GESTIONE DEGLI SCARICHI IDRICI

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1 GESTIONE DEGLI SCARICHI IDRICI Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara Struttura Dipartimentale di Igiene Ospedliera e Q.S.A. Comacchio, 23 ottobre 2009

2 RAZIONALE Tra gli obiettivi dell aggiornamento 2009 delle Linee guida regionali per la gestione dei rifiuti prodotti nelle Aziende Sanitarie della Regione Emilia-Romagna (DGR 1360/2006): estendere il modello di miglioramento continuo anche alla gestione degli scarichi idrici prodotti dalle Aziende Sanitarie ottimizzare la gestione degli scarichi idrici, secondo criteri di economicità e massima sicurezza per i cittadini e gli operatori, nel rispetto della tutela ambientale, rispondendo al principio della sostenibilità, attuando politiche ambientali di tipo correttivo e, quando possibile, preventivo promuovere l integrazione fra le attività di gestione di scarichi e rifiuti

3 Per questo motivo, il Capitolo 4 delle Linee guida 2009 analizza la classificazione e l'autorizzazione degli scarichi, approfondendo le criticità emerse nella gestione dei reflui provenienti da laboratori analisi, anatomia patologica e laboratori specialistici, fornendo indicazioni sui trattamenti a cui devono essere sottoposti gli scarichi delle strutture sanitarie prima dell'immissione in rete fognaria.

4 OBIETTIVO Individuare tutti quei prodotti di scarto che, nel rispetto della sicurezza e dell'ambiente, possono essere gestiti come scarichi idrici. Tali prodotti sono quelli per i quali il convogliamento in rete idrica, il mescolamento con gli altri scarichi provenienti dalla struttura e i trattamenti effettuati prima dell'immissione in rete fognaria e/o dal gestore della rete medesima consentono la diluizione, la degradazione e l'eliminazione delle sostanze potenzialmente pericolose per la salute e per l'ambiente.

5 Indagine conoscitiva sugli scarichi di laboratori e strutture ospedaliere Normativa di riferimento Sistema di gestione e Responsabilità Definizione di scarico Classificazione degli scarichi Percorso di autorizzazione allo scarico AGENDA Criticità: reflui dei laboratori di analisi, centri trasfusionali, anatomie patologiche Criticità: trattamento degli scarichi

6 INDAGINE CONOSCITIVA sugli scarichi di laboratori e strutture sanitarie Le strutture sanitarie consumano rilevanti quantità di acqua, che viene utilizzata per molteplici scopi: sterilizzazione dei presidi riutilizzabili umidificazione degli ambienti uso tecnologico (es. torri di raffreddamento) uso civile (es. mensa e sanitari).

7 61 stabilimenti ospedalieri SSR 74% tasso di risposta all indagine consumo medio di acqua per ggdd: 0,72 m3 consumi per giornata di degenza (mc/ggdd) per ggdd crescenti 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 Anno 2007

8 Descrizione degli scarichi delle strutture ospedaliere Scarichi 0% 20% 40% 60% 80% 100% Lo scarico recapita in rete fognaria? Lo scarico è separato per acque piovane e piazzali? Sono presenti vasche di accumulo per acqua piovana? Sono effettuati trattamenti prima dell'immissione nel corpo ricettore? No: 65% si no No: 96% Si: 38% Anno 2007

9 Presenza di apparecchiature collegate allo scarico nelle strutture sanitarie Apparecchiature che originano gli scarichi (%) Lavadisinfetta strumenti Apparecchiatura analisi Postazione per dialisi Seduta odontoiatrica altro Anno 2007

10 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Parte terza del DLgs 152/2006 Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall inquinamento e di gestione delle risorse idriche, che ha sostituito il DLgs 11 maggio 1999, n. 152 Decreto ministeriale n. 367 del 6 novembre 2003 Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell ambiente acquatico per le sostanze pericolose, ai sensi dell articolo 3, comma 4, del Decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 Deliberazione della Giunta regionale n del 9 giugno 2003 Indirizzi per l applicazione del DLgs 11 maggio 1999, n. 152 come modificato dal DLgs 18 agosto 2000, n. 258 in materia di tutela delle acque dall inquinamento Legge regionale n. 22 del 24 marzo 2000 Norme in materia di territorio, ambiente e infrastrutture. Disposizioni attuative e modificative della LR 21 aprile 1999, n. 3 Legge regionale n. 7 del 29 gennaio 1983 Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli insediamenti civili che non recapitano in pubbliche fognature. Disciplina del trasporto di liquami e acque reflue di insediamenti civili e produttivi Deliberazione 4 febbraio 1977 "Criteri, metodologie e norme tecniche generali di cui all'art. 2, lettere b), d) ed e), della L. 10 maggio 1976, n. 319, recante norme per la tutela delle acque dall'inquinamento"

11 FINALITA Impedire l inquinamento ed attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati Garantire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche con priorità per quelle destinate ad uso potabile Difendere gli ecosistemi acquatici, mantenendo la loro capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e diversificate

12 SISTEMA DI GESTIONE E RESPONSABILITA Sistema documentale Aziendale (a partire dall'atto aziendale) che assegni in modo preciso e puntuale compiti e responsabilità per la gestione degli scarichi idrici. Procedure orientate all'eliminazione di pratiche non corrette e potenzialmente pericolose, alla sostenibilità ambientale nella gestione degli acquisti e dei processi, alla gestione delle situazioni di emergenza. Data l'importanza degli aspetti impiantistici, le responsabilità relative all'autorizzazione normalmente dovrebbero essere attribuite al Servizio Tecnico. Stretta integrazione con il Responsabile della gestione dei rifiuti sanitari (Medico Igienista) e nell ambito del Gruppo Gestione Ambientale delle Aziende Sanitarie (altri soggetti coinvolti: Ingegneria Clinica, SPP, Economato, Farmacia,..).

13 DEFINIZIONE DI SCARICO IDRICO D.Lgs. n. 152 / 2006, Art. 74 qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un sistema stabile di collettamento che collega senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione.

14 Il D.Lgs. 152/2006 vieta espressamente: DIVIETO q lo "scarico indiretto": è vietato scaricare in fogna un rifiuto liquido raccolto in taniche o serbatoi Non è ammesso, senza idoneo trattamento e senza specifica autorizzazione dell Autorità competente, lo smaltimento dei rifiuti anche se triturati, in fognatura. (Art. 107, c. 3, DLgs 152/2006, così come modificato dal D.Lgs. 4/2008)

15 CLASSIFICAZIONE DEGLI SCARICHI Scarico idrico Domestico Industriale Urbano Assimilato Non assimilato Di sostanze pericolose NO autorizzazione Nuovo Esistente DGR n del 9 giugno 2003 Limiti 1 In corpo idrico In rete fognaria Autorizzazione della Provincia Autorizzazione del Comune Limiti 2 Limiti 3 D.Lgs 152/2006

16 SCARICHI IDRICI INDUSTRIALI contenenti sostanze pericolose: provenienti dagli stabilimenti nei quali si svolgono attività che comportano la produzione, la trasformazione o l utilizzazione delle sostanze di cui alle tabelle 3/A e 5 dell Allegato 5 alla Parte terza del Decreto e [gli stabilimenti] nei cui scarichi [sia] accertata la presenza di tali sostanze (art. 108). Es., Scarichi degli ambulatori odontoiatrici (mercurio da amalgama) assimilate: provengono da attività industriali non comprese al punto precedente e aventi caratteristiche qualitative equivalenti a quelle domestiche e indicate dalla normativa regionale. Es., scarichi provenienti dalle cucine o mense, dagli uffici amministrativi delle strutture sanitarie non assimilate: si individuano per esclusione dalle precedenti. Es., acque provenienti da una struttura sanitaria nelle quali sono prevalentemente convogliati gli scarichi di apparecchiature per analisi.

17 Tutti gli scarichi sono disciplinati in funzione del rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e devono comunque rispettare i valori limite di emissione previsti dal D.Lgs. 152/2006, Allegato 5 Parte Terza. Art. 101 D.Lgs 152/2006

18 Es., scarico NUOVO, in rete fognaria di struttura sanitaria (industriale, non assimilato) Limiti dei parametri comunemente richiesti per una struttura sanitaria (tab. 3 all. 5 parte terza del D.Lgs. 152/2006) Numero parametro Parametro Unità di misura Limite allo scarico in acque superficiali Limite allo scarico in rete fognaria 1 ph 5,5-9,5 5,5-9,5 6 Solidi sospesi mg/l BOD5 mg/l COD mg/l Cloro attivo libero mg/l 0,2 0,3 32 Fosforo totale mg/l Azoto ammoniacale mg/l Fenoli mg/l 0, Aldeidi mg/l Tensioattivi totali mg/l Escherichia Coli UFC/100 ml 5.000* 5.000*

19 Regione: modifica in senso restrittivo ATO: modifica anche in deroga gli scarichi di acque reflue industriali che recapitano in reti fognarie sono sottoposti alle norme tecniche, alle prescrizioni regolamentari e ai valori-limite adottati dall Autorità d ambito in base alle caratteristiche dell impianto. SII: Regolamento MODIFICHE DEI LIMITI Sostanze con limiti NON derogabili (Tab. 5 all. 5 parte terza del D.Lgs. 152/2006)

20 PERCORSO DI AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO Le sostanze contenute nelle acque reflue devono quindi rispettare determinati limiti di concentrazione, misurati nel punto in cui lo scarico proveniente dalla struttura sanitaria si immette nel corpo ricettore (fogna, lago, corso d acqua, ecc.). Sono opportuni campionamenti e analisi al punto di immissione nel corpo ricettore dello scarico della struttura sanitaria (ad es., prima di mettere a regime le apparecchiature). Una volta verificata la compatibilità dello scarico con la normativa vigente, occorre attivare la procedura di autorizzazione. Successivamente, al di là delle prescrizioni contenute nell autorizzazione, è opportuno prevedere periodici autocontrolli sullo scarico e documentarne gli esiti

21 Il D.Lgs. 152/2006 vieta espressamente: DIVIETO q lo scarico di acque pulite al solo scopo di diluire le sostanze inquinanti contenute in altri reflui: è vietato aprire i rubinetti nel momento in cui l apparecchiatura scarica il refluo in fogna. I valori limite di emissione non possono in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione con acque prelevate esclusivamente allo scopo. (Art. 101, c. 5, DLgs 152/2006)

22 PROCEDIMENTO DI AUTORIZZAZIONE Gli scarichi provenienti da una struttura sanitaria devono essere preventivamente autorizzati: L autorizzazione è valida per quattro anni dal momento del rilascio. Deve essere chiesto il rinnovo un anno prima della scadenza. Lo scarico può essere provvisoriamente mantenuto in funzione nel rispetto delle prescrizioni contenute nella precedente autorizzazione, fino all adozione di un nuovo provvedimento, se la domanda di rinnovo è stata tempestivamente presentata. D.Lgs 152/2006

23 AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO Scarico idrico industriale Funzione Rilascio della autorizzazione agli scarichi idrici Assimilato Esistente Non assimilato Nuovo Modificato qualiquantitativamente In corpo idrico In rete fognaria In corpo idrico In rete fognaria Ente Titolare Provincia ATO (Comune) ATO (Comune) Provincia ATO (Comune) Riferimento normativo D.Lgs 152/2006 DGR 1053/2003 (Tabella 1, Paragrafo 5) Limiti 1 D.Lgs 152/2006 Limiti 2 D.Lgs 152/2006 Limiti 3 D.Lgs 152/2006

24 RELAZIONI TRA I SOGGETTI COINVOLTI Si confronta Azienda Sanitaria Dati Pone in atto Richiede Autorizzazione AUTORIZZAZIONE Autorità competente Emana Controlli ALLO SCARICO SII ARPA Cittadini Supporta tecnicamente

25 CRITICITA -> SOLUZIONI Reflui di laboratorio analisi, anatomia patologica, laboratori specialistici Nuove strutture Ristrutturazioni Nuove apparecchiature OBIETTIVI: riduzione al minimo quantità reflui riduzione pericolosità dei rifiuti prodotti diminuzione costi di smaltimento

26 Scarico in pubblica fognatura: reflui che contengono sostanze che si degradano spontaneamente / vengono efficacemente degradate dagli impianti di depurazione Scarico in pubblica fognatura: reflui compatibili che non rispettano 1/+ parametri (es. tensioattivi) per i quali è possibile valutare una autorizzazione in deroga da parte del gestore SII oppure la fattibilità di un impianto di trattamento Solo se non vi è alternativa, i reflui devono essere gestiti come rifiuti liquidi, verificando la possibilità di collettamento in serbatoi centralizzati dei compatibili chimicamente Raccolta dei rifiuti liquidi in tanica

27 CRITICITA -> SOLUZIONI Trattamento degli scarichi 1) Stoccaggio scarichi parziali di Medicina Nucleare 2) Trattamenti chimico-fisici sugli scarichi parziali di Laboratorio analisi (es., ozonizzazione) 3) Disinfezione sugli scarichi parziali dai reparti di Malattie Infettive o sull insieme degli scarichi dell ospedale OBIETTIVI: 1) riduzione livello di radioattività al di sotto dei limiti previsti per il nulla osta 2) riduzione dei parametri entro i limiti 3) pratica inefficace e ingiustificata

28 Disinfezione sugli scarichi La maggior parte delle reti fognarie recapitano in depuratori in cui è prevista la disinfezione dell'effluente prima dell'immissione in corpo idrico. Lo scarico proveniente dall'ospedale apporta un contributo quantitativamente modesto al flusso di massa e al carico organico complessivo. Il problema Patogeni a trasmissione orofecale (es. HAV, salmonella): i pochi pazienti affetti da tali patologie sono gestiti come pazienti in isolamento infettivo generalmente in reparti diversi da quelli di malattie infettive, quindi le loro deiezioni si mescolano a quelle di tutti gli altri pazienti, subendo così una notevole diluizione. Gli impianti di disinfezione esistenti nelle strutture sanitarie utilizzano ipoclorito o biossido di cloro, la cui presenza come residuo nell'affluente può creare problemi al depuratore.

29 La composizione degli scarichi dell'ospedale non presenta, in media, differenze significative nel carico biologico rispetto a quelli provenienti dalle abitazioni, che spesso formano il grosso dello scarico in ingresso al depuratore, quindi la disinfezione degli scarichi delle strutture sanitarie che si immettono in rete fognaria servita da depuratore è una pratica inefficace e ingiustificata. concordare con Autorità competente l eliminazione della disinfezione degli scarichi per nuove autorizzazioni o nei rinnovi

30 CONCLUSIONI Approcci per definire le priorità nel controllo ambientale: Normativo: fonte di pressione Percezione del rischio (utile per impostare una corretta comunicazione del rischio) Collaborazione interna alle Aziende e tra Enti per l efficacia degli interventi di controllo e garanzia della qualità dei dati ambientali e sanitari (impatto salute/ambiente)

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