Seminario Tecnico: cadute dall alto, linee vita e ancoraggi per la manutenzione in copertura
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- Muzio Lorenzi
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1 Ente Unico e Paritetico per la Formazione e la Sicurezza O.P.P. Edilizia della Provincia di Lecco in collaborazione con organizza: Seminario Tecnico: cadute dall alto, linee vita e ancoraggi per la manutenzione in copertura Lecco 21 ottobre
2 Argomenti Seminario Perché creare una linea vita D.L.vo 81 Testo Unico Fattori di rischio nei lavori in quota Analisi delle tipologie delle coperture L ancoraggio, analisi delle varie soluzioni La Norma UNI EN 795 Progetto e certificazioni Verifica e collaudi periodici Domande e discussioni Chiusura dei lavori mod.180_mag-2009-ed1 2
3 Statistiche 31_12_2010
4 di euro (nell anno 2010) Questo è il costo sociale ed economico dell insicurezza - dato Inail. mod.180_mag-2009-ed1 4
5 perché oggi parliamo di linee vita : Le cadute dall alto sono una importante causa di morte nel mondo del lavoro Nei primi 6 mesi del 2011 le morti per caduta hanno subito una preoccupante impennata. Ci sono norme che ci impongono di lavorare in SICUREZZA Sono indispensabili per ottimizzare l uso dei D.P.I. È un sistema economico per creare SICUREZZA in fase di manutenzione 5
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7 Normative sulla sicurezza BREVI ACCENNI STORICI mod.180_mag-2009-ed1 7
8 - anni 50: D.P.R. 547/55 e D.P.R. 164/56 Previsti obblighi di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori anni 90: D. Lgs. 494/96 (direttiva cantieri) recepimento di direttive comunitarie, introduzione di nuove figure professionali: 1. Coordinatore per la progettazione 2. Coordinatore per l esecuzione del lavori con funzioni di progettare e realizzare l opera in condizioni di sicurezza. estensione dell obbligo dei sicurezza per tutta la vita del fabbricato, attraverso un idonea progettazione, che individui i pericoli e le relative misure di prevenzione e protezione in riferimento alle manutenzioni successive Il D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008, ha abrogato le norme sopra citate, ma i principi ed i relativi obblighi sono stati riconfermati e sviluppati in questo nuovo Decreto Legislativo.
9 Normativa di riferimento Nazionale D.L. 81 DEL 9 APRILE 2008 TESTO UNICO E SUCCESSIVE MODIFICHE ED INTEGRAZIONI mod.181_mag-2009-ed1 9
10 Figure coinvolte nella sicurezza Art 22 (Obblighi del progettista) I progettisti dei posti e dei luoghi di lavoro e degli impianti rispettano i principi generali di prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro al momento delle scelte progettuali e tecniche e scelgono attrezzature, componenti e dispositivi di protezione rispondenti alle disposizioni legislative e regolamentari in materia. Art 23 (Obblighi dei fabbricanti e dei produttori) 1. Sono vietati la fabbricazione, la vendita, il noleggio e la concessione in uso di attrezzature di lavoro, dispositivi di protezione individuali ed impianti non rispondenti alle disposizione legislative e regolamentari vigenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. 2. In caso di locazione finanziaria di beni assoggettati a procedure di attestazione di conformità, gli stessi debbono essere accompagnati, a cura del concedente, della relativa documentazione. Art 24 (Obblighi degli installatori) Gli installatori e montatori di impianti, attrezzature di lavoro o altri mezzi tecnici, per la parte di loro competenza devono attenersi alle norme di salute e sicurezza sul lavoro, nonché alle istruzioni fornite dai rispettivi fabbricanti. 10
11 Riferito ai Sistemi Anticaduta: Dal Testo Unico ci giungono le indicazioni per realizzare i seguenti documenti: D.L. 81 del Testo Unico Progetto per la messa in sicurezza della copertura e per fornire informazioni a chi utilizzerà il sistema di protezione Relazione di calcolo per la verifica di tenuta degli ancoraggi e della struttura a cui si fissa la linea vita secondo UNI EN 795 mod.181_mag-2009-ed1 11
12 D.L. 81 del Testo Unico Art 15 Art 26 Art 90, 91 Valutazione rischi e compilazione relazione con descrizione modalità utilizzo sistema anticaduta Art 105 Art 111 Campo di applicazione Responsabilità e criteri di scelta Art 115 Alternativa ai Disp. di Protezione Collettiva Norme tecniche UNI EN 795 Calcolo e verifica strutturale Linee guida ISPSEL e norme UNI verifica periodica 12
13 D.L. 81 del Testo Unico Art 15 Art 26 Art 90 Valutazione rischi e compilazione relazione con descrizione modalità utilizzo sistema anticaduta Art 105 Art 111 Campo di applicazione Obblighi del datore di lavoro Art 115 Alternativa ai Disp. Protezione Collettiva Norme tecniche UNI EN 795 Calcolo e verifica strutturale Linee guida ISPSEL e norme UNI verifica periodica 13
14 MISURE GENERALI DI TUTELA (Art. 15 comma 1 D.Lgs 81/08) Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono La valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza e) La riduzione dei rischi alla fonte La priorità delle misure di protezione collettiva rispetto a quelle individuali n) l informazione e formazione adeguate per i lavoratori q) l istruzioni adeguate ai lavoratori ELABORATO GRAFICO CON LA DESCRIZIONE DEI RISCHI E DELLE MODALITÀ DI UTILIZZO DEL SISTEMA ANTICADUTA INSTALLATO
15 D.L. 81 del Testo Unico Art 15 Art 26 Art 90, 91 Valutazione rischi e compilazione relazione con descrizione modalità utilizzo sistema anticaduta Art 105 Art 111 Campo di applicazione Obblighi del datore di lavoro Art 115 Alternativa ai Disp. di Protezione Collettiva Norme tecniche UNI EN 795 Calcolo e verifica strutturale Linee guida ISPSEL e norme UNI verifica periodica 15
16 art.90 (D. Lgs 81/08) OBBLIGHI DEL COMMITTENTE O RESPONSABILE LAVORI NEI CANTIERI 1. il committente o responsabile dei lavori, nelle fasi di progettazione dell opera, si attiene ai principi generali e alle misure di tutela di cui all art.15 (omissis) in assenza del piano di sicurezza.(omissis)..o del fascicolo di cui all articolo 91, comma 1), lettera b)..(omissis)..è sospesa l efficacia del titolo abitativo. L organo di vigilanza comunica l inadempienza all amministrazione concedente. 11. (omissis) 16
17 art.91 D. Lgs 81/08 Obblighi del coordinatore per la progettazione 1. Durante la progettazione dell opera e comunque prima della richiesta di presentazione delle offerte, il coordinatore della progettazione: a) Redige il piano di sicurezza e di coordinamento b) predispone un fascicolo, adattato alle caratteristiche dell opera, i cui contenuti sono definiti all'allegato XVI, contenente le informazioni utili ai fini della prevenzione e della protezione dai rischi cui sono esposti i lavoratori, (omissis) 2. Il fascicolo di cui al comma 1, lettera b), e' preso in considerazione all'atto di eventuali lavori successivi sull'opera. 17
18 Normativa di riferimento Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 ALLEGATO XVI Fascicolo con le caratteristiche dell opera CAPITOLO II l individuazione dei rischi, delle misure preventive e protettive in dotazione dell opera e di quelle ausiliarie, per gli interventi successivi prevedibili sull opera, quali le manutenzioni ordinarie e straordinarie, nonché per gli altri interventi successivi già previsti o programmati.
19 D.L. 81 del Testo Unico Art 15 Art 26 Art 90 Valutazione rischi e compilazione relazione con descrizione modalità utilizzo sistema anticaduta Art 105 Art 111 Campo di applicazione Obblighi del datore di lavoro Art 115 Alternativa ai Disp. di Protezione Collettiva Norme tecniche UNI EN 795 Calcolo e verifica strutturale Linee guida ISPSEL e Norme UNI verifica periodica 19
20 art. 26 (D.Lgs 81/08) OBBLIGHI CONNESSI AI CONTRATTI D APPALTO O D OPERA O DI SOMMINISTRAZIONE 1. Il datore di lavoro omissis.. a) Verifica l idoneità tecnico professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi..omissis.. b) Fornisce agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività. 1. Nell ipotesi al comma 1, i datori di lavoro, ivi compreso i subappaltatori: a) Cooperano all attuazione delle misure di prevenzione. b) Coordinano gli interventi di protezione. Tutto questo porta all utilizzo del fascicolo dell opera, se occorre integrandolo come indicato nell allegato XVI, per fornire informazioni sui sistemi di sicurezza in uso. ELABORATO GRAFICO + LA DESCRIZIONE DEI RISCHI E DELLE MODALITÀ DI UTILIZZO DEL SISTEMA ANTICADUTA INSTALLATO
21 D.L. 81 del Testo Unico Art 15 Art 26 Art 90 Art 105 Art 111 Valutazione rischi e compilazione relazione con descrizione modalità utilizzo sistema anticaduta Campo di applicazione Obblighi del datore di lavoro Art 115 Alternativa ai Disp. di Protezione Collettiva Norme tecniche UNI EN 795 Calcolo e verifica strutturale Linee guida ISPSEL e norme UNI verifica periodica 21
22 NORME PER LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO NELLE COSTRUZIONI E NEI LAVORI IN QUOTA Art.105 Attività soggette 1. Le norme del presente capo si applicano alle attività che, da chiunque esercitate e alle quali siano addetti lavoratori subordinati o autonomi, concernono la esecuzione dei lavori di costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione, conservazione, risanamento, ristrutturazione o equipaggiamento, la trasformazione, il rinnovamento o lo smantellamento di opere fisse, permanenti o temporanee, in muratura, in cemento armato, in metallo, in legno o in altri materiali, comprese le linee e gli impianti elettrici, le opere stradali, ferroviarie, idrauliche, marittime, idroelettriche, di bonifica, sistemazione forestale e di sterro. Costituiscono, inoltre, lavori di costruzione edile o di ingegneria civile gli scavi, ed il montaggio e lo smontaggio di elementi prefabbricati utilizzati per la realizzazione di lavori edili o di ingegneria civile. Le norme del presente capo si applicano ai lavori in quota di cui al presente capo e ad in ogni altra attività lavorativa.
23 D.L. 81 del Testo Unico Art 15 Art 26 Art 90 Valutazione rischi e compilazione relazione con descrizione modalità utilizzo sistema anticaduta Art 105 Art 111 Art 115 Campo di applicazione Obblighi del datore di lavoro Alternativa ai Disp. Protezione Collettiva Norme tecniche UNI EN 795 Calcolo e verifica strutturale Linee guida ISPSEL e norme UNI verifica periodica 23
24 Art Obblighi del datore di lavoro nell'uso di attrezzature per lavori in quota D.L. n. 81 del 9 aprile 2008 (TESTO UNICO) e successive integrazioni 1. Il datore di lavoro, nei casi in cui i lavori temporanei in quota non possono essere eseguiti in condizioni di sicurezza e in condizioni ergonomiche adeguate a partire da un luogo adatto allo scopo, sceglie le attrezzature di lavoro piu' idonee a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure, in conformita' ai seguenti criteri: a) priorita' alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale; b) dimensioni delle attrezzature di lavoro confacenti alla natura dei lavori da eseguire, alle sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi. 2. Il datore di lavoro sceglie il tipo piu' idoneo di sistema di accesso ai posti di lavoro temporanei in quota in rapporto alla frequenza di circolazione, al dislivello e alla durata dell'impiego.il sistema di accesso adottato deve consentire l'evacuazione in caso di pericolo imminente. Il passaggio da un sistema di accesso a piattaforme, impalcati, passerelle e viceversa non deve comportare rischi ulteriori di caduta. 3. (omissis) 24
25 D.L. 81 del Testo Unico Art 15 Art 26 Art 90 Art 105 Valutazione rischi e compilazione relazione con descrizione modalità utilizzo sistema anticaduta Campo di applicazione Art 111 Art 115 Obblighi del datore di lavoro Alternativa ai Disp. di Protezione Collettiva Norme tecniche UNI EN 795 Linee guida ISPSEL e norme UNI Calcolo e verifica strutturale verifica periodica 25
26 Art. 115 Sistemi di protezione contro le cadute dall alto D.L. n. 81 del 9 aprile 2008 (TESTO UNICO) e successive integrazioni 1. Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva come previsto all'articolo 111, comma 1, lettera a), e' necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione, idonei per l uso specifico composti da diversi elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente, conformi alle norme tecniche, quali i seguenti: a) assorbitori di energia; b) connettori; c) dispositivo di ancoraggio; d) cordini; e) dispositivi retrattili; f) guide o linee vita flessibili; g) guide o linee vita rigide; h) imbracature. 2. Il sistema di protezione deve essere assicurato, direttamente o mediante connettore lungo una guida o linea vita, a parti stabili delle opere fisse o provvisionali. 3. (omissis) mod.181_mag-2009-ed1 26
27 Norme locali: (carattere amministrativo) Dec. Giunta regionale Lombardia Legge reg. Toscana Legge Provincia A. Trento Legge Regione Veneto Legge casa Piemonte Legge Reg. Emilia Romagna Legge regione Liguria
28 Regione Legge o regolamento Testo LOMBARDIA Ddg 119 del 2009 Ove non sia previsto il fascicolo, sarà cura del progettista redigere un documento analogo (vedi punto 2) con la descrizione degli elementi protettivi incorporati nell opera e delle attrezzature ausiliarie necessarie per condurre i lavori di manutenzione in sicurezza. TOSCANA L.R nr 1 art 85 del 2005 L elaborato tecnico della copertura è redatto in fase di progettazione; a tale adempimento provvede il coordinatore per la progettazione di cui all articolo 4 del d.lgs. 494/1996 oppure, nei casi in cui tale figura non sia prevista, il progettista dell intervento. VENETO L.R. nr 61/85 art 79 bis Del 2009 Il coordinatore per la progettazione integra il fascicolo dell opera con le soluzioni tecniche individuate nell art 79 bis. TRENTINO L.P nr 3 del 2007 Non viene indicato in maniera specifica la figura preposta al procedimento se non richiamando le competenze del tecnico che presenta la DIA o la richiesta di autorizzazione a costruire. Nel regolamento tecnico di attuazione vengono però date indicazioni specifiche per le conformità dei vari documenti e quindi le relative competenze facendo riferimento alla figura del tecnico abilitato LIGURIA L.R nr 05 del 2010 Il rispetto dei requisiti di sicurezza deve essere garantito da apposita attestazione del Progettista, da prodursi a corredo della DIA PIEMONTE L.R. nr 20 del 2009 Non viene indicato in maniera specifica la figura preposta al procedimento se non richiamando le competenze del tecnico che presenta la DIA. EMILIA ROMAGNA L.R. n. 2 del 2 marzo 2009 Legge regionale cogente dell adeguamento al T.U. D.L. 81 con obbligo di inserimento nel RUE comunale.
29 Analisi fattori di rischio 29
30 Analisi del rischio di caduta dall alto Nei lavori in quota, dove i lavoratori sono esposti a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare a rischi di caduta dall alto, e quando il dislivello è maggiore di quello imposto dalla legislazione vigente (2 mt), devono essere adottate misure di protezione collettive (parapetti, ponteggi, impalcature, reti, ecc), in mancanza di queste e/o per eliminare rischi residui occorre utilizzare Dispositivi di Protezione Individuale combinati con ancoraggi singoli o linee vita rigide o flessibili che siano. Come previsto dal D.L. 81 del 9 aprile 2008 art
31 Tipologie di rischi Nei lavori in quota si è esposti a rischi, sia di caduta dall alto o strettamente legati ad essa, sia di natura diversa in relazione alla attività specifica da svolgere e che procurano morte o lesioni corporali o danni alla salute. Si individuano le seguenti tipologie: 1. Rischio prevalente di caduta a seguito di cadute dall alto 2. Rischio conseguente alla caduta (anche se si è legati!!) derivante da a)oscillazione del corpo con urto contro ostacoli (effetto pendolo) b)sollecitazioni trasmesse dall imbragatura sul corpo al momento dell arresto della caduta c)tempo di permanenza in sospensione inerte al dispositivo di arresto caduta 3. Rischio connesso al DPI anticaduta a)non perfetta adattabilità del DPI b)intralcio ai movimenti provocato dal DPI c)rischio di inciampo su parti del DPI 31
32 Tipologie di rischi (segue) 4. Rischi innescanti la caduta a)poca aderenza delle calzature b)vertigini c)abbagliamento d)scarsa visibilità e)colpo di calore f)repentino abbassamento della temperatura 5. Rischi specifici dell attività lavorativa a)natura meccanica (urti, tagli, caduta di oggetti, ecc) b)natura termica (scintille, fiamme libere, ecc) c)natura chimica d)natura elettrica 6. Rischi di natura atmosferica a)vento b)pioggia c)ghiaccio o neve sul piano di calpestio 32
33 Le tipologie di caduta considerate sono: 1. Caduta libera o Distanza di caduta, prima che il sistema di arresto inizi a prendere carico, è superiore ai 0,6 mt, sia in caduta verticale che in caduta inclinata dove non sia possibile camminare senza l aiuto di un corrimano. La caduta libera massima consentita è comunque contenuta in mt 1,5 mt. Naturalmente lo spazio di arresto potrà essere superiore determinato dalla tipologia degli assorbitori, dall allungamento fisico/meccanico del sistema sollecitato 2. Caduta libera limitata o Come sopra ma da 0 a 0,6 mt. 3. Caduta contenuta o Spazio percorso non in caduta libera ma in fase di rallentamento/arresto per intervento dei sistemi di assorbimento di energia. Non oltre i 0,6 mt. 4. Caduta totalmente prevenuta o Situazione in cui non si può cadere per un sistema di trattenuta che impedisce all operatore di raggiungere la zona a rischio. 33
34 La caduta è sempre un evento imprevisto! L unica possibilità di evitarla è la prevenzione, includendo nel progetto soluzioni tecniche che portino alla condizione di caduta totalmente prevenuta. 34
35 Modulo A - analisi dei fattori di rischio Determinazione del minimo spazio libero di caduta Distanza minima di sicurezza che occorre avere tra il punto di ancoraggio ed il punto di impatto. 1. Distanza di partenza 2. Allungamento assorbitore 3. Lunghezza cordino 4. distanza tra attacco imbragatura e piede operatore 5. Spazio libero residuo 6. Freccia della linea di ancoraggio mod.180_mag-2009-ed1 35
36 Cordino L = 2 mt 1 mt C = Lungh cordino - differenza quote = 1 mt Assorbitore = 1,75 mt Caduta 3,15 mt Freccia linea vita = 0,9 mt (!?!) Tirante d aria 4,15 mt Spazio libero residuo = 1 mt Determinazione del minimo spazio libero di caduta 36
37 HA / Operatore = 1,5 mt LC = 2 mt Caduta 5,25 mt Cordino L = 2 mt assorbitore = 1,75 mt Spazio libero residuo = 1 mt Tirante d aria 6,25 mt Determinazione del minimo spazio libero di caduta 37
38 Vediamo ora un esempio di come può variare lo spazio di caduta 38
39 39
40 analisi dei fattori di rischio Effetto Pendolo Si manifesta con un oscillazione che, seguendo un percorso gravitazionale, tende a portarsi sulla perpendicolare del punto di ancoraggio posto in copertura. L effetto pendolo, durante una caduta dall alto, è un movimento di rotazione e oscillazione INCONTROLLATO dal quale deriva un rischio d urto violento contro ostacoli laterali o al suolo. 40
41 Alcuni esempi di effetto pendolo 41
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46 analisi strutturale di una copertura Dovendo ottimizzare la sicurezza in copertura, come oriento le mie scelte? 2 falde Copertura Piana Salti di quote e vani tecnici? 4 falde Forte pendenza Cavedi e rientranze 46 46
47 analisi strutturale di una copertura Analizzando le strutture portanti, che prodotto scelgo? Pannelli metallici e pannelli sandwich Struttura industriale in ferro (capriate) Solaio in laterocemento (pignatte e travetti, tavelloni e travi) Muricci e tavelloni? Solaio in C.A. (travi, struttura a telaio) Solaio in legno (capriate, travi di colmo, travetti, ventilazione, isolamento) Prefabbricati (travi, pannelli) 47 47
48 La progettazione di un sistema anticaduta deve tener conto di molti fattori e tutti in funzione della sicurezza e della facilità di utilizzo. Pertanto questa analisi deve essere eseguita da personale competente che tiene conto - della forma strutturale dell edificio, - degli accessi, - dei modi di transito, - delle lavorazioni e manutenzioni da compiere, - dell uscita o discesa dalla copertura. 48
49 I destinatari dei documenti sono diversi a partire dagli Enti Pubblici preposti, a chi deve acquistare il prodotto, a chi lo deve installare e, soprattutto, a chi lo deve utilizzare, ed a chi dovrà eseguire le successive manutenzioni. Pertanto questi documenti devono essere: - Facilmente comprensibili - Semplici da consultare - Semplici da capire e da applicare si può supporre che gli utilizzatori, pur in possesso delle necessarie competenze, potrebbero non aver mai visto quello specifico impianto. 49
50 Quindi occorre tener conto: Del tipo di accesso in copertura 50
51 Quindi occorre tener conto: Del transito in copertura Delle lavorazioni da eseguire in copertura 51
52 Vediamo ora alcune possibili soluzioni
53 PREMESSA Vediamo come si può risolvere, in differenti modi, la messa in sicurezza della stessa copertura (in questo caso piana). Per capire la differenza assegneremo ad ogni grado di sicurezza una Più stelle abbiamo più è alta la sicurezza. 53
54 Soluzione da Zona centrale piana in sicurezza Ancoraggi in classe A per muoversi fuori dalla zona di sicurezza con fune e dispositivo di regolazione lunghezza operatività complessa per lo spostamento gli operatori debbono conoscere molto bene l utilizzo dei DPI COPERTURA PIANA 54
55 Soluzione da Zona centrale piana in sicurezza Ancoraggi in classe A collegati da una linea vita provvisoria. Punti devio e punti antipendolo operatività meno complessa per lo spostamento ma occorre montare la linea vita provvisoria prima dell utilizzo del sistema. gli operatori debbono conoscere molto bene l utilizzo dei DPI COPERTURA PIANA 55
56 Soluzione da Zona centrale piana in sicurezza Ancoraggi in classe C collegati da una linea vita fissa. Punti devio e punti antipendolo operatività meno complessa per lo spostamento e utilizzabile facilmente con attenzione alle zone con prescrizione. gli operatori debbono conoscere molto bene l utilizzo dei DPI COPERTURA PIANA 56
57 Soluzione da Zona centrale piana in sicurezza Ancoraggi in classe C collegati da una linea vita fissa. non ci sono punti devio e punti antipendolo operatività facilitata dalla la linea fissa perimetrale gli operatori utilizzano un solo tipo di DPI COPERTURA PIANA 57
58 Soluzione da tutta la zona è in sicurezza nessuna prescrizione di utilizzo DPI semplicità d utilizzo del sistema Ideale per utilizzi frequenti da personale non formato all uso dei DPI COPERTURA PIANA 58
59 59
60 60
61 mod.180_mag-2009-ed1 61
62 62
63 Linea vita su impianto industriale
64 Linea vita su struttura commerciale 64
65 Linee vita su coperture metalliche 65
66 Fotovoltaico e linee vita mod.180_mag-2009-ed1 66
67 Fotovoltaico e linee vita mod.180_mag-2009-ed1 67
68 Fotovoltaico e linee vita mod.180_mag-2009-ed1 68
69 Esempi e modi di ancoraggio alle strutture 69
70 70
71 71
72 72
73 73
74 74
75 75
76 76
77 77
78 78
79 Fissaggio con tassello a bussola filettato femmina 79
80 Linea vita in classe D Binario su KalZip morsetto 18/10/
81 Ogni copertura necessita di una tipologia di fissaggio specifica in funzione della forma strutturale. 81
82 UNI EN 795/2002 PROTEZIONE CONTRO LE CADUTE DALL ALTO DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO REQUISITI E PROVE SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 1. La norma specifica i requisiti, i metodi di prova e le istruzioni per l uso e la marcatura di dispositivi di ancoraggi progettati esclusivamente per l uso con dispositivi di protezione individuali contro le cadute dall alto. 2. Non si applica ai ganci progettati secondo la EN 517 o alle passerelle secondo la EN 516, né ai punti di ancoraggio fissi facenti parte della struttura originale. 82
83 La norma UNI EN 795 è riferita agli ancoraggi anticaduta e tratta le seguenti categorie: Classe A ancoraggi strutturali Classe B ancoraggi temporanei Classe C ancoraggi su linee flessibili Classe D ancoraggi su binari rigidi Classe E ancoraggi a corpo morto 83
84 CLASSE A Tipo A1 Ancoraggi strutturali progettati per il fissaggio a superfici verticali, orizzontali ed inclinate. 1. Ancoraggio strutturale 2. Punto di ancoraggio 84 84
85 CLASSE C Dispositivi che utilizzano linee di ancoraggio flessibili orizzontali 8585
86 classe C. Prova di prestazione dinamica: far cadere il peso di 100 Kg da una altezza sufficiente a sviluppare 6 kn sulla cella 2 Prova di resistenza dinamica: far cadere il peso di 100 Kg da una altezza sufficiente a sviluppare 12 kn sulla cella 2 Prova di resistenza statica: applicare per tre minuti la forza T moltiplicata per 1,5 registrata durante la prova di prestazione dinamica sulla cella 1 F = Freccia della linea rilevata nelle prove tipo. 100kg T = valore in kn scaricato nei supporti terminali nelle prove tipo.(1) 86 86
87 Sono dunque indispensabili i valori forniti dal produttore, rilevati all atto della certificazione nelle prove di prestazione dinamica, dei valori di T = Forza (kn) e del valore della freccia F generata per verificare lo spazio libero di caduta. Ogni sistema ha il suo e meno alta è la forza che si scarica sulla struttura e meno sono i problemi di tenuta e verifica della struttura. È indispensabile avere questi valori per eseguire le verifiche. Sono forniti dal produttore!! 87
88 Alcune considerazioni sulla norma tecnica di riferimento UNI EN 795 mod.181_mag-2009-ed1 88
89 La norma UNI EN 795 al punto 4.2 dice che: 89
90 Linee vita e marcatura CE mod.181_mag-2009-ed1 90
91 mod.181_mag-2009-ed1 91
92 Comunicazione della commissione per l attuazione della direttiva 89/686/CEE La presente pubblicazione non concerne gli Equipaggiamenti descritti nelle classi A, C e D Per le quali non si richiede nessuna prescrizione di conformità alle disposizioni della direttiva 89/686/CEE Pubblicazione dei titoli e delle referenze per l armonizzazione delle norme europee a titolo della direttiva. mod.181_mag-2009-ed1 92
93 PROGETTO E CERTIFICAZIONI mod.180_mag-2009-ed1 93
94 Adempimenti per le linee vita Visto il D.L. 81 del 9 aprile 2008, Vista la Norma tecnica UNI EN 795 Elenco degli adempimenti (documenti, elaborati Elenco degli adempimenti (documenti, elaborati grafici e relazioni di calcolo) necessari alla presentazione di una linea vita.
95 ADEMPIMENTI PER LINEE VITA: 1. Progetto di posizionamento linea vita, con analisi dei rischi ed elenco dei DPI da utilizzare D.L. 81 art 15, 26, 90, verifica per calcolo della resistenza degli ancoraggi e della struttura a cui è ancorato UNI EN Conformità dei prodotti D.L. 81 art Manuali tecnici di montaggio, uso e manutenzione UNI EN Test di verifica resistenza del fissaggio UNI EN Dichiarazione di corretto montaggio D.L
96 Elaborato grafico: posizionamento linea vita 96
97 Elaborato Grafico: individuazione zone non accessibili Caduta libera Max 150 cm 97
98 Elaborato grafico: informazioni uso del sistema anticaduta 98
99 PROGETTO SISTEMA ANTICADUTA / LINEA VITA RELAZIONE DI CALCOLO Riferimento cantiere: Via della Fiera, 3 Ubicazione edificio: Rimini (RN) Proprietà/Committente: TERESINA IMPRESIT s.r.l. via Casalecchio, 35/d Rimini (RN) Ordine Cliente n : 2592 del 21/09/2010 Data: 22/09/2010 Il tecnico SICURPAL s.r.l.: Ing. Enrico Salvioli Progetto n
100 Esempio di certificazione prodotti per linee di vita secondo UNI EN 795 mod.180_mag-2009-ed1 100
101 Mentre il materiale viaggia con la seguente dichiarazione mod.180_mag-2009-ed1 101
102 Indice manuale tecnico mod.180_mag-2009-ed1 102
103 La dichiarazione di corretto montaggio Contiene: - impresa esecutrice - committente - ubicazione cantiere - riferimento al progetto - descrizione generica dei lavori eseguiti - dichiarazione di aver rispettato il progetto e le istruzioni di montaggio indicate sul manuale d uso - firma responsabile impresa esecutrice mod.180_mag-2009-ed1 103
104 Esempio di dichiarazione di corretto montaggio mod.180_mag-2009-ed1 104
105 Fascicolotecnico del fabbricato Il manuale istruzioni per la manutenzione in copertura deve essere adeguato al fabbricato in oggetto. mod.181_mag-2009-ed1 105
106 Qual è l utilizzo di questi documenti? Questi documenti fanno parte del fascicolo tecnico del fabbricato e debbono essere consultabili da chi sale in copertura. mod.181_mag-2009-ed1 106
107 Ogni volta che un operatore sale in copertura occorre: 1. Mostrare il progetto in tutte le sue parti affinché l operatore prenda conoscenza che in copertura è presente un sistema anticaduta 2. Comprenda quali siano le eventuali zone di pericolo 3. Comprenda quali D.P.I. sono necessari 4. Riporti data e firma per presa visione mod.181_mag-2009-ed1 107
108 LA REVISIONE PERIODICA È OBBLIGATORIA? mod.181_mag-2009-ed1 108
109 Art. 115 Sistemi di protezione contro le cadute dall alto D.L. n. 81 del 9 aprile 2008 (TESTO UNICO) e successive integrazioni 1. Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva come previsto all'articolo 111, comma 1, lettera a), e' necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione, idonei per l uso specifico composti da diversi elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente, conformi alle norme tecniche, quali i seguenti: a) assorbitori di energia; b) connettori; c) dispositivo di ancoraggio; d) cordini; e) dispositivi retrattili; f) guide o linee vita flessibili; g) guide o linee vita rigide; h) imbracature. 2. Il sistema di protezione deve essere assicurato, direttamente o mediante connettore lungo una guida o linea vita, a parti stabili delle opere fisse o provvisionali. 3. (omissis) 109
110 Norma Tecnica UNI mod.181_mag-2009-ed1 110
111 Questa è la Norma Tecnica mod.181_mag-2009-ed1 111
112 112
113 113
114 mod.181_mag-2009-ed1 114
115 OBBLIGHI DEL COMMITTENTE O RESPONSABILE LAVORI NEI CANTIERI (art.90 comma 1 - D.Lgs 81/08) il committente o responsabile dei lavori, nelle fasi di progettazione dell opera, si attiene ai principi generali e alle misure di tutela di cui all art.15 MISURE GENERALI DI TUTELA (Art. 15 comma 1 D.Lgs 81/08) Tra le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro vi sono i) La priorità delle misure di protezione collettiva rispetto a quelle individuali n) l informazione e formazione adeguate per i lavoratori q) l istruzioni adeguate ai lavoratori z) La regolare manutenzione degli ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alle indicazioni dei fabbricanti mod.181_mag-2009-ed1 115
116 mod.181_mag-2009-ed1 116
117 Le VERIFICHE ISPETTIVE come da Linee Guida ISPESL mod.181_mag-2009-ed1 117
118 118
119 Schema di controllo linee vita Sempre e per tutto a) Verificare il serraggio della bulloneria b) Verificare che il pezzo non sia stato modificato c) Verificare la corrosione Elementi di estremità ed intermedi: Verificare eventuali deformazioni Tenditori: Verificare la tensione del cavo Verificare la presenza della piombatura Ammortizzatori: Verificare eventuali deformazioni ed allungamenti 119
120 Morsetti: Verificare aggraffatura del cavo Cavi: Verificare tensionamento del cavo. Verificare il diametro del cavo Verificare eventuali deformazioni Paletti: Verificare che il pezzo non sia rotto o deformato Cartello segnaletico: Verificare la presenza del cartello Verificare la data dell ultima verifica Ancoraggio strutturale ( tassello meccanico, barra filettata, viti di ancoraggio) Esercitare, se possibile, direttamente sugli ancoraggi, altrimenti sui pali, una forza minima di 5 kn (500 Kg) per 15 secondi, verificare mediante dinamometro, che il valore di prova non diminuisca. 120
121 Verifica ancoraggi per linea vita in classe C 121
122 Verifica ancoraggi per linea vita in classe C 122
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