoli e mezzi di trasporto ,35 Macchinari per l industria ,18 Chimica ,66 Chimica organica ,97 Prodotti farmaceutici ,43 Materie plastiche ,15 Agricoltura e industria alimentare ,74 Carni e derivati ,58 Prodotti avicoli ,46 Ortofrutticoli ,87 Prodotti energetici ,67 Prodotti petroliferi ,51 Gas naturale ,57 Industria manifatturiera ,18 Apparecchiature scientifiche ,04 Fonte: dati CBS giugno Desideriamo evidenziare alcune informazioni che emergono dalla tabelle soprariportate. La bilancia commerciale olandese ha segnato un valore decisamente positivo, aumentando lievemente il surplus complessivo da 16,77 a 17,52 miliardi nel La meccanica, che rappresenta il 28,16% dell intescambio Paesi Bassi/Mondo, mantiene un bilancio in attivo per 2,27 miliardi. La riduzione degli scambi, che caratterizza l intero comparto, è più sensibile, per quanto riguarda le importazioni, nei settori dei macchinari per l industria, degli autoveicoli e dei mezzi di trasporto e della meccanica generale. Dal lato delle esportazioni, la flessione più marcata si registra nel settore degli autoveicoli e dei macchinari per l industria. 10

11 Il comparto manifatturiero, che vale per il 21,2% dell interscambio Paesi Bassi/Mondo, registra una flessione in linea con il dato generale. L interscambio Paesi Bassi/Mondo nel settore agroalimentare perde leggermente la propria incidenza sull interscambio totale, passando dall 10,54% del 2008 al 9,17% del 2009, e registra un attivo di 8,58 miliardi. ELENCO PRIMI 10 PARTNER COMMERCIALI OLANDESI Dati CBS -Ufficio centrale di statistica olandese - periodo: gen-giugno 2009 (gen-giugno ) PAESE EXPORT olandese % I 2009 I () PAESE IMPORT olandese % I 2009 I() GERMANIA 24,70 (24,56) GERMANIA 19,74 (22,26) BELGIO 11,23 (11,35) BELGIO 10,11 (11,76) FRANCIA 8,48 (8,04) STATI UNITI 8,80 (9,30) REGNO UNITO 8,45 (9,17) CINA 7,34 (10,02) ITALIA 5,40 (5,08) REGNO UNITO 6,18 (8,40) STATI UNITI 4,70 (4,41) FRANCIA 5,12 (5,52) SPAGNA 3,30 (3,46) RUSSIA 3,11 (5,12) POLONIA 1,89 (1,93) GIAPPONE 2,67 (3,25) SVEZIA 1,71 (1,80) ITALIA 2,34 (2,69) SVIZZERA 1,52 (1,48) SPAGNA 1,84 (2,86) Gli investimenti esteri I Paesi Bassi figurano a livello mondiale oltre che tra i maggiori paesi investitori, anche tra le principali mete di investimenti diretti esteri (IDE), grazie soprattutto alla presenza di multinazionali di economie emergenti, come l India, la Corea del Sud e la Cina e di Paesi industrializzati, che hanno stabilito in Olanda le proprie holding internazionali. Di seguito alcuni motivi di tale caratteristica. La posizione centrale dei Paesi Bassi, unita alla facile accessibilità e ad una rete infrastrutturale eccellente offrono alle aziende estere investitrici l opportunità di interagire sia con i Paesi dell Unione Europea che con i Paesi extraeuropei. La 11

12 tradizione storica di punto d incontro di rotte commerciali, la marcata propensione commerciale insieme alla vocazione all innovazione e alla creatività, costituiscono senz altro motivi validi di scelta su dove posizionare un operazione economica che guardi a tutta l Europa, sia che si tratti della sede centrale, sia di centri di servizi e di centri di assistenza ai clienti, sia come snodo delle operazioni logistiche e di trasporto o, infine, come sede di attività di innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico. Tale apertura della cultura economica olandese verso le relazioni internazionali comporta un vantaggio comparato per le aziende olandesi in termini di conoscenza e abilità nello sviluppo di opportunità d affari globalizzate. Logistica e infrastrutture Come abbiamo notato sopra, la logistica e le infrastrutture giocano un ruolo importante nell attrarre gli IDE. Il porto di Rotterdam è il terzo al mondo, mentre l aeroporto di Schiphol è ritenuto uno dei principali business hub d Europa. Inoltre i Paesi Bassi sono considerati uno dei paesi più informatizzati al mondo: da più di un decennio sono stati effettuati importanti investimenti nelle connessioni internet, nei sistemi di comunicazione via cavo e digitali ed è stata incentivata l adozione di tecnologie all avanguardia per quanto riguarda la telefonia, creando condizioni favorevoli per le aziende innovative. I Paesi Bassi figurano tra i paesi europei con la forza lavoro più formata e motivata. I professionisti e i tecnici si distinguono per il multilinguismo diffuso. Con riferimento al particolare settore dell IT, i Paesi Bassi sono considerati una location ideale per gli investimenti nel settore delle tecnologie informatiche, secondo una classifica che interessa le 66 economie più sviluppate, elaborata dall Economist Intelligence Unit. Nel 2009 l Olanda balza infatti dal decimo al quinto posto dopo Stati Uniti, Finlandia, Svezia e Canada nella classifica che tiene conto di fattori di competitività, quali la presenza di infrastrutture informatiche all avanguardia e di facile accesso, l offerta di supporto alla ricerca e sviluppo tecnologico, il sistema educativo favorevole allo sviluppo di figure professionali qualificate nel campo delle tecnologie informatiche e la presenza di personale tecnico altamente qualificato. In materia fiscale, da gennaio 2007 la normativa olandese ha portato la corporate tax al 25,5%, al di sotto della media europea. Inoltre, la tassazione dei dividendi è stata ridotta dal 25 al 15% ed è stata introdotta una facilitazione fiscale che riduce al 10% la tassazione sui redditi da operazioni innovative. A cio si aggiunga che il sistema fiscale è relativamente semplice. Dati sugli IDE dei Paesi Bassi Nel 2009 i flussi di investimenti diretti esteri in uscita, al netto dei disinvestimenti, è stato pari a 20,83 Mld. Nel 2008 i flussi di investimenti dai Paesi Bassi erano stati pari a 45 Mld. Il dato del 2009 degli IDE verso i Paesi dell UE registrano un dato pesantemente negativo passando dai 25 Mld del 2008 ai 2 milioni di euro con segno negativo. Il dato relativo all Italia resta invece estremamente positivo, in quanto il nostro Paese risulta essere, nel 2009, il secondo Paese target in assoluto, con un valore di IDE di 3,6 Mld., preceduto solo dalla Svizzera ( 12,25 Mld.). Al di fuori dell area comunitaria, abbiamo investimenti interessanti in Brasile ( 1,18 Mld.) Dopo i forti disinvestimenti nel settore finanziario che hanno interessato gli investitori di Spagna e Belgio in particolare e dopo il dato negativo complessivo del 2008 (- 5,2 miliardi) i flussi di IDE verso i Paesi Bassi nel 2009 hanno registrato il ritorno al dato positivo ( 23,43 Mld.). Tra i principali Paesi investitori si segnalano la Germania ( 8,652Mld.), la Svezia ( 9,75 Mld.) e il Regno Unito ( 3 Mld.). Tra i Paesi al di fuori dell area comunitaria la Svizzera 12

13 registra un valore positivo pari a 1,9 miliardi, il Canada a 2,09 miliardi, il Giappone a 1,08 Mld., mentre gli IDE dagli Stati Uniti subiscono una contrazione di 9,15 miliardi. IDE 2009 Stock (ultimo aggiornamento disponibile: settembre ). Secondo i dati resi noti dalla Banca Centrale olandese (DNB) riferiti al 2009, gli stock di IDE in entrata nei Paesi Bassi sono stati pari a 452 miliardi, riducendosi del 2,34% rispetto al Gli stock di IDE provenienti dall UE ( 277 miliardi) rappresentano il 61% del totale (62% nel 2008); gli IDE provenienti dall Eurozona rappresentano il 44% del totale (46% nel 2008). Gli Stati Uniti si confermano primo Paese investitore con 83 miliardi, pari al 18% del totale (21% nel 2008). Il primo Paese europeo investitore nei Paesi Bassi è il Regno Unito con 56 miliardi. Gli investimenti complessivi nell industria rappresentano il 46,76% del totale (45,96% nel 2008). In particolare materie prime, idrocarburi e chimica attirano il 24% degli investimenti (23,94% nel 2008); il settore agro-alimentare il 10% (9% nel 2008); la meccanica il 6,37% (6,09% nel 2008). Nell ambito del settore dei servizi, che rappresentano il 58% degli investimenti esteri (63% nel 2007), gli IDE nel settore bancario e assicurativo sono rimasti pressoche immutati, passando da 4,626 miliardi (2008) a 4,629 miliardi. Anche i servizi commerciali (10,32%) ridimensionano la loro quota sul totale degli IDE in entrata (9,10% nel 2008). Gli stock di IDE in uscita dei Paesi Bassi nel 2009 sono stati pari a 660 miliardi ( 635 miliardi nel 2008), valore che supera l ammontare del PIL (nel 2008 gli IDE in uscita equivalevano al 106,56% del PIL), attualmente il 115,43% del PIL con una maggiorazione dell 8,887% rispetto all anno precedente. L UE é la principale area di ubicazione degli stock di IDE in uscita (58,93 % del totale; 62,07% nel 2008). L Eurozona rappresenta il 41,12% del totale (44,38% nel 2008). Gli Stati Uniti ( 80,63 miliardi) già dal 2006 hanno ceduto la prima posizione come destinatario di IDE olandesi al Regno Unito, ma tornano a scavalcare il Belgio nella seconda posizione tra i Paesi destinatari. L Italia, che nel 2007 si posizionava al 9º posto come Paese destinatario degli IDE olandesi, retrocede alla decima posizione con investimenti pari a 19,4 miliardi. Il 51,36% degli IDE in uscita (50,68% nel 2008) riguarda il settore dell industria. Le materie prime, il petrolio e la chimica rappresentano il 30,87% (29,99% nel 2008); la meccanica il 7,20% (7,51% nel 2008); l agroalimentare l 9,14% (8,91% 2008). La quota dei servizi è scesa dal 49,32% al 48,64%: banche e assicurazioni dal 4,77% ( al 5,36% nel 2009); commercio dal 5,14% ( al 5,04% nel 2009); trasporti e logistica dal 5,47% al 5,35% del

14 Elenco dei primi 10 Paesi partner dei Paesi Bassi sotto il profilo degli investimenti (stock) Dati Banca Centrale olandese - periodo: 2009 (2008) Ultimo aggiornamento: settembre PAESE % su stock IDE nei Paesi Bassi PAESE % su stock IDE olandesi in uscita STATI UNITI 18,54 (21,53) REGNO UNITO 14,01 (13,77) REGNO UNITO 12,45 (13,39) STATI UNITI 12,21 (11,27) LUSSEMBURGO 10,47 (10,54) BELGIO 9,05 (10,09) FRANCIA 9,63 (9,91) GERMANIA 9,08 (10,31) BELGIO 8,02 (8,16) LUSSEMBURGO 6,89 (6,81) GERMANIA 7,36 (8,21) SVIZZERA 8,04 (6,83) IRLANDA 4,66 (4,58) FRANCIA 4,97 (5,42) SVIZZERA 3,65 (3,03) SPAGNA 3,95 (4,16) ANTILLE NL 2,16 (2,19) ITALIA 2,71 (3,15) GIAPPONE 2,36 (1,93) ITALIA (17^ posizione) 0,56 (0,64) Secondo i dati 2008 dell NFIA (Agenzia nazionale per gli Investimenti Esteri) relativi agli stock di IDE in entrata, le principali tipologie di attività oggetto degli investimenti esteri nei Paesi Bassi sono: dipartimenti di marketing e vendite; sedi europee di holding estere; centri di distribuzione per l Europa; unità di ricerca e sviluppo; unità produttive e di assemblaggio. 14

15 c) Andamento dell interscambio commerciale con l Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali La dinamica di crescita negativa degli scambi internazionali dei Paesi Bassi nel 2009 è confermata anche dai dati relativi agli scambi con l Italia, la quale, nella graduatoria dei principali Paesi fornitori, occupa la nona posizione, con una quota del 2,71% (3,15% nel 2008). L Italia pertanto vede erodere una parte, seppur ridotta, della propria quota di mercato. La flessione è comune ad altri partner europei, come il Belgio, secondo fornitore dell Olanda, la Francia e la Spagna, a vantaggio invece di alcuni partner extra-europei, come gli Stati Uniti, e Europei come la Svizzera che accrescono sensibilmente la propria quota di mercato. L Italia si conferma quinto Paese acquirente con una quota sul totale dell export olandese del 5,08 %, in diminuzione rispetto al dato del 2009 I semestre (5,40%). I dati relativi al I semestre (fonte CBS) indicano un valore dell import olandese dall Italia pari a milioni (+12,95% rispetto al I semestre 2009) e delle esportazioni olandesi verso l Italia pari a milioni (+10,63%). Persiste pertanto il forte surplus della bilancia commerciale a favore dei Paesi Bassi ( 5.471milioni), mentre il tasso di copertura delle importazioni italiane aumenta del 59% (passando da 102,60% a 252,99%). I settori che contribuiscono maggiormente al bilancio deficitario sono la meccanica ( milioni) il settore agroalimentare, le bevande e il tabacco ( milioni) i prodotti chimici e farmaceutici ( milioni) e il settore energetico (- 764 milioni) mentre il settore manifatturiero segna un leggero avanzo. Si conferma pertanto il tradizionale differenziale sfavorevole al nostro Paese, in buona parte dovuto al giá citato fenomeno delle riesportazioni e alla rilevante attività di distribuzione che caratterizza l economia olandese. I settori prioritari per l export italiano verso i Paesi Bassi sono il manifatturiero, con un valore di milioni (+ 5,56% rispetto al I semestre 2009); l industria meccanica e i mezzi di trasporto con 961 milioni (+3,84%); il settore della chimica e l industria farmaceutica con 662 milioni (+ 28,75%); l industria alimentare e le bevande con 413 milioni (+14,39%). Analizzando i singoli comparti, il manifatturiero, che comprende i settori tipici del made in Italy, vede ridimensionato il suo peso nell interscambio tra Italia e Paesi Bassi e rappresenta il 34,86% dell import dall Italia, rispetto al 37,82% del I semestre La crisi economica internazionale ha segnato pesantemente l andamento delle importazioni di manufatti già a partire dai mesi di novembre e dicembre del 2008, come le calzature (in forte calo già da ottobre 2008) e in modo meno accentuato l arredamento e la luminotecnica, i materiali da costruzione; i manufatti in metallo (inclusi tubi e profilati). Tra i settori più rilevanti per le importazioni dall Italia, si segnalano i seguenti dati: abbigliamento ( 200 milioni, + 10,55%); manufatti in metallo ( 127 milioni, -0,44%); calzature ( 99 milioni, +2,30%); industria tessile ( 176 milioni, +22,5%); prodotti dell industria della carta ( 67 milioni, + 4,27%); arredamento ( 46 milioni, +9,37%); prodotti in gomma ( 44 milioni, - 22,66%). 15

16 Il comparto della meccanica rappresenta il 26,89% dell import di prodotti italiani. Il dato indica complessivamente una perdita di peso rispetto al I semestre 2009, in cui rappresentava il 29.71%. La flessione delle importazioni olandesi di macchinari italiani nel 2009 è stata pari al 25,3%. Al riguardo va rilevato che la quota italiana sull import olandese nel comparto meccanico è scesa dal 2,28 % nel I semestre 2009 al 2%. Il dato risulta pertanto in linea rispetto alla performance della Germania (passata dalla quota del 18,46% nel I semestre 2009 al 17,08%) e in generale dei Paesi fornitori membri dell UE (passati dal 53,38% al 49,66%). Le voci più rilevanti per le importazioni olandesi dall Italia sono: apparecchiature per riscaldamento e refrigerazione ( 70,77 milioni, -5,63%; quota di mercato: da 8,08% a 7,36%); pompe e pompe idrauliche ( 82,13 milioni, -3,62%; quota di mercato: 8,54%); valvole ( 84,8 milioni, - 32,4%; quota di mercato: 8,8%); attrezzature per trasporto meccanico ( 64,4 milioni,+12,99; quota di mercato: 6,70 %); elettrodomestici ( 101,13 milioni, +5,57%; quota di mercato: 10,53%, 10,72% nel I semestre ); macchinari elettrici ( 200 milioni, + 4,41%%; quota di mercato:20,78 %, 20,90% nel I semestre ); macchine per la lavorazione dei metalli ( 14,14 milioni); macchine agricole ( 30,35 milioni, -7,58%); apparecchiature per telecomunicazioni ( 54,49 milioni, + 30%); macchine per ufficio ( 45,62 milioni, - 12,66%); autoveicoli, mezzi di trasporto e loro parti ( 159,86 milioni, + 21,56%). Si rileva in particolare una marcata flessione delle quote di mercato di alcuni comparti significativi per la meccanica italiana quali i macchine agricole e e apparecchiature per il riscaldamento e la refrigerazione. Ripresa rispetto agli altri anni degli elettrodomestici e macchinari elettrici, settori trainanti per l` Italia. Il settore chimico-farmaceutico rappresenta il 18,54% delle importazioni olandesi dall Italia. I settori più significativi per le importazioni olandesi sono: chimica organica ( 93,74 milioni, + 51,04%, quota di mercato: 14,14%); olii essenziali, resine e aromi ( 66,99 milioni, -8,36%, quota di mercato:10,10% ); materie plastiche ( 111,55 milioni); prodotti farmaceutici ( 278,15 milioni, +38,87%, quota di mercato 41,96%). Infine l import olandese agroalimentare (incluse le bevande) con un valore di 346 milioni, in controtendenza rispetto agli altri settori, ha segnato una crescita del 2,55% e rappresenta cosi l 9,70% dell import complessivo dall Italia. 16

17 Si segnala il buon andamento di alcune tra le voci più importanti, come: prodotti ortofrutticoli ( 102,30 milioni, +1,26%); bevande ( 61,12milioni +2,49); mentre altre voci segnano un dato negativo preparati vegetali ( 17,52 milioni, -58,22%). All interno del settore delle bevande, la voce relativa ai vini nel 2009 segna, sulla scia dei dati del 2008, un risultato positivo sia in termini assoluti ( 96,32 milioni) che relativi: le importazioni di vino italiano sono cresciute in 12 mesi del 10,92% rispetto al La crescita in volume è stata dell'11,82%. L'Italia si conferma pertanto terzo paese fornitore di vino dei Paesi Bassi, raggiungendo la quota di mercato dell'10,92% (9,47 % nel 2008), dopo la Francia (33,42%) e la Germania (14,01%) e prima della Spagna (8,45%). I settori in cui si concentra la maggior parte delle esportazioni olandesi verso l Italia e che contribuiscono maggiormente al surplus commerciale dei Paesi Bassi, sono i prodotti dell industria elettronica e meccanica (macchine per ufficio e apparecchiature informatiche e loro componenti, telecomunicazioni e autoveicoli). Le esportazioni verso l Italia infatti sono pari a milioni (+16% rispetto al I semestre 2009), pari al 30,79% dell export totale. Segue, in termini di valore, il comparto dei prodotti chimici ( milioni, pari al 19,61% del totale), che genera un saldo commerciale a sfavore dell Italia di milioni. Tra le voci maggiormente deficitarie spiccano la chimica organica, le materie plastiche e i prodotti farmaceutici. I prodotti dell industria manifatturiera, che producono un disavanzo a favore dell Italia di 431 milioni a livello di macrocategoria, contano un export complessivo verso il nostro Paese di milioni (18,67% del totale). Tra le voci più rilevanti in termini di valore, si cita il tessile e l abbigliamento, le calzature, i manufatti in ferro e acciaio, le apparecchiature medicali, gli strumenti di misurazione, i giocattoli e gli strumenti musicali che tra làltro presentano degli avanzi commerciali. L Italia è forte importatrice di prodotti agro-alimentari dai Paesi Bassi. Il valore delle esportazioni olandesi verso l Italia, nel I semestre, ha raggiunto milioni (17% dell export totale). Il deficit a sfavore del nostro Paese è stato di milioni. Le voci che incidono maggiormente sulla bilancia agro-alimentare sono le carni in generale e quelle bovine in particolare; i prodotti dell industria ittica; i prodotti lattiero-caseari; le piante e i fiori; l ortofrutta; i prodotti dell industria del tabacco. Investimenti diretti dall Italia verso i Paesi Bassi Per quanto concerne il settore degli investimenti diretti dall Italia verso i Paesi Bassi, gli stock nel 2009 sono leggermente diminuiti rispetto all anno precedente, scendendo dai milioni del 2008 ai del L Italia occupa il diciasettesimo posto quale Paese investitore in Olanda (0,56% sul totale). Gli investimenti complessivi italiani nei Paesi Bassi sono rivolti principalmente verso il settore commerciale (60,42%). 17

18 Distribuzione settoriale degli stock di IDE dall Italia ai Paesi Bassi (Mln. di Euro) Attività Ind. Alimentare Ind. Estrattiva e chimica Ind. Metallurgica ed elettrotecnica Altre att. Industriali Commercio Trasporti e Comunicazioni Banche e Assicurazioni Altri servizi Totale Fonte: Banca Centrale dei Paesi Bassi ultimo aggiornamento rilevato: settembre A livello di flussi, i dati relativi agli investimenti diretti italiani verso i Paesi Bassi nel 2009 indicano un dato pari a zero, ovvero un completo equilibrio tra investimenti e disinvestimenti. Investimenti diretti dai Paesi Bassi verso l Italia Nel 2009 gli investimenti olandesi diretti in Italia, a livello di stock, risultano pari a milioni ( mln nel 2008). L Italia risulta il decimo paese di destinazione degli IDE olandesi (2,71% del totale) e il settimo paese di destinazione tra i Paesi dell UE (6,58%). Quanto ai settori di destinazione, gli investimenti olandesi in Italia sono indirizzati verso i servizi in generale (54,92%) e in particolare i servizi commerciali (7,64%), e verso l industria (45,08%) e in particolare l industria meccanica ed elettrotecnica (22,92%), l industria alimentare (5,96%), l industria estrattiva e chimica (11,13%). Da notare in particolare i dati negativi relativi al settore bancario, che risentono del disinvestimento relativo alla Banca Antonveneta, come conseguenza del riassetto del gruppo bancario ABN Amro. In riferimento ai flussi verso l Italia, invece, il dato si conferma estremamente positivo, in quanto il nostro Paese risulta essere, nel 2009, il secondo Paese target in assoluto, con un valore di IDE di 3,6 Mld., preceduto solo dalla Svizzera ( 12,25 Mld.). 18

19 Distribuzione settoriale degli stock di IDE dai Paesi Bassi all Italia (Mln. di Euro) Attività Ind. Alimentare Ind. Estrattiva e chimica Ind. Metallurgica ed elettrotecnica Altre att. Industriali Commercio Trasporti e Comunicazioni Banche e Assicurazioni Altri servizi Totale Fonte: Banca Centrale dei Paesi Bassi ultimo aggiornamento rilevato: settembre Diverse aziende italiane di primaria importanza sono presenti nel mercato olandese, anche se tale presenza si caratterizza per la scarsità di unità produttive autonome. La quasi totalità delle aziende italiane operanti in loco, infatti, é rappresentata da imprese commerciali di importazione e distribuzione di prodotti italiani. A queste devono aggiungersi agenti e uffici di rappresentanza di imprese quali FIAT Auto, Iveco, Barilla, Ferrero, Segafredo, Luxottica e alcune holding finanziarie di importanti imprese italiane (ENI International Holding BV, ENEL Investment Holding BV, Pirelli Tyre Holding NV, Telecom Italia International NV). Va ricordata, inoltre, la presenza italiana nei settori del tessile-abbigliamento (Armani, Benetton, ecc.), della motorizzazione (Aprilia Nederland BV, Piaggio Benelux e Manuli Auto Holland.), dell ICT (Telecom Italia, Tiscali), dei servizi finanziario-assicurativi (Intesa-SanPaolo, Generali), dei trasporti (Merzario), del settore floro-vivaistico (Ciccolella) e dell energia (ENI ed AGIP). Quanto alle unità produttive italiane operanti nel Paese, si segnala la Danieli/Corus Technical Services B.V., joint-venture al 50% con sede a IJmuiden e la AGPO Ferroli, con sede a Breda, attiva nel settore delle apparecchiature per riscaldamento. Merita di essere ricordato che gli elevati costi della manodopera e dei terreni edificabili sono in generale alla base della difficoltà per le imprese italiane (al pari di quelle di molti altri Paesi) nel dislocare propri impianti produttivi nei Paesi Bassi. In ogni caso, la maggior parte delle unità censite (non sorprendentemente, data la chiara specializzazione commerciale della zona) é concentrata nell area compresa tra Amsterdam, Utrecht, l Aia e Rotterdam, nota come Randstad. Una percentuale più bassa di imprese é, invece, concentrata nelle province del Brabante Settentrionale e del Limburgo. In relazione, poi, alla presenza olandese in Italia, si segnalano: Shell, Akzo Nobel, Corus, ING Bank, Rabobank, Unilever, Heineken, Nutricia, Philips, Océ, Tnt Global Express, Agrico e DSM. 19

20 2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale Una breve premessa appare opportuna prima di analizzare i settori eventualmente interessanti per future iniziative promozionali. Sussiste, principalmente per i prodotti del settore agroalimentare, un problema di prezzo. Il prodotto italiano da esportazione é spesso un prodotto di qualità, indubbiamente competitivo rispetto a beni di analoga fascia, ma inevitabilmente più costoso rispetto a beni di fascia inferiore. Tale connotazione rappresenta una rilevante difficoltà in un mercato come quello olandese ove la domanda (soprattutto nel settore della grande distribuzione), in termini generali, considera l economicità del prodotto il criterio più significativo su cui basare gli acquisti. Al riguardo, pur constatandosi una tendenza al miglioramento (grazie ad un accresciuta disponibilità economica media e ad una migliore conoscenza della qualità del prodotto italiano), i tempi necessari per superare tale problematica non saranno rapidi. Un secondo ordine di problemi, in parte connesso a quello precedente, riguarda l accesso alla grande distribuzione attraverso la quale transita la vasta maggioranza dei beni di largo consumo commercializzati. Essa é caratterizzata in questo Paese da un sistema sostanzialmente oligopolistico che, da un lato, tende a comprimere i margini di guadagno dei fornitori e, dall altro, pretende certezza, celerità e continuità nelle forniture, oltre che notevoli capacità produttive. La grande distribuzione inoltre si avvale per gli acquisti di società specializzate (centrali di acquisto) che operano per conto di più soggetti, muovendosi autonomamente sui mercati di origine dei prodotti e trattando acquisti di grandi quantitativi di merce, soprattutto nel settore agro-alimentare. Tali aspetti rappresentano potenziali ostacoli per imprese di dimensioni medio-piccole che, come noto, costituiscono il tessuto di base del sistema produttivo italiano. Premesso quanto sopra, i settori nel cui ambito le aziende italiane potrebbero trovare interessanti opportunità d inserimento sono principalmente l industria alimentare e il comparto vinicolo, l abbigliamento, la calzatura e pelletteria, la chimica-farmaceutica, la cantieristica e la logistica. Settore agro-alimentare ed enologico Il settore alimentare (di grande rilevanza per gli scambi olandesi) pone grande attenzione al miglioramento qualitativo e all introduzione di nuovi prodotti. La Grande Distribuzione Organizzata tratta un crescente assortimento di prodotti italiani (paste alimentari, formaggi, insaccati, vini, olio extravergine, conserve sottolio, altre conserve alimentari). Parallelamente, cresce la presenza dei prodotti tipici italiani nei negozi specializzati. La rinnovata attenzione del consumatore locale per la cucina italiana offre ulteriori promettenti prospettive nel comparto dei vini italiani. In tale settore, infatti, il consumatore é disposto a spendere di più per acquistare vini di qualità superiore. Al tempo stesso, l immagine del vino italiano sul mercato olandese é decisamente migliorata negli ultimi anni, anche grazie ad una più diffusa conoscenza delle denominazioni di origine e delle varietà autoctone, all'azione informativa della stampa e alle campagne promozionali pubbliche e private. Secondo un indagine svolta dal "Productschap Wijn" (associazione di categoria settore vinicolo) sul consumo di vino nei Paesi Bassi, il consumo medio pro capite nel 2008 è salito a 21,6 litri 20

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