Domanda sociale ed intervento pubblico nella provincia di Arezzo

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1 PROVINCIA DI AREZZO Servizio Istruzione Politiche Sociali e Giovanili OSSERVATORIO SULLE POLITICHE SOCIALI Domanda sociale ed intervento pubblico nella provincia di Arezzo Rapporto 2003

2 RICONOSCIMENTI Quest analisi è il risultato dell'attività collettiva dell'osservatorio sulle problematiche sociali (di seguito OPS) della Provincia di Arezzo, nato per iniziativa dell Assessorato provinciale alle politiche sociali. Il lavoro è stato affidato all IRPET, ed è stato coordinato da Alessandra Pescarolo, che ha scritto i capitoli 1, 2, 5 e 6. Teresa Savino ha scritto i capitoli 3 e 4. Chiara Coccheri ha curato l allestimento del testo. Marco La Mastra, responsabile dell Osservatorio sulle Problematiche Sociali, ha collaborato alla ricerca attivando le relazioni con le diverse istituzioni, raccogliendo e controllando i dati, e collaborando alle elaborazioni statistiche e cartografiche. Un particolare riconoscimento è inoltre dovuto a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione del rapporto tramite la raccolta e l interpretazione dei dati contenuti nella banca dati dell Osservatorio: in particolare, si ringraziano i referenti degli Enti che collaborano attivamente con l Osservatorio, tra cui i Comuni e le articolazioni Zonali della provincia di Arezzo, la Prefettura, il Centro Servizi Amministrativi, INPS, INAIL, il Centro per l Impiego e l Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo, la ASL 8. Nell ambito di quest ultima istituzione si ringraziano in particolare la Dott.ssa Giacobbi e le coordinatrici delle assistenti sociali delle singole zone, che hanno contribuito con i loro suggerimenti, nel corso di un intervista, all interpretazione dei dati 2

3 INDICE 1. IL CONTESTO DEMOGRAFICO E SOCIALE Un aumento rilevante della popolazione Un forte peso dell immigrazione dall estero, ma anche dall interno La piccola ripresa della fecondità, fra continuità e segnali di incertezza Chi vive con chi: famiglie che cambiano La stabilizzazione dei consumi MINORI E GIOVANI Le iscrizioni alla scuola superiore: un quadro sostanzialmente statico con alcune scelte di nicchia Un aspetto del disagio giovanile: l abbandono scolastico La disoccupazione giovanile: gli iscritti al collocamento e la loro componente di lunga durata Forme di dipendenza: l uso di sostanze stupefacenti IL MERCATO DEL LAVORO NELLA PROVINCIA DI AREZZO I livelli occupazionali secondo le unità di lavoro I fabbisogni professionali delle imprese Occupazione e disoccupazione: caratteristiche e dinamiche più recenti La flessibilità e i lavori tipici L IMMIGRAZIONE DALL ESTERO I soggiornanti I residenti stranieri Le donne immigrate Le seconde generazioni L inserimento lavorativo L occupazione delle donne straniere LA POPOLAZIONE ANZIANA E LE POLITICHE Andamento demografico e invecchiamento della popolazione Le pensioni minime e sociali L assistenza domiciliare agli anziani LA SITUAZIONE DELLE ZONE 83 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 89 3

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5 1. IL CONTESTO DEMOGRAFICO E SOCIALE 1.1 Un aumento rilevante della popolazione Nella provincia di Arezzo è proseguito il processo di crescita di lunga durata della popolazione che abbiamo segnalato, nell ultimo Rapporto, con riferimento ai dati degli due ultimi censimenti della popolazione. Arezzo ha condiviso questa tendenza con altre province al confine con Firenze. Accanto a i processi migratori, hanno contribuito verosimilmente a questo processo altri aspetti: le zone aretine al confine con Firenze hanno iniziato a costituire un area di attrazione per i fiorentini, sia nel senso che fanno parte di un largo anello residenziale dove vivono persone che pendolano verso Firenze per motivi di lavoro, sia nel senso che esse garantiscono a una parte della popolazione non solo abitazioni a costo relativamente basso, buoni servizi e un valore ambientale, ma anche buone opportunità di occupazione. La popolazione aretina è dunque aumentata del 2,8 fra i due censimenti, cioè di persone. I dati definitivi del censimento 2001 confermano quest analisi (Tab. 1.1 e Graf. 1.1). Nella tabella 1.2 e nel Cartogramma 1.1 si possono osservare le variazioni avvenute fra i censimenti 1991 e 2001 per comune. Anche nella provincia di Arezzo, come in tutte le aree più sviluppate della Toscana, i centri urbani hanno tendenzialmente perso popolazione a favore delle cinture di comuni confinanti. Tabella 1.1 VARIAZIONI % DELLA POPOLAZIONE IN ORDINE DECRESCENTE PER PROVINCIA E VARIAZIONI ASSOLUTE Var.% Var. ass. Prato 4, Arezzo 2, Pistoia 1, Siena 0, Pisa -0,2-730 Lucca -1, Massa Carrara -1, Grosseto -2, Livorno -3, Firenze -3, Fonte: elaborazioni IRPET su ISTAT e dati definitivi censimento 2001 Grafico 1.1 5

6 VARIAZIONI % DELLA POPOLAZIONE IN ORDINE CRESCENTE PER PROVINCIA Firenze Livorno Grosseto Massa Carrara Lucca Pisa Siena Pistoia Arezzo Prato -4% -2% 0% 2% 4% 6% Fonte: elaborazioni IRPET su ISTAT e dati definitivi censimento 2001 Tabella 1.2 POPOLAZIONE DEI COMUNI ARETINI Valori assoluti, variazioni assolute e % CodCom Nome_Com Var. assoluta Var. % Anghiari ,0-0, Arezzo ,0 0, Badia Tedalda ,0-12, Bibbiena ,0 4, Bucine ,0 6, Capolona ,0 10, Caprese Michelangelo ,0-4, Castel Focognano ,0-0, Castelfranco di Sopra ,0 2, Castel San Niccolò ,0-0, Castiglion Fibocchi ,0 14, Castiglion Fiorentino ,0 5, Cavriglia ,0 15, Chitignano ,0 16, Chiusi della Verna ,0 0, Civitella in Val di Chiana ,0 13, Cortona ,0-2, Foiano della Chiana ,0 8, Laterina ,0 3, Loro Ciuffenna ,0 16, Lucignano ,0 3, Marciano della Chiana ,0 14, Montemignaio ,0 10, Monterchi ,0-1, Monte San Savino ,0 3, Montevarchi ,0 2, Ortignano Raggiolo ,0 6, Pergine Valdarno ,0-2, Pian di Scò ,0 18, Pieve Santo Stefano ,0-0,7 Tabella 1.2 segue 6

7 CodCom Nome_Com Var. assoluta Var. % Poppi ,0 4, Pratovecchio ,0 0, San Giovanni Valdarno ,0-4, Sansepolcro ,0 0, Sestino ,0-4, Stia ,0-0, Subbiano ,0 23, Talla ,0-4, Terranuova Bracciolini ,0 7,6 Fonte: elaborazioni IRPET su ISTAT e dati definitivi censimento 2001 Cartogramma 1.1 VARIAZIONI % DELLA POPOLAZIONE NEI COMUNI ARETINI , ,17-4,17-0,01 0,01-3,72 3,72-8,71 8,71-23,48 Fonte: elaborazioni IRPET su ISTAT e dati definitivi censimento 2001 I movimenti relativi al 2002 evidenziano l intensificarsi di questa tendenza. L ISTAT non ha ancora fornito i dati anagrafici relativi al 2002 per le altre province toscane; non possiamo dunque inserire l andamento aretino in un quadro regionale comparativo. È comunque evidente che il dinamismo della provincia di Arezzo è stato negli ultimi anni crescente e che il saldo demografico totale nell ultimo anno è stato più significativo che negli anni precedenti: un dato che appare di particolare interesse se consideriamo che in tutte le zone, eccettuato il Valdarno, vi è stato un rallentamento nelle iscrizioni all anagrafe di stranieri residenti (Tab. 1.3 e Graf. 1.2). 7

8 Tabella 1.3 SALDO DEMOGRAFICO TOTALE. SERIE STORICA Valori % Area Aretina -0,2 4,7 0,4-0,1 4,2 2,9 6,3 5,9 7,2 2,6 10,7 Val di Chiana 1,7 2,9 1,6 0,2 2,8 3,7 2,8 4,6 9,1 4,6 10,7 Val Tiberina -1,2 0,0-1,3-2,5-2,6-0,6 0,2 1,7-0,8 1,1 1,3 Casentino 2,0 3,0 1,8 0,2 1,7 3,9 4,8 6,5 5,4 5,2 7,9 Valdarno 5,9 4,0 3,1 4,4 5,6 5,0 2,4 4,7 5,1 7,2 11,2 PROVINCIA DI AREZZO 1,9 3,3 1,3 0,9 3,4 3,3 4,0 5,1 6,0 4,3 9,8 Fonte: elaborazioni OPS su dati Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo Grafico 1.2 SALDO DEMOGRAFICO TOTALE. SERIE STORICA Valori % Area aretina Val di Chiana Val Tiberina Casentino Valdarno PROVINCIA Fonte: elaborazioni OPS su dati Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo Nel complesso la popolazione è dunque aumentata di circa l 1%, nell ultimo anno, con aumenti concentrati soprattutto nel Valdarno, nell Aretina e nella Val di Chiana (Tab. 1.4 e Graf. 1.3). Tabella 1.4 ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE Valori assoluti e variazione % Var. % Valdarno ,2 Casentino ,8 Val Tiberina ,0 Area Aretina ,0 Val di Chiana ,1 PROVINCIA DI AREZZO ,0 Fonte: elaborazioni OPS su dati Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo 8

9 Grafico 1.3 ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE Variazione % PROVINCIA DI AREZZO Val di Chiana Area Aretina Val Tiberina Casentino Valdarno -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 Fonte: elaborazioni OPS su dati Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo La crescita della popolazione ha riguardato tutte le zone, con l eccezione della Val Tiberina; qui, in assenza di un flusso migratorio di qualche rilievo, lo squilibrio fra le nascite e le morti dovuto all invecchiamento della popolazione non ha avuto un adeguato contrappeso; si è comunque interrotto il declino dell ultimo biennio; una dinamica meno accentuata delle altre, per l incidenza di un saldo naturale negativo, caratterizza anche il Casentino (Cartogramma 1.2). Nel Valdarno vi è stato invece un aumento intenso, dovuto a un flusso migratorio dall estero che in questa zona ha continuato a crescere, ma anche a una collocazione di confine, che consente al Valdarno, da anni, di funzionare come cintura residenziale per coloro che pendolano per lavoro verso Arezzo e per coloro che lavorano a Firenze; ma probabilmente il Valdarno ha attirato anche flussi di persone che trovano lavoro al suo interno. 1.2 Un forte peso dell immigrazione dall estero, ma anche dall interno Più in generale una buona parte degli incrementi è dovuta, oltre che ai flussi di immigrazione dall estero, che restano comunque fra i più elevati della Toscana, alla crescita degli iscritti italiani che vengono dalla Toscana e dalle regioni confinanti. Questi movimenti premiano molte aree della provincia di Arezzo, nel quadro della ricerca, da parte della popolazione, di un buon equilibrio fra possibilità di lavoro e 9

10 qualità della vita, che è più facile realizzare nelle piccole città e nelle località extraurbane di dimensione contenuta in cui le abitazioni hanno costi contenuti, mentre le opportunità di lavoro nel terziario si affiancano a quelle dei distretti industriali (Tab. 1.5 e Graf. 1.4). Il dato si colloca dunque nel quadro della ripresa della mobilità della popolazione segnalata dall ISTAT con riferimento agli anni Novanta, ma indica come nel caso di Arezzo alla mobilità intraprovinciale (segnalata dall ISTAT come una importante componente del fenonomeno) si aggiunga una quota rilevante di migrazioni interprovinciali. Cartogramma 1.2 INCREMENTO/DECREMENTO POPOLAZIONE TRA IL 2001 E IL ,1 - -0,5-0,5-0,6 0,6-2,7 Tabella 1.5 TASSO DI IMMIGRAZIONE DALL'ITALIA Area Aretina 22,7 Val di Chiana 24,8 Val Tiberina 18,4 Casentino 26,9 Valdarno 32,4 PROVINCIA DI AREZZO 25,8 Fonte: elaborazioni OPS su dati Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo 10

11 Grafico 1.4 TASSO DI IMMIGRAZIONE DALL'ITALIA Valdarno Casentino PROVINCIA DI AREZZO Val di Chiana Area Aretina Val Tiberina Fonte: elaborazioni OPS su dati Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo Nel complesso lo sviluppo della popolazione, nella provincia, nonostante il rallentamento della crescita della componente estera, è stato trainato, anche in quest anno di forte dinamica, dalla componente migratoria (interna e estera), di gran lunga più rilevante di quella naturale, nonostante la limitata ripresa della natalità (Tab. 1.6, Graf. 1.5 e Cartogrammi 1.3, 1.4 e 1.5) Tabella 1.6 TASSI DEMOGRAFICI (SALDI ANNUALI PER 1000 RESIDENTI). SERIE STORICA Zona Tasso natalità 7,9 7,1 7,3 7,0 7,6 7,6 7,7 7,5 7,8 8,0 8,2 Tasso mortalità 10,9 10,7 11,4 11,6 11,5 11,6 11,8 11,4 11,4 11,5 11,0 Tasso di emigratorietà 14,4 15,9 15,5 16,2 15,4 16,2 17,1 17,9 20,0 17,8 18,6 Tasso di immigratorietà 19,2 22,9 20,8 21,7 22,8 23,5 25,2 26,9 29,6 25,6 31,2 Tasso di sviluppo della popolazione 1,9 3,3 1,3 0,9 3,4 3,3 4,0 5,1 6,0 4,3 9,8 Fonte: elaborazioni OPS su dati Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo Grafico 1.5 TASSI DEMOGRAFICI (SALDI ANNUALI PER 1000 RESIDENTI). SERIE STORICA Tasso natalità Tasso di emigratorietà Tasso di sviluppo della popolazione Tasso mortalità Tasso di immigratorietà Fonte: elaborazioni OPS su dati Ufficio Statistica della Provincia di Arezzo 11

12 Cartogramma 1.3 SALDO (PERCENTUALE) MIGRATORIO ,03-8,52 8,52-15,52 15,52-27,27 Cartogramma 1.4 SALDO (PERCENTUALE) NATURALE ,5 - -5,5-5,5 - -2,5-2,5-5,3 12

13 Cartogramma 1.5 TASSO DI IMMIGRATORIETÀ ,1-30,8 30,8-37,6 37,6-53,3 1.3 La piccola ripresa della fecondità, fra continuità e segnali di incertezza L andamento della fecondità, nella provincia di Arezzo, ha mostrato segni di ripresa in parte simili a quelli che hanno caratterizzato l andamento regionale e che sono stati attribuiti dai demografi, in primo luogo, al contributo degli immigrati e -con minore certezza e parzialmente- al comportamento di alcuni strati urbani. L andamento toscano, nell ultimo anno disponibile, è stato sostanzialmente stazionario (Tab. 1.7 e Graf. 1.6). Tabella 1.7 NUMERO MEDIO DI FIGLI PER DONNA IN TOSCANA TOSCANA 1,05 1,05 1,02 0,98 0,98 1,00 1,04 1,04 1,05 1,10 1,10 Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT; dato 2000: stima IRPET; dato 2001: ISTAT 13

14 Grafico 1.6 NUMERO MEDIO DI FIGLI PER DONNA IN ALCUNE REGIONI DEL CENTRO NORD E DEL MERIDIONE ITALIANO NEGLI ULTIMI 20 ANNI, INTERVALLI QUINQUENNALI 2,3 2,1 1,9 1,7 1,5 1,3 1,1 Lombardia Friuli TOSCANA Calabria Trentino Emilia Campania 0, Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT; dato 2000: stima IRPET; dato 2001: ISTAT La limitata ripresa della fecondità iniziata a metà degli anni Novanta è soprattutto dovuta al contributo degli stranieri, sia per la struttura della popolazione straniera per età, sia per la sua tendenza culturale a favorire comportamenti più fecondi. Come abbiamo visto il tasso di fecondità ha avuto un andamento a U negli anni Novanta, e tuttavia fra i due censimenti ha fatto avvertire la sua influenza. La percentuale di bambini in età 0-4 anni è aumentata in molte province toscane fra i due ultimi censimenti. Arezzo risalta nella graduatoria delle province, in termini di percentuale di bambini al 2001, dopo Prato, Firenze, e Pistoia: le province che guidano il processo di immigrazione degli stranieri, ma, eccettuato il caso di Firenze, le stesse che sono state protagoniste del processo di insediamento residenziale di giovani coppie. Solo a Massa e a Grosseto vi è stata invece una riduzione della percentuale di bambini. I bambini sono dunque di più nelle aree economicamente dinamiche, dove è elevato l insediamento di stranieri e dove i tassi di occupazione sono più elevati rispetto alla media regionale e quelli di disoccupazione sono mediamente più bassi. Al contrario la contrazione delle nascite riguarda due aree di minore sviluppo economico. Come abbiamo osservato nel Rapporto dello scorso anno, e come confermano i dati precedenti, il fenomeno della ripresa della fecondità è comunque nella provincia di Arezzo meno vistoso, perché il declino della fecondità era stato in passato meno accentuato rispetto al dato medio regionale e la percentuale di bambini era già più alta all inizio del processo. Nel complesso si osserva, nella provincia di Arezzo, un punto di svolta negativo nel e una successiva ripresa, contenuta ma continua. 14

15 Tabella 1.8 % DI BAMBINI 0-4 ANNI SULLA POPOLAZIONE Prato 4,19 4,34 Firenze 3,58 4,06 Pistoia 3,71 4,03 Arezzo 3,93 3,95 Pisa 3,78 3,91 TOSCANA 3,69 3,90 Lucca 3,75 3,83 Siena 3,41 3,74 Livorno 3,56 3,65 Massa Carrara 3,86 3,58 Grosseto 3,46 3,46 Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT, Censimenti, e Grafico 1.7 % DI BAMBINI 0-4 ANNI SULLA POPOLAZIONE Grosseto 2001 Massa Carrara Livorno 1991 Siena Lucca TOSCANA Pisa Arezzo Pistoia Firenze Prato Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT, Censimenti, e Il fenomeno è comunque differenziato per zona in modo diverso da quanto è avvenuto nel passato recente. Nel Valdarno, in particolare, vi è stata una inversione di tendenza rispetto al dinamismo degli anni precedenti, che ha portato a una convergenza con i dati relativi all Aretina e alla Val di Chiana, due aree che hanno avuto invece andamenti crescenti del tasso di fecondità, tali da determinare la complessiva crescita della provincia. Nel lungo periodo una delle zone più dinamiche è stata dunque quella aretina che ha avuto una crescita lenta ma progressiva e ininterrotta. 15

16 Tabella 1.9 NUMERO MEDIO DI NATI SULLE DONNE FERTILI (15-49 ANNI) Aretina 29,0 30,8 32,8 32,1 32,5 32,7 33,1 33,1 36,8 Casentino 32,3 29,1 30,8 33,6 31,8 31,6 33,4 36,0 36,1 Val di Chiana 31,3 29,4 32,0 30,5 30,9 32,1 34,6 33,3 36,3 Val Tiberina 32,1 28,7 29,1 30,7 35,5 32,1 29,9 33,6 32,6 Valdarno 33,3 28,8 33,7 34,1 35,1 33,6 37,3 39,0 36,9 PROVINCIA DI AREZZO 31,1 29,7 32,4 32,4 33,2 32,7 34,2 35,1 36,3 Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT; dato 2000=stima IRPET, dato 2001 ISTAT Grafico 1.8 NUMERO MEDIO DI NATI SULLE DONNE FERTILI (15-49 ANNI) Aretina Val di Chiana Valdarno Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT; dato 2000=stima IRPET, dato 2001 ISTAT Nel cartogramma 1.6 presentiamo la mappa del tasso di natalità per comune. Cartogramma 1.6 TASSO DI NATALITÀ Casentino Val Tiberina PROVINCIA DI AREZZO 2,49-6,93 6,93-8,68 8,68-15,15 16

17 1.4 Chi vive con chi: famiglie che cambiano I dati sulle famiglie dell ultimo censimento consentono di osservare i profondi cambiamenti avvenuti nella provincia di Arezzo nel quadro toscano. L aumento delle persone che vivono da sole, fra cui sono molti gli anziani, è il fenomeno più visibile, questo processo è stato fra gli ultimi due censimenti anche più rapido che in Toscana; anche altri processi di frammentazione delle famiglie -si guardi in particolare alle famiglie monogenitore di madri sole- hanno avuto ad Arezzo un rapido sviluppo. Le coppie con figli diminuiscono nella provincia in percentuale ma non in assoluto: l assunzione della residenza nelle zone aretine da parte di nuove, giovani coppie, sia che si tratti di immigrati dall estero, sia che si tratti di persone che si sono spostate da Firenze o da altre province italiane, ha anzi portato a un aumento in valore assoluto dei nuclei con figli, in controtendenza rispetto al dato toscano. È infine da notare la consistente diminuzione delle famiglie multiple, tradizionalmente concentrate soprattutto in Val di Chiana. Tabella 1.10 PESO % DEI PRINCIPALI TIPI DI FAMIGLIA AI CENSIMENTI Single Altre Nucleare Nucleare Padre Madre Famiglia senza nucleo senza figli con figli solo sola multipla ,8 1,3 17,4 36,3 1,0 4,1 12, ,0 1,4 21,5 36,1 0,9 4,4 7, ,3 1,8 19,2 37,7 0,9 4,8 6, ,0 2,4 20,4 34,8 1,2 5,8 3,3 Var. 2001/ ,3 52,8 21,2 4,9 50,8 38,7-37,6 TOSCANA ,4 2,9 21,2 33,3 1,3 6,1 2,5 Var. 2001/ ,1 50,9 22,1-1,1 34,9 28,4-39,3 Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT e La stabilizzazione dei consumi Secondo una recente indagine dell Università La Sapienza di Roma Arezzo si colloca al terzo posto fra le province italiane dal punto di vista della qualità della vita, intesa come espressione multidimensionale che combina una serie di aspetti: occupazione, sicurezza, dotazione di servizi, assenza di emergenze e di punte di disagio economico e sociale 17

18 (Corriere della sera, 2003). La situazione aretina sarebbe dunque, in Toscana, la migliore, e Arezzo si collocherebbe nella graduatoria al di sopra della stessa Siena, che nella graduatoria del benessere elaborata dall IRPET è l unica provincia toscana che la precede (Casini Benvenuti e Sciclone 2003). Il benessere economico, come è noto, costituisce solo una dimensione della qualità della vita complessiva. Se ci concentriamo, invece, su quella dimensione del benessere che è costituita dalla capacità di consumo, la provincia aretina non presenta, nel quadro toscano, una situazione di vantaggio. Diversamente da quanto abbiamo osservato l anno scorso guardando alle stime del reddito disponibile, le stime dei consumi procapite evidenziano una quadro nel quale oltre alle altre zone anche l aretina si colloca al di sotto del dato medio regionale (Tab e Graf. 1.9). Tabella 1.11 CONSUMI PRO-CAPITE IN MIGLIAIA DI EURO NELLE ZONE ARETINE,NELLA PROVINCIA E IN TOSCANA Valdarno 9,9 11,2 11,4 11,4 11,3 Casentino 10,7 12,1 12,3 12,5 12,3 Val Tiberina 10,5 11,9 12,2 12,3 12,4 Area Aretina 10,6 11,9 12,2 12,2 12,3 Val di Chiana 10,1 11,4 11,6 11,7 11,6 PROVINCIA DI AREZZO 10,4 11,6 11,9 12,0 11,9 TOSCANA 11,5 13,0 13,3 13,6 * * Il dato sulla popolazione 2002 non è disponibile Fonte: stime IRPET Grafico 1.9 CONSUMI PRO-CAPITE IN MIGLIAIA DI EURO NELLE ZONE ARETINE, NELLA PROVINCIA E IN TOSCANA ,0 13,5 13,0 12,5 12,0 11,5 11,0 Valdarno Casentino 10,5 Val Tiberina Area Aretina 10,0 Val di Chiana PROVINCIA DI AR Toscana 9, Fonte: stime IRPET 18

19 Nel corso dell ultima parte degli anni Novanta, nelle aree aretine, i consumi hanno avuto una generalizzata ripresa, comunque inferiore al dato medio toscano, e, come è avvenuto in tutta la Toscana, si sono poi stabilizzati fra il 2001 e il Le aree più svantaggiate, che restano al di sotto del dato medio provinciale, sono in questo quadro la Val di Chiana e il Valdarno. Questi dati evidenziano che l elevata qualità della vita della provincia di Arezzo è legata alla possibilità di vivere bene con consumi relativamente limitati. 19

20 20

21 2. MINORI E GIOVANI 2.1 Le iscrizioni alla scuola superiore: un quadro sostanzialmente statico con alcune scelte di nicchia Guardiamo ora alle tendenze della provincia di Arezzo e delle sue zone per quanto i percorsi scolastici. La crescita della percentuale di quattordicenni iscritti alle scuole superiori che ha caratterizzato i primi anni Novanta, nella provincia, ha conosciuto un rellentamento, dovuto probabilmente al fatto che la percentuale di iscritti ha raggiunto un tetto che corrisponde alla quasi totalità dei giovani di quest età. Il fatto che nella tabella e nel grafico risultino percentuali superiori a 100 è dovuto alla presenza dei ripetenti nel numero degli iscritti, e quindi il rallentamento può indicare anche che siamo in presenza di una maggiore efficienza del sistema scolastico, nel primo anno delle superiori: un dato confermato, come vedremo, dalla tendenza al declino degli abbandoni. Non è tuttavia da escludere che vi sia stata dopo il 1998 una flessione reale a cui ha fatto seguito un oscillazione delle iscrizioni. Tabella 2.1 ISCRITTI ALLA PRIMA CLASSE DELLE SUPERIORI SU 14ENNI ,9 117,5 118,8 119,3 121,9 119,6 123,5 119,1 120,5 Fonte: elaborazioni OPS su dati IRPET e Provveditorato agli studi della Provincia di Arezzo Grafico 2.1 ISCRITTI ALLA PRIMA CLASSE DELLE SUPERIORI SU 14ENNI Fonte: elaborazioni OPS su dati IRPET e Provveditorato agli studi della Provincia di Arezzo 21

22 In questo quadro, l andamento delle scelte scolastiche ha avuto modificazioni assai contenute. Anzi, a parte la prosecuzione della tendenza al declino degli iscritti agli Istituti Tecnico commerciali il quadro è nell ultimo anno decisamente statico. Emergono tuttavia alcuni segnali che indicano il ritorno di un interesse degli studenti verso scelte professionalizzanti: il rallentamento del processo di orientamento degli studenti verso i licei, la tenuta delle iscrizioni alle magistrali, e un certo successo, pur nella esiguità dei numeri, dell Istituto professionale per l agricoltura, che potrebbe essere collegato al nuovo successo delle imprese agrituristiche e delle produzioni agricole qualificate. La tendenza a iscriversi agli istituti tecnici industriali si manifesta invece con più incertezza che in passato (Tab. 2.2). La distribuzione degli iscritti nei singoli istituti delle zone segue le linee che abbiamo delineato negli anni passati, e quindi anche il commento è, necessariamente, ripetitivo. Nell area aretina, con la sua vocazione industriale e terziaria, gli studenti sono distribuiti fra tipi di corso diversificati. Anche nel Valdarno, con i suoi centri urbani e la varietà di offerta, vi è una certa diversificazione, ma sono soprattutto numerosi gli iscritti agli istituti tecnici industriali e agli istituti magistrali; nonostante la vicinanza a Firenze e alle sue sedi universitarie l iscrizione ai licei è infrequente. Nella Val Tiberina vi è una particolare concentrazione negli Istituti d arte e nei licei scientifici. In Casentino sono sovrarappresentati il liceo scientifico, gli istituti tecnici industriali e commerciali; nella Val di Chiana gli iscritti ai tecnici commerciali e ai licei scientifici, ai licei classici (Tab. 2.3). Tabella 2.2 ALUNNI ISCRITTI ALLA PRIMA CLASSE DELLE SCUOLE SUPERIORI PER TIPO DI SCUOLA Istituto d'arte 6,9 7,5 7,2 7,4 6,3 7,8 9,3 6,9 8,2 7,5 Istituto Magistrale 6,8 8,3 9,7 10,1 10,2 10,2 9,1 11,3 8,3 10,5 Ist. Prof.le Agricoltura 3,2 3,1 3,0 2,9 2,9 1,7 1,8 1,9 2,0 2,9 Ist. Prof.Comm. 7,1 5,8 7,0 6,8 7,6 6,4 6,1 5,7 5,3 5,1 Ist. Prof. Serv. Sociali 1,3 2,1 1,1 1,3 0,6 0,7 1,3 1,8 1,7 1,9 I.P.S.I.A. 10,5 10,9 9,3 9,2 9,0 10,0 11,1 11,0 9,3 8,8 Istituto Tecnico Agrario 1,7 2,1 1,6 2,2 2,1 2,7 2,3 2,1 2,5 2,4 Istituto Tecnico Comm. 20,0 18,8 17,1 15,0 14,6 11,6 11,6 10,8 10,7 9,7 I.T.F. Periti Aziendali 2,0 1,5 2,0 2,3 1,5 1,8 1,7 2,5 2,1 1,7 Istituto Tecnico Geom. 5,2 4,6 4,0 4,4 5,0 5,1 3,3 3,4 3,5 4,1 Istituto Tecnico Ind.le 12,0 10,2 12,2 13,5 14,9 16,0 16,6 16,3 18,7 17,7 Liceo Classico 6,3 5,3 6,9 6,1 5,6 5,5 4,9 4,0 4,6 4,9 Liceo Scientifico 16,9 19,8 18,9 18,6 19,6 20,4 21,0 22,3 23,2 22,8 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Provveditorato agli Studi - Elaborazione: Osservatorio Politiche Sociali 22

23 Grafico 2.2 ALUNNI ISCRITTI ALLA PRIMA CLASSE DELLE SCUOLE SUPERIORI PER TIPO DI SCUOLA 100% 80% 60% 40% 20% Liceo Scientifico Liceo Classico Istituto Tecnico Ind.le Istituto Tecnico Geom. I.T.F. Periti Aziendali Istituto Tecnico Comm. Istituto Tecnico Agrario I.P.S.I.A. Ist. Prof. Serv. Sociali Ist. Prof.Comm. Ist. Prof.le Agricoltura Istituto Magistrale Istituto d'arte 0% Fonte: Provveditorato agli Studi - Elaborazione: Osservatorio Politiche Sociali Tabella 2.3 ALUNNI ISCRITTI ALLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI PER TIPO DI SCUOLA NELLE ZONE ARETINE. ANNO SCOLASTICO Aretina Casentino Valdarno Val di Chiana Val Tiberina TOTALE Ist. Prof.le Agricoltura 0,0 0,0 0,0 0,0 18,4 2,2 I.P.S.I.A. 6,1 4,3 14,0 15,5 5,1 8,8 I.P.Serv.Comm.Tur. 4,6 8,5 11,1 0,0 0,0 5,3 Ist. Prof. Serv. Sociali 0,0 0,0 0,0 7,4 0,0 0,9 Istituto Tecnico Agrario 0,0 0,0 0,0 19,0 0,0 2,3 I.T.Att.Soc. 1,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,8 Istituto Tecnico Comm. 10,7 17,0 8,7 17,0 15,5 12,0 Istituto Tecnico Geom. 8,3 0,0 0,0 0,0 0,0 3,8 Istituto Tecnico Ind.le 16,7 32,8 24,8 0,0 0,0 15,7 I.T.Periti Az. Corr. 4,7 0,0 0,0 0,0 0,0 2,2 Istituto d'arte 9,1 0,0 0,0 0,0 25,0 7,1 Istituto Magistrale 9,6 0,0 19,7 0,0 2,7 9,2 Liceo Classico 8,5 0,7 0,0 9,2 0,0 5,1 Liceo Scientifico 20,1 36,7 21,8 31,9 33,3 24,8 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazione OPS su dati del Provveditorato agli studi di Arezzo 23

24 Grafico 2.3 ALUNNI ISCRITTI ALLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI PER TIPO DI SCUOLA NELLE ZONE ARETINE. ANNO SCOLASTICO TOTALE Liceo Scientifico Liceo Classico Istituto Magistrale Istituto d'arte I.T.Periti Az. Corr. Istituto Tecnico Ind.le Istituto Tecnico Geom. Istituto Tecnico Comm. I.T.Att.Soc. Istituto Tecnico Agrario Ist. Prof. Serv. Sociali I.P.Serv.Comm.Tur. I.P.S.I.A. Ist. Prof.le Agricoltura 0% 20% 40% 60% 80% 100% Aretina Casentino Valdarno Val di Chiana Val Tiberina TOTALE Fonte: elaborazione OPS su dati del Provveditorato agli studi di Arezzo La tabella 2.4 offre un quadro dell orientamento degli studenti aretini universitari verso i diversi atenei italiani. Il primo dato da sottolineare è l aumento degli iscritti, negli ultimi due anni accademici per i quali il dato è disponibile, del 2,3%: una variazione che assumerebbe un maggior peso se lo pesassimo sulla popolazione dei 19enni, diminuita per motivi demografici. La riforma universitaria, con il nuovo ordinamento basato sulle lauree triennali, ha probabilmente contribuito a rilanciare, nella provincia come altrove, la spinta dei giovani verso l iscrizione all università. Dal punto di vista delle sedi prescelte l Università di Firenze, con la sua vicinanza e i numerosi corsi di laurea presenti, costituisce ancora lo sbocco privilegiato, ma si osserva una lieve crescita di peso dell ateneo senese, un ateneo di media dimensione e dotato di un crescente prestigio scientifico, specialmente con riferimento alla Facoltà di Lettere che, come mostra la tabella successiva, occupa il primo posto nella graduatoria delle iscrizioni. 24

25 Tabella 2.4 STUDENTI DELLA PROVINCIA DI AREZZO ISCRITTI NELL'ANNO ACCADEMICO E PER ATENEO % in ordine di importanza al % % Firenze ,3 47,0 Siena ,4 33,3 Perugia ,9 9,0 Bologna ,4 4,3 Urbino ,7 1,5 Roma ,4 1,4 Pisa ,4 1,3 Milano ,7 0,7 Camerino ,4 0,4 Napoli ,1 0,2 Padova ,2 0,2 Torino ,1 0,1 Altre ,2 0,9 TOTALE ,0 100,0 Fonte: elaborazioni OPS su dati MIUR-URST, Ufficio di Statistica La maggior parte delle iscrizioni riguarda appunto la Facoltà di Lettere e filosofia, seguita da economia, ingegneria, medicina, giurisprudenza e scienze della formazione (Tab. 2.5). Tabella 2.5 STUDENTI DELLA PROVINCIA DI AREZZO IMMATRICOLATI NELL'ANNO ACCADEMICO PER FACOLTÀ % in ordine di importanza Lettere e filosofia ,5 Economia ,9 Ingegneria ,9 Medicina e chirurgia ,5 Giurisprudenza 124 8,8 Scienze della formazione 106 7,5 Scienze matematiche, fisiche e naturali 86 6,1 Architettura 60 4,2 Scienze politiche 53 3,7 Interfacoltà 32 2,3 Farmacia 29 2,0 Agraria 27 1,9 Medicina veterinaria 12 0,8 Psicologia 9 0,6 Lingua e cultura italiana 7 0,5 Lingue e letterature straniere 3 0,2 Studi orientali 2 0,1 Design e arte 1 0,1 Scienze della comunicazione e dello spettacolo 1 0,1 Scienze umanistiche 1 0,1 Sociologia 1 0,1 TOTALE ,0 Fonte: elaborazioni OPS su dati MIUR-URST, Ufficio di Statistica Se guardiamo ai laureati dell anno solare 2002, l ordine cambia evidentemente poco, ma il peso delle diverse aree disciplinari si ridimensiona a favore delle lauree più forti e professionalizzanti, eccetto che nel caso di medicina, che scende nella graduatoria. 25

26 Tabella 2.6 STUDENTI DELLA PROVINCIA DI AREZZO LAUREATI NELL ANNO SOLARE 2002 PER FACOLTÀ % in ordine di importanza Lettere e filosofia ,7 Economia ,9 Ingegneria ,1 Giurisprudenza ,9 Scienze politiche 98 9,6 Medicina e chirurgia 69 6,8 Scienze matematiche, fisiche e naturali 66 6,5 Scienze della formazione 48 4,7 Architettura 38 3,7 Farmacia 20 2,0 Psicologia 18 1,8 Agraria 15 1,5 Medicina veterinaria 8 0,8 Sociologia 8 0,8 Scienze motorie 5 0,5 Lingua e cultura italiana 2 0,2 Conservazione dei beni culturali 1 0,1 Interfacoltà 1 0,1 Lingue e letterature straniere 1 0,1 Musicologia 1 0,1 Scuola speciale archivisti e bibliotecari 1 0,1 Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori 1 0,1 TOTALE ,0 Fonte: elaborazioni OPS su dati MIUR-URST, Ufficio di Statistica 2.2 Un aspetto del disagio giovanile: l abbandono scolastico Guardiamo ora all importante indicatore di disagio e di futura esclusione che è costituito dagli abbandoni scolatici. Uno sguardo alla serie storica ormai lunga a disposizione dell Osservatorio evidenzia un quadro diverso da quello congiunturale analizzato nell ultimo Rapporto con riferimento agli anni 1998/99 e 1999/2000. Negli ultimi due anni considerati gli abbandoni scolastici hanno ripreso il trend di declino. Il miglioramento della situazione ha in particolare riguardato le zone che evidenziavano in precedenza i segnali più preoccupanti, mentre il Valdarno e la Val di Chiana si attestano su livelli lievemente più elevati. Nel lungo periodo emerge, nell insieme della provincia, un rassicurante processo di declino degli abbandoni, accompagnato da una convergenza dei valori delle singole zone. Il dato provinciale raggiunse nel 2000/01 il livello più contenuto di tutto il periodo considerato per poi attestarsi quest anno su quello stesso livello (3,8-3,9%). In questo quadro si smussano le punte più elevate, anche se il Casentino e la Val Tiberina hanno quest anno percentuali di abbandoni inferiori al dato medio e decisamente contenute, intorno al 3%. 26

27 Tabella 2.7 % DI ABBANDONI NELLE SCUOLE SUPERIORI PER DISTRETTO SCOLASTICO. 1992/3-2001/2 Distretti 1992/ / / / / / / / /2002 Valdarno 6,0 5,7 4,3 5,3 4,8 5,1 3,6 4,3 4,1 Casentino 2,8 3,0 4,2 2,9 8,5 3,2 5,1 3,4 2,4 Val Tiberina 6,8 4,8 4,2 4,6 8,8 6,7 8,5 1,5 2,0 Aretino 6,8 7,4 6,4 6,7 6,6 3,0 6,1 4,3 4,4 Val di Chiana 3,9 4,3 3,2 4,0 4,1 3,7 3,4 4,0 4,6 PROVINCIA 5,9 5,9 5,0 5,4 6,3 4,1 5,4 3,8 3,9 Fonte: elaborazione OPS su dati del Provveditorato agli studi di Arezzo Grafico 2.4 % DI ABBANDONI NELLE SCUOLE SUPERIORI PER DISTRETTO SCOLASTICO. 1992/3-2001/ Valdarno Casentino Val Tiberina 0 Aretino Val di Chiana Provincia 1992/ / / / / / / / /2002 Fonte: elaborazione OPS su dati del Provveditorato agli studi di Arezzo 2.3 La disoccupazione giovanile: gli iscritti al collocamento e la loro componente di lunga durata Nella provincia di Arezzo, come nelle altre province toscane, la stagnazione produttiva iniziata alla fine del 2001 non si è tradotta in una crisi analoga sul terreno degli indicatori relativi all occupazione e alla disoccupazione. Come conferma il capitolo successivo (Cap. 3), i tassi di disoccupazione, che, nella provincia di Arezzo, non sono in generale particolarmente elevati, rispetto alla media toscana, hanno avuto nel 2002 un andamento particolarmente favorevole, che ha portato la provincia alla migliore performance nel contesto regionale. E si può notare, in questo quadro, un particolare declino del tasso di disoccupazione femminile, che evidenziava un grado di discriminazione più elevato di quanto sarebbe stato naturale ipotizzare in un area 27

28 relativamente sviluppata. Nel complesso si ha l impressione che, pur nel quadro di un contesto economico critico, e con processi di deregolazione spesso più spinti di quelli che hanno toccato altre regioni del Centro Nord, quest area della Toscana si stia avvicinando ai modelli dell Europa Centro Settentrionale, in cui lavori temporanei e lavori part-time creano un occupazione meno remunerativa e protetta ma abbassano i tassi complessivi di disoccupazione. Per quanto riguarda, in particolare, la disoccupazione giovanile nelle singole zone, si sono realizzati in questi anni una serie di cambiamenti nella registrazione degli iscritti ai centri per l impiego All adeguamento delle iscrizioni alle norme dell articolo 181 della legge di riforma del collocamento, che si basa sull adozione di politiche attive e sulla cancellazione delle persone di fatto non disponibili al lavoro si è infatti sovrapposto il passaggio dal software Netlabor al software Idol. Questi cambiamenti rendono impossibile il confronto e impongono di guardare ai dati con particolare cautela. Nella tabella 2.8 abbiamo comunque affiancato il nuovo dato emerso dalle verifiche derivate dall applicazione dell articolo 181 sugli iscritti effettivamente dispobilili al lavoro con l ultimo dato emerso dall utilizzazione dei vecchi criteri, e abbiamo calcolato il rapporto fra i due valori per ogni zona. Tabella 2.8 GIOVANI ISCRITTI AL COLLOCAMENTO PER MILLE GIOVANI IN ETÀ ANNI a: iscritti giu b:iscritti Rapporto b/a Zona aretina 12,1 7,0 58,0 Casentino 17,2 4,3 25,0 Valdarno 14,3 5,1 35,5 Val di Chiana 19,5 6,8 35,1 Val Tiberina 17,9 5,1 28,4 PROVINCIA 14,8 5,9 39,7 Fonte: elaborazione OPS su dati dei Centri per l impiego della Provincia di Arezzo La percentuale di iscritti, tradizionalmente bassa nell Aretina, nel quadro della generale diminuzione degli iscritti conseguente all attività selettiva messa in atto dal 181, è aumentata, dal punto di vista relativo, in modo netto, in questa zona, mentre sono diminuiti relativamente i dati relativi alla Val Tiberina e al Casentino, aree tradizionali di minor sviluppo, che avevano in passato i livelli più alti di iscrizioni. Si ha dunque l impressione che i nuovi dati registrino, oltre che l effettiva presenza di persone in attesa di trovare occupazione, i criteri e le procedure adottati dai Centri per l impiego delle diverse zone nel trasformare le iscrizioni tradizionali in adesioni attive ai nuovi strumenti messi in campo dai Centri per l impiego per attivare occupazione. 28

29 2.4 Forme di dipendenza: l uso di sostanze stupefacenti La diminuzione continua delle segnalazioni che ha avuto luogo a partire dal 1998 ha avuto nel 2002 una battuta d arresto. I nuovi dati relativi al 2001 e ai primi mesi del 2002 mostrano infatti che siamo in presenza di una ripresa del numero dei segnalati (Tab. 2.9). Fortunatamente la ripresa delle segnalazioni si accompagna ad un lieve aumento della percentuale di segnalati che assumono sostanze leggere, dal 79,4% all 81,4% dei segnalati, che si manifesta in particolare nelle zone dove il fenomeno è più rilevante. Tabella 2.9 PERSONE IN ETÀ RESIDENTI IN PROVINCIA DI AREZZO SEGNALATE ALLA PREFETTURA DI AREZZO PER USO E POSSESSO DI SOSTANZE STUPEFACENTI Valori assoluti Ott Aretina Valdarno Casentino Val di Chiana Val Tiberina TOTALE SEGNALATI Fonte: elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo La percentuale di giovani segnalati nelle singole zone sul totale dei giovani ripropone il tradizionale primato negativo del Valdarno e dell Aretina e lo scarso rilievo del fenomeno in Val di Chiana. Vi è stato comunque negli ultimi anni un processo di convergenza e anche la ripresa del fenomeno è un elemento che caratterizza tutte le zone, con la sola eccezione della Val di Chiana (Tab. 2.10, Graf. 2.5 e Cartogramma 2.1). Tabella 2.10 PERSONE IN ETÀ RESIDENTI IN PROVINCIA DI AREZZO SEGNALATE ALLA PREFETTURA DI AREZZO PER USO E POSSESSO DI SOSTANZE STUPEFACENTI SU GIOVANI IN ETÀ Ott Zona aretina 4,4 4,7 6,3 5,0 3,3 2,8 4,1 Casentino 3,8 2,7 7,7 8,3 5,5 3,0 2,9 Valdarno 7,0 8,5 11,5 6,5 7,3 3,3 5,2 Val di Chiana 3,7 4,6 6,4 3,5 3,4 3,0 2,8 Val Tiberina 2,5 2,5 8,5 5,9 5,2 2,2 3,4 PROVINCIA 5,3 7,2 5,6 4,8 2,9 4,0 Fonte: elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo 29

30 Grafico 2.5 PERCENTUALE DI SEGNALATI IN ETÀ ANNI SU GIOVANI IN ETÀ ANNI NELLE ZONE DELLA PROVINCIA DI AREZZO Zona aretina Valdarno Val Tiberina Casentino Val di Chiana PROVINCIA ott Fonte: elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo Cartogramma 2.1 GIOVANI SEGNALATI PER OGNI 1000 RESIDENTI ,2 1, ,7 4,7-9 In un quadro, che continua a essere segnato da una forte attenzione delle politiche all obiettivo di scoraggiare l uso di sostanze stupefacenti, la ripresa del fenomeno appare certamente come un dato preoccupante. Ma come sempre è necessario ricordare che non sappiamo come incida sulla rilevazione il grado di attivismo delle forze dell ordine nel controllare il fenomeno. 30

31 Alcune tabelle analitiche ci permettono di approfondire l andamento del fenomeno nell ultimo biennio. La struttura per età mostra una concentrazione del fenomeno nelle età centrali (Tab e Graf. 2.6). Tabella 2.11 VARIAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE PER ETÀ DEI SEGNALATI < 15 anni 0,4% ,0% 26,9% ,0% 40,8% ,5% 20,6% ,1% 11,7% TOTALE 100,0% 100,0% Fonte: elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo Grafico 2.6 VARIAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE PER ETÀ DEI SEGNALATI 100% 80% 60% 40% 20% 0% < 15 anni Fonte: elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo La distribuzione percentuale per condizione occupazionale mostra un aumento degli occupati saltuari e soprattutto degli occupati con lavori non saltuari, e dunque la diminuzione complessiva dei disoccupati a favore delle altre due categorie. Se confrontiamo questa percentuale con quella degli attuali livelli della disoccupazione, guardando alla disoccupazione giovanile più che al dato complessivo, il fenomeno non appare, quest anno, sovrarappresentato fra i disoccupati. (Tab e Graf. 2.7). Tabella 2.12 VARIAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE PER CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI SEGNALATI Pos. Lavorativa Disoccupato 11,5% 7,6% Occupato saltuario 1,2% 1,9% Occupato stabile 38,5% 42,7% Studente 19,7% 20,9% Non risulta 29,1% 26,9% TOTALE COMPLESSIVO 100,0% 100,0% Fonte: elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo 31

32 Grafico 2.7 VARIAZIONE DELLA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI SEGNALATI 100% 80% 60% 40% 20% 0% disoccupato occupato saltuario occupato stabile studente Fonte: elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo Infine la distribuzione per condizione occupazionale e tipo di sostanza (Tab e Graf. 2.8) mostra molto chiaramente che l assunzione di droghe pesanti, pur limitata, è un fenomeno che interagisce con situazioni di fragilità occupazionale, sia che ne sia determinata, sia che contribuisca a crearle. Tabella 2.13 VARIAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE PER CONDIZIONE OCCUPAZIONALE E SOSTANZA ASSUNTA DEI SEGNALATI Droghe Eroina Altre droghe Non TOTALE TOTALE leggere pesanti risulta (assoluto) Disoccupato 75,0% 12,5% 12,5% 0,0% 100,0% 24 Occupato saltuario 83,3% 0,0% 16,7% 0,0% 100,0% 6 Occupato stabile 84,4% 3,7% 10,4% 1,5% 100,0% 135 Studente 95,5% 0,0% 1,5% 3,0% 100,0% 66 TOTALE COMPLESSIVO 82,6% 7,3% 8,9% 1,3% 100,0% 316 Fonte: elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo Grafico 2.8 VARIAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE PER OCCUPAZIONE E TIPO DI SOSTANZA ASSUNTA DEI SEGNALATI 100% 80% 60% 40% 20% 0% Disoccupato Occupato saltuario Occupato stabile Studente TOTALE COMPLESSIVO Droghe leggere Eroina Altre droghe pesanti Fonte: elaborazioni OPS su dati della Prefettura di Arezzo 32

33 Il numero degli utenti dei SERT ha proseguito il processo di diminuzione emerso negli scorsi anni (Tab. 2.14). Continua invece ad aumentare il numero degli utenti alcolisti, un fenomeno che pur restando al di fuori dal cono di luce gettato sulle dipendenze dal dibattito politico e mediatico ha dimensioni altrettanto preoccupanti. Nel lungo periodo si nota in questo caso una chiara tendenza all aumento che riguarda soprattutto la zona aretina. Tabella 2.14 NUMERO ASSOLUTO DEGLI UTENTI DEI SERT NELLE ZONE ARETINE Utenti totali tossicodipendenti SERT Area aretina Casentino Valdarno Val Tiberina Val di Chiana PROVINCIA Utenti totali alcoldipendenti SERT Area aretina Casentino Valdarno Val Tiberina Val di Chiana PROVINCIA Fonte: elaborazioni OPS su dati ASL Nonostante che le dipendenze alcoliche siano comunque un numero inferiore, la dinamica crescente del fenomeno fa pensare che mentre il fenomeno delle tossicodipendenze è stato in qualche modo raggiunto e contenuto da politiche mirate, le dipendenze alcoliche, meno concentrate nella popolazione giovanile e più difficili da aggredire, a causa della maggior disponibilità dell alcol, non sono ancora state fronteggiate con adeguate misure. Nel complesso la situazione dei giovani evidenzia aree di rischio meno vistose che in passato ma emergono nuove ombre: la disoccupazione, come vedremo, è in declino, ma cresce anche ad Arezzo il fenomeno del lavoro temporaneo. Gli abbandoni scolastici si attestano su livelli più contenuti che in passato. Ma l occupazione non rappresenta più un ancoraggio identitario sicuro come in passato. La tendenza ad assumere sostanze stupefacenti mostra in questo quadro limitati segnali di ripresa. Anche la crescita del numero dei soggetti presi in carico dai SERT per alcolismo costituisce un segnale di disagio e di difficoltà nell affrontare il futuro che spinge a non abbassare la guardia per quanto riguarda la protezione dei giovani dai rischi di emarginazione. 33

34 Grafico 2.9 SERIE STORICA DEGLI UTENTI DEI SERT DISTINTI PER TOSSICODIPENDENTI E ALCOLDIPENDENTI TOSSICODIPENDENTI ALCOLDIPENDENTI Area aretina Casentino Valdarno Val Tiberina Val di Chiana PROVINCIA 34

35 3. IL MERCATO DEL LAVORO NELLA PROVINCIA DI AREZZO 3.1 I livelli occupazionali secondo le unità di lavoro Secondo le stime di contabilità prodotte dall IRPET 1, la composizione occupazionale per settori di attività economica nella provincia di Arezzo è caratterizzata da una presenza significativa nell industria (37,6%), che si attesta su livelli ben al di sopra del dato medio toscano (30,1%), e da una buona concentrazione di unità di lavoro nel terziario (oltre il 57% sul totale), ben lontana tuttavia dalla situazione media regionale (66%). Ridotta, ma comunque superiore alla media toscana, è l incidenza occupazionale in agricoltura (rispettivamente 5% contro il 3,5% regionale). L elevato peso delle attività industriali è determinato da quote consistenti di unità di lavoro nelle industrie manifatturiere tipiche dell area, in particolare nel settore moda (7,9% nell industria tessile e dell abbigliamento contro il 6,1% toscano; 3,5% nella lavorazione della pelle e delle calzature), e nella lavorazione dei metalli (2,4%). L analisi della composizione occupazionale mette in evidenzia le specificità delle singole aree della provincia e le profonde differenze strutturali esistenti. Tra i diversi sistemi locali aretini spiccano per una maggiore dotazione terziaria rispetto alla media provinciale, ma comunque lontana dai livelli medi toscani, l Area Aretina e l Alta Val Tiberina rispettivamente con il 62,6% e il 60,3% di unità di lavoro impiegate nei servizi, a fronte di un peso decisamente ridotto per l occupazione nelle attività industriali. 1 In questa sede si fa riferimento alla consistenza occupazionale in termini di unità di lavoro, ossia il contributo del lavoro alla determinazione del reddito nazionale, regionale, provinciale ma anche subprovinciale, coprendo l insieme complesso e diversificato delle prestazioni lavorative (per forma e contenuto, per grado di emersione o di visibilità) che caratterizzano in maniera sempre più accentuata il mondo del lavoro. In base alla definizione ISTAT, le unità di lavoro rappresentano la quantità di lavoro prestato nell anno da un occupato a tempo pieno e l insieme delle posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie) trasformate in unità equivalenti a tempo pieno (ISTAT, 2002, pag.1). A partire dal confronto tra le posizioni lavorative e la quantità di tempo impiegato, il concetto indica gli occupati teorici che derivano dalla consistenza del volume di lavoro impiegato nella produzione, riconducendo ad una stessa unità di misura le diverse modalità di attività lavorativa. In questo modo è possibile cogliere l input di lavoro nelle sue molteplici dimensioni: da quelle regolari, sia in posizione dipendente che autonoma, a quelle irregolari assimilabili a posizioni lavorative sommerse o non riconoscibili, a quelle che rappresentano casi di vera e propria elusione nella dichiarazione dell attività svolta, ai casi di lavoratori stranieri non residenti e non registrati ed infine alle posizioni lavorative plurime (doppi lavori), ravvisabili prevalentemente nel caso dei lavoratori autonomi. In assenza dei dati definitivi relativi all ultima rilevazione censuaria, le unità di lavoro forniscono indicazioni importanti anche in merito alle caratteristiche del tessuto produttivo della provincia. 35

36 Tabella 3.1 COMPOSIZIONE % UNITÀ DI LAVORO PER SETTORE. PROVINCIA DI AREZZO E TOSCANA Arezzo TOSCANA AGRICOLTURA 5,0 3,5 INDUSTRIA 37,6 30,1 di cui: Alimentari,bevande e tabacco 1,1 1,2 Tessili ed abbigliamento 7,9 6,1 Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 3,5 3,3 Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 2,4 1,8 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo 2,4 1,7 Macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche 2,2 1,4 Altre industrie manifatturiere 7,4 2,0 Costruzioni 6,0 6,1 SERVIZI 57,3 66,4 Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazioni 16,9 16,6 Alberghi e ristoranti 3,6 6,8 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 4,2 5,8 Intermediazione monetaria e finanziaria 2,4 3,1 Informatica, ricerca, altre attività 8,8 10,8 Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria 4,1 4,9 Istruzione 5,7 5,5 Sanità e altri servizi sociali 5,0 5,3 Altri servizi pubblici, sociali e personali 6,7 7,5 TOTALE 100,0 100,0 Fonte: IRPET Tabella 3.2 COMPOSIZIONE % UNITÀ DI LAVORO PER SETTORE NEI SEL DELLA PROVINCIA DI AREZZO Valdarno Casentino Alta Val Area Val di Chiana Superiore Sud Tiberina Aretina Aretina AGRICOLTURA 5,4 4,6 6,5 2,8 11,3 INDUSTRIA 45,4 40,4 33,1 34,6 33,2 Estrazione di minerali energetici 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Estrazione di minerali non energetici 0,3 0,5 0,5 0,1 0,1 Alimentari,bevande e tabacco 1,4 1,1 1,0 0,9 1,5 Tessili ed abbigliamento 6,4 11,0 11,4 7,3 7,9 Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 7,1 1,4 2,6 2,3 2,9 Legno e dei prodotti in legno 0,8 1,6 0,9 0,3 0,8 Carta, stampa ed editoria 0,7 1,7 0,9 0,7 0,9 Coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari 0,2 0,2 0,1 0,1 0,1 Prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali 1,4 0,7 0,7 0,3 0,6 Articoli in gomma e materie plastiche 0,6 0,1 0,3 0,1 0,4 Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 3,5 7,0 1,0 1,0 1,9 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo 4,1 3,4 1,8 1,5 1,5 Macchine ed apparecchi meccanici 0,9 0,5 0,6 1,1 1,3 Macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche 5,0 1,3 1,8 1,2 1,0 Mezzi di trasporto 0,3 0,4 0,2 0,2 0,2 Altre industrie manifatturiere 4,7 3,1 3,1 11,6 5,4 Produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas e acqua calda 1,6 0,4 0,2 0,4 0,3 Costruzioni 6,5 6,0 6,0 5,6 6,6 SERVIZI 49,2 55,0 60,3 62,6 55,5 Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazioni 14,7 15,4 17,7 18,7 15,8 Alberghi e ristoranti 2,9 4,6 5,1 3,0 4,7 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 3,4 4,0 3,9 5,1 3,6 Intermediazione monetaria e finanziaria 1,5 1,5 2,1 3,3 1,6 Informatica, ricerca, altre attività 8,3 6,8 6,0 10,7 6,8 Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria2,9 4,3 4,4 5,0 3,0 Istruzione 5,3 5,7 8,2 5,0 7,1 Sanità e altri servizi sociali 4,5 5,4 5,7 5,1 5,4 Altri servizi pubblici, sociali e personali 5,8 7,2 7,3 6,7 7,5 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: IRPET Per l Alta Val Tiberina da notare anche la buona incidenza dell occupazione nel settore 36

37 primario (6,5% contro il 5% provinciale). La quota di lavoro nei servizi si riduce sensibilmente nelle altre realtà della provincia, scendendo al di sotto del livello medio provinciale nella Val di Chiana (55%), cui si associa la più elevata incidenza delle unità di lavoro in agricoltura (11,3%), in Casentino (55%), ma soprattutto nel Valdarno che si conferma in ambito provinciale come il sistema locale a maggior vocazione manifatturiera, con un incidenza occupazionale nell industria superiore di quasi 8 punti percentuali al dato medio aretino. 3.2 I fabbisogni professionali delle imprese Per il 2003 sono previste complessivamente nella provincia di Arezzo circa assunzioni e uscite per un saldo atteso pari a unità (+2,1%). Il confronto tra le province toscane ci mostra una dinamica positiva della provincia di Arezzo, ma attestata su livelli di crescita occupazionale lievemente inferiori al dato medio regionale (2,5%) e tra i più bassi registrati in Toscana. Particolarmente dinamico appare il settore dei servizi con un tasso di variazione previsto superiore al 3% contro l 1,3% registrato a carico delle imprese dell industria. L indagine conferma anche la dinamicità della piccola impresa (con meno di 10 addetti) per la quale si rilevano gli incrementi occupazionali maggiori ed un tasso di variazione del 4,4%. Tabella 3.3 MOVIMENTI PREVISTI NEL 2003 PER SETTORE DI ATTIVITÀ E CLASSE DIMENSIONALE. PROVINCIA DI AREZZO Movimenti previsti al 2003 Var. % Dipendenti al 2002 Entrate Uscite Saldo prevista al 2003 TOTALE ,1 Industria ,3 Servizi ,4 1-9 addetti , addetti , addetti ,5 250 e oltre ,2 Fonte: elaborazioni su dati Union camere-ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior Le previsioni di assunzioni nel contesto aretino afferiscono per oltre la metà ai servizi (58,6% contro il 63% a livello regionale), con un ruolo trainante delle attività commerciali (24,8%) e dei servizi alle imprese (12,5%). Interessanti anche i programmi 37

38 di assunzione espressi dagli imprenditori del settore industriale (41,4% sul totale contro il 37% toscano), con un incidenza significativa nelle industrie tipiche dell area: il settore moda (nel tessile-abbigliamento 5,3%; nella lavorazione della pelle e delle calzature 4,7%), l industria orafa (5,8%), la lavorazione dei metalli (5,4%) e le costruzioni (7,1%). Tabella 3.4 ASSUNZIONI PREVISTE DALLE IMPRESE PER IL 2003 PER SETTORE DI ATTIVITÀ. PROVINCIA DI AREZZO v.a. % sul totale INDUSTRIA ,4 Industrie estrattive, dei metalli, chimiche e produzione energia 136 3,8 Industrie dei metalli 193 5,4 Industrie alimentari 77 2,2 Industrie tessili e dell'abbigliamento 191 5,3 Industrie del cuoio e delle calzature 169 4,7 Industrie legno, carta e altri prodotti personali e per la casa 87 2,4 Industrie del mobile 69 1,9 Gioielleria e oreficeria 207 5,8 Industrie meccaniche, elettroniche e dei mezzi di trasporto 100 2,8 Costruzioni 253 7,1 SERVIZI ,6 Commercio ,8 Turismo e trasporti ,1 Servizi alle imprese ,5 Servizi alle persone 332 9,3 TOTALE ,0 Fonte: elaborazioni su dati Union camere-ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior Le tipologie contrattuali richieste mostrano in provincia di Arezzo un maggior ricorso a forme lavorative flessibili, senza grandi differenze tra i due macrosettori indagati: i lavori non standard riguardano ad Arezzo quasi il 60% delle nuove assunzioni contro il 53,7% rilevato complessivamente dalle imprese toscane, con un incidenza particolarmente marcata per i contratti a tempo determinato (33% contro il 28% in Toscana) sia nell industria che nei servizi. L analisi delle assunzioni previste per qualifica professionale mostra come la domanda di lavoro ad Arezzo si allinei sostanzialmente a quella toscana nelle caratteristiche principali, con una richiesta ancora più marcata di profili operativi, impegnati nella fase produttiva e con bassi contenuti professionali. L incidenza dei profili più elevati (dirigenti, professioni intellettuali e scientifiche, professioni tecniche intermedie) sfiorano ad Arezzo il 9% contro il 12,6% regionale, a fronte di livelli ben più elevati di profili operai o assimilabili (54,4% contro il 51% toscano) sia a carattere qualificato che non. 38

39 Tabella 3.5 ASSUNZIONI PREVISTE DALLE IMPRESE PER IL 2003 PER TIPO DI CONTRATTO E SETTORE DI ATTIVITÀ. PROVINCIA DI AREZZO E TOSCANA Totale Tipo di contratto (valori %) Assunzioni 2003 (Val. ass.) Indeterminato Determinato CFL Apprendistato Altri Totale Toscana ,3 28,2 13,6 10,8 1,1 Arezzo ,8 32,6 13,7 11,6 1,4 Industria Toscana ,8 21,6 14,4 13,3 0,9 Arezzo ,5 28,5 15,9 13,2 2,0 Servizi Toscana ,2 32,0 13,1 9,4 1,2 Arezzo ,0 35,4 12,1 10,4 1,0 Fonte: elaborazioni su dati Union camere-ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior Inoltre i risultati dell Indagine Excelsior confermano anche per il sistema produttivo aretino la minore richiesta di personale altamente istruito che caratterizza la Toscana in generale rispetto ad altre regioni del Centro Nord e al suo interno alcune aree specifiche di piccola impresa (Casini Benvenuti, Sciclone 2002). Grafico 3.1 ASSUNZIONI PREVISTE DALLE IMPRESE PER IL 2003 PER CATEGORIA PROFESSIONALE. PROVINCIA DI AREZZO E TOSCANA Personale non qualificato Conduttori impianti, operatori macc. e operai montaggio Operai specializzati Professioni relative alle vendite ed ai servizi per le famiglie Professioni esecutive relative all'amministraz. e alla gest. Professioni intermedie, tecnici Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializz. TOSCANA Arezzo Dirigenti, direttori e responsabili I programmi di assunzione per il 2003 da parte degli imprenditori aretini riguardano in larga parte personale con la sola licenza dell obbligo (57%) in maniera più accentuata rispetto al dato medio toscano (51,5%), mentre il titolo meno richiesto è quello universitario (3,1%) con scarti significativi rispetto al livello regionale (5,1%). 39

40 Grafico 3.2 ASSUNZIONI PREVISTE DALLE IMPRESE PER IL 2003 PER TITOLO DI STUDIO. PROVINCIA DI AREZZO E TOSCANA Laurea Diploma scuola media superiore TOSCANA Arezzo Istruzione- Formazione professionale Scuola dell'obbligo Occupazione e disoccupazione: caratteristiche e dinamiche più recenti In termini strutturali l occupazione nella provincia di Arezzo si pone nel 2002 al di sopra della media toscana (63,7% contro 61,4%), collocandosi nel gruppo delle aree più dinamiche della regione, preceduta soltanto da Siena (67,1%) e da Prato (64,5%). Tabella 3.6 TASSI DI OCCUPAZIONE NELLE PROVINCE TOSCANE Massa 45,5 45,0 48,9 48,0 47,6 46,2 49,7 52,4 55,6 54,7 Lucca 57,3 54,4 55,7 55,8 54,4 56,1 57,1 57,1 58,4 58,7 Pistoia 58,9 58,2 58,4 57,0 56,2 59,9 60,8 60,2 60,9 63,3 Firenze 57,1 57,4 57,6 58,5 58,7 58,2 60,0 60,9 62,0 62,8 Livorno 51,9 50,4 49,4 50,5 49,3 49,0 51,7 55,3 55,8 55,9 Pisa 55,9 56,9 58,1 58,0 58,2 58,3 58,5 62,5 61,9 60,7 Arezzo 61,7 60,0 60,5 58,9 59,0 59,4 60,1 60,1 63,1 63,7 Siena 60,5 61,3 59,4 58,3 61,5 63,3 64,7 65,5 66,5 67,1 Grosseto 51,7 50,0 49,8 50,2 50,6 54,5 54,5 55,5 59,8 60,3 Prato 59,5 61,2 61,9 62,8 62,3 65,1 65,9 64,5 TOSCANA 56,3 55,7 56,2 56,3 56,4 57,1 58,4 59,8 61,1 61,4 Fonte: ISTAT, Indagine forze di lavoro Dal punto di vista dinamico, è dal 1998 che prende avvio l incremento registrato nel periodo considerato, accentuando la crescita soprattutto nel 2001, che risente degli effetti positivi della ripresa economica dell anno precedente, con un incremento di ben 3 40

41 punti percentuali. Tuttavia le crescenti difficoltà produttive manifestatesi dalla seconda metà del 2001, ed ancora oggi presenti, si ripercuotono nei tassi occupazionali dell ultimo anno: il trend positivo si arresta, mostrando una situazione di stallo, con una variazione positiva inferiore ad un punto percentuale, passando dal 63,1% del 2001 al 63,7% del Grafico 3.3 TASSI DI OCCUPAZIONE. PROVINCIA DI AREZZO E TOSCANA Arezzo Fonte: ISTAT, Indagine forze di lavoro TOSCANA Quanto alla disoccupazione, nel 2002 Arezzo ottiene il miglior risultato nel panorama toscano, con il livello più basso di disoccupazione, attestandosi oltre due punti percentuali al di sotto della media toscana, con una flessione che risulta particolarmente accentuata nei primi anni di questo decennio. Tabella 3.7 TASSI DI DISOCCUPAZIONE NELLE PROVINCE TOSCANE Massa 10,2 14,1 12,9 13,6 14,5 12,9 11,6 11,9 6,8 7,1 Lucca 5,4 6,0 7,3 7,5 6,8 7,1 5,5 4,8 4,5 5,9 Pistoia 6,2 7,3 6,3 6,6 8,3 7,7 7,0 5,6 5,4 4,3 Firenze 8,8 8,4 7,9 7,5 7,5 7,0 6,2 5,6 4,2 4,3 Livorno 11,6 14,4 13,4 12,1 13,8 13,3 11,3 8,4 8,5 6,1 Pisa 9,4 8,0 8,0 8,0 8,0 8,2 8,0 4,8 4,0 5,0 Arezzo 5,2 5,4 4,6 5,0 3,3 5,0 5,9 6,5 4,7 2,7 Siena 3,8 5,0 4,7 5,4 4,4 5,3 3,3 3,4 3,0 3,6 Grosseto 10,3 9,7 9,9 9,3 11,8 8,4 9,1 8,8 7,2 6,4 Prato 10,1 8,1 6,5 7,5 8,2 5,2 5,9 5,5 TOSCANA 8,0 8,4 8,3 8,0 8,1 7,8 7,2 6,1 5,1 4,8 Fonte: ISTAT, Indagine forze di lavoro L evoluzione degli indicatori a livello aggregato riflette una dinamica differenziata sia per genere che per classi di età. Senza dubbio gli anni 90 sono stati contrassegnati da una buona performance delle donne, sia in termini di partecipazione, sia in termini di riduzione dei livelli di ricerca 41

42 del lavoro. Il tasso di occupazione femminile registra un incremento di 7 punti percentuali, passando dal 47% nel 93 al 54% nel 2002, a fronte di un risultato negativo per la componente maschile (-3%), riducendo in maniera sensibile la forbice che li separa. Allo stesso modo i livelli di disoccupazione per le donne si riducono in maniera sensibile, passando da 7,8% del 93 a 4,7% nel 2002, contro una diminuzione comparativamente inferiore per i maschi (da 3,6% a 1,2%). Grafico 3.4 TASSI DI DISOCCUPAZIONE. PROVINCIA DI AREZZO E TOSCANA Arezzo Fonte: ISTAT, Indagine forze di lavoro TOSCANA Negli anni più recenti ( ) si registrano andamenti divergenti dell occupazione e della disoccupazione tra i due generi: accanto ad una lieve flessione per l occupazione femminile (-0,6% contro una crescita per l indicatore maschile di +1,7%), il tasso di disoccupazione per le donne si attesta a 4,7%, con un decremento di oltre 3 punti percentuali, ottenendo il miglior risultato in ambito regionale a fronte di una diminuzione inferiore ad 1 punto percentuale per la disoccupazione maschile. Grafico 3.5 TASSI DI OCCUPAZIONE PER GENERE. PROVINCIA DI AREZZO Maschi Femmine Fonte: ISTAT, Indagine forze di lavoro 42

43 Grafico 3.6 TASSI DI DISOCCUPAZIONE PER GENERE. PROVINCIA DI AREZZO Maschi Femmine Fonte: ISTAT, Indagine forze di lavoro L analisi per classi di età mostra come la componente giovanile della forza lavoro risulti quella maggiormente penalizzata sia dal lato dell occupazione che da quello della disoccupazione. La maggiore vulnerabilità dei giovani alla disoccupazione è un tratto distintivo della struttura del mercato del lavoro in Italia, e anche in Toscana, rispetto ad altri paesi europei, che può trovare spiegazione nel sistema di relazioni industriali nel nostro paese e nei caratteri delle strutture familiari (Meini, 2001). Il mercato del lavoro aretino si caratterizza per una presenza forte della componente in età adulta (30-64 anni), con livelli (soprattutto maschili) di elevata occupazione e di bassa disoccupazione (quasi completamente a carico delle donne), mentre tra i giovani in ingresso nel mercato del lavoro i livelli di occupazione si abbassano notevolmente e mostrano oscillazioni non particolarmente ampie nell intero arco temporale considerato, attestandosi comunque ad un livello inferiore rispetto all inizio del periodo (38,6% nel 1993 contro il 35% nel 2002). Il confronto con la dinamica regionale evidenzia come il decremento del livello relativo di occupazione appaia più accelerato nella provincia aretina, seppure non tale da ridurre il vantaggio dei giovani aretini nei confronti dei coetanei toscani (rispettivamente 35% contro 31%). Per quanto concerne la disoccupazione, l incidenza dei giovani si riduce sostanzialmente rispetto al 1993, a fronte di una dinamica tendenzialmente stabile registrata in ambito regionale, attestandosi nel 2002 al 6% (11,6% la media toscana), il valore più basso rilevato tra le province toscane. 43

44 Grafico 3.7 TASSI DI OCCUPAZIONE PER CLASSI DI ETÀ. PROVINCIA DI AREZZO Fonte: ISTAT, Indagine forze di lavoro anni anni anni anni Grafico 3.8 TASSI DI DISOCCUPAZIONE PER CLASSI DI ETÀ. PROVINCIA DI AREZZO anni anni anni anni Fonte: ISTAT, Indagine forze di lavoro 3.4 La flessibilità e i lavori tipici Uno dei tratti distintivi dello sviluppo più recente del mercato del lavoro, sia a livello nazionale che regionale, è rappresentato dalla crescita sostenuta delle nuove forme di lavoro atipiche, che hanno acquisito forte visibilità nel corso degli anni 90. Nel quinquennio , sia per l Italia che per la Toscana, si registra una sostanziale riduzione della quota dell occupazione standard a vantaggio delle forme atipiche, sebbene il lavoro a tempo indeterminato continui ad essere la forma di impiego maggiormente utilizzata: in Italia l incidenza dei contratti a termine cresce dal 7,8% nel 1997 al 9,9% nel 2002; mentre in Toscana, si passa dal 6,7% all 8,7% (Altieri, Oteri 2003). 44

45 Alla luce di questi aspetti generali, tentiamo in questo paragrafo di delineare il grado di diffusione del lavoro atipico nella provincia di Arezzo, inserendolo nel quadro più generale delle dinamiche regionali e delle altre province. Per lavoro atipico si intende in questa sede l insieme delle tipologie contrattuali che non fanno parte del lavoro standard, ossia dell impiego a carattere subordinato, a tempo indeterminato e a tempo pieno. Pertanto considereremo tutte le tipologie che si discostando per uno o più caratteri da questa forma lavorativa, ossia il lavoro part time, il contratto di formazione e lavoro, l apprendistato, il tempo determinato 2. Nel 2001 le assunzioni con contratti part time sono state nella provincia di Arezzo 4.325, con una variazione positiva del 3,4% rispetto all anno precedente, contro un incremento medio regionale del 13,5%. Considerando l incidenza delle assunzioni part time sul totale, Arezzo si colloca tra le province toscane che in misura minore utilizzano il tempo parziale, precedendo soltanto Siena e Grosseto: 14,3% contro una media toscana del 16,8%. Si tratta di un fenomeno che, secondo le aspettative, interessa prevalentemente le donne, in maniera più marcata rispetto alle lavoratrici toscane: la componente femminile nelle assunzioni part time cresce del 3,2%, superando le unità nel 2001, e mantiene pressoché inalterata la propria incidenza sul totale dei part timers in provincia (74,7% contro il 73,6% rilevato in ambito regionale). Per quanto riguarda le altre tipologie di lavoro flessibile, seguendo la scelta effettuata da alcuni studi recenti (Ires Toscana, 2000; 2001), verrà utilizzata la macro-categoria del tempo non indeterminato nella quale verranno considerati complessivamente, per semplicità espositiva, il contratto di formazione-lavoro, l apprendistato e il tempo determinato vero e proprio. Nel 2001 le assunzioni con contratti a tempo non indeterminato sono state nella provincia di Arezzo, in leggero aumento rispetto all anno precedente (+2,8% a fronte di +3,7% a livello regionale), con un incidenza crescente sul totale delle assunzioni (si passa dal 72% nel 2000 al 74,4% nel 2001), ma lievemente al di sotto della media regionale (75%). 2 In realtà l universo dei lavori atipici risulta essere ben più ampio, se si considerano anche tipologie lavorative più recenti ma senz altro significative, come il parasubordinato, il lavoro interinale, ecc. Purtroppo la carente disponibilità di dati a livello provinciale rende impossibile l analisi anche di queste forme. 45

46 Grafico 3.9 INCIDENZA DELLE ASSUNZIONI PART TIME SUL TOTALE DELLE ASSUNZIONI PER PROVINCIA. 1999, 2000, 2001 TOSCANA Siena Prato Pistoia Pisa Massa Lucca Livorno Grosseto Firenze Arezzo Fonte: Regione Toscana - Servizio Lavoro Le assunzioni con queste tipologie contrattuali che hanno riguardato donne sono state quasi 9.600, sostanzialmente in linea con il dato dell anno precedente (-0,9%) e con un peso sul totale degli assunti a tempo non definito del 42,4%, il livello minimo raggiunto tra le province toscane (la media regionale è del 47%). In ogni caso le tipologie lavorative a tempo non indeterminato rappresentano una modalità piuttosto frequente tra la popolazione femminile, seppure nel contesto aretino si manifestino in maniera meno evidente le disparità di genere: le donne assunte in questo modo rappresentano ad Arezzo il 74,5% sul totale delle assunzioni femminili, in linea con il dato maschile (74,4%), mentre a livello regionale la componente femminile è interessata da queste forme di avviamento in misura decisamente maggiore rispetto agli uomini (rispettivamente 78% contro 72,8%). 46

47 Grafico 3.10 INCIDENZA DELLE ASSUNZIONI A TEMPO NON INDETERMINATO SUL TOTALE DELLE ASSUNZIONI PER PROVINCIA. 1999, 2000, 2001 TOSCANA Siena Prato Pistoia Pisa Massa Lucca Livorno Grosseto Firenze Arezzo

48 48

49 4. L IMMIGRAZIONE DALL ESTERO 4.1 I soggiornanti Nel panorama regionale la provincia di Arezzo si connota come il terzo polo di attrazione, secondo solo alla provincia di Firenze e all area pratese, con circa l 11% dei permessi di soggiorno rilasciati in regione, uno dei tassi di variazione più elevati registrati nell intero decennio e dinamiche di segno positivo, superiori alla media toscana, anche nell ultimo biennio (Tab. 4.1). Tabella 4.1 PERMESSI DI SOGGIORNO NELLE PROVINCE TOSCANE E % sul totale Var. % Var. % Arezzo ,9 218,3 19,6 Firenze ,6 38,9 25,1 Grosseto ,7 166,6 1,6 Livorno ,1 75 3,8 Lucca ,3 50,4 23,5 Massa Carrara , ,8 Pisa ,2 81,6 15,1 Pistoia ,4 255,6 28,8 Prato ,8 239,6 10,4 Siena ,8 176,8 18,4 TOSCANA ,0 114,5 18,0 Fonte: ISTAT e Ministero dell Interno Se consideriamo le principali motivazioni di rilascio, emerge chiaramente come l immigrazione nella provincia di Arezzo abbia come principale finalità il lavoro (soprattutto a carattere dipendente) così come rilevante è la quota dei ricongiungimenti familiari: su 100 immigrati regolari 56 hanno un permesso per motivi di lavoro (contro il 52% rilevato in Toscana e il 59% a Prato), 31 per motivi familiari, in linea con il dato toscano, e 9 per ragioni di inserimento stabile diverso dai due precedenti. Marginale è la quota dei rifugiati e dei richiedenti asilo: appena lo 0,3% del totale. Per quanto attiene ai permessi per motivi di lavoro, la provincia aretina si distingue in ambito regionale per la quota più elevata di soggiornanti in possesso di un documento 3 Per Prato in realtà il dato si riferisce al 1996, anno in cui è stata costituita la provincia di Prato. 49

50 per lavoro dipendente (49,6% come la provincia di Pistoia a fronte del 40,3% regionale) e l incidenza più bassa di immigrati con un permesso per lavoro autonomo, ben al di sotto della media regionale (5,2% contro 9,4%) 4. Tabella 4.2 PERMESSI DI SOGGIORNO NELLE PROVINCE TOSCANE PER MOTIVO DI RILASCIO Lavoro Lavoro Lavoro Ricerca Famiglia Inserimento Asilo e Altri Totale dipendente autonomo lavoro non lavorativo richiesta motivi Massa Carrara 52,0 37,1 13,9 1,0 36,3 8,4 0,4 2,9 100,0 Lucca 48,6 36,1 11,6 0,9 35,4 11,5 0,3 4,1 100,0 Pistoia 57,6 49,6 6,3 1,8 34,3 4,1 0,3 3,8 100,0 Firenze 49,1 34,7 12,2 2,2 25,0 21,9 0,8 3,2 100,0 Livorno 44,4 34,0 8,4 2,0 33,9 17,1 0,7 3,9 100,0 Pisa 49,2 40,2 6,0 3,1 36,0 8,9 0,5 5,4 100,0 Arezzo 55,7 49,6 5,2 1,0 30,8 9,1 0,3 4,1 100,0 Siena 52,7 45,0 5,2 2,5 27,4 15,9 0,6 3,5 100,0 Grosseto 46,6 36,5 7,8 2,3 33,1 17,9 0,3 2,2 100,0 Prato 58,9 45,2 12,5 1,2 36,7 2,1 0,2 2,2 100,0 TOSCANA 51,6 40,3 9,4 1,9 31,0 13,4 0,5 3,5 100,0 Fonte: Ministero dell Interno Per quanto concerne i continenti di provenienza, al 2002 oltre la metà dei soggiornanti è europeo, il 17,5% è asiatico, il 12% è africano e l 8% è americano (Graf. 4.1). Rispetto alla ripartizione regionale, i tratti peculiari più evidenti che emergono sono: - una più marcata presenza di immigrati di origine europea (+15% rispetto al dato toscano), soprattutto non comunitari e provenienti dai paesi dell Est (+18%); - una minore incidenza di cittadini provenienti dall Africa (-4,6%), dall Asia (-5,3%), dall America (-3,7%). Considerando la disaggregazione dei permessi di soggiorno per gruppo nazionale di appartenenza, si osserva una sensibile trasformazione delle nazionalità più presenti in provincia dall inizio del decennio scorso al Le tipologie di permesso con accesso al lavoro non sono solo quelle che richiamano già nella denominazione il lavoro (lavoro subordinato, lavoro autonomo, ricerca di lavoro, inserimento nel mercato del lavoro, lavoro straordinario), ma anche altre, in quanto possono lavorare a pieno titolo anche i possessori di un permesso per ricongiungimento, per studio, per asilo (Bragato, 2003). 50

51 Grafico 4.1 SOGGIORNANTI IN PROVINCIA DI AREZZO E IN TOSCANA PER AREA DI PROVENIENZA Arezzo TOSCANA 0 Unione Europea Altri paesi europei Africa Asia America Oceania, Ignoti, apolidi Fonte: Ministero dell Interno Tabella 4.3 I PRIMI DIECI GRUPPI NAZIONALI DEI SOGGIORNANTI IN PROVINCIA DI AREZZO E v.a. % v.a. % Germania 311 9,7 Romania ,0 Marocco 271 8,5 Albania ,6 Polonia 177 5,5 Marocco 812 6,7 Romania 177 5,5 Polonia 643 5,3 Regno Unito 174 5,5 Bangladesh 640 5,3 Stati Uniti d'america 147 4,6 India 429 3,5 Albania 138 4,3 Germania 347 2,9 Tunisia 118 3,7 Jugoslavia (Serbia-Montenegro) 315 2,6 Somalia 114 3,6 Dominicana, Rep ,5 Dominicana, Rep ,6 Macedonia 294 2,4 Fonte: ISTAT e Ministero dell Interno Nel 2002 la Romania risulta essere il primo paese di provenienza sul totale dei soggiornanti in provincia, seguita dall Albania, che sale dal settimo al secondo posto, e dal Marocco che, rispetto al 1991, perde una posizione. Confrontando i dati del 1991 con quelli del 2002, in termini generali, si possono rilevare alcune importanti novità: è diminuito il peso relativo degli stranieri provenienti dai paesi a sviluppo avanzato, a fronte di una notevole espansione di coloro che arrivano da paesi a forte pressione migratoria: la Germania, primo paese per numero di soggiornanti nel 1991, ricopre solo la settima posizione nel 2002, così come Regno Unito e Stati Uniti scompaiono nel 2002 dal gruppo delle prime 10 nazionalità presenti; si è attenuato il policentrismo migratorio: nel 1991 i primi cinque gruppi nazionali presenti sul territorio regionale rappresentavano circa il 35% delle presenze, nel 2002 oltre la metà; 51

52 è aumentato il peso degli stranieri provenienti dai paesi dell Europa dell Est, passando dal 25% a oltre la metà delle presenze; si registra un forte incremento degli arrivi provenienti da paesi asiatici, in particolare dal Bangladesh e dall India che, da poche decine di immigrati nel 1991, contano al 2002 rispettivamente 640 e 429 soggiornanti, rappresentando il quinto e il sesto gruppo nazionale in provincia di Arezzo. 4.2 I residenti stranieri Considerando la componente maggiormente stanziale della popolazione immigrata, ossia gli stranieri residenti (Graf. 4.2), Arezzo conferma la propria forte capacità attrattiva, con una quota considerevole di iscritti alle anagrafi comunali della provincia (10,3% sul totale regionale) ed un peso significativo degli stranieri sul totale della popolazione residente, pari a quasi il 4%, preceduto solo da Prato (4,8%) e da Firenze (4,1%). Grafico 4.2 RIPARTIZIONE DEI RESIDENTI STRANIERI PER PROVINCIA E INCIDENZA SUL TOTALE DEI RESIDENTI Massa-Carrara Grosseto Livorno Siena % stranieri/ residenti % stranieri/totale regionale Pistoia Lucca Prato Pisa Arezzo Firenze Fonte: ISTAT Nel complesso l insieme dei cittadini stranieri incide in maniera differente nei diversi comuni e nelle diverse aree del territorio. I dati anagrafici relativi al 2002 confermano il primato dell area aretina con circa 52

53 5mila stranieri residenti, pari a oltre 1/3 sul totale degli stranieri nell intera provincia. Rilevante anche la presenza straniera nel Valdarno (23,3%), mentre valori più bassi si registrano in Casentino (16,6%), Val di Chiana (15,5%) e Val Tiberina (8,5%). Considerando invece l incidenza dei residenti stranieri sulla popolazione complessiva, spicca il Casentino che, con oltre il 6%, è l unica area a porsi al di sopra della media provinciale. Tabella 4.4 CITTADINI STRANIERI RESIDENTI IN PROVINCIA DI AREZZO AL Stranieri % sul totale provinciale Residenti % sui residenti Casentino , ,3 Valdarno , ,6 Val Tiberina , ,7 Area Aretina , ,0 Val di Chiana , ,2 PROVINCIA AREZZO , ,2 Fonte: elaborazioni OPS su dati delle Anagrafi comunali Cartogramma 4.1 % RESIDENTI ,7-3,2 3,2-4,1 4,1-5,3 5,3-8,0 Il trend dei tassi di immigrazione dall estero, dopo un periodo di forte crescita a partire dal , mostrano nell ultimo biennio segnali di rallentamento in tutte le aree della provincia, con valori in sensibile riduzione nel 2001 e dinamiche pressoché stazionarie nel 2002, con l unica eccezione rappresentata dal Valdarno, che anche nell ultimo anno disponibile registra un incremento, seppur lieve, nel numero di 53

54 ingressi. Tabella 4.5 TASSI DI IMMIGRAZIONE DA ESTERO Numero stranieri iscritti anagrafe x 1000 residenti Area Aretina 2,2 5,1 2,0 2,0 4,7 3,8 5,3 5,9 7,4 5,5 5,3 Val di Chiana 1,8 3,6 2,1 1,7 3,8 3,1 4,9 4,7 6,6 5,4 4,9 Val Tiberina 1,8 3,1 1,8 2,2 2,8 2,5 3,9 5,6 5,8 4,6 4,4 Casentino 2,6 4,3 2,2 2,2 4,9 3,4 5,7 8,8 9,7 9,1 9,0 Valdarno 1,5 3,1 2,1 1,5 3,0 2,3 3,7 4,1 4,8 4,0 4,9 PROVINCIA 1,9 2,8 2,1 1,9 4,0 3,1 4,7 5,5 6,6 5,4 5,4 Fonte: elaborazioni OPS su dati delle Anagrafi comunali Cartogramma 4.2 TASSI DI IMMIGRATORIETÀ DALL ESTERO ,3 4,3-6,1 6,1-16,1 L analisi dei dati estratti dall Anagrafe assistiti della ASL n. 8 mostra nel quinquennio considerato andamenti positivi degli stranieri domiciliati in provincia, particolarmente intensi nel Casentino, che raddoppia la consistenza di immigrati stranieri e supera anche l area aretina in termini di incidenza di stranieri sulla popolazione complessiva, e nella Val di Chiana che, come già rilevato nel Rapporto dello scorso anno, si inserisce tra le nuove realtà locali con crescente attrattività migratoria. 54

55 Grafico 4.3 TASSI DI IMMIGRAZIONE DA ESTERO Numero stranieri iscritti anagrafe x 1000 residenti AREA ARETINA VALTIBERINA VALDARNO VALDICHIANA CASENTINO PROVINCIA Tabella 4.6 STRANIERI CON DOMICILIO IN PROVINCIA DI AREZZO ISCRITTI ALL ANAGRAFE ASSISTITI PER ZONA Stranieri % sui Stranieri % sui Stranieri % sui Stranieri % sui nel 1999 residenti nel 2000 residenti nel 2001 residenti nel 2002 residenti Aretina , , , ,0 Casentino , , , ,3 Valdarno , , , ,5 Val di Chiana , , , ,3 Val Tiberina 714 2, , , ,7 PROVINCIA , , , ,6 Fonte: elaborazioni OPS su dati ASL n. 8 Grafico 4.4 VARIAZIONE DEGLI STRANIERI ASSISTITI (1999=100) Area Aretina Valdarno Val Tiberina Casentino Val di Chiana TOTALE La composizione per area e paese di provenienza dei residenti conferma quanto già emerso negli anni precedenti. Gli europei, in particolare quelli provenienti dai paesi dell Est, rappresentano la 55

56 componente più rilevante dell universo straniero residente nella provincia aretina, rispettivamente il 62% e oltre la metà sul totale. Seguono gli asiatici (2.478 unità, pari al 18%) e gli africani con residenti (14%). Complessivamente la componente proveniente dai paesi a forte pressione migratoria rappresenta circa l 89% del totale. Tabella 4.7 CITTADINI STRANIERI RESIDENTI IN PROVINCIA DI AREZZO AL SUDDIVISI PER CONTINENTE E SESSO F M Totale % Europa ,6 di cui: U.E. (Unione Europea) ,5 Altri paesi europei ,1 Africa ,7 America ,4 Asia ,2 Oceania ,1 Apolide ,0 TOTALE ,0 Fonte: elaborazioni OPS su dati delle Anagrafi comunali Dall analisi dei paesi di provenienza emerge la forte caratterizzazione multietnica della popolazione straniera residente in provincia, con la presenza di 114 diverse nazionalità, tra le quali primeggiano tre gruppi nazionali: cittadini albanesi (21,5%), rumeni (18%) e marocchini (8%) complessivamente rappresentano quasi la metà dell universo straniero residente. Diversa appare la tipologia di stranieri residenti nelle cinque zone della provincia. Nel Casentino si evidenzia la forte concentrazione di immigrati dalla Romania (42%), dal Bangladesh (8,5%) e dalla Macedonia (7%), con incidenze ben al di sopra del dato medio provinciale. Nel Valdarno si rileva una forte presenza di cittadini albanesi (36,5%), seguiti a notevole distanza da un nucleo significativo di indiani (9%), rumeni (8%) e marocchini (6%). Nella Val di Chiana ritroviamo le nazionalità maggiormente presenti a livello provinciale, ossia albanesi, rumeni e marocchini, mentre nei comuni della Val Tiberina spiccano anche gli immigrati provenienti dalla ex Jugoslavia. Infine l area aretina si caratterizza per una maggiore complessità della presenza straniera e dei diversi gruppi nazionali: spiccano Albania (18%) e Romania (16,5%) tra le nazionalità più presenti, seguiti dagli immigrati del Bangladesh che rappresentano oltre l 11% del totale. Sopra le 200 unità si pongono anche gli immigrati del Marocco e del Pakistan. 56

57 Tabella 4.8 COMPOSIZIONE % PER NAZIONALITÀ DEGLI STRANIERI ISCRITTI ALLE ANAGRAFI COMUNALI PER ZONA Casentino Valdarno Val di Chiana Val Tiberina Aretina Provincia Albania 5,2 36,5 26,3 17,2 18,3 21,5 Romania 42,1 8,2 17,0 5,4 16,5 18,0 Marocco 5,9 6,3 14,3 17,7 5,3 8,0 Bangladesh 8,5 0,8 0,3 0,0 11,3 5,8 Jugoslavia (Serbia -Montenegro) 3,5 2,9 1,9 13,8 2,5 3,6 India 5,1 9,0 1,0 0,3 1,3 3,6 Germania 6,3 3,4 3,9 4,8 1,7 3,4 Macedonia 7,1 1,9 0,6 4,6 1,6 2,7 Polonia 2,4 1,5 2,6 3,6 3,3 2,7 Pakistan 0,4 1,5 0,7 1,7 4,8 2,4 Dominicana Rep. 0,2 3,7 1,4 0,4 3,3 2,3 Regno Unito 1,1 2,3 4,7 4,7 1,0 2,2 Cina 0,9 1,8 1,2 1,3 3,0 2,0 Tunisia 0,1 1,8 3,2 0,9 1,8 1,7 Filippine 0,0 0,3 1,1 1,3 3,4 1,6 Altre 11,3 17,8 19,9 22,1 20,8 18,5 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni OPS su dati delle Anagrafi comunali 4.3 Le donne immigrate La composizione per genere della popolazione straniera residente nella provincia di Arezzo risulta sostanzialmente equilibrata (6.737 donne contro uomini), con un tasso di femminilizzazione della popolazione straniera pari a 49,4%, in linea anche con il dato toscano (48%). Si tratta di un universo in sensibile crescita che nel periodo registra un incremento complessivo di oltre donne residenti, pari a +193,6%, con un andamento lievemente più accelerato rispetto a quello maschile (+178,4%). Questo dato è il risultato di una distribuzione delle donne nella popolazione immigrata assai diversificata nei singoli gruppi nazionali, che si distinguono sensibilmente tra di loro rispetto alla variabile di genere. Esistono gruppi a netta predominanza maschile, con tassi di femminilità bassissimi, soprattutto tra gli immigrati provenienti dai paesi appartenenti al subcontinente indiano (Bangladesh, Pakistan, India) e dall Africa settentrionale (Marocco e Tunisia), dove la componente femminile risulta minoritaria, attorno al 30-40%: in questi casi si tratta di le donne, che sono giunte in prevalenza su richiesta di ricongiungimento familiare e che, rispetto a donne di altra nazionalità, rimangono maggiormente estranee alle possibilità 57

58 di inserimento nel mondo del lavoro. Una composizione più equilibrata si riscontra tra i rumeni e tra i cinesi. Nel primo caso si tratta del risultato di una progressiva riduzione degli squilibri di genere in una comunità tradizionalmente a forte prevalenza femminile, indicando un maggior livello di stabilizzazione della permanenza che porta gli uomini a raggiungere le mogli. Nel secondo caso si tratta di un gruppo nazionale che in maniera più accentuata rispetto ad altri gruppi di immigrati presentano comportamenti e modalità migratorie essenzialmente di tipo familiare, dove le donne tendenzialmente si inseriscono in maniera pressochè esclusiva nel progetto imprenditoriale della famiglia. Grafico 4.5 RESIDENTI STRANIERI MASCHI E FEMMINE NELLA PROVINCIA DI AREZZO Numeri indice 1993= Maschi Femmine Fonte: ISTAT Esistono invece popolazioni prevalentemente femminili, come gli immigrati provenienti dalla Repubblica Dominicana, dalla Polonia e dalle Filippine, in cui le donne sono state le prime arrivate e hanno svolto un ruolo di autentiche breadwinner per familiari, parenti, connazionali nella costruzione delle catene migratorie e nella organizzazione sul territorio della comunità, ribaltando così i tradizionali ruoli di genere nell esperienza migratoria. L incremento degli ingressi per ricongiungimento familiare e dei flussi migratori al femminile, con un elevata presenza di donne in età feconda, influiscono certamente sulle tendenze dei nuovi arrivati a stabilizzarsi sul territorio, come sembrano indicare anche i dati relativi alle scelte riproduttive delle donne straniere e alla presenza crescente di bambini stranieri. 58

59 Tabella 4.9 CITTADINI STRANIERI RESIDENTI IN PROVINCIA DI AREZZO AL SUDDIVISI PER NAZIONALITÀ E ZONA DI RESIDENZA M F v.a. % v.a. % Albania , ,1 Romania , ,8 Marocco , ,1 Bangladesh , ,6 Jugoslavia (Serbia -Montenegro) , ,2 India , ,4 Germania , ,1 Macedonia , ,5 Polonia , ,3 Pakistan , ,7 Dominicana Rep , ,5 Regno Unito , ,1 Cina , ,5 Tunisia , ,4 Filippine 80 37, ,0 Altre , ,9 TOTALE , ,4 Fonte: elaborazioni OPS su dati delle Anagrafi comunali Per quanto riguarda il primo aspetto, come è evidente dal grafico successivo, dal 1997 al 2002 si registrano andamenti fortemente differenziati del tasso di fecondità generale e di quello registrato dalla componente straniera: stazionario e lievemente in crescita sul finire del periodo il primo, in forte incremento il secondo, escludendo l ultimo anno analizzato che mostra una significativa battuta d arresto. Grafico 4.6 TASSO GENERALE DI FECONDITÀ E RAPPORTO % BAMBINI STRANIERI/DONNE STRANIERE ISCRITTE ALL ANAGRAFE ASSISTITI TOTALE Stranieri Se nella prima fase di insediamento i tassi di fecondità delle donne straniere risultano molto elevati e comunque superiori a quelli registrati dalle donne autoctone, è anche verosimile ipotizzare che siano destinati a diminuire, adattandosi ai modelli riproduttivi della popolazione nativa, qualora non intervengano politiche di sostegno alle famiglie, 59

60 in particolare per la conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari, soprattutto per le donne che lavorano (IRPET, 2001). 4.4 Le seconde generazioni Accanto alla residenza e alla normalizzazione per genere della popolazione straniera anche la presenza di minori può essere considerato come uno degli indicatori di un processo di stabilizzazione in atto dei flussi migratori sul territorio. Già nel Rapporto 2000 era emerso come nel panorama regionale le zone aretine fossero caratterizzate da una significativa presenza di minori stranieri, al pari di altre realtà a forte pressione migratoria, con valori inferiori alla media toscana solo nel caso della zona aretina. I dati anagrafici aggiornati al 2002 ci mostrano come 1/4 della popolazione straniera è costituita da minorenni, con valori minimi per la Val di Chiana (22%) e valori massimi nel Casentino (27%). Tabella 4.10 INCIDENZA MINORI STRANIERI SUL TOTALE DELLA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI AREZZO Comuni Minori su tot. immigrati Comuni Minori su tot. immigrati Bibbiena 28% Castiglion Fiorentino 23% C. Focognano 25% Cortona 22% C.S. Niccolò 36% Foiano Della Chiana 20% Chitignano 31% Lucignano 18% Chiusi della Verna 29% Marciano della Chiana 30% Montemignaio 0% AREA VAL DI CHIANA 22% Ortignano 24% Anghiari 28% Poppi 25% Badia Tedalda 32% Pratovecchio 20% Caprese Michelangelo 20% Stia 34% Monterchi 28% Talla 16% P. S. Stefano 25% AREA CASENTINO 27% Sansepolcro 24% Bucine 24% Sestino 37% Castelfranco 15% AREA VAL TIBERINA 26% Cavriglia 25% Arezzo 27% Laterina 39% Capolona 30% Loro Ciuffenna 19% Castiglion Fibocchi 33% Montevarchi 24% Civitella 25% Pergine V.no 23% Monte S.Savino 17% Piandiscò 26% Subbiano 22% S. Giovanni V.no 24% AREA ARETINA 26% Terranuova 22% PROVINCIA AREZZO 25% AREA VALDARNO 24% Fonte: elaborazioni OPS su dati delle Anagrafi comunali 60

61 Al momento le seconde generazioni, seppure in sensibile crescita, sono ancora relativamente poco numerose (circa 3.400), composte prevalentemente da giovanissimi, e pertanto l istituzione sociale che risulta maggiormente coinvolta dal fenomeno è senza dubbio la scuola. L incremento della presenza di minori stranieri ha evidentemente delle importanti conseguenze sul sistema scolastico locale, non solo dal punto di vista quantitativo, ossia in termini di aumento di alunni stranieri nelle scuole della provincia, ma anche e soprattutto dal punto di vista qualitativo, aprendo una serie di questioni cruciali legate ai curricula, ai modelli formativi, agli strumenti dell insegnare e dell apprendere, alle stesse modalità della convivenza interetnica nelle scuole (Besozzi 2000, 2001). Secondo la rilevazione del MIUR, nella provincia di Arezzo si registra una sensibile crescita degli alunni stranieri tra il 1999 e il 2001 (+47,5% contro il 31,5% registrato in ambito regionale), che nell anno scolastico 2001/02 raggiungono quasi i 1.800, pari al 12% sul totale toscano, preceduto in termini di consistenza quantitativa dal capoluogo fiorentino. Tabella 4.11 GLI ALUNNI STRANIERI NELLE PROVINCE TOSCANE 1999/ / /02 Var. a.s 2001/02 e 1999/00 % su totale v.a. % regionale Massa Carrara ,6 3,8 Lucca ,8 6,8 Pistoia ,6 6,6 Firenze ,0 31,9 Livorno ,2 4,8 Pisa ,1 10,0 Arezzo ,4 12,0 Siena ,6 8,6 Grosseto ,3 4,5 Prato ,7 11,0 TOSCANA ,5 100,0 Fonte: Sistema informativo MIUR I risultati presentati nel Rapporto 2002 curato dalla Sezione Immigrazione dell Osservatorio Sociale mostrano che: - nell anno scolastico 2001/02 la popolazione scolastica straniera in provincia è cresciuta del 30% rispetto all anno precedente; - l incidenza degli alunni stranieri è pari al 4,4% sull intera popolazione scolastica provinciale; - il fenomeno assume caratteri di pervasività territoriale, interessando in maniera più o meno intensa tutti i distretti scolastici; 61

62 - le scuole maggiormente coinvolte sono quelle della fascia dell obbligo, in particolare le elementari, ma viene registrato un sensibile incremento anche nelle scuole dell infanzia e, in misura inferiore, nelle scuole secondarie 5. In realtà le conseguenze dell ampliarsi delle seconde generazioni e soprattutto del loro passaggio all età adulta si rifletteranno su ambiti diversi delle società riceventi, acquisendo visibilità e rilevanza sul piano economico, sociale, culturale, ed è proprio su questo terreno che probabilmente si misurerà il successo o meno dei percorsi di integrazione degli immigrati nelle società locali. 4.5 L inserimento lavorativo In ambito regionale la provincia di Arezzo si caratterizza quale una delle realtà a maggior capacità attrattiva dei flussi migratori dall estero, sospinta da una domanda di lavoro sempre più rilevante espressa dalle imprese locali ma anche dalle famiglie, che alimenta le opportunità occupazionali dei cittadini stranieri. Dall analisi dei programmi di assunzione per il 2003 dichiarati dagli imprenditori aretini emerge come le assunzioni ritenute di difficile reperimento in provincia rappresentino circa il 40% sul totale delle assunzioni programmate. Si tratta di una quota che risulta particolarmente rilevante nelle attività industriali (47%), superando la media settoriale soprattutto nell edilizia (60%), mentre nei servizi e nel commercio riguarda il 36% del totale. La classe imprenditoriale locale sembra trovarsi di fronte un vero e proprio problema di carenza di manodopera, soprattutto nell ambito dei profili operai specializzati, la cui lettura chiama in causa una molteplicità di aspetti: dalle trasformazioni demografiche, che agiscono nella direzione di ridurre la componente giovanile della forza lavoro, alle trasformazioni che, anche in altri contesti distrettuali (Beudò, Raspanti, Savino 2002), hanno interessato la cultura del lavoro, soprattutto nelle giovani generazioni che, in aperta discontinuità con i padri, intraprendono percorsi scolastici e formativi più lunghi; preferiscono sia al lavoro autonomo che a quello operaio in fabbrica -considerati in 5 Per un analisi dettagliata ed esauriente della questione si rimanda a Bambini e ragazzi stranieri nelle scuole della provincia di Arezzo. A.S. 2001/2002 Rapporto n.1 settembre 2002 curato dall Osservatorio sociale - Sezione Immigrazione. 62

63 passato importanti canali di promozione sociale- professioni e mestieri terziari; vivono in misura maggiore rispetto al passato esperienze di non lavoro, che comunque risultano sostenute dai meccanismi di solidarietà familiare. Alle difficoltà di reperimento delle figure richieste sul mercato le imprese aretine sembrano sopperire facendo ampio ricorso a lavoratori extracomunitari: nel 2003 gli imprenditori locali prevedono di assumere lavoratori stranieri, pari al 33% sul totale delle nuove assunzioni. Si tratta di un dato in forte crescita rispetto al biennio precedente, che assume ancora più rilevanza se confrontato invece all andamento negativo dei programmi complessivi di assunzione dichiarati. Alla luce di questi dati sembra verosimile ipotizzare che la presenza straniera nel mercato del lavoro aretino sarà destinata a crescere e ad assumere un ruolo sempre più rilevante nei sistemi produttivi locali. Tabella 4.12 ASSUNZIONI PREVISTE DALLE IMPRESE (TOTALI E DI LAVORATORI EXTRACOMUNITARI) NELLA PROVINCIA DI AREZZO Totale assunzioni Assunzioni extracomunitari % extracomunitari sul totale , , ,6 Fonte: Unioncamere - Ministero del lavoro. Sistema Informativo Excelsior 2003 Quasi il 60% delle assunzioni di stranieri riguarda il settore dei servizi, in particolare il commercio (37,5%), ma assumono quote significative anche le assunzioni previste nell ambito dei servizi alle imprese (26,4%) e in quello dei servizi alle persone (22,3%). Nel caso del settore secondario, particolarmente ricettive per la manodopera straniera appaiono le industrie tipiche della provincia, in particolare la lavorazione dei minerali e quella dei metalli (34,5%) e il settore moda (25,4%). I profili professionali più richiesti dagli imprenditori aretini per quanto concerne i lavoratori stranieri riguardano: - le professioni relative alle vendite e ai servizi per le famiglie (29,1%), comprendente anche gli addetti ai servizi domestici, alla ristorazione, e alle vendite; - gli operai specializzati (27%) e gli operatori di macchinari (21,2%); - il personale non qualificato (16,3%) che comprende gli addetti alle pulizie, i manovali nei trasporti e nell industria. 63

64 Tabella 4.13 ASSUNZIONI PREVISTE DALLE IMPRESE PER IL 2003 NELLA PROVINCIA DI AREZZO PER SETTORE DI ATTIVITÀ Settore Assunzioni Assunzioni % extracom. Comp. % extracom sul totale extracomunitari Industria Estrattive, metalli, chimiche e produzione energia ,8 34,5 Alimentari ,1 9,1 Tessile, abbigliamento, calzature ,2 25,4 Legno, mobile, carta, altre manifatture ,8 24,6 Meccaniche, elettroniche, mezzi di trasporto ,0 2,3 Costruzioni ,9 4,1 TOTALE ,7 100,0 Servizi Commercio ,9 37,5 Turismo e trasporti ,9 13,9 Servizi alle imprese ,4 26,4 Servizi alle persone ,8 22,3 TOTALE ,5 100,0 Fonte: Union camere - Ministero del lavoro. Sistema Informativo Excelsior 2003 Grafico 4.7 ASSUNZIONI PREVISTE DALLE IMPRESE PER IL 2003 NELLA PROVINCIA DI AREZZO PER PROFILI PROFESSIONALI Dirigenti, direttori e responsabili 0,3 Prof. intellettuali scientif. elevata specializz. 0,9 Prof. intermedie, tecnici 2,6 Prof. esecutive relative a amministraz. e gestione 2,7 Personale non qualificato 16,3 Conduttori impianti, operatori macchinari e operai montaggio industr. 21,2 Operai specializzati 27,0 Prof. vendite ed servizi per le famiglie 29, Fonte: Union camere - Ministero del lavoro. Sistema Informativo Excelsior 2003 La forte richiesta di manodopera straniera che le imprese locali esprimono da qualche anno ha contribuito a determinare un inserimento crescente degli immigrati stranieri nei mercati locali del lavoro. Dal punto di vista dell occupazione facciamo riferimento ai dati provenienti dagli archivi INPS. Nel 2000 risultano complessivamente occupati cittadini stranieri, in 64

65 larga prevalenza impiegati in posizione dipendente (47%), seguono i domestici con il 28%, gli operai agricoli (20%) e infine i lavoratori autonomi con quasi il 9% sull occupazione extracomunitaria complessiva. Per quanto riguarda l universo del lavoro dipendente, nel periodo considerato Arezzo registra una sensibile crescita di occupati extracomunitari, che passano da circa 900 nel 1995 ad oltre nel Tabella 4.14 LAVORATORI EXTRACOMUNITARI RISULTANTI DAGLI ARCHIVI INPS NELLA PROVINCIA DI AREZZO Anno Dip. aziende Operai agricoli Domestici Autonomi Totale n.d n.d n.d n.d Fonte: INPS Tabella 4.15 LAVORATORI EXTRACOMUNITARI; NUMERO MEDIO DI DIPENDENTI RISULTANTI DALLE DENUNCE MENSILI DELLE AZIENDE Agricoltura ed Trasporti e Ammi_ni Credito ed Commercio Servizi Varie Estrazione e attività comunicazioni statali ed assicurazioni trasf. minerali connesse Enti Pubblici Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Pistoia Prato Siena TOSCANA Legno e Alimentari e Metallurgia- Tessile- Chimica Carta Edilizia TOTALE mobili affini meccanica abbigliamento gomma editoria Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Pistoia Prato Siena TOSCANA Fonte: INPS 65

66 I dati relativi alla distribuzione territoriale dei dipendenti stranieri nel territorio regionale al 2001 mostrano un incidenza particolarmente rilevante nelle province dell area Centro Settentrionale, con Arezzo (13%) che si colloca immediatamente alle spalle di Firenze (31%) e Prato (19%). La disaggregazione per settori di attività economica mostra come la quasi totalità dei lavoratori extracomunitari occupati nelle imprese aretine sia concentrata in tre settori: l industria metallurgica e meccanica impiega 688 lavoratori stranieri pari al 27% sul totale provinciale (contro l 11,8% rilevato in ambito toscano), il commercio (667 pari al 26,3%) e l edilizia (436 pari al 17,1%). Secondo i dati amministrativi prodotti dai centri per l impiego (Graf. 4.8), l incidenza di assunzioni nel comparto manifatturiero risulta particolarmente accentuata in alcune aree della regione: Lucca dove circa oltre la metà delle assunzioni coinvolge aziende manifatturiere (2.031 avviamenti), seguono Massa Carrara, con il 49,9%, sebbene i valori assoluti risultino piuttosto contenuti (377), Pisa con il 46,6% 1.395), Arezzo e Prato con il 46% (rispettivamente e 1.372) e infine Pistoia con il 44,8% (898). Nel caso dell occupazione terziaria dei lavoratori stranieri, come era facile attendersi, spicca Firenze con avviamenti (il 37% a livello regionale), che rappresentano circa la metà delle assunzioni registrate dai centri per l impiego dell intera provincia, mentre Arezzo si distingue per la più bassa incidenza di avviamenti nei servizi. Rilevante anche il numero di assunzioni in agricoltura con il 20,9% del totale, con valori superiori alla media regionale soprattutto nelle province di Grosseto (1.297 avviamenti pari al 53% sul totale provinciale), Siena (1.935, pari al 39%), Livorno (611, pari al 27%), Pistoia (499 pari al 25%), Arezzo (1197 pari al 24,6%). Il quadro sopra delineato trova riscontro anche nell analisi dei dati forniti dal Centro per l Impiego della Provincia di Arezzo realizzata dall Osservatorio sociale - Sezione immigrazione, di cui riportiamo alcuni dei principali risultati: - tra il 1999 e il 2001 si registra un sensibile incremento di occupati stranieri pari a circa il 60% contro una crescita sensibilmente inferiore della popolazione straniera residente (+30%); - l area che assorbe maggiormente manodopera straniera è quella aretina (al 2001 oltre il 42% sul totale provinciale), anche se negli ultimi anni si registra un aumento diffuso sull intero territorio, in particolare nel Casentino e nel Valdarno; - le figure professionali maggiormente diffuse tra i lavoratori stranieri sono il 66

67 manovale, la collaboratrice domestica, il bracciante agricolo, quindi generalmente si tratta di mansioni manuali, faticose, di tipo esecutivo 6. Grafico 4.8 AVVIAMENTI DI LAVORATORI EXTRACOMUNITARI PER SETTORE Incidenza % sul totale provinciale TOSCANA Prato Grosseto Siena Arezzo Pisa Livorno Firenze Pistoia Lucca Massa Carrara Agricoltura Attività manifatturiera Altre attività Fonte: nostre elaborazioni su dati Servizio Lavoro Anche nel caso aretino sembra applicabile l ipotesi dell integrazione subalterna (Ambrosini 1999), immagine con la quale si fa riferimento alle caratteristiche dell inserimento lavorativo dei cittadini stranieri in Italia, ma anche in Toscana: le opportunità occupazionali offerte dal sistema produttivo locale riguardano sia l ambito dei servizi che quello dell industria, e soprattutto i cosiddetti lavori delle cinque P, pesanti, precari, pericolosi, poco pagati, penalizzati socialmente. In realtà negli ultimi anni sembrano delinearsi nella provincia di Arezzo alcuni scenari alternativi, con percorsi lavorativi nuovi per i cittadini stranieri che, seppure ancora poco numerosi, meritano una particolare attenzione, proprio perché esperienze di segno diverso, possono contribuire a veicolare un immagine diversa di alcuni gruppi 6 Si fa riferimento al Rapporto n. 2 curato dall Osservatorio Sociale Sezione Immigrazione Inserimento lavorativo degli immigrati in provincia di Arezzo. Il lavoro dipendente, novembre

68 nazionali -non più relegabili esclusivamente in certi settori e in certe mansioni- e più positiva degli immigrati in generale, superando il modello dell integrazione subalterna. In primo luogo l analisi degli occupati stranieri e degli avviamenti registrati dai centri per l impiego mostrano l inserimento di lavoratori stranieri (soprattutto cittadini bengalesi e pakistani) in una delle industrie tipiche della provincia, come la lavorazione dei metalli preziosi, anche in mansioni specializzate, caratterizzate da condizioni di lavoro non particolarmente disagiate, che non sembrano apparire poco prestigiose agli occhi della popolazione nativa. L altra tendenza innovativa è rappresentata dallo sviluppo di iniziative autonome da parte degli immigrati. Si tratta di un fenomeno che, pur non essendo in termini assoluti ancora molto consistente e comunque meno incisivo rispetto ad altre realtà della Toscana, mostra nei primi due anni di questo decennio una dinamica fortemente espansiva, con i tassi di variazione più elevati registrati in ambito regionale. Al 3 trimestre del 2002 l Osservatorio sociale ha rilevato imprenditori, di cui la quasi totalità titolari di ditte individuali (70,4%), operanti nell edilizia, nel commercio al dettaglio ma anche in comparti tipici dell economia locale, come il settore orafo L occupazione delle donne straniere A fronte di una presenza per genere sostanzialmente equilibrata della popolazione straniera nella provincia di Arezzo, l analisi relativa alla partecipazione al mercato del lavoro condotta dall Osservatorio sociale mostra come le donne straniere incontrino maggiori difficoltà di inserimento rispetto agli uomini, rappresentando soltanto 1/3 sul totale degli stranieri occupati, oltre a condizioni di disuguaglianza in termini di opportunità lavorative. Anche nel caso aretino si confermano tendenze rilevate sia a livello nazionale che regionale, per cui il destino occupazionale delle donne immigrate è rappresentato in forma quasi esclusiva dal lavoro domestico e di assistenza, anche se cominciano a delinearsi percorsi diversificati -per il momento ancora poco numerosi- anche per le donne straniere con inserimenti in un numero più ampio di settori (ad esempio in alcune 7 Per un approfondimento su questo tema si rimanda a Lavoro autonomo e immigrazione in provincia di Arezzo Rapporto n. 3, novembre 2002 curato dall Osservatorio sociale - Sezione immigrazione. 68

69 lavorazioni artigianali) oppure in iniziative di tipo autonomo. Per quanto riguarda il lavoro domestico, l archivio specifico gestito dall INPS registra al 2001 per la provincia di Arezzo oltre lavoratori non comunitari, di cui 884 donne, pari all 88% sul totale. In ambito regionale Arezzo si colloca alle spalle del capoluogo fiorentino, con circa il 9% di collaboratori domestici sul totale. Nell arco del periodo considerato, nonostante la flessione dell ultimo anno, si registra una notevole crescita di lavoratori stranieri in questo settore, pari al 54,4%, ben al di sopra della variazione media regionale e tra le più dinamiche della Toscana. Tabella 4.16 LAVORATORI DOMESTICI EXTRACOMUNITARI NELLE PROVINCE TOSCANE Territorio Var. % Massa Carrara ,7 Lucca ,3 Pistoia ,3 Firenze ,1 Livorno ,7 Pisa ,2 Arezzo ,9 Siena ,4 Grosseto ,2 Prato ,4 TOSCANA Fonte: INPS Se si rapporta il numero di collaboratori extracomunitari alla quota di popolazione anziana residente nelle province toscane, Arezzo si conferma tra le realtà toscane che esprimono in misura maggiore una domanda di lavoro di cura e di assistenza, preceduta soltanto da Firenze (4,9%) e in linea con il dato pratese (3%) e con quello medio toscano (3%). Tabella 4.17 INCIDENZA LAVORATORI DOMESTICI EXTRACOMUNITARI SUL TOTALE REGIONALE E SULLA POPOLAZIONE ANZIANA RESIDENTE NELLE PROVINCE TOSCANE Domestici % su totale Popolazione residente % domestici stranieri stranieri 2001 regionale 2001 anziana (75 anni e più) su pop. anziana Massa Carrara 284 2, ,3 Lucca , ,7 Pistoia 693 6, ,5 Firenze , ,9 Livorno 588 5, ,6 Pisa 877 7, ,2 Arezzo , ,9 Siena 798 7, ,6 Grosseto 330 3, ,4 Prato 581 5, ,0 TOSCANA , ,0 Fonte: nostre elaborazioni su dati INPS e ISTAT 69

70 I dati riportati, nonostante i limiti che caratterizzano la fonte, sono comunque indicativi dell esistenza di una forte domanda di lavoro domestico ed assistenziale proveniente dalle famiglie aretine che le trasformazioni del tessuto sociale locale hanno senza dubbio contribuito ad alimentare. L accresciuta partecipazione femminile al mercato del lavoro da un lato, l incremento della componente anziana sulla popolazione complessiva e l aumento del numero di anziani che vivono da soli, contribuiscono a mettere sotto pressione la famiglia, peraltro già indebolita dai processi di destrutturazione che l hanno investita negli ultimi due decenni, contribuendo ad alimentare una crescente domanda di servizi rivolta verso l esterno, che, in assenza di un sistema di welfare adeguato, trova una soluzione soddisfacente nel ricorso al lavoro domestico salariato prestato dalle donne immigrate. Se l accesso al mercato del lavoro risulta poco problematico, vista la numerosità delle opportunità occupazionali, non per questo di presenta esente da problematiche specifiche, che in questa sede ci limitiamo soltanto ad accennare. Il primo elemento di criticità è rappresentato dalla qualità delle opportunità occupazionali offerte che, indipendentemente dai livelli di istruzione, dalle esperienze professionali pregresse, dalle capacità, abilità e aspirazioni, sono limitate al solo ambito delle collaborazioni domestiche e all assistenza delle persone anziane. La relativa stabilizzazione economica che la facilità nel reperimento di un lavoro di questo tipo consente in breve di raggiungere può tuttavia comportare il rischio di rafforzare la condizione di integrazione subalterna, peraltro alimentata dai meccanismi di selezione fondati sull azione dei network etnici e delle istituzioni facilitatrici, inibendo la ricerca di altri sbocchi lavorativi e le legittime aspirazioni di mobilità professionale e sociale. Un altro aspetto attiene al rapporto tra il lavoro delle donne autoctone e quello delle donne straniere: la possibilità di poter mantenere un lavoro remunerato per le donne italiane si fonda anche sulla possibilità di queste ultime di delegare ad altre donne, straniere, una parte dei compiti di cura delle persone e della casa, donne quest ultime che per intraprendere l esperienza migratoria, spesso sono costrette a lasciare le proprie famiglie e i propri figli nel paese di origine per occuparsi delle nostre famiglie (Ambrosini, 2003). 70

71 5. LA POPOLAZIONE ANZIANA E LE POLITICHE 5.1 Andamento demografico e invecchiamento della popolazione Come abbiamo evidenziato in tutte le precedenti edizioni del Rapporto, la situazione della provincia di Arezzo, in un quadro regionale che presenta una struttura della popolazione particolarmente orientata verso le età anziane, non manifesta sotto questo profilo uno squilibrio particolarmente grave. La recentissima uscita dei dati definitivi del Censimento 2001 consente di aggiornare il confronto presentando, piuttosto che le previsioni, i dati reali. Tabella 5.1 % DI ANZIANI DI 65 ANNI E OLTRE SULLA POPOLAZIONE DELLE PROVINCE TOSCANE. CENSIMENTO 2001 MS LU PT FI PO LI PI AR SI GR TOSCANA Maschi 18,9 18,4 18,6 19,7 16,4 19,8 18,6 19,7 21,1 22,1 19,4 Femmine 26,5 25,4 24,5 25,6 21,3 25,8 24,3 25,0 26,9 27,9 25,3 TOTALE 22,9 22,0 21,7 22,8 18,9 23,0 21,5 22,4 24,1 25,1 22,5 Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT Grafico 5.1 % DI ANZIANI DI 65 ANNI E OLTRE SULLA POPOLAZIONE DELLE PROVINCE TOSCANE. CENSIMENTO 2001 PO PI PT LU AR TOSCANA FI MS LI SI GR Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT 71

72 Ma in realtà la provincia di Arezzo partecipa di quel processo di redistribuzione interna della popolazione che ha coinvolto negli ultimi anni l intera toscana. Due spinte contrastanti hanno dominato le scelte residenziali delle giovani coppie: quella a trasferirsi nelle aree più sviluppate e con maggiori livelli di occupazione e quella a abbandonare i centri urbani congestionati e caratterizzati da costi crescenti delle abitazioni. Queste due spinte hanno trovato composizione nella tendenza delle famiglie a risiedere negli anelli dei comuni periferici delle aree più sviluppate. La popolazione è divenuta dunque più giovane fuori dai comuni capoluogo delle aree più sviluppate, per il miglior rapporto fra qualità e costo delle abitazioni. In particolare il processo ha coinvolte alcune aree di confine fra la Provincia di Arezzo e quella di Firenze che, come abbiamo visto nel primo capitolo, hanno costituito la destinazione non soltanto di flussi migratori dall estero, ma anche di cospicui flussi migratori dall interno. In questo quadro il processo di invecchiamento risulta particolarmente indebolito, rispetto al passato, nel Casentino, dove si è concentrato un importante flusso di immigrazione dall estero. Nel Valdarno il processo di invecchiamento è relativamente basso e contenuto dall insediamento di popolazione giovane toscana e italiana. Il processo di invecchiamento è invece proseguito in un area inizialmente più giovane - l aretina- per la spinta dei giovani ad andare a risiedere fuori dal capoluogo. L area che presenta comunque i più rilevanti processi di invecchiamento è ormai da tempo la Val Tiberina, zona montana di spopolamento che non è stata destinazione di consistenti flussi migratori (Tab. 5.2, Gaf. 5.2 e Cartogramma 5.1, 5.2 e 5.3). La mappa dell invecchiamento si modifica, lentamente, ma sembra destinata a cambiare, rendendo più equilibrata la struttura della popolazione nelle zone che attraggono le giovani coppie immigrate, sia italiane che staniere. Tabella 5.2 % DI ANZIANI DI 65 ANNI E INDICE DI VECCHIAIA NELLE ZONE ARETINE Aretina Val Tiberina Casentino Valdarno Val di Chiana Provincia 1998 % Indice di % Indice di % Indice di % Indice di % Indice di % Indice di >=65 vecchiaia >=65 vecchiaia >=65 vecchiaia >=65 vecchiaia >=65 vecchiaia >=65 vecchiaia ,51 167,43 24,95 208,60 24,09 203,82 21,33 176,25 22,61 183,80 21,88 180, ,70 169,56 25,04 211,00 24,06 205,46 21,46 176,02 22,82 183,29 22,01 181, ,94 172,25 25,26 216,22 23,96 205,60 21,67 178,19 22,74 182,67 22,15 183, ,10 174,23 25,39 217,22 24,02 213,38 21,68 175,40 22,80 183,15 22,24 183, ,49 175,55 25,49 218,63 23,87 200,33 21,85 174,78 22,95 183,72 22,45 183,13 Fonte: elaborazioni OPS su dati delle Anagrafi comunali 72

73 Grafico 5.2 % DI ANZIANI DI 65 ANNI NELLE ZONE ARETINE E Aretina Val Tiberina Casentino Valdarno Val di Chiana PROVINCIA Fonte: elaborazioni OPS su dati delle Anagrafi comunali Cartogramma 5.1 INDICE DI VECCHIAIA ,1-163,3 163,3-188,8 188,8-217,2 217,2-361,8 73

74 Cartogramma 5.2 % ULTRA 65_ENNI ,9 % 21-23,4 % 23,5-25,5 % 25,6-33,1 Cartogramma 5.3 % ULTRA 75_ENNI ,1-10,5 % 10,6-11,6 % 11,7-13,3 % 13,4-18,8 % 74

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