Committente Ministero dello Sviluppo Economico. Oggetto. Contratto. Note. N. pagine 73 N. pagine fuori testo. Data Elaborato.

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1 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 1/73 Committente Ministero dello Sviluppo Economico Oggetto Risultati del censimento del potenziale mini-idro e realizzazione del sistema informativo territoriale Contratto Note Accordo di programma ai sensi dell art. 3 comma 2 del DM 23 marzo 2006 per le attività di ricerca e sviluppo di interesse generale per il sistema elettrico Progetto Produzione e Fonti Energetiche PUBBLICATO (PAD ) Work Package 6.3 Censimento del potenziale mini-idroelettrico (potenza unitaria < 1MWe) nazionale La parziale riproduzione di questo documento è permessa solo con l'autorizzazione scritta del CESI RICERCA. N. pagine 73 N. pagine fuori testo Data Mod. RAPP v. 06 Elaborato Verificato Approvato Approvato M. Peviani Maximo, E. Garofalo, Aurelio F. (ASV), Grasso, Menga G. Stella Roberto ASV (REI), Garofalo Elisabetta (ASV), AUT AUT AUT R. Grasso Menga Fiorella REI (ASV), Stella Giuseppe (ASV) AUT AUT L. Nigro Luciano - ASV (ASV) VER L.Mazzocchi - SSG Mazzocchi Luigi (SSG) APP CESI RICERCA S.p.A. Via R. Rubattino Milano - Italia Telefono Fax Capitale sociale Euro interamente versato Registro Imprese di Milano, C.F. e P.IVA N. R.E.A ISO 9001: 2000 CH-32919

2 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 2/73 Indice SOMMARIO... 4 CONTRIBUTI PREMESSA INTRODUZIONE L idroelettrico minore Situazione dell idroelettrico minore in Italia Quadro normativo di riferimento RACCOLTA DATI GENERALI A LIVELLO NAZIONALE E CENSIMENTO APPROFONDITO DEL POTENZIALE MINI-IDROELETTRICO IN REGIONI DI SPECIFICO INTERESSE Livelli di indagine Tipologia dei dati richiesti Enti contattati Informazione raccolta per la banca dati sul mini-idroelettrico Censimento in alcune regioni di particolare interesse Verifica in sito del potenziale mini-idroelettrico STUDI IDROLOGICI E AMBIENTALI A SUPPORTO DELLA INDIVIDUAZIONE DEL POTENZIALE MINI-IDROELETTRICO E DEL SUO IMPATTO SUL TERRITORIO Mappa del potenziale di producibilità idroelettrica a scala nazionale Descrizione metodologia Mappa del potenziale di producibilità idroelettrica Metodologia di individuazione del potenziale mini-idroelettrico a scala di bacino Metodologia di valutazione della disponibilità idrica nei corsi d acqua Valutazione dei salti geodetici mediante l elaborazione del DEM Calcolo della potenza installabile e dell energia producibile Fattibilità tecnico-economica Compatibilità ambientale del mini-idroelettrico Impatto ambientale degli impianti idroelettrici Problematiche ambientali del mini-idroelettrico Mitigazione degli impatti Il contesto normativo italiano Indagine territoriale sulle possibilità di sviluppo del mini-idroelettrico Impatto visivo e strumenti informatici a supporto PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN PROTOTIPO DI SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE (SIT) DEDICATO AL MINI-IDROELETTRICO IN ITALIA La Banca Dati Il Sistema Informativo Territoriale Sito Web sul mini-idroelettrico in Italia Funzionalità dell applicazione Funzioni Utente Architettura dell applicazione Copyright 2006 by CESI RICERCA. All rights reserved A2292R

3 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 3/73 6 OSSERVAZIONI CONCLUSIVE RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI APPENDICE Copyright 2006 by CESI RICERCA. All rights reserved A2292R

4 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 4/73 STORIA DELLE REVISIONI Numero Data Protocollo Lista delle modifiche e/o dei paragrafi modificati revisione Prima emissione SOMMARIO Il presente rapporto descrive le attività di Ricerca di Sistema svolte nell ambito del Progetto Produzione e Fonti Energetiche, riguardante lo sviluppo di impianti idroelettrici di piccola taglia (mini-idro) nel territorio nazionale. Queste centrali, che possono essere realizzate in modo diffuso sul territorio italiano, permettendo di sfruttare salti e portate modeste con un limitato impatto ambientale, rappresentano una interessante opportunità. Nel rapporto si riportano, innanzitutto, i risultati di una raccolta di dati a livello nazionale e del censimento approfondito del potenziale mini-idroelettrico in regioni di specifico interesse. Tali dati sono stati organizzati in un database e sono stati inseriti in un Sistema Informativo Territoriale insieme ad informazioni territoriali (confini amministrativi) e tematiche (rete idrologica italiana, modello di elevazione del terreno, aree protette). Il sistema consente di esaminare la consistenza attuale degli impianti mini-idro con riferimento al territorio nel quale sono inseriti, allo scopo di effettuare analisi a scala regionale o nazionale. E stato, quindi, progettato e realizzato un sito web per l accesso alla banca dati attraverso una interfaccia geografica e la diffusione dei risultati di cui sopra. Per quanto riguarda gli aspetti relativi all impatto ambientale, che determinano le maggiori criticità nella realizzazione di un impianto, sono state analizzate le problematiche di ecologia fluviale relative alla realizzazione di impianti mini-idroelettrici, le possibili strategie e soluzioni per la mitigazione degli impatti, e le principali criticità derivanti dal quadro normativo-amministrativo, anche attraverso incontri con addetti del settore. Inoltre, è stata affrontata la problematica dell impatto visivo, analizzando la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per una visualizzazione realistica dell impianto sul territorio. Infine, a supporto dello sviluppo del settore, sono stati effettuati studi idrologici finalizzati all individuazione di nuovi siti. Ciò ha condotto, da una parte, alla realizzazione di una mappa a scala nazionale della disponibilità idrica e della conseguente massima producibilità idroelettrica potenziale, dall altra alla messa a punto una metodologia per l individuazione dettagliata di possibili siti a scala di bacino.

5 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 5/73 CONTRIBUTI Il rapporto presenta il risultato di uno studio multidisciplinare sul mini-idroelettrico italiano, al quale, oltre agli autori, hanno contribuito: Capitolo 3: Raccolta dati generali a livello nazionale e censimento approfondito del potenziale miniidroelettrico in regioni di specifico interesse Paolo Abruzzi, Maurizio Passerini Capitolo 4: Studi idrologici e ambientali a supporto della individuazione del potenziale miniidroelettrico e del suo impatto sul territorio Orsola Brasi, Julio Alterach, Barbara Flamini Capitolo 5: Progettazione e realizzazione di un prototipo di sistema informativo territoriale (SIT) dedicato al mini-idroelettrico in Italia Stefano Maran, Claudia Cangiano

6 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 6/73 1 PREMESSA Il contributo del settore idroelettrico alle energie rinnovabili in Italia ha ancora notevoli margini di sviluppo, in particolare per quanto riguarda il comparto dell'idroelettrico minore, che fino a qualche anno fa è stato trascurato, sia per le condizioni di mercato, sia per le dimensioni aziendali dei principali operatori che non incoraggiavano dei precisi piani di sviluppo del settore, e che oggi trova per diversi motivi terreno fertile per una sua rivitalizzazione. Le possibilità di un recupero delle potenzialità dell'idroelettrico minore non ancora esplorate si fonda essenzialmente sulle effettive situazioni idrologiche e geomorfologiche finora trascurate, sulle possibilità sinergiche con altri settori affini come i sistemi acquedottistici, le reti di irrigazione e bonifica, i processi industriali bisognosi di ingenti risorse idriche, la gestione e sviluppo delle opere di salvaguardia dei flussi idrici (briglie, traverse, ecc.). L implementazione nella Ricerca di Sistema (RdS) di uno specifico progetto riguardante il potenziale mini-idroelettrico, intende mettere a disposizione degli utenti pubblici e privati informazioni, metodologie e strumenti, allo scopo di contribuire al maggiore sfruttamento del potenziale miniidroelettrico in Italia. Nel corso delle precedenti fasi di Ricerca di Sistema era stata effettuata una prima raccolta di documentazione cartacea e digitale, relativamente ai siti mini-idro. Tale elenco, aggiornato al 2002 e relativo solo ad alcune province del territorio nazionale, è stato messo a disposizione del pubblico attraverso la sezione del sito web della RdS dedicata al mini-idro, e, pur necessitando di sostanziali aggiornamenti, costituisce un primo riferimento per l attuale attività. Nel corso del 2006 sono stati sviluppati tre filoni principali di attività: 1. Raccolta dati generali a livello nazionale e censimento approfondito del potenziale miniidroelettrico in alcune regioni 2. Studi idrologici e ambientali a supporto della individuazione del potenziale mini-idro e del suo impatto sul territorio 3. Progettazione e realizzazione di un prototipo di sistema informativo territoriale (SIT) dedicato al mini-idroelettrico in Italia Per quanto riguarda il punto 2, in questo rapporto viene presentata una sintesi dell attività svolta e dei risultati ottenuti, rimandando al rapporto CESIRICERCA Valutazione della disponibilità idrica e del potenziale di producibilità idroelettrica a scala nazionale e di bacino per un analisi più dettagliata.

7 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 7/73 2 INTRODUZIONE Prima ancora di illustrare le attività svolte, e al fine di avere un inquadramento generale a livello nazionale dei dati inerenti gli impianti per la produzione di energia idroelettrica, si riportano di seguito un introduzione all idroelettrico minore, la descrizione del quadro attuale degli impianti sul territorio italiano e la normativa di riferimento. 2.1 L idroelettrico minore Energia idroelettrica è un termine usato per definire l'energia elettrica ottenibile a partire da una caduta d'acqua, convertendo con apposito macchinario l'energia contenuta nella portata d'acqua trattata. Gli impianti idraulici, quindi, sfruttano l'energia potenziale meccanica contenuta in una portata di acqua che si trova disponibile ad una certa quota rispetto al livello cui sono posizionate le turbine. Pertanto la potenza di un impianto idraulico dipende da due termini: il salto inteso come dislivello esistente fra la quota a cui è disponibile la risorsa idrica invasata e il livello a cui la stessa viene restituita dopo il passaggio attraverso la turbina, e la portata, cioè la massa d'acqua che fluisce attraverso la macchina espressa per unità di tempo. In base alla taglia di potenza nominale [P] della centrale, gli impianti idraulici si suddividono in: I. Micro-impianti: P < 100 kw; II. Mini-impianti: 100 < P (kw) < 1000; III. Piccoli-impianti: 1000 < P (kw) < 10000; IV. Grandi-impianti: P > kw. Gli impianti possono essere poi: A. ad acqua fluente; B. a bacino; C. di accumulo a mezzo pompaggio. In funzione del salto [H] gli impianti idraulici possono essere: 1. a bassa caduta: H < 50 m; 2. a media caduta: H = m; 3. ad alta caduta: H = m; 4. ad altissima caduta: H > 1000 m. In funzione della portata [Q] si parla di: i. piccola portata: Q < 10 m³/s; ii. media portata: Q = m³/s; iii. grande portata: Q = m³/s; iv. altissima portata: Q > 1000 m³/s. Non tutti gli impianti Mini-Hydro sono catalogabili fra quelli con i più bassi livelli di caduta (H) e portata (Q), dal momento che la taglia è individuata dal prodotto di queste due grandezze come meglio evidenziato più avanti dalla relazione (2.1). Una centrale è composta in genere da un'opera di derivazione (contenente uno sbarramento), un'opera di adduzione (condotte di collegamento), una condotta forzata, una centrale elettrica che contiene il macchinario di conversione e generazione e un'opera di restituzione. La derivazione di acque è regolata per legge sulla base di apposite concessioni governative che risultano sempre a titolo oneroso e che sono soggette a rinnovo con durata, in genere, almeno ventennale. La portata derivata da un bacino deve essere tale da rispettare l'ambiente e l'idrologia del corpo idrico intercettato.

8 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 8/73 Il cosiddetto Deflusso Minimo Vitale (DMV) rappresenta il limite posto alla portata derivabile affinché l'impianto sia compatibile con l'ambiente. La potenza P espressa in kw effettivamente generabile da un impianto idraulico si calcola mediante la seguente formula: P = µ. Q. H. 9,81 ove µ rappresenta il rendimento globale dell'impianto, Q la portata espressa in m³/s e H il salto o dislivello espresso in m. Una delle particolarità salienti di questi impianti è legata al fatto che per tipologia impiantistica e taglia si prestano ad essere del tutto automatizzabili. La turbina idraulica, che consente di trasformare l energia potenziale dell acqua in energia meccanica, si compone di un organo fisso distributore con la funzione meccanica di indirizzo e regolazione della portata in arrivo alla girante e la funzione idraulica di trasformazione dell energia potenziale dell acqua in energia cinetica; e di un organo mobile girante messo in movimento dall acqua in uscita dal distributore con la funzione di comunicare energia meccanica all albero su cui è montata. In rapporto alle caratteristiche dinamiche le turbine possono essere classificate in: Turbine di azione, in cui l energia dell acqua in uscita dal distributore è tutta cinetica. Le uniche turbine ad azione adottate nella pratica costruttiva sono le Pelton. Turbine a reazione, in cui l energia dell acqua in uscita dal distributore è parzialmente cinetica e parzialmente di pressione. Le turbine a reazione lavorano completamente immerse in acqua e sono dotate nella loro parte terminale di un diffusore. Esistono numerose tipologie di turbine, generalmente riconducibili a quelle originarie di Francis e di Kaplan. In base a salto e portata disponibili si installano turbine differenti: 1. Pelton: per notevole salto e modesta portata 2. Francis: per valori medi di salto e portata 3. Kaplan: per basso salto e consistente portata Nel campo delle portate più elevate e dei salti contenuti, si sono assai diffuse le turbine dette Banki- Mitchell, che sono in una fase di significativa evoluzione. 2.2 Situazione dell idroelettrico minore in Italia Secondo i dati pubblicati dal GSE - Gestore dei Servizi Elettrici sullo sviluppo del mini-idroelettrico in Italia, a dicembre 2005 si contavano più di 1150 impianti con potenza < 1 MW, ed oltre 600 impianti con potenza compresa fra 1 e 10 MW, per una potenza totale installata di circa 2405 MW e una produzione lorda annuale di circa 7600 GWh. Nella seguente tabella 2.1 è riportata la potenza efficiente( 1 ) lorda e la produzione idroelettrica lorda, riferita al 31 dicembre 2005, per la diversa tipologia di taglie di impianti idroelettrici, secondo le Statistiche sulle fonti rinnovabili in Italia Anno 2005 (GSE). 1 Potenza efficiente : Massima potenza elettrica che può essere prodotta con continuità durante un intervallo di tempo sufficientemente lungo, supponendo tutte le parti dell impianto di produzione in funzione e condizioni ottimali di portata e di salto nel caso degli impianti idroelettrici, di disponibilità di combustibile e di acqua di raffreddamento nel caso degli impianti termoelettrici. È lorda se misurata ai morsetti dei generatori elettrici dell impianto; netta se depurata della potenza assorbita dai macchinari ausiliari necessari per il funzionamento dell impianto stesso e di quella perduta nei trasformatori necessari per elevare la tensione al valore di rete.

9 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 9/73 Classe d impianto [Potenza] Numero di impianti Potenza efficiente Lorda [MW] Produzione lorda [GWh] < 1 MW MW > 10 MW Totale Tabella Potenza efficiente lorda e Produzione lorda (Dicembre GSE) Per quanto riguarda la produzione lorda degli impianti idroelettrici italiani, questa segue a grosse linee l andamento del ciclo idrologico annuale, e quindi della disponibilità idrica ai fini di generazione elettrica. La seguente tabella 2.2 riporta la produzione lorda [GWh] per classe d impianto, secondo dati statistici pubblicati da GSE e TERNA. Classe d impianto [Potenza] < 1 MW MW > 10 MW Totale Tabella Dati di produzione lorda [GWh] per taglia di impianto. Confronto anni (fonte GSE e TERNA) Concentrando invece l attenzione sul parco dell idroelettrico minore (P < 1 MW), si può osservare come la potenza efficiente lorda sia aumentato in circa il 2 % all anno, secondo i dati di dicembre 2000 e 2005, come riportato nella seguente tabella 2.3. Classi di potenza Variazione < 1 MW % 1-10 MW % Totale ,5 % Tabella Dati della potenza efficiente lorda [MW] per taglia di impianto. Confronto anni (fonte GSE e TERNA) Per quanto riguarda la distribuzione regionale della produzione idroelettrica, essa varia notevolmente all interno del territorio nazionale, in funzione della orografia e della distribuzione delle precipitazioni. La tabella 2.4 riporta la potenza efficiente lorda e la produzione lorda, riferita al 31 dicembre 2005, secondo le Statistiche sulle fonti rinnovabili in Italia Anno 2005 (GSE).

10 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 10/73 Tabella Potenza efficiente e Produzione lorda nelle Regioni italiane (Dicembre GSE) Si può osservare che nelle Regioni dell arco alpino vengono prodotti oltre GWh di energia idroelettrica, equivalenti a circa il 75% della produzione lorda nazionale. Le Regioni Lombardia, Trentino Alto Adige e Piemonte sono quelle rispettivamente di maggiore produzione lorda. 2.3 Quadro normativo di riferimento Alla luce della definizione di impianto mini-idroelettrico e precisamente quello di potenza elettrica (P) nominale variabile tra: 100 < P (kw) < 1000 per la indagine in oggetto, allo scopo di individuarne le competenze, si è fatto riferimento alla normativa vigente in materia di impianti elettrici e di risorse idriche. Il Regio Decreto n.1775 del 11 dicembre 1933 Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e sugli impianti elettrici che rappresenta la normativa quadro relativa alle derivazioni di acqua pubblica, all Art. 6 dispone nei tre comma sotto riportati che: 1. Le utenze di acqua pubblica hanno per oggetto le grandi e le piccole derivazioni. 2. Sono considerate grandi derivazioni quelle che eccedono i seguenti limiti: a) per produzione di forza motrice: potenza nominale media annua kw 3.000; b) per acqua potabile: litri 100 al minuto secondo; c) per irrigazione: litri 1000 al minuto secondo od anche meno se si possa irrigare una superficie superiore ai 500 ettari; d) per bonificazione per colmata: litri 5000 al minuto secondo; e) per usi industriali, inteso tale termine con riguardo ad usi diversi da quelli espressamente indicati nel presente articolo: litri 100 al minuto secondo; f) per uso ittiogenico: litri 100 al minuto secondo; g) per costituzione di scorte idriche a fini di uso antincendio e sollevamento a scopo di riqualificazione di energia: litri 100 al minuto secondo.

11 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 11/73 3. Quando la derivazione sia ad uso promiscuo, si assume quale limite quello corrispondente allo scopo predominante. Pertanto gli impianti elettrici di mini-idraulica rientrano nella tipologia delle piccole derivazioni ( 2 ). La competenza sulle derivazioni che fino a tutto l'anno 2001 era esercitata dallo Stato (Ministero dei Lavori Pubblici ora Ministero delle Infrastrutture), dopo tale data è passata alle Regioni. Infatti, questo avveniva in attuazione al Decreto Legislativo n. 112 del 31 marzo 1998 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello stato alle Regioni e agli Enti locali, in attuazione del Capo I della Legge 15 marzo 1997, n (Pubblicato nella G. U. 21 aprile 1998, n. 92, S.O)). La riforma delle competenze amministrative delineata dal Decreto Legislativo n.112/98 ha previsto il trasferimento delle attività dello Stato, anche attraverso Uffici decentrati, ad organismi, regionali o interregionali, designati in funzione delle caratteristiche dei bacini idrografici. Diverse inoltre sono le Regioni che, in tal senso, hanno trasferito, a loro volta, tali competenze in capo alle Province. La Regione Lombardia, ad esempio, attraverso la L.R. n. 1 del 5 gennaio Riordino del sistema delle Autonomie locali in Lombardia. Attuazione del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello stato alle Regioni e agli Enti locali, in attuazione del Capo I della Legge n. 59 del 15 marzo 1997) - ha disposto: all'art. 3, comma 108, punto f), che la Regione realizzi intese sulle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e rilasci, acquisiti i pareri delle Province e dei Comuni, in coerenza con le direttive regionali in materia e con il piano degli usi delle acque previsto dalla L.R. 21/98, delle ulteriori concessioni di grandi derivazioni avvalendosi degli uffici tecnici delle Province; al comma 111 del soprarichiamato Articolo, di delegare alle Province le funzioni relative a: a) rilascio di autorizzazioni allo scavo dei pozzi e agli attingimenti di cui al T.U. approvato con R.D. 1775/1933 b) rilascio di concessioni relative alle piccole derivazioni di cui al T.U. approvato con R.D. 1775/1933; c) delimitazioni delle aree di rispetto delle captazioni potabili; d) polizia delle acque di cui alle lettere a), b), c). A far data dal 1 luglio 2001 le Amministrazioni provinciali lombarde si sono pertanto attivate in merito a quanto sopra, secondo le disposizioni comunicate dalla Regione Lombardia, ricevendo e istruendo le nuove pratiche di piccole derivazioni di acque e relative a: autorizzazioni allo scavo dei pozzi rilascio nulla-osta alla chiusura pozzi rilascio licenze di attingimento di acque da corsi d'acqua superficiali rilascio concessioni per piccole derivazioni di acque, per uso diverso, da pozzi e da corsi d'acqua superficiali autorizzazione alle ridelimitazioni delle zone di rispetto delle captazioni ad uso potabile asservite a opere acquedottistiche rinnovi di concessioni in scadenza sub-ingressi, volture, revoche, etc. varianti sostanziali e non (Art. 49, commi 1 e 2, del RD. 1775/1933) Art. 93 del RD. 1775/1933: scavo pozzi e derivazioni d'acqua ad uso domestico. Successivamente e a far data dal 1 gennaio 2003, sulla base dei contenuti del protocollo d'intesa siglato tra Regione e Province Lombarde e approvato con Delibera della Giunta Regionale Lombardia VII/10146 nel 2002, gli Uffici provinciali della struttura del territorio - Sede Territoriale (S.Ter.) della 2 Per piccola derivazione si intende quella che presenta quindi una potenza nominale media annua inferiore o uguale a kw.

12 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 12/73 Regione- hanno completato le residue attività, in merito alle competenze relative le materie delegate di cui alla L.R. 1/2000, art. 3, Commi 108 e 111, trasferendo definitivamente alla Provincia di competenza le pratiche di piccole derivazioni.( 3 ) Per la Regione Lombardia, la L.R. n. 26 del 12 dicembre 2003, recante per oggetto Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche, al Titolo V espone la normativa relativa alla disciplina delle Risorse idriche e all'art. 43, in particolare, definisce le funzioni spettanti alle Province in materia di risorse idriche. Risultano altresì di nuova competenza della Provincia la nomina dei regolatori ai sensi dell'art. 43, comma 3, del RD. 1775/1933, e il rilascio di autorizzazioni e concessioni relative a: 1. nuove domande inerenti grandi derivazioni idriche 2. la costruzione, esercizio e vigilanza delle dighe e approvazione dei relativi progetti di gestione, ai sensi dell'art. 40 del D.Lgs. 152/1999. Ai sensi del RD 1775/1933 le categorie di utenza per l utilizzo delle risorse idriche si distinguono in: Mentre per l uso della captazione ai fini della concessione od altro riconoscimento (Licenza) la distinzione può essere individuata come la seguente: Pertanto ai sensi RD 1775/1933 la categoria di utenza delle risorse idriche per lo studio in oggetto è rappresentato da quelle per la, mentre per l uso della captazione tale categoria si suddivide a sua volta in In Appendice (Tabella I) sono riportati gli USI delle acque pubbliche ai sensi RD 1775/1933 anche per le finalità di riscossione del canone annuo per l uso della risorsa idrica. Il recente Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 Norme in materia ambientale (pubblicato sulla G.U. n. 88 del 14 aprile 2006), che abroga di fatto la L.36 del 16 gennaio 1995 Disposizioni in materia di risorse idriche (la c.d. legge Galli), introduce, con la sua parte terza Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche, integrazioni e modifiche sull argomento delle derivazioni di acqua pubblica, sia per quanto riguarda le grandi derivazioni che le piccole derivazioni. Nella stessa inoltre l Art. 96. Modifiche al regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, al comma 11, recita anche che Le regioni disciplinano i procedimenti di rilascio delle concessioni di derivazione di acque pubbliche nel rispetto delle direttive sulla gestione del demanio idrico.. 3 Gli uffici pubblici competenti ai fini del rilascio delle concessioni di derivazione d'acqua pubblica, per quanto attiene piccole e grandi derivazioni ricadenti in regione Lombardia sono: PICCOLE DERIVAZIONI: la competenza spetta alle Amministrazioni Provinciali competenti per territorio. GRANDI DERIVAZIONI: la competenza spetta alla Regione Lombardia, pertanto l'istruttoria dei relativi procedimenti viene svolta da parte degli uffici regionali periferici denominati S.TeR. (Sedi Territoriali Regionali), ad eccezione delle grandi derivazioni ricadenti nel territorio della provincia di Milano che competono alla D.G. Opere Pubbliche, Politiche per la Casa e Edilizia Residenziale Pubblica - Struttura Interventi in materia di Opere Pubbliche e di Genio Civile.

13 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 13/73 Per quanto riguarda il mini-idroelettrico e ai sensi della presente legislazione, le competenze in materia di rilascio di concessioni relative alle derivazioni di acque pubbliche spettano alle Regioni, che possono a loro volta trasferirle, in toto o solo in parte, alle Amministrazioni Provinciali.

14 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 14/73 3 RACCOLTA DATI GENERALI A LIVELLO NAZIONALE E CENSIMENTO APPROFONDITO DEL POTENZIALE MINI-IDROELETTRICO IN REGIONI DI SPECIFICO INTERESSE Per quanto riguarda la raccolta di dati sui potenziali siti mini-idro, sono stati inizialmente considerati oltre ai siti corrispondenti alle micro e mini centrali (con potenza inferiore ad 1 MWe), anche, laddove ritenuto opportuno, quelli delle piccole centrali (con potenza superiore ma comunque sotto la soglia dei 10 MWe, valore adottato dall ESHA European Small-Hydropower Association per definire l idroelettrico minore). Nella raccolta dei dati sono inoltre valutate sia le richieste di concessione di derivazione per un incremento della produzione idroelettrica per gli impianti esistenti, che le domande per nuove iniziative da sviluppare. 3.1 Livelli di indagine L attività di raccolta, analisi ed organizzazione dei dati da inserire nel database e nel SIT (attività descritte nei paragrafi successivi) è stata effettuata su due livelli: A livello generale, è stato condotto l aggiornamento delle informazioni contenute nel database RdS mini-idro del potenziale idroelettrico rilevato sul territorio nazionale. Sulla base delle informazioni raccolte, di cui al punto successivo, sono stati individuati i siti mini-idroelettrici per i quali la concessione di derivazione di acque pubbliche è stata rilasciata o è in corso di rilascio. In particolare, per le province interessate o che comunque hanno fornito una sollecita risposta al censimento predisposto, sono stati verificati i dati sui siti individuati, con l aggiunta di ulteriori informazioni precedentemente non presenti ed effettuando le opportune modifiche. A livello di dettaglio, invece, è stato effettuato, dapprima, un censimento il più possibile approfondito presso le varie province e regioni italiane, individuando, ente per ente, l ufficio depositario delle informazioni di abilitazione concessoria. A tal scopo sono stati individuati i depositari delle concessioni sia delle piccole che delle grandi derivazioni idroelettriche. L attenzione è stata quindi rivolta agli enti locali competenti in materia, ai quali ci si è rivolti per le richieste dei dati tipici di caratterizzazione dei siti mini idroelettrici Tipologia dei dati richiesti Facendo riferimento alla possibilità sia di riattivazione di impianti idroelettrici, già esistenti, ma non sfruttati nel passato, che di potenziamento di impianti attualmente in sfruttamento, la ricerca dei dati generali del sistema idroelettrico minore è partita dallo stato attuale degli impianti censito presso i vari enti locali. Per l attività di raccolta dati sono stati considerati oltre ai siti di impianti idroelettrici con potenza inferiore ad 1 Mwe, anche quelli di potenza superiore ma comunque inferiore a 3 MWe, al fine di poter indirizzare la raccolta presso gli enti depositari dei dati delle concessioni delle piccole derivazioni (secondo RD 1775/33). Inoltre, soprattutto nelle province situate nell arco alpino e in quelle poste nella catena appenninica settentrionale, la raccolta dei dati è stata ampliata anche agli impianti idroelettrici di potenza fino ai 10 MWe. Nella raccolta dei dati sono state anche prese in considerazione: le richieste di concessione di derivazione per un incremento della produzione idroelettrica per gli impianti esistenti; le domande per nuove iniziative da sviluppare.

15 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 15/73 Nell indagine comunque si è cercato di non infrangere le regole di antitrust e quindi di non arrecare danni alle società richiedenti le concessioni di derivazioni. Pertanto non sono state prese in considerazione, o in ogni caso, non è stato possibile disporre di informazioni di concessioni che nel loro iter procedurale abilitativo si trovassero, al momento della richiesta, nel periodo denominato di Concorrenza, proprio per non agevolare sia domande in concorrenza su medesimi siti idraulici che opposizioni da parte di Enti o privati. In Appendice (Figura I), si presenta a titolo illustrativo lo schema dell iter procedurale per le Concessioni di Derivazioni. La tipologia dei dati, inerenti le varie derivazioni idroelettriche, richiesti ai vari enti è stata estesa il più possibile, al fine di avere un parco sufficientemente ampio di informazioni. Pertanto si è provveduto a richiedere quelle informazioni che possono caratterizzare la derivazione idroelettrica sotto diversi punti di vista: geografico, di stato e tipologico. In particolare la corrispondenza inviata ai vari enti specificava la richiesta dei seguenti dati: nome impianto stato impianto (esistente, nuovo, inattivo) localizzazione impianto (provincia, comune, località) localizzazione presa (provincia, comune, località) corso fluviale, bacino idrografico e superficie utile bacino imbrifero salto idraulico portate derivate media e massima deflusso minimo vitale imposto potenza nominale di concessione, potenza massima, potenza installata, producibilità media annua durata della concessione, titolare della concessione (ragione sociale, indirizzo, telefono) quote altimetriche di impianto, presa e restituzione coordinate geografiche di impianto, presa e restituzione eventuali vincoli territoriali esistenti eventuali ulteriori informazioni. Tale tipologia di tali dati è stata derivata dalla scheda riassuntiva che in generale accompagna ogni nuovo progetto di piccola derivazione in Regione Lombardia e che permette, a sua volta, l aggiornamento del Catasto delle derivazioni idriche presso il competente Ente. La deliberazione di Giunta Regionale Lombardia del 11 Dicembre 2000, N.7/2604 Modifiche ed integrazioni alla D.g.r. 12 aprile n. 6/42446 < Approvazione delle direttive per la valutazione delle domande di piccole derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico> riporta nel suo Allegato 4 la Scheda Riassuntiva delle Piccole Derivazioni ad Uso Idroelettrico, che viene riportata in Appendice (Tabella II) (fonte Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia) Enti contattati Nell ambito dell attività di ricerca sono state contattate sia le 20 amministrazioni regionali che le 105 province (non sono state prese in considerazione le province di recente istituzione). Per un discreto numero di questi enti sono state raccolte le informazioni, sia a livello provinciale che regionale, relativamente agli impianti idroelettrici minori esistenti ed alle iniziative in corso. Per gli enti che non hanno fornito i dati richiesti, nel database è stato creato un record contenente la segnalazione di tale situazione, in modo da poter inserire le informazioni in qualsiasi momento. Complessivamente, a dicembre 2006, sono stati presi contatti con gli uffici competenti di 125 enti, tra regione, provincia e uffici collegati, contattati, inizialmente per via telefonica, e successivamente via

16 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 16/73 mail, fax o lettera, ed in alcuni casi anche con incontri diretti. Nella tabella III dell Appendice è riportato l elenco degli enti contattati Informazione raccolta per la banca dati sul mini-idroelettrico Le informazioni forniteci dalle varie amministrazioni locali, pur nella loro diversità organizzative, hanno riguardato, per lo più, le caratteristiche geografiche ed idrauliche di sito nonché i dati di concessione, che permettono all ente competente di calcolarne il canone da addebitare annualmente all ente richiedente. Trattasi di dati, a volte disomogenei o disaggregati, che, in funzione delle singole organizzazioni d archivio o anche di pubblicizzazione dei dati medesimi, hanno permesso di ricostruire un archivio informatico, su base comunale, delle diverse concessioni di derivazione d acqua pubblica, a scopo di produzione di energia idroelettrica. I dati proposti in comune dalla maggior parte degli enti hanno riguardato precisamente le seguenti informazioni: Regione, Provincia, Comune, Località, Bacino idrografico, Corso d'acqua, Salto idraulico, Portata idrica media, Portata idrica massima e Potenza di concessione. Tutti i dati raccolti sono stati sistematicizzati per comune amministrativo e quindi resi disponibili per la banca dati del Sistema Informativo Territoriale (SIT) dei siti mini-idroelettrici, la cui descrizione è illustrata nel capitolo Censimento in alcune regioni di particolare interesse Particolare attenzione è stata data alle regioni italiane che per la loro localizzazione e geomorfologia hanno una maggiore predisposizione allo sfruttamento idroelettrico minore. In sintesi, le zone del territorio nazionale laddove coesistono cambiamenti altimetrici importanti e precipitazioni consistenti, e che, quindi, sono di maggior interesse per lo sfruttamento dell acqua a i fini di produzione elettrica. In particolare, si è approfondito il censimento nelle province situate nell arco alpino ed alcune nella catena appenninica settentrionale, tra cui il Piemonte, Valle d Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna (vedi Tabella IV in Appendice). La figura 3.1 presenta il numero di micro-impianti (< 100 kw), mini-impianti (100 kw < P <1000 kw) e piccoli-impianti (1MW < P < 10 MW), nelle regioni Lombardia, Valle d Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, dove le risposte ottenute sono in numero sufficiente da poter caratterizzare il parco dell idroelettrico minore sul territorio di competenza.

17 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 17/73 NUMERO IMPIANTI VALLE D AOSTA LOMBARDIA TRENTINO ALTO ADIGE FRIULI VENEZIA GIULIA Micro Impianti (P < 100 kw) Mini Impianti (100 kw P 1000 kw) Piccoli Impianti (1000 kw < P kw) Figura 3.1 Numero d impianti di piccola taglia nelle Regioni di Valle d Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia La figura 3.2 riporta le potenze di concessione per ogni tipologia di sfruttamento idroelettrico (micro, mini e piccolo impianto) corrispondenti alle regioni sopra menzionate. POTENZE DI CONCESSIONE [kw] VALLE D AOSTA LOMBARDIA TRENTINO ALTO ADIGE FRIULI VENEZIA GIULIA Micro Impianti (P < 100 kw) Mini Impianti (100 kw P 1000 kw) Piccoli Impianti (1000 kw < P kw) Figura 3.2 Potenza di concessione d impianti di piccola taglia nelle Regioni di Valle d Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia

18 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 18/ Verifica in sito del potenziale mini-idroelettrico Parallelamente all attività di raccolta dei dati e al fine di poter individuare e validare una metodologia analitica su scala di bacino idrografico volta a determinare in maniera teorica il potenziale energetico da impianti mini-idroelettrici (metodologia che viene trattata successivamente nel capitolo 4) è stata effettuata una attività in campo, di ispezione a campione, su di un tratto fluviale alpino. E stato individuato, come adatto allo studio, il sito pilota della valle di Cortèno solcata dal torrente Ogliolo, affluente di destra del fiume Oglio (in Alta Valcamonica), in corrispondenza del comune di Edolo (prov. di Brescia), come riportato nella figura 3.3. La valle di Cortèno è disposta in senso ovestest e il suo corso d acqua principale, il torrente Ogliolo, riceve come affluenti di sinistra i rii della Valle di Pian di Gembro e della Valle del Santo e come affluenti di destra riceve la Valle di S. Antonio, formata dalla Val Brandet e dalla Valle di Campovecchio, seguono poi la Valle Dovala, la Valle Moranda e la Valle di Trivigno. Il tratto fluviale ispezionato ha interessato la quasi totalità del percorso del torrente Ogliolo e cioè dalla sua sorgente, posta sul versante orientale del passo dell Aprica, il passaggio naturale fra la media Valtellina e l alta Valcamonica, fino all entrata dell abitato di Edolo. La scelta è stata suggerita anche dalle informazioni in possesso: cartografia, dati di concessioni, conoscenza diretta dei luoghi. Il bacino imbrifero analizzato ha una estensione di circa 117 km 2 su un tratto fluviale della lunghezza di 16 km. Figura Area di studio nel bacino del torrente Ogliolo di Edolo in Valcamonica (Italy) Il sopralluogo è stato eseguito per verificare in campo le reali possibilità e/o problematiche di individuazione delle potenziali aree di realizzo di impianti mini-idro nonché la già effettiva presenza di impianti di derivazione idroelettrica. Con il sopralluogo sull asta fluviale dell Ogliolo è stata rilevata la localizzazione di tre impianti di generazione di energia idroelettrica con lo sfruttamento di altrettanti salti idraulici. I siti individuati infatti sono stati oggetto dapprima di una indagine di dettaglio presso l Ufficio tecnico della sede municipale di Cortèno Golgi al fine di poter recuperare utili informazioni di carattere generale. Successivamente sono stati effettuati sopralluoghi nei tre siti, la cui posizione è stata georeferenziata con sistema GPS.

19 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 19/73 I dati principali riscontrati sono illustrati nella tabella 3.1 di seguito riportata (i siti sono numerati progressivamente da monte verso valle). Coord X (misurato GPS) Coord Y (misurato GPS) Quota [m] L canale [m] (calcolato) Distanza Centralina-Presa (calcolata) Salto [m] (calcolato) Salto di Concessione [m] Presa Centralina ,80 Presa Vasca di Carico Centralina Presa Centralina ,63 NB.1 La numerazione degli impianti idroelettrici 1, 2 e 3 è effettuata da monte verso valle Tabella Rilievo in sito delle derivazioni idroelettriche sul T. Ogliolo Il primo sito di derivazione è costituito da una presa posta in sponda sinistra dell Ogliolo in località Ronco (comune di Cortèno Golgi), con sbarramento di tipo traversa tracimabile, un canale interrato della lunghezza di circa 639 m, che conduce alla centralina posta in un fabbricato civile ubicato sempre in sponda sinistra in località Lombro (Pisogneto), con restituzione a qualche decina di metri nel torrente. Il dislivello tra opera di presa e centrale è di circa 36m. Nell Appendice (Figura II) sono riportate alcune immagini del sito idroelettrico N.1 relative ad opera di presa con la traversa tracimabile, centrale e restituzione in torrente. A poco più di 200 m a valle della restituzione del primo impianto è ubicato in alveo un altra traversa tracimabile con opera di derivazione in sponda destra (corrispondente al sito N.2). Attraverso un canale della lunghezza di alcune decine di metri si raggiunge lo sgrigliatore in sponda destra e da li diparte un canale interrato della lunghezza di circa 2000 m che raggiunge, dopo un dislivello misurato in circa 10 m, una vasca di carico posta in località Santicolo. Con un salto di circa 120 m si raggiunge a valle la centrale di Santicolo (comune Cortèno Golgi), ubicata quasi in alveo a quota leggermente superiore. Nell Appendice (Figura III) sono riportate alcune immagini del sito idroelettrico N.2 relative ad opera di presa con la traversa tracimabile, vasca di carico, condotta forzata e centrale di produzione idroelettrica. Trecentosessanta metri a valle di questa centrale è localizzata la terza traversa tracimabile, con una opera di presa in sponda sinistra dell Ogliolo, in località Cortenedolo (comune di Cortèno Golgi). Da essa attraverso un canale interrato della lunghezza di circa 1640m, posto in sponda sinistra dell Ogliolo, si raggiunge la centralina N.3 posta in località Gas del comune di Edolo. Il dislivello superato è di 34 m. Nell Appendice (Figura IV) sono riportate alcune immagini del sito idroelettrico N.3 relative alla opera di presa, traversa tracimabile, centrale e restituzione in torrente. La scheda sintetica di descrizione generale delle tre opere di derivazioni per la produzione idroelettrica è riportata nella seguente tabella 3.2.

20 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 20/73 VERIFICA IN SITO SULL'ASTA DEL TORRENTE OGLIOLO ISPEZIONE sul T. Ogliolo del 25/10/2006: Roberto Menga, Paolo Abruzzi, Andrea Danelli 1) Mini hydro 1, Albertani - Habitat Legno spa di Edolo (Via Sora, Edolo (BS) tel ) Coordinate UTM ED50 Opera di presa/centralina Coord X Coord Y Quota [m] Comune Località Distanza presa - Posizione centrale [m] Presa Corteno Golgi Ronco sponda sx 639 Centralina Corteno Golgi Lombro sponda sx Distanza tra la centralina 1 e presa 2: 244 m 2) Mini hydro 2, ditta SEVA srl, permesso di costruire n del (Via Mascheroni, 15 Milano, MI Tel , Fax ) Distanza presa - Coord X Coord Y Quota [m] Comune Località Posizione centrale [m] Presa Corteno Golgi Lombro sponda dx 2032 Vasca di Carico Corteno Golgi Santicolo sponda dx Centralina Corteno Golgi Santicolo (Cortenedolo) sponda dx, accesso da sponda sx Distanza tra la centralina 2 e presa 3: 364 m 191 3) Mini hydro 3, di proprietà dei comuni di Corteno Golgi (25%) ed Edolo (75%) - Gestione a cura di Valcamonica Servizi - Acqua Coord X Coord Y Quota [m] Comune Località Posizione Distanza presa - centrale [m] Presa Corteno Golgi Cortenedolo sponda sx 1642 Centralina Edolo Gas sponda sx Tabella Alcune caratteristiche dei tre impianti sul t.ogliolo Nella Figura V dell Appendice è riportato lo schema planimetrico e le principali indicazioni relative ai tre siti di derivazione idroelettrica soprarichiamati. Il sopralluogo effettuato in questo tratto di bacino pilota ha permesso di verificare sia l applicabilità della metodologia di individuazione del potenziale mini-idro, sia il suo riscontro nella realtà. Infatti, alcune delle localizzazioni teoriche individuate dalla metodologia descritta nel successivo paragrafo 4, corrispondono adeguatamente all ubicazione dei salti idraulici esistenti in sito. Altre localizzazioni individuate con il metodo teorico sarebbero ancora disponibili ad essere sfruttate ad uso idroelettrico.

21 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 21/73 4 STUDI IDROLOGICI E AMBIENTALI A SUPPORTO DELLA INDIVIDUAZIONE DEL POTENZIALE MINI-IDROELETTRICO E DEL SUO IMPATTO SUL TERRITORIO A supporto della valutazione dei siti potenziali, si sono messi a punto metodologie e strumenti ed effettuati studi idrologici e ambientali, finalizzati rispettivamente all individuazione di alcune grandezze utilizzate per il censimento del potenziale mini-idro ed alla valutazione della compatibilità ambientale degli impianti. In particolare, è stata affrontata la realizzazione di una mappa a scala nazionale della producibilità idroelettrica massima annua, lo sviluppo di una metodologia per l individuazione del potenziale miniidroelettrico a scala di bacino e l analisi della compatibilità ambientale d impianti mini-idro. Per i primi due punti, nei paragrafi successivi 4.1 e 4.2, si riporta solo una sintesi dell attività svolta, rimandando al Rapporto CESIRICERCA Prot Valutazione della disponibilità idrica e del potenziale di producibilità idroelettrica a scala nazionale e di bacino, per i dettagli tecnici ed i prodotti intermedi della ricerca. 4.1 Mappa del potenziale di producibilità idroelettrica a scala nazionale La finalità principale dell attività è stata la messa a punto e realizzazione di una mappa, riguardante l intero territorio nazionale, della massima producibilità idroelettrica. L intento è quello di fornire ai diversi Soggetti ed Enti interessati all idroelettrico, ed in particolare al mini-idroelettrico in Italia, uno strumento in grado di inquadrare in maniera rapida ed essenziale le aree geografiche italiane dove maggiore può essere la produzione idroelettrica Descrizione metodologia Per raggiungere tale obiettivo lo studio si è sviluppato seguendo diverse fasi, riassumibili nei seguenti punti: Ricerca e analisi di studi pregressi per disporre di un quadro delle conoscenze, sull argomento oggetto della presente attività, che fosse il più possibile esaustivo; Ricerca ed elaborazione di dati, principalmente di tipo territoriale e meteo-idrologico; Sviluppo di procedure automatizzate per elaborare in modo sequenziale la grande quantità di dati, non solo di tipo cartografico, necessari per la realizzazione del progetto; Raccolta e rappresentazione dei risultati in ambiente GIS; Redazione di un atlante d Italia rappresentante la massima producibilità idroelettrica annuale. L intero prodotto è stato sviluppato con tecnologia ESRI e può essere utilizzato/visualizzato disponendo di una licenza di ArcGIS 9.x di produzione ESRI. Si è fatta questa scelta per poter disporre di un efficiente supporto informatico e di un ambiente di lavoro in grado di permettere la gestione ottimale di una grande quantità di dati. Inoltre la comodità dell utilizzo di un sistema GIS risiede nella sua efficienza nella gestione di grandi masse di dati tutti coerentemente georeferenziati: tutti i tematismi utilizzati nel sistema GIS progettato ed implementato nell ambito di questo studio sono stati infatti rappresentati attraverso il sistema di proiezione UTM 32 N WGS 84. I dati territoriali raccolti nel sistema GIS sviluppato sono riepilogati di seguito:

22 Rapporto ASV Ambiente e Sviluppo Sostenibile Approvato Pag. 22/73 Modello di elevazione del terreno (di origine NASA) a maglia di 90 m; Reticolo idrografico italiano; Confini amministrativi (Regioni, Province, Comuni). La figura 4.1 illustra, a livello nazione, l insieme dei dati utilizzati nel corso dello studio (modello digitale del terreno e reticolo idrologico). Figura 4.1 Modello digitale del terreno e reticolo idrografico del territorio nazionale Figura 4.2 Perimetrazione dell Alta Val d Arno Con l ausilio dei dati sopra citati, si è ricostruita, avvalendosi dello strumento di ArcView Hydrology Modeling, la perimetrazione di tutti i bacini imbriferi italiani sino al 3 ordine gerarchico, benché, in alcuni casi, si è reso necessario prendere in considerazione anche bacini elementari di ordine superiore. Si è ottenuta in tal modo una serie di tematismi poligonali suddivisi per Regione o per macro-bacino imbrifero; ad ogni poligono è stato associato un identificativo univoco (Id_Bacino) che indica il nome del bacino imbrifero del corso d acqua a cui appartiene. I perimetri dei bacini imbriferi elementari così ottenuti, rappresentano il punto di partenza fondamentale per tutte le successive elaborazioni, identificando in maniera precisa ed univoca le singole unità di bacino a cui associare tutti i vari dati di interesse, tra cui appunto quello fondamentale della producibilità potenziale idroelettrica annua. La figura 4.2 mostra un dettaglio dell alta Val d Arno, rappresentante il modello digitale del terreno, l idrografia al primo ordine e la perimetrazione dei tre bacini dell alto Arno, della Val di Chiana e del medio Arno. Attraverso una procedura algoritmica appositamente sviluppata, in ambiente ArcGIS 9.x, per la presente attività, si sono ottenute, per ciascuno dei bacini imbriferi precedentemente ottenuti, le seguenti principali proprietà geomorfologiche che lo caratterizzano: Modello di elevazione del terreno

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