Le Cure Palliative. Pierdomenico Maurizi

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1 Le Cure Palliative Pierdomenico Maurizi

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3 Paolo Ghezzi Michela Rinaldini Sergio Crispino Dario Grisillo Pier Luigi Rossi Paolo Orlandi Gianfranco Barulli Roberta Soldani Pasqualino Bettacchioli

4 Zona Distretto Punto Unico di Accesso Bisogno sanitario Bisogno sociale MMG Bisogno complesso sociosanitario Servizi sociali ASL / Comuni Prestazioni e servizi sanitari Unità di Valutazione Multidisciplinare Prestazioni e servizi sociali ADI Centro Diurno Residenza assistita RSA Altro

5 FLUSSI CURE PALLIATIVE MMG PAZIENTE TERMINALE A.D.I. Scarsa complessità Alta complessità clinica-assistenziale clinica- assistenziale MMG ADP ADI VALUTAZIONE COLLEGIALE (MMG, Medico Distretto, Medico Palliativista, Infermiere ADI) Consulenza Presa Ricovero Palliativista in carico domiciliare (SCUDO, UCP Casentino) Ospedale Hospice Ospedale Di Comunità RSA

6 DGRT n 996/ CRITERI GENERALI PER L'ORGANIZZAZIONE DI UNA RETE DI ASSISTENZA AI PAZIENTI TERMINALI 3.1 il malato che usufruisce delle cure palliative deve essere preso in carico e assistito nell'ambito di una rete strutturata di presidi, servizi e modalità assistenziali. 3.2 la rete è costituita da una aggregazione, funzionale ed integrata, di servizi distrettuali ed ospedalieri, sanitari e sociali, che trova collaborazione nella rete di solidarietà sociale, chiamata a partecipare attivamente al percorso assistenziale, nel rispetto dell'autonomia clinico-assistenziale dei rispettivi componenti. 2. SPECIFICHE INDICAZIONI DELLE CURE PALLIATIVE 2.1 l'ambito di applicazione delle cure palliative riguarda di norma il controllo dei sintomi nella fase terminale di patologie evolutive e irreversibili, definibile secondo i seguenti criteri: - criterio terapeutico: assenza, esaurimento, non opportunità di trattamenti curativi specifici; - criterio sintomatico: presenza di sintomi invalidanti che condizionano la riduzione di performance al di sotto del 50% della scala di karnofsky; - criterio evolutivo temporale: da determinarsi in fase di valutazione specifica del quadro evolutivo temporale della malattia secondo le specifiche indicazioni della eapc (european association palliative care). Aspettativa di sopravvivenza < / = 3 mesi

7 Karnofsky Performance Status (KPS) 50 = Attività quotidiane: alzato per più 50% ore del giorno Cura personale: grave difficoltà Supporto sanitario: frequente (Paziente ambulatoriale) 40 = Attività quotidiane: a letto per più 50% ore del giorno Cura personale: limitata cura di sé Supporto sanitario: assistenza san. straordinaria per frequenza e tipologia di intervento 30 = Attività quotidiane: inabile Cura personale: inabile Supporto sanitario: molto intenso, indicazione ricovero o ospedalizzazione domiciliare 20 = grave compromissione delle funzioni organiche e vitali (irreversibile) 10 = rapida progressione processi biologici mortali 0 = morto

8 DGRT n 996/2000 L assistenza si articola in : assistenza specialistica ambulatoriale assistenza a ciclo diurno assistenza continua in regime di ricovero nei Centri Residenziali di Cure Palliative cure domiciliari: erogate anche nelle sedi sostitutive del domicilio, sia come consulenza che come assistenza domiciliare specialistica; nell uno e nell altro caso, in collaborazione con il Medico di Medicina Generale del paziente; ricovero ospedaliero in regime ordinario o di day hospital: l èquipe della UCP si rende quindi disponibile come consulente del Medico curante ospedaliero;

9 DGRT n 996/ LE CURE PALLIATIVE NELL'ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA 4.1 il medico di medicina generale (MMG) svolge un ruolo fondamentale nelle cure palliative erogate attraverso l'assistenza domiciliare integrata (ADI). 4.2 i livelli organizzativi delle cure palliative domiciliari sono: - primo livello: il MMG concorda con il medico del distretto le modalità operative e le risorse strumentali e di personale, occorrenti per l'erogazione domiciliare delle cure palliative, richiedendo anche le consulenze specialistiche, compresa quella dell'ucp, ovvero concordando l'attivazione in via alternativa di altri istituti previsti dagli accordi collettivi nazionali per la medicina convenzionata. In particolare il medico di medicina generale attiva l ADI; - secondo livello: il MMG richiede l'intervento permanente dell'ucp per situazioni di particolare impegno. 4.3 nell'erogazione delle cure palliative domiciliari il MMG svolge i seguenti compiti: - coordina l'intervento di primo livello; - integra l'ucp per gli interventi di secondo livello; - richiede il passaggio dal primo al secondo livello, contattando direttamente l'ucp. 4.4 per le cure palliative domiciliari di secondo livello, o in caso di consulenze richieste per quelle di primo livello, il MMG ed il medico dell'ucp s'incontrano al domicilio con il malato e la sua famiglia per illustrare gli obiettivi e le finalità della terapia. 4.5 oltre agli ordinari compiti di coordinamento, al Distretto compete : l'organizzazione delle consulenze specialistiche, l'attivazione dell'assistenza infermieristica distrettuale, la messa a disposizione del materiale necessario per le cure palliative domiciliari, con particolare riferimento ai presidi e ai farmaci.

10 DGRT n 996/ l'attivazione delle cure palliative domiciliari a seguito di dimissione ospedaliera avviene senza soluzione di continuità dell'assistenza. L'azienda USL elabora appositi protocolli che individuano modalità organizzative ed operative per assicurare il rispetto della continuità assistenziale e l'organico svolgimento del ruolo del medico di medicina generale. 4.8 in caso di attivazione delle cure palliative in strutture socio sanitarie sostitutive del domicilio del malato, si applicano modalità organizzative ed operative analoghe a quelle previste per le cure domiciliari, sulla base di appositi protocolli elaborati dall'azienda USL.

11 DGRT n 467 del I Centri residenziali di Cure Palliative (Hospice) sono strutture residenziali ad alta complessità assistenziale collocate tra le rete assistenziale ospedaliera e quella territoriale ove soggiornano i malati che necessitano di protezione e assistenza specialistica continuativa, temporanea o permanente, in quelle situazioni nelle quali non è possibile allestire l assistenza palliativa in forma domiciliare, ivi compresa quella sostitutiva presso le strutture socio sanitarie. 4. L accesso all Hospice si realizza in presenza di una o più delle seguenti condizioni: a) Paziente oncologico non più rispondente alla terapie specifiche volte alla guarigione, con una presumibile aspettativa di vita non superiore ai 3 mesi b) Paziente oncologico, in fase di aggravamento di malattia per cui si possono attuare solo trattamenti palliativi c) Paziente con indice di Karnofsky uguale o inferiore a 50 d) Paziente oncologico per il quale non sia possibile l assistenza al proprio domicilio per le condizioni generali dell utente o situazioni createsi nel nucleo familiare e) Paziente oncologico per il quale non sia possibile un assistenza ambulatoriale per la non autosufficienza

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13 DGRT n 467 del Inoltre si può accedere all Hospice in presenza di una o più delle seguenti condizioni: a) Non idoneità della famiglia o dell abitazione per poter assicurare assistenza domiciliare adeguata per periodo di tempo definito b) Richiesta di preparazione e supporto alla fine della vita c) Situazioni in cui non esiste un appoggio significativo o condizioni di urgenza del familiare d) Esigenza di assistenza (controllo esami, controllo stato nutrizionale, consulenza, sostegno e supporto, terapia palliativa). 6. Quando l impossibilità di attivare le cure domiciliari dipenda esclusivamente da inadeguatezza del contesto domiciliare a farsi carico dell ospitalità del malato, si ricorrerà di norma alle strutture residenziali socio sanitarie. 7. La proposta di accesso all Hospice può essere fatta: a) dal Medico di Medicina Generale; b) dal medico ospedaliero, che segnala il caso al Medico di Medicina Generale; c) dal medico delle cure palliative, di concerto con il Medico di Medicina Generale;

14 DGRT n 467 del Quando il malato si trova al domicilio o in una sede sostitutiva dello stesso, l accesso all Hospice è stabilito dopo valutazione collegiale fra il Medico di Medicina Generale ed il Medico Palliativista al domicilio del malato o in una struttura socio-sanitaria territoriale. 9. Quando il malato è ricoverato in Ospedale, il Medico ospedaliero che ravvisi l indicazione al ricovero in Hospice informa il Medico di Medicina Generale del paziente ed il Medico Palliativista per una valutazione collegiale del caso (delibera G.R. n ). 10. La valutazione dei criteri di ammissibilità è effettuata collegialmente da un Nucleo di valutazione composto dal Medico di Medicina Generale e dal medico di cure palliative, eventualmente integrato dallo specialista ospedaliero che ha in carico il paziente.

15 DGRT n 467 del La dimissione dall Hospice è concordata con i servizi della rete di assistenza territoriale e con il Medico di Medicina Generale e fa parte del Piano di Continuità Assistenziale; la dimissione può essere richiesta formalmente dal paziente stesso quando intende sospendere il programma. 12. Il paziente ammesso in Hospice è preso in carico dall equipe di cure palliative di cui è parte integrante il Medico di Medicina Generale. 13. Deve essere garantita da specifiche procedure la fruibilità della struttura ospedaliera sia in termini di prestazioni che di ricoveri. 14. Gli interventi sanitari erogati sono ad alta intensità assistenziale, a scarsa invasività con tecnologia appropriata, i suddetti interventi sanitari sono assicurati da un equipe multi-professionale intesa come insieme di operatori sanitari e sociali provenienti da diverse discipline che operano in maniera integrata e coordinata. 15. La realizzazione e la gestione dell Hospice si possono determinare anche in partnership con privati accreditati nel sistema sanitario con esperienza provata nel settore. Tale rapporto sarà regolamentato da apposito atto convenzionale. 16. L attività dell Hospice può essere integrata mediante apposite convenzioni con le Associazioni del Volontariato operanti in campo oncologico (Delibera G.R. n )

16 DGRT n 467 del Al Responsabile dell Hospice competono: a) La responsabilità delle scelte cliniche ed assistenziali dei malati accolti in Hospice b) La responsabilità organizzativa dell Hospice; c) La responsabilità dei collegamenti funzionali con i servizi della rete; d) La responsabilità della continuità, integrazione e sviluppo dei percorsi assistenziali; e) La formazione del personale; f) La comunicazione interna ed esterna. 20. I Medici Palliativisti individuati garantiscono: a) Attività clinica ed assistenziale b) Disponibilità, di norma, telefonica per le urgenze; c) Disponibilità anche come reperibilità, eventualmente da concordare con la Direzione Aziendale e le OO.SS. prevedendo, se necessario, integrazione con altre strutture sanitarie.

17 DGRT n 467 del La Zona-Distretto di competenza garantisce: a) La responsabilità igienico-sanitaria della struttura; b) La presenza del Medico Palliativista; c) Le urgenze mediche diurne, in assenza del medico della struttura ( 118 ); d) L accertamento di morte in assenza del medico della struttura; e) L approvvigionamento di farmaci e materiale sanitario, qualora non immediatamente disponibili da parte della Zona- Distretto. f) Le urgenze mediche notturne, prefestive e festive (Continuità assistenziale) g) La formazione per il personale; h) La comunicazione interna ed esterna.

18 sto Maurizi mi sembra bravino allora sei malato proprio grave

19 GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE 26 aprile 2004, n. 402 Azioni per la riqualificazione del processo assistenziale a favore delle persone anziane non autosufficienti in attuazione del P.S.R. 2002/2004 di cui alla delib. C.R.T n. 60/2002 e rideterminazione della quota capitaria sanitaria nelle R.S.A. Allegato 1. B Strutture Residenziali per persone anziane non autosufficienti Indicazioni e parametri per l articolazione modulare dei servizi Definizione delle modularità assistenziali 1) Non autosufficienza stabilizzata, tipologia base (conforme alla del.311/98 del C.R.T.) 2) Disabilità prevalentemente di natura motoria ( Es. esiti di ictus, malattia di Parkinson, fratture ) 3) Disabilità prevalentemente di natura cognitivo-comportamentale ( Es. persone con demenza) 4) Stati vegetativi persistenti con parametri vitali stabilizzati e pazienti terminali

20 IL PERCORSO OSPEDALE-TERRITORIO DEL MALATO TERMINALE IN REGIME DI RICOVERO ORDINARIO OSPEDALIERO PAZIENTE GIA IN CARICO ALL UCP (SCUDO) LA STRUTTURA DI RICOVERO: a. Segnala all UCP (SCUDO) l avvenuto ricovero e, se del caso, richiede la consulenza al medico palliativista; b. Segnala all UCP (SCUDO) l imminenza della dimissione e, se questa può essere ritenuta difficile, coinvolge anche l ACOT; dell imminenza della dimissione dovrà essere tempestivamente avvisato anche il MMG. L UCP (SCUDO): a. Collabora con la struttura di ricovero con l intervento, se richiesto, del medico palliativista (consulenza), dell infermiere (consulenza infermieristica) e/o dello psicologo; b. Riprende in carico il paziente, senza soluzione di continuità, alla dimissione dello stesso, avvalendosi, per eventuali modifiche della terapia domiciliare, di quanto prescritto nel Piano terapeutico domiciliare nella Lettera di dimissione.

21 PAZIENTE NON IN CARICO ALL UCP (SCUDO): LA STRUTTURA DI RICOVERO: a. Attiva l ACOT che, composta da Medico ASC. Infermiere, assistente sociale, MMG e specialistica territoriale prende in visione ed in carico il paziente al fine di organizzare una dimissione protetta. b. Richiede la consulenza al medico palliativista, qualora si ravvisino i criteri di terminalità di cui sopra e/o qualora il paziente, pur non terminale, possa giovarsi di interventi di medicina palliativa. c. L'ACOT attiva l ADI e propone all UCP (SCUDO) la presa in carico del paziente, in modo di non creare discontinuità di assistenza e cura nel passaggio dall ospedale al domicilio.; d. Il reparto comunica all'acot e all UCP (SCUDO) il giorno e l ora della dimissione. e. Al rientro a domicilio, la lettera di dimissione riporterà il Piano Terapeutico Domiciliare e verranno consegnati i farmaci necessari per l'avvio della terapia programmata a cura del Punto Farmaceutico di Continuità. L'infermiere dell Scudo effettuerà tale terapia e contemporaneamente il MMG con l UCP (SCUDO) si attiveranno per la Continuità assistenziale clinica e terapeutica all'interno del percorso di Assistenza Domiciliare Integrata, compilando la cartella clinica già presente al domicilio e redatta in precedenza dal MMG e dagli infermieri del percorso ADI.

22 L UCP (SCUDO): a. Collabora con la struttura di ricovero con l intervento, se richiesto, del medico palliativista (consulenza), dell infermiere (consulenza infermieristica) e/o dello psicologo; b. Concorda con la struttura di ricovero il giorno e l ora della dimissione, eventualmente in accordo con l ACOT; c. Prende in carico il paziente, senza soluzione di continuità, alla dimissione dello stesso, avvalendosi, per l attuazione della terapia domiciliare, di quanto prescritto nel Piano terapeutico domiciliare della Lettera di dimissione. d. Si coordinerà con il MMG per l estensione del piano di assistenza e cura domiciliari. I pazienti ed i caregivers in carico all UCP (SCUDO) possono giovarsi dell assistenza infermieristica H 24 e vengono costantemente invitati a far riferimento agli infermieri dell UCP (SCUDO), ogni qual volta vi sia un cambiamento dello stato di salute. L infermiere dell UCP (SCUDO) può quindi essere attivato a qualsiasi ora da: 1. paziente e/o suo caregiver 2. medico dell UCP (SCUDO) 3. MMG 4. Medico di C.A. 5. Medico del 118

23 L infermiere, una volta chiamato e recatosi al domicilio, decide se occorra l intervento di un medico. In caso di necessità di intervento medico al di fuori dell orario di servizio del medico dell UCP (SCUDO), gli infermieri dell UCP (SCUDO) sono tenuti a contattare, nell ordine: 1. MMG 2. Medico della Continuità Assistenziale 3. Medico del 118 Il medico, al domicilio, può giovarsi di: a. Cartella clinica domiciliare, per quanto riguarda l anamnesi e la terapia; b. Farmaci e presìdi contenuti in relativo contenitore di plastica. Il medico che abbia effettuato prestazioni cliniche e terapeutiche è tenuto a descrivere il tutto nella cartella clinica domiciliare. Qualora il paziente o il caregiver chiamino autonomamente il 118, senza aver chiamato prima l infermiere dell UCP (SCUDO), l operatore del 118 potrà ricordare all utente che può far ricorso all infemiere dell UCP (SCUDO) e che potrà poi quest ultimo contattare il medico della C.A o, in subordine e su esplicita richiesta di quest'ultimo, del 118, anche al fine di una comunicazione sanitaria più competente e quindi più efficace. In ogni caso, per tutto quanto detto sopra, si ricordano i riferimenti per la comunicazione con lo SCUDO: tel. e fax SCUDO Arezzo fax Centro Oncologico dr. P. Maurizi dr.ssa A. Mencucci tel. SCUDO Valdarno fax SCUDO Valdarno dr. G. Corsi leonardo.gialli@usl8.toscana.it Leonardo Gialli p.maurizi@usl8.toscana.it dr. Pierdomenico Maurizi antonella.mencucci@usl8.toscana.it dr.ssa Antonella Mencucci giulio.corsi@usl8.toscana.it dr. Giulio Corsi

24 U.O.S. MEDICINA DEL DOLORE E CURE PALLIATIVE ATTIVITA MEDICA Attività ambulatoriale c/o Centro Oncologico Arezzo: lunedi h. 15:00-17:00 c/o Radioterapia Arezzo: 1 e 3 lunedi del mese h. 14:00-16:00 c/o centro Oncologico Valdarno: lunedi h.16:00-18:00 c/o Distretto Valtiberina: 1 e 3 mercoledi del mese h. 15:00-17:00 Attività domiciliare e consulenze in Ospedale: lunedi-venerdi Attività in MO.DI.CA: ATTIVITA INFERMIERISTICA SCUDO Arezzo e SCUDO Valdarno h lunedi-venerdi in forma attiva h sabato e pre-festivi in forma attiva Pronta disponibilità notturna 365 gg/anno Pronta disponibilità pomeridiana sabato e pre-festivi Casentino: come sopra, con pronta disponibilità notturna attivata caso per caso ATTIVITA PSICOLOGO Arezzo e Valdarno N 8 h/mese

25 1 Percorso Oncologico: dalla prevenzione alla presa in carico AMBITO TERRITORIALE U.O.S. Medicina del Dolore e Cure Palliative Il Servizio è esteso al territorio di competenza della USL 8, per un bacino di utenza di circa abitanti. ANALISI DEL BISOGNO Nella USL 8, ogni anno, si registrato circa decessi per cancro, per cui si stimano, ogni anno: 900 malati terminali 600 necessitano di Cure Palliative 150 necessitano di ricovero in Hospice Riguardo alla terminalità non cancro-correlata, uno studio delle AARRSS del 2006, ritiene che questa assommi dal 50 al 100% della terminalità oncologica. Nell ultimo anno, sono stati presi in carico dalle Cure Palliative circa 300 pazienti oncologici

26 Zona Aretina: è presente lo SCUDO Arezzo (Servizio Cure Domiciliari Oncologiche), sostenuto dal CALCIT Arezzo, in convenzione (in via di definizione) con l Azienda USL 8. Assicura N 42 ore/settimana di Medico Palliativista, N 2 ore settimana di Psicologo ed assistenza infermieristica H 24 (attiva per le 12 ore diurne dei giorni feriali e in pronta disponibilità per la notte ed i festivi). Il Servizio è attivato su richiesta del MMG. Zona Valdarno: è presente lo SCUDO Valdarno, sostenuto dal CALCIT Valdarno, in convenzione con l Azienda USL 8. Assicura N 12 ore/settimana di Medico Palliativista, N 4 ore/settimana di Psicologo ed assistenza infermieristica attiva pomeridiana da lunedi a sabato e come pronta disponibilità notturna e festiva. Zona Valdichiana: è presente lo SCUDO Valdichiana, sostenuto dal CALCIT Valdichiana, che fornisce N 1 Infermiere ad integrazione del personale distrettuale, in convenzione in via di definizione con la USL 8. Il Medico Palliativista interviene su richiesta del MMG e l assistenza infermieristica è assicurata dagli Infermieri del Distretto H 12 da lunedi a sabato e per urgenze la mattina dei festivi e della domenica. Zona Casentino: il Medico Palliativista interviene su richiesta del MMG e l assistenza infermieristica è assicurata dagli Infermieri del Distretto H 12 da lunedi a sabato e per urgenze la mattina dei festivi e della domenica. Quando il paziente in Cure Palliative diviene instabile, viene attivata la pronta disponibilità notturna e festiva infermieristica. Zona Valtiberina: il Medico Palliativista interviene su richiesta del MMG e l assistenza infermieristica è assicurata dagli Infermieri del Distretto H 12 da lunedi a sabato e per urgenze la mattina dei festivi e della domenica.

27 Nome struttura Hospice Valdarno Hospice Valdichiana Qualifica struttura residenziale residenziale Regione ASL competente Toscana 8 Toscana 8 Indirizzo Piazza del Volontariato, 2 Viale Umberto I, 83 CAP Comune Montevarchi Foiano della Chiana Provincia Arezzo Arezzo Prefisso Telefono Fax Posta elettronica p.maurizi@usl8.toscana.it giulio.corsi@usl8.toscana.it barbara.picchiani@usl8.toscana.it p.maurizi@usl8.toscana.it antonella.mencucci@usl8.toscana.it patrizia.palini@usl8.toscana.it Sito WEB Orari di accesso H 24 H 24 Responsabile legale Dr. Enrico Desideri Dr. Enrico Desideri Responsabile medico Dr. Pierdomenico Maurizi Dr. Pierdomenico Maurizi Responsabile Barbara Picchiani Patrizia Palini infermieristico Tipologia adulti adulti Pediatrico/adulti Natura della gestione pubblica pubblica Anno di attivazione Numero posti letto 3 2 Ambulatorio si no Day hospice no no Assistenza domiciliare no no Ospedalizzazione no no domiciliare Finanziamenti ex legge 39/1999 si si Altro referente Dr. Giulio Corsi, Dr.ssa Iolanda Sposato Dr.ssa Antonella Mencucci, Dr.ssa Iolanda Sposato

28 ESTRAZIONE DATI 2012 Numero posti letto in hospice: 5 - N. hospice in possesso dei requisiti di cui al DPCM 20 gennaio 2000: 2 - Numero annuo di giornate di cure palliative erogate a domicilio per malati deceduti a causa di tumore: Numero di malati deceduti a causa di tumore assistiti dalla rete di cure palliative a domicilio e/o in hospice sul numero di malati deceduti per malattia oncologica: 298 /? - Numero di malati nei quali il tempo massimo di attesa fra la segnalazione del caso e la presa in carico domiciliare da parte della Rete di cure palliative è inferiore o uguale a 3 giorni sul numero di malati presi in carico a domicilio dalla Rete e con assistenza conclusa: 310/325 - Numero di malati nei quali il tempo massimo di attesa fra la segnalazione del caso e il ricovero in hospice è inferiore o uguale a 3 giorni sul numero di malati ricoverati e con assistenza conclusa: 60/108 - Numero di ricoveri di malati con patologia oncologica nei quali il periodo di ricovero in hospice è inferiore o uguale a 7 giorni sul numero di ricoveri in hospice di malati con patologia oncologica: 16/108 - Numero di ricoveri di malati con patologia oncologica nei quali il periodo di ricovero in hospice è superiore o uguale a 30 giorni sul numero di ricoveri in hospice di malati con patologia oncologica: 12/108

29 PERCORSO OSPEDALE-CURE PALLIATIVE (SCUDO)-ACOT-TERRITORIO La U.O.S. Medicina del Dolore e Cure Palliative riconosce, quali destinatari dei propri compiti istituzionali, due tipologie di utenti: Malati terminali, definiti da criteri condivisi e validati, normati dalla D.G.R.T. del 26 settembre 2000, n. 996 (Linee guida assistenziali ed indirizzi organizzativi per lo sviluppo della rete di cure palliative): 2.1 l'ambito di applicazione delle cure palliative riguarda di norma il controllo dei sintomi nella fase terminale di patologie evolutive e irreversibili, definibile secondo i seguenti criteri: - criterio terapeutico: assenza, esaurimento, non opportunità di trattamenti curativi specifici; - criterio sintomatico: presenza di sintomi invalidanti che condizionano la riduzione di performance al di sotto del 50% della scala di karnofsky; - criterio evolutivo temporale: da determinarsi in fase di valutazione specifica del quadro evolutivo temporale della malattia secondo le specifiche indicazioni della EAPC (European Association Palliative Care). Malati non terminali, ma che possono avvalersi di interventi clinici e / o assistenziali di medicina palliativa. Il malato terminale può essere preso in carico dal Servizio Cure Palliative Domiciliari, secondo modalità e percorsi definiti sia dalla citata DRGT n.996 sia dal Regolamento Aziendale per le Cure Palliative. Il malato non terminale può giovarsi della consulenza da parte di un membro dell équipe di Cure Palliative, ma non può essere preso in carico dal Servizio Cure Palliative Domiciliari, secondo modalità e percorsi citati al punto precedente. La U.O.S. Medicina del Dolore e Cure Palliative articola la propria attività clinico-assistenziale secondo modelli organizzativi diversificati dipendenti dalle diverse risorse disponibili in ciascuna Zona Distretto.

30 Nome.. Cognome. Nato il a..provincia di.. Residente a.provincia di.. Via/piazza.N.CAP.. Medico di Medicina Generale. Medico proponente..motivo: 1. Consulenza 2. Trasferimento in Hospice 3. Presa in carico domiciliare Reparto/Servizio. Segnalazione all Agenzia per la Continuità Ospedale-Territorio: 1. Inviata 2. Da inviare Chemioterapia: 1. Esaurita 2. Da programmare 3. In corso Radioterapia: 1. Esaurita 2. Da programmare 3. In corso Chirurgia (resezione della neoplasia): 1. Effettuata 2. Da programmare Aspettativa di vita: 1. < 3 mesi 2. > 3 mesi KPS: 1. < 50% 2. > 50% Complessità: 1. Clinica 2. Assistenziale 3. Sociale Cosapevolezza del paziente: Della diagnosi SI NO parziale Della prognosi SI NO parziale Consapevolezza della famiglia/care giver: Della diagnosi SI NO parziale Della Prognosi SI NO parziale Consenso del paziente o del legale rappresentante

31 L Ospedale (professionisti + tecnologia) deve sempre fare ciò che è in grado di fare per il bene del Cittadino ammalato? Sì imperativo etico Ma. A patto che: 1.Il Territorio sia in grado di gestire le modifiche che l Ospedale ha effettuato sul Cittadino 2.L Ospedale sia in grado di vicariare il Territorio, se questo non è adeguato 3.Il cittadino sia in grado di recarsi cronicamente in Ospedale; se non lo è, nasce il problema del trasporto; a. È un trasporto sociale? Chi se ne deve occupare? b.è un trasporto sanitario? Chi se ne deve occupare? c.è un trasporto che da sociale viene trasformato in sanitario a tempo? 4. L Ospedale sia dotato di efficienti servizi ambulatoriali

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35 Non tutto ciò che costa poco ed è poco invasivo deve essere fatto, solo perché: È la routine, la prassi Si è sempre fatto così Altrimenti non c era altro da fare Il malato, la famiglia si aspettano qualcosa Il malato, la famiglia lo richiedono Per non avere poi problemi legali

36 e l APPROPRIATEZZA? Ogni atto sanitario ha delle ricadute, in termini di: 1. Aspettative da parte del malato e della famiglia (appropriatezza etica e deontologica) 2. Rischio potenziale per il Malato (appropriatezza clinica) 3. Impatto organizzativo (appropriatezza organizzativa) 4. Consumo di risorse (appropriatezza economica) NON TUTTO CIO CHE E APPROPRIATO PER L OSPEDALE E APPROPRIATO PER IL TERRITORIO

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