RAGGRUPPAMENTO: SADA PACKAGING S.p.A. ANTONIO SADA e Figli S.p.A. CARTESAR S.p.A.

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1 Cartesar - Antonio Sada e Figli - Sada Packaging AREA TEMATICA: IMBALLAGGI IN CARTONE ONDULATO TIPOLOGIA DI PRODOTTO: RAGGRUPPAMENTO: SADA PACKAGING S.p.A. ANTONIO SADA e Figli S.p.A. CARTESAR S.p.A. FOGLI IN CARTONE ONDULATO MICROONDA PER LA STAMPA DIRETTA IN OFF- SET Il sistema per ottenere il cartone ondulato, è quello di accoppiare tramite collante, tre o più strati di carta ad alcuni dei quali è stata data, precedentemente, una forma ondulata. Ad operazione finita, si ottiene un materiale rigido composito, utilizzabile in un ampia gamma legata soprattutto all imballaggio. Nella sua struttura più semplice, il cartone ondulato è costituito da due superfici piane o tese distanziate tra di loro da una superficie di carta ondulata, alla quale sono state unite mediante collatura. Avremo in tal caso un cartone ad onda semplice o ad una sola onda, più correttamente detto un cartone semplice. Per ottenere un assemblaggio più composito, fermo restando le due superfici piane esterne, all interno si aggiungerà un ulteriore onda divisa dalla già esistente superficie ondulata, da una terza superficie piana, detta foglio teso. Questi due sono i tipi di cartone ondulato più comunemente e diffusamente prodotti, e comunque sono fabbricati e commercializzati per usi specifici, strutture ondulate sia più semplici sia più composite. L obiettivo della nostra ricerca ha portato alla realizzazione di un processo in grado di produrre un cartoncino ondulato con le seguenti caratteristiche, non riscontrabili nei comuni cartoni ondulati: - foglio stampabile con superficie omogenea e dello stesso spessore per tutto il lotto da inviare in produzione; - completamente planare e privo di qualsiasi deformazione es. imbarcamenti; - spessore max di 1,2 mm; - indeformabile a seguito del processo di stampa off-set. Pag. 1 di 2

2 Cartesar - Antonio Sada e Figli - Sada Packaging Il progetto di ricerca, studiato e implementato dalle aziende Cartesar, Sada Packaging e Antonio Sada & Figli, ha permesso la produzione di fogli in cartone ondulato idoneo alla stampa diretta in off-set al fine di sostituire gli imballaggi in cartoncino teso con cartone in micro-onda. Tutto ciò permette di produrre con un minor costo e con migliori qualità tecniche. L imballaggio in cartone micro-onda garantisce al cliente finale di avere una confezione, prodotta utilizzando carte con grammatura più bassa, più performante in termini di resistenza allo schiacciamento e alle temperature. La stampa diretta sul cartoncino in micro-onda, permette di eliminare una fase produttiva in quanto la stampa avviene direttamente sul foglio già accoppiato, anziché solo sulla copertina esterna che dev essere successivamente unita alle altre carte che compongono il cartone ondulato. Pag. 2 di 2

3 Flex Packaging FLEX PACKAGING SpA AREA TEMATICA: RICICLAGGIO E OTTIMIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE DEGLI IMBALLAGGI FLESSIBILI TIPOLOGIA DI PRODOTTO: APPLICAZIONI PER IMBALLAGGI FLESSIBILI POLIACCOPPIATI DERIVANTI DA SCARTI E RESIDUI DI LAVORAZIONI Gli imballaggi flessibili costituiti da poliaccoppiati, per le loro elevate caratteristiche di duttilità, di resistenza e di molteplici e variegate applicazioni sia in campo alimentare che non, hanno avuto un grande sviluppo negli ultimi anni. La produzione è da anni costantemente in crescita. I film base per la realizzazione di detto prodotto sono costituiti da polipropilene, polietilene, poliestere, nylon ed alluminio che sono materiali con ampia possibilità di riutilizzo e riciclaggio allo stato puro che però diventa nulla allorquando gli stessi film sono accoppiati l uno con l altro sia mediante lavorazioni ad utilizzo di solvente che senza utilizzo di solvente. Il programma in oggetto si pone pertanto come obiettivi la ricerca di soluzioni per l ottimizzazione, anche logistica, ed il riciclaggio di detti film plastici post fase di accoppiamento. Si è partiti dalla ricerca delle migliori possibilità di selezione e di cernita dei residui di lavorazione ricercando innovazioni nella struttura di processo di lavorazione tali da consentire una migliore e più agevole successiva gestione degli scarti, soprattutto in tema di selezione per tipologia di accoppiato, che ha dato eccellenti risultati. Le innovazioni nella struttura del processo di lavorazione si sono concentrare essenzialmente su due filoni: la riduzione notevole dei solventi nella struttura del sandwich del prodotto finito con utilizzo di tecniche di lavorazione "solvent less" e l'indirizzo verso materiali sempre più leggeri al fine di ridurre l'incidenza degli scarti innanzitutto in valore assoluto. Inoltre è sono state studiate migliori soluzioni logistiche per la gestione dei residui di lavorazione al fine di ridurne l incidenza complessiva sia quantitativa complessiva che nella movimentazione corrente di lavorazione Il layout aziendale è stato aggiornato in funzione del raggiungimento degli obiettivi contenuti in quest ultima attività. Pag. 1 di 2

4 Flex Packaging Infine si sono ricercate le migliori applicazioni del prodotto ottenuto anche per utilizzi diversi dal packaging. Questa ricerca permette di ottenere risultati di tipo: ambientale in quanto si riduce la quantità complessiva degli scarti di lavorazione e contemporaneamente se ne favorisce il riciclaggio anche in forma diversa e per applicazioni alternative; e di tipo industriale: in quanto la ricerca c è un ottimizzazione di processo e di tipo logistico: in quanto si riduce l incidenza complessiva dei residui di lavorazione che, mediante la modifica della forma originaria, che agevola i tempi e le modalità di movimentazione. Pag. 2 di 2

5 Tecnocap SpA TECNOCAP S.P.A. AREA TEMATICA: IMBALLAGGI TWIST TIPOLOGIA DI PRODOTTO: MASTICE (GUARNIZIONE) PER CAPSULE Ricerca dei materiali Attualmente la maggior parte dei prodotti alimentari è commercializzata confezionata in diversi modi. La shelf-life di un alimento dipende, oltre che dalla composizione chimica del prodotto e della confezione, dalle condizioni ambientali, di ermeticità, di trasporto e di stoccaggio in cui è mantenuto. In particolare per i prodotti umidi e deperibili e le conserve, l imballaggio primario più utilizzato è il vaso di vetro a chiusura ermetica mediante capsula ad avvitamento o il contenitore metallico (banda stagnata) la cui ermeticità è garantita - oltre che dalla saldatura elettrica longitudinale, dalle aggraffature del fondo e del coperchio - dal materiale gommoso interposto ermetizzante, noto come mastice. L ermeticità della chiusura è un fattore fondamentale per la stabilità fisica, chimica e microbiologica dell alimento confezionato. Essa viene raggiunta non solo attraverso la forza meccanica di serraggio del tappo, ma anche attraverso la composizione chimica e le dimensioni fisiche della guarnizione depositata a forma di anello sulla parte interna del coperchio/fondello. Le guarnizioni più diffuse sono realizzate in polivinilcloruro (PVC), contenente di solito il 25-45% di additivi e sostanze plastificanti, aggiunti per rendere tale materiale flessibile, resiliente e più facile da maneggiare, in modo da soddisfare le più diverse esigenze applicative. Il mondo delle molecole impiegate dall industria del packaging a livello di plastificanti è complesso, ma soprattutto in continua evoluzione anche in relazione agli aggiornamenti legislativi. I plastificanti, come molte altre sostanze, sono soggetti ad una strettissima regolamentazione. Oggi ne esistono oltre 300 differenti tipologie, di cui circa utilizzati a livello industriale. I plastificanti più frequentemente ritrovati nelle guarnizioni in PVC sono l olio di soia epossidato (ESBO), gli ftalati (DEHP, DEP e DIOP), i sebacati, gli adipati, i citrati e i mono/di gliceridi acetilati. Tali sostanze presentano diverse caratteristiche di cessione (dal Pag. 1 di 3

6 Tecnocap SpA contatto tra l alimento e la guarnizione dei coperchi), e possono essere quindi assimilate dal consumatore. Elevati livelli di cessione di ESBO sono stati osservati per alimenti contenenti almeno il 4% di lipidi. Tali livelli di migrazione costituiscono un problema perché negli alimenti grassi regolarmente possono eccedere i limiti previsti dalla legge, stabiliti in base alla tolerable daily intake (TDI). Ridotti livelli di cessione sono stati riscontrati invece in prodotti acquosi come marmellate, miele e sottaceti. Sono state sviluppate negli ultimi anni nuove formulazioni di materiali a ridotta o eliminata presenza di ESBO introducendo additivi quali i poliadipati (PA), che sembrano essere una valida alternativa per guarnizioni in PVC. Risultati di test di migrazione su simulanti alimentari confermano che la migrazione dei poliadipati è molto più bassa se paragonata a quella di ESBO a parità di condizioni. I fenomeni di migrazione dipendono non solo dalla composizione chimica del plastificante o da eventuali trattamenti termici subiti, ma anche dalla composizione chimica dell alimento. In particolare l olio di cocco se utilizzato causa elevati livelli di migrazione, poiché è costituito da trigliceridi formati da acidi grassi a relativamente corta catena che riescono a penetrare meglio nel PVC rendendo la guarnizione più permeabile all ESBO. La formulazione della nuova guarnizione ha tenuto conto della composizione chimica molto variabile degli alimenti. Di contro, i poliadipati presentano però difficoltà di lavorazione: quando uniti alla polvere di PVC si ottiene una miscela altamente viscosa, che rende difficile posizionare un anello uniforme sulla capsula (il mastice risultante è ad alta viscosità e quindi difficilmente gestibile con la tecnologia attuale). La viscosità incrementa all aumentare della massa molecolare, per cui è molto difficile ottenere un materiale che abbia la minima capacità di migrazione. Per creare un compromesso sono state studiate formulazioni in cui i poliadipati sono stati diluiti con plastificanti a bassa viscosità, ad esempio l ESBO, il dibutil sebacato (DBS) ed altri viscodepressanti e plastificanti a basso peso molecolare. Test di cessione hanno mostrato per il DBS un elevato tasso di migrazione anche se presente in ridotte quantità in miscela. Pag. 2 di 3

7 Tecnocap SpA L ESBO ha mostrato livelli di migrazione più ridotti quando presente in combinazione con i PA. Rispetto a ESBO e PA, gli ftalati, invece, mostrano i più elevati valori di migrazione. Ulteriori studi hanno dimostrato che al diminuire della quantità di molecole di PA con peso molecolare inferiore ai 1000 Da si riducono i fenomeni di cessione. I poliadipati sono oligomeri e sono rientrano tra le classi di molecole non tossiche, perché caratterizzate da un elevato peso molecolare e ingombro sterico. Il rilascio delle molecole negli alimenti decresce all aumentare del peso molecolare del plastificante stesso; anche il livello di tossicità di tali molecole è legato ad un limite di peso molecolare (intorno ai 1000 Da). La ricerca è stata orientata verso plastificanti ad alto peso molecolare sostituendo l impiego di quelli a basso peso molecolare ad alto grado di migrazione. Pag. 3 di 3